Andreas Hofer (1767-1810) dalle fonti alla storia_13

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Dalle fonti alla storia

1. Il significato delle fonti Poche sono le fonti scritte tramandateci dalla popolazione rurale e contadina tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX. Alla scrittura di diari, lettere e memorie, poesie e canzoni si dedicavano perlopiù i ceti urbani, nobiliari ed ecclesiastici. Ciò è da ricondurre alla scarsa formazione scolastica dei ceti contadini, dovuta a sua volta alla mancanza di un effettivo bisogno di alfabetizzazione. Andreas Hofer rappresenta in questo contesto un’eccezione, per due ragioni. In primo luogo, Hofer non era soltanto contadino ma anche oste e commerciante, svolgeva quindi attività che comportavano l’obbligo di scrittura. A quel tempo era, infatti, già consuetudine redigere contratti, obbligazioni e ricevute – seppure gli accordi commerciali continuassero a concludersi principalmente sulla parola o con una «stretta di mano». Di questa tipologia di documenti redatti dall’oste del Sand, disponiamo di alcuni esemplari, sebbene in numero assai esiguo. Le annotazioni relative alla gestione della locanda e dei commerci forniscono importanti informazioni sugli usi commerciali praticati all’epoca, sulla modalità degli scambi e dell’acquisto delle merci, dei pagamenti, del trasporto e della loro dimensione regionale e sovraregionale. La posizione occupata da Andreas Hofer durante l’insurrezione del 1809 lo obbligò a scrivere ancora più frequentemente: per alcuni mesi egli fu a capo dell’amministrazione militare e civile con il grado di «comandante supremo» e «reggente del paese», e dovette dunque redigere e sottoscrivere ordini, compilare e scambiare numerosi atti amministrativi. Ad aiutarlo in queste sua attività vi erano «segretari», aiutanti e scrivani occasionali, ma nei periodi in cui Hofer era solo, era lui stesso a occuparsi della «cancelleria».


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