Tesori della terra e tesori del cielo fra Alessandro Amprino op
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in dai tempi più antichi, il possesso di denaro è stato una delle più grandi preoccupazioni di ogni uomo, consapevole di poter così soddisfare alle proprie necessità più o meno essenziali. Sulla base di questo, occorre rilevare che per la maggioranza delle persone i soldi sono da considerare come un semplice bene di scambio il cui valore è pari a ciò che permettono di acquistare. Ci sono però nel mondo alcune migliaia di uomini e donne, e da alcuni anni mi trovo tra questi, per cui una moneta riveste un ruolo ben diverso e superiore al suo semplice potere di acquisto e che, forti di questa convinzione, sono disposti a spendere anche non poco denaro per poter possedere un solo conio, magari non più in circolazione da diversi secoli. Le monete infatti, anche attraverso le immagini impresse su di loro da abili scultori, diventano testimonianza fedele della storia e della cultura di un popolo, rendendosi autentiche maestre per coloro che le tengono in mano con occhio interessato e capace di attento stupore. Guardando a questo con lo sguardo del credente, non posso non porre in risalto come la coniazione di nuove monete sia stata facilmente e continui ad essere strumento di evangelizzazione e manifestazione della fede di intere nazioni. A titolo di esempio, si pensi ad alcune emissioni settecentesche dello Stato Pontificio recanti incise al rovescio frasi evangeliche volte a stimolare la carità verso i più poveri, oppure più recentemente, la bellissima moneta da 2 Euro messa in circolazione dalla Slovacchia nel 2013, nonostante l’opposizione ideologica e palesemente anticristiana di alcuni ambienti europei, per commemorare il 1150° anniversario della predicazione dei santi Cirillo e Metodio, oggi venerati come patroni del nostro continente. Non è curioso, infine, che una delle più grandi potenze
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