Agricoltura Veneta n.1 2013

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agricoltura veneta

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Numero 1 - Agosto 2013

Agricoltura e turismo

NUOVE OPPORTUNITÀ DI LAVORO NEL VENETO La ruralità turistica e i prodotti tipici, eccellenze da valorizzare attraverso una “messa a sistema”. Se non si faranno interventi adeguati di rilancio, nel 2030 l’Italia scenderà all’ottavo posto in termini di arrivi tra le destinazioni internazionali, preceduta da Cina, Stati Uniti, Francia, Turchia, Spagna, Malesia e Regno Unito. Ma l’Italia è un paese che piace ancora? Recenti indagini riportate nel “Piano strategico per lo sviluppo del Turismo in Italia” che porta un titolo importante “Turismo Italia2020. Leadership lavoro, Sud”, presentato a Roma il 18 gennaio 2013, mostrano che rispetto anche alla stessa Francia e Spagna l’Italia è ancora oggi nell’immaginario collettivo il paese dell’eccellenza per l’arte, la storia, il buon cibo e più in generale l’enogastronomia, le valenze ambientali, e non ultimo il “made in Italy” e lo shopping collegato. I turisti scelgono meno l’Italia rispetto alla Francia e Spagna perché preoccupati per gli aspetti organizzativi, delle infrastrutture, dei trasporti, del decoro dei siti turistici, della gestione e tutela ambientale, del rapporto qualità prezzo, e per la non sempre ottimale connettività aerea in particolare dei voli low cost. A questo si aggiungono le difficoltà di una governance turistica nazionale che deve saper competere in modo più efficace con realtà internazionali sempre più accreditate e aggressive veicolando sul nostro paese i flussi che ora si stanno orientando verso altre realtà emergenti. Quale contributo dall’agricoltura veneta? Nel Veneto il Turismo impegna 164.000 unità solo nella recettività e ristorazione e 54.000 nell’agroalimentare, attività strettamente connesse al comparto agricolo. La nostra Regione è prima in Italia come numero di DOP (Fig.1), oltre Fig. 1

che di altri prodotti tipici (IGP, DOCG, ecc.), mentre in questo campo l’Italia è nettamente in prima posizione mondiale rispetto a tutti gli altri paesi, Francia compresa (Fig. 2).

l’ormai superato “turismo di massa”. Cosa c’è infatti di più radicato nel territorio delle radici produttive agricole, delle eccellenze agroalimentari, degli opifici rurali che si tramandano da se-

Fig. 2

Grande successo stanno raccogliendo in tutto il mondo anche i nostri vini più pregiati di cui è veramente ricca la nostra regione, come per fare un solo esempio il Prosecco, che sta avendo una crescente affermazione internazionale veicolando a livello mondiale una immagine molto positiva della storia e tradizione del nostro territorio. Ma proprio la storia e la tradizione di un territorio, la scoperta di valori locali preservati nel tempo, la conoscenza delle abitudini alimentari, la degustazione delle specialità tipiche, la visita alle eccellenze artigianali locali sono gli obiettivi dei nuovi turisti che sempre più puntano ad una vacanza vera, di esperienze autentiche, al di fuori del-

coli i segreti delle loro produzioni? I Tour Operator attivi nel Veneto confermano l’interesse crescente dei turisti per le degustazioni di vini, l’assaggio di formaggi, la degustazione dell’olio, e per pranzi e cene tipiche in agriturismo e per tutto ciò che il territorio offre. Affiancata alle visite alle Città d’arte, l’enogastronomia rappresenta oggi un mix perfetto e molto richiesto. Le attuali oltre 60 milioni di presenze potrebbero trovare nell’agricoltura e nell’agroalimentare veneto una ulteriore motivazione di visita, di degustazione e anche di acquisto di prodotti tipici, diventando inoltre fonte di pubblicità internazionale gratuita per i nostri numerosi marchi di qualità agroalimentare. Aggiungere per gruppi di turisti che si spostano in autobus una mattinata o un pomeriggio di visita ai nostri caseifici per vedere dove nasce il Grana Padano, la Casatella Trevigiana o

l’Asiago DOP, alle nostre cantine dove sono presenti i vini tra i più famosi al mondo, ai frantoi per assaggiare l’olio DOP del Veneto appena spremuto dalle olive mature e ai vari altri opifici per conoscerne le fasi produttive e degustarne i prodotti, oltre che una esperienza molto richiesta potrebbe rappresentare un motivo di alleggerimento alla crescente pressione turistica cui è soggetta quotidianamente ad esempio una città come Venezia. Oggi in Veneto abbiamo tutte le potenzialità e disponiamo di tutti i contenuti e le infrastrutture operative necessarie, ma manca la “messa a sistema” di una indispensabile collaborazione tra gli operatori sia pubblici che privati del turismo e dell’agricoltura. Attraverso i futuri finanziamenti regionali del PSR 2014-2020 i Consorzi di Tutela potrebbero ad esempio rendere turisticamente fruibili gli importanti siti produttivi che ora, orientati solo alla pur primaria attività di produzione agroalimentare tradizionale, non intercettano i milioni di turisti che transitano nelle nostre strade. E in questo senso l’EXPO 2015, grande manifestazione internazionale sull’agroalimentare che vedrà Milano come vetrina internazionale, rappresenta una ulteriore grande opportunità per fare sì che i milioni di operatori internazionali che si prevede parteciperanno all’evento possano poi visitare ad esempio Venezia ed il Veneto attraverso dei tour di visita ai principali insediamenti di produzione ed eccellenza agroalimentare della nostra Regione. Secondo alcune stime conservative, le azioni sopra indicate, contenute nel “Piano strategico per lo sviluppo del Turismo in Italia” potrebbero tradursi in circa 30 miliardi di Euro di incremento del PIL nazionale e in 500.000 nuovi posti di lavoro in Italia entro il 2020, molti dei quali nel Veneto. Si tratta di un’opportunità che il Paese non può non cogliere e di una responsabilità inderogabile verso le nuove generazioni.

VENETO LEADER Il Veneto è in Italia di gran lunga la prima regione (16.3% del totale nazionale) per importanza turistica con 15.818.525 di arrivi nel 2012 (oltre 10.000.000 di turisti stranieri, in crescita, e 5 milioni e mezzo di turisti italiani, in calo) e con 62.351.657 di presenze (di cui 40 milioni di stranieri e quasi 22 milioni di italiani, in leggero calo rispetto al 2011). Il turismo veneto produce il 5.5% del PIL regionale, con 416.000 unità di lavoro e 23.000 imprese del comparto, di cui 3.275 alberghi, 2.200 bed and breakfast, circa 770 agriturismi, 187 campeggi e villaggi, 139 rifugi alpini ed escursionistici, per un totale regionale di oltre 655.000 posti letto. La maggioranza di questi turisti (70%) visita prima di tutto le città d’arte (Venezia in testa) e poi il mare, mentre il restante 30% è interessato alle altre principali e più importanti destinazioni turistiche regionali (Lago di Garda, Terme, Dolomiti, ecc.), ma con una media di pernottamenti in lenta ma costante flessione che è passata dalle 4.4 notti del 2006 alle 3.9 notti del 2012. A livello internazionale l’Italia è stato il primo Paese al mondo più visitato fino alla metà degli anni 90, mentre oggi siamo stati purtroppo largamente superati sia dalla Francia che dalla Spagna.


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