L'ultimo Trovatore. Le Opere Letterarie Di Carmelo Bene - Simone Giorgino

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CONTEMPORANEA - NUOVA SERIE n° 3 Collana diretta da Antonio Lucio Giannone


© 2014 by Edizioni Milella di Lecce Spazio Vivo s.r.l. ISBN 978-88-7048-558-5


Simone Giorgino

L’ultimo trovatore Le opere letterarie di Carmelo Bene


Direttore Antonio Lucio Giannone Giuseppe Bonifacino (Università di Bari), Pasquale Guaragnella (Università di Bari), Nicola Merola (Università della Calabria), Angelo R. Pupino (Università di Napoli “L’Orientale”), Enrico Tiozzo (Università di Göteborg), Donato Valli (Università del Salento). Antonio Lucio Giannone Dipartimento di Filologia, Linguistica e Letteratura Università del Salento - Piazza A. Rizzo 73100 Lecce antoniolucio.giannone@unisalento.it

Copertina ed impaginazione: Yukiko Tanaka, Emanuele Augieri Edizioni Milella di Lecce Spazio Vivo Viale M. Di Pietro, 13 - 73100 Lecce Tel. e fax 0832/241131 Sito internet: www.milellalecce.it email: leccespaziovivo@tiscali.it


INDICE Premessa

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I PARTE Vida e Razo I.1. I.2. I.3. I.4. I.5. I.6. I.7. I.8. I.9. I.10. I.11. I.12. I.13. I.14.

Il «Sud del sud dei santi» «L’Art est si grande et la vie est si courte!» Epifanie Subjectum Letania per Carmelo Bene «Discritture» e «riscritture» Caligola «La Parola di prima delle parole» Gli «educatori permanenti»: Stirner, Schopenhauer, Freud «Io sono colui il cui nome è Legione, perché siamo in molti» ‘Nietzsche Renaissance’ Sovrapposizioni «Scrivere il nulla»

II PARTE Le opere narrative II.1. Un classico ‘barbarico’ II.2. «Poesia è la voce. Il testo la sua eco» II.3. Il bardo del Sud

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II.4. II.5. II.6. II.7. II.8. II.9. II.10. II.11. II.12.

«Se non fossi un palazzo, mi crederebbero» Il ‘paradigma dello slittamento’ Nostra Signora dei turchi al cinema e in teatro Credito italiano Quasi un racconto Abitare la battaglia «La mia dannazione, Lorenzaccio» Lorenzaccio maschera del vuoto «Come quando si canta a bocca chiusa»

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III PARTE L’opera poetica III.1. Il primato della poesia III.2. Carmelo Bene vs. Poesia III.3. La voce e la scrittura III.4. Poesie giovanili III.5. III.6. poema del paradosso III.7. Mappe III.8. «Traducer claro accumpactar versiculo» III.9. «Dentro abbuiato magma» III.10. Leggenda

» 345 Indice dei nomi

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«Solo un comandamento: resta pura!» a Dora e Zeno



Non v’è letteratura senza diserzione, disubbidienza, ogni ubbidienza solidale, ogni assenso alla propria o altrui buona coscienza, ogni socievole comandamento. (Giorgio Manganelli, Letteratura come menzogna) – Se scrivere le piace più di ogni altra cosa, perché fa del teatro? – Per rovinarmi. E basta. (Da un’intervista di Piera Fogliani a Carmelo Bene)



Premessa Il recente Atlante della letteratura italiana a cura di Sergio Luzzatto e Gabriele Pedullà si chiude, forse un po’ a sorpresa, con 1 un saggio su Carmelo Bene dal titolo . L’autore, Ferdinando Taviani, non è nuovo a sortite di questo tipo2 modalità di compilazione di un canone novecentesco, sulle inclusioni e sulle esclusioni di scrittori che possono pregiudicarne la rispettabilità o, viceversa, aprire a proposte coraggiose e innovative – proposte che sarà il tempo a vagliare come pertinenti, azzardate o irricevibili –, che, qualora accolte, potrebbero concorrere a evidenziare quelle cesure tematico-stilistiche che sono la linfa vitale di qualsiasi periodizzazione letteraria. Con l’irrituale inserimento di Bene nella prestigiosa collana dei Classici Bompiani3, l’attore-scrittore, secondo TaviaLetteratura»4; e, immediatamente dopo quella pubblicazione, un F. TAVIANI, , in AA.VV., Atlante della letteratura italiana. Dal Romanticismo a oggi, a c. di S. Luzzatto, G. Pedullà, vol. 3, Torino, Einaudi, 2012, pp. 1012-1016. 2 Vedi infra. 3 C. BENE, , Milano, Bompiani, 1995. 4 F. TAVIANI, , cit., p. 1012. 1

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decano della critica e della teoria letteraria come Remo Ceserani «prendeva la parola sulle Opere di Bene e senza far polemiche mostrava come potessero essere trattate a sé, come letteratura di qualità, esempi di una prosa “costantemente alta”, a metà fra simbolismo e barocco, che permetteva l’abbandono “al puro piacere della lettura”, di fronte a “pagine inventive, sferzanti, esaltate, allucinatorie o esilaranti”. Un vero scrittore, insomma»5. portati, l’attenzione della critica nei confronti delle opere letterarie di Carmelo Bene è sempre stata piuttosto latente, pur manifestandosi, di tanto in tanto, con giudizi spesso o tranchant e liquidatori, o celebrativi ma debolmente argomentati, sempre rinvianti, comunque, a successivi approfondimenti6. Se è universalmente riconosciuta la grandezza dell’attore, se tanto si è scritto sul cineasta, e addirittura sul polemista televisivo, ancora tanto rimane da dire su Carmelo Bene scrittore, «del livello altissimo di lingua e di pensiero, nella poesia, nella saggistica e nella ri-scrittura dei testi Ivi, p. 1015. Per la citazione interna cfr. R. CESERANI, Effetti fantasmagorici creati attraverso un linguaggio “squartato”, in «Il Manifesto», 4 gennaio 1996. 6 Recentemente si registrano anche in campo accademico alcuni interventi volti a colmare questa lacuna. Ci riferiamo, ad esempio, al convegno internazionale dal titolo “Le forme del romanzo italiano e le letterature occidentali dal Sette al Novecento”, organizzato dall’Università Roma Tre nel 2008, in cui erano previste due relazioni sulle opere letterarie di Bene, una a cura di Dario Tomasello (Università di Messina), e l’altra a cura di Franco Vazzoler (Università di Genova), il quale sta anche progettando una raccolta di saggi sull’argomento, dal titolo provvisorio Carmelo Bene e la letteratura. Cfr. D. TOMASELLO, cretino e F. VAZZOLER, I romanzi di Carmelo Bene nella raccolta degli atti del convegno. Vazzoler ci ha gentilmente messo a disposizione due suoi studi inediti: Il “funerale dell’orale”. Carmelo Bene la scena e la scena della pagina, appunti per intervento a Glasgow e Scritture d’attore. Appunti per teatro Akropolis, entrambi del 2010. 5

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classici»7. Eppure questa sua attività non è affatto collaterale, anzi prova poetica di Leggenda, l’ultimo poema inedito di Bene di cui verrà presentata, nel terzo capitolo, una prima lettura critica. In un suo precedente saggio sugli attori che si cimentano con la scrittura, Taviani propone la seguente linea interpretativa generale che sarà assimilata da altri studiosi e che è assunta in queste pagine come strada maestra: Carmelo Bene è uno scrittore di valore. Probabilmente la sua fama alla considerazione del pregio autonomo dei suoi scritti […]. A differenza della maggior parte dei libri dei teatranti, i suoi potrebbero vivere autonomamente nelle vallette della letteratura pura8.

Sulla stessa linea le considerazioni di Franco Vazzoler: «Fare i conti con il Bene scrittore, insomma, è altrettanto doveroso e criticamente produttivo quanto farli con il Bene attore»; e il conseguente invito a «collocare l’esperienza complessiva di Carmelo Bene nell’ambito della grande tradizione novecentesca, […] per il Bene letterato»9. Carmelo Bene ci ha lasciato una vasta produzione scritta, quasi interamente raccolta in Opere, oltre a diversi inediti, per lo più conservati nella stesura originale. Tali documenti eterogenei, tuttavia, non hanno né una collocazione né una catalogazione idonea, e rischiano pertanto di essere appannaggio di pochi privilegia-

S. NATOLI, Dice di lui Deleuze, intervento disponibile su www.didawebnet.it. 8 F. TAVIANI, Uomini di scena uomini di libro, Bologna, Il Mulino, 2001, pag. 220. 9 F. VAZZOLER, Il “funerale dell’orale”, cit. 7

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importanti editori come Sugar, Feltrinelli, Longanesi, Il Saggiatore, Einaudi e, da ultimo, Bompiani, con cui dà compimento al suo 11 . La fama che si è guadagnato oltral12 pe , inoltre, gli permette una pubblicazione di assoluto prestigio 10

Il progetto della “Fondazione L’Immemoriale”, ossia di quell’istituto

e promozione nazionale ed estera dell’opera totale di Carmelo Bene, orica», è naufragato per insanabili controversie giuridiche, e con esso il progetto di un archivio unico. Attualmente le carte di Bene sono conservate negli archivi privati degli eredi e nel “Fondo Bene” gestito dalla “Casa dei teatri” di Roma. 11 E. RAGNI, Il libro di teatro di Carmelo Bene, in «Rivista di letteratura teatrale», n. 2, 2009, p. 164, ora disponibile sul sito www.italianisti.it,

lui, ma ambisce anche a fornire al suo pubblico e ai suoi futuri lettori una precisa linea interpretativa della sua opera»; Si veda anche F. VAZZOLER, Il funerale dell’orale, cit., p. 1: «Con la costruzione e la pubblicazione di Opere (Bompiani, 1995), l’omnia in forma di libro letterario, Carmelo Bene ha creato un monumento cartaceo non a caso preceduto da una Auscritta appositamente per l’occasione. È la sintesi, monumentale appunto, di un’intensa attività dedicata alla parola scritta, a quello che a più riprese Bene ha chiamato il “morto orale”». 12 Si veda la voce BENE, CARMELO in Universalia, suppl. alla Encyclopedia Universalis, Parigi, 1963-75: «Se Carmelo Bene non esistesse il teatro italiano sarebbe orfano. Orfano di un grande autore, di un regista esemplare e, soprattutto, del più geniale dei suoi attori»; Si veda anche il già citato intervento di S. NATOLI, Dice di lui Deleuze: «La terra di Francia gli ha dato nuovi natali, un ambiente, un clima, un’atmosfera congeniali, una comunità, in qualche modo, capace di riconoscere un “fratello” e che ha già scavato e sperimentato la crisi della modernità, 16


internazionale con l’editore francese P.O.L., presso cui escono le Oeuvres Complètes prefate e tradotte da Jean Paul Manganaro13. hanno accompagnato l’attività artistica di Bene, come ad esempio 1995 lo nomina Chevalier de l’Ordre des Arts e des Lettres o il Premio Schlesinger, istituito da Eugenio Montale e consegnatogli 14 da Riccardo Muti l’11 luglio del 2000 per il poema , proprio non si riesce a comprendere come a Carmelo Bene autore Certo il rapporto fra la critica e Bene non è mai stato idilliaco, e l’autore stesso non le manda a dire quando si tratta di denine, la revocabilità di ogni formazione conoscitiva […]. Quando Romeo e Giulietta è in scena a Parigi, molti ‘maestri’ sono in sala. Carmelo Bene incontra Klossowski “eternoritornante e come me infantile, deciso a non morire prima d’avermi visto recitare il suo Bafometto” e poi Dalì, Lacan, Manganaro e Deleuze». Giancarlo Dotto riporta inoltre un giudizio lusinghiero dell’Enciclopedia Francese: «Carmelo Bene, una delle presenze Orson Welles»: Si veda C. BENE, G. DOTTO, Vita di Carmelo Bene, Milano, Bompiani, 1998, p. 416. 13 Cfr. C. BENE, Notre-Dame-des-turcs. Oeuvres complètes I, Parigi, P.O.L., 2003; ID., Thèâtre. Oeuvres complètes II, Parigi, P.O.L., 2004; ID., Polémiques et inédits. Oeuvres complètes III, Parigi, P. O. L., 2012. 14

2000. A proposito dei premi conferiti a Carmelo Bene, rimandiamo anche al divertente articolo di C. MALTESE pubblicato su «La Repubblica» del 20 novembre 2000: «Appena sommerso da una slavina di premi per il poema , “opera di altissima macelleria” dove il maestro, tumulato da tempo e senza rimpianti il cadavere del teatro, si dedica suoi sopravvalutati Montale e Quasimodo, per tornare all’ottima pagina portante opera poetica del secolo». 17


grare il lavoro dell’esegeta. Egli, infatti, riprendendo una celebre letto in un domicilio altrui»15, esplicitando il concetto non proprio con pacatezza: Sicché questo loro sguazzare in “fatti” altrui non nasce come vocazione. Vocazione non è. (Disavventure editoriali, frustrazione, Roma

mediazione, piccoli esercenti, non sarete mai donne rispettabili e nemmeno puttane. Voi siete dei travesti di provincia. Via il rossetto e al catasto, alla catasta di legna da ardere. Voi siete i travestiti. Per voi non c’è salvezza, perché avete della capra e del cavolo (cazzo). Protoidioti dell’assenza, un bel niente si vuole da voi! Cantautori del mai visto, spastici, convitati di pietra, notai della lingua italiana, alpini da pianura, pescatori di perle da bancarella, stronzi vespasiani degli dei! Cristomani, fare! […]. Mitomani del c’era una volta l’opera d’un altro […] mi piangerebbe il cuore se mi risparmiassi dall’inviare anche voi specialmente a fare in culo!16

schina presunzione di chi si arroga un diritto che non gli compete, dal momento che il critico non partecipa in alcun modo del logoin senso squisitamente wildeano, ossia non esiste per lui un grande critico che non sia innanzi tutto un grande artista (The Critic as artist come dialogo fra pari. Si noti, a proposito, come Bene consideri i propri lavori teatrali su Shakespeare delle vere e proprie letture

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C. BENE, Il teatro senza spettacolo, Venezia, Marsilio, 1990, p. 24. ID., L’orecchio mancante, Milano, Feltrinelli, 1970, pp. 17 e sgg.

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nomi del calibro di Flaiano17, Arbasino18 o Moravia19, tutti scrittori-critici impegnati in prima persona in una originale produzione letteraria. Bene non tollera tuttologi e mestieranti: Se qui ci occupassimo del nucleare non interverrebbe nessuno: invece sarebbe paradossalmente un argomento più semplice e trattabile anche se richiederebbe uno studio serio ed approfondito di matematica e poesia che dovrebbe essere proibita ed interdetta […]. La grande poesia si rivolge solo ai poeti. Se ne offendano pure i “lettori comuni”20.

In arte, dunque, non si scende a compromessi con nessuno l’arte di Carmelo Bene è, paradossalmente, «ricerca interdetta al pubblico […], necessità preclusa a ogni cultura della mediazione», come recita in epigrafe Il teatro senza spettacolo. Su questo «Per concludere, se il mio Discorso ti piacerà, ne caverai diletto; e, se no, poco m’importa, perché io, di te, non so che farmene. Cfr. E. FLAIANO, Salomè di Carmelo Bene (da Oscar Wilde), in ID., Lo spettatore addormentato, ora in C. BENE, Opere, cit., pp. 1383-1387. Flaiano fu uno dei primissimi estimatori di Carmelo Bene: «Come po; «Io credo nella necessità di una certa follia, e sempre per dirla con Wilde, credo che ci siano due modi di non amare l’arte: il primo consiste nel non amarla, il secondo nell’amarla razionalGioconda, ma non ho niente da dire a chi la prende a pugnalate» (1387). 18 Cfr. A. ARBASINO, , Milano, Feltrinelli, 1965, ora in C. BENE, Opere, cit., pp. 1399-1404. 19 Cfr. A. MORAVIA, intervento su Nostra Signora dei Turchi, in ID., Al cinema 20 C. BENE, Autointervista (o la solitudine di un poema impossibile), in 17

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Vale»21. Esasperando una celebre formula manzoniana, è lo stesso Bene a segnalare che i suoi destinatari, i suoi ‘lettori ideali’, 22 . Egli sa che i libri non sono fatti per ‘divertire’, qui inteso in senso etimologico, i consumatori occasionali di letteratura; non cerca proseliti e non se ne fa né un problema né un vanto: «Anch’io ho scritto tre libri, inutili, perché non c’è fruizione, non c’è neanche . L’autore che si vuole presentare, come si vedrà diffusamente nel corso del primo capitolo, lavora proprio sui buchi neri del processo ermeneutico, sui ‘guasti’ del circuito della comunicazione letteraria: siamo di fronte a uno scrittore anomalo che indirizza paradossalmente la propria ricerca «contro la rappresentazione»24. 23

qualsivoglia scienza o politica: esprime il disagio del vivere, e dell’essere artista allo stato puro, insofferente di mediazioni, spiegazioni, sistemazioni»25 C. BENE, L’orecchio mancante, cit., p. 11. E. CHALUJA, J. FILLION, G. MINGRONE, S. SCHADHAUSER, Conversazione con Carmelo Bene, intervista inedita registrata al magnetofono, Roma, 5 dicembre 1969, ora in AA.VV, Carmelo Bene contro il cinema, a c. di E. Morreale, Roma, Minimum Fax, 2011, p. 38. 23 A. APRÀ, G. MENON, Conversazione con Carmelo Bene, registrata al magnetofono a Roma nel maggio 1970, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., p. 87. 24 P. GIACCHÉ, G. FOFI, Introduzione, in AA.VV., Per Carmelo Bene, Milano, Linea d’ombra, p. 5: «Bene, forse il solo che abbia saputo attraversare i linguaggi più diversi e combinarli in una stessa riuscitissima 21 22

musica, sono i materiali e i territori di numerosissime scritture, letterarie 25

G. FOFI, Tutto il Bene possibile, in AA.VV., Per Carmelo Bene, Mila-

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critica, a inquadrarlo in scuole, generi o correnti. E d’altronde «come si fa a incasellare il soggetto che nello specchio ci entra, che si confronta oltre i simulacri del mondo con il vuoto, con il 26 . certa cautela da parte dei critici a inoltrarsi in un territorio così insidioso. Uno dei principali interventi sulla poesia di Bene, l’introduzione scritta da Sergio Fava a , si affretta ad ammonire gli eventuali temerari: «Un affettuoso invito ad ogni solerte esegeta a non occuparsene in quanto si esporrebbe al suo si ritroverebbe poi occupato, lui sì, dal Poema»27. Questa prudenza ha anche altre motivazioni. Innanzitutto l’intelligente lettura che Bene fa del proprio lavoro limita, di fatto, la libertà d’azione del critico, obbligandolo a percorsi guidati da cui non è consentito scartare: «Non è quasi possibile dire sull’opera di Bene cose più intelligenti di quelle che Bene stesso sparge nei suoi scritti e nelle sue dichiarazioni. E il rischio maggiore è semmai quello di essere attirati sul suo terreno, di scimmiottarne lo stile, di “beneggiare”, con esiti ovviamente miserabili»28; ma c’è, soprattutto, una ragione di fondo più sottile che è costituita dalla premessa di tutta l’opera beniana, e cioè, come si diceva, quel corto circuito della comunicazione letteraria, quell’impossibilità interpretativa generale che di fatto relega il critico in una sorta di vicolo cieco e che Gianni Turchetta ha brillantemente illustrato in un suo studio:

no, Linea d’ombra, 1995, p. 11. 26 Ivi, p. 13. 27 S. FAVA, Presentazione, in C. BENE, , Milano, Bompiani, 2000, p. VIII. 28 E. MORREALE, Prefazione, in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., p. 6. 21


Occuparsi di Carmelo Bene dalla posizione del “critico letterasi” […]. Un’ammissione che per il critico letterario è particolarmente sgradevole: l’impossibilità cioè dell’interpretazione. Il discorso “letterario” (chiamiamolo per comodità così) di Carmelo Bene ci segnala, la propria irriducibilità all’interpretazione. Esso non si limita infatti ad come una vera e propria interruzione del normale circuito ermeneutico, ostentando la propria costitutiva in-interpretabilità, il proprio essere un gesto comunicativo “che nel suo compiersi si disapprova”[…]. Verrebbe da dire che tutto il lavoro di Bene […] possa essere interpretato come un’intenzionale, sistematica sospensione della possibilità stessa dell’interpretazione […], l’impossibilità strutturale, costitutiva, di considerare compiuta […]. Una qualsiasi sintesi interpretativa, l’inevitabile perplessità del lettore-spettatore, la cui interpretazione resta per così dire impone a chi la compie un invincibile sentimento di inadeguatezza. In altre parole: sentirsi stupido, per chi ha a che vedere con un gesto comunicativo di Carmelo Bene, è un fatto necessario, non accessorio […]. In essere consapevoli di non sapere, di ammettere che leggere Bene bene 29 .

Per superare questo paradosso epistemologico costitutivo, non resta dunque altro da fare, ammonisce Turchetta, che dismettere gli abiti della critica tradizionale, poiché un approccio esegetico di tipo strutturalista, simbolico, psicoanalitico, sociologico o storicistico potrebbe rivelarsi inadeguato; il metodo da lui proposto consiste, invece, nel «lavorare all’intersezione fra discorsi

G. TURCHETTA, Cambiarsi d’abito: la scrittura senza spettacolo. Carmelo Bene scrittore, in AA.VV., Per Carmelo Bene, cit., p. 86. 29

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di tipo diverso, cercando di ritagliare un nostro genere discorsivo attraverso lo sfruttamento di altre forme meglio delineate»30. Per le opere letterarie di Carmelo Bene non è possibile ricorrere alle tradizionali distinzioni di genere, dal momento che le caratteristiche delle sue pubblicazioni fanno pensare, piuttosto, ad una contaminazione di generi letterari differenti, al limite fra Nel presente studio abbiamo scelto di limitare l’analisi alla produzione poetica e alle opere dichiaratamente narrative, quelle, cioè, esplicitamente licenziate dall’autore come «romanzo» o «racattenzione dedicata all’intero corpus dell’opera beniana, è stato circoscritto alle sole Nostra Signora dei Turchi31, Credito Italiano V.E.R.D.I.32 e Lorenzaccio33 per quanto riguarda la produzione narrativa, di cui si darà conto diffusamente nel secondo capitolo; e a Pentesilea. Ovvero della Vulnerabile invulnerabilità e necro34 35 , e il poema inedito Leggenda per quanto riguarda la produzione poetica di cui si parlerà nel terzo e ultimo capitolo. Questa delimitazione servirà da bussola per navigare nel mare magnum dell’opera letteraria beniana, un’opera che ci obbliga a fare i conti con una sistematica infrazione dei generi e dei codici tradizionali: «Una cosa possiamo scriverla, metterla in musica, parlarla, berla, ci possiamo fare tutto»36, Ivi, p. 87. C. BENE, Nostra Signora dei Turchi, Milano, Sugar, 1966. 32 ID., Credito italiano V.E.R.D.I., Milano, Sugar, 1967. 33 ID., Lorenzaccio, Roma, Nostra Signora Editrice, 1986. 34 ID., in Achille, Roma, Nostra Signora Editrice, 1994. 35 ID., , Milano, Bompiani, 2000. 36 N. SIMSOLO, Carmelo Bene: Capricci, in «Cahiers du cinema», n. 213, 1969, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., p. 31. 30 31

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Io non scrivo, canto»37. Una prassi, questa, che non è semplicedella neoavanguardia, ma il risultato di una complessa e sofferta meditazione teoretica ed estetica che sta alla base dell’intero edisimo Juan de La Cruz, si auto-impone di «eccedere le forme»: «È to ogni imbellettamento critico dell’esistenza», afferma Carmelo Bene nel suo video-testamento 4 momenti su tutto il nulla38. La maggior parte dei critici ha interpretato l’intera produzione letteraria di Bene, pur non privandola dello status di prodotto letterario autonomo, come propedeutica e funzionale alla produzione teatrale. Elisa Ragni, ad esempio, nel saggio intitolato, appunto, Il libro di teatro di Carmelo Bene, giudica i lavori letterari come «tappe dell’incessante ricerca artistica di Bene e collegati alla sua idea di teatro»39, asserendo inoltre che la pagina diventa un momento di creazione dello spettacolo, momento che istituendo un legame indissolubile con la scena […], perché ogni scritto, indipendentemente dalla forma in cui si presenta, è materiale per l’esecuzione attoriale o, comunque, concorre alla progettazione dello spettacolo40.

Anche Piergiorgio Giacché insiste più volte sulla presunta preminenza del teatro nella ricerca artistica di Bene: A. APRÀ, G. MENON, Conversazione con Carmelo Bene, cit., p. 72. C. BENE, 4 momenti su tutto il nulla, 2002, quattro puntate televisive registrate da Carmelo Bene per Rai Due Palcoscenico nel 2001. 39 E. RAGNI, Il libro di teatro di Carmelo Bene, cit., p. 2 40 Ibidem. 37 38

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Da subito, in modo consapevole anche se non esplicito, Bene deve aver avvertito che soltanto nel teatro era rimasta un’ombra di vitalità ovvero una possibilità di schopenhaueriana “volontà”; che dunque solo nel teatro e con il teatro si dava ancora modo di disdire l’arte come consolazione e disfare l’arte come rappresentazione, e accelerare o accendere più ovvia che è quella di essere – essenzialmente, se non esclusivamente – un attore41.

Tali assunti possono sembrare, a prima vista, lapalissiani: Carmelo Bene è, di fatto, universalmente riconosciuto come uno dei principali attori del Novecento, salutato prima come l’enfant prodige, sue opere letterarie non possono che essere inquadrate, al limite, nell’ottica di una letteratura teatrale42. Dal nostro punto di vista, P. GIACCHÉ, Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale, Milano, Bompiani, 2007 (I ed. 1997), p. XI. A tal proposito si veda anche ID., A Carmelo Bene. Introduzione (e panegirico), in AA.VV., Lorenzaccio e il teatro di Bene e la pittura di Bacon, Milano, Linea d’ombra, 41

di chi ascolta un suo disco: né la tecnologia né la confezione sfuggono all’etichetta ‘teatrale’ che si riconosce ovunque, non come un’aggiunta ma come un’evocazione. Un ‘teatrale’ che non vale come aggettivo, ma Anzi, contro ogni evidenza». 42 F. VAZZOLER, Il “funerale dell’orale”, cit.: «Credo si debba oggi, ormai, dare acquisita – non più solo nella consapevolezza teorica della critica za) del pubblico (almeno di quello più avveduto) – la piena autorialità del lavoro dell’attore (a partire dall’Ottocento, con Modena, la Ristori, Salvini). A maggior ragione, questo ruolo autoriale va riconosciuto se si tratta, come nel caso di Bene, di una autorialità davvero creatrice sulla scena e inventrice di un linguaggio teatrale non solo originale e personale, ma totalmente innovativo (e a proposito di Carmelo Bene credo sia 25


invece, le cose non stanno solo così. Carmelo Bene è stato un artista completo: pochi come lui sono riusciti a raggiungere esiti così elevati in discipline diverse come il teatro, il cinema, la speculacercheremo di sviluppare nel corso del nostro studio, Carmelo essere così ribaltata: nella ricerca artistica di Carmelo Bene è la poesia che precede il teatro: «La rigorosa indisciplina del poieinprattein di Carmelo Bene» – afferma Fava – «è ormai universalmente consacrata, nella sua accezione interdisciplinare (teatro, cinema, letteratura, musica), Poesia»43. La presenza della poesia, ora come voce perentoria, ora come eco, avrà un ruolo determinante, come vedremo, persino nella sua produzione narrativa che, per alcune soluzioni retorico-stilistiche adottate, rimanda alle caratteristiche peculiari del prosimetro. Gli scritti di Bene non rientrano nel campo della letteratura teatrale ma in quello della letteratura tout court: «CB è stato un poeta (l’essere integrale di poesia di cui parlava Artaud) non solo ‘teatrale’» – sottolinea Antonio Attisani – «e la sua scomparsa ci lascia un insieme di opere di tutto rispetto, anzi fondamentali per alcune generazioni a venire, soprattutto ma non solo in Italia»44. La sua ricerca ci conduce in un territorio ancora poco esplorato, oltre le colonne d’Ercole della tradizione poetica del Novecento. Carmelo Bene si propone di applicare alla poesia italiana quello che Gadda aveva applicato alla prosa, ossia un imponente lavoro linguaggio. Gadda, Pizzuto, Brancati sono stati in questo senso dei geni in prosa, ma in poesia non c’è un analogo. Non c’è un canonico, per non dire scontato, rifarsi all’idea di scrittura scenica)». 43 S. FAVA, Presentazione in C. BENE, , cit., p. XIV. 44 A. ATTISANI, Meno opinioni e opere di Bene, in G. Costa (a c. di), A CB. A Carmelo Bene, Roma, Editoria e Spettacolo, 2003, p. 20. 26


Gadda della poesia»45. Semmai è da rimarcare come Bene sia uno scrittore particolarmente attento ai tratti soprasegmentali della comunicazione poetica, all’esecuzione orale, e di conseguenza agli aspetti fonetici, ritmici, e soprattutto musicali del verso, richiamandosi (ma non solo per queste ragioni), a una ricca tradizione si vuole, ‘scrittura vocale’: «Unendo la Grecia di Nietzsche con co, si coglie l’essenza del cantore, dell’autore Carmelo Bene […]. Quindi cantore, poeta, non attore»46. Poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e, soprattutto – ribadisce Bene – urgenza, vita, sofferenza È scontento, anche nei casi più “felici”. È risuonar del dire oltre il concetto. È intervallo musicale d’altezza, lirico, in che si dice detta la delusione di quell’altro intervallo (distanza) tra il “pensato” e il suo riporto sulla pagina. È l’abisso che scinde orale e scritto47.

A proposito della maniacale attenzione riservata da Bene alla prosodia, una sua attrice ricorda: «Un giorno mi fece sedere a un tavolo con carta e penna dettandomi le regole e i compiti che mi avrebbero preparata al lavoro con lui. Proibizione assoluta un consistente numero di ore al giorno; solo la metrica era concessa come “materia teatrale”»48. Per Carmelo Bene – come, appunto, 45

C. BENE, Autointervista (o la solitudine di un poema impossibile), in

S. COLOMBA, intervento, in C. BENE, La voce di Narciso, Milano, Il Saggiatore, 1982, p. 110. 47 C. BENE, Sono apparso alla Madonna, cit., p. 111. 48 S. PASELLO, Intervento, in G. Costa (a c. d), A CB. A Carmelo Bene, cit., p. 37. 46

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scritta ma nell’atto performativo, nell’esecuzione orale: la poesia è «gioco sovrano del suono (l’abbandono) in quanto testo del dire che la voce scrive in pieno mercato di scena»49 possiamo affermare che «capita di sentire o di sapere (una volta di più) che, nella volgarità del presente, nessuno è più poeta e più vate di lui, che sa che anche la tragedia è insensata, che la sua eco, 50 . Carmelo Bene scrittore, dunque, e, più precisamente, Carmelo Bene poeta: è la chiave di lettura che proponiamo col presente lavoro, consapevoli del fatto che si tratterà di argomentare con scrupolo tale tesi per cercare di forzare non poche sacche di resistenza da parte della critica contemporanea, restia a storicizzare gli autori ritenuti più eccentrici, gli eslege o, come li chiama Bene, «i diversi»: Quanto alla storia della letteratura italiana del Novecento (vi sono escluso o mal tollerato, deo gratias), “è meglio non parlare”. […]. I Lan[…] In questa nostra disimperata decadenza provincial-cinecittadinesca, “righe”. […]. Sicché l’ostilità tra “detto” e “scritto” è soppiantata dallo scriver di massa, destinato non certo a quei rarissimi scrittori “nati” che s’astengono così dal leggere contemporaneo come dallo scrivere. Tutto come profetizzato in Giacomo Leopardi, anno 1820; chè oggidì l’apice d’uno scrittore è inerpicarsi sulle plumbee colonne d’un giornale e – come in qualunque sagra patronale –, scalate queste, assidersi e redigere salgariane storie mondiali di guerre e bagatelles consimili51.

Tra l’«orrevol gente» che abita le vallette della letteratura Bene, l’ultimo trovatore. C. BENE, Sono apparso alla Madonna, cit., p. 113. G. FOFI, Tutto il Bene possibile, in Aa.Vv., Per Carmelo Bene, cit., p. 14. 51 C. BENE, Sono apparso alla Madonna, cit., p. 47. 49 50

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1) OPERE DI CARMELO BENE Volumi: Pinocchio e Proposte per il teatro, Milano, Lerici, 1964. Nostra Signora dei Turchi, Milano, Sugar, 1966 (Riedizione con prefazione di U. Volli, Milano, Sugarco, 1978; riedizione con introduzione di M. Grande, Milano, Bompiani, 2005). Credito italiano V.E.R.D.I., Milano, Sugar, 1967. L’orecchio mancante, Milano, Feltrinelli, 1970. A boccaperta, Torino, Einaudi, 1976. (Contiene: Giuseppe Desa da Copertino. A boccaperta; S.A.D.E. ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della gendarmeria salentina. Spettacolo in due aberrazioni; Ritratto di signora del cavalier Masoch per intercessione della beata Maria Goretti. Spettacolo in due incubi); riedizione del solo A boccaperta, Milano, Linea d’ombra, 1993. Il rosa e il nero, in F. QUADRI, L’avanguardia teatrale in Italia, Torino, Einaudi, 1977, pp. 71-128. (Riedizione Il rosa e il nero. Invenzione da Il Monaco di M. G. Lewis, Firenze, Giusti, 1979). Carmelo Bene. Dramaturgie, Paris, Garnier, 1977. (Contiene la traduzione in francese di S.A.D.E. a cura di J. P. Manganaro e D. Dubroca oltre a scritti di J. Guinot e F. Quadri). C. BENE, G. DELEUZE, Sovrapposizioni. Riccardo III di Carmelo Bene. Un manifesto di meno di Gilles Deleuze, Milano, Feltrinelli, 1978. (Nuova edizione Macerata, Quodlibet, 2002; poi ristampato nel 2006). Pinocchio, Firenze, Giusti, 1978. Manfred, Firenze, Giusti, 1980.

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Pinocchio, seguito da Pinocchio o lo spettacolo della Provvidenza (distrazioni a due voci tra scena e quinta) di G. Dotto, Firenze, La casa Usher, 1981. , Milano, Feltrinelli, 1981. La voce di Narciso, Milano, Il Saggiatore, 1982. Sono apparso alla Madonna.Vie d’(H)eros(es), Milano, Longanesi, 1983 (Riedizione con postfazione di P. Giacché, Milano, Bompiani, 2005). C. BENE, G. DI LEVA, L’Adelchi o della volgarità del politico, Milano, Longanesi, 1984. Lorenzaccio, seguito da La grandiosità del vano di M. Grande, Roma, Nostra Signora Editrice, 1986. La ricerca teatrale nella rappresentazione di Stato, in AA. VV., La ricerca impossibile. Biennale teatro 89, a cura di C. Bene, Venezia, Marsilio, 1990. Lorenzaccio, in AA. VV., Il teatro senza spettacolo, a cura di C. Bene, Venezia, Marsilio, 1990. Lorenzaccio, in P. GIACCHÉ, G. FOFI, Lorenzaccio e il teatro di Bene e la pittura di Bacon, Milano, Linea d’ombra, 1993. to incidentato. Versioni da Stazio Omero Kleist, Roma, Nostra Signora Editrice, 1994. , Milano, Bompiani, 1995. C. BENE, E. GHEZZI, Discorso su due piedi (il calcio), Milano, Bompiani, 1998; III edizione 2007. C. BENE, G. DOTTO, Vita di Carmelo Bene, Milano, Bompiani, 1998. , Milano, Bompiani, 2000. Notre Dame des turcs. Œuvres complètes I, suivi de Autographie d’un portrait, traduit de l’italien et préfacé par Jean-Paul Manganaro, Paris, P.O.L., 2003. Théâtre, Œuvres complètes II, Traduit de l’italien et préfacé par JeanPaul Manganaro, Paris, P.O.L., 2004. 346


Polémiques et inédits, Œuvres complètes III, Traduit de l’italien et préfacé par Jean-Paul Manganaro, Paris, P.O.L., 2012.

Opere inedite: Leggenda, dattiloscritto inedito gentilmente messo a disposizione da “La Casa dei Teatri”-“Fondo Bene” di Roma. Interventi: Con Pinocchio sullo schermo (e fuori) e Cinque brani della sceneggiatura, con premessa di C. Augias, in “Sipario”, n. 244-245, agosto-settembre 1966, pp. 92-96. (Contiene tre blocchi di scene di Pinocchio dappertutto, sceneggiatura di C. Bene in collaborazione con N. Risi). Arden of Federsham riproposto così da C. Bene e S. Siniscalchi, in “Sipario”, n. 259, novembre 1967, pp. 36-39. Gli attori e la categoria, in “Sipario”, n. 264, aprile 1968, p. 18. A proposito di Kenneth Tynan, in “Teatro”, n. 3-4, estate-autunno 1968, pp. 72-74. Comunicativa e corruzione, in “Teatro”, n. 1, NS, 1969, pp. 64-67. S.A.D.E. (Extrait), in “Travail Théâtral”, n. 27, Lausanne, avril-juin 1977, pp. 85-89. Fragments pour un auto-portrait, in “Les Nouvelles Littéraires”, Paris, 22 settembre 1977. Non fate il mio nome invano, in “Paese Sera”, 28 maggio 1978. Discorso sull’attore (1), in “Paese Sera”, 10 luglio 1978. Discorso sull’attore. L’avvento della donna (2), in “Paese Sera”, 17 luglio 1978. Piccola storia dell’attore. Tra cerimonia e verità (3), in “Paese Sera”, 20 luglio 1978. 347


Il pubblico, in “Notiziario degli spettacoli”, n. 3, 1978. Caro critico, ma tu credi il mio teatro educativo?, in “La Stampa”, 16 febbraio 1979. Niente scuole (a cura di S. Colomba), in “Sipario degli Attori”, anno XXXV, n. 405, II trimestre 1980, pp. 54-55. Prefazione in F. CUOMO, Nerone, Spirali, 1981. Amore e phonè - tragicommedia in due atti (trascrizione di una lezione-conferenza di Carmelo Bene tenuta al Teatro Argentina di Roma il 18 gennaio 1984, in “Il Patalogo”, 7, 1984. Brutti matti, in “Dove sta Zazà. Rivista di cultura meridionale”, nn. 3-4, Pironti ed., 1994. Carmelo Bene (frammenti dal “Maurizio Costanzo Show” del 27/6/1994, selezionati e rielaborati da S. Fava), in “Panta – Conversazioni”, n. 15, 1997, pp. 57-63. Nulla patria inprofeta, poesia di Carmelo Bene, in AA. VV., Prolegomeni a l’immemoriale, Lecce, Argo-Orionestudi, 1995. Tiratura limitata a 500 esemplari numerati. Carmelo Bene. Autointervista (o la solitudine di un poema impossibile). Note a margine di 2000. Autointervista (o la solitudine di un poema impossibile), in www.poet. Lezione sull’arte, in “Lo Straniero”, anno VI, n. 22, aprile 2002. Conversazione su Dio, in “Lo Straniero”, anno VI, n. 23, maggio 2002. Bene crudele. Cattivario di Carmelo Bene (a cura di A. Attisani e M. Dotti), Viterbo, Stampa alternativa, 2004. Carmelo Bene e il cinema “Q/02. Centro Documentazione”, Palazzo delle Arti di Napoli, 2005. C. BENE, U. ARTIOLI, Un dio assente. Monologo a due voci sul teatro, Milano, Medusa, 2006.

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Profezia triste, Tormento di mezza stagione, Settembre: fuochi e salvia, poesie giovanili inedite, in “L’incantiere”, anno XVI, nuova serie, n. 60, gennaio 2009, pp. 1-3.

Interviste: Una ricca antologia delle interviste si trova nei seguenti volumi: AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, a cura di E. Morreale, Roma, Minimum Fax, 2011; AA. VV., Panta. Carmelo Bene, a cura di L. Buoncristiano, Anno 2012, Numero 30, Milano, Bompiani, 2012. § I. MOSCATI, Carmelo Bene e Arden, in “Sipario”, n. 263, marzo 1968, p. 3. Interviste rilasciate da C. Bene in “Il Giorno”, 4 e 9 settembre 1968. J. NARBONI, Carmelo Bene: Nostra Signora dei Turchi, in “Cahiers du cinéma”, n. 206, novembre 1968, pp. 25-26, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 21-28. E. FADINI, La crisi di chi guarda, intervista con C. Bene e L. de Bernardinis sul Don Chisciotte, in “Sipario”, n. 271, novembre 1968, pp. 12-13. N. SIMSOLO, Carmelo Bene: Capricci, in “Cahiers du cinéma”, n. 213, giugno 1969, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 29-35. E. CHALUJA, J. FILLION, G. MINGRONE, S. SHADHAUSER, Conversazione con Carmelo Bene, intervista registrata al magnetofono, Roma, 5 dicembre 1969, in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 36-55. N. SIMSOLO, Incontro con Carmelo Bene, in “Image et son”, n. 235, gennaio 1970, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 56-63.

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O. DEL BUONO, I registi? Perché, esiste il cinema?, in “L’Europeo”, n. 31, 30 luglio 1970, poi in ID., Il comune spettatore, Garzanti, 1979, ora in AA. VV.,), Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 94-101; anche in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 229-236. Carmelo Bene: “Dovrei stare al Louvre”, in “Rivista del cinematografo”, agosto-settembre 1970, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 102-106. A. APRÀ, G. MENON, Conversazione con Carmelo Bene, in “Cinema & Film”, nn. 11-12, estate-autunno 1970, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 64-93. J. F. LANE, Nessuno mi vuole come attore, in “L’Europeo”, 14 settembre 1972, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 237- 248. N. SIMSOLO, Carmelo Bene o della responsabilità di un’arte critica, in “Zoom”, n. 19, settembre 1973, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 107-126. C. COSTANTINI, Il teatro sono io, in “Il Messaggero”, 9 ottobre 1973. C. GODARD, Carmelo Bene: l’avant-garde est un leurre, in “Le Monde”, 9 novembre 1973. M. SORTENI, Carmelo Bene: io sono un genio, in “La domenica del Corriere”, 19 maggio 1974, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 23-29. G. TAROZZI, Niente di niente di niente (1975), in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 29-36. A. M. PAPI, Se il teatro è erotismo non si può dire che Bene, in “Il Nuovo”, 8 luglio 1975, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 37-48. P. FOGLIANI, Credo in un teatro che uccide, in “Oggi illustrato”, 1976, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 49-60. R. BIANCHI, G. LIVIO, Incontro con Carmelo Bene, in “Quarta Parete. Quaderni di ricerca teatrale”, Teatro politico 2, Stampatori ed., 1976, pp. 103-140.

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M. G. GREGORI, Carmelo Bene, in ID., Il signore della scena, Feltrinelli, 1979, pp. 202-207. F. CUOMO, Il teatro è un plebiscito contro il buongusto, in “Spirali”, gennaio 1980, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 91-98. V. SERMONTI, Il manifesto di Carmelo Bene, in “l’Unità”, 1 maggio 1980, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 269-274. M. SCIALOJA, “La Merda”, poema di Carmelo Alighieri, in “L’Espresso”, 2 agosto 1981, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 99-102. N. REPACI, Pinocchio, qua uccidono i bambini, in “l’Unità”, 6 dicembre 1981, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 103-106. F. QUADRI, Colloquio con Carmelo Bene, in ID., Il teatro degli anni settanta. Tradizione e ricerca, Torino, Einaudi, 1982, pp. 329354. G. ZAZZERI, Volete la verità? Milano non mi piace, i milanesi li odio, in “La Repubblica”, 22 gennaio 1982, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 107-112. P. RELATI, L’ex “enfant terrible” senza casa, in “Gente Viaggi”, agosto 1982, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 313-318. P. CERVONE, Ora vi insegno Macbeth, in “Corriere della sera”, 17 novembre 1982. P. VAGHEGGI, Firenze? Mi è costata cara, in “La Nazione”, 6 dicembre 1982. A. BANDETTINI, La mia voce e la parola contro il teatro dell’io, in “La Repubblica”, 6 gennaio 1983. M. PASI, Carmelo Bene: io sono l’unico, in “Corriere della sera”, 6 gennaio 1983. G. GRIECO, Io la musica del nulla, in “Spirali”, ottobre 1983, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 113-120. F. QUADRI, L’Adelchi desnudo, in “Panorama”, 12 dicembre 1983, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 121-128.

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G. FOFI, E adesso vi getterò nel panico. Intervista a Carmelo Bene, in “Sette”, supplemento al “Corriere della Sera”, 9 febbraio 1995, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 166-171, anche in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 159-164. A. MAGLIO, Io barbaro, unico vivo tra i morti, in “Quotidiano di Lecce”, 30 settembre 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 341-348. E. FIORE, E San Carmelo volò in convento, in “Il Mattino”, 2 ottobre 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 349-354. N. SIGNORILE, , in “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 9 novembre 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 355-358. A. GNOLI, Carmelo Bene, l’ultimo pornografo, in “La Repubblica”, 19 novembre 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 165-170. P. GIACCHÉ, San Giuseppe da Copertino, in “L’Immaginazione”, novembre 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 171-176. U. VOLLI, Bene: “Esploderò in scena”, in “La Repubblica”, 28 settembre 1996, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 177182. T. LOUNAS, “Che i vivi mi perdonino…” Intervista a Carmelo Bene, in “Cahiers du cinèma”, numero fuori serie “Cinema 68”, 1998, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 172188. A. GNOLI, Nel gran teatro dell’infamia, in “La Repubblica”, 10 novembre 1998, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 183190. A. ELKANN, Che peso essere un genio, in “La Stampa”, 22 novembre 1998, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 359-364. D. FASOLI, , in “Il Manifesto”, 12 dicembre 1998, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 191-196.

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U. ARTIOLI, Conversazione intorno alla cena delle beffe, in “Il Castello di Elsinore”, n. 3, 1998, pp. 146-154, ora in C. BENE, U. ARTIOLI, Un dio assente, Medusa, 2006, pp. 121-136. E. MUZZI, Coscienze di legno, va in scena Pinocchio, in “Avvenimenti”, 12 settembre 1999, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 197-202. G. FOFI, Io non sono un teatrante, in “La porta aperta”, novembre-dicembre 1999, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 203-210. R. DI GIAMMARCO, Bene: “Ho riscritto ”, in “La Repubblica”, 24 novembre 1999, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 211-214. G. DOTTO, Fatemi il funerale da vivo, in “L’Espresso”, 13 gennaio 2000, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 365-370. ID.,

, in “Il Messaggero”, 7 giugno 2000, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 215-220.

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Teatro: Caligola di A. Camus (I edizione), regia: A. Ruggiero, Roma, Teatro delle Arti, ottobre 1959. Spettacolo-concerto Majakovskij (I edizione), Bologna, Teatro alla Ribalta, 1960. Caligola di A. Camus (II edizione), regista e protagonista C.Bene, Genova, Teatro Politeama, maggio 1961. Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde da R. L. Stevenson, Genova, Teatro la Borsa d’Arlecchino, 1961. Tre atti unici, di M. Barlocco, Genova, Teatro E. Duse, maggio 1961. Gregorio: cabaret dell’800, Roma, Teatro Ridotto dell’Eliseo, 1961. Pinocchio, da C. Collodi (I edizione), Roma, Teatro Laboratorio, 1961. Amleto da W. Shakespeare (I edizione), Roma, Teatro Laboratorio, 1961. Spettacolo-concerto Majakovskij (II edizione), Roma, Teatro Laboratorio, 1962. Spettacolo-concerto Majakovskij (III edizione), Roma, Teatro Laboratorio, 1962. Addio porco, (II edizione rivisitata di Gregorio: cabaret dell’800), Roma, Teatro Laboratorio, 1963. Cristo ‘63, Roma, Teatro Laboratorio, 1963. Edoardo II da C. Marlowe, Roma, Teatro Arlecchino, 1963. I polacchi (Ubu Roi) Salomè da O. Wilde, Roma, Teatro dei Satiri, 1963. La storia di Sawney Bean di R. Lenici, Roma, Teatro delle Arti, 1964. Manon, dal romanzo dell’Abate Prévost, Roma, Teatro Arlecchino, 1964. Faust o Margherita, di C. Bene. e F. Cuomo, Roma, Teatro dei Satiri, 4 gennaio 1966.

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Indice dei nomi

A Abelardo, 327 Adorno, Theodor, 181 Adriano (imperatore), 139, 325 Alastair, 181 Aleardi, Aleardo, 234 Alessandro VI (Duca di Firenze), 240-244, 247, 251-252, 254-258 Alighieri, Dante, 56, 61, 63 n., 73, 107 n., 172, 234, 245-246, 279 n., 326 Anassimene, 97, 327 Anceschi, Luciano, 324 n. Angeli, Franco, 74 Apollinaire, Guillaume, 120 Aprà, Adriano, 20 n., 24 n., 41 n., 206 n., 208 n. Arbasino, Alberto, 19 e n., 28, 54 e n., 74 Aristotele, 327 Artaud, Antonin, 26, 78 n., 80, 90-91 e n., 92 e n., 94-96, 110, 175 e n. Artioli, Umberto, 95 n., 96 n., 99 n., 103 n., 104 n., 106 n., 109 n., 112 n., 114 n., 115 n., 124 n., 125 n., 127 n., 151 n., 154 n., 155 n., 159 n. Attisani, Antonio, 26 e n., 99 e n., 151 n., 267 n. Augias, Corrado, 73

B Bacon, Francis, 52, 117 n., 145 e n., 147 e n., 148 e n., 328 Baj, Enrico, 74 Baldini, Gabriele 229, 230 n. Bandello, Matteo, 173 Amédée, 45 n. Barcelloni, Gianni, 45, 304 Baron Corvo (Rolfe, Frederick William), 172 Bartalotta, Gianfranco, 79 n. Bartolucci, Giuseppe, 32 e n., 43 n., 73 e n., 74, 81 n., 207 n. Bataille, Georges, 56, 118, 119 n., 120 e n., 121 e n., 122, 123 e n., 127 e n., 130, 131 e n. Baudelaire, Charles, 62, 120, 324 Beckett, Samuel, 63, 65, 177, 180, 204, 211 Belinski, Vladimir, 325 Bene, Maria Luisa, 61 n., 280282 Berio, Luciano, 74 Bernhardt, Sarah, 241 Bernini, Gian Lorenzo, 320-323, 325, 327 Bertolucci, Attilio, 46 Bertolucci, Bernardo, 208 Blanchot, Maurice, 119 n. 383


Blok, Aleksandr, 54, 272 Boccaccio, Giovanni, 172 Bodini, Vittorio, 43 e n., 44 e n., 45 e n., 46 e n., 47, 48 e n., 49 e n., 50 Boioli, Paola, 122 n. Bona, Pasquale, 168 Borges, Jorge Luis, 81-82 Brancati, Vitaliano, 26 Breton, André, 120 Bronzino (Agnolo di Cosimo), 239, 249-250 Bruno, Giordano, 34, 40 Buffon, Georges-Louis, 110 Buonarroti, Michelangelo, 52, 249, 250, 318, 327, 332 Buoncristiano, Luca, 266 n. Burroughs, William, 181, 211 C Calabrese, Omar, 48 n. Calderón de la Barca, Pedro, 49 Callas, Maria, 17 n. Calvino, Italo, 54 Campana, Dino, 56, 61 e n., 62 Campanella, Tommaso, 34 Camus, Albert, 64, 86 e n., 88, 89 e n. Cardarelli, Vincenzo, 52, 62

384

Carrol, Lewis (Dogson, Charles Lutwidge), 146 Cassano, Franco, 41 n. Cavalcanti, Guido, 67 Cavani, Liliana, 208 Ceronetti, Guido, 54 Cervantes Saavedra, Miguel de, 43, 45, 49, 81 Cesare Augusto, 227 Ceserani, Remo, 14 e n. Chaluja, Elias, 20 n., 37 n., 47 n., 78 n., 165 n. Chaplin, Charlie, 198 Chinzari, Stefania, 271 n. Clemente VII (Papa), 238-239, 252 Colli, Giorgio, 152 n. Collodi, Carlo (Carlo Lorenzini), 52 Colomba, Sergio, 27 n. Comtessa de Dia, 324 Conrad, Joseph, 164 Conte, Giuseppe, 301 n. Contini, Mauro 246, 247 n., 257, 284 n. Corbière, Tristan, 57 Costa, Gioia, 26 n., 27 n., 70 n., 164 n. Croce, Benedetto, 34 Cuomo, Franco, 268 n., 270 n.


D D’Annunzio, Gabriele, 52, 56, 58, 60, 61 e n, 73, 155 n., 173, 326, 327 n. D’Avila, Teresa (Santa), 156, 235 Dalì, Salvador, 17 n., 45-46, 56, 209, 327-328 Davico Bonino, Guido, 87 n. De Angelis, Giulio, 64, 172 De Bernardinis, Leo, 73 De Chirico, Giorgio, 105, 328 De Filippo, Eduardo, 45, 54 De La Cruz, Juan (San), 24, 52, 56, 98, 266, 327 De’ Medici, Lorenzino, 238, 239 n. De’ Medici, Pier Francesco, 238 Del Buono, Oreste, 32 e n., 53, 209 e n. Deleuze, Gilles, 15 n., 17 n., 40 e n., 42 n., 48, 56, 68 n., 91 n., 92 n., 98-99, 110 n., 118 e n., 119, 127, 128 n., 134, 135 e n., 136 e n., 138-139, 141 e n., 142 n., 143, 144 n., 145 n., 146 e n., 147 e n., 148-149, 238, 243 n., 246 e n., 312, 339 Derrida, Jacques, 78 n., 92 n., 113, 117 n., 150, 151 n., 152-153, 156 e n., 274 e n., 275 e n., 276 e n., 277 e n., 279 n., 317 Desa, Giuseppe (San Giuseppe da Copertino), 37, 38 e n., 39 n., 40, 44, 47, 104, 112 e n., 139, 186, 195, 203

Descartes, René (Cartesio), 97, 327 Di Giammarco, Rodolfo, 132 n., 334 e n. Di Girolamo, Costanzo, 31 e n. Di Lauro, Stefano, 90 n., 98 n. Diaghilev, Sergei, 17 n. Dionigi l’Areopagita (San), 98 Dorè, Gustave, 45 Dossi, Carlo, 170, 173 Dotti, Marco, 267 n. Dotto, Giancarlo, 17 n., 37 n., 41 n., 43 n., 45 n., 51 n., 53 n., 54 n., 55 n., 62 n., 64 n., 72 n., 75 n., 91 n., 94 n., 99 n., 100 n., 110 n., 115 n., 119 n., 124 n., 127 n., 131 n., 133 n., 134 n., 136 n., 139 n., 149 n., 154 n., 156 n., 160 n., 163 n., 166 n., 171 n., 173 n., 176 n., 178 n., 180 n., 181 n., 197 n., 198 n., 200 n., 208 n., 209 n., 210 n., 211 e n., 222 n., 228 n., 229 n., 238 n., 241 n., 243 n., 244 n., 251 n., 268 n., 271 n., 287 n., 302 e n., 312 n., 315 n., 328 n., 330 n. E chheim), 56, 98, 327 Eliot, Thomas Stearns, 56-57, 63, 65 e n., 67 e n., 68 e n., 150 n., 222, 324 e n., 338 Eluard, Paul, 120 Ennio, Quinto, 286 385


Eraclito, 266, 276 n., 327 Errico, Antonio, 182 n. Eschilo, 60 Esenin, Sergei, 54, 272 Euripide, 286 F Fasoli, Doriano, 57 n., 275 n., 324 n., 330 n., 331 n., 333 n. Faulkner, William, 65 Fava, Sergio, 21 e n., 26 e n., 61 e n., 151 e n., 152 n., 165, 270 e n., 276 n., 277 n., 300 n., 315 n., 321 n., 322, 331 n., 333 n. Ferlazzo Natoli, Lisa, 70 n. Ferrata, Fiansiro, 18! Festa, Tano, 74 Fillion, Jacques, 20 n., 37 n., 47 n., 78 n., 165 n. Flaiano, Ennio, 19 e n., 28, 42 n., 52-53, 57, 72 n., 164, 173 n., 40 e n., 147 n., 148 n., 237 Foucault, Michel, 56, 99, 119 Freud, Sigmund, 97, 105, 106 e n., 109, 115, 116 n. Fronterotta, Francesco, 154 n. G Gadda, Carlo Emilio, 26-27, 173, 325 Galilei, Galileo, 49 Genette, Gérard, 82 Gentile, Giovanni, 34

386

George, Jsaac, 247 n. Ghezzi, Enrico, 79 n., 85 n. Ghislanzoni, Antonio, 223 Giacché, Piergiorgio, 20 n., 24, 25 n., 35 n., 39 n., 42 n., 46, 50 n., 52 n., 80 n., 85 n., 94 n., 145 n., 148 n., 165 n., 167 n., 237, 266 n., 278 n., 298 n., 334 e n. Giani Luporini, Gaetano, 132 n., 303, 304 n., 334 Giannone, Antonio Lucio, 43 n., 47 e n. Ginori, Caterina, 240, 252-253 Ginsberg, Allen, 211 Giuliani, Alfredo, 63 n. Giuliano di Nemour, 249 Godani, Paolo, 118 n., 136 n., 144 n. Goethe, Johann Wolfgang von, 210 Gongora, Luis de, 43 Gorgia, 113 Gozzano, Guido, 174, 269 Grande, Maurizio, 86 n., 120 n., 121 n., 149, 150 n., 165 n., 166 n., 203 n., 206 n., 237, 243 n., 244 e n., 246 e n., 251 n., 256 Graves, Robert, 285 n. Grieco, Giuseppe, 266 n., 300 n., 302 n. Guattari, Félix, 48, 135 n., 142 n., 144 n. Guglielmo IX d’Aquitania, 305 Guinizzelli, Guido, 172


H

Laforgue, Jules, 56-57, 269 88, 97

55, 166, 170, 173 Lapoujade, Robert, 208 Leopardi, Giacomo, 28, 56, 73, 82 Lerici, Roberto, 73, 180 Lermontov, Mikhail, 325

60

n., 248 n. Livio Andronico, 286 Longanesi, Leopoldo (Leo), 16, 28 Lotman, Juri, 93 n.

J Jameson, Fredric, 71 n. 68, 69 e n., 172, 210, 328

145 n.

K Kafka, Franz, 48, 64 Kant, Immanuel, 99

171 n. Luzi, Mario, 116 n., 279 n. Luzzatto, Sergio, 13 e n.

e n., 288 n., 292 n., 294 e n., 296-297, 298 n. Klossowski, Pierre, 17 n., 56, 98, 118, 119 e n., 120, 124 e n., 125 e n., 126 e n., 127, 211, 327 Kluge, Alexander, 209 Kristeva, Julia, 279 e n.

M Magnani, Anna, 53 Mahler, Gustav, 324 Majakovskij, Vladimir, 54 Maltese, Curzio, 17 n., 283 n.

L Lacan, Jacques, 17 n., 56, 70, 109, 110, 112 n., 114, 119, 269, 271

Manganaro, Jean-Paul, 17 e n., 119, 134, 145 n., 170 n., 201 e n., 205 e n., 232 e n., 267 n., 284 n., 285 n., 291 e n., 299 Manganelli, Giorgio, 54, 63, 74

207

387


Manzoni, Piero, 74 Marchi, Antonio, 46 Marino, Giovan Battista, 48 Marlowe, 37 n., 79 Mecatti, Stefano, 265 n. Menon, Gianni, 20 n., 24 n., 41 n., 206 n. Mingrone, Gianna, 20 n., 37 n., 47 n., 78 n., 165 n. Möbius, August Ferdinand, 110 Modena, Gustavo, 25 n. Montale, Eugenio, 17 e n., 44, 52, 53 Montinari, Mazzino, 152 n. Morante, Elsa, 53-55, 231 n. Moravia, Alberto, 19 e n., 53-55, 209 e n. Morreale, Emiliano, 20 n., 21 n. Moscati, Italo, 169 n. Musil, Robert, 64 Musset, Alfred de, 56, 237, 240, 241 e n., 242 e n., 243-244 Muti, Riccardo, 17 N Natoli, Silvana, 15 n., 16 n., 70 n Nietzsche, Friedrich, 27, 34, 52, 56, 99, 118 e n., 120, 152 n., 195 n., 268 e n. Noferi, Adelia, 273 n., 280 n.

388

O Omero, 153, 265-266, 286, 287, 298 Ong, Walter Jackson, 93 n. Ovidio, Publio Nasone, 286 e n. P Panza, Piero, 45 Pasello, Silvia, 27 n. Pasolini, Pier Paolo, 53, 55, 120, 173, 208-209, 272 Pasternak, Boris, 54, 272 Paulhan, Jean, 119 n Pedullà, Gabriele, 13 e n. Penna, Sandro, 53 Perniola, Mario, 120 n., 121 n., 123 n. Perrier, Jean-Luc, 35 n. Pessoa, Fernando, 316 Piave, Francesco Maria, 223, 305307 Pindaro, 286 Pini, Massimo, 180 Piovene, Guido, 208 Pirandello, Luigi, 32, 48 Pizzuto, Antonio, 26, 170, 173 Platone, 115, 150, 154 e n. Poe, Edgar Allan, 62, 63 e n. Popov, Oleg, 45 Pound, Ezra, 52, 56, 57, 60, 63 e n. Praz, Mario, 57 e n., 65 n., 69 e n. Prokoviev, Sergei, 80 Properzio, Sesto 257


Proust, Marcel, 48, 64, 144 Puratich, Margherita, 207 Q Quadri, Franco, 73 Quasimodo, Salvatore, 17 n. Quevedo, Francisco de, 49, 326 R Rabelais, François, 90 Ragni, Elisa, 16 n., 24 e n. Ravel, Maurice, 52, 342 Ripellino, Angelo Maria, 53-54 Riquier, Guiraut, 314, 324 Risi, Nelo, 208 Risset, Jacqueline, 144 n. Ristori Adelaide, 25 n. Ronconi, Luca, 73 Rosati, Gianpiero, 290 n. Rosselli, Amelia, 54 Rossini, Gioacchino, 80, 105 Rostand, Edmond, 234 Rudel, Jaufrè, 314, 324 S Sacher-Masoch, Leopold von, 127, 128 n. Sade, Donatien-Alphonse, François de (Marchese de Sade), 52, 55-56, 118, 119 e n., 120, 123-125, 126-127

Salvini, Giuseppe, 25 n. Sand, George, 241 Sanesi, Roberto, 150 n. Sanguineti, Edoardo, 82 e n., 201 e n. Santoro, Luigi, 282 n., 283 Saragat, Giuseppe, 100 n. Sartre, Jean-Paul, 54-55 Scala, André, 111 n. Schadhauser, Sebastian, 20 n., 37 n., 47 n., 165 n. Scheiwiller, Vanni, 75 Schifano, Mario, 74 Schopenhauer, Arthur, 56, 99100, 101 e n., 102, 103 e n., 104 n., 105-106, 178, 250, 251 n., 269, 320 n. Scoronconcolo (Michele del Tavolaccino), 239, 240, 245, 253, 311 Sermonti, Vittorio, 54, 269 n., 272 n. Sgarbi, Elisabetta, 164 e n, 167 n., 303 n. Shakespeare, William, 18, 79, 195, 234, 265, 269 Signorini, Alberto, 98 n. Simsolo, Noël, 23 n., 33 e n., 41 n. Sini, Carlo, 61 n., 98, 151 e n., 152 e n., 153 e n., 154 e n., 155 e n., 156 n., 274 n., 275 n.

389


Soderini, Maria, 238 Sofocle, 60, 272 Solis, René, 90 n. Stazio, 286-287, 290 n., 292, 293 n., 298 n. Stirner, Max (Johann Kaspar Schmidt), 56, 97, 99 e n., 100, 121 Stocker, Bram, 51 T Tagliaferri, Aldo, 75 n., 76 n. Talarico, Vincenzo, 62 Taviani, Ferdinando, 13 e n., 15 e n. Tirinnanzi, Nino, 44 Tomasello, Dario, 14 n. Turchetta, Gianni, 21, 22 e n., 118 n., 133 e n., 176 n., 195 e n., 196 n., 203 n., 271 e n. U Ungaretti, Giuseppe, 52

Verdi, Giuseppe, 80, 222-223, 229-230, 306-307, 324 Vergallo, Walter, 280 n., 281-282 Viani, Lorenzo, 328 Vico, Giambattista, 34 Viglietti, Luisa, 303 Villa, Emilio, 75 e n., 76 e n., 77 n., 78, 237, 334 Villiers de l’Isle-Adam, Auguste, 307 Villon, François, 325 Visconti, Luchino, 53 Vitti, Monica, 53 Volli, Ugo, 167 n., 181 n., 183 e n. W Weber, Luigi, 74 e n., 300 n., 321 n., 329, 330 n., 332 n. Welles, Orson, 17 n. Whitman, Walt, 62, 301 e n. Wilde, Oscar, 19 n., 32 n., 42 n., 56, 60, 72 n. Wittgenstein, Ludwig, 159, 269 Woolf, Virginia, 146

V Varchi, Benedetto, 237, 239 e n., 240 Vazzoler, Franco, 14 n., 15 e n., 16 n., 25 n., 82 e n., 133 e n., 195 e n., 206 n., 233 n. Vega, Lope de, 48 Velàsquez, Diego, 330

390

Z Zanelli Quarantini, Franca, 241 n., 242 n. Zangheri, Renato, 172 Zanzotto, Andrea, 131 n., 328 e n., 331 Zuccarino, Giuseppe, 124 n., 125 n., 126 e n. Zumthor, Paul, 169 e n., 170 n., 179 n.


Nota Il paragrafo III.5 è stato precedentemente publicato con il titolo Carmelo Bene poeta: l’oscenità di Pentasilea fra riscrittura e traduzione, in “Oblio”, III, 11, pp. 73-85.

Ringraziamenti: Ringrazio il Prof. Antonio Lucio Giannone per aver voluto accogliere questo libro nella collana da lui diretta e per avermi seguito, con scrupolo e competenza, nelle varie fasi del progetto; mia moglie Monia, per il continuo incoraggiamento; Michele, Fabio, Luciano e Andrea, per i consigli preziosi.


Finito di stampare nel mese di luglio 2014 da EditriceSalentina - Galatina per conto delle Edizioni Milella di Lecce Spazio Vivo s.r.l. - Lecce


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