Rosarium 2002-03

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Spedizione Abb. Post. - Art. 2 Comma 20 lettera C - Legge 662/96 - Filiale di Bologna - Anno XXXV - n3- III trimestre

Movimento Domenicano del Rosario - provincia “S. Domenico in Italia�

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Gentilissimi lettori, siamo ormai al termine del periodo estivo e nel fermento per la ripresa delle attività vorrei rinnovare a tutti voi un invito: fatevi promotori per avvicinare alla “famiglia del rosario” il maggior numero di persone.

ROSARIUM Pubblicazione trimestrale del Movimento Domenicano del Rosario

Proprietà: Provincia Domenicana Utriusque Lombardiae Piazza San Domenico 13 - 40121 BOLOGNA Direttore Responsabile Orazio D’Amato Autorizzazione al Tribunale di Bologna n. 3309 del 5/12/1967 Rivista fuori commercio Le spese di stampa e spedizione sono sostenute da tutti gli amici

Anno 35°- n. 3 finito di stampare il 26 luglio 2002 stampa: Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s. Milano - via P. della Francesca 38 Amministrazione: Movimento Domenicano del Rosario Via IV Novembre 19/E 43012 Fontanellato (PR) Tel. 0521822899 Fax 0521824056 e-mail movrosar@tin.it www.movimentodomenicanodelrosario.org http://groups.msn.com/AllaLucedelRosario CCP. 22977409 Direttore amministrativo: P. Mauro Persici o.p. tel. 0521829903 oppure 3355938327 Collaboratori: P. Riccardo Barile o.p. P. Bernardo Gianluigi Boschi o.p. P. Giovanni Cavalcoli o.p. P. Roberto Coggi o.p. P. Gianni Festa o.p. Don Attilio Galli Don Vincenzo Mercante P. Marcolino Muraro o.p. P. Stefano Rabacchi o.p. Paolo Risso Tiziana Tittarelli Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. L’invio delle fotografie include il consenso per una eventuale pubblicazione.

Come penso tutti voi sappiate, esistono tre associazioni del rosario: - “rosario vivente” per coloro che si impegnano a meditare quotidianamente un mistero del rosario - “fraternita del rosario” per coloro che come minimo si impegnano a meditare i 15 misteri nell’arco della settimana o, meglio ancora, i 5 misteri ogni giorno - “ora di guardia” o “rosario perpetuo”, per coloro che, già iscritti alla “fraternita del rosario”, fissano un’ora ed un giorno del mese in preghiera in cui, da soli o comunitariamente, prendono l’impegno di vegliare con Maria, meditando i 15 misteri. Avvicinare una persona alle associazione del rosario significa darle la possibilità di trovare una grande famiglia nella quale condividere e con la quale essere in comunione spirituale, potendo anche godere i benefici che la Chiesa e l’Ordine Domenicano elargiscono. Allegato a questo numero di Rosarium troverete il modulo per formare dei gruppi del rosario.... il modulo è predisposto per i gruppi della “fraternita del rosario”, ma correggendolo potrete usarlo anche per il “rosario vivente” o “l’ora di guardia”... usando questo modulo, affinché possa inviare all’interessato la tessera d’iscrizione. Vi prego di scrivere in modo leggibile indicando il nome, cognome e l’indirizzo completo esatto per ogni iscritto. Se Vi dovessero servire altri moduli potrete farne delle fotocopie oppure fatemelo sapere che provvederò immediatamente. AugurandoVi un buon lavoro, invoco la materna protezione della Beata Vergine, regina del s. rosario e Vi saluto fraternamente P.Mauro

SOMMARIO Lepanto: solo un fatto militare?

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Lepanto: partecipazione dei domenicani

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Nuovi iscritti

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il primo francobollo dedicato al S. Rosario

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il S. Rosario e la Parola di Dio

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Messori ci ha parlato di: “Gli occhi di Maria”

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Bologna, 14 aprile 2002: Raduno del S. Rosario

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Peregrinatio Mariae

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Pagina della riconoscenza

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In copertina: Monte delle Beatitudini in una foto di Paolo Gavina


LEPANTO: solo un fatto militare?

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o riflettuto, prima di scrivere su Lepanto, tenendo presente il clima nuovo del Concilio, il gesto di Paolo VI che restituisce all’Oriente i trofei di passate vittorie; ho tenuto presente la diffidenza di Giovanni XXIII verso lo stesso nome di “crociata”, ho tenuto presente il movimento ecumenico, che tante speranze apre oggi all’orizzonte della Chiesa. Nonostante tutto questo, Lepanto non va dimenticata(1), non va passata sotto silenzio: va invece reinterpretata in modo nuovo, più profondo, più soprannaturale, in certo modo più biblico. Sì, è un centenario da capire. L’uomo di Lepanto E’ necessario anzitutto riportarsi a quel tempo e capire coloro che hanno operato e sofferto per la causa della fede in situazione tanto diversa dalla nostra. In particolare bisogna capire l’uomo che volle la vittoria di Lepanto, che la ideò, la preparò, la sofferse fino allo spasimo. Quest’uomo è un uomo di Dio, è un santo: Pio V. Senza di lui la vittoria di Lepanto non solo non ci sarebbe stata, ma, essa resterebbe incomprensibile nel suo vero significato. Lepanto passa attraverso il cuore, la mente, la fede, la preghiera e la santità di Pio V. In lui si riassume tutto il “sentire” della Chiesa di allora. Appena eletto Papa, percepì acutamente il pericolo che correva la Chiesa e l’Europa: il pericolo di un’imminente invasione dell’Islam, che avrebbe potuto cancellare l’Europa cristiana dalla carta del mondo e con essa la stessa fede cristiana, quella dei cattolici e quella dei protestanti, Nella Bolla “Cum gravissima” del 9 marzo 1566, a neanche due mesi dalla sua elezione, descrive la situazione in tutta la sua gravità. Scriveva ai Principi cristiani: “In presenza del comune pericolo, dimentichiamo tutte le nostre questioni”. Ma parlava ai sordi. E così, mentre l’impero Ottomano aveva raggiunto uno splendore e una potenza mai visti, l’Europa cristiana offriva uno spettacolo desolante di divisione di decadenza e di impotenza. La coscienza cristiana d’Europa si coagulò in quest’uomo di Dio (2). Quest’uomo, che rifuggiva istintivamente dagli affari guerreschi, che si sentiva

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soprattutto chiamato ad operare il rinnovamento spirituale della Chiesa, fu costretto dalle circostanze e da un interiore impulso ad occuparsi anche di questo, per la salvezza fisica della cristianità europea. E’ incredibile lo zelo, l’instancabilità e soprattutto l’eroica pazienza, durata per tutto il tempo del suo pontificato, nello sforzo di unire le nazioni europee contro il pericolo comune. Scrisse persino a Ivan IV, il Terribile, Imperatore di Russia. Ebbe delusioni a catena. Le nazioni erano diffidenti tra loro, preoccupate dei loro interessi particolari, malate di rivalità reciproche e i loro prìncipi, assetati di divertimenti e di facili guadagni, vivevano in quella specie di incoscienza che precede l’irreparabile. Il mito dell’invincibilità dei Turchi aleggiava sulle nazioni europee e paralizzava tutti. Tra angosce e disinganni, Pio V riuscì finalmente a creare una sufficiente unione tra i vari principi e nazioni. Era il marzo del 1570. Ma non erano finite le delusioni. La prima spedizione delle flotte cristiane (Venezia, Spagna, Stato Pontificio) fu un disastro. Chiunque si sarebbe avvilito e avrebbe piantato ogni cosa. Pio V ebbe molte volte questa tentazione(3), ma trovò nella sua fede la forza di resistere per tutta la Chiesa. Il ruolo della preghiera La parte che ebbe la preghiera nell’attività politica di questo Papa e poi nella stessa azione militare è incredibile. Si dice che il Sultano Soliman, detto il Magnifico, essendo a conoscenza dei prodigi che il Papa operava attraverso la preghiera e le penitenze, abbia affermato: “Temo più la preghiera di questo Papa che tutte le milizie dell’imperatore” (4). Di fatto egli moltiplicò preghiere e penitenze per il buon esito politico e militare dell’impresa. Mosse tutta la Chiesa a pregare. Il 21 luglio 1566 indisse il primo giubileo, prescrivendo preghiere, digiuni ed elemosine, per implorare la divina misericordia e il soccorso dall’alto, nel comune pericolo. Il 28 luglio prese parte alla processione penitenziale in Roma. Il foglio vaticano “Avviso di Roma” annotò: “Aveva le lacrime agli occhi mentre procedeva, pregando fervorosamente”. Prese parte ad altre due grandi processioni penitenziali, il 31 luglio e il 2 agosto dello stesso anno. E così negli anni seguenti.

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Il 15 agosto del ‘70 indisse un’altra processione, mentre la flotta cristiana tergiversava sui mari per interne discordie dei capi; e poi ancora il 13 settembre dello stesso anno, mentre sembrava che le cose andassero per il peggio. Scrive l’“Avviso di Roma”: “Orando sua santità, quando disse quelle parole: ‘ne tradas bestiis animas confitentes tibi’, venne in tanta devotione et compunctione di cuore, che due volte coram populo lacrimava” (5). Il 1571 parve l’anno della esaudizione di Dio a tante preghiere degli anni precedenti. Il 27 maggio fu raggiunto un accordo abbastanza stabile tra i collegati. Indisse allora un altro giubileo, prese parte ad altre tre processioni penitenziali il 28 maggio, il 30 maggio e il 1° giugno. In difesa della fede In quel periodo scrisse a Don Giovanni d’Austria dicendogli di “ricordarsi che partiva in guerra per la fede cattolica e che perciò Iddio gli avrebbe dato vittoria”. Don Giovanni aveva 25 anni, figlio dell’imperatore, biondo, bellissimo. Parve alla fantasia di molti il Davide della cristianità. L’aveva voluto a capo supremo delle forze cristiane lo stesso Pio V. Il Papa, quando seppe che il 24 agosto Don Giovanni aveva raggiunto Messina e si accingeva a prendere il mare verso oriente, raddoppiò le preghiere, le penitenze e le elemosine. “Egli aveva ferma fiducia nella preghiera - dice il Pastora - specialmente nel Rosario” (6). Lo affermano i suoi primi biografi. Alla fede del Papa corrispose un’uguale fede nei capi della flotta cristiana e nella truppa? Sotto l’impulso di Pio V, un’ondata d’entusiasmo scosse il cuore di molti capitani e soldati. Tuttavia sarebbe del tutto irreale e ingenuo pensare ad un esercito di santi, accesi solo dallo zelo della difesa della fede. V’erano truppe di ventura, professionisti della guerra, avventurieri avidi di bottino, banditi siciliani attirati dalla promessa di immunità, raccogliticci d’ogni genere. Nei capi, accanto alla fede cristiana, c’era anche l’ambizione guerresca. Il pratico tradimento di Andrea Doria ne è una dimostrazione. Le ciurme, raccolte qua e là, non erano certo animate da grandi ideali. Non c’è da scandalizzarsi di tutte le miserie di un esercito: delle risse, dei latrocini, delle violenze, degli episodi di immoralità che accaddero, specie a causa dei ritardi che avevano fatto esaurire le scorte. La flotta era composta di materiale umano, cioè di cristiani peccatori. Non per nulla i cappellani della flotta badavano a dire che l’arma migliore dei turchi contro i cristiani eran “li peccati nostri”. Ma forse che le grandi assemblee liturgiche delle Messe domenicali sono composte di cristiani meno peccatori di quelli? Un’intenzione di fede, però, guidava tutta quella gente, un’intenzione di fondo, che in qualche modo agiva nell’intimo della coscienza dei capi e della truppa. I cappellani e gli stessi capi tenevano viva questa finalità prettamente religiosa di quella singolare azione militare. Il Papa aveva dato “un programma esplicito e assai

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particolareggiato del modo come dovevano impiegare i crociati le 24 ore del giorno: quelle del mattino in orazioni, quelle della sera in esercizi militari e marinareschi” (7). Il gesuita De Montoya, che in parte fu testimone oculare, scrive delle truppe cristiane (lettera del 31 dicembre 1571): “Havevano tanta devozione che etiam li vogatori erano grandemente animati a morire per la defenzione della santa Chiesa” ; “in tutti generalmente si vedeva un sì grande spirito, che non pareva esercito di soldati, ma più tosto compagnia di religiosi”. Descrive poi l’esercito prima della battaglia: “Primieramente era molto per lodare la Divina Bontà che, essendo l’esercito dei cristiani non solo varii, ma etiam di nimici, nientemeno si vedeva tra loro grandissima tranquillità e pace”. Ci può essere dell’esagerazione, in queste affermazioni del gesuita, ma esse sono perciò stesso la dimostrazione di un certo clima di entusiasmo religioso che, sotto l’impulso di Pio V, s’era creato in quegli uomini d’arme e che in certi momenti si esprimeva in commoventi manifestazioni di massa. “Vi fu un uomo inviato da Dio il cui nome era Giovanni...” Quando le due flotte, quella cristiana e quella turca, si avvistarono nel mare di Lepanto, Giovanni d’Austria, ispezionando le truppe, portò con sé il crocifisso e seppe infondere in esse un grande fervore religioso e quella sicurezza di vittoria che Pio V gli aveva comunicato di persona e per lettera. Prima dello scontro vi fu un momento solennissimo: quello della preghiera. Tutti sanno ciò che avvenne a mezzogiorno di quel famoso 7 ottobre 1571, quando le due flotte si scontrarono violentemente. I panegiristi di Lepanto hanno spesso esagerato nell’esaltare l’inferiorità della flotta cristiana di fronte a quella turca, per accentuare l’intervento di Dio. Numericamente erano pressoché uguali. Qualitativamente la flotta turca era però molto più addestrata e preparata; inoltre essa s’era acquistata una fama quasi mitica di invincibilità, che solo Lepanto le tolse per sempre.

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Nell’infuriare della battaglia il generalissimo Giovanni d’Austria ricorse all’aiuto di una immagine, quella di “Sancta Maria succurre miseris”, che ancor oggi si conserva nella chiesa di S. Pietro a Maiella in Napoli (8). E’ notissimo il fatto che Pio V alle ore cinque del pomeriggio di quel 7 ottobre, proprio nel momento della vittoria, ebbe una illuminazione improvvisa e, interrompendo una riunione di carattere amministrativo col suo tesoriere Bartolomeo Bussotti, si alzò di scatto, aprì la finestra e sostò un po’ di tempo come assorto guardando lontano; poi si voltò indietro esclamando: “Via, non è tempo di occuparsi di affari: affrettatevi a ringraziare il Signore, perché la nostra flotta ha riportato vittoria”. E scese in cappella a pregare, lacrimando di gioia. La stessa illuminazione l’ebbe in Roma un frate francescano di grande pietà. Certo, non dovremo ricercare episodi di tale natura nella corrispondenza diplomatica del tempo! Il fatto fu accertato, oltre che dal tesoriere Bussotti, che annotò l’ora in attesa di sapere notizie attraverso i corrieri per controllarne poi l’esattezza, anche dai due più antichi biografi del Papa, il Catena e il Gabuzzi. Un discepolo di S. Filippo Neri, certo Fabricio de’ Massimi, affermò con giuramento che l’episodio era vero. La notizia della vittoria giunse al Papa la notte tra il 21 e il 22 ottobre. Un ritardo notevole, dovuto a varie cause. Il Segretario di Stato, che ricevette il corriere veneziano, svegliò il Papa, il quale si alzò e mettendosi in preghiera, esclamò “nunc dimittis, Domine, servum tuum in pace”. Il mattino del 22 scese in S. Pietro a ringraziare Dio. Ricevendo poi gli ambasciatori e i cardinali, riferendosi a Giovanni d’Austria, l’eroe di Lepanto, iniziò col dire: “vi fu un uomo... inviato da Dio il cui nome era Giovanni...”. Egli era convinto che quella era stata, come le antiche battaglie bibliche, una battaglia di Dio, voluta da lui per la salvezza “fisica” della cristianità. “Nobis divinitus parta extitit” (si è presentata a noi come generata divinamente), dirà nella Bolla “Salvatoris Domini”, del 5 marzo 1572. Tutta la cristianità fu della stessa convinzione. Fu per tutti noi come un sogno “credemmo di riconoscere l’immediato intervento di Dio”: così scrisse Luis de Alzamara a Giovanni d’Austria (9), l’11 novembre 1571. Il famoso latinista Marcantonio Mureto scrisse che la vittoria era stata ottenuta dalle preghiere e dalle lacrime di Pio V, che, come Mosè sul monte, aveva tenuto le mani alzate, e il nuovo Giosuè

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aveva vinto. Cervantes, il famoso poeta spagnolo, che prese parte alla spedizione, disse che quello era stato “il più bel giorno del secolo”. Un’ondata di giubilo - di cui è testimonianza una mediocre letteratura elogiativa e un’arte eccellente - percorse l’Europa: non era un fuoco fatuo. Era un senso di sollievo, di liberazione da una minaccia reale, che aveva pesato su tutti. Vi furono voci discordi, come quella di Montaigne, il quale disdegnò di vedere in quella vittoria la mano di Dio. Gli rispose poi Pascal così: “Egli non ha veduto la causa di questo effetto” (Pensèes, cap. VI). Pio V aveva cantato il suo “nunc dimittis”. Infatti morì l’anno dopo. Aveva compiuto la sua missione. Più che Giovanni d’Austria, era lui “l’uomo inviato da Dio...”. Aveva speso tutte le sue forze in un pontificato breve (6 anni 7 mesi e 23 giorni) e intensissimo, per la difesa della Chiesa e della civiltà europea. Qualcuno, anche di recente, ha parlato del “cupo e intransigente” Pio V (10); ma egli, che fu temuto il giorno della sua elezione, fu pianto da tutto il popolo il giorno della sua piissima morte. Lepanto e il Rosario In quel famoso 7 ottobre, come è noto, proprio a mezzogiorno, in tutte le chiese d’Europa e, specialmente nelle chiese di Roma, ov’era istituita la Confraternita del Rosario - ed erano moltissime - si pregava la Madonna del Rosario per la vittoria. Questa felice coincidenza e la fiducia che Pio V nutriva per questa preghiera (11) e infine la sua stessa dichiarazione solenne nella Bolla “Salvatoris Nostri”, hanno fatto della vittoria di Lepanto una vittoria dell’umile e potente preghiera mariana. La presenza di cappellani e in particolare di domenicani in mezzo alle truppe ci fa pensare che, sicuramente, la corona del Rosario non fu solo nelle mani dei fedeli in retroguardia nelle chiese d’Europa, ma nelle mani degli stessi combattenti. Si sa di un cappellano, certo Gallese, che aggregò tutta la nave a lui affidata alla Confraternita del Rosario. Il Rosario fa parte ormai dei caratteri soprannaturali di questa battaglia. Pio V, l’animatore di Lepanto, è stato giustamente chiamato il “Papa del Rosario”. Egli fu uno dei più grandi promotori del Rosario, superato in seguito solo da Leone XIII. Alla potenza di questa preghiera egli aveva affidato le sorti della Chiesa in quel tempo tormentatissimo.

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Verso un altro centenario S. Pio V, nella Bolla “Salvatoris Domini” (5 marzo 1572) stabilì che la festa della Madonna del Rosario, che prima si celebrava in date diverse, secondo i luoghi e le diocesi (per es. a Venezia il giorno dell’Annunciazione, in Sicilia la domenica in Albis, in Spagna la seconda domenica di maggio, ecc.) fosse celebrata ogni anno il 7 di ottobre, a perpetuo ricordo della vittoria di Lepanto. Il successore, Gregorio VIII, nella Costituzione “Monet Apostolus”, dell’11 aprile 1573, dichiarò solenne la festa della Madonna del Rosario e la spostò alla prima domenica di ottobre, da celebrarsi in tutte le chiese che avessero l’altare o la cappella del Rosario. E ciò affinché venisse celebrata con maggiore solennità. Del resto quel famoso 7 ottobre 1571, il giorno della vittoria, era di domenica. Nel 1671, una Bolla di Clemente X (“Ex injuncto nobis”, del 26 settembre) estende la solennità del Rosario a tutte le chiese del clero secolare e regolare, anche non aventi la cappella del Rosario, dei territori del Re di Spagna. Negli anni seguenti si estese progressivamente in molte altre regioni e nazioni. Nel 1716 Clemente XI la estese alla Chiesa universale. Leone XIII confermò questa universalità del Rosario (11 settembre 1887), elevandone il rito. L’ingresso del Rosario nella liturgia della Chiesa universale, con speciale festa fissata nel calendario, ebbe grande importanza nella storia di questa devozione. “L’anno 1573 - scrive F. M. Willam (12) - segna una pietra miliare nella storia delRosario. Esso prende il largo verso l’universalità; si avvia a divenire “preghiera della Chiesa” (Paolo VI). La liturgia della festa del Rosario diverrà la più perfetta spiegazione del senso di questa devozione. Ma all’origine di questa espansione del Rosario c’è la vittoria di Lepanto. † P. Enrico M. Rossetti o. p. (dal Bollettino di S. Domenico) Noi vogliamo che in nessun tempo sia dimenticato il ricordo della grande vittoria (victoria, nullo unquam tempore oblivione tradenda), ottenutaci da Dio (divinitus parta) per i meriti e la pia intercessione della gloriosissima Vergine e Madre di Dio Maria, il 7 ottobre 1571”: così Pio V nella Bolla “Salvatoris Domini” del 5 marzo 1572. (2) “Come già tante volte, così anche ora apparve che solo la Santa Sede aveva piena coscienza del pericolo minacciante la cristianità e la civiltà occidentale e perseguiva una politica realmente disinteressata, promovendo col massimo zelo la Lega; mentre coloro, per la cui utilità essa doveva esser conclusa, si lasciavano guidare soltanto dai loro particolari interessi contrastanti e mercanteggiavano sulle condizioni di un impresa comune, come mercanti per una merce”. (PASTOR, Storia dei Papi, vol. VIII, cap. 8, pag. 529). (3) “lo sarei certamente. venuto meno e avrei già rinunciato alla mia dignità (cosa che ho pensato più d’una volta), se non avessi amato meglio rimettermi nelle mani del Maestro che ha detto: “chi vuol seguirmi rinneghi se stesso”. (Da una lettera del 10 settembre 1570 al Gran Maestro di Malta). (4) G. GRENTE, Il Pontefice delle grandi battaglie, pag. 147. (5) PASTOR, op. cit., pag. 540, in nota n. 4. (6) PASTOR, ibid., pag. 561. (7) Da una lettera dei Resquésens al Card. De Granvelo, del 30 agosto 1571. (8) Cfr. PASTOR, ibid., pag. 566, in nota n. 2. (9) Cfr. PASTOR, ibid., pag. 574. (10) 31-5-‘71, n. 5. (11) Pio V emanò cinque documenti sul Rosario, durante il suo pontificato. Il più importante è la Bolla “Consueverunt Romani Pontifices”, del 15 settembre 1569, che è considerata la magna charta del Rosario. (12) F. M. WILLAM, Storia del Rosario, pag. 101. (1)

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LEPANTO: Partecipazione dei Domenicani

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ggi Lepanto è una ridente cittadina sul golfo di Corinto. In alto le mura dell’antica fortezza veneziana, con i suoi baluardi emergenti dal verde dei pini. In basso, il porto che diresti intatto, come negli anni in cui vi dominava la Serenissima. Il lungomare è un brulichio di turisti, di alberghi, di bar. La costa offre chilometri di spiagge incantevoli. Per il turismo la battaglia del 1571 fa da utile richiamo: la trovi rappresentata su grandi pannelli nei bar, nelle hall degli alberghi o addirittura sui tavoli dei ristoranti e sui ninnoli in vendita ovunque. Ben altro il clima che si respira nel monastero ortodosso della Trasfigurazione (o Metamorfosis), che sorge su di un colle a quattro km. dal centro, dominando la cittadina, con vista sul mare che fu teatro della battaglia. Non ha una storia antichissima, il monastero. Le sue origini risalgono agli anni ‘70, allorché un gruppo di giovani ortodossi, spiritualmente impegnati, decide di far vita comune sotto la guida di un uomo di indubbie capacità umane e spirituali, il diacono Spiridon Logothetis, oggi higoumenos di una ventina di monaci. I quali, pur vivendo nella più rigorosa fedeltà agli ideali del monachesimo orientale (preghiera, veglie,

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digiuni, obbedienza), si aprono con fervore allo studio, al lavoro e alle più diverse iniziative culturali e religiose. Riguardo alla battaglia di Lepanto, essi prendono le distanze dal modo vieto e retorico di celebrarne la vittoria. “Non si tratta di mettere in risalto la vittoria strategica (insperata) della flotta cristiana contro quella ottomana e restare fermi ai toni celebrativi” ci dice p. Ireneo, portavoce dell’Higoumenos e suo braccio destro. “Vogliamo capire bene, studiare il vero messaggio di Lepanto, e riproporlo oggi ripudiando ogni logica di scontro e di violenza”. I monaci conoscono a memoria e ripetono ad ogni occasione le parole latine scritte nel Palazzo Ducale di Venezia a proposito della vittoria di Lepanto: Non virtus, non arma, non duces. La vera vittoria si realizzò a livello di fede, e non di orgoglio militare. Un anno fa, ospiti di quel monastero, i due domenicani che vivono in Grecia da anni, fr. Rosario Scognamiglio e fr. Emanuele Guerrini, sono stati sollecitati e infine coinvolti in un interessante progetto culturale. Desiderosi di saperne di più sul Papa domenicano san Pio V, sulla festa del Rosario connessa con la Madonna delle Vittorie, sullo spirito che animò la campagna promossa da quel Papa, sulla maniera con cui l’Occidente (arte, testi liturgici, celebrazioni mariane) ha esaltato quella vittoria come evento soprannaturale, i monaci hanno fatto loro una proposta: perché non organizzare un convegno proprio su questi aspetti? Il monastero offrirebbe ospitalità e la sua sala di convegni, i domenicani interverrebbero su aspetti tipici delle loro tradizioni liturgiche e storiche, alcuni cultori d’arte sugli sviluppi museografici e iconografici dei tema. E’ partita così l’organizzazione di un convegno a livello europeo, dal titolo “Fede e culto mariano prima e dopo la battaglia navale di Lepanto (1571)”. La responsabilità giuridica ed economica dell’iniziativa è assunta dall’associazione laica “Fraternità Madonna di Lepanto”. Il convegno si è svolto agli inizi dell’ottobre scorso, dal 6 al 7 ottobre 2001, anniversario della battaglia e, per noi cattolici, solennità della Vergine del Rosario. Molte le autorità governative elleniche presenti nell’anfiteatro del monastero a sostegno dell’iniziativa. Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I invia un mes-

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saggio agli organizzatori, apprezzando le valenze religiose ed ecumeniche del Convegno. L’Ordine Domenicano è rappresentato da sette frati da varie parti dei mondo; tra loro è Fr. Innocenzo Venchi, Postulatore generale dell’Ordine e studioso di san Pio V, che esprime il saluto ed il coinvolgimento della Famiglia Domenicana. Presenti anche alcuni monaci dell’abbazia di Grottaferrata (Roma). L’aula è gremita di ortodossi e cattolici, in clima di serena fraternità. Dieci gli interventi, distribuiti attorno a queste principali tematiche: aspetti storici e retroscena della battaglia (Elias Nikolau, ortodosso; fr. Angelo Caccin, domenicano di Venezia); iconografia e testi liturgici mariani ispirati dalla vittoria di Lepanto (Charalambidis, Busias, Kapònis, ortodossi; Iturgaíz, Kochaniewicz, cattolici, entrambi domenicani), mariologia delle chiese e delle comunità cristiane all’epoca della battaglia (Scognamiglio o.p.). Le conclusioni proposte dall’higoumenos Spiridon hanno evidenziato nella pluralità degli interventi due chiare costanti: da una parte l’unità del fronte cristiano operatasi per opera dal Papa Pio V, dall’altra la forte convinzione di un aiuto soprannaturale, concordemente attribuito alla Vergine del Rosario, anche se con vari titoli (Naupaktiotissa, per i greci del luogo, Eleutheriotia, o “Liberatrice” per altri, Regina delle Vittorie per i cattolici, ecc.), e vari motivi iconografici e devozionali. Si resta impressionati di fronte alla fiducia nella Vergine Maria, presente tra i cristiani pur di varie confessioni dell’epoca, che non solo ha unificato la resistenza dei cristiani all’espansionismo ottomano, ma ne ha nutrito fede e convincimenti che ancora oggi segnano l’animo religioso dei popoli.Per noi cattolici presenti al convegno è emozionante sentire gli ortodossi parlare della preghiera del Rosario, sottolineandone le analogie con la preghiera del komboskyni (una “corona” fatta di nodi di stoffa, ad ogni nodo la celebre invocazione della “preghiera di Gesù”) o mettendone i “misteri” in parallelo con la struttura teologica dell’Akathistos. Sullo schermo dell’anfiteatro si alternano proiezioni di temi iconografici tipicamente bizantini e capolavori dell’arte rinascimentale (Veronese, Tintoretto ecc.), testimonianze variegate di una medesima “lettura mariana” di Lepanto. Così pure, nel museo allestito dai monaci nella cripta della chiesa ancora in costruzione, la gente è invitata ad ammirare riproduzioni e gigantografie di motivi occidentali e orientali inerenti alla battaglia del 1571. Infine una sorpresa oltremodo piacevole per tutti: la presenza di una pergamena degli inizi degli anni mille, con una mirabile icona bizantina della Vergine “Naupaktiotissa” (o di Lepanto), e testo dello statuto di una confraternita laica dedicata al suo nome, segno che a Naupaktos, in epoca storica ben più antica della battaglia, era radicato un culto mariano, che purtroppo col passare del tempo si è andato sbiadendo. “Dobbiamo ravvivare la nostra memoria per essere fedeli alla nostra vera storia -insiste l’higoumenos Spiridion parlando al Convegno e alla gente- e santuario di tale memoria mariana sarà proprio il nostro “katholicon”, la chiesa centrale del monastero che stiamo costruendo e che vogliamo dedicare alla Vergine di Lepanto o, per voi cattolici, la “Madonna del Rosario”... (Fr. Rosario Scognamiglio o.p.)

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nuovi iscritti al movimento domenicano del rosario A) SONO STATI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE DEL

ROSARIO VIVENTE:

1. dalla segreteria: Roberta Kross di Milano, Erika Signoracci di Villa Ceccolini (Pu), Marco Napolitano di Nola (Na), Alessandra

Raffini di Bergamo, Liliana e Antonietta Verrone di Pescara, Egle Faraci di Roma, Lina Pezzulo di Montesilvano (Pe), Giustino Bernini e Paola Salvarani di Novellara (Re), Sassano Luciana e Ferrara Anna Maria di Pescara, Pozzi Caterina di Spoltore (Pe), Adriani Maria Pianella (Pe), Del Bello Domenica di Ascoli. 2. da Teresa Cavallo di Mesagne (Br): Francesca Marinoschi, Stefano Palmisano, Serena Zurlo, Fabio Dipietrangelo, Daniele Radeglia, Anna Valeria Guarini, Luca Agnello, Federica Barbarossa, Federica Di Cursi, Mirko Pavlovic, Anna Chiara Cavaliere, Daniele Sisto, Francesca Di Bello, Martina Marra, Francesco Baio. 3. da Don Ugo Berti di Consandolo (Fe): Maddalena Martelli, Ariella Guerrini, Anna Meneghini, Luciana Margolini, Marica Astolfi, Barbara Tuniati, Vittoria Gamberoni, Amabile Scoponi, Elisa Eleopra, Osilge Ferniani, Claudia Covallini, Ermana Bonora, Domenica Voghi, Lidia Bucchi, Bruna Qualanti. 4. da Don Vincenzo Maciale di Argenta (Fe): Giuliana Castelli - Gianna Campoli - Antonietta Perin - Pierangela Tronconi Giovanna Galanti - Rosa Perosa - Lina Buldrini - Vittorina Rizzoni - Gloriana Bussolati - Paola Campoli e Luisa Alberoni di Argenta (Fe), Giuseppina Alberoni di Molinella (Bo), Enrico Vanzi di Bologna, Marianna e Giuseppe Guidarini di Sassuolo (Mo). 5. da Don Attilio Galli di Ascoli Piceno: Di Cesare Ada di Colle S.Silvestro (Pe), Lappa Rita di Castorano (Ap), Marcelletti Sofia - Santarelli Linalda e Mura Maria di Macerata, Petrucci Simonetta di Rieti, Procaccioli Michelina - Procaccioli Marita - Ritrecina Domenica - Ritrecina Emmnauel - Clementi Giuseppina - Senesi Giorgi Anna -Cittadini Gilda - Fiorentini Limda e Mazzocchi Lucia di Ascoli Piceno. 6. da Teresa Cavallo di Mesagne (Br): Armando Librato, Marco Maggiorano, Morena De Nitto, Alessandro Carriero, Giulia Franco, Silvia Iaia, Francesco Di Monte, Davide Spina, Francesca Vecchio, Andrea Distante, Cristina Sicilia, Gabriele Magrì, Armony Palazzo, Stefano Gambati, Stefano Greco. 7. da Don Ugo Berti di Consandolo (Fe): Eleopra Neria, Vittorina Foggiani, Renza Bassini, Rosa Guerrini, Sonia Montanari, Vanda Montanari, Monica Pedrioli, Paola Vitali, Stefano Folli, Barbara Bonora, Federica Bassi, Matteo Pulizzi, Emanuela Bonora, Anna Maria Cantelli e Diego Mazzetti di Consandolo (Fe). 8. da Don Attilio Galli di Ascoli Piceno: Simonetti Emidio di Monteprandone (Mc), Candeloro Mauro e Rossella - Martinelli Luisa di Colle S.Silvestro (Pe), Galanti Giuseppina -Senesi Teresa e Coccia Anna di Ascoli, Giorgi Annalisa di Milano, Marini Bianca di Macerata, Balena Erminia di Poggio di Bretta (Ap), Olivieri Fabia di Colonnata (Ap), Baldassarri Rosanna di Senigallia (An), Mancini Paola di Pesaro, Nepi Leo eTedeschi Silvia di Polesio (Ap). 9. da Anna Rita Vinci di Mesagne (Br): Enrica Marra, Alessio Lamarmora, Ornella Biscosi, Teresa Cavallo, Grazia Ricco, Teresa Maggio, Maria Lamarmora, Olga Rosato, Teresa Lagatta, Gianluigi Mengasi, Anna Rita Vinci, Pietro Pagliara, Rosato Patrizia, Angela Capodieci, Carmelo Mengasi. B) SONO STATI ISCRITTI ALLA

FRATERNITA

O

GRUPPO

DEL

ROSARIO:

1. dalla segreteria: Giovanni Iannazzo di Busto Arsizio (Va), Andrea e Michela di Monserrato (Ca), Adriana Baldini di Ravenna,

Amelia Bruni - Angela Foti - Laura De Clario - Caterina Mangialavori Naso - Caterina Chirico Motta - Vittoria e Maria Cangemi Teresa, Maria e Domenica Galletta di Reggio Calabria, Angela Tripodi di Taurianova (Rc). 2. da Giulia Sparapani di Ancona: Italia Bellanca di Carbonia (Ca), Silvana Valdiserra e Laura Carboni di Piombino (Li), Bianca Rosa Bravetti di Falconara (An), Doriana Giuliodoro e Suor Rosa Colucci di Ancona, Anna Monaco e Giovanna Orlando di Torre del Greco (Na), Lucia Polverino di Napoli, Sara Folino di Soverato (Cz), Pina Baldassarre e Caterina Bartolo di Montesilvano (Pe), Letizia Zaffalon e Agnese Bonolla di Vallemossa (Bi), Annamaria Miele di Ercolano (Na). 3. dalla segreteria: Vittoria Mollari di Bologna, Maria Pia Gallazzi di Busto Arsizio (Va), Luigi D’Ettorre di Fondi (Lt), Maria Lina Alfiero di Campodipietra (Cb), Laura Vendrame di Treviso, Gianantonio Sambo di Grignano (Ts), Tullio Palumbo di Trieste, (mancano 8 iscrizioni), 4. da Maria Colonnella di Ascoli Piceno: Maria Colonnella - Patrizia Pizi - Maria Semproni - Gina Carboni - Nerina Semproni - Angela Ricci - Giovanna Sansoni -Stefania Castagna -Angela Valeri Felicetti - Edda Cianficconi Pizi e Maria Luisa Clerici di Ascoli Piceno, Rosalba Belleggia di Force (Ap), Teresa Falleroni di Centobuchi (Ap), Vittoria Perazzoli Amadio e Virgilia Tomassina Colonnella di Porto d’Ascoli (Ap). C) SONO STATI ISCRITTI ALL’ORA DI GUARDIA: Laura Vendrame il 27 di ogni mese dalle 23 alle 24; Gianantonio Sambo il 1° venerdì dalle 14 alle 15; Amelia Bruni e Angela Foti il quarto mercoledì di ogni mese dalle 16 alle 17; Luigi D’Ettorre l’11 di ogni mese dalle 18 alle 19; D) SONO STATI NOMINATI ZELATORI O ZELATRICI: Teresa Cavallo di Mesagne (Br), Bruno Innocenti ed Erina Fermani di Macerata, Maria Colonnella di Ascoli Piceno, E) RICHIEDENDO IL “PACCO DI MATERIALE” SI SONO IMPEGNATI NELLA PROMOZIONE DEL S. ROSARIO: Maria Colonnella di Ascoli Piceno;

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IL PRIMO FRANCOBOLLO DEDICATO AL SANTO ROSARIO di Roberto Saccarello

“I

l Rosario è un modo piissimo di orazione e di preghiera a Dio, modo facile alla portata di tutti, che consiste nel lodare la Vergine ripetendo il saluto angelico, per centocinquanta volte, quanti sono i salmi di Davide, interponendo ad ogni decina la preghiera del Signore, con meditazioni illustranti l’intera vita del Signore Gesù Cristo”. La Bolla Consueverunt di San Pio V, da cui è tratta la definizione, rappresenta una pietra miliare nella complessa storia della devozione mariana, le cui origini si fanno risalire al XIV secolo. Di Papa Ghislieri, appartenente all’Ordine dei Predicatori, è da ricordare ancora la bolla Salvatoris Domini, occasionata dalla vittoria di Lepanto, che istituiva la festa del 7 ottobre a ricordo del trionfo delle armate cristiane sulla Mezzaluna. Numerosi sono i successivi interventi del magistero in materia: Leone XIII si può dire meritatamente “Papa del Rosario” al pari di Pio V: portano infatti la sua firma dodici lettere encicliche e due lettere apostoliche sui temi della devozione; Giovanni XXIII esplicò il suo magistero sul salterio mariano a più riprese con discorsi ed encicliche, tra cui la Grata recordatio del 1959; Giovanni Paolo II ha invitato recentemente il popolo cristiano a recitare il Rosario per impetrare la pace. I Cavalieri di Malta, che in segno di particolare venerazione verso la Vergine pongono la corona del Rosario a ornamento del loro stemma, dedicano alla devozione mariana un francobollo da 10 Scudi e un foglietto da 20 Scudi riproducenti “La Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Caterina” di Filippo Naldini (XVIII secolo). Il dipinto, armoniosamente incorniciato dalla serie di quindici scene che illustrano i Misteri del Rosario, è conservato nella Chiesa dei SS. Pietro e Callisto in Civitella d’Agliano (Viterbo). Per informazioni: Poste Magistrali, Sovrano Militare Ordine di Malta. via Bocca di Leone n.68, 00187 Roma - tel. 06.67581254

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e sta cc ar

IL S. ROSARIO e la Parola di Dio

MISTERI DELLA GIOIA PRIMO MISTERO GAUDIOSO L’annunciazione dell’angelo a Maria Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine” (Lc 1, 26-33). PROPOSITO: Meditare quotidianamente almeno un versetto della Sacra Scrittura, che è la Parola di Dio, la parola della salvezza. .

SECONDO MISTERO GAUDIOSO La visita di Maria alla cugina Elisabetta In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1, 39-45). PROPOSITO: Elevare a Dio più volte al giorno un pensiero di lode e di ringraziamento, scorgendo nei vari eventi la misteriosa volontà di Dio che ama i suoi figli.

TERZO MISTERO GAUDIOSO La nascita di Gesù In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo (Lc 2, 1.4-7). PROPOSITO: Abituarsi alle cose essenziali, abbandonare quelle superflue, sostenere con il proprio contributo la S. Chiesa e le Istituzioni che assistono i poveri.

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QUARTO MISTERO GAUDIOSO La presentazione di Gesù al Tempio Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore (Lc 2, 22-24). PROPOSITO: Partecipare ogni giorno alla Santa Messa. Se non è possibile, unirsi spiritualmente al sacrificio eucaristico, offrendo se stessi al Padre insieme a Gesù.

QUINTO MISTERO GAUDIOSO Il ritrovamento di Gesù tra i dottori nel tempio I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte (Lc 2, 41-43, 46-47). PROPOSITO: Spegnere la televisione per avere il tempo di istruirsi nelle verità di fede.

MISTERI DEL DOLORE PRIMO MISTERO DOLOROSO L’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, e Gesù disse ai suoi discepoli: “Sedetevi qui, mentre io prego”. Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”. Poi, andato un po’ innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora. E diceva: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu” (Mc 14, 32-38). PROPOSITO: Offriamo ogni giorno una mortificazione al Signore, è il nostro povero niente che la potenza del Signore trasforma in benedizione.

SECONDO MISTERO DOLOROSO La flagellazione di Gesù alla colonna E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine rilasciò Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Mc 15, 15). PROPOSITO: Offriamo le nostre umiliazioni e le sconfitte quotidiane in riparazione non solo dei nostri peccati, ma anche di quelli dei nostri fratelli vivi e defunti.

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TERZO MISTERO DOLOROSO L’incoronazione di spine Allora i soldati condussero Gesù dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui (Mc 15, 16-19). PROPOSITO: Impegniamoci a vivere i torti e le ingiustizie che ci capita di subire senza spirito di rivalsa, pregando per coloro che ci fanno del male.

QUARTO MISTERO DOLOROSO Gesù sale al Calvario carico della croce Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese (Mc 15, 20-23). PROPOSITO: Rinunciamo a voler dire l’ultima parola su ogni cosa, e offriamo questo gesto al Signore perché ci aiuti a prendere coscienza dei nostri limiti.

QUINTO MISTERO DOLOROSO La morte in croce di Gesù Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò (Lc 23,44-46). PROPOSITO: Recitare ogni giorno una preghiera per ottenere il dono di una buona morte e impegnarsi a riscoprire la grazia del sacramento dell’Unzione degli infermi.

MISTERI DELLA GLORIA PRIMO MISTERO GLORIOSO La resurrezione di Gesù da morte Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. L’angelo disse alle donne: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E’ risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto”. Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli (Mt 28, 1-2.5-8). PROPOSITO: Testimoniare con la parola e le opere che Gesù Cristo è una persona risorta e vivente, e non una dottrina.

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SECONDO MISTERO GLORIOSO L’ascensione di Gesù al Cielo Gli Apostoli venutisi a trovare insieme gli domandarono: “Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?”. Ma egli rispose: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”. Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n’andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo” (At 1, 6-11). PROPOSITO: Coltivare e nutrire la fede seguendo corsi e incontri di formazione religiosa.

TERZO MISTERO GLORIOSO L’effusione dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli riuniti nel Cenacolo Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi (At 2, 14). PROPOSITO: Recitare la sequenza dello Spirito Santo prima delle decisioni e degli eventi significativi della nostra esistenza.

QUARTO MISTERO GLORIOSO L’assunzione di Maria al Cielo La Beata Vergine... per disposizione della divina Provvidenza fu in questa terra l’alma madre del divino Redentore. Col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel tempio, soffrire col Figlio suo morente in croce, cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore... Per questo fu per noi madre nell’ordine della grazia... Assunta in cielo non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della salvezza eterna (Lumen Gentium nn. 61-62). PROPOSITO: Aprire e chiudere la giornata con una preghiera alla Beata Vergine Maria.

QUINTO MISTERO GLORIOSO L’incoronazione di Maria Regina del Cielo e della terra Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle... Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo. Esultate dunque, o cieli, e voi che abitate in essi” (Ap 12, l. 10. 12). PROPOSITO: Recitare ogni giorno il Santo Rosario, almeno un mistero, per imparare, come S. Domenico, a parlare “o con Dio o di Dio”.

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Messori ci ha parlato di: “ G l i o c c h i d i M a r i a”

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el giugno 1796 lo Stato pontificio viene invaso dalle truppe di Napoleone. Non è soltanto un’armata straniera che ferisce il cuore della cristianità. I soldati francesi sono visti soprattutto come gli alfieri di quello spirito rivoluzionario positivista, pagano e spesso ferocemente anticristiano. Napoleone requisisce le proprietà degli ordini religiosi, spoglia le chiese, manda in Francia codici preziosi, tesori d’arte, ori e argenti. In questo clima di terrore si manifesta il soprannaturale. Meno di un mese dopo l’invasione, il 9 luglio, centinaia di romani sono testimoni di un fatto apparentemente inspiegabile: la Madonna dell’Archetto, un dipinto notissimo in città, in via san Marcello, rione Trevi, comincia ad aprire e chiudere gli occhi. La folla accorre. In migliaia vedono quello che sta succedendo. Prima c’è l’incredulità poi lo stupore. Infine a prevalere sono sentimenti di devozione e di ringraziamento per quel segno straordinario. Ma non c’è neppure il tempo di riprendersi dalla sorpresa che la notizia di un altro evento prodigioso si sparge per le vie di Roma. A Sant’Andrea della Valle un altro dipinto mariano comincia a roteare gli occhi. Ma non solo. Un mazzo di gigli ormai rinsecchiti che qualcuno aveva depositato nel vaso sottostante l’affresco molti giorni prima, improvvisamente rinverdisce. Passano soltanto poche ore che il fenomeno si ripete con un altro dipinto mariano della capitale. Poi un altro e poi un altro ancora. Nella maggior parte dei casi sono affreschi o sculture di Madonne. Poi tocca a un Crocefisso e a qualche altro simbolo sacro. E’ come se un’ondata di prodigioso avesse invaso Roma per poi allargarsi, nelle settimane successive, alle altre città dello Stato pontificio. Vengono coinvolte Frosinone, Veroli, Torrice, Ceprano, Frascati, Urbania, Mercatello, Calcata, Todi e altre ancora. Pochi giorni prima il 25 giugno. 1796, era toccato a un celebre dipinto conservato nel duomo di Ancona, la “Madonna di tutti i santi”. Gli episodi si protraggono per settimane. Dal luglio 1796 al gennaio 1797 sono alcune centinaia le Madonne che “muovono gli occhi”. Un’alluvione di prodigioso che turba anche il Papa Pio VI. E’ lui stesso a sollecitare missioni da predicare in tutte le piazze ma anche a ordinare l’avvio di un processo finalizzato a raccogliere le testimonianze dei romani che hanno visto per accertare lo svolgimento dei fatti e stabilire la verità. Vittorio Messori e Rino Cammilleri raccontano tutto questo in un libro che farà discutere. Si intitola “Gli occhi di Maria”, e riferisce nei particolari l’impressionante ondata di prodigi nella Roma invasa dall’esercito di Napoleone. Impressionante non tanto per il numero e per la ripetitività dei prodigi. Nella storia delle apparizioni mariane siamo abituati ai grandi numeri. Gottfried Hierzenberger e Otto Nedomasky, nel loro saggio che raccoglie le più note appari-

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zioni mariane della storia, hanno messo insieme oltre 900 casi accertati e documentati (“Tutte le apparizioni della Madonna in duemila anni di storia”). A Medjugorie, dove peraltro si attende ancora il giudizio della Chiesa, i messaggi sono oltre 25mila. Non stupisce quindi la raffica di eventi prodigiosi raccontata da Messori e Cammilleri. Desta impressione invece la rassegna delle testimonianze. Migliaia di verbali in cui, sostanzialmente, tutti i testimoni riferiscono gli stessi particolari. La ricognizione avviata dal processo riguardò decine e decine di casi poi, per semplificare i lavori, si preferì concentrarsi sui 26 più clamorosi. Qui la ricostruzione dell’accaduto è minuziosa fino alla noia. Ma la verità storica emerge con assoluta chiarezza. Da solerte cronista Cammilleri riferisce tutto nei minimi particolari. Compreso il decreto del cardinale vicario Giulio Della Somaglia in cui si sentenzia “la verità del detto movimento degli occhi sulle sante immagini” la quale “era stata ed è provata”. Era stata indetta anche una festa da celebrarsi tutti gli anni il 9 luglio, detta dei “Prodigi della Beata Vergine Maria”. Le Madonne romane che roteano gli occhi non sono quindi leggenda ma verità approvata e sottoscritta dall’autorità ecclesiastica. Rimane però da comprendere il significato di quei segni. Perché proprio in quel periodo storico? Perché proprio nella Roma invasa da Napoleone? Cammilleri ne discute con Messori nel lungo capitolo finale. “Noi ora sappiamo -dice Messori- che proprio nell’era che comincia con la Rivoluzione francese la fede sarebbe stata messa in pericolo, i cristiani sarebbero stati più perseguitati, la Chiesa avrebbe avuto bisogno di maggiore assistenza per reggere alle tempeste scatenate dalle ideologie che, a partire dal Settecento, hanno cercato di sostituire la fede”. E’ un dialogo serrato quello che si svolge e che mette in luce una serie di “strane” coincidenze e stabilisce collegamenti a dir poco sorprendenti con le più note apparizioni mariane: Guadalupe, La Salette, Lourdes, Fatima, fino a Kibeho. In tutti questi casi la Madonna si è resa manifesta nella storia per richiamare gli uomini alla ragione della fede in vista di eventi drammatici. “La storia che tutti vedono - osserva Messori - è accompagnata da una sorta di storia parallela che solo la fede può scorgere. Una specie di corrente carsica dagli effetti tanto oggettivi quanto nascosti agli ‘occhi della carne’, per usare l’espressione biblica”. Luciano Moia (da Avvenire)

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B ol o g n a 14 a p r i l e 2 0 0 2 Raduno del S. Rosar io

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Bologna: Raduno del S. Rosario

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è piaciuta perché mi ha permesso crivo alcune impressioni sul raduno del s. Rosario del 14 aprile a Bologna, al quale ho partecipato per la prima volta, essendo venuto da poco a conoscenza del Movimento Domenicano del Rosario. Pensavo fosse un raduno locale, e la prima sorpresa è stata di scoprire la provenienza da un’area vasta del Nord. In tal senso, pensavo potessero esserci più persone, anche se non erano poche. La prima domanda è stata allora: quanti amano Maria, e cosa si aspettano le persone da raduni simili? Io ero mosso dalla curiosità e soprattutto dal desiderio di scoprire come ci si può aiutare a pregare insieme; come imparare a pregare in comunione per continuare anche da soli nelle singole situazioni; cosa portare di proprio e come ricevere slancio per proseguire? Ho desiderato pertanto innanzitutto vivere con semplicità tutta la giornata, e un po’ mi ha meravigliato l’impressione che al pomeriggio vi fossero già state alcune defezioni. Per andare con ordine, provo a sintetizzare le mie impressioni: Innanzitutto la scelta del luogo mi è sembrata significativa (non ero mai stato a S.Domenico); la sala bella e adeguata, anche se forse fin troppo pomposa (..e costosa?); curata la disposizione, a partire dalla bancarella (col neo però di una non troppo assidua presenza dei cassieri), in particolare la disposizione dei gonfaloni e del resto. La recita del Rosario meditato mi è sembrata fondamentale per creare un giusto tono di preghiera, di comunione e di attenzione alle due relazioni, pur così diverse tra loro ma ugualmente significative ed importanti. Ho percepito alcune critiche “commerciali” a quella di Messori, che però non condivido, in quanto non ho colto tanto l’aspetto editoriale, quanto il contenuto e la consonanza della sua esposizione con una vera devozione ed un’importante opera di informazione e di “catechesi mariana”. La seconda relazione del p. Dermine è stata molto domenicana (forse un po’ inquisitoria..?), ma molto lucida, precisa, puntuale, e mi è stata utile proprio perché ha focalizzato e precisato punti molto importanti su aspetti non secondari di come normalmente si rischia di essere superficiali e sbrigativi su fenomeni ed esperienze che possono essere tanto significative quanto incerte nelle conseguenze, se accolte con scarso discernimento. La critica che ho percepito, e che condivido, è che meritava uno spazio di discussione molto maggiore, forse collocandola diversamente, proprio perché rimetteva in discussione alcuni atteggiamenti

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Bologna: Raduno del S. Rosario

diffusi, anche se in buona fede, di molti.. tifosi di alcune personalità citate. Ciò che mi ha lasciato perplesso è stato invece l’eccessivo spazio concesso alla lotteria, con eccessivi atteggiamenti contestativi da parte di alcuni partecipanti. E’ stato un notevole calo di “tono”, che forse poteva essere risparmiato. A me personalmente sono piaciuti poi i canti effettuati dalle corali, anche se potevano essere disposti diversamente nell’arco della giornata. Infine, la processione mi pareva potesse svolgersi lungo un percorso più visibile alla città, anche se forse la pioggia l’avrebbe penalizzata. Significativa infine la Messa e l’omelia. Per concludere, a me la giornata è piaciuta perché mi ha permesso di sentirmi in serena comunione con tante persone che credo abbiano nel movimento mariano del rosario un ambito di stimolo alla condivisione ed alla crescita della fede, per cui Vi ringrazio e confido di rivederci. Giustino

...in un’oretta avrei sbrigato tutto

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uando ho ricevuto la tua telefonata con la richiesta di un piacere, non mi sono meravigliata. Ho pensato: sono in arrivo volantini e locandine da distribuire, ormai ci sono abituata. No, invece, non sapevo di essere stata promossa a ben altro, addirittura un servizio da rendere il giorno stesso del famoso incontro a Bologna, domenica 14 aprile 2002. Devo esserti sincera, non avevo tanta voglia di prendermi in carico alcunché, ma siccome mi avevi prospettato un “lavoro” che in un’oretta avrei sbrigato, non mi sono sentita di dirti di no. Per cercare di andare con ordine, vorrei ricordarti che la prima richiesta mi è stata formulata così: “dovresti andare all’uscita della tangenziale e accompagnare il relatore a S. Domenico”. Niente di più facile per una che vive a Bologna da sempre!! Ma passano solo pochi giorni, e una tua telefonata mi precisa che, dopo essere arrivata in S. Domenico, devo accompagnare il Relatore prima nella sua stanza, poi all’Aula Magna S. Lucia.

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Bologna: Raduno del S. Rosario

Immaginando la mole di impegni che avevi in quel momento non ho fatto commenti, ma mi è sembrato il “classico scherzo da prete!”. Mi dici anche che a breve mi avresti richiamato per le necessarie precisazioni e, in effetti, arriva la tua telefonata nella quale mi inviti ad un incontro il sabato sera e a prendere contatti direttamente con il Relatore per fissare bene il luogo e l’ora dell’incontro. Da questo momento inizia la fase cosiddetta “operativa” e iniziano anche i primi fallimenti: contatto il Relatore e la mia inesperienza crea subito delle difficoltà, così non partiamo certo con il piede giusto. Pazienza. L’incontro con te era stato fissato per sabato sera... serata che corre via veloce, in breve mettiamo a fuoco i vari punti e, al tuo invito di restare per tutto l’incontro della domenica, ti ribadisco con fermezza che svolto il mio incarico me ne andrò. Finalmente arriva il grande giorno. Ben convinta di voler svolgere al meglio delle mie possibilità l’impegno che mi sono assunta per poi defilarmi il più velocemente possibile, vado ad accogliere il Relatore e così conosco anche sua moglie che l’accompagna. Più sto con loro e più desidero rimanervi. E’ la prima volta che li vedo ma mi sembra di aver incontrato dei cari amici, tanto li sento vicini, e in breve mi sento in comunione fraterna con loro. Non ho alcuna intenzione di lasciarli in fretta, anzi... Vado con loro all’incontro, mi fermo ad ascoltare i discorsi dei due relatori e le loro parole danno calore e luce al cuore ed alla mente e così mi ritrovo a pensare che il tempo loro concesso è stato troppo poco, perché, vista la loro competenza, sarebbe stato bene approfondire i temi che hanno trattato. Non ho proprio voglia di andarmene, ma “visto che in un’oretta avrei sbrigato tutto”, ho preso un altro impegno e non posso proprio rimanere oltre. Mi dispiace interrompere l’incontro, mi dispiace lasciare i “miei amici” e mi dispiace constatare ancora un volta che le mie “ferme decisioni” sono soltanto delle “grandi assurdità”! Chissà che proprio grazie alle vostre preghiere la Madonna non mi cambi la testa ed anche il cuore? Voi provate a chiederglielo e vi saprò dire, finora vi ringrazio. Grazie P. Mauro per avermi chiesto quel piccolo servizio che mi ha permesso di “toccare con mano” (come S. Tommaso) le grandi cose che il Signore compie, negli avvenimenti più ordinari della nostra vita, quando la Madre di tutte le Grazie intercede per noi. A presto.... Angela

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Bologna: Raduno del S. Rosario

Due Cori per Maria. La Corale di Somaglia affianca il Coro “Podgora” al Convegno Domenicano del Rosario.

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omenica 14 aprile, nella splendida cornice dell’ex chiesa di S. Lucia, oggi Aula Magna dell’Università di Bologna, si è tenuto il Convegno Domenicano del Rosario, dove si sono dati appuntamento i gruppi del Rosario di tutto il Nord-Est d’Italia. La mattinata, apertasi con un’ora mariana nell’Aula Magna “S. Lucia”, ha visto avvicendarsi al tavolo dei relatori il Dott. Vittorio Messori (uno tra i più grandi scrittori cattolici di questo secolo) che ha parlato del suo ultimo libro “Gli Occhi di Maria” e Padre François Dermine che ha guidato la successiva meditazione. Nel primo pomeriggio, poi, la Corale di Somaglia ha avuto l’onore di affiancare il prestigioso coro “Podgora” di Piedimonte (Gorizia), formato da una ventina di cantanti professionisti, specializzati nell’esecuzione di canti in lingua slovena e reduci da numerose tournées all’estero. Dal canto suo, la Corale di Somaglia si è presentata con un organico che sfiorava i quaranta elementi ed ha aperto il concerto proponendo il meglio del proprio repertorio mariano, composto da celebri pezzi, tra i quali figuravano il “Regina Coeli” di A.Lotti, l’“Ave Maria” di L.Perosi, l’“Ave Verum Corpus” di W.A.Mozart e la celeberrima “Vergine degli Angeli” di G.Verdi, raccogliendo una lunga ovazione da parte del folto uditorio. Il Coro “Podgora”, che si è esibito dopo il gruppo lodigiano, ha letteralmente estasiato la platea eseguendo in maniera magistrale il proprio repertorio italo-sloveno, dove a pezzi di Arcadelt e Palestrina sono seguiti splendidi brani in lingua slovena tra cui spiccava il bellissimo Zdrava Marja (Ave Maria). Al termine della rassegna, dopo lunghi applausi tributati ai due gruppi canori ed ai loro direttori, l’Ordine Domenicano, entusiasta per la riuscita della manifestazione, ha voluto iscrivere i cantori, vivi e defunti, delle due corali al registro della Messa Perpetua che ogni giorno è celebrata sulla tomba di S.Domenico, nella Basilica a Lui dedicata. Atto conclusivo della giornata è stata la S.Messa, celebrata nella Basilica di S.Domenico, dove le due corali si sono alternate nell’animazione liturgica.

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Bologna: Raduno del S. Rosario

La partecipazione della Corale di Somaglia a questo Congresso non solo rileva l’adesione della Parrocchia di Somaglia alla Causa del Rosario, da sempre sostenuta dall’Ordine Domenicano, ma è anche indice del buon livello raggiunto dalla corale Parrocchiale, frutto dell’assiduo impegno dei cantori somagliesi, chiamati a spalleggiare un coro di portata internazionale, in un’occasione così importante. Giovanni

la sublimità del loro canto

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l giorno 14 aprile abbiamo partecipato al Raduno del Rosario organizzato da fr.Mauro e svoltosi a Bologna alla presenza dello scrittore dr. Vittorio Messori e di padre François Dermine O.P. Appena giunti nell’aula riservata alla riunione, abbiamo avuto subito l’impatto di una dimensione di preghiera veramente profonda: infatti padre Mauro meditava i Misteri del Rosario, la nostra risposta alla sequenza delle Ave Maria ci faceva diventare i veri protagonisti di un Amore veramente grande. Il dr. Messori ha aperto le riflessioni portandoci a conoscenza dei fatti narrati nel suo ultimo libro “Gli Occhi di Maria”. Eventi ormai dimenticati, se non mai conosciuti. Eppure quando nell’Italia del 1700, la fede dei cristiani era minata, Maria si rende “viva” e compartecipe delle sofferenze del suo popolo cristiano agendo in modo miracoloso su molti dipinti, muovendo gli occhi.... Tutti furono testimoni di quegli eventi, protestanti, atei, cristiani, ricchi e poveri, perfino Napoleone, davanti al quadro dell’Immagine venerata in Ancona, dovette desistere. Ciò che voleva sottolineare Messori è l’importanza di riconoscere a Maria questo ruolo così tanto discusso oggi dai non cattolici: la Sua cooperazione al Progetto salvifico del Figlio, ma anche sottolineare la tiepidezza di molti cattolici alla funzione di Maria rischiando così di sminuire l’importanza del Rosario quotidiano e la sua divulgazione. A questo proposito, padre François O.P. è stato molto chiaro e preciso riguardo, appunto, alla posizione della S. Chiesa non stancandosi di suggerire a noi auditori, l’importanza di non seguire false apparizioni o chimere sensazionalistiche....bensì affidarsi a quelle devozioni riconosciute dalla Chiesa. Padre François sottolineava il pericolo di aggregarsi a gruppi non in piena comunione con

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Bologna: Raduno del S. Rosario

la Chiesa che a lungo andare rischiano, invece, un allontanamento da Essa a causa di atteggiamenti che minano, quindi, la vera ed autentica devozione mariana con il relativo Culto. Ha sottolineato l’importanza dell’obbedienza e come questa virtù evangelica sia stata la causa primaria della santificazione di molte anime, a questo proposito spiegava come molti santi, nelle loro apparizioni, ricevevano il comando di affidarsi o al proprio confessore, o alle disposizioni della Chiesa, facendo così rilevare che quando Dio vuole rendersi palese, trova Egli stesso la strada attraverso proprio la virtù dell’obbedienza. Del resto basti pensare ad un Padre Pio il quale raccomandava assiduamente e la preghiera del Rosario e la fedeltà e l’obbedienza alla s. Chiesa, dando a noi tutti una grande testimonianza di quanto insegnava. La giornata è poi continuata con un momento conviviale prima con la pausa del pranzo e poi con le corali “Santa Cecilia” di Somaglia (Lo) e “Podgora” di Piedimonte (Go) che ci hanno allietato aiutandoci con la sublimità del loro canto a comprendere l’importanza di elevare lo spirito. Successivamente in processione ci siamo spostati alla Basilica di s. Domenico per la S.Messa, portando con noi la statua della Beata Vergine Regina del Rosario. Momenti di commozione fraterna quando abbiamo potuto conoscerci fra persone che operano nella comunità virtuale di Internet dedicata al Rosario, della quale vi riportiamo il nuovo collegamento e per la quale vi invitiamo a partecipare anche per farci sentire presenza viva ed operante in questa realtà che appartiene non più al futuro, ma che è operante oggi nel nostro presente: http://groups.msn.com/AllaLucedelRosario Cos’altro potremmo aggiungere? Un invito a partecipare ai prossimi incontri del Rosario; un grazie veramente speciale al dr. Vittorio Messori e a P. François per la loro partecipazione che è stata un grande arricchimento per la nostra fede; un grazie a P. Mauro, instancabile promotore del Rosario, ferreo e amabile come il s. Padre Domenico agli inizi del suo apostolato quando inviava i suoi frati, due a due, affinché anche con il Rosario si potesse avere il dono della fede in Cristo Gesù, Signore Nostro, attraverso la materna partecipazione di Colei che lo portò nel Grembo e che non elemosinò l’offrire a noi tutti il Divin Verbo. Grazie P. Mauro, con affetto Dorotea e Giovanna da Trieste

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La “peregrinatio Mariae” è stata promossa: ◗ dal P. Promotore nelle famiglie dei bambini e ragazzi della Scuola delle Domenicane di Melegnano (Mi): ✓ a Melegnano (Mi) da Riccardo Nicoletta dal 19 al 26 novembre, da Luca Cortese dal 10 al 16 dicembre, da Stefano Vulpetti dal 28 gennaio al 3 febbraio, da Elena Rovescalli dal 12 al 22 febbraio, da Cesare Maremonti dal 19 al 27 febbraio, da Valentina Ciserani dal 25 febbario al 4 marzo, da Ivonne Fraschini dal 7 al 16 marzo, da Amalia Corvini dal 21 marzo al 2 aprile, da Giancarla Arienti dal 3 al 13 aprile, ✓ a Vizzolo Predabissi (Mi) dalla famiglia Parisi dal 7 al 13 gennaio, da Federico Barone dal 18 al 24 febbraio, ✓ a Tribiano (Mi) da Paolo Nalin dal 2 al 14 aprile, ✓ a Riozzo di Cerro al Lambro (Mi) da Eleonora Sangalli dal 14 al 20 gennaio, da Anna e Cesare Borghi dal 25 marzo al 1 aprile, ✓ a Cerro al Lambro (Mi) da Verdiana Migotto dal 4 al 17 febbraio, da Aldo Soffientini dal 11 al 24 marzo, da Giovanni Soffientini dal 15 al 21 aprile, ✓ a S. Zenone al Lambro (Mi) da Stefano Ferrari dal 26 novembre al 3 dicembre, da Michela Petrella dal 28 gennaio al 3 febbraio, da Davide Rognani dal 29 gennaio al 5 febbraio, ✓ a Mulazzano (Lo) da Armando Nicolò dal 14 al 21 gennaio, da Libera Anna Simionato dal 4 al 17 febbraio, ✓ a Casalmaiocco (Lo) da Giulia Moreschi dal 4 al 17 febbraio, da Massimo Zeli dal 23 febbraio al 1 marzo, ✓ a Sordio (Lo) da Alfredo Mensi dal 14 al 21 novembre, ✓ a Caselle Lurani (Lo) da Cesare Restelli dal 11 al 17 marzo; ✓ a Vigevano da Domenico Pascale dal 23 febbraio al 1 marzo,

◗ dal P. Promotore a Somaglia (Lo): da Teresa Cattaneo dal 23 febbraio al 9 marzo, da Teresa Cattari Terzoli dal 17 al 23 marzo,

◗ dal P. Promotore a Muzzana del Turgnano (Ud): da Lucio Pantanali dal 30 dicembre al 6 gennaio, da Rosalia e Gerardo Fumi dal 6 al 13 gennaio, da Stefano Sclip dal 13 al 20 gennaio, da Renato Franceschinis dal 20 al 27 gennaio, da Gianni Turco dal 27 gennaio al 3 febbraio, da Lionello Casasola dal 3 al 10 febbraio, da Giorgio e Rosanna Secci Lirussi dal 10 al 17 febbraio, da Mario Zonch dal 17 al 24 febbraio, da Giordano Grosso dal 24 febbraio al 3 marzo, da Gianpiero Del Piccolo dal 3 al 10 marzo, da Mario Campeotto dal 10 al 17 marzo, da Sergio Casasola dal 17 al 24 marzo, da Palmira Simeoni Simonetto dal 24 al 31 marzo, da Don Pietro Moratto dal 31 marzo al 7 aprile, da Renzo Tel dal 7 al 14 aprile, da Andrea Regattin dal 14 al 21 aprile, da Andrea Sbaiz dal 21 al 28 aprile, da Diego Sguazzin dal 28 aprile al 5 maggio, da Avellino Franceschinis dal 5 al 12 maggio, da Gabriele Tomba dal 12 al 19 maggio, da Giancarlo Appio dal 19 al 26 maggio, da Sclip Michele dal 26 maggio al 2 giugno, da Ambrosio Flora Tonin dal 2 al 9 giugno, da Valentino Dri dal 9 al 16 giugno, da Sergio Paravano dal 16 al 23 giugno,

◗ dall'equipe di collaboratori della provincia di Udine: ✓ a Venzone da Maria Zamolo dal 8 al 23 dicembre, presso l'Istituto per Anziani dal 23 dicembre al 7 gennaio, da Maddalena De Conti dal 7 al 25 gennaio, da Bruna Soncin dal 25 gennaio al 5 febbraio, da Santina Di Bernardo dal 5 febbraio al 24 marzo, da Maria Zamolo dal 10 al 24 marzo, da Rosa Del Fabbro Vascotto dal 24 marzo al 28 aprile,

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✓ a Cassacco (Ud) da Flavia Fagotti dal 30 settembre al 9 ottobre, ✓ a Osoppo (Ud) da Majra Lenuzza dal 27 novembre al 26 dicembre,, ✓ a Carnia (Ud) nella Parrocchia S.Pietro Apostolo dal 18 al 30 settembre, ✓ a Gemona (Ud) da Giulia Candusso dal 9 al 23 ottobre, nella Chiesa di S.Maria Assunta dal 23 al 30 ottobre, da Giuseppe Forgiarini dal 30 ottobre al 10 novembre, da Adina Persello dal 22 gennaio ✓ a Cornino di Forgaria nel Friuli (Ud) da Iogna Prat Mariano dal 10 al 27 novembre, ✓ a Ospedaletto di Gemona (Ud) Vittorio Mainardis dal 26 dicembre al 22 gennaio,

◗ dall'equipe di collaboratori della provincia di Milano e Varese: ✓ a Rescalda (Mi) da Giuseppe Salemi dal 2 all'8 marzo, da Guglielmo Formica dall'8 al 15 marzo, ✓ a Rescaldina (Mi) da Maria Gnoresi dal 12 al 18 maggio, da Emilio Gioseffi dal 19 al 1 marzo, da Alcide Guenzi dal 16 al 25 marzo, da Marina Cozzi dall'8 al 22 aprile, da Giovanni Bonin dal 22 aprile al 2 maggio, da Marilena Martinelli dal 2 al 10 maggio, da Giovanni Tomasello dal 21 al 29 maggio, ✓ a Cerro Maggiore (Mi) da Carmela Capuano dall'11 al 21 maggio,

◗ dalla zelatrice sig.a Maria Grazia Varaldo di Faenza (Ra): ✓ a Faenza (Ra) da Arturo e Rachele Frontali dal 15 al 30 maggio, ✓ a S.Maria in Fabriago (Ra) da Roberto Proni dal 3 dicembre al 11 gennaio, da Don Gabriele Ghinassi dal 20 gennaio al 2 febbraio, ✓ a Lugo (Ra) da Natalino Maggi dal 9 al 18 maggio, da Enrico Montanari dal 19 al 25 maggio, ✓ a Castelbolognese (Ra) da Pietro Errani dal 12 al 19 gennaio, ✓ a Sasso Morelli (Bo) da Francesco Berti dal 3 febbraio al 23 marzo,

◗ dallo zelatore sig. Cesare Carloni di Osimo (An): ✓ a Osimo da Bruno Di Silvestre dal 13 al 20 gennaio, da Fausto Cantori dal 20 al 26 gennaio, da Maria Grazia Pettinari dal 27 al 30 gennaio, da Mario Giuliodori dal 30 gennaio al 2 febbraio, da Giuliano Migliari dal 3 al 7 febbraio, da Nardino Carnevali dal 7 al 10 febbraio, da Giuseppe Antonelli dall'11 al 16 febbraio, da Mario Simonelli dal 25 febbraio al 3 marzo, da Vincenzo Foresi dal 3 al 8 marzo, da Livio Papa dal 8 al 16 marzo, da Tito Picotti dal 24 al 31 marzo, ✓ a Osimo nelle famiglie dei ragazzi della Cresima: da Nicoletta Candelari dal 2 al 9 marzo, da Daniel Falcetelli dal 9 al 16 marzo, da Beatrice Collura dal 16 al 23 marzo, da Giacomo Bravi dal 23 marzo al 6 aprile,

◗ dall'equipe di collaboratori della provincia di Padova: ✓ a Creola di Saccolongo da Ilario Cogo dal 24 febbraio al 3 marzo, da Paolo Faggin dal 3 al 10 marzo, da Loretta Zanellato dal 10 al 17 marzo, da Bruna Rizzi dal 17 al 24 marzo, da Paolo Marcolin dal 24 al 31 marzo, da Claudio Mozzato dal 31 marzo al 7 aprile, nella Scuola Materna "S.Maria Goretti" dal 7 al 14 aprile, da Don Giuseppe Benacchio dal 14 al 21 aprile, nella Chiesa parrocchiale per tutte le celebrazioni del mese di maggio dal 21 aprile al 2 giugno, da Fabrizio Soranzo dal 2 al 9 giugno.

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pagina della riconoscenza HANNO INVIATO OFFERTE:

per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario: Maria Teresa Cenciarini, Cesare Fasce, Piera Cantù, Flora Manzotti, Marinella Affanni, Oriella Ferro, Erminia Mazzaretto, Alberto Minisini, Giovanni Pavoni, Giuliana Rocchetti, Mario Antonio Rossi, Maria Beatrice Viotti, Rosanna Tegoni, Emanuela Viotti, Laura Alessandrini, Germano Apone, Astorre Borghi, Luciana Borgioni, Mirella Caffarra, Antonella Capponi, Lucia Carli, Carlo Carnovale, Ambrogio Caserini, Fausta Catenacci, Giovan Sante Coltelli, Olinda Concettoni, Gabriella Craboledda, Maria Dionisi, Domenicane di Falconara (An), Mirella Esposti, Enrica Galanti, Lauretta Gambineri, Giuseppina Giometti, Paola Grassi, Arianna Jubini, Enrico Lambertini, Maddalena Lunesu, Fernanda Mantovani, Anna Mariani, Paolo e Chiara Marrocco, Famiglia Nitto, Rina Osti Tienghi, Maria Perotti, Franco Petean, Regina Puzyrewska Wasiak, Emil Radetic, Silvana Silimbani, Nicola Sebastio, Rosina Melissano, Superiora Generale delle Suore Domenicane, Don Pietro Moratto, Gruppo sposi di Rivara-S.Felice-S.Biagio (Mo), Antonella Bruni, Tonina Gradara, Argia Radimiri, Umberto e Anna Renzi, Marisa Sbriscia, Isabella Pomata, Carolina Avanzi Feltrami, Celestina Bellone Discoli, Vittoriana Bestini Cariani, Suor Benedica Marabini, Maria Pia Meandri Fragola, Maria Luisa Odifreddi, Jole Zaniboni Ancarani, Gabriella Previato di 21 abbonamenti, Elvira Agende, Teresa Cavallo, Iride Cavina, Maria Formaggio, Sofia Manto, Giuseppina Paletto, Maria Sandonà, Aquila Filippo, Giancarlo Mornelli, Neria Cattani, Dolores Ferrarese, Margherita Ferrari Antonucci, Teodora Galdini Treu, Isella Melloni, Lorenzo Pedrali, Nella Villani, Anna Oldani, Raffaello Persici, Gabriella Pisani, Concetta Zagariello, Maria Rossi, Antonia Nava, Alessandra Raffini, Espedito Riccio, Famiglia Nizzero, partecipanti al raduno di Bologna del 14 aprile, Rosa Santambrogio, Simona Stillitano, Santina Lodrini, Cleofe Cacciarru, Gabriella Bertinelli, Giovanna Federica Ceredi, Piera Ciani, Aderenti alla “Peregrinatio Mariae” di S. Maria in Fabriago (Ra), Paolo Graffigna, Rosa Sommariva, Tina Amodio, Paolo Cipriani, Maria Vidoni Cucuzza, Maria De Conceicao De Yesus, Anna Stamerra, Lina Zanardo, Paolo Vezil, Dorotea Lancellotti, Don Saverio di Tamai (Pn) , Don Vincenzo Mercante, Eva Macchiarulo, Gruppo del Rosario di Castelnuovo Bocca d’Adda (Lo), Federica Zironi, Paolo Galletti, Albertina Deserti, Paola Moricone Cagno, Istituto Canossiano di Arzignano (Vi), Francesco e Lara Panigadi, Antonio Aliata, Luigi Leonardi, Parrocchia S. Francesco di Macerata, Famiglia Bizzarri, Rosaria Modica, Giancarlo Mornelli, Gabriella Ferrozzi, Grazia Stevani, Maurizio Codiglia, Italo Valente, Giulia Sparapani, Maria Grazia Campogiani, Agnese Dall’Armellina, Anita Vecchi, Vivano Visentini, Parrocchia S. Maria Assunta di Verona, Erminia Balena, Maria Belelli, Aderenti alla Peregrinatio Mariae nella parrocchia Sacra Famiglia di Osimo (An), Maria Carella Virgili, Luisa e Maria Vezzoni, Anna Rossi, Paola Mancini, Don Giuseppe Bergamaschi, Federica Lambertucci, Luisella Benvegnù, Maria Carlesso Piccoli, Annamaria Cetto, Manuela Copreni, Anna De Fusco, Loretta Cremonini, Caterina Mancia, Don Gianni Versetti, Lorenzo Pedrali, Valentina Michelutti, Famiglia Pedrali, Anna De Pascalis, Vera Benigni, Rita Giuseppetti, Domenica Fazzini, Mariastella Gaeta, Claudio Camilletti, Maria Antonietta Scarsi, Rina Giangiacomi, Grazia Temerario, Antonietta Ciminelli, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Partecipanti alla “Peregrinatio Mariae” nella Scuola delle Suore Domenicane di Melegnano (Mi), Don Lamberto Leva, Domenica Cossu, Partecipanti alla “Peregrinatio Mariae” a S.Maria in Fabriago (Ra), Franco e Elena Muti, Maria Pia Menarini, Luciana Matteazzi, Anna Camisano, Rachele Marino, Pina Marino Laganà, Francesca Marino, Giovanni Tomasello, Marina Cozzi, Paolo Battilana, Aderenti alla “Peregrinatio Mariae” a Rescaldina (Mi), Anna Fanini, Don Emidio di S.Pietro Martire di Ascoli, Antonietta Collazzoni, Gruppo del Rosario di Secchiano (Pu), Monastero Domenicano di Cagli (Pu), Giuliana

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Bartali, Cesare Carloni, Leda Bruzzi, Mirella Caffarra, Oriano Luigi Bezzi, Gruppo del Rosario di Montodine (Cr), Maddalena Piermarini, Franca Tornelli, Corradina Lombardo, Maria Rita Lappa, Angela De Santis, Bonaventura Crescentino, Laura Carboni, Enrico Lambertini, Monache Domenicane di Montefiore dell’Aso (Ap).

in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. Messe:

da Mariano e Fedora Flaugnacco in memoria del figlio Maurizio e della nuora Daniela; da Antonio Tratta per i genitori e Lina; da Maria Luisa Staffolani in memoria dei defunti della famiglia; da Maddalena Petti per i defunti Umberto, Maria e Alfonsina; da Patrizia De Paola per la famiglia di una sua amica; Domenica Cangiotti per le anime del purgatorio; da Carolina Farè per i suoi genitori defunti, la mamma Maria e il papà Giuseppe; da Carolina Farè per il fratello defunto Don Callisto; Giovanna Federica Ceredi per la famiglia Turchi, per la famiglia Venturini, per la famiglia Ceredi, per la famiglia Servici; Domenicane di Tamai (Pn) per il Santo Padre, per l’unità dei cristiani, per l’evangelizzatore dei popoli, per la Priora Generale, per la Priora e la Comunità, per i defunti della Famiglia Domenicana, per le consorelle; Dorotea Lancellotti per la famiglia; Maurizio Dall’Oca in memoria della zia Maria e della mamma Margherita; Ersilia Weffort; Margherita Ferrari per Aurelio Antonucci; Anna e Teresa Bolmini per i cari defunti; Neri Norma per i cari defunti; Domenicane di Marotta per le loro consorelle defunte; Gruppo del Rosario di Secchiano (Pu); Maria Milardi per Grazia Ricevuta;

per acquisto di sussidi:

Monache di Fontanellato (Pr), partecipanti al raduno di Bologna del 14 aprile, Gruppo del Rosario di Rescaldina (Mi), P. Angelico Menetti o.p., Anna Caldera, Don Giuseppe Bergamaschi, Don Mario Daltin, Paolo Battilana, Grazia Caravaggio, Mariella Albertini, Gruppi del Rosario di S.Felice sul Panaro (Mo), Monastero Domenicano di Cagli (Pu), Maria Rita Santoro,

per le adozioni a distanza:

Ada Giacomello, Anna Anania Grasso, Patrizia Ciuffoli, Assunta Lorenzetti, Roberto Tonucci, Daniele Savelli, Anna Scarpenti,

per le Missioni:

Silvia Vita Seppi, Ambrogio Caserini,

sostegno ministero pellegrinaggi: Tosca Carraro,

HANNO COLLABORATO CON LA LORO OPERA: Marco Moreschi, Ambretta e Giampaola Negri, Gruppo di signore che aiutano Ilaria Giannarelli, Lucia Spiga, Pietro ed Anna Bellesia, Elsa Fabrio, Fausto Bizzarri, Annalisa Dal Cò con il gruppo delle sue amiche, Coniugi Giuseppe e Bruna Preti, Corale “Podgora” di Piedimonte (Go), Corale “S. Cecilia” di Somaglia (Lo), Andrea e Paola Preti, Carlo Moracca, Dorotea Lancellotti, Gruppo di signore che aiutano Mariella Albertini, Gianfranco Bagni, Maurizio Dall’Oca, Angela Ladini, Sandra Trebbi e le Laiche Domenicane che l’hanno affiancata, Rosanna e Vittorio Messori, Monache Domenicane di Macerata, Roberto e Franca Crepaldi, Giovannina Piersanti, Angelo e Adele Pedrazzi.

Ringrazio tutti di cuore per quanto fate - ognuno nel suo piccolo - per sostenere il MOVIMENTO nella promozione del s. rosario e della devozione alla B. Vergine: assicuro il quotidiano ricordo nella preghiera ma soprattutto alla celebrazione della s. messa

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Movimento Domenicano del Rosario www.movimentodomenicanodelrosario.org e mail movrosar@tin.it - Cellulare 335 5938327

Raduni Regionali del Rosario 14 settembre: Marche Macerata chiesa di S. Francesco ore ore ore ore ore ore ore

9,45 10,00 1 1, 15 12,00 14,00 16,00 17,00

ritrovo nel piazzale S. Francesco celebrazione meditata dei misteri gloriosi incontro di testimonianza e condivisione pranzo al sacco e momento di fraternità visita guidata centro storico di Macerata adorazione nella chiesa delle “Monachette” celebrazione della s. Messa e saluto

21 settembre: Lombardia Gallarate centro parrocchiale “Paolo VI” ore

10,00

ore ore ore ore ore ore ore

10,30 12,30 14,30 15,45 16,45 17,00 18,00

accoglienza nel Centro Parrocchiale "Paolo VI" di Via Bachelet 9, nella sala “cento posti” adorazione con meditazione dei misteri gaudiosi pranzo al sacco e momento di fraternità processione con meditazione dei misteri dolorosi meditazione del P. Mauro Persici, Domenicano trasferimento al Santuario "Madonna in campagna" celebrazione dei misteri gloriosi del santo rosario celebrazione della s. Messa e saluto

28 settembre: Triveneto Castelmonte Santuario ore ore ore ore ore ore ore

9,30 10,00 1 1,30 12,30 14,00 15,00 16,00

ritrovo nel piazzale del parcheggio celebrazione del S.Rosario meditato meditazione del P.Promotore e Consacrazione pranzo al sacco e momento di fraternità incontro di testimonianza e condivisione celebrazione del S.Rosario meditato celebrazione della s. Messa e saluto

In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna CMP detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa


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