PRODOTTI E SEMILAVORATI PER PASTICCERIA E GELATERIA
INGREDIENTI PROFESSIONALI PER RISTORAZIONE E PANIFICAZIONE
CONFETTI E CARAMELLE
DECORAZIONE DELLA TAVOLA
Sede Legale: Contrada S. Barbara, Ariano Irpino, AV 83031
Sede Logistica: ss.90 delle Puglie, Ariano Irpino, AV 83031
Tel.: 0825 451395 / Cell.: +39 329 6005862
info@mianoalimentari.it
prefazione
Cari compaesani e villeggianti,
come di consueto anche quest’anno ritorna l’Informatore Arianese una bella guida ricca di notizie utili di contenuti storico culturali e curiosità vi terrà compagnia durante tutto il 2025.
Come sempre ricco di notizie utili e di curiosità offrirà, in questa edizione, diversi contenuti significativi: Un augurio che faccio a tutti coloro che verranno a farci visita durante questo periodo estivo è di godersi Ariano in tutte le sua bellezze perché ha tanto da dare sia sotto l’aspetto storico paesaggistico ma anche sotto l’aspetto della ricettività grazie ai nostri ristoratori che si sono specializzati diventando leader nel settore.
Molti contenuti storici curati da chi ha a cuore la nostra città e l’ha studiata a fondo per anni come Tonino Alterio, Nino Grasso, Gianni Vigoroso, Mario Rosario Zecchino.
Non può mancare anche un pò di umorismo con l’immancabile poesia di Luigi Pietrolà e un sonetto di Michela Monaco.
Marco Memoli ci accompagna con un bellissimo viaggio fotografico che ci regala sempre tante emozione con i suoi scatti d’autore
Ringrazio l’Amministrazione Comunale per la sua vicinanza e auguro a tutti voi un buon anno e una piacevole lettura.
Amedeo Iacobacci
Si ringrazia il Comune di Ariano Irpino
si ringrazia
AGRITURISMO ANTIQUA TEMPORA
AIOS
ALTERIO GESSI
ANIMALHOUSE
ARCHEGROUP
ATELIER MOCCIA
BAR JOSO
BAR VILLA
BAR VIRGINIA
CAMPO VILLAGE
CAR PART
CARROZZERIA IRPINIA SANTOSUOSSO
CARTOLIBRERIA MAINIERO
CENTRO ESTETICO ORNELLA
C&P GRAFICA
CHALLENGE SPORT
COGESUD
DAMACO
DONALD
EL BARRIO PIZZERIA FANTASY
FARMACIA MASTRANGELO
FUTURAUTO
GATE
GIULIART
GRAFICHE LUCARELLI
GRASSO ARREDAMENTI
GROUPAMA
I MASCHI IL GHIOTTONE
SPORT
LA CASA DI NINNA B E B
LAVANDERIA D E G
LUCARELLI
MACELLERIA DA GUIDO
MAPU
MIANO DISTRIBUZIONI ALIMENTARI
NEW LOOK BY LISA
OASI PIZZERIA
OLEIFICIO TISO
ONORANZE FUNEBRI LO CONTE
PALMINOCENTER HAIR STUDIO PANIFICIO MASUCCIO
SEAR INFISSI
GAMBACORTA
TUTICUM CAFFÈ
UNIPOL SAI
VILLA ANTICO MULINO
sommario.
Prefazione PAG 4
Si ringrazia PAG 5
Dati generali PAG 10
Consiglio comunale PAG 12
Cartina Ariano PAG 14
Strade cittadine PAG 16
Le contrade di Ariano PAG 18
Gli uffici PAG 20
Le scuole PAG 22
Vie e contrade con aree di attesa PAG 24
Turni farmacie PAG 26
Orari autobus air PAG 27
Orari S.S. Messe PAG 28
Banche e uffici postali PAG 29
Numeri utili PAG 30
I vertici delle forze dell’ordine ad Ariano PAG 31
Ricettività PAG 32
Ricetta Tipica PAG 33
Ariano: Una Città In Continua Emergenza PAG 35
Il castello di Ariano Irpino PAG 42
Il Matrimonio Arianese PAG 47
La Biblioteca Della Fondazione Biogem PAG 51
Personaggi Illustri PAG 53
Personalità Legate Ad Ariano Irpino PAG 56
Proverbi e Massime PAG 59
Eve Borsook E La Ceramica Arianese PAG 65
Natale di sti tiempi PAG 74
informazioni utili.
DATI GENERALI.
Comune
Ariano Irpino denominazione dal 5 giugno 1930
Ariano di Puglia denominazione dal 1868 al 1930
Ariano denominazione fino al 1868
Provincia Avellino
Regione Campania
Ubicazione Italia meridionale
Coordinate geografiche
41°09’ Latitudine
2°38’ Longitudine
Denominazione degli abitanti Arianesi
Altitudine min. (m s.l.m.) 179
Altitudine max. (m s.l.m.) 811
Altitudine al mastio del castello 817
Superficie 185,52 Kmq
Densità (ab/Kmq) 124,19
Popolazione residente
23.040 (ISTAT: Censimento 2001)
Fiumi che lambiscono il territorio Miscano, Ufita
Fiumi che attraversano il territorio Fiumarella, Cervaro
Strade di accesso A16 (Autostrada NA-BA) - S.S. 90 delle Puglie - S.S. 90 bis -S.S. 414
Linea ferrata
Roma - Napoli - Foggia - Bari
Santo Patrono della Città e Diocesi S. Ottone Frangipane
Codice Postale 83031
Rete Telefonica: Distretto di Avellino
Area Locale di Ariano Irpino comprendente le reti urbane di: Ariano Irpino, Casalbore, Grottaminarda, Savignano Irpino
A.S.L. ASL AV
Comunità Montana
Valle Ufita
Regione Agraria Alto Cervaro
Consorzio di Bonifica Ufita
Via Villa Caracciolo, 9, Ariano Irpino, Italy, 83031
CONSIGLIO COMUNALE.
Sindaco
Enrico FRANZA
GRAZIA VALLONE
Vice sindaco
Assessore istruzione
Assessore Politiche giovanili
Assessore Urbanistica e PNRR
DOTT. PASQUALINO MOLINARIO
Assessore Politiche sociali
PERITO ANGELA
Assessore Bilancio e Tributi
Assessore Contenzioso
LA BRACA TONI
Assessore Ambiente e Patrimonio, Rifiuti
MARCO RICCIO
Assessore protezione civile e politiche energetiche
LA CASA DI NINNA
Affitta camere
Immersa nel verde delle campagne arianese, a soli 4 km dal centro urbano
Contrada foresta 33, 83031 Ariano Irpino, Italy
+39 333 228 0793
La casa di Ninna
COSA VEDERE
LA CATTEDRALE
IL CASTELLO NORMANNO
LA VILLA COMUNALE
FONTANA DELLA MADDALENA II
MUSEO DIOCESANO
Ex Chiesa dell’Annunziata Via Annunziata
MUSEO CIVICO
Via R. D’affitto
MUSEO ARCHEOLOGICO
Palazzo Anzani Via Donato Anzani
Biogeo
MUSEO DI STORIA della VITA e della TERRA c/o Biogem c.da Camporeale
MUSEO NORMANNO,
Via Pasquale Stanislao Mancini, 33
MUSEO ARCUCCI, Via Pasquale Stanislao Mancini, 16
MUSEO ARGENTI, Piazza Plebiscito, 7
TAVERNA DELLE MONACHE
Strada Statale 90 delle Puglie - DIR. FOGGIA
Aree di Interesse
Attività commerciali
STRADE CITTADINE.
Via Adinolfi
Via Albanese
Via Angeriano
Via Annunziata
Via Anzani
Via Barberio
Via Battisti
Largo Bevere
Vicolo Caggianelli
Via Calvario
Vico Canzio
Via Capezzuti
Rione Cappelluzzo
Via Cappuccini
Largo Carducci
Via Carafa
Via Cardito
Via Castello
Via / Rampa Conservatorio
Via / Rampa Covotti
Via D’Afflitto
Via De Franza
Via De Piani
Piazza Duomo
Via Ecli
Corso Europa
Vicolo Figlioli
Via Fontananuova
Via Foscolo
Piazza Garibaldi
Via Guardia
Via Intonti
Via Leopardi
Via Loreto
Vicolo Luparella
Piazzale / Via Lusi
Piazza Madonna di Fatima
Piazza / Via Mancini
Largo Manzoni
Via Marconi
Via Martiri
Via Matteotti
Piazza Mazzini
Via Nazionale
Via Parzanese
Via Pascoli
Vico I Passeri
Vico II Passeri
Vico III Passeri
Via Pasteni
Via Pellico
Vicolo Perciafango
Via Petrara
Piazza Pirelli
Via Pisacane
Piazza Plebiscito
Via IV Novembre
Via del Riscatto
Via Roma
Via Russo - Maddalena
Piazzetta S. Andrea
Rampa S. Biagio
Via S. Croce
Piazza S. Francesco
Via S. Leonardo
Via S. Liberatore
Rampa S. Paolo
Via S. Pietro
Via S. Sebastiano
Via S. Stefano
Rampa Seminario
Via Spada
Viale Tigli
Via Tranesi
Via Tribunali
Via Tucci
Via Umberto I
Via XXV Aprile
Via Villa Caracciolo
Via Vinciguerra
Via Virgilio
Via Vitale
Corso Vittorio Emanuele
Piazza Enea Franza
Vicolo Vitoli
LE CONTRADE DI ARIANO
ACCOLI
SS. 414 di fronte il deposito della Peroni
ACQUASALZA
sotto la Chiesa di S. Liberatore
ACQUA DI TAURO
carcere, bivio Stillo
ACQUAZZUOLO
strada per il Cervo dopo Chiesa di Tressanti
ANSELICE
sottostante la Chiesa del Cervo lato destro
ARNOLA
strada per S. Liberatore tabacchi Lagrimosa lato destro
BAGNARA
S. Barbara
BASSIELLO
SS. 414 per Montecalvo Bivio Cervo lato sinistro
BOSCO
SS. 414 per Montecalvo Km 4 lato destro
BRECCETO
inizio discesa strada per S. Liberatore
CALCEDONIA di fronte Maddalena
CAMPOREALE
SS. 90 lato Foggia
CANALONE
dopo Loreto
CANNELLE
Rione Martiri “Proprietà Duchessa”
CANNETA
dopo Loreto
CARIELLO
SS. 90 per Foggia lato sinistro bivio Villanova
CARDITO
SS. 90 lato Avellino
CARPINIELLO
sotto il Macello Comunale
CASAVETERE
SS. 414 per Montecalvo bivio a sinistra dopo il Cimitero
CASTAGLIONE
prima della C.da Casavetere
CENTOVIE
strada per S. Liberatore bivio a destra Lagrimosa
CERRETO
strada provinciale per lo Scalo fino alla Ferrovia lato sinistro
CERVO
SS. 14 per Montecalvo
CESINE
sotto la Chiesa del Carmine
CIPPONE
SS. 414 per Montecalvo
CONTESSA
dopo la C.da Cervo
CRETA
strada per S. Liberatore limite Melito
CUPA MORTE
SS. 414 per Montecalvo km 2 lato destro
DIFESA GRANDE
bivio Villanova a Monteleone
FESTOLA
Ponnola, S. Croce
FICUCELLA
SS. 414 per Trimonti lato sinistro
FIUMARELLE
bivio per l’Orneta fiume Ufita
FONTANA DI LIPPO
Inizio Carpiniello
FORESTA
SS. 90 lato Avellino di fronte C.da Manna
FRASCINETA
SS. 14 per Montecalvo Km 5
GAUDICIELLO
dopo lo Scalo Ferroviario lato destro
GRIGNANO
SS. 90 lato Avellino di fronte ex Trattoria “Grasso”
LOMMA
dopo Arnola
LORETO
da Via Donato Anzani alla Variante
MADDALENA
dopo C.da Orneta
MANNA
SS. 90 lato Avellino Km 5 lato sinistro
MARCHETTO
Rione Martiri dopo C.da S. Felice
MARTIRI
SS. 90 per Foggia, bivio FF.SS.
MASCIANO
dopo C.da Orneta lato destro
MELARO
Ottaggio, S. Felice
MONTAGNA
strada provinciale per Villanova
MONTETRECALLI
di fronte Rione S. Pietro
MONTECIFO
SS. 414 dopo il Cimitero bivio a sinistra
MONTICCHIO
strada per S. Liberatore Km 2 a sinistra
ORNETA
dalla Manna bivio a sinistra
OTTAGGIO
SS. 90 per Foggia dopo il Perazzo a destra
PALAZZISI
dopo Tressanti
PARZANO
sottostante la Chiesa di Tressanti
PATIERNO
SS. 90 per Foggia (Serralonga)
PETRARA sotto il campo sportivo
PIANEROTTOLO da Camporeale a destra per FF.SS.
PIANOTAVERNA
strada provinciale per Villanova Km 2 bivio a destra
PIETRALATA di fronte fontana della Maddalena
PIGNATALE
strada provinciale per Villanova bivio Orneta
PONNOLA VITONE
bivio a sinistra fontana Maddalena
PONTE GONNELLA
SS. per Foggia, bivio Castelfranco
S. ANGELO TORRICELLA
dopo Rione Valle
SANT’ANTONIO
bivio Cimitero
SANTA BARBARA
SS. 90 lato Avellino Km 2 a destra
SANTA CROCE
bivio della fontana della Maddalena
SAN DONATO
90 Bis, a destra
SAN FELICE
dopo C.da Cannelle
S. MARIA A TUORO
strada per S. Liberatore
S. NICOLA A TRIGNANO
prima della C.da Cervo
SAN PIETRO
dopo fontana Maddalena
SAN POTITO
Brecceto a destra
SAN TOMMASO
Brecceto a sinistra
SANTA REGINA
strada prov. per Villanova Km 2 bivio a destra
SCARNECCHIA
SS. 90 per Avellino dopo C.da Manna
SERRA di fronte al Carcere
STERDA
SS. 414 per Montecalvo lato destro
STILLO
SS. 90 lato Avellino bivio a sinistra vicino Carcere
STRATOLA
bivio Villanova Km 3 lato destro
TESORO
strada provinciale per Villanova Km 3 lato destro
TORANA
SS. 90 lato Avellino di fronte al distributore ENI
TORREAMANDO
vedi Manna
TRANZANO
bivio stazione lato destro
TRAVE
SS. 90 lato Foggia dopo il bivio di Villanova lato destro
TRESSANTI
SS. 414 per Montecalvo bivio Apice
TRIMONTI
SS. 414 per Montecalvo Km 6
TURCHICIELLO
SS. 90 lato Foggia dopo C.da Perazzo
TURCO
lato Foggia prima del bivio per Villanova
VADOSAMBRO
Orneta Vitugliano
VALLELUOGO
SS. 414 per Montecalvo Km 2 bivio a sin.
VALLESENAPE
Valletugliano
VALLETUGLIANO
vicino Masciano
VALLONE DI VALLO
strada provinciale per lo scalo lato sinistro
VASCAVINO
strada provinciale per Villanova Km 2 lato destro
VIGGIANO
sottostante il Piano di Zona
GLI UFFICI.
ACI Via Cardito tel. 0825 891881
Alto Calore Via Marconi tel. 0825 872667
AMU Piano di Zona tel. 0825 829705
ANAS C.da Grignano tel. 0825 891037
ASL Piazza Mazzini (uffici) tel. 0825 828503
ASL C.so Vitt. Emanuele tel. 0825 873411
ASL Pronto Soccorso
C.so Vitt. Emanuele (ospedale) tel. 0825 872111
ASL Via Cardito tel. 0825 892346
CIA Confederazione Italiana Agricoltori
Via XXV Aprile tel. 0825 824955
Compagnia Carabinieri
Via Maddalena, 6 tel. 0825 823600
Comune di Ariano Irpino
Centralino - P.zza Plebiscito tel. 0825 8751
Comunità Montana dell’Ufita
Via Fontanagelica tel. 0825 892007
Coldiretti - Via XXV Aprile tel. 0825 824952
ENEL - Per i privati
• Servizio Clienti Elettricità tel. 800 900 800
• Servizio Clienti Gas tel. 800 998 998
ENEL - Per le aziende
• Servizio Clienti Elettricità tel. 800 900 860
• Servizio Clienti Gas tel. 800 997 733
Genio Civile Via Fontananuova tel. 0825 873211
INPS Piazza Mazzini tel. 0825 828641
Poste Italiane
Ag. di Coord. di Ariano Irpino
Via XXV Aprile tel. 0825 824665
PROTEZIONE CIVILE A.I.O.S. tel. 0825 1801540
Via Parzanese - Ex Mercato cop. tel. 324 9999300
S.I.A.E. Società Italiana degli Autori ed Editori
Vico De Franza tel. 0825 824915
Ufficio delle Entrate tel. 0825 773111
Via Calvario
Vigili del Fuoco
Via Naz. delle Puglie tel. 0825 872455
Vigili Urbani
Piazza Mazzini tel. 0825 875142
Via Marconi, 21, Ariano Irpino, Italy
338 851 9127
Istituto Comprensivo Statale “Giulio Lusi”
Via Martiri tel. 0825 872296
Liceo “Pietro Paolo Parzanese”
Via G. Matteotti, 7 tel. 0825 1643443
IISS Ruggero II (Cardito)
Via Cardito, 203
IISS Ruggero II
Via Aurelio Covotti tel. 0825 164 3386
Istituto Comprensivo Statale Don Lorenzo Milani
Via Guglielmo Marconi, 26-16, tel. 0825 871543
Istituto Profess.Di Stato Per L’Industria E
L’Artigianato
Rione Martiri Nuovo, tel. 0825 824500
Scuole Elementari Statali
Via Piano Di Zona IV Novembre tel. 0825 872003
Istituto Prof. per i Ser. Enogastron. e Ospital. Ariano
Via Cardito, 77 tel. 0825 872149
IIS G. De Gruttola
LE SCUOLE.
Via Villa Caracciolo, 20 tel. 0825 871579
I.C. Cardito - “P. S. Mancini”
Via Cardito
Centro Scolastico Carlo Cattaneo Srl
Via Fontananuova, 80 tel. 0825 872724
IISS Ruggero II (AFM-SIA-CAT)
Via Aurelio Rampa Covotti, 23, tel. 0825 824161
Scuola Media Statale A. Covotta
Via Piano Della Croce, tel. 0825 871627
Conservatorio S. Francesco Saverio
Via Conservatorio, 58 tel. 0825 871201
UIIP
Via P. S. Mancini, 33 tel. 0825 824245
VIE E CONTRADE CON AREE DI ATTESA
Località
Adinolfi, Albanese, Bevere, Calvario, Canzio, Castello, Covotti, D'Afflitto, De Franza, Garibaldi, Guardia, Lapronia, Lusi, Marconi, Passeri,Rampa S. Biagio, S. Stefano, Tigli, Tribunali, Umberto I°, Vico I° S. Pietro
Anzani e vicoli Covotti De Piano Loreto
Fontananuova, Matteotti, Mazzini, Petrara, Vitale e vicoli
Brecceto, Cappuccini, Cesine, Conservatorio, S. Tommaso, Vittorio Emanuele e vicoli
Festola, Maddalena/S. Pietro, Montetrecalli, Ponnola, Rione S. Pietro, S. Croce
D'Alessandro Filippo & C.
7
Cesine - Larganei retrostanti chiesa del Carmine
Brecceto - Spiazzo fabbr. Vinciguerra.
10 Rione S. Pietro - Area verde al centro del rione
tel. 0825 801335 e-mail: info@damaco.it
Rivendita: via Maddalena Russo Impianto: PIP Camporeale
Sede legale: via Fontananuova, 11/b ARIANO IRPINO (AV)
Leopardi, Rione S. Pietro
11
Rione S. Pietro - Area antistante chiesa
Piano di Zona "Piano di Zona - Campo calcetto e strada adiacente
Madonna di Fatima, Piano di Zona
Piano di Zona
Cardito, Grignano, Piano di Zona, Torana
Rodegher, Virgilio
12
12 Piazza Madonna di Fatima e larganeo adiacente
14
Piano di Zona - Area a monte del depuratore
15 P.no di Zona - Aree adiacenti Palazzetto dello Sport
Via Virgilio - Larganeo inizio della strada.
Piano di Zona, Quattro Novembre, Viggiano Piano di Zona - Area al di sopra case gialle.
Carpiniello, Matteotti, Mogna, S. Antonio Accoli, Martiri - Via Sterda, Variante
- Largo campo calcetto 78 alloggi
- Larganeo antistante il cimitero
Quartiere Martiri - Area parcheggio ingresso
Martiri - Rione Tranzano R.ne Martiri nuovo Area antistante chiesa
Villa Caracciolo, Cannelle, Ottaggio, S. Felice Villa Caracciolo - Aree antistanti la scuola, Havana Club
Carafa, De Santis, Nazionale, Purcaro, Renzulli, Russo D., S. Angelo a Torricelli, S. Leonardo, Valle R.ne Valle - Aree adiacenti tra R.ne Valle e S. Angelo a Torricelli
Cerreto, Gaudiciello, Patierno, Vallone di Vallo Stazione ferroviaria - Piazzale
Fontananuova, Giovanni XXIII Fontananuova - Piazzali supermercato
Duomo, Europa, Grassi, Parzanese, Pirelli, Rampa S. Paolo, Rampa Seminario, Riscatto e vicoli, Spada Angelo, XXV Aprile
28
Piazza Duomo
D'Afflitto, Mancini, Plebiscito, Roma P. Plebiscito
29
30
Perazzo - Abitazioni della contrada all’area Cannelle, Cariello, Vinciguerra
31 Annunziata e vicoli, De Sabramo Russo-Anzani. Area adiacente il "Sanacore"
Camporeale, Gaudiciello
Difesa Grande
Maddalena, C.da Masciano
Orneta
S. Barbara, Serra
Acquasalza, Arnola, Brecceto, Centovie, Creta, Monticchio, Pisciariello, S. Liberatore, S. Maria a Tuori
Si parte dalla preparazione del brodo e dalla pulizia del cardo da lavare a pezzi prima di essere immesso nell’acqua con l’aggiunta di succo di limone per non farla annerire. Scolatele, lessatele e mettetele da parte. Quando il brodo sarà pronto bisogna farlo raffreddare ed eliminare la patina di grasso che sarà formata in superficie.
Per le polpettine: in un recipiente mescolate insieme la carne trita, il sale, il pepe, il parmigiano grattugiato e il pane raffermo. Poi unite le uova leggermente battute e amalgamate per bene fino ad ottenere un impasto morbido ma compatto. Formate delle polpettine molto piccole e lessatele per poco tempo in acqua.
Scolate il pollo, gettate nel brodo il cardo e fate finire di cuocere, per poi aggiungere polpettine. Sfilacciate con le mani il pollo, riducendo in striscioline piccole. Unire anche queste nel brodo e infine rompete le uova in un recipiente, aggiungete un pizzico di sale e il parmigiano grattugiato, mescolate e gettatele nel brodo bollente lasciate cuocere fino ad addensarle (bastano pochi minuti). A questo punto il cardone è pronto, non vi resta che servirlo ancora caldo con un abbandonante spolverata di parmigiano grattugiato.
Via S. Barbara, 59 - Ariano Irpino Tel.: 0825 891236 - 333 6311003
chiuso il lunedì
ARIANO: UNA CITTÀ IN CONTINUA EMERGENZA, ALLA RICERCA DI UN RISCATTO
20 ANNI FA LA DURA LOTTA DI POPOLO CONTRO I RIFIUTI
a cura di Gianni Vigoroso
E’ una città in affanno, in continua emergenza, senza pace, stanca persino di combattere, quella che stiamo vedendo negli ultimi anni, in attesa della strada di un riscatto che purtroppo non si intravede minimamente all’orizzonte.
Dall’emergenza idrica sempre più grave a quella incontrastata dei furti, dei cinghiali padroni del territorio che devastano le colture e si avvicinano sempre di più nel centro urbano, alla cronica mancanza di loculi cimiteriali, problematica irrisolta da anni, al traffico perenne a Cardito, alle strade rurali dissestate, alla lunga e vergognosa odissea di contrada Creta, fino alle continue minacce rivolte all’ambiente sempre in agguato a Difesa Grande e nella vicina Valle del Cervaro, dove il futuro appare ancora incerto e nebuloso. C’è chi sentendosi onnipotente, vorrebbe nuovamente calpestare quel territorio al confine tra Campania e Puglia approfittando del silenzio della politica e di un popolo ormai spento, sempre più rassegnato, privo di stimoli, per niente unito e combattivo come un tempo, capace oggi di farsi calpestare da chiunque. Una città mai come in questo momento orfana di una rappresentanza politica a livello regionale e nazionale. E questo la dice lunga anche sulle tante emergenze diventate ormai
quasi una normalità.
Nessuno, tranne il quotidiano Ottopagine, si è ricordato persino di un anniversario così importante legato ad una ferita mai rimarginata. La triste guerra contro i rifiuti, finita anche sotto i riflettori del cinema nazionale grazie al compianto Giambattista Assanti con le campane di Sant’Ottone, il cortometraggio che vide come protagonisti Giulio Scarpati e Vanessa Gravina tra la gente. Lo facciamo attraverso l’informatore arianese, tradizione portata avanti con costanza, sacrifici, determinazione e impegno da Amedeo Iacobacci.
Correva l’anno 2004 quando grazie ad una lotta di popolo senza precedenti, che oggi possiamo solo sognare, Ariano riuscì a sostituirsi alla politica e a sigillare in entrata e uscita la propria città al fine di impedire alla discarica di Difesa
Grande di continuare ad essere l’immondezzaio della Campania. Lotte, scontri, manganellate, che proseguirono quattro anni dopo, anche contro la realizzazione del secondo sversatoio nello stesso sventurato fazzoletto di terra a Pustarza nel territorio di Savignano Irpino, sempre al confine con Monteleone di Puglia ma che videro la gente unita, pronta a tutto, pur di salvaguardare un territorio.
“In nome della legge scioglietevi.”
Tuona ancora nella mente quell’intimazione. Fasce tricolori calpestate nel fango e forze dell’ordine contro anziani, donne e bambini costrette ad eseguire ordini dall’alto.
Manganellate, sangue e lacrime.
Una lunga e tormentata storia, un calvario infinito fatto di soprusi, promesse disattese e impegni non mantenuti.
Una ferita che niente e nessuno potrà mai rimarginare. Giorno e notte in strada, sfidando tutto e tutti, con grande coraggio e determinazione pur di difendere a denti stretti la propria terra oltraggiata da una politica scellerata e insensibile. La comunità, orfana dell’amministrazione comunale, mostrò da sola i propri muscoli. Chi non ricorda la grande tenda e la roulotte al bivio di Villanova, tra fuochi accesi. Fu il presidio più forte e compatto. Movimenti, gente comune, bambini, adulti, anziani, donne temerarie, parroci, una
LAVANDERIA
Via Fontananuova, 8 // 83031 Ariano Irpino // AV
0825 172 8026
forza umana senza precedenti nella storia arianese, che riuscì a rispedire al mittente quei tir maleodoranti carichi di rifiuti, senza l’aiuto di nessun politico. Molti volti di quelle lunghe giornate tumultuose, da Cardito al bivio di Villanova, per uno strano scherzo del destino, non ci sono più come Giovanni Maraia,
SERVIZIO STIRATURA
SERVIZIO SOTTOVUOTO
Anselmo La Manna, Vincenzo Manganiello, Gaetano Cuoco, Leonardo Vecchiolla, Mario Manzo, che per quella vicenda hanno lottato con tutte le loro forze schierandosi in prima linea tra i manifestanti insieme a Giovanni La Vita, Guglielmo Ventre, Felice Vitillo, Mario Maggio, Franco Vitillo, Pasquale Rigillo, Amilcare Grasso, Daniele Manganiello, Roberta Purcaro, Giovanna La Luna, Albarosa Pisapia, Stefania Impara, Patrizia Savino, le irriducibili donne del bivio, don Ottone Morra e tanti altri.
E come non ricordare anche il compianto magistrato Daniela Tognon al fianco della gente in lotta per la salvaguardia dell’ambiente. Una giustizia giusta culminata in seguito con l’assoluzione dei manifestanti nei vari processi. Gli scatti di quei giorni tumultuosi del fotografo Generoso Sapia, nelle vesti di reporter tra la gente a Cardito, oggi sanno di storia. E sono tanti purtroppo i volti di allora che non ci sono più.
Il 2004 è stato anche l’anno dei feroci scontri in contrada Ischia a Savignano Irpino allo scalo di Montaguto-Panni a causa della scellerata decisione della provincia di Avellino di impiantare una discarica, per uno strano scherzo del destino, in quello stesso luogo in cui oggi qualcuno accecato dal Dio denaro, vorrebbe mettere le mani per realizzare un impianto di trattamento fanghi, che gli ultimi
venti porterebbero addirittura verso Difesa Grande. Sarebbe una ulteriore offesa a quella gente e alla vicina comunità di Monteleone di Puglia.
A distanza di 20 anni tutto è cambiato. La politica è sempre più distante dai bisogni veri della gente, le segnalazioni sono pane quotidiano, troppe le problematiche e i disservizi.
Le battaglie si fanno oramai sui social. Maggioranza e opposizione in consiglio comunale, sono sullo stesso livello ad Ariano Irpino. Le lotte vere del passato, che hanno visto eroi come Anselmo La Manna varcare con orgoglio anche le porte di un carcere in difesa del territorio sono solo un lontano ricordo…
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ISOLAMENTO ACUSTICO A CALPESTIO MASSETTI A BASSO SPESSORE
curiosità e cultura.
IL CASTELLO DI ARIANO IRPINO
a cura di Nino Grasso
Il “gigante dormiente”, così mi piace configurare il più imponente monumento della città di Ariano Irpino; esso è il più amato, e, ad un tempo, il più temuto simbolo nel sentire popolare. Ce ne parla in maniera egregia il geografo Gabriele Grasso, illustre figlio della nostra Irpinia, nella Conferenza su “ Il castello di Ariano” tenuta la sera del 27 settembre 1899 nell’ aula consiliare del Palazzo Municipale di Ariano di Puglia.
Il testo, pubblicato in Milano nel febbraio del 1900, è stampato nello stesso anno, con i tipi dello Stab. Tipografico Appulo-Irpino in Ariano di Puglia.
Il prezioso opuscolo, ristampato più volte, è stato considerato una piacevole “guida” per gli arianesi intrisa di storia e di cronaca volutamente ben articolata .Ma scrivere oggi, in un sintetico articolo, del nostro monumento è cosa assai impegnativa, tale, che è opportuno ricercare tempi e modi diversi di approccio. Ora mi limito a raccontare un particolare fulgido vissuto del maschio ex-angioino, sotto la dominazione aragonese.
Il Castello, fin dalla sua esistenza, attribuita al 892, ha avuto nei secoli alterne vicende di storia normanna, sveva, angioina e aragonese. Per questi motivi mi limiterò a trattare, quanto più brevemente possibile, di una fase
temporale della vita del castello a metà del 1400. Il conte spagnolo Inigo Guevara (1408-1462) venne in Italia con il fratello per combattere a fianco del re Alfonso il Magnanimo alla conquista del regno di Napoli tenuto da Renato D’Angiò. Il valoroso conte per meriti di guerra ottenne le terre di
Ariano, Apice e Potenza.
Correva l’anno 1443 quando Inigo, divenuto Gran Siniscalco del Regno, pure fedelissimo al re Ferrante succeduto al padre Ferrante il Magnifico, entra nella contea irpina insediandosi in Ariano.
Da subito, il nuovo proprietario, ristruttura il vecchio e malandato maniero secondo lo stile architettonico aragonese e vi erige la sua personale residenza.
Inizia, così, la nuova vita del castello e nella città d’intorno che Inigo Guevara intende potenziare in tutte le attività economiche non escludendo quelle artistiche e culturali.
La posizione centrale di Ariano, tra la Campania e la Puglia, favorì di molto la ripresa economica soprattutto con la transumanza delle pecore
attraverso il tratturo Pescasseroli – Candela. Il castello rivitalizzato dal suo conte, costituì un baluardo di sicurezza e di deterrenza verso conti italiani e campani che mal vedevano la posizione di potere dello spagnolo. Le masserie di Ariano, intanto, migliorarono l’allevamento del bestiame; nei territori aumenta la produzione del grano, dell’olio, della lana e dell’ artigianato in genere.Il conte Inigo, non trascura nemmeno le realtà comunali che vede, tra l’altro dall’ alto del suo bel castello. Egli, facilitato dalla sua consolidata esperienza nel riedificare manieri, rimette in sesto il castello di Savignano ed altri ancora; questi diventano fortilizi difensivi, luoghi di abitazione e depositi di granaglie.
Oggi, fa bella mostra di sé, lo stemma su pietra dei Guevara posto da Inigo sul castello di Savignano.
Il Castello di Ariano, a ridosso dell’ antico borgo detto della Guardia, fu dotato di una grande piazza d’armi per gli allenamenti dei cavalieri e dei soldati guidati dallo stesso conte, validissimo condottiero di numerosi successi compreso la salvezza di Napoli e del suo re Ferrante.
Nel castello ristrutturato Inigo Guevara crea la sua Corte baronale fra le più accreditate del Regno di Napoli, ove cura i migliori ricevimenti conviviali.
Il conte è anche un ottimo mecenate; ospita artisti, scultori, cesellatori, ceramisti faenzani e pittori.
È di quel periodo la sedia vescovile in pietra, ora nella basilica Cattedrale. E’ del cesellatore
LUCARELLI
Andrea Vannini, l’ ostensorio d’argento del 1452.
Fu regalo del conte, al vescovo di Ariano Orso Leone de Leone del pregevole quadro della Madonna del Parto di un pittore fiammingo anonimo. Il dipinto pare sia stato commissionato da Inigo in occasione della nascita del suo primogenito Pietro nel 1452.
Il volto della Madonna ha una verosimile somiglianza con quello giovanile della moglie del conte, contessa Covella Sanseverino.
Il magnifico Signore, infine, per nulla rinunziando a godere del particolare benessere creato in Ariano e in tutta la contea volle reagire con coraggiosa forza d’animo, al tremendo
terremoto del 1456 che arrecò gravi danni, con molti morti, ad Ariano e in tutta l’Irpinia sino a Benevento assai danneggiata. Il castello molto funestato dovette essere momentaneamente abbandonato; le case della Guardia furono distrutte insieme alla chiesa di San Pietro che fu riedificata in tre anni dal mastro Bernillo di Cava (1459) chiamato da Inigo.
Ariano fu rimessa in piedi grazie all’abnegazione del suo conte e della magnanima influenza dell’amico duca di Milano Francesco Sforza.
Il Castello riprese la sua imponenza architettonica e di funzione, ma il conte non
riuscì più a godere della sua beata e pacifica convivenza ripristinata ad Ariano in quanto dovette assolvere, a tutela di re Ferrante, agli obblighi militari.
Inigo dovette intervenire, in maniera sempre determinante e vittoriosa, a sedare la rivolta dei baroni con i suoi temuti “lancieri del re” e i micidiali cannoni. Il Conte di Ariano si batté ad Accadia, conquistò Troia e, accampato a Leonessa di Melfi, era pronto a battere il principe di Taranto Giovanni Orsini.
Ma mentre il suo re trattava, al fine di evitare la guerra, Inigo si ammalò gravemente di malaria in quelle paludi di leonessa e fu portato a Monteleone, borgo ritenuto più salubre.
Purtroppo il giovane e valoroso condottiero
non superò la notte del 24 settembre del 1462. Inigo Guevara fu sepolto nella sua Ariano nel convento di San Francesco.
Il castello, fra alterne vicende, ha continuato “a testimoniare la storia” fino ai nostri giorni benché diruto, ma ancora imponente.
IL MATRIMONIO ARIANESE RACCONTATO DA UN’ ADDETTA AI LAVORI
a cura di Michela Monaco
Stappo iniziale alle quattro.
I genitori hanno sbagliato l'uscita dell'autostrada.
Lu pullman con 50 invitati li ha seguiti.
Stanno a Candela. Prendono per Napoli.
Tornano ad Acerra. Escono a Kathmandu e po' finalmente 'ngarrano la via.
Aperitivo sott' a lu sole africano con i presenti.
"Portaci il vino"
"Signore, sull'aperitivo abbiniamo una bollicina"
"E allora portami 'na birra".
'Ncorpora e citto.
Arrivano i dispersi.
Rallenta il servizio.
Fine aperitivo sudati come li schiavi dell'Antico Egitto.
I fotografi sequestrano gli sposi appena prima di fare l'ingresso in sala.
Foto con i parenti divisi per età, sesso, figlianza, colore di capilli, numero di scarpe e genealogia.
La sposa s'adda aggiusta' la pettinatura.
Ingresso in sala alle sei, decisi, stile esercitazione militare.
Nun s'assettano. Nun si chiamano.
Appara i tavoli alla meglio maniera prima ca se vattono.
Sfilata dello staff cuotto di sole.
Tre antipasti.
"Non mangio pesce, però l'astice si", "Mi sta
antipatico il lattosio", "Io sto facendo la chetogenica però se mi porti giusto due due ostriche di oceano thailandese con lo strutto di daino d'alpeggio me le mangio giusto per augurio".
Due primi.
Lu primo ballo.
Terzo primo.
Escono altre 18 variazioni sul menù.
So' tutti malati.
Ballo cu li genitori.
La nipote piccola di la sposa adda canta' la canzone del Volo alla zia.
Secondo a pesce.
Esibizione squallida del comico di Made in Sud.
Lu sorbetto si squaglia.
Portacello n'ata vota.
Lu papanonno adda legge la lettera.
Balli di gruppo.
La nipote piccola care.
Porta lu ghiaccio.
Li cainati dedicano uno spettacolo di baciata agli sposi.
Secondo a carne.
"Io lo voglio a pesce"
Lu puorti a pesce.
"No ma io dicevo cotoletta e patatine"
Teccati la frutta.
Pronti per il taglio torta.
Ah, no, in sala aspettano la proiezione.
Lu proiettore s'inceppa.
Doppo n'ora s'arripiglia.
Tutti di corsa alla torta.
La sala viene sfollata tipo evacuazione d'emergenza.
La sposa s'adda cangia' l'abito.
La torta s'ammoscia.
La sposa è pronta, però nun trova lu buquet.
Dacci quillo della sposa d'aieri.
Taglio torta, 'ngraziannoaddio.
Stappo finale.
Foto con i genitori.
No, il padre dello sposo è juto a lu bagno.
Allora foto dei regali ai compari.
Foto cu lu padre cu la cammisa ancora fore.
Foto con i cigni sulla torta.
Foto con la foto dei cigni della torta della foto dei fotografi degli sposi che al mercato mio
padre comprò. Fuochi piromusicali.
Spettacolo delle farfalle.
Spettacolo di Moira Orfei e famiglia.
Apertura buffet a mezzanotte.
Dj set.
Trenino.
Open bar.
Angolo cubano.
Angolo torrone.
Angolo gelati.
Angolo vaschette.
Pasta, fagioli e cozze.
Spaghettata.
Birra e mortadella.
Lancio buquet e giarrettiera.
Apertura angolo bomboniere.
"Siamo rimasti solo io, la sposa e qualche amico, possiamo avere altre due bottiglie di spumante?"
Chiusura cancelli alle tre di notte.
Ah no, la commara prima di entrare nel pullman: "Scusate, lo so che è tardi ma è ancora possibile fare la pastina al volo per mia figlia?
Mi metti due briciole di sale dell'Himalaya, un formaggino delle Alpi carsiche e una girata di olio di cocco dello Zimbabwe. Però il brodo l'ho portato io".
Mammama'.
Chiudete tutto.
Domani Dio pensa.
Staff di camerieri del ristorante Hotel Giorgione con il direttore Rocco D’avella
LA BIBLIOTECA DELLA FONDAZIONE BIOGEM
a cura di Mario Rosario Zecchino
«Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire» scriveva Marguerite Yourcenar nel suo Memorie di Adriano. Istituita il 30 novembre del 2022, la Biblioteca della Fondazione Biogem ha l’obiettivo di preservare e rendere fruibile alla comunità una gran mole di volumi antichi e moderni riguardanti i principali settori del sapere. In costante crescita sin dalla sua costituzione, ha ottenuto un rapido incremento del posseduto librario grazie alle numerose e spontanee donazioni di tanti amici e frequentatori dell’Istituto di Ricerca.
I primi fondi librari a convergere nella neonata biblioteca sono stati quello antico della storica Biblioteca Mazza e quello moderno Mazza/ Scapati, che, uniti, costituiscono più della metà del patrimonio librario (circa 20 mila volumi). Ubicata in appositi locali nella sede di Biogem e collegata al Servizio Bibliotecario Nazionale, tramite adesione al Polo SBN CAM, rete di cooperazione bibliotecaria coordinata dalla Regione Campania, si estende in tre sale, per complessivi 260 metri quadrati. In una di queste, contenente l’antico fondo Mazza con gli armadi e le scaffalature provenienti dalla Biblioteca Mazza, si sviluppa un artistico soppalco di re-
cente realizzazione. Un vero e proprio “scrigno”, richiamandoci idealmente alla suggestione etimologica greco-antica βιβλιον (libro, opera) e θηκη (scrigno, ripostiglio). Altri fondi librari di rilievo sono quelli del Centro Europeo di Studi Normanni e del professore Cuozzo, entrambi incentrati sulla storia medievale.
A questi si aggiungono il fondo multidisciplinare del dottore Minichiello e quello del professore Ragazzo di interesse prevalentemente scolastico-pedagogico.
Di non minore importanza la sezione di spartiti, libri, manoscritti e dischi del maestro Nazzareno Carusi. Tra gli altri si segnalano: il fondo Biogem, consistente in pubblicazioni scientifiche di varia natura; il fondo Episcopo/de Troia, con interessanti volumi su Foggia e la Capitanata; il fondo Grasso, con numerose riviste e volumi specialistici di geologia; il fondo Puorro, con importanti enciclopedie e affascinanti pubblicazioni dell’editore Franco Maria Ricci. Arricchiscono, infine, la raccolta libraria i fondi De Magistris, Gaglianò, Muollo, Serluca e Zecchino.
La Biblioteca della Fondazione Biogem, che ha già ospitato la presentazione di volumi di autori del calibro di Aldo Schiavone e Roberto Esposito, si candida a diventare un punto di riferimento culturale per il comprensorio e una location d’eccezione per la presentazione di libri
e la realizzazione di attività culturali, anche con il coinvolgimento delle scuole del territorio. Una Biblioteca di tutti e per tutti.
Aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 17:00.
Per fissare un appuntamento è possibile contattare la struttura tramite il seguente indirizzo mail:
biblioteca@fondazionebiogem.it
ALCUNI PERSONAGGI ILLUSTRI A
CUI FURONO INTITOLATE STRADE
ADINOLFI FLAVIO,(1700)
lettore di retorica e Maestro di Umanità e belle
Lettere nel seminario vescovile di Troia.
ALBANESE DOMENICO(1700)
giureconsulta, autore di un trattato su Giacomo Cujacio.
ANZANI DONATO,(1700)
Vescovo di Marsico
BARBERIO FABIO,(1600)
”medico di molta reputazione in Roma” filosofo e studioso di scienze naturali,scrisse varie opere tra le quali un saggio sulla cenere del Vesuvio.
BERARDI ELZEARIO,(1700)
”fratello uterino”del cardinale Passari.Governatore in varie città del Regno.
BEVERE ISIDORO,(1700)
Abate generale della Congregazione Benedettina.
BRUNO BOEZIO, (1600) Abate.
CARAFA DIOMEDE,(1500)
Vescovo di Ariano, Cardinale.
CASATI BIAGIO,(1600)
Abate della Congregazione Benedettina di monte
vergine.
DENTICI DOMIZIO,(1500)
Capitano Generale dell’imperatore Carlo V.
DE PIANO DOMENICO,(1600)
Capitano della Milizia a cavallo del Regno.
DE SABRAMO ELZIARIO, di famiglia provenzale,nacque ad Ariano da Guglielmo,ebbe maestra S. Brigida. Fu creato Cardinale nel 1378 da Urbano VI.
FIGLIOLI ANTONIO,(1700) giureconsulta.
FORTE GAETANO,(1600)
avvocato, governatore della provincia di Terra di Lavoro. Fu nominato Reggente del Supremo Consiglio d’ Italia Vienna ma la nomina gli arrivò mentre era agonizzante.
GUERRA DOMENICO,(1600)
dopo essere diventato sacerdote emigrò in Spagna dove divenne confessore della regina Elisabetta moglie di Filippo V.
LAPRONIA CONSALVO,(1500)
dottore in teologia ,professore di greco.
LUPARELLA MARCELLO,(1700) tesoriere del Capitolo.
PASSERI MARCELLO,(1600) Cardinale.
PERCIAFANGO G.BATTISTA (1500) letterato, autore di annotazioni sulle opere di Plutarco.
PIRELLI FILIPPO MARIA,(1700) Cardinale
PIRELLI FLAVIO,(1700) avvocato giudice del tribunale dell’Ammiraglio in Napoli.
SPADA ANGELO,(1600) arciprete, andò in Spagna a sostenere le ragioni di Ariano in merito al riscatto della feudalità.
TASSO BOEZIO,(1500) legale e matematico.
TUCCIO G. CARLO,(1500) medico.
VITOLI ANTONIO,(1700) Colonnello di fanteria.
VITALE F.ANTONIO (1700) autore del testo”memorie istoriche ecc..”
VITALE TOMMASO,(1700) autore della storia ”storia della regia città di Ariano”.
ENEA FRANZA (Ariano di Puglia, 2 giugno 1907 –Roma, 31 gennaio 1986) è stato un avvocato e politico italiano. Fu senatore della Repubblica Italiana dal 1948 al 1972.
PERSONALITÀ LEGATE AD ARIANO IRPINO
Emilio Adinolfi (1887 - 1931), fisico
Gerolamo Angeriano (1470 - 1535), umanista
Giuseppina Arcucci (1860 – 1940), religiosa, fondatrice delle Suore dello Spirito Santo
Diomede Carafa (1492 - 1560), cardinale
Aurelio Covotti (1871 - 1956), storico della filosofia
Francesco Cusano (1925 - 1976), poliziotto, medaglia d'oro al Valor civile
Rodolfo D'Afflitto (1809 - 1872), prefetto e senatore del Regno
Mario D'Antuono (1914 - 1993), psicologo
Carlo Maria De Paola (1901 - 1991), critico d'arte
Enea Franza (1907 – 1986), senatore della repubblica e avvocato penalista
Luigi Franza (1939 - 2020), senatore della repubblica e avvocato penalista
Oreste Franza (1875-1941), giurista e uomo politico
Michelangelo Nicoletti (1908 - 1992), avvocato, magistrato, Sindaco di Ariano, Sindaco di Avellino, Senatore della Repubblica
Mario Ortu (1921 - 1993), scrittore
Tania Panza, Campionessa del Mondo di body building
Pietro Paolo Parzanese (1809 - 1852), scrittore e poeta
Marcello Passari (1678 - 1741), cardinale
Francesco Paticchio (1941 - 2004), giornalista
Filippo Maria Pirelli (1708 - 1771), cardinale
Italo Sgobbo (1901 - 1993), medico / archeologo
Ireneo Vinciguerra (1887 - 1954), deputato della Costituente
Francesco Vitale (1724 - 1803), storico e scrittore
Tommaso Vitale (1727 - 1808), storico
Tommaso Paradiso Cantautore
Ortensio Zecchino (1943 - …), politico e storico
Francesco Zerella (1906 - 1968), filosofo, letterato
TRADIZIONE ORALE ARIANESE.
PROVERBI E MASSIME
da Proverbiarianesi.com
Lu meglio mierico ea lu patuto
Splendido proverbio che ci racconta quanto l’empatia e l’esperienza in prima persona in medicina siano sostanziali per un buon esercizio della professione. Si afferma infatti che il miglior medico sia colui il quale ha sofferto, sottointendendo e riferendosi certamente, al medesimo male, o comunque al dolore attraversato.
La troppa cunfirenza porta a mala crianza Si insegna con questo proverbio a non dare
troppa confidenza alle persone in quanto essa, specialmente quando in eccesso, si traduce in comportamenti screanzati e maleducati. Il proverbio è evidentemente controintuitivo in quanto non ci si aspetterebbe scostumatezza proprio dalle persone a cui si concede un rapporto privilegiato di fiducia, vicinanza e intimità.
Chi fravica e sfravica nun perde mai tiembo Questo proverbio decanta l’operosità. Ci riesce giocando con un paradosso: anche disfacendo si fa cosa buona. Infatti è normale ed atteso che costruendo si faccia cosa buona. Il proverbio per trasmettere l’elemento positivo del fare afferma e aggiunge che anche il demolire è cosa proficua.
Conda chiù lu frate de la regina ca lu figlio di lu re Il proverbio ci ricorda che in un rapporto matrimoniale i parenti della moglie hanno sempre maggior peso di quelli del marito. Si rimanda infatti alle stirpi nobiliari per indicare la tesi con un assurdo:
il principe è meno influente di suo zio.
Femmene vascie e terre appese manco pe nu turnese
Il proverbio ci prescrive di non acquistare nemmeno a pochi soldi (un tornese) terre in pendenza, in quanto difficilmente coltivabili, e donne di bassa statura, in quanto solitamente di carattere ostico e avverso.
Lu cafone ea come a lu cuorno: stuort vacand e ponge
Il proverbio vuole mettere in guardia dalle persone di campagna, o comunque sia dai cosiddetti “cafoni”.
La massima gioca sulla contraddizione dei primi due aggettivi negativi in contrapposizione con l’ultimo. In pratica l’effetto del proverbio viene provocato dall’affermare che seppur storto e vuoto il cafone riesce comunque a far male. In pratica non si deve ritenere innoquo qualcuno solo perché esteticamente strano e ignorante.
Lu poco superchia e lu troppo nun abbasta
La massima vuole insegnare la contradditorietà del genere umano.
Chi ha poco infatti, come i poveri, si fa bastare quello che ha, anzi gli avanza. Mentre chi è ricco e ha tanto lo dilapida e non gli basta avvertendo sempre il bisogno di avere ancora.
Per certi versi il riferimento è a quello spirito umano di non accontentarsi mai. Il proverbio infatti fa leva proprio sul senso contraddittorio dei temini usati.
A lu cavallo iastmato li luce lu pilo
Il proverbio esalta coloro che sono invisi. Le persone avversate infatti spesso lo sono per il loro benessere o il loro valore.
Chi fatia mangia, e chi nun fatia mangia e beve
Ci troviamo di fronte a un insegnamento che muove un’ironica ma feroce critica al nostro sistema economico, sociale ma anche culturale. Secondo
questo proverbio i fannulloni nullafacenti vengono premiati più di coloro i quali invece si danno da fare lavorando alacremente.
Mazze e panelle fannu li figli belli, panelle senza mazze fanno li figli pacci
Qualche scappellotto, ove necessario, affiancato alle cure amorevoli, rende i propri figli persone educate, amabili e capaci di affrontare la vita con tutte le sue sfumature. Al contrario l’indulgenza e la permessività smisurate riservano alla prole insicurezza e difficoltà nel superare le fatiche e gli ostacoli che inevitabilmente essa incontrerà durante il proprio cammino, diventando così fragile e irrispettosa.
Chi ti sputa ‘mocca nun ti vole muorto
Il proverbio insegna che chi ti offre qualsivoglia tipologia di derrate di certo lo fa per affetto e vicinanza. Questo per dire che quando si riceve qualcosa da mangiare in regalo fosse anche la più disgustosa, paradossalmente anche uno sputo, essa va sempre accettata con tanta riconoscenza.
La ciuccia bona si vere a la sagliuta
Il proverbio invita, in generale, alla buona ed efficace valutazione la quale va fatta sui massimi regimi di esercizio e non su compiti di poco conto.
Chi tene li santi, vaie ‘mbaraviso
Immagine religiosa usata per evocare la diffusa pratica delle raccomandazioni. Dunque chi può e vuole approfittare della “buona parola” generalmente riesce a raggiungere posizioni alte o comunque il fine prefissato. Il proverbio si muove in maniera irriverente in un ambito ecclesiale portando con sé anche una leggera vena di satira sociale e di
denuncia. Come se le raccomandazioni fossero una pratica persino spirituale.
Mala a chi add’avé e viato a chi adda rà
Ancora una volta la saggezza popolare riesce a cogliere gli aspetti più bizzarri della vita. Infatti, in questo caso, sembrerebbe che chi deve avere sia in una posizione migliore di chi gli è debitore. Invece, a ben guardare, solo chi deve dare ha la reale facoltà di decidere se pagare il suo debito o se addirittura rinnegarlo e non pagarlo affatto.
Chi vole vaie e chi nun bole manna
Il detto è semplice e chiaro nella sua essenza. Quando si tiene a qualcosa viene naturale occuparsene in prima persona. Quando si preferisce, invece, incaricare qualcun altro vuol dire che, in realtà, l’interesse è scarso e non sarà sufficiente a garantire conseguenze positive.
Figlia di iatta, surici piglia
Il proverbio celebra il suo equivalente italiano “tale padre, tale figlio”, con particolare attenzione alle abitudini e alle pratiche.
Acchiappa pi primo, fussero pure mazzate!
Il proverbio invita ad essere sempre in prima fila per godere per primo dei vantaggi che ciò comporta. Al fine di generalizzare si prescrive addirittura di essere primi anche nel farsi malmenare.
L’anielli si n’anno caruti ma li ddeta stanno ancora qua
Il proverbio conduce all’immagine degli anelli come simbolo dell’avere e delle dita come rappresentazione dell’essere. L’espressione è usata
per esprimere stima nei confronti di qualcuno oppure di se stessi in caso di avversità economica. Il valore di una persona non dipende, dunque, da quanti averi possiede ma da quanto sia ricco il suo essere.
‘Na mamma campa cientu figli e cientu figli nun campano ‘na mamma
Sono parole che elogiano l’amore smisurato, incomparabile e incondizionato della mamma verso i propri figli. Difatti una mamma da sola riesce a non far mancare niente a tutti i suoi figli anche se questi dovessero essere cento, invece quegli stessi cento figli non riuscirebbero tutti insieme ad assicurare alla propria madre una vita dignitosa. In sintesi, una mamma si sacrifica molto più di quanto facciano i figli.
Femna vascia poscia a rascia
Coloritissimo proverbio che prende di mira le donne
minute.
Due, benché simili, le morali possibili. La prima, più squisitamente anatomica, indica che le donne basse sono solitamente caratterizzate da una ipertrofia vaginale.
L’altra, più pruriginosa, che esse siano estremamente disponibili a concedersi sessualmente.
Li criature anna pazzia’, li giuvini anna fa’ l’amore e li viecchi s’anna fa’ li cazzi lóro Il proverbio stila un elenco preciso e prescrittivo delle attività relative ad ogni fascia d’età. In particolare, avvalendosi della forza della rima, la massima indica alle persone di una certa età di non impicciarsi degli affari di giovani e bambini. Pertanto il proverbio lo si impiega solitamente quando i consigli degli anziani si fanno troppo insistenti e perentori.
Puorco pi puorco mi tengo lu puorco mio
Il proverbio prescrive che quando ci si trova obbligati a scegliere fra due negatività la scelta va operata sulla scorta della relazione. Ad esempio, fra due persone di poco conto meglio prediligere quella con cui già intercorre un rapporto.
Chi ti sape t’arapre
Spesso usato In riferimento a furti e rapine in casa e violazioni di domicilio e proprietà privata in genere. Il proverbio infatti insiste sul concetto, che poi si sostanzia nel dubbio, che esiste sempre un rapporto fra il deruabato e il ladro, la qual cosa desta sempre, per un verso o per un altro, turbamento. Questo può essere inteso infatti nella buona fede, e cioè che il ladro si cela dietro a coloro i quali conosci.
Tuttavia può essere inteso anche con accezione negativa, e cioè che il ladro ti conosce e magari sa delle tue ricchezze nascoste in casa, oppure che se c’è un rapporto fra i due anche il derubato non deve essere di certo un galantuomo. Insomma, quando un furto è troppo facile i due inevitabilmente si conoscono, pertanto il proverbio invita in fondo alla diffidenza in generale e a non far sapere i fatti propri.
Si lu ‘mbriestà eva buono, si ‘mbristavano pure li mugliere.
Il proverbio stigmatizza una prassi spesso consolidata, ma ancor più richiesta, che è quella del prestare gratuitamente.
Difatti la massima argomenta la tesi per generalizzazione, avanzando un paradosso: prestare le proprie mogli. Essendo questa una pratica ragionevolmente inconsueta, si dimostra che il dare
in prestito qualcosa non è conveniente. Il proverbio, va detto, si presta perfettamente come risposta nei confronti di chi chiede qualcosa in prestito.
Parole di viecchi e scritti di nutari, sarde si puonno ma perde mai
Questo detto rappresenta un po’ il senso del nostro sito internet: conserviamo le opere colme di saggezza e sapienza e non permettiamo che possano cadere nel dimenticatoio o essere distrutte. La cultura dialettale rappresenta la nostra identità.
Tutti amm’aì a finì a rena freshca e a rariche di pigniuoli
Tutti dobbiamo andare a finire a sabbia fresca e a radici di cipressi.
Furtuna e cazz ‘ngulo viat’a a chi l’ave: furtuna a mme’ e cazz ‘ngulo a ttè
Elogio della buona sorte. Riferito alle tante persone che cercano nella raccomandazione il motivo della propria carriera!
Tirramoti, uerre e peste, chi si spoglia e chi si veste
Il proverbio prende in esame le sciagure e le tragedie come gli eventi sismici (frequenti e ricorrenti in Irpinia), conflitti bellici e pandemie, ponendo all’attenzione il dato che quando esse occorrono allora l’ordine sociale è solito ed incline a sovvertirsi specialmente in termini economici.
Difatti durante queste catastrofi e calamità collettive è come se la ruota del destino girasse e chi è ricco si
EVE BORSOOK E LA CERAMICA
ARIANESE
a cura di Antonio Alterio
Con atto deliberativo del 6 Luglio 2023 la Giunta Comunale della città di Ariano Irpino dispose di accettare quanto aveva comunicato l’esecutore testamentario della prof.sa Eve Borsook, deceduta il 31 Agosto 2022 all’età di 92 anni, essendo nata il 3 Ottobre 1929 a Toronto.
Costei, tra l’altro, aveva riportato nel testamento, pubblicato il 9-9-2022, quanto segue: “Lego la proprietà della saliera di Ariano Irpino (realizzata in ceramica di colore verde, bianco e giallo, raffigurante una donna che indossa un cappello verde e che tiene in braccio un bambino), risalente al 1600, all’Ente (che attualmente è il Comune di Ariano Irpino) che al momento della mia morte sarà preposto alla gestione del Museo Civico di Ariano Irpino (Avellino) con l’obbligo di devolverla al Museo Civico di Ariano Irpino”.
Di recente la ceramica è stata ritirata nella città di Firenze dall’Architetto Raffaele Guardabascio, nostro concittadino, a seguito di regolare autorizzazione dell’Ente comunale di Ariano.
Vediamo gli antefatti in forza dei quali la Borsook ha ritenuto di effettuare la donazione di una pregiata maiolica al nostro museo della ceramica.
Nel mese di Maggio 2004 Eve venne ad Ariano, accompagnata dalla dott.sa Rossana Proto Pisani, per visitare e conoscere direttamente
le belle maioliche esposte nel museo. Era di domenica e furono il sottoscritto ed Ottaviano D’Antuono a fare gli onori di casa, consentendo all’illustre visitatrice di entrare nella struttura museale sebbene fosse stato un giorno festivo.
La Borsook si complimentò subito dell’accoglienza ricevuta, ma volle anche mettere per iscritto la gioia che aveva provato nel vedere i manufatti ceramici, che dal medioevo fino al ventesimo secolo danno testimonianza dell’inventiva e dell’abilità dei nostri figulini. Inviò sia a me che a D’Antuono una lettera, datata 25 Maggio 2004, in cui esordì scrivendo: “Cari Signori, Come promesso, Vi metto per scritto la gran gioia che Voi e il Vostro museo mi avete dato.
Le ceramiche irradiano gioia e celebrazione di vita espressa con invenzione elegantissima. Tutto è esposto con tanto affetto, cura e buon gusto: un modello per tutti”.
Ad entrambe le visitatrici furono regalate alcune pubblicazioni, tra le quali la rivista “Aequum Tuticum”, redatta a cura degli “Amici del Museo” con articoli relativi alla ceramica ed alla storia di Ariano e dei suoi illustri cittadini.
La Borsook nella citata lettera, infatti, ringraziò “anche per le tante pubblicazioni” regalatele ed assicurò: “Le leggerò con avidità e con tanti ricordi felici di Domenica mattina quando avete avuto la bontà di riceverci in una giornata di riposo”.
Vediamo chi era Eve di nazionalità canadese per essere nata a Toronto: laureatasi in storia dell’arte presso il Vassar College di New York nel
Eve-Borsook
7-7-2001 fossa granaria
1949 completò i suoi studi presso l’Institute of Fine Arts di New York University con una tesi sul pittore barocco Carlo Saraceni. Si trasferì in Inghilterra per effettuare le sue ricerche sulla pittura murale italiana presso il Courtauld Institute of Art dell’Università di Londra sotto la guida dello storico dell’arte Johannes Wilde.
Ebbe una borsa di studio, avendo, in tal modo, la possibilità di studiare in Italia; nel 1960 pubblicò la sua tesi di dottorato dal titolo: “Principi di decorazione nei cicli di affreschi toscani del XIV secolo”. A Firenze partecipò al restauro di alcuni
affreschi sotto la guida di Leonetto Tintori, attività che esercitò per oltre trent’anni e che le consentì di scrivere e pubblicare molte opere.
Allorquando iI 6 Novembre 1966 la città fu invasa da una disastrosa alluvione partecipò al recupero di opere d’arte con il Comitato per il salvataggio dell’arte italiana (CRIA), creato dagli americani che stabilirono la sede nella Villa I Tatti appartenuta a Bernard Berenson, famoso critico d’arte statunitense. Lavorò per il restauro dei numerosi quadri ed oggetti d’arte rovinati dalla violenza dell’acqua ed in detta villa continuò la sua opera di ricercatrice associata per la Harvard University
Center For Italian Renaissance Studies. Eve insegnò presso il New York University Institute of Fine Arts ed in altre Università italiane, americane ed australiane; produsse numerose opere scientifiche, frutto delle sue ricerche e dei suoi studi. Ritorniamo alla saliera donata dalla Borsook che volle utilizzarla come immagine sulla lettera di invito e sul catalogo della mostra
“Il sole in casa. La vita quotidiana nella ceramica dal XVI al XXI secolo”, inaugurata il 13 giugno 2015 a Palazzo Davanzati, facente parte del Polo Museale di Firenze.
La mostra fu voluta ed accuratamente preparata dalla citata studiosa, la quale giustificò la scelta della saliera arianese affermando: “Ci è sembrato opportuno porre sulla copertina del catalogo questo eccezionale manufatto. Nella mostra è possibile avere un’idea ben precisa dell’importanza della ceramica popolare italiana. Ariano ha un posto di rilievo”.
Questo posto di rilievo fu riconosciuto ufficialmente dal Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, che con nota del 7 dicembre 2000 comunicò al Sindaco del Comune che il 30 novembre il Consiglio
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saliera donata dalla Borsook Lina Werthmuller nel museo
Lina Werthmuller nel museo
Ceramico Nazionale aveva deliberato di riconoscere Ariano Irpino “quale zona di affermata produzione ceramica artistica e tradizionale”.
Tutto avvenne per iniziativa del sottoscritto, all’epoca presidente dell’Associazione “Amici del Museo”, che fu assecondato dall’amministrazione comunale nell’avanzare la richiesta di tale riconoscimento al detto Ministero.
Nel catalogo della sopra citata mostra fu data un’ampia descrizione della saliera e del valore simbolico del sale che in epoca remotissima era, insieme al pane, un elemento fondamentale della nutrizione degli uomini.
Della maiolica fu fatta la seguente descrizione: “Una donna vestita con un giubbetto e un cappello alla moda presenta una tavola con in mezzo una leggera depressione destinata a ricevere il sale. Il fatto che tiene in braccio il suo bebè fa pensare ad un fasciatoio”. Sono di ben altro avviso, perché ritengo che la coppa, destinata a raccogliere
il sale, stia a simboleggiare il grembo materno, ovvero il ventre in cui è stato generato ed in cui è stato alimentato e custodito il bambino prima della nascita. Per gli antichi romani il sale era simbolo di fiducia e di intesa e successivamente i cattolici vollero che al momento del battesimo dal sacerdote fosse messo in bocca al bambino o alla bambina un chicco di sale per aprire loro la via della salvezza.
Il sacerdote battezzante accompagnava il gesto, pronunziando queste parole: “Accipe sal sapientiae et tibi sit propitium in vitam aeternam”.
A tal proposito va ricordato che Gesù esortò gli apostoli dicendo:
“Siate il sale della terra! Non è possibile ridargli il suo sapore una volta spento il suo mordente. Non rimane che versarlo in terra e calpestarlo”.
Lina Werthmuller nel museo
Giorgio pitanaro
Cesare Marchi nel suo libro “Siamo tutti latinisti” commenta ampiamente l’espressione latina “Cum grano salis” (Con un grano di sale), spiegando meglio il detto degli antichi romani con queste parole: “con discernimento, con avvedutezza”. Ricorda che “il sale è stato sempre considerato il simbolo della saggezza, tant’è vero che i toscani indicano con la parola sciocco tanto un cibo scarso di sale quanto un uomo scarso di senno”. Sulla capacità del sale di conservare i cibi aggiunge che “esso fu considerato anche il simbolo di ciò che dura in perpetuo e incorrotto”, tanto che “gli orientali chiamarono un patto di sale un patto duraturo”. In ogni caso “Lasciarlo cadere, versarlo sulla tavola, voleva dire spezzare quel vincolo, rompere l’amicizia: cosa che non portava
buono”.
I contadini arianesi nei tempi passati per contrastare la caduta della grandine soprattutto in prossimità della mietitura facevano lanciare in aria dai bambini, ossia dalle anime innocenti, dei pugni di sale grosso nel convincimento che la furia della natura si sarebbe placata.
A tale gesto spesso si univa un altro simbolo, creando per terra una croce con due arnesi come una zappa ed un rastrello.
NATALE DI STI TIEMPI.
a cura di Luigi Pietrolà
L a uerra roppo la pandimia, mo c’aspetta la caristia, pare ca coccher’uno è ditto, sò come a li 10 piaghe di l’egitto, mo arrivino puru li cavallette sotto forma di bullette, gas, elettricità, nun ci putimo chiù nfucà.
Avima jj tutti a la piere o attuorno a nu raciere, e la colpa di sta ruina …eia la uerra in ucraina, e cu la scusa di sta uerra,hannu sturiato stu serra serra, pare ca ogni cosa pi mangià si pruduce sulu là, Puru li ruocchili e li pircoche li cultivino sulu loche, l’accio, la nzalata e lu putrisinu eia sulu ucrainu, tuttu lu mangià, che’ r’eia eia, si cultiva sulu in Crimea, puru lu prezzo di la ravece, è aumintato picche nun c’eia pace.
Ci mancava sulu Baidèn, ca già si steva rincugliunenn, manna li missili nsieme a l’ingles e nui roppo ni facimu li spes, quisti vuonno fa li fessi e vuonno vence cu li russi, nu l’è sirvuta la lizione di Hittiler e Napulione, l’amiricani fannu li tuost, e li ricchiuni cu lu culu nuost, ca Putin è ditto, “quisti nun sanno… ca vene la fine di lu munno”, tengo pronto lu ritone e v’azzecco lu bittone, si nu la finite cu sti jacuvell ,vi li meno rui pisiell,
staie Kim e li curiane, ca già vuonno vuttà li mane, Insomma, stu Natale,senza luci e poche riale, simu custretti a sparagnà, mancu lu fuoco putimu appiccià, e accussi mo pi sti feste, nun ci putimu manco veste, so finuti li tiempi belli ca si rialavano pillicce e giuielli, cillulari,vistiti e profumo,e si pinsava a lu consumo.
Mo s’adda turnà a lu vero Natale, come eva prima , tale e quale, can un ci steva niente di chiù bello, ca la nascita di lu bambinello, eva la festa di li famiglie, viecchi giuvini e na morra di figli, nna nz a lu presepio cu li manderini e li sparachelle, si cantava tu scendi da le stelle, e doppo la messa di mezzanotte si sparavano roie botte, pi li criature eva na meraviglia, si sinteva stu calore di la famiglia, puru si attuorno a nu raciere,sicuru stemmo meglio aiere, e si penso a com’ eia oggi lu Natale…beh la nustalgia ‘nguorpo m’assale.
ARIANO DI UNA VOLTA
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