Rosarium 2003-02

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Spedizione Abb. Post. - Art. 2 Comma 20 lettera C - Legge 662/96 - Filiale di Bologna - Anno XXXV I- n.2 - II trimestre

Movimento Domenicano del Rosario - provincia “S. Domenico in Italia�

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LETTERA DEL PROMOTORE

ROSARIUM Pubblicazione trimestrale del Movimento Domenicano del Rosario

Proprietà: Provincia Domenicana Utriusque Lombardiae Piazza San Domenico 13 - 40121 BOLOGNA Autorizzazione al Tribunale di Bologna n. 3309 del 5/12/1967 Rivista fuori commercio Le spese di stampa e spedizione sono sostenute da tutti gli amici

Anno 36°- n. 2 finito di stampare il 3 maggio 2003

Gentilissimi lettori, questo numero di Rosarium dovrebbe giungerVi all’inizio del mese di maggio in quest’«anno del rosario», per cui auguro a tutti un fecondo ministero mariano. Consapevoli delle speranze della Chiesa e di ogni uomo che soffre, oltre alla lode, uniamoci al Sommo Pontefice e con il rosario facciamo echeggiare in ogni dove la supplica che rimane l’arma per diventare veramente protagonisti delle sorti dell’umanità intera… usiamola senza risparmiarci e l’otto maggio a mezzogiorno, ricordiamoci di unirci tutti spiritualmente nella Supplica alla Regina del Santo Rosario. Invocando la materna protezione della Madre Celeste, regina del santo rosario, Vi saluto fraternamente P. Mauro

SOMMARIO

stampa: Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s. Milano - via P. della Francesca 38

Movimento Domenicano del Rosario Via IV Novembre 19/E 43012 Fontanellato (PR) Tel. 0521822899 Fax 0521824056 Cell. 3355938327 e-mail movrosar@tin.it

www.sulrosario.org www.rosariovivente.org CCP. 22977409 Collaboratori: P. Riccardo Barile o.p. P. Bernardo Gianluigi Boschi o.p. P. Giovanni Cavalcoli o.p. P. Roberto Coggi o.p. Don Attilio Galli Don Vincenzo Mercante P. Marcolino Muraro o.p. P. Stefano Rabacchi o.p.

5/6 luglio: raduno a Ronzano

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Lettera P. Maestro

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non è una riforma!

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il rosario ieri e oggi

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Testimonianze

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Battezzati che abbandonano la Chiesa...

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Raduno nelle Marche

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ogni incontro diventa una festa...

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Zelando ... lo zelabile

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Peregrinatio Mariae

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Nuovi iscritti

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Pagina della riconoscenza

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Foto: pagg. 8/9: Pio V Ghisleri - Busto di Mozart - Immaginetta primi novecento di S. Teresa di Lisieux - Foto di Paolo VI - IL GUERCINO, La Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena (Osimo, chiesa di S. Marco) - MASACCIO, San Paolo (Pisa, Museo di S. Matteo) - Leone XIII. pagg. 18/21: LORENZO DI CREDI, Annunciazione (Firenze, Uffizi) - SALIMBENI, Battesimo di Cristo (Urbino, Oratorio di S. Giovanni) pag. 26/28: Cartoncino “nomina zelatore”- ANONIMO XIII SEC., San Domenico, Bologna convento San Domenico.

Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. L’invio delle fotografie include il consenso per una eventuale pubblicazione.

In copertina: Gerusalemme, le mura, pinnacolo dove Gesù è stato portato da Satana, in una foto di Paolo Gavina


… “alla luce”, comunitariamente … Dopo la feconda e felice esperienza dello scorso anno, è con gioia che in quest’«anno del rosario» vorrei invitare gli zelatori, gli animatori e i vari collaboratori per

sabato 5 e domenica 6 luglio all’Eremo di Ronzano (Bologna) dove vorremmo celebrare un momento di condivisione, riflessione, proposta e preghiera al fine di favorire il nostro sviluppo alla luce di quella comunione che vorremmo caratterizzasse la vita del Movimento nella promozione mariana e rosariana. Il programma di massima sarà il seguente:

sabato 5 luglio ore 15,00 ritrovo e sistemazione nelle stanze ore 16,00 santo rosario meditato e confessioni ore 17,00 meditazione del P. Roberto Coggi e interventi ore 19,00 cena ore 21,00 momento di condivisione ore 22,00 santo rosario meditato e santa messa ore 23,30 inizio adorazione notturna a turni

domenica 6 luglio ore 07,00 santo rosario meditato e reposizione SS. Sacramento ore 08,00 colazione ore 09,00 celebrazione della santa messa ore 10,30 santo rosario meditato e considerazioni finali ore 12,00 pranzo con partenze nel pomeriggio possibilità nel pomeriggio di una visita al Santuario di S. Luca Non torno a sottolineare l’importanza di questi momenti perché ho già potuto constatare con gioia che il primo premio lo godono consapevolmente coloro che partecipano … dico consapevolmente perché le testimonianze sono più che esplicite! Organizzati già da adesso e, se puoi, ti aspetto: vorrei solo chiederti di dare conferma della tua partecipazione entro e non oltre il 15 giugno telefonando al 335 5938327 P. Mauro

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Una preghiera che batte il ritmo del nostro carisma Santità, sono rientrato qualche giorno fa da un viaggio in Medio Oriente. A cominciare dal 9 ottobre, ho visitato diverse comunità di frati e suore dell’Ordine per confermare la loro missione in un momento particolarmente difficile. Lungo questo mio viaggio Lei è stato molto presente nelle mie preghiere. Durante la mia visita al Monte Nebo mi è tornato in mente il Suo passaggio in Giordania durante il Grande Giubileo del 2000. Il ricordo si è fatto vivo anche in Iraq. Santità, diverse circostanze non Le hanno ancora permesso di venire in pellegrinaggio in questa terra dove Dio ha voluto parlare in modo speciale al Suo popolo. Per questo motivo Lei era presente nel mio pensiero e nella mia preghiera quando contemplavo le mura dell’antica Ninive (oggi Mosul); mentre camminavo tra gli scavi e tra le mura ricostruite dell’antica Babilonia nei pressi di Baghdad - e visitando le tombe dei profeti Nahùm, Ezechiele e Baruch. Trovandomi a Baghdad, il 16 di ottobre, proprio nel ventiquattresimo anniversario della Sua elezione al soglio di Pietro, con gioia ed emozione sono venuto a sapere della promulgazione della Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”. A nome mio e di tutto l’Ordine La ringrazio per il dono di questa predicazione. Santità, il Rosario è per l’Ordine di San Domenico una preghiera che batte il ritmo del nostro carisma definito anche come il “contemplare e dare agli altri il frutto della contemplazione” [cfr. Summa Theologiae, II-II, q. 188, a. 6, c.]. L’Ordine dei Predicatori ha voluto divulgare in modo speciale il Santo Rosario attraverso i secoli. La pietà popolare, in effetti, riconosce in San Domenico il “fondatore” del Rosario e l’arte cristiana lo rappresenta da secoli mentre riceve il Rosario dalle mani della Santa Vergine Maria. La Famiglia Domenicana riconosce soprattutto nel Beato Alan de la Roche (1428-1479) un grande predicatore della devozione al Rosario e fondatore delle Confraternite del Rosario, chiamato allora “Salterio della Beata Vergine Maria”. San Pio V, il Papa domenicano del Rosario, ha in un certo senso “codificato” la sua struttura con la Bolla “Consueverunt Romani Pontifices” del 1569. Anche lui assegnò al maestro dell’Ordine la facoltà di istituire le Confraternite del Rosario che ancora oggi vivono la loro vocazione divulgando efficacemente la preghiera e la predicazione di questo modo di contemplare il volto di Cristo con Maria.

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Il Rosario è stato per i nostri frati missionari un eccellente mezzo di predicazione catechetica. Attraverso il Rosario la fede si è conservata in molte comunità nell’arco del tempo anche dove i missionari mancarono per svariate circostanze. Leone XIII nel 1883 aggiunse alle Litanie Lauretane l’invocazione “Regina sacratissimi Rosarii” su richiesta di fra José Larroca o.p., allora Maestro dell’Ordine. E infine, quante Congregazioni di Suore Domenicane hanno come titolo la Nostra Signora del Rosario! La pratica e la predicazione del Rosario, affermano le Costituzioni dei frati, devono essere considerate “ut nota Ordinis peculiaris” (LCO 129). Grazie anche per averci invitato a meditare sui “Misteri della Luce”! Già il celebre fra Joseph Marie Lagrange o.p. pensava che sarebbe stato opportuno aggiungere alla Corona del Rosario alcuni misteri della vita pubblica di Gesù. I figli e le figlie di San Domenico ricevono con gratitudine la Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae” in quanto suoi promotori “sedulo, diligenter, studiose”, come esortava Pio XII in una lettera al Maestro dell’Ordine Michael Browne (11 luglio 1957). Possa l’Anno del Rosario aiutarci a LODARE BENEDIRE E PREDICARE attraverso questa devozione la misericordia infinita del Padre che ha guardato la nostra miseria. Questa grazia produce nei nostri cuori una grande gioia. Una gioia che, come Gesù stesso promise nell’Ultima Cena, nessuno potrà mai toglierci. Chiedo allo Spirito Santo che La illumini nel Suo ministero affinché ogni giorno possa discernere nella volontà del Padre ciò che è bene e ciò che gradisce: la perfezione. Con gratitudine filiale in San Domenico

Fra Carlos Alfonso Azpiroz Costa o.p. Maestro dell’Ordine di San Domenico 5


Il Rosario e i “misteri della luce”

non è una riforma! 1

Con la Esortazione Apostolica “Marialis cultus” del 1974, Paolo VI - riaffermando “il Nostro assiduo interesse verso la tanto cara Corona della B. Vergine Maria”- ne confermava le “Caratteristiche fondamentali” e gli “Elementi essenziali” (Marialis cultus n 43), consolidati nella plurisecolare prassi pastorale.

A. Caratteristiche fondamentali del Rosario ✓ “Indole evangelica, in quanto dal Vangelo esso trae l’enunciato dei Misteri e le principali formule” (Marialis cultus n. 44). ✓ “Ordinato e graduale svolgimento” degli eventi della salvezza: “È stato osservato come la triplice partizione dei MISTERI del Rosario non solo aderisca strettamente all’ordine cronologico dei fatti, ma soprattutto rifletta lo schema del primitivo annuncio della fede e riproponga il mistero di Cristo nel modo stesso in cui è visto da san Paolo... umiliazione, morte, esaltazione (Fil 2, 6-11)” (Marialis cultus n. 45). ✓ “Orientamento nettamente cristologico” nei fatti (il cui protagonista principale è sempre Gesù) e anche nella stessa ripetizione dell’Ave Maria che è un continuo richiamo al Figlio della Vergine (Marialis cultus n. 46). ✓ Accanto alla lode e all’implorazione, la “contemplazione”: senza di essa il Rosario è corpo senz’anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule. Perciò “la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano nell’orante la meditazione dei Misteri” (Marialis cultus n. 47). ✓ I Misteri di Cristo “visti attraverso il cuore di Colei che al Signore fu più vicina” (Marialis cultus n. 47). ✓ Si accorda facilmente con la Sacra Liturgia. Come la Liturgia, infatti, esso ha un’indole comunitaria, si nutre della Sacra Scrittura e gravita intorno al Mistero di Cristo. Con questa differenza: che la Liturgia “rende presenti e operanti” i Misteri di Cristo, il Rosario li “rievoca” perché mente e volontà ne attingano “norme di vita”. Per questo il Rosario “può costituire un’ottima preparazione” ed un’«eco prolungata» della celebrazione liturgica (Marialis cultus n. 48).

ROSARIO

B. Elementi essenziali del Rosario. “La Corona della B. Vergine Maria, secondo la tradizione accolta dal nostro predecessore S. PIO V e da Lui autorevolmente proposta, consta di vari elementi, organicamente disposti: ✓ la contemplazione in comunione con Maria di una serie di MISTERI della salvezza, sapientemente distribuiti in tre cicli, che esprimono il gaudio dei tempi messianici, il dolore salvifico di Cristo, la gloria del Risorto che inonda la Chiesa; contemplazione che, per sua natura, conduce a pratica riflessione e suscita stimolanti norme di vita;

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✓ l’Orazione del Signore, o PADRE NOSTRO, che per il suo immenso valore è alla base della preghiera cristiana e la nobilita nelle sue varie espressioni; ✓ la successione litanica dell’AVE MARIA, che risulta composta dal saluto dell’Angelo alla Vergine (cfr. Lc 1,28) e dal benedicente ossequio di Elisabetta (cfr. Lc 1,42), a cui segue la supplica ecclesiale “Santa Maria”. La serie continuata delle Ave Maria è caratteristica peculiare del Rosario, e il loro numero nella forma tipica e plenaria di centocinquanta, presenta una certa analogia con il Salterio ed è un dato risalente all’origine stessa... Ma tale numero, secondo una comprovata consuetudine, diviso in decadi annesse ai singoli misteri, si distribuisce nei tre cicli anzidetti, dando luogo alla nota Corona di cinquanta Ave Maria, la quale è entrata nell’uso come misura normale del medesimo e, come tale, è stata adottata dalla pietà popolare e sancita dall’Autorità Pontificia, che la arricchì anche di numerose indulgenze; ✓ la dossologia GLORIA AL PADRE che, conformemente ad un orientamento comune alla pietà cristiana, chiude la preghiera con la glorificazione di Dio, uno e trino, dal quale, per il quale e nel quale sono tutte le cose (cfr. Rm 11,36). Questi sono gli elementi del santo Rosario” (Marialis cultus nn. 49-50).

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Se si modificano questi elementi essenziali, così chiaramente determinati, non si può parlare propriamente di “ROSARIO”, bensì di “PII ESERCIZI che traggono ispirazione dal Santo Rosario. Tra essi, desideriamo indicare e raccomandare quelli che inseriscono nello schema consueto delle celebrazioni della Parola di Dio alcuni elementi della Corona della Beata Vergine, quali la meditazione dei misteri e la ripetizione litanica della Salutazione angelica. Tali elementi acquistano così maggior risalto, essendo inquadrati nella lettura dei testi biblici, illustrati con l’omelia, circondati da pause di silenzio, sottolineati con il canto. Ci rallegra sapere che tali esercizi hanno contribuito a far comprendere più compiutamente le ricchezze spirituali del Rosario stesso e a rivalutarne la pratica presso associazioni e movimenti giovanili” (Marialis cultus n. 51).

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In tale sapiente prospettiva ci pare rientrino i “MISTERI DELLA LUCE” proposti dal S. Padre Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica “Rosarium virginis Mariae” del 16 ottobre 2002: PII ESERCIZI che “rispettando la struttura ampiamente consolidata” del Rosario (Rosarium Virginis Mariae n. 28), ne ampliano lo spazio contemplativo, come “opportuna integrazione... lasciata alla libera valorizzazione dei singoli e delle comunità (...) senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell’assetto tradizionale” (Rosarium Virginis Mariae, n. 19).

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Perciò non sono equiparabili i cinque “Misteri della luce” ai quindici tradizionali della struttura ternaria (gaudiosi, dolorosi, gloriosi) che, dice il Papa, va “rispettata”. L’ammirazione e l’amore che pervadono tutta la Lettera vanno al Rosario tradizionale raccomandato dalla Madonna nelle apparizioni; recitato e meditato, vissuto e propagato oggi e nei secoli passati dall’attuale Sommo Pontefice e dai suoi Predecessori, dai Santi e dal popolo di Dio con i suoi pastori. È il Rosario cui è rivolta l’appassionata invocazione del B. Bartolo Longo, fatta propria dal Papa a conclusione della Lettera: “O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio ... noi non ti lasceremo mai più...”. tratto dal Supplemento a: IL NOSTRO ROSARIO

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di Fra Vincenzo Rosario Maria Avvinti OP, novizio

ROSARIO

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arissimi lettori, sono un giovane novizio domenicano, che ha scoperto la sua chiamata grazie al Rosario. In un clima dove sembra sorpassata questa preghiera, in unione col Santo Padre Giovanni Paolo II che, lo scorso 16 ottobre 2002, l’ha riproposto come mezzo che mette in contatto con Dio, ho voluto cercare le motivazioni e le radici di questa preghiera. Per poter dare qualche indicazione più approfondita, in forma storico-descrittiva di tale modo di entrare in maniera diretta in contatto con la sfera del divino. Oggi si punta l’attenzione a tutt’altro: da parte dei giovani si cerca il divertimento più svariato e spesso sfrenato, e i teologi e i pastoralisti non hanno più dove sbattere la testa per cercare dei modi per coinvolgere l’attuale società, che sembra andare sempre più allo sfacelo, per metterla così in contatto con Dio per scoprirlo, conoscerlo e amarlo e così dare sfogo al bisogno interiore, connaturale all’uomo, di serenità e pace per avere la certezza che solo in Dio si può trovare tutto questo. E proprio in questa atmosfera, dove si cercano modi e ragioni per attrarre, penso che con la semplicità di tale preghiera si possa più di ogni artificioso modo culturale, artistico o pastorale, arrivare più direttamente al cuore dell’uomo. Certo, è vero che, a sentirlo recitare, spesso superficialmente, ci può essere un rigetto, specialmente da parte dei giovani, ma proposto secondo i modi e le forme che la Chiesa nei secoli ha suggerito, penso che ancora oggi questa forma può attirare e aiutare l’uomo a entrare in un intimo rapporto con Dio che vuole, e lo fa, lavorare all’interno della profondità del cuore dell’uomo, e così dargli se stesso . E proprio per questo motivo ho voluto puntare la mia attenzione su questa preghiera, per poter dare piena risposta a chiunque si affaccia per la prima volta al Rosario, e per chi già lo fa, dare una esplicitazione per poterlo recitare meglio e con più convinzione. La parola “Rosario”, che nella storia verrà dato come nome alla pia preghiera dedicata alla

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Madre di Dio, significa “ghirlanda di rose”. La rosa è il fiore che da sempre si sceglie per manifestare stima e amore alla persona amata. Il Rosario quale preghiera a Maria e, con Maria, a Gesù Cristo suo figlio è quindi un simbolico omaggio floreale a Lei, per significarle il nostro affetto; è una preghiera semplice che muove il cuore: alla conversione, all’intercessione, alla contemplazione e alla evangelizzazione. Meditando gli episodi principali della vita di Gesù e Maria, chiamati Misteri perché rivelano il misterioso e amorevole intervento di Dio nella storia umana, il cristiano sente il bisogno: di cambiare e di diventare migliore (ecco la conversione), di pregare perché il Signore lo aiuti nel suo cammino (ecco l’intercessione), di amare intensamente le cose di Dio trovando in esse una pienezza di bene (ecco la contemplazione) e infine di comunicare agli altri quelle verità divine che danno significato e gioia all’esistenza (ecco l’evangelizzazione). Sull’esempio del Santo Padre Domenico, che recitava mille volte al giorno la prima parte dell’Ave Maria (secondo la conoscenza e le modalità del tempo), meditando e poi predicando gli eventi principali della Rivelazione cristiana, diffondendo così questo modo di pregare, i suoi figli hanno sviluppato la devozione del Santo Rosario e ne sono diventati i primi propagatori. Tra questi domenicani si sono distinti: Alano de la Roche (1475), che iniziò la pratica del Rosario e diffuse le confraternite del rosario in tutta Europa; Giacomo Sprenger (1495), che divise i Misteri in: gaudiosi (della gioia), dolorosi (del dolore), gloriosi (della gloria); il papa domenicano S. Pio V (1572), che definì la forma tradizionale del rosario e ne istituì la festa dedicata alla Madre di Dio con il titolo di Regina del Rosario; e infine il Beato Bartolo Longo, quale apostolo del rosario e fondatore del Santuario, con tutta l’opera annessa, di Pompei. Nella recita di questa amorevole preghiera, che preferisco chiamare celebrazione, la pacata ripetizione dell’Ave Maria si trasforma in dolce melodia, che accompagna il cuore in un clima di quiete e all’ascolto delle verità divine contemplate nei misteri, diventando così un mezzo semplice ed efficace per parlare con Dio o di Dio, come faceva sempre S. Domenico. Paolo VI, nell’esortazione apostolica “Marialis Cultus”, sottolineando i due caratteri di questa preghiera, personale e comunitaria, lo indica anche come preghiera della famiglia, perché con questa preghiera si uniscono mente e cuore di ogni persona con Dio e si fortificano nello

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stesso tempo gli affetti, rinsaldando così la pace familiare. Per sottolineare l’importanza di questa preghiera, la Chiesa ha concesso l’indulgenza plenaria quando se ne recita almeno una parte, cioè i cinque misteri, professando la fede e pregando per la Chiesa. Personalmente ritengo che con questa preghiera tutti (adulti, bambini, giovani e anziani e in ogni circostanza, salute o malattia, gioia o dolore) entrano in un contatto meditativo dei misteri della vita di Nostro Signore, ciascuno con le proprie capacità, unendosi a Lui in un abbraccio continuo: di amore e tenerezza, di impegno e di missione, di perseveranza e fedeltà, accompagnati da sua e nostra Madre Maria. Pio VI paragonava il Rosario all’angelo consolatore dell’Orto degli Ulivi; Pio IX lo definiva il tesoro più prezioso del Vaticano (dando spiegazione ad un visitatore che gli chiedeva quale fosse la cosa più preziosa del Vaticano); S. Teresa d’ Avila chiamava il Rosario, catena che unisce il cielo e la terra, ancora di salvezza per tutti i cristiani (immaginando la corona che porta alla punta la croce come la catena della nave che alla punta porta l’ancora); S. Alfonso Maria de Liguori si impegnò a recitarlo ogni giorno facendolo diventare un voto personale; Luigi XIV, che si faceva l’onore di recitarlo, diceva: “questa è un’abitudine che ho preso dalla regina mia madre, e mi spiacerebbe assai di ometterne la recita anche un solo giorno”, e tanti altri uomini di Stato: Gorgia Moreno, Daniele O’Connell; artisti: Mozart, Haydn, amarono praticare questa santa devozione! Del resto ovunque apparsa, la nostra regina Madre (a Fatima, a Lourdes, etc.) è apparsa sempre con il Rosario in mano chiedendone la recita: per la conversione dei peccatori, per la pace, etc. Per me il rosario oggi è quell’elemento che mi permette di entrare con semplicità nella sfera del divino, stringendo un contatto che mi porta a vedere l’immagine di Dio, messa in me sin da quando mi ha pensato. Il Rosario mi fa vedere la mia persona come una massa dentro la quale è la sua immagine, (“Creò l’uomo a sua immagine e somiglianza”) e come nella vena poetica dello scolpire di Michelangelo, che da una massa di marmo toglie le parti in più per portare alla luce l’immagine che ha visto in essa con gli occhi interiori, così il Rosario per me è un aiuto a vedere attraverso la meditazione, l’orazione e la contemplazione, i pezzi superflui, per toglierli nella quotidianità della mia vita (quasi come in un processo di rassomigliamento) e con la serenità che da questo sprigiona: (amore, tenerezza, entusiasmo) mi porta a intravvedere la

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mia realizzazione nel mondo che mi circonda. S. Teresa del Bambino Gesù sognava di far scendere dal cielo una pioggia di rose sulla terra; a me invece piace immaginare che tutti - con la recita del rosario -, moltiplicando gli atti e le prove di amore per la nostra Regina Madre e per suo figlio -, facciano salire dalla terra al cielo la medesima pioggia di rose in modo che si incontrino i due rosari: quello di Maria che tiene fra le mani (nelle apparizioni con i pastorelli a Fatima e a Bernardette a Lourdes) è il nostro che come atto di amore e donazione totale di noi stessi gli offriamo. Oggi, come dicevo prima, il Rosario può sembrare una preghiera noiosa, di assoluta distrazione, vuota, e a volte, quando è recitato in chiesa comunitariamente, quasi di disturbo e, specialmente per i giovani, sembra sempre più improponibile perché presentato come un “mattone”. Il Rosario è un metodo di preghiera indiscutibilmente valido per chi vuole crescere nella santità e sa pregare con la corona in mano; recitare preghiere insegnateci dalla Sacra Scrittura e dalla Chiesa, meditando con fede e amore i misteri della redenzione dell’uomo, è indubbiamente una gran bella preghiera, una preghiera insieme mentale e vocale, che unisce nella lode e adorazione di Dio il corpo e l’anima, impegnando così tutto l’uomo. Si tratta dunque, per chi sa pregare, di ricorrere agli atti delle virtù teologali (fede, speranza e carità) perché esse, attuate dalla grazia divina, realizzino la nostra elevazione spirituale e l’unione a Dio, nella quale credo che consista l’essenza stessa della preghiera. Il Rosario inoltre è una semplice ed elementare scuola di preghiera per chi non sa ancora pregare e vuole imparare. Per loro scrivo queste umili parole che spero infervorino i cuori di chi le legge. Ad alcuni di loro, che per imparare a pregare devono acquistare certe disposizioni interiori e ad altri che già le possiedono o stanno acquistandole, perché possano essere aiutati da piccoli accorgimenti nella recita delle decine. A quelli che non sanno pregare col rosario e non vogliono nemmeno impararlo e addirittura si sentono infastiditi da questo, non ho nulla da dire se non che non parlino contro una pia pratica che non conoscono abbastanza bene per esperienza personale, non ne neghino il valore e non prendano in giro chi lo vive, perché i suoi meriti sono grandi e la sua efficacia è notevole. E’ infatti scuola di contemplazione e di vita apostolica, oltre che di cristianesimo modellato su Cristo.

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Il Rosario, dicono i suoi detrattori “è una preghiera eccessivamente ripetitiva e perciò non spontanea”. Ma se esiste una preghiera meccanica questa non è certamente il Rosario che è principalmente meditazione e contemplazione dei misteri della vita di Gesù Cristo e di Maria, sua e nostra Madre, accompagnata dalla recita delle preghiere più belle del cristianesimo: il Pater, l’Ave Maria e il Gloria Patri. A. D’Amato nella “Devozione a Maria e la vocazione domenicana” scrive: “la preghiera però senza la meditazione può divenire meccanica, se invece è accompagnata dalla meditazione ottiene la grazia della contemplazione”. S. Bernardo a tal proposito scrive ancora: “Camminiamo sui due piedi della contemplazione e della preghiera, la meditazione insegna ciò che ci manca, la preghiera ci ottiene che non ci manchi. La prima ci indica la strada, l’altra ci guida. Con la meditazione conosciamo i pericoli che incombono su di noi, per mezzo della preghiera li evitiamo con l’aiuto del Signore”. Paolo VI scrive: «La contemplazione è elemento essenziale del rosario. Senza di essa il rosario è corpo senza anima e la sua recita rischia di divenire ripetizione di formule e di contraddire l’ammonimento di Gesù: “quando pregate non siate ciarlieri come i pagani, che credono di essere esauditi in ragione della loro loquacità» (Mt. 6,7). E A. D’Amato continua: “certamente anche il Rosario, come qualsiasi altra forma di preghiera, è esposta al pericolo dell’abitudine e della ripetizione meccanica. Ma il Rosario per sé lo è meno di ogni altra preghiera, perché sollecita continuamente l’attenzione e l’interesse dell’animo, offrendo a ogni mistero nuova materia di riflessione”. Il Rosario, inteso rettamente, è la preghiera più contemplativa di tutte. La meditazione dei misteri è la vera anima del rosario. E’ necessario passare da questa meditazione molto facile, prima di elevarsi alla vera contemplazione. Per questo il Rosario è scuola di contemplazione; innalza a poco a poco al di sopra della preghiera vocale e della meditazione ragionata. Dalla meditazione dei misteri si acquista quell’unione intima con Dio, che porta alla contemplazione. “Per i quindici gradini di questa scuola - scrive S. Luigi Grignion da Montfort - ti riuscirà di salire di virtù in virtù, di chiarezza in chiarezza e giungerai facilmente, senza illusioni, fino alla pienezza dell’età di Cristo “ (Segreto ammirabile del S. Rosario, Roma 1960, p. 78). Il Rosario così ripassa continuamente i misteri della fede in un clima di preghiera; è perciò

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una chiara professione di fede divenuta preghiera. Oltre i misteri, anche le preghiere proprie del rosario si prestano moltissimo alla contemplazione. Se ogni preghiera è via alla contemplazione, a maggior ragione lo sono il Pater, la preghiera fiorita dal cuore di Gesù, l’Ave Maria, che rievoca i misteri della natività del Salvatore e il Gloria Patri, che ci immerge nel mistero della Trinità. Nessuna preghiera è più adatta, proprio per il suo carattere di preghiera orale e di meditazione dei misteri della vita di Gesù e di Maria, a introdurre il cristiano apostolo per vocazione nell’ordine della carità, che lo rende idoneo a parlare in nome di Dio. Offrendo alla meditazione le principali verità della fede e gli avvenimenti più salienti della vita del Redentore e della Vergine Maria, rivolgendo continuamente il pensiero alla Vergine santa e a Cristo, “il frutto benedetto” del suo seno; rievocando i misteri dell’incarnazione del Verbo eterno, della nascita, della vita, della passione, della risurrezione e della glorificazione di Maria, il rosario offre alla meditazione un ricco nutrimento spirituale e permette di rivivere i misteri della salvezza, diventando così un continuo alimento di fede e perciò la migliore preparazione all’attività apostolica. Il cristiano che recita il rosario e vive nell’assidua meditazione della carità di Cristo e di Maria non può non sentire il dovere di regolare con la carità tutta la propria vita. E la crescita della carità è sempre la migliore preparazione all’attività apostolica. I misteri del Rosario, dall’annunciazione alla glorificazione di Maria e dei santi, indicano l’ascesa progressiva dell’apostolo nel suo incarnare la parola di Dio per viverla nella carità (misteri gaudiosi); nel suo purificarsi in unione alle sofferenze di Cristo e in comunione con Maria (misteri dolorosi) e nella speranza del premio per la sua fedeltà e la sua cooperazione al mistero della salvezza (misteri gloriosi). Il Rosario è una lettura del Vangelo in chiave mariana. Possiamo dire che è il quinto vangelo: il vangelo secondo Maria. Il Rosario infatti mette l’anima nelle medesime disposizioni di Maria per contemplare la vita di Cristo. Non agì diversamente la beata Vergine quando era sulla terra: meditò sulle virtù e le sofferenze di Cristo. Nel Rosario vediamo nascere Cristo, lo vediamo crescere accanto a Maria, lo vediamo amare, operare, soffrire, morire come lo vide sua Madre. Il Rosario perciò è un modo di penetrare nell’intimità della vita di Maria per meglio apprendere da lei il mistero di Cristo. Nel Rosario meditiamo il Vangelo con lo spirito di Maria e in comunione con Maria, che al

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mistero salvifico cooperò in modo del tutto speciale. Maria - ha detto Paolo VI è il “miglior posto di osservazione per contemplare il mistero di Cristo”; nel Rosario questa contemplazione “mariana” si fa progressivamente immedesimazione con lei nel pensare, amare, vivere il mistero “come lei lo ha vissuto” (Allocuzione dell’8 ottobre 1969). L’esperienza di Cristo, Maria l’ebbe nel momento dell’Annunciazione; e da quel momento, nella sua vita, dovette continuamente confrontare, in un’intima riflessione di fede (Luca 2, 19 e 51), questa sua personalissima esperienza coi fatti successivi della vita di Cristo. Il Rosario - dice ancora Paolo VI - “mette al passo con Maria, obbliga a subirne il fascino, il suo stile evangelico, il suo esempio educativo e trasformatore; è una scuola che ci fa cristiani” (Paolo VI Allocuzione, 8 ottobre 1969). I misteri del rosario ancora riflettono lo schema del primitivo annuncio della fede; il Rosario ripropone il mistero di Cristo nello stesso modo in cui è visto da san Paolo nel celebre “inno” della Lettera ai Filippesi; e cioè umiliazione, morte ed esaltazione di Cristo. Il Verbo eterno, scrive san Paolo, “pur essendo Dio, annientò se stesso e, presa forma di servo, si fa simile agli uomini” (mistero dell’Incarnazione, misteri gaudiosi); “umiliò se stesso facendosi obbediente sino alla morte e alla morte di croce” (misteri dolorosi). “Per questo Dio lo esaltò e gli donò un nome che è sopra ogni altro nome, affinché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo in terra e negli inferi e ogni lingua confessi che il Signore Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre” (misteri gloriosi) (Fil. 2, 6-11). Nella meditazione dei misteri del rosario, tutto il “Credo” passa sotto gli occhi del credente in modo concreto, mediante la vita di Cristo, che discende verso gli uomini e sale al Padre per condurre gli uomini a Lui. È tutto il dogma cristiano che viene meditato nella sua elevatezza, affinché si possa penetrare sempre più il mistero e possa essere nutrimento spirituale. La meditazione dei misteri della vita di Gesù e di Maria è dunque crescita di fede; ma è anche crescita delle virtù che gli stessi misteri offrono alla nostra riflessione: l’umiltà di Maria, per esempio, la sua illimitata fiducia in Dio, la sua carità e soprattutto l’amore di Cristo per il Padre e gli uomini e la totale adesione sua e della beata Vergine alla volontà del Padre. Nella meditazione dei misteri tutta la vita morale e spirituale viene confrontata coi grandi modelli: Gesù e Maria. Così i grandi misteri della loro vita diventano i misteri della nostra vita.

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Ogni mistero richiama una virtù: l’umiltà, la carità, la pazienza, la fiducia in Dio, ecc. Leone XIII in una sua enciclica presenta il Rosario come rimedio a tre mali fondamentali che affliggevano la società del suo tempo, ma che sono anche mali di tutti i tempi. Primo: l’avversione alla vita umile e laboriosa, che il Rosario guarisce con le lezioni dei misteri gaudiosi; secondo: l’orrore della sofferenza e del sacrificio, che il Rosario guarisce mediante la contemplazione affettiva dei misteri dolorosi; terzo: l’indifferenza verso i beni futuri, che il Rosario guarisce con la meditazione dei misteri gloriosi (Leone XIII, Enc. Laetitiae sanctae, 8 settembre 1893). “Il Rosario - scrive il p. Garrigou Lagrange - è molto pratico: viene a prenderci in mezzo alle nostre gioie troppo umane, spesso pericolose, per farci pensare a quelle molto superiori della venuta del Salvatore. Viene a prenderci anche in mezzo alle nostre sofferenze, spesso irragionevoli, talvolta accascianti, quasi sempre mal sopportate, per ricordarci che Gesù ha sofferto molto più di noi e per amor nostro e per insegnarci a seguirlo portando la croce che la Provvidenza ha scelto per purificarci. Il Rosario viene finalmente a prenderci in mezzo alle nostre speranze troppo terrene per farci pensare al vero oggetto della speranza cristiana, alla vita eterna e alle grazie necessarie per giungervi, col compimento dei grandi precetti dell’amore di Dio e del prossimo” (In La Madre del Salvatore e la nostra vita interiore, Firenze 1965, pp. 347-48). In conclusione: il Rosario guida i fedeli ad approfondire e a celebrare il mistero pasquale del Verbo che si fa uomo, che vive, muore, risorge e ritorna al Padre per la salvezza degli uomini. La riflessione sui misteri della vita, della passione e della morte di Cristo non può non spingere il fedele alla riconoscenza e quindi a rispondere con una più generosa carità all’infinito amore di Cristo e della sua Vergine Madre. Compendio del Vangelo, il Rosario ha del Vangelo la semplicità e la profondità. Per questa sua semplicità e profondità è sicuro alimento di fede ai dotti e agli indotti; è efficace strumento per guidare gli uomini a Cristo per mezzo di Maria e insegnare la verità della fede e la via della perfezione cristiana mediante la pietà.

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Ha accompagnato... La scoperta di una compagnia...

testimonianze

Mi chiamo Gianna, abito in un paesino della Bassa Friulana.In novembre 2002 in occasione della festa della Madonna della Salute, abbiamo avuto tra noi Padre Mauro, frate domenicano che con la sua veste bianca, il rosario appeso alla cinta e una grande carica spirituale ha portato luce nelle nostre famiglie. Ha accompagnato nell’intimità delle nostre case la statua della Beata Vergine del rosario raffigurata con S.Domenico e S.Caterina e insieme a noi ha meditato sui misteri del rosario. Adesso siamo a Gennaio e la Madonna ha fatto la grazia di coinvolgere molte famiglie che a turno la ospitano nelle loro case. Un’esperienza molto bella che ha sicuramente rafforzato la fede della nostra comunità. Grazie alla Vergine che ci ha invitato a pregare con la preghiera così semplice ma tanto efficace: il Santo Rosario. Grazie a P.Mauro che ha visitato i nostri ammalati e ha pregato con noi con semplicità abbandono e fiducia, grazie per il suo prezioso apostolato.

Venendo ora al Movimento del Rosario, devo ammettere che è stata una bella sorpresa l’incontro con Fausto e la scoperta dei Domenicani, che proprio non conoscevo sotto questo aspetto. Non mi ha stravolto la vita, ma semmai è stata la scoperta di una compagnia di intenti, sensibilità, metodologia che oso chiamare “comunione” che mi conforta ed allarga l’orizzonte del mio sentimento di gratitudine a Maria Santissima per quanto ha fatto e fa per noi, e sul nostro futuro. Non vorrei sembrare presuntuoso, ma quanto sto scoprendo e vivendo del Movimento del Rosario, l’avevo già dentro nel cuore, perché credo mi sia stato donato da Lei cui mi sono affidato non solo nelle intenzioni ma con fatti specifici accaduti nei momenti salienti della mia vita. E’ che da soli si stenta ed è facile desistere e... Lei ci aiuta, ci sostiene e ci conforta. Un primo effetto è che si riprende un’iniziativa d’incontro ed annuncio con le persone più prossime e si desidera estenderlo anche ai più lontani, agli ultimi e semplici, che spesso vengono trascurati dalle “astruse” catechesi dei piani pastorali. Non è facile perciò muoversi con questi sacerdoti e laici patentati nostrani, che pensano a tutt’altro. Le iniziative semplici che per ora abbiamo iniziato e che vorremmo “volassero” devono sottostare a tempi diversi, nel rispetto dei ministri e della loro pigra sensibilità. C’è però da notare che ultimamente il nostro pastore ha proposto, di sua iniziativa, un triduo in preparazione ad una festività mariana... cosa mai successa prima, ed ha partecipato un bel gruppo di persone. Ci ha anche coinvolti nella preparazione... credo quindi che sapendo mortificare i “nostri” tempi, si possa ugualmente collaborare utilmente, con pazienza. G. B. 16


Battezzati che abbandonano la Chiesa...

ono in circolazione dei volantini emanati da un certo “Movimento Raeliano” che in Italia ha sede a Pordenone, i quali invitano i battezzati che non desiderano appartenere alla Chiesa cattolica a chiedere che nel registro parrocchiale dei battesimi venga apposta la dicitura: “non desidero più appartenere alla Chiesa cattolica con effetto immediato”, chiedendo inoltre al parroco di dare una conferma scritta dell’avvenuta apposizione della richiesta dichiarazione nel registro parrocchiale. Nel caso poi che il parroco non facesse pervenire la detta conferma, lo si minaccia di ricorrere a una non meglio definita “Autorità competente” chiamata “Garante della Privacy”. Credo che i parroci andranno senz’altro incontro, seppur con dispiacere, a queste richieste non perché intimoriti dalla suddetta minaccia, ma per un convinto e sincero rispetto della scelta degli interessati. Nessuno è tenuto ad appartenere per forza alla Chiesa cattolica; ha la libertà di abbandonarla o di non entrarvi, anche se dovrà poi scontarne le conseguenze che, a detta del suo Fondatore, un certo Gesù Cristo, non sono del tutto piacevoli. Infatti Egli dice ai suoi apostoli: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mt 16, 16). Indubbiamente non ci si deve far cristiani né si deve restare nella Chiesa per timore dell’inferno. Gesù desidera che chi viene a Lui lo faccia per amor suo e

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ATTENZIONE !

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del prossimo, con libero e convinto atto d’amore, anche se il desiderio di salvarsi e di evitare l’inferno non può né deve essere escluso. Alcuni pensano che la minaccia dell’inferno fatta in questa circostanza dal Signore impedisca di scegliere liberamente il cristianesimo, in quanto si agirebbe spinti da una terribile minaccia. Ma la minaccia che fa Gesù nelle sue parole citate sopra, non è una sua iniziativa arbitraria, ma è nell’ordine stesso oggettivo delle cose. Sarebbe come se Voi vi avvicinaste inconsapevolmente ai cavi dell’alta tensione, vi trovaste un avviso che dice: “Pericolo di morte”. Voi vi ritrarreste inorriditi e non pensereste affatto che quell’avvertimento abbia represso la vostra libertà, anzi ringraziereste chi ha posto quell’avviso, perché in tal modo vi salva la vita. Qualcuno oggi pretenderebbe che l’esser cristiani sia, come si dice, un “optional”, ossia una scelta senza conseguenze: sia che tu scelga a favore o che tu scelga contro, non ti capita nulla... sei libero di fare la tua scelta come sei libero di scegliere tra gli spaghetti o le tagliatelle, di scegliere fra il mare o la montagna: nessuno verrà a rimproverarti della scelta fatta. Per la scelta cristiana non è la stessa cosa: essa mette in gioco il nostro destino eterno, o di beatitudine o di dannazione. Nessun uomo al mondo può sottrarsi a questa alternativa. Tutti, come dice Gesù, alla nostra morte dovremo comparire davanti al suo tribunale per ricevere, a seconda delle nostre opere, il premio o il castigo. Il fatto che non ci si salvi senza il battesimo e l’appartenenza a Cristo e alla Chiesa o il fatto che chi opera il male o chi rifiuta Cristo e la Chiesa non si salvi, non è una conseguenza stabilita da Dio capricciosamente o arbitrariamente: è un fatto di giustizia, è una cosa del tutto logica e naturale, che neppure Dio può impedire. Così come è logico che chi tocca i fili dell’alta tensione muoia. Anzi qui Dio, se volesse, potrebbe miracolosa-

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mente impedire l’azione dannosa dell’alta tensione. Ma neppure per miracolo può impedire a chi muore in peccato mortale di andare all’inferno. Anche perché, tutto sommato, è l’interessato che ci ha voluto andare rifiutando deliberatamente l’offerta di salvezza che gli viene da Cristo, il quale, da parte sua, offre a tutti i mezzi per salvarsi. Ma qui sorge una domanda classica: e coloro che in buona fede non conoscono il battesimo, Cristo o la Chiesa? Che ne è di loro? Costoro, se non sanno, non per colpa loro, che Cristo è l’unico salvatore, possono salvarsi ugualmente a patto che seguano la loro buona coscienza e facciano tutto il bene che possono. Costoro, come insegna la Chiesa, ricevono il cosiddetto “battesimo di desiderio”: le loro buone disposizioni morali fanno sì che, se essi fossero istruiti sulla necessità del battesimo, lo chiederebbero senz’altro. Ma chi sa che il battesimo è necessario alla salvezza e lo rifiuta o lo rinnega o non si comporta in coerenza con esso oppure compie quell’atto suggerito dal Movimento Raeliano, non può salvarsi. Vogliamo sperare che coloro che aderiranno all’invito di questo Movimento non si rendano conto, in buona fede, del gravissimo gesto che fanno... e questo darà loro la possibilità di ricevere il perdono da Gesù come Egli ha perdonato i suoi uccisori affermando che non sapevano quello che facevano. Un’altra osservazione da fare al volantino. Esso riprende una tesi in circolazione da molto tempo, secondo la quale non sarebbe giusto battezzare i neonati, perché non possono ricevere il battesimo per libera scelta. Ma qui la libera scelta non c’entra né può essere chiamata in causa, appunto perché il soggetto non ha ancora raggiunto l’età di ragione: i genitori cristiani che battezzano il loro bimbo sanno infatti da una parte che non violano affatto la sua libertà, dato che non è ancora in grado di esercitarla, e dall’altra sanno -per fede - di dare al loro bimbo, col battesimo, un tesoro preziosissimo, che sarà per lui un aiuto indispensabile per la cre-

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scita morale e spirituale e per il conseguimento del paradiso. Allo stesso modo la mamma dà il latte al suo piccolo sapendo che gli fa bene; e quale sarebbe quella madre che, per dare il latte a suo figlio aspettasse che conseguisse l’età di ragione, affinché fosse il figlio a chiederglielo liberamente? Quel figlio fa a tempo a morire prima! Un argomento che un tempo si portava per sostenere la prassi del battesimo dei neonati era che, se dovessero morire senza essere battezzati, essi andavano al “limbo”. Che cos’era il “limbo”? Era uno stato di felicità naturale, ma con la privazione della visione beatifica di Dio, che caratterizza il paradiso, accessibile solo ai battezzati (anche col solo battesimo di desiderio). La dottrina del limbo nasceva da un’interpretazione rigorosa delle parole di Gesù sulla necessità del battesimo che ho citato all’inizio, un’interpretazione che ci si è accorti da qualche tempo - non teneva abbastanza conto della misericordia divina, della volontà divina di salvare tutti e dell’amore che Gesù aveva per i bambini. Questa dottrina del limbo non è mai stata dogmatizzata dalla Chiesa, né trova esplicito fondamento nella Scrittura, benché avesse una lunga tradizione nei secoli passati, ma di valore semplicemente teologico, che non impegnava l’infallibilità del magistero della Chiesa. Essa non compare mai nei simboli della fede e nel magistero della Chiesa è scomparsa da più di due secoli. Il nuovo Catechismo della Chiesa non ne parla per nulla ed anzi sembra escluderla positivamente, laddove dice: “Quanto ai bambini morti senza il battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio... La tenerezza di Gesù verso i bambini... ci consente di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza il battesimo” (n° 1261). Questo non vuol dire che anch’essi non si salvino grazie a Cristo. Ma come lo incontrano? -alcuni si sono domandati - E la risposta potrebbe essere questa, proposta da alcuni teologi: è possibile, per uno specia-

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le privilegio loro concesso dalla divina misericordia che, al momento della loro morte mentre l’anima si separa dal corpo, Gesù vada loro innanzi e chieda loro se vogliono andare con lui in paradiso. Allora in quel momento ogni bimbo farà la sua scelta per l’eternità, di andare o non andare con Gesù, con le logiche rispettive conseguenze che seguono. Secondo i teologi, gli angeli, all’inizio della creazione, furono sottoposti da Dio ad una prova di fedeltà, e ognuno in un attimo -essendo puro spirito fece la sua scelta, irrevocabile e per l’eternità, pro o contro Dio, alcuni diventando angeli santi, altri diventando demòni. Così dovrebbe essere per i suddetti bimbi: a secondo di come sceglieranno, alcuni diventeranno per sempre degli “angioletti” mentre altri dei “diavoletti” per l’eternità. La Chiesa continua ancor oggi a raccomandare il battesimo per i piccoli, sebbene non più con quell’urgenza di un tempo, anche perché si vogliono favorire i battesimi collettivi, e prima che si faccia un numero discreto di bambini - con i tempi che corrono - alcuni, i primi, fanno tempo a diventare grandicelli. Ma la Chiesa è sempre una mamma premurosa, e non è quella strega arcigna falsamente presentata dal volantino... ella non vede l’ora di dare a tutti i bimbi quello che Pietro chiama “il puro latte spirituale” (I Pt 2, 2): la grazia di Cristo che conduce alla vita eterna. p. Giovanni Cavalcoli o.p.

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RADUNO A MACERATA ma in questa occasione

INCONTRO MARCHE

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abato 14 settembre si è svolto l’incontro regionale del Rosario marchigiano e quest’anno ci siamo recati a Macerata. La giornata si è svolta secondo un ordine di appuntamenti che richiamava chiaramente quello degli anni precedenti ma anche in questa occasione la Madonna ci ha voluto fare un dono particolare, diverso da tutti gli altri... forse per dimostrarci ancora una volta come la sua compagnia ci riservi sempre delle sorprese e delle occasioni di crescita. Ma, volendo descrivere il corso della giornata con un po’ di ordine, desidero ricordare il momento gioioso dell’arrivo, l’incontro dei pullman che quest’anno erano particolarmente numerosi e l’accoglienza dei collaboratori di Macerata. Poi la meditazione dei misteri del rosario e l’invito a gustare il momento della meditazione con maggior consapevolezza. Padre Mauro non desiste dal ricordarci quanto proprio l’enunciazione del mistero e la sua meditazione costituiscano l’anima della preghiera prediletta di Maria... Ancora

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una volta ci ha invitato a portare questa consapevolezza nelle nostre realtà, nelle parrocchie come nella recita personale, per imparare e sperimentare cosa significhi regalare un po’ del nostro tempo, qualche secondo della nostra preghiera... a lasciar parlare Gesù, ad ascoltare quello che i suoi misteri vogliono comunicare al nostro cuore. Un piccolo accorgimento: attendere cinque secondi dall’enunciazione prima di iniziare la recita delle Ave Maria. Ma Gesù non ci ricorda forse che non chi dice “Signore, Signore” entrerà nel suo Regno ma chi fa la Sua volontà... e allora ecco che il Rosario ci viene ancora in aiuto: forse che durante la meditazione la Madonna non ci suggerirà qualche piccolo proposito? Quindi ecco la seconda proposta: legare ad ogni rosario recitato un piccolo gesto, una piccola decisione, un insignificante ma fermo proposito che permetta alla Madonna di avvicinarsi a noi ogni volta un po’ di più. È arrivato il momento del pranzo, sempre rigorosamente al sacco, così che fra lo scambio di una fetta di formaggio e un po’ di dolce non manca l’allegria e abbiamo modo di conoscerci sempre meglio. E poi si riparte con i pullman verso Macerata dove ci aspetta una gradevole passeggiata nel caratteristico centro storico: il sole, la compagnia e il paesaggio ci hanno disteso ed è bello poter e saper godere di queste gioie così semplici. Ma , come diceva un famoso spot televisivo, «Non finisce qui» infatti la Madonna sta per donarci il regalo che ha preparato per l’incontro di quest’anno. La passeggiata termina nella Chiesetta delle Suore Domenicane di clausura, le Monachette come le chiamano a Macerata. Qui ci aspetta il Signore Gesù... al centro della Chiesa, in un ambiente particolarmente raccolto e reso più “terso” dalla presenza delle Monache. È difficile trovare un termine che descriva contemporaneamente l’atmosfera solenne che è dovuta alla presenza del Santissimo e la freschezza, la dolcezza che ci hanno accompagnato durante tutta l’ora di adorazione. Ho partecipato altre volte all’Adorazione di Gesù Sacramentato ma in questa occasione si è creata una comunione, un’intimità e un personale raccoglimento che si rendeva quasi palpabile. È raro che quasi duecento

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persone in una piccola chiesetta rimangano tanto tempo in silenzio e soprattutto in preghiera... e si sentiva che era una preghiera sincera: ci avvolgeva e insieme ci chiamava personalmente ad un dialogo con Gesù... E poi la conclusione: la santa Messa e la gioia di abbracciare quel Gesù che avevamo adorato... Grazie Maria, grazie Padre Mauro e grazie a tutte quelle persone che con la loro presenza hanno permesso alla Madonna di regalarci questa giornata! Gianna Il giorno 14 settembre 2002 ho partecipato per la prima volta al raduno degli aderenti al Rosario, nella località di Macerata. È stato un incontro molto interessante: una giornata di preghiera, meditazione e forte spiritualità. Alla guida del gruppo (formato dalle varie parrocchie di Secchiano, Cagli, Fossombrone, Fano, Pesaro) era la simpaticissima Ilaria, sempre attenta e sollecita per tutto il percorso. Nella Chiesa Francescana di Macerata, Padre Mauro ci ha arricchito sulla “Parola” di Dio, con utili riflessioni e suggerimenti e su come va meditato il Santo Rosario. La giornata di Macerata si è conclusa nel pomeriggio con la visita guidata alla città ed alla chiesa del monastero delle claustrali Domenicane, dove insieme abbiamo lodato e ringraziato Dio, per averci donato una meravigliosa giornata di comunione, pace e serenità. “Sia lode e onore a Te, Signore Gesù!” Maria Pia

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ogni incontro diventa una festa...

Carissimo P. Mauro, come vede siamo le suore domenicane di S. Caterina che dal 1998 lavoriamo qui in Slovenia, a Pirano, sulla costa istriana, vicino a Trieste. Ci è giunta, a sorpresa e graditissima, la rivista Rosarium... grazie! Non sappiamo quale angelo le abbia suggerito di farci questo “dono”. Siamo certe che Maria, Madre nostra amatissima, ha fatto la sua parte da buona mamma, come sempre, perché ci vede impegnate a diffondere la devozione del “suo Rosario” in queste terre così terribilmente provate dalla dominazione che ha fatto ogni sforzo per sradicare dai cuori il senso religioso della vita. Fortunatamente non è riuscito nel suo intento... infatti molte anime, ben radicate nella fede, ne sono uscite vincitrici, ed ora, la speranza di un risveglio della fede nei fratelli passa proprio tramite loro. Noi ci siamo rallegrate e caricate di fiducia quando abbiamo scoperto nei fedeli della nostra parrocchia di S. Giorgio di Pirano, una convinta e tenera devozione al Rosario. Ci siamo subito messe all’opera invitando tutti quelli che lo desideravano a formare un gruppo di preghiera in cui la meditazione dei misteri del Rosario diventasse “CUORE DELLA PREGHIERA”. Con entusiasmo hanno aderito subito una decina di persone ed insieme abbiamo programmato l’incontro e scelta l’intenzione della preghiera. Presto il numero dei partecipanti è salito a trenta. Ci incontriamo ogni prima domenica del mese: leggiamo il Vangelo della domenica corrente e ad ognuno viene consegnato un foglietto col mistero del rosario da recitare tutto il mese, fino al prossimo incontro. Ogni incontro diventa una festa, cresce l’entusiasmo ed il numero e noi siamo grate al Signore che trova sempre il modo per sostenere la fatica di quanti lavorano nella sua vigna. Il materiale, il foglietto col mistero e la meditazione da distribuire ogni mese, ce lo prepariamo noi in lingua slovena o italiana, dato che il gruppo è misto... e questo facilita il nostro lavoro di animatrici dato che ancora non conosciamo bene lo sloveno... abbiamo chi traduce e trasmette il nostro pensiero. Il nostro principale compito qui è “l’annuncio di Cristo ai fratelli attraverso la catechesi ai bambini e agli adulti”... è un campo immenso di lavoro: la ringraziamo ancora di cuore e ci raccomandiamo alle sue preghiere. La comunità Domenicana di Pirano

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“Zelando lo... zelabile”

COLLABORATORI

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ono Fausto, ho 32 anni, sono felicemente sposato con Lorenza e abbiamo una splendida bimba di 21 mesi di nome Elisabetta. Tutto iniziò il primo gennaio del 2002 quando decisi di iniziare bene l’anno: “Oggi che è una festa mariana ed è anche il primo giorno dell’anno mi iscrivo alla fraternita del rosario!”. Venni a casa da Messa, compilai il modulo ed imbucai... però aggiunsi anche una postilla: “sono un webmaster cattolico, se serve...?!” (il webmaster è colui che crea e gestisce un sito in internet - n.d.r.) Bene, direi che il resto lo lascio immaginare. Da lì è iniziata una fittissima corrispondenza con il Padre promotore (P.Mauro) e si sono “inanellate” una serie di attività impensabili e incredibilmente di successo. La chiave di tutto sta in quella nomina a Zelatore... sorpresi? Non per il “pezzetto di carta”... ma per il valore intrinseco che ha! Ci avete mai pensato? E’ una sorta di “affiliazione” alla famiglia Domenicana che non deve e non può lasciare indifferenti. Penso infatti che chiunque arrivi ad iscriversi ad una delle associazioni proposte, abbia dentro di sè la voglia di condividere con altri la propria devozione mariana pregando insieme. Da lì deve scattare PER FORZA il desiderio ARDENTE di comunicare anche alle altre anime ciò che si è scoperto per grazia: “L’Amore alla madre di Dio e alla sua preghiera del rosario è segno di predestinazione divina” (B. Alano de la Roche). Essere Zelatore “Domenicano” del rosario ci dà il modo di diffondere questo segreto anche agli altri e, ricordate, che “chi salva un’anima, salva se stesso” (S.Agostino). Mi si potrebbe obbiettare che una persona può fare questa divulgazione anche senza essere nella fraternita o senza essere Zelatore. Siamo attorniati da “pie anime” che mosse dalla più sincera generosità agiscono singolarmente ed individualisticamente... ma quanti “pericoli”: si inizia nella comunione di fede nella Chiesa, dalla quale si riceve, ritrovandosi poi a promuovere qualcosa di estremamente personale che si allontana inconsapevolmente sempre più dalla luce delle fede per ripiegarsi in un intimismo fideistico fuorviante e pericoloso... e che dire dell’intima e a volte arrogante “solitudine” in cui ci si ritira a causa degli immancabili smacchi... e ancora, quale contro-testimonianza l’assurgere come un assoluto, il ritenersi gli unici illuminati paladini di ciò che può e deve essere inteso e vissuto nel contesto comune di un’armonica duttilità che sfugge alla cocciutaggine, all’ostinazione ma soprattutto a quell’intoccabile protagonismo che riduce tutto alla visione del singolo. Ma è questo il modo con cui promuovere il santo rosario? Promuovere, cioè, qualcosa che è stato donato alla comunione che costituisce la Chiesa... e che è stato donato come comunitario! Essere Zelatore, per me, significa mettere a fattor comune quello che sono, donandolo

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MOVIMENTO DOMENICANO del ROSARIO

è stat ZELAT

nominat DEL ROSARIO

il

Il Padre Promotore

assieme a tutti gli altri per crescere insieme plasmandosi vicendevolmente sotto una guida riconosciuta. Significa sentirmi parte viva della Chiesa al fianco dell’ordine Domenicano nella diffusione di questo segreto. La Santa Vergine, i Santi e i Beati e lo stesso Santo Padre non cessano mai di indicare, nella meditazione Rosariana, una fonte di grazia, di salvezza meravigliosa e alla portata di tutti. Bene, così nel giro di pochi mesi, con l’aiuto di un amico devoto mariano (Giustino) e delle nostre rispettive famiglie, è nato un gruppo di preghiera del “rosario vivente” in parrocchia con un incontro mensile ogni 13 del mese. In poco tempo abbiamo ricevuto una trentina di iscrizioni... Mi sono anche impegnato a diffondere, con copiosa abbondanza, il materiale che padre Mauro mi dava a “vagonate”...«basta chiedere!»... Così a Reggio Emilia si è mosso qualcosa.. nel vero senso della parola, cioè parecchi pellegrini si sono aggregati alle iniziative del movimento. Ma ci pensate? Delle persone vanno a Fatima o a Lourdes grazie a quei volantini che hanno trovato. Tutto ciò non vi fa sentire strumento di grazia? Il tempo impiegato nella divulgazione del materiale non vale più di qualche penitenza o mortificazione? Lascio a voi la risposta . A volte cerchiamo il modo per piacere di più a Maria e, chissà perché, pensiamo di piacere

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alla Santa Vergine facendo le cose più strane mentre Lei, invece, è stata un esempio di semplicità. Amici del Rosario, non permettiamo ai falsi devoti di Maria d’ingannarci. Amare veramente Maria non può essere una vocazione individuale piegata su se stessa, intimistica e dolente. NON c’è Amore in questi atteggiamenti, non c’è quella gioia che deve essere propria del cristiano, figuriamoci del cattolico (ricordate S.Paolo?). Non facciamoci prendere dai falsi pudori del mondo, da finti rispetti umani, da timori atavici o da una sensazione di timidezza, francamente immotivata. Lasciamo il “freno” a coloro che non credono o ai devoti perbenisti di facciata. La mia testimonianza non vuole essere un “canto” fine a se stesso. Di perplessità ne ho avute, e ne ho; I NO! ci sono stati e sono anche duri da “mandar giù”. A volte ci troviamo di fronte e persone, anche consacrate, che non vedono di buon occhio il Rosario, la beata Vergine e contestano o osteggiano i nostri sforzi. Quando mi sono trovato in difficoltà, però, ho chiamato P. Mauro e mi sono lasciato guidare e “consolare”; chiedere è saggio e proficuo. Confratelli del Rosario, la Vergine dice a Medjugorie “Pregate, pregate, pregate”; io non voglio entrare sull’autenticità delle apparizioni ma, indubbiamente, questo messaggio è estremamente evangelico (“Pregate sempre senza stancarvi”) e non può essere messo in discussione. Perciò mentre Preghiamo preghiamo preghiamo... Zeliamo, Zeliamo, Zeliamo. Fausto Zelando il rosario mi sono Zelato anch’io. Zelando me stesso, ho zelato gli altri. Se noi zeliamo, zelando, zeleremo lo zelabile. Visto che lo zelabile è il mondo quanto zelamento dobbiamo fare. Per zelare non lasciamoci zavorrare. Zavorra non ne cerchiamo per zelare quella che possediamo è meglio scaricare. Senza pesi, con amore, zelando di qua e di là seminiamo un po’ di dolce grano. La Zizzania cosi’ soffocheremo con l’amore della preghiera Mariana.

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La “peregrinatio Mariae” è stata promossa:

◗ Dal P. Promotore e dall'equipe di collaboratori della provincia di Udine: a Lestizza da Silvio Pagani dal 14 al 22 dicembre; a Cassacco da Laura Pignattone dal 31 gennaio al 6 febbraio; a Sclaunicco di Lestizza da Maria Mesaglio dal 21 dicembre all’11 gennaio; a S. Maria di Lestizza in chiesa dal 9 al 22 novembre e dal 29 novembre al 6 dicembre; dalla famiglia Cattivello dal 6 al 14 dicembre; a Mortegliano da Luigino Dosualdo dal 22 al 29 novembre; da Bruno Mondini dal 6 febbraio all’11 marzo; a Marano Lagunare da Fabio Regeni dall’11 al 31 gennaio;

◗ dal Padre Promotore nella parrocchia dell'Immacolata di Montanara di Curtatone (Mn): nella frazione di Eremo: da Gianfranco Carmeli dall’1 al 8 febbraio, da Rosa Severino dall’8 al 15 febbraio, nella frazione di Montanara: da Sante Benatti dal 12 al 18 gennaio; Santi Bianco dal 19 al 25 gennaio; nella frazione di Grazie: da Erminio e Antonella Penna dal 25 gennaio all’1 febbraio;

◗ dal Padre Promotore a Tamai di Brugnera (Pn): da Gabriele, Daniela, Desirè e Riccardo dal 26 gennaio al 2 febbraio; da Franco Zanardo dal 2 al 8 febbraio, da Guglielmo Boer dal 9 al 16 febbraio, da Franco Bortolin dal 16 al 23 febbraio, da Daniela Nadin dal 2 all’8 marzo; da Alessio Moras dal 23 all’30 marzo;

◗ dall'equipe di collaboratori della provincia di Milano e Varese: a Legnano (Mi) da Domenico Tridico dal 3 al 12 dicembre; da Giorgio Costa dal 13 al 27 dicembre; da Mirella Casella dal 28 dicembre al 4 gennaio 2003; da Maria Piccolo dal 5 all’11 gennaio; da Maria Rocca dall’11 al 18 gennaio; da Gaetano Tarantino dal 18 al 25 gennaio; da Vincenzo Vozzi dal 25 gennaio all’1 febbraio; a Rescalda (Mi) da Francesco Arrigucci dal 13 al 23 novembre; a Limbiate (Mi) da Ofelia Saliano dal 23 novembre al 2 dicembre; a Castellanza (Va) da Francesco Vozzi dall’1 all’8 febbraio;

◗ dalla zelatrice sig.a Maria Grazia Varaldo di Faenza (Ra): a Faenza (Ra) da Ivano e Elena Valmori dal 15 ottobre al 20 novembre; a Granarolo Faentino (Ra) in parrocchia dall’8 al 9 marzo.

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nuovi iscritti al movimento domenicano del rosario

A)

SONO STATI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE DEL

ROSARIO VIVENTE:

1. dalla segreteria: Daria Pisoni Brambilla di Peschiera Borromeo (Mi), Giulio Carducci di Pontetaro (Pr), Maria Teresa

Piumatti di Bra (Cn), Daniela Rescalli di Milano, Antonietta Cosentino di Guastalla (Re), Maria Ester Marchini di Suzzara (Mn), Maria Grazia Magotti di Parma, Maria Concetta Basile e Antonella Maria Ceccarelli di Cervia (Ra), Silvia Zaccarini di Fidenza (Pr), Nicola Coniglio di Roma, Paola Ripalti - Maddalena Bergami - Dora Iacovone e Nella Ripalti Sabbatucci di Pesaro. 2. da Giovanni Dalla Casa di Santerno (Ra): Amalia Dabbene, Maria Pia Alessi, Adele Penso, Francesca Dalprato, Luciana Emiliani, Maria Montanari, Laura Triossi, Tito Zaffi, Renato Zinzani, Dina Margotta, Marisa Tampieri, Pina Arena di Ravenna; Supremo Ballardini e Loretta Ciceroni di Voltana (Ra), Maria Lattuga di Cotignola (Ra). 3. da Paolina Panfili di Tamai di Brugnera (Pn): Paolina Panfili, Umberto Santarossa, Ofelia Bertolo, Augusta Bortolin, Silvia Poles, Lucia Basso, Caterina Bonadio, Rosa Gardenal, Maria Luisa Santarossa, Silvana Bortolin, Daniela Crisostolo, Silvana Morandin, Fiorina Bozzetto, Lorena Venier, Demitri Bozzetto di Tamai di Brugnera (Pn). 4. da Pierina Santarossa di Tamai di Brugnera (Pn): Pierina Santarossa, Giuseppina Turchet, Elena e Annamaria Uliana, Alessandra e Gabriele Verardo, Margherita Alfier, Tullio Verardo, Italina Dal ben, Edy Pivetta, Silvana Perinot, Maria Zorzetto, Elisa Zanardo, Angela Bozzetto, Silvia Verardo di Tamai di Brugnera (Pn). 5. da Gabriella Pavan di Tamai di Brugnera (Pn): Gabriella Pavan, Giorgio - Lucia - Stefania - Maria Pia e Graziella Santarossa, Adriana Bortolin, Marianna De Pecol, Gianna Menegotto, Assunta De Marchi, Giuseppina Faggion, Natalina Battistuzzi, Marilena Bertolo, Francesco Covre e Rosalia Camerin di Tamai di Brugnera (Pn). 6. da Anna Maria Motzo di Tamai di Brugnera (Pn): Anna Maria Motzo, Renzo - Paola e Laura Stefanel, Luisa e Antonella Sacilotto, Sabrina D’Arpino, Ernesta L’Aghi, Daniela Comin, Marcella Goiociocea, Lina Zanardo, Emma Santarossa, Caterina Verardo, Irma Paro, Alberto Zanchetta di Tamai di Brugnera (Pn). 7. da Fioretta Bononi di Tamai di Brugnera (Pn): Fioretta Bononi - Anna Bortolin - Valentina e Augusta Santarossa Augusta Biscontin - Graziella Barazza - Giuseppe Piccolo - Anna Sabagnuc - Rita Verardo - Teresa Zaccarin - Raffaella Pivetta - Maria Zanette - Gina Basso -Ortensia Mezzarobba di Tamai di Brugnera (Pn), Lucina Bortolin di Palse di Porcia (Pn). 8. da Suor Maria Rosilda Favaretto di Tamai di Brugnera (Pn): Regina Piccolo - Lidia Sfredo - Olga Mik - Rosina Pivetta - Maria Zanette - Maria Breda - Giannina Giust - Angelina Bertolo - Elia Santarossa e Roberta Brisotto di Tamai di Brugnera (Pn), Angelina Brisotto di Maron di Prata (Pn), Santina Pavan e Rino Pesot di Camol di Brugnera (Pn), Pierina Moro e Anna Maria Mio Bertolo di Palse di Porcia (Pn). 9. da Suor Maria Rosilda Favaretto di Tamai di Brugnera (Pn): Giorgina Pavan di Camolli di Fontanafredda (Pn), Maria Negro - Rita Puiati - Cristian, Chiara e Claudio Dal Mas - Tania Bortolin - Katy Copat - Vanna Prosdocimo - Loredana Boem - Federica Mezzaroba - Tiziana Pavan - Edy e Alessandra Basso - Nadia Trevisan di Tamai di Brugnera (Pn).

B)

SONO STATI ISCRITTI ALLA

FRATERNITA

O

GRUPPO

DEL

ROSARIO:

1. dalla segreteria: Francesco Aronadio di Palermo; Anna Aiello di Spezzano della Sila (Cs), Maria Monesi di

Mantova, Oriano Luigi Bezzi di Piangipane (Ra), Rosario Crapitti di Palermo; Giovanni Marchesi di Torino, Carmine Tisbo di Lendinara (Ro), Mariella Onorati di Accettura (Mt); Loredana Spotti di Madregolo (Pr); Lia Panichi di Porto Potenza Picena (Mc); Rosanna Pisanti di Rescalda (Mi); Antonio D’Angelo di Cutro (Kr); Franca Bergamaschi di Eremo di Curtatone (Mn), Enzo Ferraro di Roma, Celestina Cermeri di Agugliano (An). 2. dalla sig.a Giulia Sparapani di Ancona: Maria Marini di Passo Varano (An); Aida Rossi Del Rio di Fabriano (An); Maria Rita Scarponi di Loreto (An), Enza veraci - Maria Baro - Angela Moroni ed Eliana Giulietti di Osimo (An); Anna Consiglio di Collemarino (An); Patricia Rodriguez de Souza - Paolo Carotti - Patrizia Casanova - Hedda Delisio Silvana Carluccio - Vittoria Moglie e Massimo Mengarelli di Ancona.

C)

SONO STATI ISCRITTI ALL’ORA DI

GUARDIA:

Anna Aiello il 13 di ogni mese dalle 15 alle 16; Francesco Genova il 29 di ogni mese dalle 7 alle 8.

D)

SONO STATI NOMINATI ZELATORI O ZELATRICI:

Oriano Luigi Bezzi di Piangipane (Ra).

Ricordo che per gli iscritti (vivi o defunti) alle Associazioni del Rosario nella Basilica Patriarcale di S. Domenico a Bologna nelle prime quattro domeniche del mese, alle ore 18, viene celebrata una santa messa.

30


HANNO INVIATO OFFERTE: Alessandra Dubrovich, Elena Cecchi, Maria Alberighi, Partecipanti alla “Peregrinatio Mariae” di Rescaldina (Mi), Monica Bianchi, Ina Insimanno Conti, Gabriella Craboledda, Luca Cremonesi, Anna De Pascalis, Salvatore Francavilla, Lina Moretti, Suor Angelica Bruno, Flavia Lattanzi, Cesare carloni, Domenicane del S.Rosario di Melegnano (Mi), Maria Giorgetti, Angela Mariani, Giovanna Venturini, Gabriella Bertinelli, Maria Gabriella Cossignani, Girardello Turri, Eva Macchiarulo, Padri Domenicani, Suor Bernadetta Tosi, Società META s.r.l., Società REMONDI s.n.c., Nicla Taborelli, Valvo Paola, Nevona Trentin, Vanda Toppano, Stella Tombolesi, Maria Taffetani, Luigina Tienghi Schiesaro, Lucia Schiavo, Marisa Sbriscia, Pina Sacci con 23 abbonamenti, Maria Renzi, Miriam Querzola, Maria Polenta, Piccola Opera del Divino Amore, Antonio Petrelli, Raffaello Persici, Partecipanti alla “Peregrinatio Mariae” nella provincia di Udine, Maria Concetta Pace, Maria Luisa Odifreddi con 4 abbonamenti, Giuliana Montoncello, Dr. Rosina Melissano, Anna Rosa Guiducci, Graziella Garavini, Emilia Gallazzi, Domenicane di Rovato (Bs), Domenicane di S. Caterina di Venezia, Fernando Dattisi, Palma Cornago, Natalina Bruttomesso, Anna Soru Brau, Giuliano Aimi, Suor Maria di Montfort, Olivia Marini, Maria Angeli, Alba Fabian, Elisabetta Grandi, Paolo Vezil, Partecipanti alla riunione dei collaboratori del Triveneto, Suor Rosilda Favaretto, P. Stefano Rabacchi, Antonio Aliata, Nunzia Aercari Cè, Anna Valeria Ariozzi, Ida Luzi Barbadoro, Fausta Riva Barbaglio con 26 abbonamenti, Carla Martignoni, Luciana Borgioni, Gruppo del rosario di Portorecanati (Mc), Maurizio Bottini, Mauro e Rossella Candeloro, Giovanna Cella, Virgilio Colonnello, Eleonora Laganà, Rosaria Lanza, Agnese Nossa Lorenzi, Anna Oldani, Espedito e Pina Riccio, Gianna Simoncini, Cosima Tampieri, Giancarlo Tione, Maria Dalla Longa, Maddalena e Lucia Piermarini, Irene Di Giovanni, Partecipanti alla riunione dei collaboratori delle Marche, Gruppo del rosario di Secchiano (Pu), Centro di Spiritualità B. Imelda di Idice (Bo), Luigi Leonardi, Mario Marchiori, Vida Jancic, Francesca Mazzei, Piero Pirani, Cassadi Risparmio di Parma e Piacenza, Teresa Bragantini, Maria Teresa Bocchini, Loreta Tozzo, Barbara Mazzochin, Parrocchia Immacolata Concezione di Montanara (Mn), Franca Crepaldi, Maria Rosaria Vairano, N.N., Faustina Boschi, Giuseppina Poletto, Bruna Ruvoletto, Erminia Mazzaretto con 20 abbonamenti, Argeo Biasi, Adele Forlini, Caterina Casimirri, Diletta Montanari, Anna Zotti, Luisa Antoniazzi, Angela Bara, Ines Colombo, Confraternita del SS.mo Rosario di Gallipoli (Le), Elvia Barioni, Franca Tornelli, Paola Grassi, Ciro Bux, Gina Angioletti, Lucia Carli, Giovanni Marchesi, Isella Melloni, Mina Raffaelli, Silvana Silimbani, Partecipanti ad una tombolata di un rione di S. Felice sul Panaro (Mo), Enrica e Bruno Budri, BIANCHINI Costruzioni, Giuseppe Panza, META s.r.l., Termotecnica REMONDI s.n.c.

2) in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. Messe: Liliana Gelsomini Rinaldi per Bruno Gelsomini; Zefferina Franceschelli per defunto Valentino Mezzanotti; Anna Pirani in memoria dei defunti; Maria Vittoria Muscinelli secondo le proprie intenzioni; Grazia per le anime del purgatorio; Parrocchia Immacolata Concezione di Montanara (Mn) secondo le intenzioni degli offerenti; Giulio Carducci per la sua famiglia.

3) per acquisto o vendita di sussidi: Milena Mauceri, Antonietta Perotti, Giovanni Jannazzo, Bruna Molinari, Ilaria Giannarelli, Parrocchia di S. Donato in Gardigiano (Ve), Don Walter Milocco, Fiorenza Marini, Loretta Sangoi, Cristina Garotti, Mariella Albertini, Parrocchia Immacolata Concezione di Montanara (Mn), Paola Valvo.

4) per le adozioni a distanza: Ambrogio Caserini per Ana Paula; Famiglia Ravaioli Lancellotti per Camila; Irene Di Giovanni per Isabella; Roberto Tonucci per Ana Cristina; Daniele Savelli per Andressa; Ada Giacomello per Matheus; Ambretta e Giampaola Negri; Dario Persici e Anna Milani.

Hanno collaborato con la loro opera: Antonio e Silvana Albazzini; Promotori degli incontri per i collaboratori del mese di febbraio; Ilaria Giannarelli; Fausto Bizzarri; Elvio Barzotti; Suor Maria Augusta Gonnella e Suor Maria Rosilda Favaretto; FP Fratelli Persici; Collaboratori che vendendo i biglietti, hanno poi gestito e attuato la lotteria per sovvenzionare il raduno di Bologna; Collaboratori che nei vari modi hanno promosso il raduno di Bologna del 6 aprile.

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pagina della riconoscenza

1) per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario:


Pellegrinaggi del Rosario guidati dai Frati di S. Domenico

a Fatima, Santiago de Compostela, Lourdes 10 giorni aereo e pullman dal 12 al 21 luglio 2003 per le iscrizioni termine ultimo il 15 maggio

a P a l e r mo, Agrigento, Siracusa e Catania 6 giorni aereo e pullman dal 30 luglio al 4 agosto 2003 per le iscrizioni termine ultimo il 15 giugno

a Czestochowa, Cracovia, Città di P. Kolbe, Auschwitz e Santuario Divina Misericordia 6 giorni aereo e pullman dal 12 al 17 agosto 2003 per le iscrizioni termine ultimo il 15 giugno

in Turchia “sulle orme di S. Paolo” 10 giorni aereo e pullman dal 22 al 31 agosto 2003 per le iscrizioni termine ultimo il 30 giugno

25-26-27 ottobre Conclusione “anno del rosario” pellegrinaggio di tutta la Famiglia Domenicana

a

Pompei

in pullman

toccando anche i Santuari di Loreto, Lanciano e S. Giovanni Rotondo il programma dettagliato sul prossimo numero di Rosarium In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna CMP detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa


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