Dall’aquila bicipite alla croce uncinata: Trentino, Sudtirolo, Val Canale, 1919-1939

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etiopica e non gli risparmieranno nemmeno la campagna di Russia con l’esercito tedesco e relativa prigionia, dopo che per effetto delle opzioni aveva senza esitazioni deciso di diventare cittadino germanico nella speranza di trovare una patria più generosa e un lavoro meno duro e pericoloso di quello di vagonaro alla miniera di Rajbl, dove per quarant’anni aveva lavorato anche suo padre. Il 18 settembre del 1940, Thomas, i suoi tre figli e la moglie slovena, ottengono la cittadinanza germanica, e in attesa di trasferirsi nei territori del Reich diventano tutt’a un tratto stranieri in casa loro. Per ben tre volte Thomas va in Carinzia, nella Rosental, a vedere la possibile nuova abitazione completa di campi e segheria. Per ben tre volte rinuncia. Molte cose non lo hanno convinto: le case che vede, ancora arredate come se i veri proprietari per una qualche oscura ragione se ne fossero andati pochi minuti prima, la lunghezza e l’incertezza della vendita dei suoi beni, l’idea di dover lasciare la propria terra, la propria casa, la propria valle. Nonostante il passaporto pronto fin dal febbraio del 1940, Thomas e la sua famiglia non partono, non vogliono partire, e quando nell’estate del 1942 un camion dell’organizzazione germanica si avvicina a casa per iniziare forzatamente il trasloco, Thomas riparati i suoi figli in casa esce e affronta molto energicamente quelli che erano venuti a portarlo via: si mette a gridare che mai lascerà casa sua, che una guerra lui l’aveva già fatta e che tanto aveva già dato, che da lì non si sarebbe spostato nemmeno se fossero arrivati i russi, che se ne andassero. Se ne andranno, e Thomas Martinz, cittadino germanico, rimarrà a casa sua in Italia, a Coccau, nel comune di Tarvisio in provincia di Udine, e i suoi figli, cittadini germanici, continueranno a varcare la frontiera tutti i giorni per andare a scuola a Maglern, appena oltre il confine nel loro «nuovo» paese, la Germania; a mostrare ogni giorno il lasciapassare ad un qualche carabiniere, a marciare nelle file della Hitlerjungend il mattino a scuola, ad alzare il braccio nel saluto romano per qualche gerarca fascista di passaggio per le strade di Tarvisio il pomeriggio, una volta tornati a casa. Piccole anomalie in un mondo sconquassato di nuovo dalla guerra, dagli eccidi, dalle devastazioni. L’8 settembre del 1943 Thomas è ancora a Coccau. Con l’occupazione tedesca qualcosa si normalizza, i suoi figli possono tornare a scuola a Tarvisio nella nuova scuola tedesca e la sua famiglia, per il momento, non è più ospite in una nazione straniera. Thomas ha molto lavoro alla segheria, commissionato dalla Wermacht, deve anche prestare servizio con il fratello nella Selbstschutz,

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