Gente di mare

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Alessandro Lupelli

Gente di mare

uno CIndicedeicontenuti Introduzione Il culto di San Nicola Donne con le mani in pasta Storie di persone Gente segnata dalla nostra città Alessandro Lupelli due dieci trentaseiventiventiquattroquarantasei

Il racconto di Bari passa attraverso il mare, protagonista di ogni vicenda e della città stessa, impedimento e meraviglia, sfondo di monotone serate e memorabili avvenimenti storici.Una città che non vive solo di infrastutture, ma che fonda le sue giornate e tutto ciò che le influenza sull’andamento delle onde, del vento, della brezza e dei colori del cielo.

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Una storia che giunge dal mare

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Non è solo cultura popolare ma uno stile di vita che si è tramandato per secoli, influenzando tra storia e tradizione anche i più giovani, che tutto oggi continuano a rimanere affascinati dalle storie che si continuano a tramandare e che i più anziani raccontano, proprio come si faceva in antichità, ai loro tempi.

Inaugurato nel 1914 il teatro Kursaal Margherita, oggisolo Margherita, è stato edè il primo e unico edificioin Europa per la particola-re costruzione su palafitte.Progettato

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Inizialmente era interamente circondato dall’acquae collegato alla ter-raferma attraverso un pontile, oggi non più esistente. Il pontile, che ad oggi non è più esistente, è statosostituito da un ingresso inlegno che ricorda una barca.

dall’architetto Francesco De Giglio in collaborazio ne con l’ingegnere Luigi Santarella, nel suo distintivo stile Liberty, il Margherita non ha mai goduto di vita facile: ancora prima del suo esordio, la sua struttura fu critica ta e si sosteneva che l’edificio avesse ostruito la vista sul mare.

IL TEATRO NEL MARE

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sette fiammalaardevaAltasèconviache ciòdiricordoogniportavacheciòdieèche dimemorianellastato,eradicuorineietanti ceoggichebambinipiccolistorialanarranone

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il teatro petruzzelli il teatro petruzzelli

Il Petruzzelli è il teatro citta dino di Bari, inaugurato nel febbraio 1903. Sin dall’inizio il suo palco ha visto rappre sentare sia i grandi classici

del repertorio liricosia nuovi spettacoli inlinea con le tenden ze del panorama artisticointernazionale. Il Petruzzel li si distingueva rispetto aglialtri teatri italiani per la suastraordinaria capienza oltreche per varietà della programmazione.

petruzzelli il teatro petruzzelliil teatro

la notte del 27 ottobre del 1991, un incendio distrusse il eatro danneggiando di conseguenza la vita artistica del capoluogo pugliese.

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Un infausto evento ha portato alla chiusura del Teatro Petruzzelli per parecchi anni:

Nel 2009 fortunatamente si concludono i lavori di restauro e il teatro viene riconsegnato quasi com’era in origine, purtroppo perdendo gli affreschi realizzati a mano che ornavano la cupola che sovrasta l’intera platea.

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VVA PE' MARE

NecoleSanda

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Nicola nacque probabilmente a Pàtara di Licia, in Asia Mino re (attuale Turchia), tra il 260 e il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestan ti. Fu cresciuto cristianamen te, quindi, ma perse prematuramente i genitori a causa della peste.

Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decadu to che voleva avviare le sue tre figlie alla prosti tuzione perché non poteva degnamente maritarle, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l’abbia gettato nella casa dell’uomo, che così poté onestamente sposa re le figlie. In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne accla mato dal popolo come nuovo vescovo.

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15 IL SANTO DONATO DAL MARE

Un’altra leggenda non fa riferimen to alle figlie del ricco decaduto, ma narra che Nicola, già vesco vo, resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo epi sodio S. Nicola è venerato come protettore dei bambini.

Non è certo che sia davvero stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nizza del 325, durante il quale avrebbe condannato duramente l’ariane simo, difendendo la verità cattolica, ma la leggenda ci tramanda che in un momento d’impeto prese a schiaffi Ario. Gli scritti di S. Andrea di Creta e di S. Giovanni Damasceno ci confer mano l’ortodossa fede di Nicola. Nicola si occupò anche del bene dei suoi concittadini, ottenne l’aumento dei rifornimenti durante una carestia e la diminuzione delle imposte.

Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente nell’anno 343, forse nel monastero di Sion, e già allora si diceva compisse miracoli; tale convinzione si consolidò dopo la sua morte, con il gran numero di leggende che si dif fusero ampiamente in Oriente, a Roma e nell’Italia meridionale.

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Le sue spoglie furono conservate nella cattedrale di Myra fino al 1087. Grande è la venerazione a lui tributata dai cristiani ortodossi. Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l’ Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del

Una spedizione barese di 62 marinai partita con tre navi raggiunse Myra e si impadronì delle spoglie di Nicola che giunsero a Bari il 9 maggio 1087: Nicola di Myra diventa, così, Nicola di Bari.

Doposanto.la

collocazione provvisoria in una chiesa cittadina, il 29 settembre 1089, le spoglie di Nicola trovano sistemazione definitiva nella cripta, già pronta, della basilica che si sta innalzando in suo onore. È il Papa in persona, Beato Urbano II (Ottone di Lagery, 1088-1099), a deporle sotto l’altare della cripta. Da allora S. Nicola divenne patrono di Bari e le date del 6 dicembre e 9 maggio furono dichiarate festività.

Parte della tradizione sono anche gli zampognari, ovvero musicisti che suona no la zampogna, uno strumento a fiato caratteristico del periodo Natalizio che anima i vicoli della città vecchia con le sue dolciPermelodie.meil giorno di San Nicola è sempre un momento speciale dell’anno, e questa è stata la prima occasione in cui sono riuscito a fotografare la Storia che rappresenta meglio noi Baresi.

Tutti noi Baresi abbiamo particolarmente a cuore questa festa, che viene tramandata da generazioni ed è il fulcro della nostra tradizione.

C’è chi come “Onofrio Vittorio” in foto, si veste da San Nicola e si reca sotto la statua del Santo, rendendo così tutto più magico. Si fanno foto con i fedeli (specialmente con i bambini), si danno benedizioni e ci si mette in posa per regalare qualche scatto ai fotografi.

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- Alessandro Lupelli

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Questo luogo tipico che si incontra sul lungomare di Bari, dietro la sua semplicità nasconde l’identità della città intera e dei suoi pescatori. Il posto in questione viene chiamato comunemente “Nderr La’Lanz” che in dialetto sta a significare “ai piedi delle barche”. Qui non solo si rinuni scono gli uomini ritratti negli scatti, ma è anche un luogo di incontro, tanto di giorno quanto di notte, nel cui assaggiare il frutto dell’operato di questi pescatori.

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Scattare foto in un luogo così comune ma allo stesso tempo popola to da gente che ad esso è molto affezionata non è semplice. L’abilità del fotografo infatti è stata proprio nel riuscire a entrare in punta di piedi nella quotidianità di questi soggetti, senza far sentire la sua presenza e senza disturbare il naturale andamento della giornata forzandone pose o situazioni.

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Paese che vaiusanza che trovi ma se sarai a Barinon pensare maia come ti ci ritroviperchè non contacapire ciò che si vedema ascoltare e imparare

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Gente segnata da

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Gli scatti presenti in questa sezione si concentrano in particolare sulla città e sui suoi abitanti, quelli veri, quelli che della stessa ne hanno reso la loro casa di generazione in generazione, quelli che dalla città sono stati segnati. Queste fotografie vogliono raccontare la forte correlazione che vi è tra soggetto e paesaggio, poichè l’uno ha inevitabilmente effetto sull’altro e viceversa. Allo stesso modo, in questi scatti il soggetto ha strettamente bisogno del luogo che lo circonda per poter raccontare la sua storia, ricca di domande e ricca di sentimenti.

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Ciò che si cela dietro il bianco e nero è sempre stato un miste ro ed è sempre stato soggettivo. Senza dubbio molti concordereb bero che il senso di estempora neirà che esse sucitano sia ciò che più le caratterizza. Questi scatti sono fermi nel tempo ma vivono in ogni epoca, sarebbe difficile dire con certezza se si tratti di momenti recenti o molto lontani.

Raccontare alcuni momenti di quotidianità della città a chi potrebbe non sapere cosa possano signi ficare per chi invece li vive è uno degi scopi degli scatti presenti in questa sezione. Narrare storie di gente comune, cercando di ren dere speciali anche le azioni più semplici attraverso la loro sponta neità e la loro ordinarietà.

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fotografie, il giovane fotografo, vuole lasciare all’osservatore già una risposta, che spera possa piuttosto innescare una reazione inversa, suscitando in chi guarda le domande che possono celarsi dietro quello scatto.

Alessandro Lupelli, nato e cresciuto a Bari è il giovane fotografo che ha dato vita a questo libro con i suoi scatti e le sue storie. Avvicinatosi alla fotografia sin dall’adolescenza per curiosità, per via di un servi zio imminente nel 2020 riprende la fotocamera e da lì da inizio ad un nuovo percorso di crescita e scoperta interamente dedicato ai suoi scatti.

Alessandro è sempre stato molto curioso, ponendosi sempre domande riguardo ciò che lo cir conda e cercandone le risposte. Ed è proprio in questa ricerca che la fotografia trova il suo spazio, in quanto considerata lo strumento per poter rispondere a quelle milleCondomande.lesue

quarantaseiLupelliAlessandro

piccolo segreto dietro le foto di Alessandro consiste nell’andare alla ricerca non di quell’evento unico e straordinario, ma nel cercare questi momenti eccezionali nella quotidianità, come dice lui “cercando lo straordinario nell’ordinario”. Si può notare come infatti tutti i suoi scatti catturino la città o i soggetti in momenti spontanei e in giorni qualunque, eppure riescono a raccontare tanto di quel preciso istante.

Si potrebbe dire che “non è la macchina foto grafica a fare un fotografo” infatti Alessandro ha rivelato che non solo è necessaria tantissima pratica, ma anche la curiosità verso nuovi temi e nuove fonti di ispirazione, quali per lui possono essere libri, mostre sia di fotografia che d’arte in generale ma anche i social, nel momento in cui si sa dove cercare e si sa osservare con occhio critico i tanti e possibili risultati delle ricerche.Ritornando

alla pratica, però, Alessandro rivela che essa è ben necessaria ma deve essere sempre soste nuta dalla propio creatività. Se non si ha fiducia in essa e non la si coltiva cercando sempre nuovi stimoli, se non ci si impegna anche quando non si ha piena voglia e soprattutto se non si ha voglia di migliorare, non si può parlare di passione.

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Certamente anche sbagliare in questo ambito ha la sua importanza, infatti Alessandro racconta che l’errore non è un aspetto negativo, piuttosto che da esso si può imparare molto, poiché la volta successiva, ripensandoci, si cercherà di dare maggiore attenzione a quel dettaglio che magari la volta precedente non era perfetto.Unultimo

50 Icredits Contenuti fotografici di Alessandro Lupelli Testi di Martina Monterisi e Alessandro Lupelli Impaginazione e design a cura di Martina Monterisi Foto storica del Teatro Margherita dell’archivio storico cittadino di Bari “Bari Lettering” e “Bari Ornaments” font a cura di BCPT associati Perugia

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