MySardegna N.11

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CASA-CONSULENZE

SOS CASA: LA RUBRICA DI ITER DI RUGGERI CHE AIUTA A RISOLVERE I PROBLEMI DELLA TUA CASA OGGI PARLIAMO DI: BOX E VASCHE IDROMASSAGGIO

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cegliere una vasca da bagno o un box idromassaggio significa dover eseguire alcune operazioni preliminari fondamentali per non incorrere in una spesa sbagliata: prima di procedere all’acquisto prendete le misure dello spazio a disposizione pensando alla forma che la struttura potrà avere. Verificate l’impianto idrico: gli attacchi della vecchia rubinetteria sono compatibili con quelli della nuova? Occorre predisporre l’impianto elettrico alla vasca o box idromassaggio, a meno che non esista già in casa vostra. Considerate anche l’acquisto di un’eventuale parete per la vasca (in plastica o in cristallo) per le eventuali fuoriuscite d’acqua nel bagno. In ultimo considerate l’estetica complessiva del bagno per scegliere una vasca che si sposi bene con lo stile generale. Dopo aver tenuto conto degli aspetti preliminari e acquistato il nostro nuovo box doccia o vasca idromassaggio potrebbero arrivare i veri problemi. Soprattutto se l’acquisto è stato fatto in un anonimo centro commerciale

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Iter di Ruggeri

quando la professionalità è compresa nel prezzo.

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specializzato in prodotti cinesi che, spesso, non garantiscono qualità e assistenza. Spesso sento parlare di, neanche troppo vantaggiosi, box o vasche Made in China che appena 6 mesi dopo l’acquisto si guastano e addirittura rilascerebbero sostanze potenzialmente nocive per la salute. Meditiamo! Prima di effettuare l’acquisto chiedete quali servizi vengono offerti dall’azienda compresi nel prezzo oppure no (e in questo caso chiedetene il costo): installazione, eventuale predisposizione idraulico-elettrica, trasporto a terra e facchinaggio al piano (attenzione che nei termini di consegna sia previsto quest’ultimo, altrimenti lasceranno la vasca a idromassaggio in strada). Facciamo stilare preventivi dettagliati, facendo includere tutte le opzioni richieste. Chiedete che il motore della vasca o del box abbia certificazione CE ed eventualmente anche certificazione IMQ. Scegliete un materiale resistente e isolante. Controllate che ci siano le funzioni che volete avere (getti whirpool, getti airpool, sauna, cromoterapia, aromaterapia, etc). Controllate che le bocchette siano

regolabili in posizione e in pressione (più sono e più la vasca è di qualità). Tenete conto del fatto che il prezzo totale della vasca dovrà comprendere anche quello degli interventi idraulici, elettrici e di muratura che si dovranno realizzare. Ovviamente i prezzi salgono se dovete realizzare una vasca a incasso con la relativa pedana. Una volta deciso l’acquisto, informiamoci bene sui servizi pre e post-

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MySardegna

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Diamo voce alla tua idea d’impresa

COPERTINA

NUMERO 11 - Gennaio Febbraio 2011

SOMMARIO CASA-DESIGN

MOTORI

2 SOS Casa: box e vasche idromassaggio 4 L’arredamento salva spazio: il divano letto 6 leSapienza artigiana e gusto moderno: nuove tendenze dell’arredo 9 Parati che illuminano 11 Mobilturi Arredare oggi ti porta nel mondo delle cucine 12 Ristrutturare con efficacia recuperando l’esistente 13 La seconda vita delle macerie

26 La passione viaggia su 4 ruote 22 Simmetrie che s’innalzano nel cielo. L’arte di costruire con il legno 27 Meno consumi, meno spendi, meno inquini! 28 Scegli i pneumatici giusti. Anche in inverno 29 Motocross e sponsorizzazioni MySardegna 30 Giovani campioni crescono. Nasce il Moto Club Sa Spendula MARKETING

Anno II • numero 11 • Gennaio Febbraio 2011 Proprietario e editore Marco Uccheddu m.uccheddu@mysardegna.it

CASA-ACCESSORI

Direttore responsabile Tito Boassa Vice direttore Ivan Fonnesu ivanfonnesu@yahoo.it

33 packaging Quando l’abito fa il monaco: e comunicazione 5 Infissi a doppia struttura: legno e alluminio 7 Design e tecnologia. Piani cottura a induzione 8 Termocamini: più calore, meno legna 10 Filtri: acqua potabile in casa SPORT

14 Sport e alimentazione, integratori 15 Fare sport è più facile (e sicuro!) MODA

16 Streetwear. Da moda, a stile di vita 17 Il ruolo del tatuaggio nella società tribale polinesiana 18 Professione hair style con I.L. School

TECNOLOGIA

34 Il software libero CULTI

35 La musica nel rito SALUTE

36 pre Animali: il nostro amico a quatto zampe: sem sano e bello 37 trascurato Vista: il cheratocono, un problema spesso BEVANDE

MUSICA

Collaboratori Gianluigi Deidda, Davide Ruggeri, Federico Fonnesu, Andrea Argiolas, Valentina Fais, Fabrizio Giorri, Marco Marras, Stefania Ferrau, Michela Rosas, Donato Atzei, Francesco Murgia, Raffaele Usala, Black Sheep, Fabio Carcangiu Redazione Via Is Mirrionis 51/C, 09121 Cagliari, tel: 070.2348127 redazione@mysardegna.it Stampa Nuove Grafiche Puddu srl Via del Progresso, 6 - Zona Industriale - Ortacesus (CA) Registrato presso il Tribunale di Cagliari Registrazione n° 6/09 del 07-04-2009 La direzione di Mysardegna si riserva il diritto di rifiutare o sospendere una inserzione a proprio insindacabile giudizio. L’editore e la concessionaria di pubblicità non rispondono di eventuali errori di stampa, ritardi o danni causati dalla non pubblicazione di inserzioni per qualsiasi motivo. E’ vietata ogni riproduzione, anche parziale, di questa copia di giornale.

My Sardegna è distribuito in: Campidano di Cagliari, Medio Campidano, Costa Verde, Oristano, Olbia Sarrabus, Gerrei, Parteolla, Marmilla, Trexenta.

19 Bud Spencer Blues Explosion. Questo non è un blues di merda!

ECONOMIA

38 dere Caffeomanzia: quando il caffè aiutava a preve il futuro 39 Villacidro Murgia, la tradizione dei liquori sardi 40 Come nasce un acqua preziosa? 41 Filu 'e ferru: profumi, aromi, fragranze della Sardegna 20 Il Medio Campidano all’Artigiano in Fiera 24 Una poltrona per Basciu 32 Agricoltura: storie di agrumi

Grafica e impaginazione Federico Musiu federicomusiu@tiscali.it

OPINIONI

42 Vertenza entrate: “meno fatti, più promesse”

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CASA-ARREDARE

L’ARREDAMENTO SALVA SPAZIO: IL DIVANO LETTO

Case sempre più piccole ma con la necessità di essere accoglienti per noi e per i nostri ospiti. Visite più o meno attese, la stanza degli ospiti non basta più. Come fare? Fantasie d’Oriente propone la soluzione ad un problema pratico ma essenziale: offrire un posto letto comodo anche se non si ha a disposizione una stanza da letto dedicata.

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nche dove gli spazi, perché ridotti, non consentono di mettere a disposizione una camera in più per gli ospiti, l’uso di un divano letto può toglierci dall’impaccio. Sempre attuale, soprattutto nelle stanze dei ragazzi, è tornato alla ribalta con forme e dimensioni differenti per ottimizzare al meglio lo spazio di ambienti domestici senza penalizzarlo con ingombri inutili quando non utilizzati. L’uso del divano letto può essere giornaliero, se lo scegliamo per ritagliare uno spazio dove riposare sempre, soprattutto in piccoli appartamenti, in mono o bilocali oppure saltuario come in case utilizzate solo per il weekend o la vacanza. “Un consiglio – dice Nicola Allievi di Fantasie d’Oriente – è rivestirli, soprattutto se posizionati, in case piccole, con tessuti chiari o fantasie dai colori pastello per alleggerirne la presenza”.

In genere si distinguono due tipologie di divani letto. I modelli costruiti intorno alla rete elettrosaldata ed al materasso, in genere ad alto spessore, di circa 14 centimetri, con molle; oppure in poliuretano espanso, sfoderabili dove tutti gli elementi che li compongono, come lo schienale, i cuscini per la seduta rimangono aggregati alla struttura stessa anche quando il divano viene aperto con movimenti

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continui e semplici. I divani letto da salotto che presentano all’interno della struttura anche una rete a doghe in legno di faggio, sono completati da un materasso di 7 centimetri di altezza in poliuretano espanso. “Per il loro uso i cuscini della seduta e dello schienale devono essere rimossi – spiega Nicola Allievi - il movimento di apertura comprende quindi tre fasi”. Un’altra gamma in forte sviluppo

nel mercato dell’arredo pratico in casa sono i divani Pronto Letto. Questa tipologia di divani sono fatti apposta per essere sfruttati quotidianamente. Non sono solo divani trasformabili in letto all’occorrenza. Hanno la caratteristica di avere materassi di spessore regolare, come quelli che usiamo tutte le notti, che permettono un buon riposo senza rimpiangere la comodità del vero letto. Inoltre il Divano Pronto letto può essere lasciato già pronto, corredato di lenzuola e coperte, senza la paura che, richiudendolo non mantenga la giusta comodità di un qualsiasi sofà. “Naturalmente – conclude Nicola Allievi – stiamo parlando esclusivamente di prodotti di qualità prodotti ed assemblati in Italia, perché quando si tratta di riposarci, nessuno ci fa da maestro!”.


CASA-INFISSI

INFISSI A DOPPIA STRUTTURA

Gli infissi con struttura esterna in alluminio ed interna in legno, permettono di conciliare l’eleganza estetica con la semplicità di manutenzione. Se abbiamo la necessità di cambiare gli infissi esterni della nostra casa e la nostra scelta ricade su finestre che presentino all’interno le caratteristiche di calore, eleganza e bellezza tipiche dell’infisso in legno, allora per non sostenere gli alti costi di manutenzione e di deformabilità che queste strutture possono avere per la parte esterna, dobbiamo scegliere degli infissi a doppia struttura come per esempio quelle con il profilo esterno in alluminio che rende l’infisso resistente ed indeformabile.

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’insieme dei due materiali consente di ottenere profili di bassa conduttività termica, che superano il problema dell´isolamento termico tipico dei profili in alluminio non dotati di taglio termico. Questo tipo di sistema, collaudato per resistere agli agenti atmosferici, non ha bisogno di manutenzione né interna né esterna. La particolare resistenza dei profilati ai cedimenti meccanici consente di alloggiare vetri sino a una ventina di millimetri di spessore e sopportare pesi notevoli sia per le versioni a battente che per le soluzioni scorrevoli. La versatilità del design si adatta a qualsiasi ambiente ed architettura di interni: all´esterno l´alluminio conferisce solidità e resistenza all´infisso, eliminando il fastidio della manutenzione annuale. All´interno il legno, che rappresenta l’elemento decorativo, è trattato con impregnante protettivo contro muffa, insetti, funghi e insetti. Nelle moderne tecniche di fissaggio degli infissi, l´ottimizzazione dell´accoppiamento tra legno ed alluminio è assicurata da

particolari in nylon che garantiscono l´assenza di contatto tra i due telai per rispettare le differenti dilatazioni dei materiali dovute alle sollecitazioni climatiche, come caldo e freddo. Il fissaggio del vetro avviene mediante un innovativo sistema di bloccaggio con funzionamento ad incastro, senza l´utilizzo di viti e chiodi: tale peculiarità garantisce un ulteriore, significativo e fondamentale isolamento del legno, non sottoposto ad alcuna sollecitazione esterna, semplificando nello stesso tempo sia l´installazione che la manutenzione dei vetri. Il deflusso rapido dell’acqua, favorito da un´ampia precamera inclinata verso l´esterno, avviene attraverso appositi scarichi praticati sui telai fissi; l´aerazione del vetro è effettuata grazie a feritoie praticate sui telai mobili. Il sistema è concluso con ferramenta perimetrale a più punti di chiusura che garantisce maggiore protezione, sicurezza ed affidabilità. Foto: Federico Musiu

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CASA-ARREDAMENTO

SAPIENZA ARTIGIANA E GUSTO MODERNO: LE NUOVE TENDENZE DELL’ARREDO CASA

INTERPRETATE DAI FRATELLI SAIU

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e nuove creazioni dei laboratori artigiani del mobile Fratelli Saiu hanno rappresentato il culmine dell’offerta mobiliare nell’annuale fiera dell’arredamento recentemente svoltasi a Cagliari. I prototipi delle cucine Wendy e Jenny, e della camera da letto Aurora, sono stati installati, in tutta la loro bellezza e funzionalità, nel padiglione della fiera del mobile sardo “Domu Noa”. La kermesse è stata l’occasione per mostrare al grande pubblico le nuove linee e tendenze che i laboratori artigiani Fratelli Saiu stanno mettendo appunto per venire incontro alle nuove esigenze di mercato. Per quest’anno si è voluto mirare ad una casa ricca di certezze e solidità. Un vero e proprio inno alla gioia per festeggiare quotidianamente la vita negli spazi quotidiani. Qualità al giusto prezzo è il motto delle nuove linee Laboratori Artigiani Fratelli Saiu, che intendono aprire le porte del proprio mondo fatto di gusto e qualità alle nuove generazioni. Wendy è la cucina che strizza l’occhio agli eleganti anni 50. La sua essenza in rovere le dona robustezza e solidità. I contrasti cromatici sono accentuati dalle forme lineari tra superfici diverse che creano tridimensionalità e una nuova visione di spazio in cucina. L’anta si presenta liscia, dotata di cerniere a scatto con rientro soft. La superficie è trattata con quell’effetto graffiato di gusto retrò, che oggi ben si sposa con le soluzioni più moderne

ed avveniristiche. Il top è in quarzo mentre la maniglia rimane lineare, in sintonia con i piani orizzontali di tutto l’insieme. Le guide dei cassetti sono ad estrazione totale, favorendo pulizia e possibilità di smontaggio. Wendy si presenta bene nelle tonalità bianche e rovere naturale. Jenny è la cucina che sposa la fantasia coloristica degli anni 60 con uno sguardo ai cromatismi etnici. L’accostamento arancio/wengè, infatti dona un tocco di esotico alla casa, mantenendo però il giusto equilibrio tra eleganza e sobrietà. Le ante degli scomparti sono dotate dell’innovativo metodo “premi e apri”, che permette alle superfici dei mobili di rimanere lisce guadagnando in stile e design. La laccatura in fibra MDF dona un tocco di lucentezza e pulizia visiva permettendo un utilizzo duraturo nel tempo. Per lo spazio più intimo e confortevole della casa la soluzione giusta è Aurora, la camera matrimoniale moderna interamente strutturata in pregiato legno di rovere. Il grande armadio, con le sue ante scorrevoli salvaspazio, nasconde tutti gli scomparti necessari per riporre il tuo mondo in ordine. Tutto è progettato per creare il minimo ingombro attraverso linee essenziali e moderne, ma regalando tutto il comfort per vivere al meglio lo spazio a disposizione.

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CASA-CUCINE

PIANI COTTURA A INDUZIONE DESIGN E TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA TUA CUCINA L’ultima evoluzione in cucina è il fornello che cuoce i cibi, facendo a meno di fuoco, fiamme o piastre roventi. In poche parole funziona senza scaldarsi e cuoce senza calore e senza il rischio di scottare. In Italia i piani cottura a induzione sono una novità che lascia a bocca aperta. In Europa, invece, si usano già da qualche tempo e addirittura sono imposti in alcuni condomini dove sono vietati gli impianti a gas.

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piani cottura ad induzione sono dotati di speciali bobine che generano un campo magnetico. Quando una pentola di materiale ferroso viene appoggiata sulla zona cottura, si verifica una reazione che trasforma l’energia del campo magnetico in calore. Questo calore scalda direttamente il fondo della pentola. La tecnologia ad induzione offre il vantaggio che il calore sviluppato viene trasferito sul fondo della pentola senza dispersione. “Nei tradizionali piani elettrici in vetroceramica – dice Massimo Molon del Coordinato Home - il calore generato dalle resistenze posizionate sotto la superficie del piano scalda prima la vetroceramica, che poi per trasmissione scalda la pentola, con notevoli sprechi ed inefficienze”. Con i piani cottura ad induzione possono essere utilizzate tutte le pentole il cui fondo è di materiale ferroso, come le comuni pentole in acciaio, in acciaio smaltato o in ghisa. L’ultimo nato tra i fornelli domestici ha il medesimo scopo e uso di quelli a gas. Anche i piatti più tradizionali, dunque, non risentono dell’innovazione. I consumi dei piani cottura a induzione sono ridotti: quasi la totalità della potenza assorbita viene trasmessa alla pentola. Le altre tipologie di piani cottura (gas, o elettrici) ne disperdono una buona parte. “Con un indice di rendimento del 90%, l’induzione è la tecnologia di cottura oggi più efficiente – continua Massimo Molon - inoltre, poiché il calore si genera esclusivamente sul fondo

della pentola, la superficie del piano resta fredda, senza il rischio di possibili scottature”. Non è solo questione di sicurezza elettrica. Oltre al rispetto degli standard di affidabilità dal punto di vista elettrico, i piani cottura a induzione sono sicuri anche in alcune situazioni piuttosto comuni in cucina. Chi per esempio non si è mai dimenticato sul fornello il pentolino con il latte? I piani di cottura ad induzione si spengono automaticamente nel momento in cui il liquido arriva al piano cottura. Potrebbe capitare anche di mettere sul fornello un pentolino vuoto oppure una pentola sbagliata non di metallo. Che cosa succede? Assolutamente nulla: la pentola non si scalda. E se leviamo all’improvviso la padella dal fuoco? Il piano di cottura smette di produrre calore. Il meccanismo

è molto semplice. Buone notizie anche sul fronte della pulizia del piano. “La superficie del piano è completamente liscia – termina il titolare del Coordinato Home - e questo facilita la pulizia. Inoltre, a differenza dei piani elettrici in vetroceramica, anche se un liquido fuoriesce accidentalmente dalla pentola, non c’è rischio che bruci o cristallizzi”.

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CASA-RISCALDAMENTO

TERMOCAMINI: PIÙ CALORE, MENO LEGNA

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termocamini sono un sistema di riscaldamento utilizzabile in ambito domestico e possono affiancare o meno i più tradizionali impianti, come quelli a gasolio, a metano o a GPL. Può anche essere collegato all’impianto dei termosifoni e riesce ad ottenere una resa totale che si attesta intorno al 70%. Grazie ad una buona efficienza del sistema, possono essere dei validi sostituti per la caldaia. Inoltre, sono decisamente più validi dei classici camini, spesso ricchi di problemi in quanto a tiraggio e sicurezza in casa. Da un punto di vista estetico, i termocamini non hanno nulla da invidiare ai modelli tradizionali e sono in grado di riscaldare appartamenti di medie dimensioni, fino a cinque vani. Il rendimento di un camino tradizionale non supera il 50%, ben lontano dalle punte di efficienza che riesce ad ottenere un termocamino. “Questa efficienza – dice Angelo Mascia di Pronto Casa – si traduce in risparmio dei consumi”. Questi preziosi strumenti per il riscaldamento della casa funzionano secondo due modalità principali: ad acqua o ad aria, ma possono esistere anche dei modelli ibridi. “I sistemi ibridi – precisa Giuseppe Boi, tecnico specializzato di Pronto Casa – non appena terminata la legna, fanno entrare in funzione il pellet, non consentendo lo spegnimento dell’impianto”. Questi sistemi di riscaldamento vengono realizzati come un sol blocco, e il focolare è protetto da vetri: l’effetto scenico è così

assicurato. I termocamini sono corredati da una canna fumaria attraverso la quale si eliminano i fumi della combustione. “E’ possibile decidere di allacciare il termocamino direttamente all’impianto di riscaldamento – spiega Mauro Casti di Pronto Casa – facendolo funzionare al posto della caldaia anche per la produzione di acqua calda ad uso sanitario. Oppure, si può collegare ad una serie di canali realizzati a soffitto per il riscaldamento dell’aria”. Sono l’ideale quando si hanno dubbi circa il grado di sicurezza del tiraggio della canna fumaria. Con il riscaldamento acceso per circa sei ore al giorno, si producono acqua calda per sedici ore circa, ma si consuma, a seconda dei mq dell’appartamento, dai 20 chili di legna (per metri quadri 100) a 60 (per metri quadri 300). Per avere l’acqua calda tutto il giorno si deve tenere il termocamino acceso quasi dodici ore, e il consumo di legna andrà da 40 a 120 chili. I termocamini migliori sul mercato abbinano resa termica e bassi consumi. Quando decidete per acquistarne uno è utile, comunque, che teniate presente alcune specificità relative al funzionamento e alla potenza dell’installazione. Può essere usato da chiunque, anche da chi non ha alcuna genere di esperienza con questi dispositivi. Il suo uso è molto semplice, e non importa in quale modo lo caricherete o darete l’innesco per la fiamma: il funzionamento sarà sempre buono.

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CASA-PARATI

PARATI CHE ILLUMINANO La carta da parati non è più da tempo un semplice rivestimento murario, un’alternativa al dipingere le pareti, ma è sempre più considerata come un elemento decorativo intelligente ed originale per creare nuovi ambienti in casa e renderli esclusivi

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er anni nessuno ha più lontanamente pensato di ricoprire le pareti di casa con della carta da parati, poiché la si associava alla sua immagine più classica tipica degli anni ‘70. Oggi quest’idea viene reinterpretata e rinnovata, talvolta riproponendo proprio quegli stessi motivi classici, ma rivisti con colori sgargianti e contemporanei. Le nuove proposte di carta da parati si adattano a tutti i gusti, perché se ne trovano di ogni tipo: floreali, astratte, classiche, barocco, innovative, surreali, per bambini, dai colori tenui oppure sgargianti. A seconda delle esigenze, si potrà scegliere di ricoprire tutte le pareti di una stanza,

FINITURE D'INTERNI

ad esempio nel caso della camera dei bambini per dare colore e allegria a tutto l’ambiente, oppure è interessante anche l’idea di ricoprire solamente una parete con una carta da parati particolarmente appariscente: nella camera matrimoniale si può scegliere di tappezzare la parete dietro la testata del letto, mentre in soggiorno si può decorare la parete del camino o valorizzare qualche angolo particolare della casa. Oggi il concetto fondamentale è che la carta da parati moderna deve essere utilizzata come un elemento nuovo che dona stile e caratterizza l’arredamento, che attrae l’attenzione senza rischiare di stancare, in maniera molto diversa dall’uso uniforme e statico che se ne faceva negli anni ‘70. Con una spesa abbastanza contenuta si evita di imbiancare tutta la casa, anche a distanza di anni. Con il tempo infatti, sia il bianco che il colore alle pareti si spegne. La carta da parati invece, se ben posata e se ben curata, garantisce una durata anche di decenni. Per una posa ottimale e duratura occorre

rivolgersi a degli specialisti del settore, e non affidarsi al fai-da-te. Casa Moda da oltre 30 anni si occupa di posa in opera di parquet, laminati e carte da parati. All’interno dello showroom è possibile scegliere tra una vasta gamma di carta da parati delle migliori marche, come Braendli, Urban Season, Portofino. Scegliere una carta da parati sembra facile ma non è esattamente così. Gli esperti di Casa Moda sapranno informarvi che non tutte le carte sono adatte agli ambienti della casa in quanto alcuni fattori esterni come l’umidità potrebbero rovinarle. Per le superfici irregolari, su cui si applica uno strato di preparazione, è consigliabile la grammatura spessa, da 600 ad 800 grammi. Per le superfici umide, dove l’acqua evapora quotidianamente e ristagna con facilità, è necessario utilizzare una carta vinilica, lavabile anche con disinfettanti. Quelle viniliche, realizzate da uno strato in PVC incollato su una carta di supporto, sono ottime per la cucina ed il bagno.

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CASA-RISPARMIO

SOS ACQUA POTABILE IN CASA Il consumo di acqua della rete ad uso potabile è sempre di più incentivato. Il problema della eccessiva produzione di materiale plastico, unito al problema dei trasporti delle bottiglie d’acqua minerale sta convincendo molte famiglie ad attrezzarsi per venire incontro alla necessità di approvvigionarsi

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l problema della salubrità dell’acqua della rete assume una rilevanza notevole quando si prende in esame lo stato di salute delle tubature su cui scorre. Depositi batterici potrebbero annidarsi lungo le tubature che creano le reti pubbliche. Anche l’intervento dell’uomo, atto ad aggiustare possibili rotture, potrebbe facilitare l’immissione in rete di elementi patogeni non in grado di garantire il giusto grado di pulizia dell’acqua di rete. Per ovviare tutta questa serie di incognite e avere la certezza di poter bere direttamente dal rubinetto di casa acqua sana, pura e filtrata, la ditta Mondo Orrù propone l’utilizzo di sistemi di filtraggio Atlas che possono essere tranquillamente installati direttamente nel proprio rubinetto di casa. “Il filtro –spiega Mondo Orrrù, titolare della Orrù

termoidraulica- trattiene le sostanze in sospensione fino a 0,5 micron, e ha dimostrato una totale efficacia depurativa per il cloro attivo, ed anche una efficacia depurativa nei confronti di prodotti chimici quali fenoli, clorofenoli, ammine, che possono essere presenti, a bassissime concentrazioni, in acque potabili distribuite dalle reti urbane”. Inoltre poiché la maggior parte dell’acqua che entra nel nostro organismo la “mangiamo” insieme agli alimenti, è indicato utilizzare l’acqua filtrata anche per il caffè, tisane, brodi, bolliti, cucinare la pasta e le verdure. L’utilizzo del filtro Atlas diventa quindi indispensabile anche per attività come bar, ristoranti e alberghi dove la qualità dell’acqua deve essere garantita per ogni suo utilizzo professionale. “L’uso del filtro – continua Mondo Orrù - permette di

MONDO ORRÙ rappresentanze con deposito. Acquedottistica e termoidraulica. Vendita al dettaglio e all’ingrosso Via Azuni, 102 - Villacidro (VS) Tel. 070.932103 - Fax 070.4516080 mondorru@tiscali.it - matteo.orrù@yahoo.it 10

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di acqua potabile direttamente sfruttando la rete idrica. Nonostante i giornalieri controlli a cui sono sottoposte le acque che scorrono nei nostri rubinetti, il loro sapore può risultare sgradevole, per la presenza di cloro o di altre sostanze atte a garantirne un bilanciato grado di sterilità

ridurre oltre il 95% dei rifiuti prodotti consumando l’acqua in bottiglie di plastica (anche l’uso di bottiglie di vetro ha un forte impatto ambientale, al pari dell’uso della plastica, in quanto, per il loro riutilizzo, devono essere lavate con forti acidi). Inoltre permette di eliminare il grande spreco energetico per trasportare e distribuire l’acqua imbottigliata”. Rivalorizzare le risorse locali per i consumi locali, in primo luogo significa ristabilire gli equilibri territoriali capaci di tutelare uno sviluppo compatibile ed equilibrato fra le reali necessità quotidiane con l’ambiente che ci circonda. Le statistiche parlano di un costo medio/anno, per una famiglia di quattro persone, di circa 250 € per il consumo di acqua in bottiglia. I conti sono presto fatti. “Un filtro Atlas – commenta Mondo Orrù – purifica circa 3000 litri d’acqua, garantendo un risparmio sia sul costo dell’acqua in bottiglia che sui costi di trasporto, di produzione e smaltimento”.

ESEMPI DI APPLICAZIONI DOMESTICHE DEL FILTRO ATLAS


CASA-CUCINE

ARREDARE OGGI TI PORTA NEL MONDO

DELLE CUCINE MOBILTURI N elle cucine MobilTuri estetica ed ergonomia sono in totale sinergia. Tutti i componenti sono progettati con cura per rendere le cucine più confortevoli e sicure. Le strutture sono realizzate con pannelli nobilitati di classe E1, a bassa emissione di formaldeide con spessore di 18 mm, disponibili in ben dieci diverse essenze; le ante hanno uno spessore fino a 26 mm, e possono disporre di aperture a battente, a ribalta, basculanti o a libro. Le basi sono composte con piedini in ABS, regolabili dall’esterno. Particolari ganci a scatto permettono di rimuovere o applicare gli zoccoli ai piedini con estrema facilità. Anche le basi sottolavello sono provviste di un fondo in ABS che impedisce rigonfiamenti della struttura per perdite d’acqua. I pensili sono ancorati alla parete con speciali attacchi che consentono la doppia regolazione in altezza e in profondità anche a pieno carico. Cassetti e cestoni sono ad estrazione totale, con scorrimento su cuscinetti a sfera, invito automatico di chiusura e sistema ad incastro per bloccaggio antisganciamento. Le spondine e gli schienali sono in acciaio con doppia verniciatura epossidica. La colonna frigorifero è progettata con un fondo in ABS idrorepellente, che ottimizza l’aerazione dell’apparecchio refrigerante.

Tutti i piani di lavoro sono realizzati con materiali di prim’ordine, e sono disponibili in laminato, acciaio, vetro o quarzo del tipo “stone italiana”. Le cerniere sono certificate LGA, e collaudate per 100.000 aperture. Sono ad aggancio rapido, con basetta a scomparsa e regolabili in tre direzioni, inoltre la tecnologia Hettich garantisce la chiusura ammortizzata e silenziosa delle ante. Le cucine sono dotate di sistemi di illuminazione come faretti, posti sulle mensole in alluminio o sui mensoloni, oppure di barre illuminate o di luci con rilevatore di presenza collocate all’interno di pensili e colonne. Infine per quanto riguarda gli elettrodomestici, MobilTuri ha scelto per le sue cucine i marchi Ariston, Candy, Whirlpool. MobilTuri ha ottenuto la prestigiosa certificazione di conformità del sistema di gestione ambientale alla norma UNI EN ISO 14001:2004. Tutte le fasi di produzione delle cucine componibili, rispondono alla normative e ai requisiti che limitano le emissioni di sostanze nocive. In una politica di miglioramento continuo e responsabilità sociale, MobilTuri utilizza il pannello ecologico. Le parti strutturali delle cucine sono realizzate con materiali in legno riciclato al 100%.

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er le cucine classiche modello Aisha e Penny si passa da un prezzo di listino di 8306 euro a 2990 euro (3150 euro con trasporto e montaggio inclusi). Aisha è disponibile nei colori bianco, rovere gessato, grigio. Penny è disponibile in legno massello di ciliegio in colore naturale. Per le cucine moderne modello gaia e Sandra si passa da un prezzo di listino di 7158 euro a 2790 euro (2940 euro con trasporto e montaggio inclusi). Gaia è disponibile nei colori bianco, rosso antracite, crema, bordeaux. Sandra è disponibile nei colori rovere sbiancato, wengè, bianco e viola. Tutte le cucine sono corredate di elettrodomestici ariston.

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CASA-EDILIZIA

RECUPERARE L’ESISTENTE

RISTRUTTURANDO CON EFFICACIA

La crisi economica che si trascina ormai da tempo, ha imposto nell’edilizia un necessario ripensamento sulle opere da realizzare. L’edilizia in genere vede rallentare la corsa all’edificazione di grandi opere e si concentra adesso più che mai sul recupero dei fabbricati già esistenti. Destinare altri terreni a nuove edificazioni aumentando il degrado delle periferie non paga più. Questi elementi uniti alla mancanza di piani urbanistici adeguati, hanno portato gli operatori del settore ad investire nella ristrutturazione di vecchi immobili.

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l primo elemento che occorre valutare prima di acquistare un immobile da ristrutturare è la convenienza economica dell’intervento che ci accingiamo a fare, ossia rapportare il costo dei lavori al valore dell’edificio concluso. Uno degli esami fondamentali è l’analisi delle lesioni su parti strutturali (interni ed esterni). Spesso infatti il degrado dell’immobile provoca lo sfarinamento dei muri, sia esterni che interni, facendo lievitare sensibilmente il costo della ristrutturazione. Una soluzione tutta italiana che offre un notevole risparmio di tempo e denaro è offerta dalla Gattocel, distribuita dalla ditta Fratelli Pittau. Gattocel ha infatti ideato il PR-G Primer. “Il Primer è un prodotto utilizzato per la preparazione del muro prima dei lavori di intonacatura o rivestimento – afferma Maurizio Pittau – è un prodotto liquido che si stende su superfici sfarinante, con assorbimento

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non uniforme, o con presenza di muffe”. Il trattamento realizzato permetterà una applicazione ottimale del prodotto successivo garantendo migliore adesione al supporto, maggiore efficacia e resistenza nel tempo. Il PR-G Primer “penetra, consolida e prepara superfici murarie di qualsiasi tipo – continua Gianluigi Pittau – come fibrocemento, calcestruzzo, gesso, vecchi intonaci, cemento amianto”. Il prodotto è composto da un’emulsione concentrata a base di resine ultrafini: questo lo rende specifico nei lavori di ristrutturazione, preparando i muri alle successive opere di rifinitura (intonaci, impermeabilizzanti, malte, pitture). Restando in tema di ristrutturazioni, un altro prodotto molto utile è l’AD-

Legat, sempre della Gattocel. Si usa per diverse applicazioni in cui occorrono malte con elevate prestazioni: riprese di getto, finiture di edifici, restauri in genere, sigillature di giunti rigidi, intonaci in cemento, ripristino di parti mancanti su strutture degradate, aumento dell’adesività di colle cementizie. “È un’emulsione concentrata di resine sintetiche e lattici – termina Sandro Pittau – che conferisce agli impasti notevoli vantaggi: maggiore omogeneità e adesività, allungamento del tempo di lavorabilità, minore ritiro e fessurizzazioni”. L’AD-Legat aumenta l’impermeabilità della casa, lasciando inalterata la traspirabilità delle malte e degli intonaci e può essere usato anche per trattamenti antipolvere e di consolidamento superficiale.


TECNOLOGIA-EDILIZIA

LA SECONDA VITA DELLE MACERIE

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iciclare e riutilizzare i materiali per le costruzioni rappresenta un importante contributo per l’ambiente. É noto che le problematiche dei rifiuti inerti creano difficoltà sia alle imprese e ai produttori che alla Pubblica Amministrazione. Una limitata cultura ed educazione ambientale e la scarsità di impianti preposti al conferimento contribuiscono ad alimentare l’abbandono ed il degrado ambientale del territorio, disperdendo notevoli risorse. “La Legge italiana – dice Massimo Pilleri della GLG Service, specializzata nello smaltimento di macerie - obbliga gli Enti Pubblici e le Amministrazioni a coprire il proprio fabbisogno di beni e prodotti con almeno il 30% provenienti dall’attività di recupero”. Una recente Circolare Ministeriale ha stabilito le caratteristiche sull’utilizzo degli aggregati riciclati garantendo prodotti con specifiche caratteristiche e prestazioni. Questa normativa impone che le caratteristiche

degli aggregati siano prodotti in funzione della destinazione d’uso dei materiali, per la realizzazione di varie opere edili. Tra queste opere ci sono sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali, piazzali civili ed industriali, strati di fondazione delle infrastrutture di trasporto recuperi ambientali, riempimenti e colmate, massicciate con funzione anticapillare, antigelo, drenante e calcestruzzi con particolari classi di resistenza. “Gli utilizzi ed e le norme sono chiari -continua Massimo Pilleri - adesso è necessario stimolare l’interesse degli operatori e della Pubblica Amministrazione per diffondere l’uso di questi materiali”. Infatti, con la pubblicazione, da parte dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), dell’undicesimo Rapporto Rifiuti, si è avuta conferma che, mentre si rileva una riduzione della produzione pro-capite dei rifiuti in generale, la produzione di macerie edilizie e rifiuti inerti è incrementata, superando la soglia dei cinquanta milioni di tonnellate, una mole enorme, paragonabile alla produzione media annua di circa 300 cave di estrazione (dove sono le cave? In tutto il mondo o in Sard?). Riutilizzare l’intera produzione di rifiuti inerti prodotta in un anno, consente di risparmiare le risorse e rispettare la natura, anche perché, l’aggregato riciclato dalla natura non prende niente (non si capisce), il processo di produzione è completamente sostenibile ed è riutilizzabile all’infinito. Rimane comunque bassa la percentuale dei rifiuti inerti avviati al recupero, mentre in alcuni stati europei si supera abbondantemente la soglia del 70%. In Italia si evidenzia una disparità per aree geografiche che raggiunge percentuali medie dal 5% (meridione) al 15% (settentrione). “Sviluppare le attività di recupero consente agli operatori di raggiungere risultati apprezzabili –termina Massimo Pilleri - e con il reimpiego, limitare l’uso di materiali puri da destinare ad utilizzi più redditizi (conglomerati, sabbie, ecc..) evitando così, di deturpare il territorio dall’attività estrattiva”.

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FITNESS-INTEGRATORI

SPORT E ALIMENTAZIONE

GLI INTEGRATORI

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’attività fisica è una abitudine sempre più diffusa nella società moderna, che ha ormai appreso quanto l’esercizio fisico sia importante per mantenere in salute e in forma il corpo. Lo sport è sempre più praticato, sia a livello agonistico sia amatoriale, per gli effetti favorevoli che esso esercita sull’organismo: alla costanza nell’esercizio fisico corrisponde un aumento della tonicità dei muscoli, un rimodellamento del corpo, e un ritrovato benessere dal punto di vista psicologico, poiché l’allenamento rappresenta anche una “valvola di scarico” delle ansie quotidiane. La pratica sportiva, a qualunque livello essa sia praticata, richiede però all’organismo un impegno supplementare che porta a maggiori esigenze nutrizionali, poiché il fisico è sottoposto ad un maggiore impiego e quindi necessita di un alimentazione ben bilanciata e adeguata all’attività sportiva. Gli integratori, come sottolinea la parola stessa, sono sostanze alimentari concentrate che devono supplementare, non sostituire l’alimentazione quotidiana. “Gli integratori aiutano lo sportivo a sopperire le carenze alimentari che potrebbero essere necessarie durante un’intensa attività fisica o nel post work out – spiega Silvia Piras, titolare della Palestra Fight Club – gli integratori sono preparati alimentari naturali, composti da sostanze comunemente presenti nel cibo che abitualmente consumiamo, vengono selezionate e concentrate industrialmente sottoforma di prodotto liofilizzato, in tavolette, in capsule ecc, e si distinguono in integratori energetici, idrosalini, plastici, antiossidanti ecc. Per esempio gli integratori proteici sono estratti del latte (siero, caseina), oppure dall’albume dell’uovo, o da sostanze vegetali come la soia ecc”. L’allenamento fisico infatti può essere paragonato ad una combustione, ad un processo biochimico che trasforma il glicogeno, la fonte energetica dei nostri muscoli, in energia muscolare. Qualsiasi processo di trasformazione produce delle scorie, e così come un motore genera CO2, il nostro organismo durante l’allenamento produce i radicali liberi, molecole causa di danni cellulari di varia natura. Può succedere che, per lo scarso grado di preparazione fisica o per l’eccessiva intensità e frequenza dell’ allenamento, la produzione di radicali liberi finisca col superare le capacità di difesa dell’organismo. Per questo motivo l’assunzione di vitamine ed antiossidanti sottoforma di integratori rappresenta una strategia efficace per migliorare la performance e lo stato di salute generale dell’atleta. La vitamina per eccellenza che contrasta l’ insorgere dei radicali liberi è la vitamina C. Un apporto maggiorato di questa vitamina non basta però a risolvere il problema: “si deve cercare di seguire un’alimentazione completa e bilanciata – continua Gianni Piras,

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istruttore della Palestra Fight Club – che fornisca tutte le sostanze necessarie per una corretta attività sportiva”. La supplementazione non è alimentazione, per una corretta assunzione è sempre consigliato chiedere la giusta quantità ad un medico dello sport o ad un nutrizionista specializzato in preparazione atletica. Infine occorre ricordare sempre che gli integratori non sono farmaci, né tantomeno sostanze dopanti, non sono dannosi per l’organismo a meno che, non se ne faccia un uso sconsiderato.

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FARE SPORT È PIÙ FACILE (E SICURO!)

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dratazione, livelli di energia e rapidità nei tempi di recupero sono fattori importanti in tutti gli sport. Dal principiante all’atleta professionista, la linea di prodotti Herbalife “Energia, Sport e Fitness” ha qualcosa da offrirti per migliorare forma e rendimento fisico. Soluzioni energetiche basate sul potere del guaranà, delle vitamine C, B6 e B12 e di altri preziosi nutrienti. Sono molti gli atleti che utilizzano i prodotti Herbalife. gli sportivi sanno bene che non ci si può allenare a stomaco pieno dopo un pasto completo né mangiare subito dopo e per questo motivo i prodotti Herbalife sono molto indicati sia nello sport amatoriale che agonistico grazie al loro elevato livello di assorbimento cellulare. Un frullato Formula 1 ShapeWorks a base di proteine della soia si digerisce facilmente, non appesantisce lo stomaco e per questo è consigliato nello sport sia 30 minuti prima (per dare carburante ai muscoli) che 30 minuti dopo un allenamento, per rifornire i muscoli. Le proteine di soia aiutano naturalmente a sviluppare la massa magra e gli integratori bilanciano i sali minerali che vengono eliminati con la sudorazione. Dato il basso contenuto di calorie, gli sportivi posso prendere più frullati secondo necessità. La bevanda Thermojetics, oltre a essere molto dissetante aiuta a prevenire la formazione di acido lattico e facilita la trasformazione dei grassi in energia: è quindi consigliata sia prima che durante un allenamento. Questi i prodotti fondamentali base per sportivi dilettanti o professionisti: Formula 1 ShapeWorks, Formula 3 ShapeWorks Proteine, Formula 2 ShapeWorks vitamine, Thermojetics Thé, Multifibre ShapeWorks, Mineral complex, Guaranà, Cell Active. Chi fa sport inoltre sa bene di produrre molti più radicali liberi, principali responsabili dell’invecchiamento cellulare. E’ per questo che molti sportivi

avevano, fino a qualche tempo fa, la pelle invecchiata anche in giovane età. Ci sono due integratori antiossidanti e antiradicali liberi nel programma avanzato di nutrizione cellulare Herbalife particolarmente idonei per gli sportivi e per tutti quelli che vogliono contrastare i segni del tempo: il primo è RoseOx: realizzato con estratto di rosmarino ed una esclusiva combinazione di erbe, aiuta la rigenerazione di altri antiossidanti fornendo una potente integrazione a più lunga durata. Prelox Blue invece è uno degli ultimi prodotti nati in casa Herbalife, grazie agli studi sulla cardiovascolarità del Prof. Ignarro, Premio Nobel 1998. E’ ideato per far fronte allo stress e ai frenetici ritmi del mondo moderno e per migliorare il livello di vitalità. Queste sono solo alcune indicazioni di base sull’uso dei principali prodotti nutrizionali Herbalife per lo sport. Chiamateci, saremo lieti di aiutarvi e personalizzare un piano nutrizionale secondo le vostre esigenze. I prodotti Herbalife non sono destinati a finalità di prevenzione, cura o trattamento di alcuna patologia e non sono riferibili ad alcuna prescrizione e/o consiglio medico.

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MODA-STREET WEAR

STREETWEAR DA MODA A STILE DI VITA

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o Street Wear è uno stile di abbigliamento nato all’inizio degli anni 80 ispirato dalla sneaker culture (le famose scarpe da ginnastica casual) della zona sud est di New York. Nel tempo però lo street wear si è affiancato e poi integrato alla cultura hip hop che negli stessi anni conquistava, con il rap, i dj, la break dance e i graffiti, i ghetti della east coast americana. Durante gli anni ‘80, alcuni consolidati brand d’abbigliamento sportivo come Le Coq Sportif, Kangol, Adidas e Nike, si lanciarono alla conquista del nuovo mercato. Accessori popolari divennero gli occhiali da sole larghi, cappellino da pescatore, cinture e piastrine personalizzate e molti anelli. Anche i gioielli d’oro divennero popolari soprattutto quelli molto pesanti che diventeranno un elemento duraturo nella moda hip hop. La gioielleria pesante era associata al prestigio e alla ricchezza, e qualcuno aveva avvicinato questo stile all’africanismo. Verso la fine degli ’80 il Black nationalism aumentava la sua influenza sul rap, e la moda , anche i capelli attingevano sempre di più alle influenze della tradizione

africana. I pantaloni larghi divennero popolari grazie a rapper che amavano ballare come MC Hammer. Accessori e stili di vita come il fez, il kufi, i dreadlooks, e l’abbigliamento di color verde, nero e rosso divennero anche loro popolarissimi grazie ad artisti come Queen Latifah, KRS-One, Public Enemy, e l’X-Clan. Nei primi anni ’90, alcuni rapper come The Fresh Prince, Kid ‘n Play, e Left Eye dei TLC, promossero uno stile più pop indossando cappellini da baseball e vestiti vivaci e fluorescenti, mentre i Kris Kross stabilirono il verso con cui indossare gli abiti: al contrario. La stipulazione nel 1984 del contratto tra Nike e quello che sarebbe diventato una star assoluta del basket, Michael Jordan può essere considerato come il punto di svolta nella partita con la rivale Adidas. Così la Nike si attestò a leader del mercato urban street wear sneaker dalla metà degli ’80 alla metà dei ’90. Gli elementi che possono essere considerati la base di un abbigliamento street wear moderno sono essenzialmente questi: jeans larghi portati bassi, catene d’oro o di platino, felpa o maglietta XL, scarponi o un paio di sneakers.

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MODA-TATTOO

IL RUOLO DEL TATUAGGIO

NELLA SOCIETÀ TRIBALE POLINESIANA

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er capire il ruolo che il tatuaggio ha avuto nella cultura polinesiana basti pensare che la parola tatuaggio deriva proprio dalla parola tatau, che ha proprio origine polinesiana. La parola ha valenza onomatopeica, e cioè richiama il suono ritmico dello strumento tradizionalmente usato in Polinesia per effettuare il tatuaggio. Nelle zone oceaniche della Polinesia e della Nuova Zelanda, infatti, il tatuaggio tradizionale viene eseguito tramite i denti di un pettine di osso che fermato all’estremità di una bacchetta, forma uno strumento simile a un rastrello. Questo arnese, battuto tramite un’altra bacchetta, fora la pelle introducendo il colore, ottenuto dalla lavorazione della noce di cocco. Da prima dell’arrivo degli europei, la lingua polinesiana non esisteva in forma scritta, era solamente orale. I simboli dei tatuaggi quindi servivano per esprimere l’identità e delle persone. Indicavano il rango sociale nella gerarchia tribale, la maturità sessuale e la genealogia. Nella vecchia società tahitiana, tutti gli individui, a partire dalla pubertà, erano tatuati. Subito dopo l’arrivo dei missionari cristiani (1797) la pratica del tattoo fu severamente proibita. E’ solo recentemente, nei primi anni ‘80, che l’arte del tatuaggio ha conosciuto un rinnovamento. Nonostante questo, la pratica del tatuaggio con gli strumenti tradizionali è stata vietata a Tahiti dal Ministero della Sanità locale nel 1986, a causa della difficoltà nello sterilizzare

tatuaggi

strumenti fatti di legno ed osso. L’origine dei tatuaggi in Polinesia si perde nella notte dei tempi ed è probabile che esistessero già nelle terre di origine delle popolazioni migranti che occuparono le isole. Dal punto di vista del significato sociale e culturale il tatuaggio è da sempre stato per i Polinesiani un simbolo di bellezza. I tatuatori erano degli specialisti che godevano di un grande prestigio all’interno della struttura sociale delle isole. E’ nelle isole Marchesi che quest’arte ha raggiunto il suo culmine per raffinatezza e bellezza. Spesso i Marchesiani erano completamente tatuati, viso compreso. I motivi decorativi che venivano usati erano presi per la gran parte a prestito dalla natura: i più diffusi erano sicuramente rappresentazioni di piante, animali, ed elementi naturali. Spesso questi elementi venivano magnificamente stilizzati: la dentatura degli squali ad esempio era disegnata con una serie di piccoli triangoli. Insieme a questi motivi anche la rappresentazione del corpo umano era piuttosto diffusa, spesso isolandone dei particolari, come gli occhi o le mani. Caratteristica comune a quasi tutte le isole polinesiane era una decorazione fatta di triangoli disposti in maniera irregolare che distingueva i guerrieri valorosi. I tatuatori avevano a disposizione un piccolo catalogo con i propri disegni riprodotti su pietra o su legno, in modo che fosse possibile scegliere o addirittura comporre il proprio ornamento secondo i propri gusti personali.

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MODA-SCUOLE

PROFESSIONE HAIR STYLE CON I.L. SCHOOL Nel mestiere di parrucchiere, assai diversificato, il contatto giornaliero con nuove persone offre continuamente compiti diversi e svariati. La capacità di immedesimarsi, l’abilità creativa, come pure le solide conoscenze tecniche, permettono agli operatori del settore di soddisfare le richieste dei clienti su acconciature, tagli e colorazioni, aiutandole ad ottenere un aspetto migliore e quindi a stare meglio con se stessi e con gli altri. Il mestiere parrucchiere, inoltre, è fortemente legato al mondo della moda e al mondo patinato delle star. Un’occasione imperdibile per partecipare ad eventi e kermesse mondane all’insegna del glamour.

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a creazione e la messa in forma con le mani e la consulenza personale alla clientela occupano le prime posizioni nel mestiere di parrucchiere. Malgrado i mezzi più moderni usati oggi da parrucchiere e parrucchieri, la persona, l’individualità, resta sempre in primo piano. La clientela desidera un nuovo look, cambiare il colore dei capelli o semplicemente idee per rinnovare il proprio stile. Per la parrucchiera o il parrucchiere questo significa aggiornarsi continuamente ed essere al passo con le tendenze del momento. Per presentarsi al meglio in un settore che non conosce crisi occupazionale occorre formarsi attraverso scuole capaci di offrire una preparazione accurata e diversificata. I.L. School di Ignazio Spada e Luisa Concas offre, nel suo centro formativo di Terralba, una preparazione completa e graduale per entrare dalla porta principale nel magico mondo delle acconciature e della moda capello. “Un colloquio preliminare sarà la base per conoscere le aspirazioni e le attitudini del prossimo operatore della moda capello” spiega Luisa Concas. Il percorso formativo si articola in 3 gradi di preparazione e approfondimento che culmineranno con uno stage regionale, da svolgersi

in un salone dei circuiti Wella, operanti in Sardegna. “La professione dell’hair styling – dice Ignazio Spada – è ormai da intendersi in maniera manageriale, per cui un operatore di successo deve essere pronto a gestire lo studio dal punto di vista tecnico, ma tenendo conto anche del marketing e del menage che completano anche la migliore preparazione”. Oltre a tutti gli aspetti della gestione, dello studio e delle tecniche di taglio, colorimetria, il moderno stilista del capello si distingue anche per una certa inclinazione alla psicologia. “Il nostro compito – dice Luisa Concas – è quello di individuare i desideri delle persone attraverso lo studio della loro personalità”. “Bisogna conquistare la fiducia del cliente – spiega Ignazio Spada – attraverso un servizio personalizzato che sappia realizzare i suoi sogni e i suoi gusti”. Tutt’altro che semplice come missione, ma un’accurata preparazione di base può svelare all’aspirante le potenzialità di un futuro nel mondo della moda capello. “E’ per questo – termina Luisa Concas – che il corso è articolato in 3 distinti moduli. Un aspirante operatore del settore può sondare il terreno e capire quanto conti per lui veramente un simile investimento”.

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Si Riceve per appuntamento dal Martedì al Sabato - Venerdì e Sabato Orario Continuato

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MUSICA

QUESTO NON È UN BLUES DI MERDA!

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on erano in tanti mercoledì notte all'Fbi ad ascoltare i Bud Spencer Blues Explosion, ma quando la Duesemberg di Adriano Viterbini è partita con le prime note di Vodoo Child, splendida cover della canzone di Jimi Hendrix, i duecento spettatori del locale di Quartu hanno avuto un brivido. Era da tanto che a Cagliari non si assisteva ad un concerto così ricco di energia, probabilmente dai tempi del Tora Tora, storica manifestazione organizzata dal leader degli Afterhours Manuel Agnelli. Poco noti nell'Isola ma già indicati come una delle rock indie band più promettenti a livello italiano, Viterbini e il suo amico collega, il pugliese Cesare Petulicchio alla batteria (scarnissima, con rullante, cassa, tom e timpano, e quattro piatti, charleston, crash, e due ride), hanno regalato un'ora e mezza di splendido blues, venato da contaminazioni elettroniche e acide. Un impatto live devastante che ha radici nella musica americana e che già a Roma, al concerto del Primo Maggio 2009, aveva estasiato gli amanti del genere. Insieme da tre anni, e attivi nella capitale, i BSBE hanno già due dischi alle spalle (l'autoprodotto Ep Happy e l'omonimo Bud Spencer Blues Explosion) e una formazionegavetta che pesca in mezzo a Led Zeppelin, Nirvana gli stessi Jon Spencer Blues Explosion (da cui hanno preso parte del nome, avvicinandolo ironicamente ma anche per divagare a quello dell'attore Bud Spencer), ma anche Ry Cooder e Jonny Winter.

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Il tutto condito con un pizzico di melodia e italianità, grazie all'influenza di Lucio Battisti, spesso presente con una serie di richiami in alcune delle ballate della band romana. Passaggi violenti e velocissimi, batteria e chitarra, assoli volutamente confusionari, distorsioni e picchi senza mai un attimo di tregua. Da lì, senza rifiatare il secondo brano, Esci Piano, con improvvisazioni e un connubio chitarra-batteria che sopperisce magicamente alla mancanza di un basso (ecco spiegato l’uso di overdrive e octaver dall’inizio alla fine del concerto, spesso conditi da un efficace uso del wah). I BSBE continuano, mai banali, con Hamburger in Love, Frigido e Fanno Meglio. Violenza pura, che annichilisce e poi trasporta i prima scettici, poi sempre più soddisfatti presenti alla serata organizzata dalla Vox Day. Musica immediata che colpisce direttamente e probabilmente sarebbe anche più diretta senza testi. Da qui in poi il crescendo con Blues di Merda, il riff rockeggiante e vaneggiante di Hey Boy Hey Girl dei Chemical Brothers, completamente rivisitata. I BSBE lasciano il palco e ritornano su grande richiesta del pubblico per eseguire Mi sento come se, un blues che, nonostante sia l’una passata, lascia negli spettatori una voglia enorme di continuare ad ascoltare la loro musica. Federico Fonnesu

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pagina a cura della

MOTORI

provinciadel MEDIOCAMPIDANO

IL MEDIO CAMPIDANO ALL’ARTIGIANO IN FIERA L’ occasione è stata fondamentale per promuovere le produzioni locali, e per confrontarsi in un mercato nazionale ed internazionale sempre più esigente ed attento alla biodiversità e alle specificità territoriali

LA PROVINCIA DEL MEDIO CAMPIDANO

VALORIZZA LE TIPICITÀ DEL TERRITORIO Il Presidente Tocco: è allo studio una proposta per far interagire nell’interesse dell’economia locale i contadini che partecipano al progetto Vivere la Campagna con gli artigiani, i commercianti e la piccola e media impresa del Medio Campidano

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el territorio del Medio Campidano si è sviluppata da secoli una ricca tradizione artigianale dalla quale nascono una grande varietà di manufatti, adoperati per usi pratici nella vita quotidiana, e utilizzati sia per usi estetici, che decorativi. Tessuti, coltelli, gioielli, ceramiche e cestini: sono solo alcuni degli oggetti dell’artigianato artistico locale. In occasione di fiere, sagre e feste paesane si possono incontrare numerosi artigiani e hobbisti del territorio che continuano a realizzare oggetti della tradizione adoperando le materie prime

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locali. Per promuovere al meglio questi prodotti di eccellenza, sia artigianali che industriali, la Provincia del Medio Campidano è stata presente alla XV edizione dell’Artigiano in Fiera, che si è svolta dal 4 al 12 Dicembre 2010 al nuovo polo fieristico di Rho-Pero, nella periferia di Milano. L’importante manifestazione dedicata all’artigianato e all’agroalimentare nazionale e internazionale, ha confermato anche quest’anno un altissimo numero di visitatori con circa 3 milioni di persone distribuite nei 10 giorni di apertura. La Sardegna ha registrato, come consueto, un grande successo, essendo uno

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romuovere lo sviluppo locale utilizzando i prodotti tipici dell’agroalimentare del territorio: è questa l’idea che sta alla base della costruzione del “Paniere della Provincia Verde”. Il progetto consiste nella creazione di un paniere composto dalle produzioni agro-alimentari del territorio, da consegnare ed esporre nelle strutture ricettive e di ristorazione del Medio Campidano. Consequezialmente al Paniere si è inserito il progetto “Vivere la Campagna”, con lo specifico compito di valorizzare le aree rurali dei comuni del territorio, facendo leva sulla multifunzionalità delle aziende agricole. Così concepiti, i due strumenti diventano un veicolo per mettere in relazione gli operatori del settore agro-alimentare e del settore turistico, per costruire un’offerta turistica integrata, composta da un mix di cultura, tradizioni, artigianato ed enogastronomia. Il paniere in particolare, diventa uno strumento utile di comunicazione per rappresentare la propria identità, in un contesto generale nel quale la crescente competizione impone la formulazione di strategie di marketing territoriale. Recentemente, durante una conferenza stampa, il Presidente della Provincia Fulvio Tocco ha annunciato che, in seguito all’alto numero di operatori agricoli e zootecnici che hanno aderito al Progetto Vivere la Campagna, si sta valutando con estrema attenzione la possibilità di mettere a sistema, in un progetto speciale, la forza di tutti i lavoratori autonomi della Provincia del Medio Campidano. “Contadini, artigiani, commercianti, industriali – ha sostenuto Tocco – sono un’importante massa critica che può tornare utile in tempo di crisi, se partecipano insieme alla fornitura dei mezzi tecnici di produzione alle aziende agricole che si sono impegnate a coltivare il territorio”. Il Segretario Provinciale del CNA (l’organizzazione dei lavoratori autonomi e della piccola e media impresa) Maria Grazia Dessì, ha annunciato ”la collaborazione del CNA per facilitare la realizzazione pratica del progetto”. Appuntamento quindi al mese di gennaio 2011, per organizzare un’assemblea degli associati del Medio Campidano, che sia fruttuosa nel mettere in luce le attività produttive seguite dalle imprese artigiane.


visita il portale della provincia: www.provincia.mediocampidano.it degli stand più visitati. La Provincia del Medio Campidano ha dato la possibilità alle imprese del territorio dei settori dell’agroalimentare e dell’artigianato artistico di promuovere e vendere le produzioni locali e di confrontarsi in un mercato nazionale ed internazionale. All’iniziativa, promossa dall’amministrazione provinciale con uno specifico avviso pubblico, hanno partecipato dieci aziende di grande appeal e tradizione: Oro Rosso e Inconis di San Gavino, e l’azienda Picchedda Elverio di Turri con lo zafferano; Paolo Pusceddu di Arbus, i F.lli Piccioni di Guspini e la ditta Is Lunas di Villanovaforru con i pregiati coltelli artigianali; la ditta Eredi Foddi di Gonnosfanadiga con l’olio extravergine; il pane tradizionale della ditta Porta Gianfranco di Gonnosfanadiga; i tessuti e gli arazzi confezionati dalla ditta Ortu Giorgo di Guspini ed infine il miele Isca ‘e’ Muras di Barumini. La situazione economica generale si è fatta sentire relativamente in questa importante occasione, le specificità delle produzioni agricole locali e l’alta qualità dei prodotti hanno garantito interessanti volumi di vendita per i prodotti del Paniere del Medio Campidano. Oltre alle aziende ospitate nello stand della Provincia, la produzione agroalimentare ed artigianale del territorio è arricchita da altre 6 imprese locali ospitate nello stand della Regione Sardegna ed in quello del Centro Servizi Promozionali della Camera di Commercio. Oltre 10.000 utenti si sono rivolti all’Info Point della Provincia del Medio Campidano per approfondire la conoscenza sulle straordinarie risorse ambientali, culturali e turistiche del territorio. Con la partecipazione a “L’Artigiano in Fiera”, la Provincia ritiene di avere conseguito un duplice risultato: da un lato permettere ai piccoli produttori locali di essere presenti in una piazza importante come quella meneghina, dall’altro i prodotti, sempre accompagnati dal materiale promozionale della Provincia, sono diventati un veicolo per far conoscere il territorio del Medio Campidano nel mercato lombardo, il più importante per numero di arrivi e presenze dei turisti.

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COPERTINA

SIMMETRIE CHE S'INNALZANO NEL CIELO

L’ARTE DI COSTRUIRE CON IL LEGNO Il legno permette progettazioni impensabili fino a qualche tempo fa, inoltre apporta benefici concreti al comfort della casa, al risparmio globale dell’energia e non grava sull’ambiente.

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l legno è in assoluto il miglior materiale da costruzione oggi disponibile ed è soprattutto il miglior materiale per l’architettura sostenibile. Il nostro immaginario sulla casa e sulle grandi costruzioni come ponti, palestre, tribune sportive, è ancora molto legato ad un concetto di edilizia ormai obsoleto. La presunta superiorità del mattone e del cemento oggi si scontra con delle tecniche costruttive che rendono le costruzioni in legno più convenienti, in virtù delle sue prestazioni in termini di comfort, sicurezza, tempi di costruzione ma

soprattutto delle sue qualità ecologiche. Teknolegno Lamellare è l’azienda leader nella rivoluzione edilizia in Sardegna. “In oltre 20 anni di attività – dice Raffaele Usala, titolare di Teknolegno Lamellare – abbiamo acquisito una notevole esperienza nella produzione di travi e prodotti per l’edilizia in legno lamellare da destinare al mercato isolano”. L’azienda è oggi si trova a Monastir, nella sua nuova sede al km 20 della SS 131, dove, una superficie coperta di 6.500 mq e una tecnologia unica in Sardegna, consentono la produzione di travi, anche su misura, fino a 40

metri lineari. L’azienda, inoltre, offre non solo la realizzazione e la fornitura dei materiali finiti, ma anche la messa in opera e l’assistenza in fase di progettazione. Per tutti i tipi di lavori di edilizia privata e pubblica infatti il primo passo è quello della progettazione: “inizialmente viene fatto uno studio e una proposta di soluzioni architettoniche ponderabili – afferma Raffaele Usala – poi si passa alla fase di progettazione esecutiva con degli studi architettonici, vengono risolti specifici problemi legati alla struttura, e vengono redatti disegni operativi e calcoli statici a

CASE ECOSOSTENIBILI

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na casa a basso fabbisogno energetico, di tecnologia costruttiva tedesca (classe A o B), costa mediamente dai 1050 ai 1300 € al m2 “chiavi in mano”, includendo impianti e sanitari. Dietro al boom del mattone forse c’è la spiegazione di tutto il nostro finto benessere dagli anni Sessanta in poi: il desiderio e l’illusione di erigere roccaforti contro la voracità del tempo che tutto cancella. Oggi quelle case ci sembrano brutte e ingombranti. Il legno al contrario ci riporta ad una dimensione del vivere e dell’abitare più umana. È materia viva che respira insieme a noi e che ci permette di rivalutare quella natura che abbiamo trascurato. Il legno riequilibra il livello d’umidità dell’aria interna e agisce come filtro, rilasciando nell’ambiente aria rigenerata; riduce l’inquinamento elettromagnetico, le polveri e l’elettrosmog. I benefici abitativi sono molteplici e percepibili a tutti i nostri sensi. Vivere il legno oggi non è solo una scelta possibile, ma uno stile di vita sostenibile. Il legno è un materiale da costruzione più razionale del cemento: mentre la produzione di un metro cubo di componenti in legno pronti per il montaggio richiede dagli 8 ai 30 kWh, per il cemento il fabbisogno sale a 150200 kWh, per l’acciaio 5-600 e l’alluminio addirittura 800 kWh. Il confronto delle prestazioni in termini di isolamento è senza paragoni: “per ottenere lo stesso valore di isolamento termico per una parete in legno di 10 cm, un muro di mattoni dovrebbe avere uno spessore di 54 cm – spega Raffaele Usala – se si ha a che fare con una casa di 100 m2 questo risparmio di materiale si traduce in un guadagno di volumetria di circa 7-8 m2”.

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norma di legge”. La seconda fase di lavoro è la produzione delle travi in legno: sulla base dei progetti esecutivi vengono realizzati i singoli elementi lignei nello stabilimento di Monastir in modo da realizzare il kit di componenti coordinati sia tra loro, sia con le altre strutture da realizzare. I singoli componenti vengono rifiniti, tagliati a misura, sagomati, forati nel reparto falegnameria. Le travi vengono trattate superficialmente con impregnanti, vernici, oli naturali, cere, secondo le specifiche richieste. Tutti i componenti metallici necessari ai collegamenti degli elementi lignei (scarpette, tiranti, baionette, giunti, cerniere), vengono ordinati su misura e prodotti presso officine esterne, sulla base dei disegni eseguiti in fase di progettazione. Dopo

queste due fasi di progettazione e produzione, in cui una struttura resta ancora su carta, si passa alla posa in opera, si realizza concretamente la struttura: “la nostra organizzazione per la gestione dei cantieri provvede al trasporto nel sito, dove sorgerà la struttura, di tutti i componenti e alla loro posa in opera attraverso squadre di carpentieri montatori specializzati – continua Raffaele Usala – provvedendo a tutte le necessità del cantiere, come sollevamenti, gestione della sicurezza, posa in opera di parti accessorie e di completamento dei pacchetti di copertura come impermeabilizzazione, coibentazione, manto di tegole, ma anche realizzando infissi di falda, montaggio di pannelli fotovoltaici, abbaini, passaggi di camino”.

I 5 VANTAGGI DEL LEGNO:

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costruire col legno è un investimento pulito e sostenibile. Per realizzare un edificio in legno si utilizza un materiale rigenerabile, abbondante e proveniente da foreste in cui il taglio degli alberi avviene in maniera controllata. Grazie alle sue naturali qualità isolanti permette di riscaldare e raffreddare gli edifici con pochissima energia.

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Con le nuove tecniche di prefabbricazione è possibile passare in pochi mesi dalla fase progettuale alla consegna dell’edificio in legno “chiavi in mano”, con un perfetto controllo dei tempi di cantiere e la certezza dei costi preventivati. Quasi una rivoluzione.

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Le costruzioni in legno sono particolarmente sicure in caso di dissesti idrogeologici perché il legno è un materiale leggero, elastico ma resistente.

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Il legno brucia in modo lento, costante e prevedibile, senza crolli improvvisi, garantendo quindi, in caso di incendio, la sicurezza necessaria all’evacuazione controllata dell’edificio.

5

Il luogo comune che un edificio in legno non duri nel tempo è smentito dai molti esempi di edifici storici tuttora in perfetto uso in tutto il mondo (dai Templi di Kyoto fino al Ponte del Palladio del 1569 a Bassano del Grappa). Se ben concepito, realizzato e mantenuto, un edificio in legno vive intatto per secoli. Attualmente gli ultimi eventi sismici in Abruzzo, hanno comportato, unitamente ad altri, l’adozione del legno come materiale per la realizzazione di strutture sismoresistenti.

GODETEVI IL LEGNO AL RESTO PENSIAMO NOI S.S. 131 Km 22.200 - 09023 Monastir (CA) Tel. 070 9311162 - Fax 070 9311122

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ECONOMIA-AZIENDE

UNA POLTRONA PER BASCIU Antonello Basciu è il nuovo Presidente della Sigma. Per la prima volta un cittadino sardo conquista la presidenza di una delle maggiori società della Grande Distribuzione Organizzata nazionale. L’elezione del nuovo leader della grande sigla della distribuzione alimentare italiana è avvenuta, all’unanimità, nella sede centrale di Bologna, durante un Consiglio d’Amministrazione svoltosi nel mese di dicembre 2010. Per i prossimi tre anni quindi, l’imprenditore sanlurese, già Direttore Responsabile della CS&D, ricoprirà un ruolo fondamentale e strategico per tutto il comparto alimentare nazionale, contribuendo a designare le scelte e le tendenze di un mercato in continua espansione ma estremamente complesso e delicato.

I

l nuovo “uomo forte” del comparto agroalimentare italiano arriva a capo della società dopo averne già ricoperto il ruolo di Vice Presidente nel triennio appena trascorso. Il cammino di Antonello Basciu verso la poltrona più ambita del gruppo Sigma comincia virtualmente 40 anni fa con una gavetta esemplare. Perfetto esempio di self made man, inizia come magazziniere in una ditta di Sanluri, l’odierno capoluogo di Provincia mediocampidanese, per poi ricoprire le mansioni di contabile e venditore. Si trasferisce poi a Brugherio, in Lombardia, dove intraprende la carriera dirigenziale, sempre nell’ambito della Grande Distribuzione Alimentare. Tredici anni fa la svolta che ha segnato per sempre la sua vita manageriale. Dopo essere tornato stabilmente in Sardegna fonda, insieme ad altri 9 membri fondatori la CS&D, un centro di distribuzione e servizi, che al giorno d’oggi coinvolge 75 soci, 371 punti vendita in tutta la Sardegna e oltre 2.500 dipendenti. L’eco del successo dell’imprenditore sanlurese varca i confini del Tirreno e apre la strada a stanze del potere decisionale sempre più importanti. La Sigma nazionale lo accoglie nel suo consiglio d’amministrazione. Il passo alla vice presidenza del gruppo è breve, data la sua capacità di risolvere problemi pratici in maniera definitiva e democratica. L’elezione alla carica di presidente rappresenta quindi una tappa obbligata per una personalità che sembra non avere mai tregua. “Questo nuovo capitolo della nostra esperienza professionale – commenta il neo presidente eletto – avviene in un periodo particolare per la storia economica del nostro paese, ma l’organizzazione su cui si basa il Gruppo Sigma vuole mettere in campo delle nuove strategie capaci di contrastare la stagna-

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zione che sta caratterizzando tutto il comparto economico”. Si prospetta all’insegna delle novità, quindi, il triennio che vedrà impegnato lo stratega sardo della distribuzione alimentare nel difficile compito di organizzare uno dei colossi nazionali del settore. Per capire la portata della sfida in corso ecco alcune cifre delle tendenze in corso. Nell’ultima indagine dell’Istat, che ha fotografato i consumi degli italiani e il loro comportamento d’acquisto, le vendite al dettaglio a Luglio sono rimaste invariate rispetto al mese precedente, mentre hanno registrato un aumento dell’1,7% su base annuale. L’indice destagionalizzato del valore delle vendite totali al dettaglio è rimasto invariato rispetto a giugno 2010. Nel confronto con il mese di Luglio 2009 l’indice ha registrato una variazione positiva dell’1,7 per cento. In termini congiunturali (al netto della stagionalità), le vendite di prodotti alimentari sono aumentate dello 0,4 per cento, mentre quelle di prodotti non alimentari hanno subito una flessione dello 0,2 per cento. Rispetto a luglio 2009 le vendite di prodotti alimentari e quelle di prodotti non alimentari hanno registrato aumenti, rispettivamente, del 2,4 e dell’1,3 per cento. Nonostante lo scenario assai statico, Sigma si prepara ad accrescere il suo valore sul mercato grazie all’incremento degli investimenti interni. L’arrivo di 4 nuovi soci porterà ad un aumento del 30% di fatturato nei prossimi 2 anni, garantendo il 24% della quota di mercato nazionale complessiva alla Centrale Italiana, la centrale d’acquisto della GDO nazionale maggiore per quota di mercato a livello italiano, di cui fa parte anche Sigma insieme a Coop Italia, Despar e Il Gigante. “Sono cifre impressionanti – commenta Antonello Basciu – se si pensa che la legge contro


Totale variazione al dettaglio delle vendite Ottobre 2009/2010 e Settembre/Ottobre 2010 ott-10 mensile

Totale variazione percentuale delle vendite Ottobre 2009/2010 0,6

Alimentari

0,4

ott-10 annuale

set-10

ott-09

0,2%

-0,9%

Grande distribuzione 0,2

Imprese operanti su piccole superfici Non alimentari

0

0,6% -3,3% 0,3%

-0,4%

Grande distribuzione -0,2

Imprese operanti su piccole superfici Totale delle vendite

-0,4

-0,6 ott-09 variazione %

nov-09

dic-09

gen-10

feb-10

mar-10

apr-10

mag-10

giu-10

lug-10

ago-10

set-10

ott-10

-0,1

0,2

0,1

-0,5

0,2

0,5

-0,3

-0,2

0,4

0,1

0,1

-0,3

Penso quindi

0,3

1,2% -1,0% 0,3%

-0,6%

Grande distribuzione

0,9%

Imprese operanti su piccole superfici

-1,5%

il monopolio impone di non superare il 25% della quota totale di mercato”. Questo sta a significare che il gruppo Sigma ha saputo crescere in maniera progressiva anche nel corso dell’ultimo anno, a dispetto di tutti i trend negativi relativi al segmento economico in esame. Sigma ha chiuso i bilanci di previsione relativi al 2010 con un fatturato di oltre 3 miliardi e mezzo di euro. La rete commerciale del marchio leader in Italia si basa su una capillare presenza in tutto il suolo nazionale: 2.100 punti di vendita, di cui 19 superstore, 428 supermercati, 582 superette, più di 1.000 negozi di vicinato, oltre 80 discount e 12 cash and carry. Una simile escalation è stata possibile anche grazie alla partnership avviata nel 2004 con Coop

Italia all’interno di Centrale Italiana. “La nostra Centrale – dice il neo presidente Antonello Basciu – ha assunto come filosofia di vita la cooperazione e l’ascolto tra tutti gli associati. Trasparenza, qualità, competitività e servizi sono la base del lavoro che quotidianamente rendiamo al nostro paese. Assumo questo prestigioso incarico con grande entusiasmo e la piena consapevolezza delle sfide che ci attendono. Per cominciare, sentiamo l’esigenza di essere più efficienti, di intensificare l’attività imprenditoriale, per offrire alle imprese appartenenti al nostro sistema una filiera equa e ancor più competitiva”.

CENTRO SERVIZI & DISTRIBUZIONE CS&D Centro Servizi e Distribuzione S.C.p.A.

09039 VILLACIDRO (CA) - Zona Industriale, Loc. Su Tasuru, Strada C7

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ECONOMIA-STORIE

LA PASSIONE VIAGGIA SU 4 RUOTE

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n un presente scosso dalla crisi economica occorre guardare con fiducia al futuro accrescendo la qualità e il valore aggiunto della propria azienda. E’ questo il motore ispiratore della Litterauto, realtà affermata del mercato dell’auto in Sardegna. La strada da percorrere verso il successo viaggia su due corsie: l’ampia gamma di prodotti in vendita e la differenziazione dei servizi offerti. “A discapito di ciò che si potrebbe pensare, il mercato dell’auto è un settore che ancora può offrire grandi opportunità, ma – afferma Simona Littera, titolare di Litterauto – occorre scegliere con prudenza gli investimenti da operare e imparare a guardare al passato, per andare verso il futuro”. Proprio partendo dal passato dell’azienda, la Litterauto ha dato il via ad una grande operazione commerciale, inaugurando una nuova succursale nella Zona Industriale di Villasor. “E’ un’area in espansione, in cui sono già presenti un autolavaggio, un elettrauto e una palestra – continua Simona Littera – e presto apriranno anche altre aziende”. La scelta è maturata dopo tanti anni in cui l’attività ed il giro d’affari è cresciuto, e gli spazi espositivi non sono più sufficienti a contenere le auto in vendita per il pubblico. La necessità di ampliare l’attività, offrendo un’ampia gamma di prodotti, diversificando il

servizio tra privati e aziende, culmina quindi nella nuova succursale. Qui si possono trovare vetture usate e aziendali, ma anche veicoli commerciali come furgoni e automezzi da lavoro come ruspe e camion. “Vogliamo collaborare con piccole e grandi aziende – continua Simona Littera – mettendo a disposizione anche dei prodotti assicurativi di eccellenza”. Litterauto è infatti subagente di Milano Assicurazioni con prodotti assicurativi destinati a privati come la RC auto, assicurazioni vita e casa, e servizi per aziende come polizze infortuni, assicurazioni per attività commerciali o artigianali e investimenti diversificati e personalizzati. Litterauto è presente nel mercato delle 4 ruote da oltre 30 anni. L’azienda nasce nel 1979 per opera di Luciano Littera, che già lavorava nel settore dell’auto: era infatti meccanico e carrozziere. Inizialmente l’autosalone vendeva esclusivamente autovetture Fiat, e rappresentava per lui un secondo lavoro. Negli anni ’80 il mercato dell’auto espose in tutta la sua forza, con modelli sempre più accattivanti e moderni, e l’attività cominciò a crescere, culminando con il passaggio da padre a figlia, da Luciano a Simona. Con la nuova gestione vennero acquisiti anche i marchi Lancia, Alfa Romeo, Wolkswagen, Bmw, Mini, Mercedes, Citroen, Ford, Renault.

LitterAuto

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MOTORI-CONSUMI

MENO CONSUMI, MENO SPENDI, MENO INQUINI!

Sebbene negli ultimi 20 anni le normative europee abbiano imposto ai costruttori di automobili l’adozione di sistemi di sistemi di propulsione sempre meno inquinanti, occorre sottolineare come lo stile di guida sia determinante nel risparmio energetico. Con diversi accorgimenti si può incidere sensibilmente sui consumi di carburante e quindi sulle emissioni nocive prodotte dal proprio veicolo. Un problema di inquinamento quindi, anche se per molti si riduce ad un semplice problema di denaro.

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no stile di guida scorretto può determinare consumi più alti fino al 30%, a parità di chilometri percorsi. Sulla base di queste considerazioni esistono alcuni accorgimenti che aiutano a ridurre al massimo gli sprechi di carburante per risparmiare del denaro, ma soprattutto per rispettare l’ambiente e migliorare la qualità della vita. Un buon risparmio di carburante si può ottenere mantenendo il motore ad un regime di rotazione ottimale, ovvero intorno ai 2/3 del massimo raggiungibile, mediante un cosciente utilizzo del cambio di velocità. L’andatura deve essere mantenuta quanto più possibile uniforme, limitando accelerazioni e decelerazioni brusche. Mantenere una velocità costante può farci risparmiare anche il 20% di carburante. Evitare il più possibile le marce basse (1a e 2a). Evitiamo poi di viaggiare sovraccarichi: gli oggetti voluminosi vanno collocati, se possibile, all’interno del veicolo, tenendo presente che sistemare i bagagli su un eventuale imperiale riduce l’aerodinamica del veicolo determinando un aumento considerevole dei consumi. A velocità sostenute, teniamo chiusi i finestrini e l’eventuale tettuccio apribile, sem-

pre per questioni aerodinamiche. Il condizionatore d’aria o il climatizzatore consuma una quantità di energia non indifferente: conviene usarlo con parsimonia ed evitare di tenerlo sempre inserito o sempre al massimo. Se poi si devono fare tratte molto brevi è meglio non accenderlo, perché si finirebbe per rinfrescare l’abitacolo solo una volta arrivati a destinazione. L’uso del ricircolo dell’aria, invece, aiuta a economizzare i costi d’esercizio del compressore del clima. La pressione dei pneumatici va tenuta sempre sotto controllo e impostata sui valori consigliati dalla casa costruttrice: i pneumatici sgonfi aumentano l’attrito delle ruote, peggiorano le prestazioni del veicolo ed elevano i consumi in modo marcato. Diffidate dei pneumatici troppo economici. Infine eseguire con costanza i tagliandi di manutenzione previsti per il nostro veicolo: la sostituzione del filtro dell’aria e del carburante ad intervalli di tempo regolari, unitamente alla messa appunto dei sistemi di alimentazione, assicurano un notevole risparmio di carburante ed un contestuale miglioramento delle prestazioni del veicolo.

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MOTORI-PNEUMATICI

SCEGLI I PNEUMATICI GIUSTI

ANCHE IN INVERNO N eve e ghiaccio sono avvenimenti eccezionali in Sardegna, se non si tiene conto delle regioni interne del Gennargentu. Durante i mesi invernali, però, vari fattori possono compromettere l’aderenza delle nostre ruote sull’asfalto. La soluzione migliore è quella di sostituire i pneumatici nel periodo invernale per essere pronti a qualsiasi evenienza. “I pneumatici invernali – dice Fabrizio Giua, titolare di Villgomme - si differenziano dalle gomme regolari per la composizione della mescola che in questo caso è ricca di silice e resta morbida e aderente al suolo anche a bassa temperatura”. Per la legge le gomme invernali sono equiparate alle catene, quindi nelle zone in cui quest’ultime sono obbligatorie possiamo tranquillamente utilizzare le gomme termiche ed evitare una multa salata. Inoltre le termiche vanno benissimo anche sull’asciutto. “Questa tipologia di gomme – spiega Fabrizio Giua - funziona in due modi in caso di neve, se quest’ultima è fresca, allora la forte pressione dell’auto aggrega i cristalli di ghiaccio che compongono la colte bianca e la gomma riesce a far presa sulla strada, in quanto si trovano a contatto neve su neve. Se invece il

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problema è uno strato di ghiaccio sulla strada, allora gli pneumatici intervengono con le lamelle, le quali riscaldando il battistrada, creano una differenza di temperatura fra il pneumatico e il ghiaccio, creando un effetto adesivo”. Cosa differenzia nella struttura una gomma normale da una invernale? Di sicuro il disegno e la scolpitura del battistrada. Gli incavi, attraversando il battistrada, creano il disegno vero e proprio del pneumatico. Questo può essere a freccia oppure a onda. Quelli delle gomme estive sono più stretti e meno profondi. La pressione di queste ruote deve essere maggiore di 0,2 bar rispetto a quelle normali. “Quando le conserviamo durante la bella stagione – consiglia Fabrizio Giua - è bene non stiano eccessivamente esposte al sole, ma conservate in luoghi freschi come ad esempio le cantine. Se le laviamo prima di conservarle è ancora meglio”. Se i pneumatici invernali sono importanti è altrettanto importante scegliere quelli giusti e adeguati alla nostra auto. “In teoria – commenta Fabrizio Giua - tutte le indicazioni necessarie sono scritte sul libretto, ma sono un po’ camuffate da una serie di codici, quindi, se non siamo molto esperti, possiamo farci aiutare dal nostro gommista”. Sul libretto sono presenti due informazioni fondamentali: le misure omologate e i codici di velocità. “Spesso si può scegliere fra più misure – termina - se pensiamo di utilizzarle su molti strati di neve optiamo per quelle più strette, in quanto hanno un’aderenza maggiore, mentre se il terreno è più asciutto allora vanno bene anche quelle più larghe”. Insieme al codice di velocità è presente anche un numerino, quest’ultimo indica il carico, ovvero il massimo peso sopportato dalla ruota. Così come il codice di velocità, il carico può essere superiore ma mai inferiore a quello indicato sul libretto.


MOTORI-CORSE

MOTOCROSS E SPONSORIZZAZIONI COME AVERE UN TEAM VINCENTE

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iloti provenienti da tutta l’isola, che si danno battaglia su impianti scoscesi fatti di sali e scendi ripidi e pericolosi. Moto che necessitano di continua manutenzione e nuovi pezzi di ricambio. Il mondo delle competizioni motoristiche a 2 e a 4 ruote, soprattutto quando si svolgono per passione e non per il semplice agonismo, hanno bisogno di un grande sostegno economico, e non sempre i piloti hanno a disposizione i fondi da investire nelle corse. Le sponsorizzazioni tecniche diventano allora uno strumento essenziale per riuscire ad essere competitivi, sponsorizzazioni che apportano un duplice beneficio. Da un lato, infatti, si permette al pilota di poter sostenere le spese che gli consentono di gareggiare, dall’altro si può fare pubblicità al proprio marchio in tutti i circuiti della Sardegna. “Il motocross è uno strumento importante per la conoscenza del nostro marchio nel mercato sardo – spiega Agostino Pistis di Centralmoto – e le vendite delle moto aumentano durante i periodi delle gare”. Centralmoto e Saponi & Profumi, aziende sanluresi, sponsorizzano il team moto che vede alla guida Stefano Floris, giovane rider che gareggia nel Campionato Sardo MX2 under 21, gruppo B. “Ci alleniamo in gruppo su percorsi sterrati a Villamar, Serramanna, Serrenti, Guasila – dice Stefano Floris – mentre le piste vere e proprie si trovano a Villacidro, Capoterra, Sinnai, Gonnesa e Riola Sardo”. “Centralmoto è il partner ideale per un team motociclistico di successo –continua Agostino Pistis – abbiamo una grande professionalità nel capire le esigenze del pilota, e possiamo dare alla moto l’assetto migliore per poter essere competitiva in gara”. Per chi invece, non pratica gare motociclistiche ufficiali, ma è un biker solo per passione, il consiglio è di visitare gli show-room Centralmoto, specializzati nella vendita di moto Kawasaki, Yamaha, Suzuki, e distributori e concessionari ufficiali delle Honda HM.

Honda CRF 250 2011 COMPATTA E AGGRESSIVA, MIGLIORATA NEI DETTAGLI

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a nuova Honda si presenta con una serie di ritocchi che ne enfatizzano l’enorme potenziale. Il motore non propone grosse novità, se non una rivisitazione del software di gestione del propulsore installato sulla centralina. Fermo restando la conferma dell’alimentazione ad iniezione elettronica senza batteria, i progettisti hanno reso la guida più fluida con un’erogazione migliorata fin dai regimi più bassi, con l’obiettivo di massimizzare anche la trazione. La ciclistica si basa sul telaio perimetrale in alluminio, con forcella Showa da 48 mm, più leggera e rivista nell’idraulica e un monoammortizzatore con leveraggio Pro-Link con un setup improntato al miglioramento della stabilità. L’ammortizzatore di sterzo prevede un diametro del cilindro aumentato. Qualche dato tecnico: potenza massima di 43,5 CV a 11.000 giri e coppia massima di 29 Nm a 8.000 giri con un rapporto di compressione abbastanza spinto, 13,2:1. L’interasse di 1.488 mm e valori di inclinazione cannotto (27°12’) e avancorsa (117 mm) piuttosto compatti rendono la CRF250 agilissima, anche grazie al peso contenuto, in appena 101,8 kg.

www.centralmoto.net 10

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MOTORI-CORSE

GIOVANI CAMPIONI CRESCONO

NASCE IL MOTO CLUB SA SPENDULA

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assione, spirito di gruppo e amore per il proprio paese. Gli ingredienti ci sono tutti. Si scaldano i motori: si parte. Nasce così il Moto Club Sa Spendula, ad opera di un gruppo di amici che, a ottobre dell’anno appena trascorso, hanno posto le basi per una sfida senza esclusione di colpi: formare una squadra competitiva e vincente per affrontare le gare di motocross del circuito FMI (Federazione Motociclistica Italiana) che ogni anno impegna i migliori bikers regionali. Dalla teoria si è passati subito alla pratica e, in men che non si dica, gli iscritti

al nuovo club di appassionati sportivi hanno raggiunto le 60 unità. La passione per le due ruote non è nata di punto in bianco. “Prima di fondare il Moto Club Sa Spendula – dice Giuseppe Piras, trentacinquenne Presidente dell’associazione sportiva – molti di noi appartenevano a club sparsi nel centro sud Sardegna. Abbiamo deciso, quindi, di unire le nostre energie e tornare nel nostro paese d’origine, Villacidro, per tentare di regalare al nostro paese quante più vittorie nelle gare dei circuiti ufficiali FMI”. Tra le punte di diamante del nuovo team motociclistico c’è

Moto Club Sa Spendula Via Vittorio Emanuele 192, 09039 Villacidro (VS) Mail: motoclubsaspendula.piras@virgilio.it

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MOTORI-CORSE

il giovanissimo Kevin Pinna. Il dodicenne mini centauro ha già un palmares di tutto rispetto, essendosi classificato al secondo posto nel campionato regionale minicross 2010. Non finisce qui: la giovane promessa del motocross targato Villacidro ha partecipato al Trofeo Nazionale delle Regioni ed alle selezioni federali per la maglia azzurra. Kevin Pinna non sarà solo ad inseguire il sogno del successo. Sono, infatti, 11 in tutto i piloti della scuderia villacidrese che si cimenteranno nelle gare previste per il 2011. Eccoli uno per uno: Andrea Loru, Massimo Trudu, Luca Ghiani, Simonluca Silvestri, Fabio Sollai, Marco Piras, Fabio Galliano, Roberto Cabriolu, Giuseppe Piras , Gianni Steri e il già citato Kevin Pinna. “Quest’anno – spiega Giuseppe Piras – la Federazione ha stilato un calendario di corse in cui tenteremo di farci onore per portare avanti al meglio il nostro progetto”. Il calendario previsto per il 2011 sarà così suddiviso: nove competizioni di motocross e 6 di minicross, 3 di quadcross e 5 di minienduro.

Le iniziative del nuovo team non si esauriranno solo nelle competizioni agonistiche dei circuiti FMI. “Abbiamo in programma una stagione ricca di eventi – commenta Giuseppe Piras – sono infatti previsti nel corso di quest’anno almeno due appuntamenti per gli appassionati delle due ruote sportive, che si terranno a Villacidro e per cui siamo ancora in attesa di conferma”. Il primo appuntamento è previsto per il mese di marzo che vedrà gli spericolati bikers cimentarsi in una gara di minicross, mentre nel mese di aprile dovrebbe essere la volta di una grande riunione di appassionati per una moto cavalcata lungo i meravigliosi crinali dei monti e delle località turistiche villacidresi. Nella pagina a fianco in senso orario: Roberto Cabriolu, Quadcross Villacidro 2009; Fabio Galliano, Quad Siniscola 2008; Luca Ghiani, Quadcross Siniscola 2010; Marco Piras, Quadcross Padru 2008; Andrea Loru, Gonnesa 2010; Kevin Pinna, Minicross Riola Sardo 2010. In questa pagina: Massimo Trudu; Giuseppe Piras; Simonluca Silvestri; Fabio Sollai, Quadcross Siniscola 2010; Gianni Steri; Zaccheddu Gianfranco.

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ECONOMIA-AGRICOLTURA

STORIE DI AGRUMI

Le arance di Villacidro stanno sparendo!Sembra una provocazione alla luce dei 40.000 quintali di agrumi che ogni anno vengono conferiti nella sola centrale agrumicola dell’Associazione Agricoltori Villacidresi. Eppure la vocazione di un territorio per la coltivazione degli agrumi non si misura solo in numeri. Infatti molte delle qualità di agrumi che 40, 50 anni fa rappresentavano il grosso della produzione locale ora sono drasticamente ridotte. Mandarini Avana, più conosciuti semplicemente come “sardi”, arance Vaniglia, il Biondo comune, la varietà Bella Donna stanno lentamente sparendo dalle tavole degli amanti degli agrumi, a causa sia dei mutati gusti dei consumatori che delle leggi del mercato che vogliono massimizzare le produzioni a discapito delle tradizioni.

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ietro la produzione intensiva di arance (soprattutto della varietà Washington) e clementine si cela una cultura e una storia che merita di essere raccontata, anche per comprendere le dinamiche che caratterizzano l’odierno mercato. Paolo Angiargiu, vicepresidente dell’Associazione Agricoltori Villacidresi, ha vissuto in prima persona i cambiamenti che hanno visto trasformare, sviluppare e intensificare la coltivazione agrumicola in Sardegna. “Si è passati – dice Paolo Angiargiu – da una coltivazione di tipo rurale, ad una intensiva e coadiuvata dalla tecnologia”. La differenza più evidente tra l’agrumicoltura del passato e quella odierna è la mutata redditività. “Quando ero giovane – dice Paolo Angiargiu – era comune questo detto “sposa chi possiede un giardino se vuoi assicurarti il benessere economico”. Mezzo ettaro di terreno era abbastanza per campare dignitosamente con la propria famiglia. “Un ettaro coltivato ad agrumi – spiega Angiargiu – rendeva circa 100 quintali di frutta sino agli anni 60, 70. Ora lo stesso appezzamento può rendere sino a 400 quintali, ma la redditività si è molto abbassata”. Se, da un lato, la tecnologia e le moderne tecniche di coltivazione hanno permesso di portare la produttività dei terreni a livelli mai conosciuti prima, l’eccessiva burocratizzazione, i controlli, le attrezzature e i fitofarmaci hanno rappresentato dei costi aggiuntivi che hanno diminuito notevolmente la redditività dell’agrumicoltura. Il sistema del mercato globalizzato ha poi accelerato il processo in atto. “Prodotti di ogni genere, e anche agrumi – commenta Paolo Angiargiu – invadono senza tregua i nostri mercati. Si tratta di agrumi coltivati in maniera molto arcaica, senza le norme e le prescrizioni che hanno fatto lievitare i nostri costi di produzione” . Spesso a complicare la situazione intervengono accordi internazionali che penalizzano ogni slancio produttivo locale. “In certi ambiti – spiega il vicepresidente della associazione villacidrese - esistono dei limiti di produzione che se superati portano a dover pagare pensanti sanzioni. Questo è il paradosso del libero mercato: da un lato spinge a buttarsi nelle produzioni senza mettere freni all’economia globale. Dall’altro vuole imbrigliare le capacità produttive secondo regole che penalizzano interi comparti in favore di altri, secondo logiche politiche e non pratiche”.

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Dall'alto: Paolo Angiargiu, Vicepresidente dell’Associazione Agricoltori Villacidresi, e la sede dell’Associazione Agricoltori Villacidresi; raccolta di agrumi negli anni '70; coltivazione di arance nel Medio Campidano


MARKETING

QUANDO L’ABITO FA IL MONACO L’IMPORTANZA DEL PACKAGING

NELLA COMUNICAZIONE

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n una società come la nostra, dove l’apparenza a volte conta più della sostanza non ci stupisce se, quando dobbiamo scegliere un pro-

dotto siamo attratti più dalla sua confezione che dal suo contenuto. Ormai è statisticamente provato. Quando il consumatore non conosce il prodotto, orienta la sua scelta giudicando il packaging. Fino a vent’anni fa il pack era considerato una spesa aggiuntiva, una delle prime cose da tagliare in caso di riduzione di costi aziendali. Oggi è diventato il centro dell’attenzione dei management. Alla base, la grafica e il design, ingredienti fondamentali in grado di influenzare le decisioni di acquisto del consumatore.

Alla confezione possiamo dunque attribuire un duplice valore, quello pratico come la protezione, la praticità e la conservabilità del prodotto e quello ideale che consiste nella sua valenza comunicativa. Quest’ultima vede accrescere la propria importanza inserendosi come un efficace strumento di marketing. Il packaging riveste il ruolo di medium tra azienda e cliente, in grado di innescare dei processi di comunicazione e fidelizzazione. Un altro obiettivo che si pone, è quello di dare valore all’oggetto,mentre, arrivare alla creazione del desiderio, è il suo traguardo. Prendiamo ad esempio un prodotto “banale” come può essere la pasta. Apparentemente non si possono notare grandi differenze tra una qualità e un’altra. Ecco che entra in gioco la confezione: il packaging. Esso consente di differenziare e personalizzare un prodotto da un altro e, attraverso dei sistemi grafici e iconografici (immagini, colori, lettering, forma ecc.) riusciamo a carpire in un arco di tempo brevissimo

se quel tipo di pasta rientra o meno nelle nostre preferenze di acquisto. Il pack, oltretutto, non descrive ed enfatizza solamente il prodotto, ma racconta sopratutto il marchio: l’azienda. Possiamo scoprire quali sono i valori che la contraddistinguono come: la qualità, la sicurezza, la convenienza, l’ecocompatibilità. Su quest’ultima, le aziende stanno dimostrando (per fortuna) una maggiore sensibilità, consapevoli anche del fatto che, mostrarsi attenti ai problemi dell’ambiente, non può che aumentare il consenso del consumatore. Studiare quindi quali sono i gusti, le tendenze e le sensibilità dell’acquirente aiuta a capire cosa esattamente lo attrae di più in un prodotto. Rimanendo sulle statistiche, è stato dimostrato che un investimento sullo studio e la progettazione creativa del packaging ha un ritorno economico non trascurabile e a tal fine, sempre più aziende rivedono di continuo le proprie confezioni.

Per fare un esempio pratico, possiamo citare il caso Martini che, quando ha arricchito la confezione con elementi color oro lucido per confermare il posizionamento di alta gamma che da sempre identificava il brand, ha visto incrementare le sue vendite del 20% nei tre anni successivi. Bisogna anche sottolineare che, se il packaging è scadente, o in quel momento non ha corrispondenza col contesto nel quale si vuole inserire il prodotto, qualsiasi forma pubblicitaria può essere va-

nificata. Questo vale ancora di più per prodotti appena lanciati sul mercato, che non hanno un brand e un grande appeal. Fabio Carcangiu BlackSheepADV.it

HONEY di Valentina Bullita

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TECNOLOGIA-PC

IL SOFTWARE LIBERO? LO ISTALLIAMO NOI. Sistemi operativi, browser, antivirus, programmi di videoscrittura, lettori multimediali e programmi di calcolo e di archiviazione dati. Oggi tutti posseggono un PC. Quindi tutti sanno che senza l’utilizzo di certi programmi avere un PC significa avere una scatola vuota. I programmi costano, a volte non poco, ma una filosofia informatica in larga diffusione ci permette di venire incontro alle esigenze degli utilizzatori dei computer senza far spendere un patrimonio. Venite a trovarci, vi spiegheremo il mondo del freeware, del software libero.

I

l concetto di software libero deriva da quello di libertà di scambio di idee e di informazioni. Analogamente alle idee, il software è immateriale, e può essere riprodotto e trasmesso facilmente. Parte essenziale del processo che sostiene la crescita e l’evoluzione del software è la sua libera diffusione. Fu Richard Stallman, nei primi anni Ottanta, a formalizzare il concetto di software libero. Richard Stallman diede vita al progetto GNU, con lo scopo di tradurre in pratica il concetto di software libero. Ogni programma o software è corredato di una licenza.

Una licenza di copyright è un documento legale generalmente distribuito assieme ad ogni programma. Gran parte delle licenze usate non sono libere, e quasi sempre non consentono la copia del programma, né la sua modifica. Spesso, se il programma è installato sul computer di casa, la licenza impedisce persino di installarlo sul proprio portatile. Se il programma è utilizzato in uno studio professionale, non consente di tenerlo installato su un computer di riserva, nel caso che quello principale si guasti. Esistono alcuni miti da sfatare intorno al software libero. Il primo è che sia sempre gratuito. La libertà del software non ha nulla a che vedere con il suo prezzo. Benché gran parte dei software liberi siano distribuiti gratuitamente, ci sono programmatori che vivono della vendita

e della manutenzione dei programmi liberi da loro creati. È falso che il software gratuito sia sempre libero. Molti programmi coperti da proprietà vengono distribuiti gratuitamente. È falso che il software libero sia privo di copyright. Benché si possa rinunciare al copyright su un proprio programma e renderlo di pubblico dominio, la gran parte del software libero è distribuito con una licenza. La rilevanza economica del software libero è ancora ridotta, ma è in fortissima crescita ormai da alcuni anni, e tutto consente di supporre che tale crescita continui nel prossimo futuro. Ad oggi, il software libero è ampiamente diffuso in ambito accademico,

industriale e fra gli appassionati di calcolatori. Questi sistemi liberi sono disponibili a costi molto bassi, ben inferiori a quelli di analoghi sistemi proprietari. Tuttavia, a causa delle loro caratteristiche, il loro uso richiede una buona cultura di base nel campo del software. Ma le implicazioni dell’uso del software libero non sono soltanto tecniche ed economiche, perché il software da tempo ormai è avviato ad occupare un ruolo di primo piano nella nostra vita quotidiana, ed è destinato a cambiare in maniera profonda la società. Fabrizio Giorri

di Giorri Fabrizio Via Pascoli 4, Villacidro (VS) - Tel. 070 2348192 - Fax 178 6041936 Email: netsystemcomputer@tiscali.it 34

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TRADIZIONI-CULTI

LA MUSICA NEL RITO La partecipazione dei fedeli ai riti della chiesa cattolica può essere intensificata grazie alla presenza del canto e della musica strumentale.

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n primo quesito che ci si potrebbe porre è se sia opportuno o meno intonare dei canti durante un funerale. L’utilizzo del canto nel corso del rito delle esequie può costituire un’importante opportunità volta a creare un sentimento di unità tra gli individui sostenendo le persone colpite dal lutto e rendendo partecipe l’intera assemblea della loro perdita. La musica strumentale è una valida forma di commento al rito delle esequie che pur non accompagnando direttamente il fedele ad una partecipazione attiva al rito gli consente, senza averne quasi coscienza, di porsi nello stato d’animo adatto a fruire della funzione consolatoria del rito funebre. Naturalmente la scelta dei brani è di fondamentale importanza. La scelta della musica per un funerale andrebbe fatta dalla famiglia o dagli amici tenendo conto di cosa sarebbe piaciuto al dipartito o, in alcuni casi, di cosa ha realmente richiesto. Comunque

L’utilizzo della musica e del canto in un rito importante e delicato come quello delle esequie merita sicuramente una attenta valutazione.

sia, se non viene manifestato interesse particolare per la scelta della musica, tocca al celebrante offrire suggerimenti adatti al caso. Una musica conosciuta può essere di conforto. Alcuni però cercano di evitare la scelta di un pezzo cui sono particolarmente affezionati perché non vogliono associarla con il dolore del lutto. Non ci sono restrizioni al tipo di musica che può essere ascoltata durante il rito funebre. Si tratta infatti di scelte effettuate in base ai gusti personali anche se, attualmente, molte persone danno per scontato che, almeno in parte, sarà musica classica. La durata di ciascun pezzo è invece molto importante. Normalmente, è meglio che vi siano dai 6 agli 8 minuti di musica iniziale ininterrotta; ciò per avere un sottofondo musicale durante l’ingresso ed all’inizio della cerimonia. Per l’eventuale momento della riflessione personale, un minuto è già lungo. Per il momento del commiato, se la si vuole al posto del silenzio, una trentina di

secondi sono sufficienti. Per l’uscita, invece, servono circa cinque minuti di musica. In più, è sempre possibile cantare insieme oppure ascoltare canti dal vivo o musica suonata dal vivo, sia da professionisti sia da parenti o amici. Come per le letture fatte da amici o da parenti, il tributo musicale non è necessariamente una performance professionale ma un contributo personale da parte della persona che lo offre. Variano moltissimo le opinioni per il giusto grado di solennità della musica usata nel rito funebre. Vi è la tendenza a scegliere una musica abbastanza solenne all’inizio, per dare il giusto tono all’occasione, e la tendenza, alla fine, ad eseguire un pezzo un po’ più brioso per risollevare la gente in uscita. Alcune battute musicali molto lente e forse tristi sono più opportune per sottolineare il momento del commiato, se si decide di inserirvi della musica.

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SALUTE-ANIMALI

IL NOSTRO AMICO A QUATTO ZAMPE:

SEMPRE SANO E BELLO... a cura del Dott. Marco Marras, Medico veterinario presso la Clinica Veterinaria Norbio Villacidro

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hi condivide la propria casa con cani e gatti, spesso pensa di conoscere tutto, o quasi, dei problemi ai quali vanno incontro i nostri amici a quattro zampe. Molti dei proprietari però, sempre più spesso si lamentano dell’alito del proprio “coinquilino”, soprattutto se questo condivide, come sempre più frequentemente accade, gli spazi chiusi dell’abitazione. E’ soprattutto in questi casi che l’igiene orale diventa essenziale e per la salute della bocca del nostro amico e per una più piacevole convivenza tra lo stesso e il proprietario affezionato. Verosimilmente ai processi che interessano l’uomo, anche nella bocca del nostro cane o gatto, tutto ha inizio con la formazione della placca batterica, la quale, in un secondo momento può andare incontro ad una sorta di processo di cristallizzazione ad opera dei sali minerali contenuti nella saliva e la conseguente trasformazione in tartaro. L’infiammazione che può conseguirne, si manifesta, nelle forme più semplici, come gengiviti, in forme più gravi come parodontiti (interessamento di tutte le strutture che stanno attorno al dente) fino all’esito finale che è la perdita del dente, con possibile formazione di fistole oronasali (comunicazione tra bocca e cavità nasale) e i problemi che a queste conseguono. Inoltre, la bocca è spesso sede di infezioni primarie, che per via ematica arrivano in altre sedi provocando patologie batteriche anche di notevole

importanza (osteomieliti, endocarditi etc.). La placca quindi è il primo stadio del problema nel momento in cui il proprietario stesso può ancora intervenire con successo. Come in ogni famiglia ligia all’igiene orale, allora non stupitevi se parliamo di “lavaggio dei denti” anche nel nostri amici animali, i quali soprattutto se abituati fin da cuccioli, tollerano questo per loro fastidioso ma utile gesto (del resto esistono in commercio dentifrici e spazzolini creati appositamente per loro!). Ancora, un’alimentazione secca a base di croccantini, con la sua blanda azione abrasiva, è un altro accorgimento utile nel mantenere puliti i denti del vostro amico. Quando invece ormai ci si ritrova davanti ad alitosi e placche di tartaro notevolmente gravi allora è soltanto il veterinario che può intervenire con una detartrase, più semplicemente detta “pulizia dei denti”. A questo punto, spesso capita che anche il proprietario più attento sorrida stupefatto e incredulo, solo dopo si rende conto dell’importanza dell’argomento soprattutto dopo aver ricevuto una slinguazzata puzzolente dall’amico che stringono amorevolmente tra le braccia. Non si tratta infatti della deleteria e ridicola trasposizione di un gesto tipico degli umani, ma solo di una efficace misura preventiva che può evitare guai seri al nostro amico. Parlatene con il vostro veterinario di fiducia.

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SALUTE-VISTA

DIMENSIONE VISTA

CONTRO IL CHERATOCONO

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l Medio Campidano registra il più alto tasso di cheratoconi in Sardegna. Una diagnosi precoce della malattia può bloccarne il decorso migliorando sensibilmente i sintomi attraverso cure specifiche. Lo studio ottico Dimensione Vista di Donato Atzei, grazie all’utilizzo di un moderno strumento ottico, chiamato Topografo Corneale, è in grado di risolvere il problema, spesso ignorato o non avvertito da chi ne è colpito. Una pronta diagnosi, infatti, riesce a contrastarne efficacemente gli effetti negativi. “Il cheratocono – spiega Donato Atzei - è una malattia della cornea che nell’ 85% dei casi colpisce entrambi gli occhi. Il problema insorge quando la parte centrale della cornea inizia ad assottigliarsi e ad incurvarsi progressivamente verso l’esterno”. Si riscontra quindi una curvatura irregolare della cornea, che perde la sua forma sferica, divenendo conica. La malattia ha una maggiore frequenza nel sesso femminile. Può esistere anche una predisposizione ereditaria. La malattia può presentarsi già durante l’adolescenza. I sintomi della malattia sono quanto mai subdoli. “Nei casi di cheratocono – spiega l’ottico villacidrese - la curvatura irregolare della cornea produce distorsioni delle immagini ed una visione confusa sia da vicino che da lontano. Il paziente accusa una diminuzione della vista, soprattutto da lontano”. La vista tende a peggiorare irreversibilmente. Il rischio è che il cheratocono venga scambiato con una miopia associata ad astigmatismo, se non si esegue un esame mirato. Una sua corretta diagnosi può essere fatta attraverso una specifica visita, presso lo studio ottico Dimensione Vista, chiamata Topografia Corneale. “La topografia corneale - spiega Donato

Rubrica a cura di Donato Atzei

Atzei - è un metodo di lettura della curvatura della cornea. Il topografo corneale proietta una serie di anelli illuminati sulla superficie della cornea, che poi vengono riflessi nello strumento. Gli anelli riflessi vengono analizzati dal computer che in seguito genera una mappa corneale”. La mappa e le varie analisi a computer rivelano ogni distorsione della cornea come la curvatura e i meridiani dell’astigmatismo. La mappa corneale viene inoltre usata

per eseguire gli esami prima di un intervento chirurgico e, soprattutto, è diventata la base per il contattologo che la utilizza per studiare, eseguire ed adattare una lente a contatto per una cornea con cheratocono. “Esistono varie soluzioni per la cura del cheratocono – termina Donato Atzei - il trattamento del cheratocono dipende dal grado di evoluzione della malattia e va dagli occhiali alle lenti a contatto fino ad arrivare al trapianto di cornea”.

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BEVANDE

QUANDO IL CAFFÈ AIUTAVA A PREVEDERE IL FUTURO

LA CAFFEOMANZIA

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ietro la fragranza ed il gusto di una tazzina di caffè si celano storie e miti ancestrali. La bevanda più famosa e diffusa al mondo è la protagonista di una cultura che mescola storie diverse, ma sempre legate a vicende umane che trasmettono fascino, magia e mistero. La prossima volta che porterai alla bocca la tua meritata ricompensa per le fatiche giornaliere prova a ricordare questa leggenda.

La caffeomanzia è un metodo di divinazione effettuato tramite la lettura dei fondi di caffè. Di antiche origini orientali, arriva in occidente solo alla fine del 1600, ed è tutt’oggi molto conosciuta e praticata nel Sud dell’Italia, specialmente da anziane signore che lo hanno imparato negli anni ‘50. La divinazione interpreta le figure che si formano sul fondo del piattino e della tazza. Il caffè utilizzato è il cosiddetto caffè turco, ottenuto da una miscela di polvere finissima di caffè e acqua, portata ad

ebollizione in un pentolino di metallo. Una volta pronto, si beve il caffè senza aggiunta di zucchero, premurandosi di lasciare sul fondo un po’ di liquido scuro. A questo punto, concentrati sulla domanda da fare, si ruota la tazza e la si capovolge sul piattino. Si attendono due minuti per dar modo ai residui di caffè di depositarsi sui bordi della tazzina e si è pronti a leggere il responso. Si guarda nella tazza e si interpretano le figure formatesi: quelle interne alla tazzina rappresentano

il futuro; i residui scivolati nel piattino, rappresentano invece la situazione attuale. È bene non muovere il piattino in quanto la posizione in cui le figure si presentano è molto importante ai fini del responso. Chi effettua la divinazione deve concentrarsi e roteare la tazzina fra le mani, per cercare di interpretare i segni consolidati sulle pareti interne della tazza.

Chi Siamo

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ending Solution è l’azienda leader nel mercato della distribuzione automatica nelle province di Cagliari e Medio campidano. La società opera a 360° riuscendo a coprire la fornitura dei prodotti e l’assistenza tecnica sia per i distributori in comodato d’uso che per i distributori di proprietà dei clienti. Collaborazioni tecniche di alto livello permettono di garantire un parco macchine di ottima qualità, sempre efficienti e conformi alle norme di igiene e sicurezza. L’assistenza tecnica per i distributori in comodato d’uso, inoltre, è totalmente a nostro carico. Siamo in grado di offrire il nostro servizio anche per eventi ed ogni esigenza temporanea quali convegni, fiere, meeting e feste private.

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BEVANDE

VILLACIDRO MURGIA LA TRADIZIONE DEI LIQUORI SARDI, INIZIA DA QUI

La distilleria Villacidro Murgia venne fondata nel 1882 dal chimico e farmacista Dott. Gennaro Murgia. Da oltre 140 anni il Villacidro Murgia è considerato uno degli emblemi liquoristici della Sardegna. La sua ricetta è giunta alla quinta generazione della famiglia, che ne custodisce il segreto. La distilleria è vincitrice di innumerevoli premi specialistici in tutta Europa: dalla Esposizione Mondiale di Parigi del 1900 sulla Tour Eiffel ad innumerevoli altri nell’Europa più brillante della prima metà del Novecento.

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a Distilleria a Vapore del Commendator Gennaro Murgia venne fondata nel 1882 dal chimico farmacista Dott. Gennaro Murgia a Villacidro, per rispondere alla gran richiesta di distillati di vino come cognac o brandy, che in quegli anni aumentava notevolmente a causa della Fillossera, insetto giunto dal continente americano intorno al 1870 e che andava distruggendo gran parte dei vigneti europei, tranne, temporaneamente, la Sardegna grazie al suo isolamento territoriale. Sull’onda del successo che i suoi distillati ottenevano sul mercato non solo sardo, il Commendator Murgia mise a punto una serie di nuovi prodotti liquoristici basati sull’aromatizzazione con ingredienti naturali degli alcol ottenuti nella sua distilleria.

VILLACIDRO MURGIA GIALLO

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’ un liquore semidolce di buona alcolicità (40°) molto aromatico, di gusto complesso, articolato su diversi piani di sensibilità, ottenuto da oltre 20 componenti fra erbe, radici, bacche, e resine, lavorate secondo una ricetta segreta, fra cui anice e Zafferano della Sardegna prodotti nelle tenute della famiglia Murgia dal 1882, di colore giallo oro intenso, solare. Da bere responsabilmente. Abbinamenti in gastronomia Dalla classica ricotta con il Villacidro Murgia, alle sebadas col miele, alle macedonie di frutta e yogurt, alla fetta di ananas o di arancio col Villacidro Murgia, ai cocktail basso-medio alcolici. Ingrediente tradizionale nelle zippulas ed altre fritture, nelle pabassinas, candelaus, anicini e pistoccus tutta la gamma dei dolci tipici della Sardegna è arricchita dalla presenza discreta del Villacidro Murgia. Dalle ricette più riservate della famiglia, si ricorda il sanguinaccio dolce, la torta di ricotta e canditi, la pernice all’americana, la beccaccia, la zuppa di magro.

Nel 1889, con un’inserzione pubblicitaria sull’Unione Sarda, venne presentato il Villacidro Murgia Giallo, liquore semidolce che annovera nella sua composizione lo zafferano e venti aromi diversi, il cui segreto viene tramandato di padre in figlio e che oggi è giunto alla quarta generazione. Con lo stesso stile di preparazione sono preparati il Villacidro Bianco, aromatizzato a base di finocchio selvatico; l’Amaro Sardo all’Aloe, forte e amarissimo ma che lascia la bocca perfettamente ripulita da aromi residui; il Mandarino, dal sapore delicato come quello dell’antichissimo agrume; il Mirto di Villacidro, ultimo nato, ma realizzato con lo stesso amore e cura artigianale che contraddistingue tutta la produzione di questa piccola, grande fabbrica.

Anche d’inverno i frutticoltori Villacidresi pensano alle nuove piante da frutto da impiantare. Presso i nostri uffici sono disponibili le note per la prenotazione degli astoni di un anno delle varietà di fruttiferi risultate le migliori nelle ultime stagioni.

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BEVANDE

COME NASCE UN ACQUA PREZIOSA?

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2O è l’unica formula chimica che tutti conoscono, ed è giusto che sia così. L’acqua non è solo la sostanza più diffusa sulla terra, ma è la condizione necessaria, la fonte, la matrice della vita. In tutti gli antichi miti della creazione, in principio era l’acqua. L’acqua è la bevanda “principe”, la più sana e migliore per la salute dell’organismo, capace di soddisfare la sete senza attentare alla linea. Si deve bere spesso e non aspettare di avere sete per poter rinnovare continuamente le perdite di liquidi che l’organismo subisce durante la giornata. L’acqua minerale naturale in particolare, grazie al suo contenuto di minerali, aiuta a reintegrare e a fornire il corpo dei sali di cui ha bisogno. Non tutte le acque minerali sono uguali: ognuna ha caratteristiche specifiche che dipendono dal tipo di sali in essa disciolti. E’ quindi importante saper scegliere tra le acque in commercio, quella più idonea ai propri gusti, bisogni e disturbi. L’acqua Sattai sgorga nel Comune di Guspini, nel Medio Campidano, nella località “Funtana coperta”, in un ambiente naturale di quiete ed assolutamente incontaminato. La località è situata a sud del centro abitato in una zona collinare, alle pendici delle montagne granitiche del Guspinese, che conferiscono all’acqua le caratteristiche proprie di un’Acqua Oligominerale, microbiologicamente pura. Per diventare Sattai, l’acqua deve avere peculiarità uniche. “L’Acqua Minerale Sattai – dice Marcello Piccioni della Golden Acque, da sempre presente in azienda – ha superato tutti gli esami imposti dal Ministero della Sanità, attraverso analisi chimicofisiche e microbiologiche che determinano le caratteristiche salienti dell’acqua”. Premesso

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che tutte le acque potabili contengono sali, la legge considera “minerali” quelle che originando da una falda sotterranea, hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute. Qualsiasi trattamento chimico che alteri la composizione dell’acqua è vietato: le acque minerali devono essere batteriologicamente pure e prive di inquinanti; devono poi essere imbottigliate come sgorgano dalla sorgente. L’unico trattamento eventuale è l’aggiunta di anidride carbonica per renderle gassate. Si differenziano dall’acqua potabile del rubinetto, che può essere prelevata da laghi, fiumi o falde superficiali e può essere sottoposta a trattamenti come ad esempio l’aggiunta di cloro. “Tutte le operazioni di imbottigliamento dell’acqua Sattai – continua Marcello Piccioni - si svolgono in ottemperanza al più rigido Sistema di Gestione dell’Igiene e Qualità, nel pieno rispetto delle caratteristiche originarie dell’acqua stessa, al fine di conservarne intatte le caratteristiche organolettiche che la qualificano come un’acqua oligominerale dalla composizione particolarmente equilibrata, ideale per l’alimentazione di tutti i giorni, ed indicata in modo specifico per chi ha problemi di ipertensione e diuresi”. Cercate nei vostri negozi di fiducia l’acqua Sattai, indicata in modo specifico per chi ha problemi di ipertensione e diuresi. Anche gli altri prodotti della Golden Acque sono imbottigliati con la stessa passione per la purezza: la Fonte Linas, equilibrata, in vendita nei punti Nonna Isa, e la Lughentina, ideale per l’alimentazione di tutti i giorni, distribuita nei punti vendita Auchan. Sede legale: Via Togliatti 78, 09028 Sestu (CA) Stabilimento: Loc.Funtana Coperta sn 09036 Guspini (VS) Tel: 070.970471 - Fax: 070.972698 Mail: goldenacquesrl@tiscali.it - Web: goldenacque.it


BEVANDE

PROFUMI, AROMI, FRAGRANZE DELLA SARDEGNA

COME NASCE IL FILU 'E FERRU La produzione della grappa è un processo antichissimo, lungo e paziente, che si protrae anche per mesi. Il sapiente lavoro del mastro distillatore inizia con la selezione delle migliori vinacce idonee alla lavorazione, ma solo con la calma che caratterizza questo processo

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e grappe I Nuragici nascono dalla passione per una terra, la Sardegna, e per i suoi prodotti. La materia prima impiegata proviene esclusivamente da vitigni autoctoni. “Le vinacce vengono conferite direttamente dai produttori, in contenitori chiusi che garantiscono le massime condizione anaerobiche – dice Andrea Melis, titolare e mastro distillatore de I Nuragici – ed a poche ore dalla separazione del vino delle stesse, conservano tutte le caratteristiche del vitigno di provenienza, che permette di mantenere i profumi e gli aromi contenuti nelle materie prime”. Le vinacce provengono dai vitigni di Cannonau, di Vermentino, di Monica, di

Nuragus, di Malvasia e di Moscato. La distillazione avviene in un impianto in rame ed acciaio inox, come da tradizione, e il sistema discontinuo a “bagnomaria” in alambicco, riscaldato a vapore indiretto, che garantisce il rispetto della migliore arte distillatoria. “Ogni fase è monitorata ed esaminata mediante un sistema computerizzato che consente di distillare i prodotti in maniera omogenea, senza sbalzi termici – continua Andrea Melis – ciò garantisce la morbidezza e la fragranza delle nostre Grappe, ed esalta le peculiarità di ogni singolo vitigno di origine”. Le grappe, stressate dalla potente azione termica subita, riposano in serbatoi inox per almeno 12-18 mesi prima di essere

chimico si possono estrarre, mediante l’uso del calore, tutte le fragranze delle diverse varietà di vinacce. Oggi gli elementi chiave della produzione della grappa sono un mix fra tradizione e tecnologia, condita con una buona dose di passione ed amore.

Abbardente

Grappa di Cannonau

Grappa di Monica

Grappa di Nuragus

Grappa di Vermentino

Filu ‘e Ferru

Grappa di Cannonau

Prodotto e distillato in Sardegna

Prodotto e distillato in Sardegna

Prodotto e distillato in Sardegna

Prodotto e distillato in Sardegna

Prodotto e distillato in Sardegna

Prodotto e distillato in Sardegna

Prodotto e distillato in Sardegna

sottoposte alle successive lavorazioni di condizionamento e imbottigliamento. “E’ in questa fase che tutti gli sforzi prendono forma e consistenza. – continua il mastro distillatore – l’operazione di estrazione di profumi e aromi, delicata ed appassionante, è interpretata come l’apertura di un prezioso scrigno”. Emerge, così, tutta la forza ed il carattere del Cannonau, che dal Campidano ai monti della Barbagia impersona la generosità ed il vigore del popolo Sardo; l’aroma fruttato del Vermentino, che cattura il palato e il naso, tra mille sensazioni ed fragranze di frutta fresca; della Monica, una gradevole miscela di profumi di frutta con un piacevole retrogusto di uva passita, a memoria del suo trascorso di uva da tavola; del Nuragus, il vitigno autoctono per eccellenza, che rapisce anche i palati più

Ambrato

Ambrata

esperti con la sua eleganza ed il suo carattere deciso ma non invasivo; della regina delle uve bianche, la Malvasia, fruttata con il profumo di salvia e di mela; ed infine del Moscato, profumato e aromatico, estremamente gradevole e morbido al palato. La linea grappe I Nuragici esaltano i profumi, gli aromi, le fragranze generando sensazioni, spesso diverse tra loro, ma distintive della loro terra di origine: la Sardegna.

I NURAGICI

Via Puccini, 11, 09043, Muravera (CA) Tel: 3270303920 - Fax: 0704518088 Web: www.inuragici.com Mail: info@inuragici.com andrea@inuragici.com

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Vertenza entrate:

“MENO FATTI, PIÙ PROMESSE”

di Raffaele Usala raffaele.usala@mysardegna.it

In certi casi è d’obbligo un titolo ironico per una questione come quella della vertenza entrate della Regione Sardegna. Il nodo gordiano ruota attorno ai 4 miliardi e 500 milioni di euro che lo Stato promise e che ora si rimangia, e che si trascina ormai da Settembre

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el 2007 Renato Soru e Romano Prodi, rispettivamente governatore della Sardegna e Primo Ministro all’epoca, concordarono un nuovo regime di entrate che prevedesse maggiori trasferimenti di quote Iva e Irpef dallo Stato a favore dell’Isola. In cambio la Regione si sarebbe autosostenuta per quanto riguarda le spese della sanità, del trasporto pubblico locale e della continuità territoriale. Grazie a quella riforma, lo Stato avrebbe dovuto trasferire in Sardegna 4 miliardi e 500 milioni durante l’anno 2010, mentre la Regione si impegnava a sostenere nuove spese per nuove competenze (sanità, trasporti, continuità) per un ammontare di 1 miliardo e 600 milioni. Queste spese erano già state iscritte al budget dalla Regione, ma non un euro è arrivato alla Sardegna. Peggio: questi soldi mancano ancora nella legge di assestamento di bilancio (fonte: Ragioneria Generale dello Stato). Il Governo, interrogato a più riprese sulla vicenda, accampa scuse aleatorie, come la mancanza delle norme di attuazione per il trasferimento delle risorse che legittimamente spettano alla Sardegna, mentre, invece, per il trasferimento delle competenze (sanità e trasporti) queste norme di attuazione non servono. Come dire: quando le risorse vanno messe di tasca propria, nessun problema: le questioni nascono quando si tratta invece di restituirci il dovuto. La lenta burocrazia italiana, intanto, come da copione, ha istituito un tavolo di trattative con una

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commissione paritetica StatoRegione per determinare secondo norme di attuazione precise i meccanismi di calcolo delle quote di gettito spettanti alla Sardegna che l’accordo Prodi-Soru non aveva precisato: ma della Commissione Paritetica ancora non c’è l’ombra. Secondo il Governo, ma anche secondo Giorgio La Spisa, Assessore alla Programmazione, l’accordo del 2007 “aveva due limiti evidentissimi: primo, non stabiliva i criteri di calcolo delle quote di alcuni tributi; secondo, rinviava al 2010 l’entrata a regime del nuovo sistema. Questo significa che Prodi e Soru hanno chiuso l’accordo impegnando i governi futuri”(fonte: regione sardegna.it). Speriamo che una volta istituita la Commissione questa non si trasformi nell’ennesimo bluff, dal momento che basterebbe l’opposizione della parte governativa per mandare tutto all’aria. Fortunatamente i maggiori mezzi d’informazione – ma solo quelli sardi – continuano a occuparsi della vicenda, tenendo informati i cittadini del conflitto istituzionale che si sta attuando tra Stato e Regione. Il Governatore Ugo Cappellacci alza la voce, pretendendo che il Governo Nazionale dia risposte concrete in tempi brevi: “ho scritto una lettera al Presidente Berlusconi e al Ministro Calderoli – dice il presidente dei sardi – in cui ho espresso la posizione della Giunta Regionale. Saremo irremovibili e pronti ad arrivare fino alla Corte Costituzionale” (fonte: Unione Sarda). Lo stesso capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale Mario Diana dalle pagine dello stesso quotidiano appoggia

2010, con esiti a dir poco sfortunati. A distanza di mesi, sembra che non si riesca a porre alla questione la parola fine. Uno smacco da parte del Governo centrale “amico”, prodigo di grandi proclami, ma parsimonioso quando occorre dimostrare con i fatti le promesse.


CAPPELLACCI: NON SIAMO DISPOSTI

A RINUNCIARE A UN SOLO EURO

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’ questo in sintesi la rassicurazione che ha fornito il Presidente della Regione Ugo Cappellacci nel suo intervento a ridosso di Natale in Consiglio Regionale. Cappellacci, che prima d’intervenire in aula si era confrontato con l’opposizione, ha precisato che la Regione non è assolutamente disposta a perdere quanto le è dovuto. “Per questa ragione – continua il Presidente – stiamo già valutando le possibilità per far valere le nostre ragioni, anche in via giudiziaria, sollevando il conflitto di attribuzioni o rivolgendoci al giudice ordinario”. Il Presidente ha sottolineato l’importanza di valorizzare lo spirito positivo emerso nelle corso delle interlocuzioni fra maggioranza ed opposizione e all’interno degli stessi schieramenti. “Uniamo le forze – è stato l’appello – superiamo gli steccati e troviamo insieme soluzioni per la Sardegna. Non ci spaventa conflitto con lo Stato. L’unica cosa che ci interessa è ottenere il risultato”.

il suo leader: “le risorse dovute alla Sardegna sono indispensabili per dare piena copertura alle nuove funzioni attribuite alla Regione in materia di sanità e trasporti e per poter mettere in campo le misure di sostegno all’economia che l’Isola attende per favorire la ripresa della crescita e l’uscita dalla crisi”. A dicembre il Governo però ha alzato la posta, e si impegna a garantire 5,3 miliardi per il 2010 e 5,4 miliardi per il 2011, molto più di quanto stabilito nell’accordo Soru-Prodi del 2007. In cambio ha proposto alla Regione di rinunciare: alle compartecipazioni sui giochi Lotto e Superenalotto; al calcolo dell’Ire (imposta sul reddito) su base Pil, il governo vorrebbe che la base sia l’Irap (imposta regionale sulle attività produttive); a ogni rivendicazione sulle accise. Promettere ancor di più, quando non esiste nemmeno garanzia del gettito di contributi già formalizzati da una legge, è molto grave, e offende l’animo di una Regione che quotidianamente si dà da fare, contribuendo a pagare tributi e imposte onerose. Infatti i contributi che lo Stato intende togliere, cioè quelli sui giochi e sulle accise, valgono molto di più, soprattutto in prospettiva futura. Per esempio nel 2009 in Sardegna le tasse sulle accise (alcolici, benzina, gasolio, oli vari, gpl) hanno fruttato oltre 6 miliardi di Euro (precisamente 6.036.875.128), di cui solamente 726.735.943 € sono rimasti nell’Isola (fonte: Agenzia della Regione Autonoma della

Sardegna per le Entrate), una bella cifra, se pensata come gettito annuale, oltre le ordinarie tasse. Questo comportamento da parte del Governo ci accolla solamente gli oneri, e non gli onori, della riforma delle entrate: rischiamo cioè di dover pagare di tasca per la sanità, il trasporto pubblico e la continuità territoriale – così come prevedeva l’accordo StatoRegione del 2007 – senza vederci riconosciute e trasferite le entrate che, in contraccambio, avremmo dovuto ricevere. Con le conseguenze di un ulteriore impoverimento delle risorse a favore dei sardi, di una maggiore tassazione o del ricorso a metodi estremi, come le collette degli agenti di polizia per pagare la benzina. Il denaro eppure c’è, ma chissà come, è utilizzato in altre maniere. Basti pensare agli oltre 50 miliardi di euro dei Fas (fondo per le aree sottoutilizzate), che sarebbero serviti a finanziare anche la nuova strada Olbia-Sassari, ferma per mancanza di denaro, utilizzati (fonte: report.rai. it) come bancomat per le ricostruzioni dopo il terremoto in Abruzzo, Marche e Molise, per tappare i buchi di bilancio delle amministrazioni di Roma, Catania e Palermo, pagare gli ammortizzatori sociali, l’emergenza rifiuti, la proroga della rottamazione dei frigoriferi, e le multe delle quote latte del Nord.

Nella pagina a fianco: il Governatore Ugo Cappellacci; proteste al palazzo della Regione in Via Roma a Cagliari; l’aula del Parlamento Sardo; panorama di Sassari; Berlusconi e Prodi alla tornata elettorale del 2006; i bastioni di Alghero.

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