Monteleone di Spoleto e il farro

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prodotti tipici Agroalimentari”. Chicchi nudi potevano essere passati al setaccio utilizzato per la polenta e con la “farinella” ottenuta si faceva il semolino. I vari sottoprodotti venivano commercializzati in sacchetti di carta. La cultura del “saper fare manualmente” si è successivamente arricchita “del saper adottare le tecniche”. Le abilità tecniche dei coltivatori, sviluppatesi in accordo allo sforzo per una più rapida e maggiore produzione del cereale, sono frutto di una sperimentazione in cui la somma di esperienza, necessità, intuito e determinazione ha prodotto l’invenzione originale di macchine per la pulitura del seme. È stato, però, un periodo di transizione che ha visto il successivo passaggio alle macchine prodotte dall’industria ufficiale.

Figura 46: Esempio di come veniva usato il “capestio”.

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