Libretto quaresima 2018 web

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Diocesi di Cuneo

Itinerario dei bambini e dei ragazzi per vivere la Quaresima e la Pasqua 2018


www.diocesicuneo.it

I disegni sono di: Ilaria Pigaglio illy.piga@gmail.com La grafica ĂŠ di: Emiliano Tosello I testi sono di: don Gabriele Mecca Federica Bernardi Laura Caniggia Maria Ciola Monica Rosso Paola Gallizia Tommy Reinero


Pregare in famiglia, come si fa? Gli impegni sono tanti, e le cose da dirsi quando finalmente ci troviamo tutti insieme sono troppe... E poi, in tutta la giornata, diciamo e sentiamo una quantità di parole così grande da stancare anche i più robusti... E al catechismo ci dicono... “pregate anche un po’ insieme in famiglia!”... La preghiera è un gesto d’amore, verso Dio certo, ma soprattutto verso i propri cari: condividere le gioie e le fatiche della vita diventa possibile solo se nell’intimità della casa si lascia il posto anche al buon Dio che allieta le nostre giornate e ci sostiene negli affanni. Non “si deve” pregare, ma si può fare, e si sperimenta la potenza del legame che ci rende una famiglia. La Quaresima è un tempo utile per valorizzare la preghiera, perciò vi offriamo questo sussidio: un semplice aiuto alla riflessione e alla meditazione per questo tempo di Quaresima e per la Settimana Santa, il cuore di tutto l’anno liturgico. Insieme a questo sussidio vi verranno regalati due polittici ovvero due immagini che al loro interno contengono altre immagini. Di settimana in settimana sarete invitati a scoprire un’immagine alla volta e a concentrarvi su di essa per interiorizzare il Vangelo domenicale o del giorno della settimana santa corrispondente. Le immagini non sono “messe” a caso. Infatti nel fronte/retro del polittico si richiamano a vicenda: gli episodi della vita di Gesù raffigurati in quaresima, richiamano e trovano il loro compimento in quelli raffigurati nella settimana santa. Osservando il polittico, leggendo la Parola di Dio, pregando troverete in Gesù il gusto e il senso della vita e sarete in grado di “uscire” anche voi dalla vostra tranquillità per raccontare a tutti il bello di credere in Lui risorto da morte. Buon Cammino!


prima settimana

1 DOMENICA DI QUARESIMA - 18 febbraio a

Convertitevi e credete al Vangelo

Dal Vangelo di Marco (1,12-15)

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».


Una parola per te

Via le maschere, adesso. Quelle di carnevale, certo, ma soprattutto quelle che indossiamo sempre (per far piacere agli altri, per sembrare più simpatici, più attraenti…). Inizia la Quaresima, il tempo che ogni anno ci viene donato per tornare all'essenziale, alla verità di noi stessi, per incontrare Dio e accogliere il suo Vangelo. Oggi ci è chiesto di seguire l’esempio di Gesù: Gesù non si affretta nelle opere della vita pubblica, nella ricerca dei peccatori, dei poveri, dei malati, ma si ritira nel DESERTO, digiunando, pregando, meditando, lottando. Gesù deve scegliere quale tipo di Messia vuole essere. L'evangelista Marco non indica quali siano le tentazioni a cui è sottoposto, ma forse, come per noi, la principale è questa: scegliere se piacere agli uomini (diventando un Messia-giustiziere) o piacere al Padre (diventando un Messia-misericordioso).

Il Deserto

La cosa più particolare del deserto è il silenzio. Chi non c’è mai stato non riesce a immaginarselo. Un silenzio così assoluto permette di ascoltare anche i rumori più piccoli, i suoni più impercettibili, le domande più profonde presenti nel cuore. Costringe a fare i conti con sé stessi. È interessante che Gesù, prima di parlare, viva l’esperienza del deserto e, quindi, del silenzio. Come Gesù è entrato nel deserto per decidere come affrontare la sua missione, così anche noi possiamo mettere a fuoco le scelte che vogliamo fare: lo scopo della Quaresima non è non mangiare il prosciutto di venerdì o dolci per 40 giorni, o mettere da parte dei soldi per le missioni, né fare le facce da mortificati, pensando, così, di far piacere a Dio, ma convertirsi e credere al Vangelo. La Quaresima comincia da qui: dal deserto, da uno spazio di silenzio cercato e vissuto.


prima settimana

Mi impegno DIGIUNO – Provo a ritagliarmi ogni giorno un momento in cui cerco di cre-are un clima di deserto intorno a me, rinunciando a un po’ di chiasso e distrazioni inutili che a volte riempiono la mia vita. ELEMOSINA – Posso offrire qualche mia capacità a chi può averne bisogno: chiedo al Signore che mi faccia scoprire i miei doni, i miei talenti e, più in generale, qual è la mia missione nel mondo. PREGHIERA – È il momento speciale in cui io, così come sono, senza maschere ed imbrogli, sto alla presenza di Dio e posso, con semplicità, affidargli gioie, dubbi e paure, sogni, sacrifici e conquiste.

Quaresima di fraternità

BRASILE

Boa Vista de Cuçari (Amazzonia)

Suore San Giuseppe di Cuneo Un locale di incontro e di celebrazione Perché… Evangelizzare è formare comunità Immagina tantissimi piccoli villaggi di pescatori sparsi sulle rive del Rio delle Amazzoni, il fiume più lungo del mondo. In questa terra, a Boa Vista de Cuçarì, nella diocesi di Santarém (Stato del Pará), si è stabilita da alcuni anni una fraternità di suore di San Giuseppe, impegnate soprattutto a visitare e aiutare le famiglie di queste piccole comunità cristiane. Suor Anna Clara Corino, originaria di Cuneo, ci ha scritto che sarebbe necessario avere un locale, un salone dove potersi riunire, accogliere i gruppi dei bambini e dei giovani per la catechesi, per riflettere sulla Parola di Dio e celebrare insieme l’Eucaristia. Pensa che di solito si riuniscono sotto un albero o nel cortile di una casa! Potranno contare sulla nostra generosità?


Per pregare • Ci si riunisce davanti al polittico che accompagna il cammino verso la Pasqua, contemplando le immagini di volta in volta, da scoprire nelle domeniche e nei giorni della Settimana Santa. • Con la dovuta calma ognuno traccia sul proprio corpo il segno della croce. • A questo punto uno della famiglia legge questa preghiera: “Signore apri le mie labbra e la mia bocca canterà la tua lode. Dio fa’ attento il mio orecchio perché ascolti la tua Parola. La misericordia del Signore è per sempre, la sua compassione per noi si rinnova ogni giorno, perché grande è la sua fedeltà” • Dopo un istante di silenzio: - La domenica si legge con calma il brano del Vangelo, seguito dal commento e dall’approfondimento sull’ambiente. - Negli altri giorni della settimana si legge, invece, una citazione (una per ogni giorno) tratta dalle letture del giorno e riportata qui di seguito: 

Lunedì (Levitico 19,2)

Martedì (Salmo 33,5)

Mercoledì (Salmo 50,12)

Giovedì (Matteo 7,12)

Venerdì (Matteo 5,23-24)

Sabato (Matteo 5,44)

Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. . Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli.

• Con parole proprie, a partire dalla citazione letta, con semplicità ognuno può elevare a Dio una preghiera semplice e concreta. • Se la preghiera si svolge al mattino si sceglie un impegno tra i tre da vivere nella giornata; se si svolge la sera si sceglie un impegno tra i tre da vivere nel giorno seguente. • Prendendosi per mano si recita il Padre Nostro. • Si conclude nuovamente con il segno della croce.


seconda settimana

2 DOMENICA DI QUARESIMA - 25 febbraio a

e’ bello per noi stare qui

Dal Vangelo di Marco (9,2-10)

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.


Una parola per te Cosa vuol dire che Gesù si trasfigura? Vuol dire che gli apostoli sul MONTE non vedono più solo il volto umano di Gesù, ma vedono il suo essere davvero Figlio di Dio grazie alla luce che brilla dal suo volto. Cosa vuol dire per noi trasfigurarci? Vuol dire far uscire da noi il Suo amore immenso in modo che chi ci è vicino si ritrovi a pensare quanto sia bello stare con noi. Cerchiamo dunque di essere generosi, accoglienti, di condividere le cose che abbiamo e ciò che sappiamo fare. Impariamo a perdonare, ad avere pazienza e bontà anche con chi ci sta meno simpatico. E, soprattutto, quando usciamo di casa facciamo vedere a chi ci incontra un viso sorridente perché chi nel cuore ha l’amore di Gesù ha una grande gioia dentro. Non nascondiamola, lasciamola uscire, che tutti la vedano e gioiscano insieme a noi!

Il monte Il Monte, fin dall’antichità, richiama a un luogo in cui ci si sente più vicino a Dio, in cui si può fare “quattro chiacchiere” con Lui. Vi sarà già capitato di fare una passeggiata in montagna. Provate a ricordare le vostre sensazioni: l’aria è più fresca, la natura più vicina, il silenzio e il cielo ci avvolgono. La conquista della vetta ci riempie di orgoglio, ci fa vedere lontano, oltre il nostro solito orizzonte. Gesù sale sul monte non a caso: sta a significare che attraverso di Lui ab-biamo la possibilità di avvicinarci a Dio, di ascoltarlo senza paura, di chiamarlo Padre. Allora alziamo gli occhi verso i monti (noi siamo fortunati ad avere una schiera di montagne attorno, ormai forse lo diamo troppo per scontato) e rivolgiamo al Padre le nostre parole di ringraziamento più belle!


seconda settimana

Mi impegno DIGIUNO – Rinuncio a un’oretta di gioco o di televisione e vado a trovare qualcuno (nonno, zio, vicino di casa) per fare due chiacchiere. Mi faccio raccontare di quando aveva la mia età… cosa faceva? Come passava le giornate? ELEMOSINA – Durante la merenda a scuola o in oratorio o dopo lo sport faccio attenzione se qualche compagno è senza e gli propongo di condividere la mia con un sorriso. PREGHIERA – Al mattino mentre vado a scuola o al tramonto mentre torno dai miei impegni guardo il panorama delle montagne che ci circondano e ringrazio Dio per tanto splendore e per la giornata che mi è stata donata.

Quaresima di fraternità

AUSTRALIA Sidney

Associazione “Comunità Papa Giovanni xxiii” Una Casa Famiglia veramente ospitale Perché… evangelizzare è includere la diversità La Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, presente sul territorio cuneese, è arrivata anche dall’altra parte del mondo, in Australia: pensa che quando in Italia è mezzogiorno, là già sono le nove di sera! Una Casa Famiglia è un’abitazione dove i responsabili scelgono di diventare “papà e mamma” anche di figli e figlie non nati da loro e di prendersi cura di bambini o adulti in situazioni di disagio. La Casa Famiglia di Sidney, che accoglie prevalentemente donne vittime di violenza e bambini con problemi, ora ha bisogno di interventi sulla struttura della casa, per avere qualche spazio in più ed essere più accogliente. L’ospitalità a Sidney, grazie alla nostra collaborazione, potrà avere il profumo della bontà cuneese.


Per pregare • Ci si riunisce davanti al polittico che accompagna il cammino verso la Pasqua, contemplando le immagini di volta in volta, da scoprire nelle domeniche e nei giorni della Settimana Santa. • Con la dovuta calma ognuno traccia sul proprio corpo il segno della croce. • A questo punto uno della famiglia legge questa preghiera: “Signore apri le mie labbra e la mia bocca canterà la tua lode. Dio fa’ attento il mio orecchio perché ascolti la tua Parola. La misericordia del Signore è per sempre, la sua compassione per noi si rinnova ogni giorno, perché grande è la sua fedeltà” • Dopo un istante di silenzio: - La domenica si legge con calma il brano del Vangelo, seguito dal commento e dall’approfondimento sull’ambiente. - Negli altri giorni della settimana si legge, invece, una citazione (una per ogni giorno) tratta dalle letture del giorno e riportata qui di seguito: 

Lunedì (Luca 6,36-37)

Martedì (Isaia 1,18)

Mercoledì (Salmo 30,15-16)

Giovedì (Geremia 17,7-8)

Venerdì (Matteo 21,42)

Sabato (Michea 7,19)

Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Ma io confido in te, Signore; dico «Tu sei il mio Dio, i miei giorni sono nelle tue mani». Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d’acqua. La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati.

• Con parole proprie, a partire dalla citazione letta, con semplicità ognuno può elevare a Dio una preghiera semplice e concreta. • Se la preghiera si svolge al mattino si sceglie un impegno tra i tre da vivere nella giornata; se si svolge la sera si sceglie un impegno tra i tre da vivere nel giorno seguente. • Prendendosi per mano si recita il Padre Nostro. • Si conclude nuovamente con il segno della croce.


terza settimana

3 DOMENICA DI QUARESIMA - 04 marzo a

Egli parlava del tempio del suo corpo

Dal Vangelo di Giovanni (2,13-25)

Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.


Una parola per te Gesù sale a Gerusalemme, vuole andare al TEMPIO… e cosa trova? Una folla di persone che vende, compra, approfitta della povera gente… insomma gli sembra di trovarsi in un mercato invece che in un tempio! Allora si arrabbia, perché quelle persone usano un luogo di preghiera per fare affari. Chissà se anche noi, quando siamo in chiesa, ci occupiamo di altri “affari” e non di incontrare Lui, se ci preoccupiamo di come è vestito chi è seduto nel banco davanti al nostro, o di ciò che vorremmo farci regalare per il nostro compleanno, se bisbigliamo continuamente nell’orecchio del nostro vicino… e non di lasciare spazio nel nostro cuore per l’incontro con Gesù…

Il tempio Quando il Re Davide conquista la Palestina, fissa in Gerusalemme il suo quartier generale e la sua casa. Nel punto più alto della città fa piantare una tenda per custodire l’Arca dell’Alleanza, con le tavole della legge date da Dio a Mosè. Davide sogna di costruire un Tempio grandioso, ma il pro-feta Natan gli spiega che Dio è più grande di ogni casa, anzi, che Dio è il fondamento della casa. Prima di abitare in una costruzione di mattoni, Dio vuole stringere un legame di amicizia con l’uomo, che sostenga la sua vita così come le fondamenta reggono una casa! Se scegliamo di seguire lo sti-le di Gesù nel nostro modo di vivere ogni giorno, allora noi diventiamo Tempio di Dio, perché il modo in cui ci comportiamo rispecchia il Vangelo. Una grande responsabilità… ma anche una bella sfida da cogliere, vero?


terza settimana

Mi impegno DIGIUNO – Provo a rinunciare alle parole cattive. Quando sento che vorrei dirne una contro un mio compagno, o contro mia sorella, stringo i denti, e… sorrido! ELEMOSINA – Accompagno i miei genitori a fare la spesa e con i miei risparmi compro un pacchetto di biscotti/patatine/merendine che poi consegnerò al centro Caritas più vicino a casa mia. PREGHIERA – Mi impegno a mantenere l’attenzione e la concentrazione durante la Messa per evitare di comportarmi come se fossi in una piazza, e cerco di raccogliermi in silenzio per far spazio a Gesù nel mio cuore.

Quaresima di fraternità

CENTRAFICA Bozoum

Pe. Aurelio Gazzera (Carmelitano)

Un bacino d’acqua per coltivare il riso Perché… Evangelizzare è aiutare a coltivare la propria terra Dopo il Brasile e l’Australia andiamo in Africa, nella Repubblica Centrafricana, grande due volte l’Italia, con 5 milioni di abitanti e molti problemi, primo fra tutti la guerra civile. Padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano cuneese, dal 1992 vive in questo Paese, è parroco di Bozoum e, per la sua opera di pace, è stato chiamato “l’uomo che ha piegato i fucili ai ribelli”. Chiede il nostro aiuto per svuotare e ripulire dal fango una diga, in modo da ricreare un bacino profondo che possa raccogliere e trattenere l’acqua sufficiente per un ciclo di produzione del riso anche nella stagione secca. Con il nostro sostegno potremo permettere a centinaia di famiglie di migliorare il tenore di vita e di vivere dignitosamente del proprio lavoro.


Per pregare • Ci si riunisce davanti al polittico che accompagna il cammino verso la Pasqua, contemplando le immagini di volta in volta, da scoprire nelle domeniche e nei giorni della Settimana Santa. • Con la dovuta calma ognuno traccia sul proprio corpo il segno della croce. • A questo punto uno della famiglia legge questa preghiera: “Signore apri le mie labbra e la mia bocca canterà la tua lode. Dio fa’ attento il mio orecchio perché ascolti la tua Parola. La misericordia del Signore è per sempre, la sua compassione per noi si rinnova ogni giorno, perché grande è la sua fedeltà” • Dopo un istante di silenzio: - La domenica si legge con calma il brano del Vangelo, seguito dal commento e dall’approfondimento sull’ambiente. - Negli altri giorni della settimana si legge, invece, una citazione (una per ogni giorno) tratta dalle letture del giorno e riportata qui di seguito:

Lunedì (2^Re 5,15)

Martedì (Salmo 24,4)

Mercoledì (Deuteronomio 4,6)

Giovedì (Geremia 7,23)

Venerdì (Marco 12,31)

Sabato (Luca 18,14)

Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Osserverete le leggi e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli. Ascoltate la mia voce, e io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici. «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Non c’è altro comandamento più grande di questo. Chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato.

• Con parole proprie, a partire dalla citazione letta, con semplicità ognuno può elevare a Dio una preghiera semplice e concreta. • Se la preghiera si svolge al mattino si sceglie un impegno tra i tre da vivere nella giornata; se si svolge la sera si sceglie un impegno tra i tre da vivere nel giorno seguente. • Prendendosi per mano si recita il Padre Nostro. • Si conclude nuovamente con il segno della croce.


4 DOMENICA DI QUARESIMA - 11 marzo a

Chi fa la verità viene verso la luce

Dal Vangelo di Giovanni (3,14-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».


quarta settimana

Una parola per te Per conoscere bene una persona non basta cercare informazioni su Wikipedia, guardare su Youtube i video che la riguardano o fidarsi di ciò che altre persone ci raccontano di lei: per conoscere bene qualcuno bisogna ascoltarlo, vederlo da vicino, dialogare con lui, approfondire la sua conoscenza. È ciò che ha fatto Nicodemo, uno dei capi dei Giudei, che non si è fidato delle critiche che circondavano Gesù: lo ha raggiunto nella CASA dove si trovava per conoscerlo, per parlare con Lui. Nella quiete della notte Gesù ha risposto alle sue domande allontanando i pregiudizi e donando luce e speranza alla sua vita. Se anche noi sapremo accostarci a Gesù con sincera disponibilità a conoscerlo, Lui ci aiuterà a dare una risposta alle domande più serie della nostra esistenza.

la casa Una casa rivela la vita di chi ci abita: oggetti, profumi, abitudini, parole, regole. In casa ci si sente sé stessi, ci si esprime in modo autentico e libero. Ecco perché Nicodemo ha cercato Gesù nella casa che lo accoglieva, lo voleva conoscere meglio nell’ambiente in cui sarebbe stato libero di agire e parlare. In questo modo ne è diventato amico. Anche quando Gesù ha parlato per l’ultima volta con il cuore in mano ai suoi amici più cari, l’ha fatto attorno al tavolo di casa apparecchiato per la cena. Anche noi ci sentiamo bene a casa nostra e quando invitiamo una persona è perché vogliamo accoglierla nel posto che più ci rappresenta. Facciamo entrare Gesù nella nostra casa, non come ospite, ma come un vero amico che conosce le nostre abitudini, i nostri pensieri e vuole condividere preoccupazioni e gioie della nostra famiglia.


Quarta settimana

Mi impegno DIGIUNO – Rinuncio a giocare con un video gioco o a guardare il mio cartone preferito e mi impegno a fare bene un compito per la scuola. ELEMOSINA – In questa settimana mi rendo utile nelle “faccende di casa” senza aspettare di venire chiamato. PREGHIERA – Guardo la mia casa, la mia cameretta, il mio letto, la mia scrivania, tutto ciò che la mia famiglia possiede. Prego per tutti i ragazzi che non hanno questa gran fortuna.

Quaresima di fraternità

CIINA

Taipei (Taiwan)

Pe. Emanuele Angiola (Fraternità San Carlo) Accogliere tutti senza distinzioni Perché… evangelizzare è dialogare anche con chi non è cristiano Eccoci ora in una città nell’estremo oriente, di lingua e cultura cinese: Taipei. Qui, dove i cattolici sono appena 2 ogni 100 abitanti, dal 2011 c’è padre Emanuele Angiola, nato a Cuneo, sacerdote della Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo. Nella sua piccola parrocchia sono arrivate molte famiglie giovani e la presenza dei bambini è la caratteristica di questo luogo che fa dire a tanti: “qui c’è il futuro!”. Padre Emanuele ha bisogno del nostro aiuto per ristrutturare dei locali parrocchiali, creando un ambiente luminoso e positivo, pulito e bello, dove tutti possano essere accolti per l‘attività di doposcuola e di oratorio, senza distinzione di religione. L’attenzione al prossimo, chiunque egli sia, è qualcosa che tutti possiamo avere!


Per pregare • Ci si riunisce davanti al polittico che accompagna il cammino verso la Pasqua, contemplando le immagini di volta in volta, da scoprire nelle domeniche e nei giorni della Settimana Santa. • Con la dovuta calma ognuno traccia sul proprio corpo il segno della croce. • A questo punto uno della famiglia legge questa preghiera: “Signore apri le mie labbra e la mia bocca canterà la tua lode. Dio fa’ attento il mio orecchio perché ascolti la tua Parola. La misericordia del Signore è per sempre, la sua compassione per noi si rinnova ogni giorno, perché grande è la sua fedeltà” • Dopo un istante di silenzio: - La domenica si legge con calma il brano del Vangelo, seguito dal commento e dall’approfondimento sull’ambiente. - Negli altri giorni della settimana si legge, invece, una citazione (una per ogni giorno) tratta dalle letture del giorno e riportata qui di seguito:

Lunedì (Salmo 88,27)

Martedì (Salmo 45,2)

Mercoledì (Isaia 49,13)

Giovedì (Esodo 32,13)

Venerdì (Salmo 33,18)

Sabato (Salmo 7,11)

Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza. Dio è per noi rifugio e forza, aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce. Giubilate o cieli, rallegrati o terra, gridate di gioia, o monti, perché il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei suoi poveri. «Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutta questa terra di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre». Gridano i giusti e il Signore li ascolta, li libera da tutte le loro angosce.. Il mio scudo è in Dio: egli salva i retti di cuore.

• Con parole proprie, a partire dalla citazione letta, con semplicità ognuno può elevare a Dio una preghiera semplice e concreta. • Se la preghiera si svolge al mattino si sceglie un impegno tra i tre da vivere nella giornata; se si svolge la sera si sceglie un impegno tra i tre da vivere nel giorno seguente. • Prendendosi per mano si recita il Padre Nostro. • Si conclude nuovamente con il segno della croce.


5 DOMENICA DI QUARESIMA - 18 marzo a

Se il chicco di grano muore produce molto frutto

Dal Vangelo di Giovanni (12,23-33)

In quel tempo Gesù disse: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo no-me». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.


quinta settimana

Una parola per te Stiamo per concludere il tempo di Quaresima, ancora pochi giorni ed en-treremo nel vivo della Settimana Santa. Oggi abbiamo ancora un’occasione per riflettere sull’amore di Gesù per tutti noi. Se spesso sentiamo dire “Ti amo da morire!” tra persone che si vogliono bene, solo Gesù ha davvero realizzato queste parole. Lui, come il contadino che guarda il seme che cresce nel CAMPO, ha messo la Fiducia nel Padre prima di tutto, davanti a ogni scelta. Questo gli dona il coraggio di amare fino alla fine: Gesù ci ama davvero da morire perché si fida del desiderio di bene che Dio Padre ha nei suoi confronti e nei confronti di ciascuno di noi. E l’amore di Gesù ci cambia la vita: guardando a Lui possiamo osare un passo verso gli altri, possiamo immaginare una vita “in uscita” in cui realizzare concretamente la Fiducia. Vivere così non vi sembra bellissimo?

il campo Gesù parla con parole comprensibili agli uomini del suo tempo: guarda alla sua terra, alla sua gente, ai mestieri che erano allora diffusi. E quale gesto più conosciuto del seminare? Tutti avevano sott’occhio i campi, la terra lavorata e seminata che - complice la pazienza dell’attesa - diviene tesoro di raccolti per la stagione futura. E tutto nasce dai semi: piccolissimi granelli che ogni anno vengono piantati nei campi del mondo perché gli uomini possano raccogliere frutti e sfamarsi. Per fruttificare i semi devono morire, accettare che il prodigio della vita li attraversi e li renda “altro”. Non sappiamo come accade, ma ci fidiamo che la natura prosegua il suo miracolo ad ogni stagione perché possiamo sfamarci. Nel campo arato e curato il contadino semina, il seme scompare, il germoglio spunta, la pianta cresce, il frutto è donato. Il campo è il luogo in cui germoglia la fiducia che la natura provvidente si prende cura dell’uomo!


Quinta settimana

Mi impegno DIGIUNO – Zero sprechi: in questi giorni sono attento a non lasciare nulla nel piatto, nemmeno una briciola! ELEMOSINA – CondividiAMO: mi informo sui progetti di solidarietà proposti dalla diocesi e scelgo con la mia famiglia quale sostenere. PREGHIERA – Mentre mangiamo il pane, durante il pasto, pensiamo al piccolo chicco di grano che muore, germoglia, cresce, diviene spiga e poi viene lavorato in farina. Ringraziamo per la fatica dei contadini e di chi lavora i prodotti della terra.

Quaresima di fraternità

ITALIA Cuneo

Associazione “Orizzonti di Pace”(Gesuiti) Uno sportello di ascolto per famiglie immigrate Perché… Evangelizzare è sostenere l’integrazione fra popoli e culture Questa settimana rimaniamo a Cuneo! È probabile che fra i tuoi compagni di scuola, di catechismo, di gioco qualcuno provenga da altri Paesi, non abbia il colore della tua pelle, preghi in altri modi. Per lui e i suoi genitori è più difficile di quanto lo sia per te imparare, conoscere, stabilire rapporti! L’Associazione “Orizzonti di Pace” da anni gestisce un doposcuola, una mensa e un ambulatorio medico/dentistico per immigrati. Ora vorrebbe aprire uno “sportello di ascolto” con operatori specializzati per alleviare la fatica di chi vuole inserirsi nel nostro modo di vivere senza perdere i valori della propria cultura di origine. Occorre “ascoltare di più e meglio” per evitare il sorgere di conflitti familiari e generazionali, ma ciò chiede tempo e risorse!


Per pregare • Ci si riunisce davanti al polittico che accompagna il cammino verso la Pasqua, contemplando le immagini di volta in volta, da scoprire nelle domeniche e nei giorni della Settimana Santa. • Con la dovuta calma ognuno traccia sul proprio corpo il segno della croce. • A questo punto uno della famiglia legge questa preghiera: “Signore apri le mie labbra e la mia bocca canterà la tua lode. Dio fa’ attento il mio orecchio perché ascolti la tua Parola. La misericordia del Signore è per sempre, la sua compassione per noi si rinnova ogni giorno, perché grande è la sua fedeltà” • Dopo un istante di silenzio: - La domenica si legge con calma il brano del Vangelo, seguito dal commento e dall’approfondimento sull’ambiente. - Negli altri giorni della settimana si legge, invece, una citazione (una per ogni giorno) tratta dalle letture del giorno e riportata qui di seguito: 

Lunedì (Matteo 1,20-21)

Martedì (Salmo 101)

Mercoledì (Giovanni 8, 31)

Giovedì (Salmo 104)

Venerdì (Salmo 17)

Sabato (Ezechiele 37, 26-27)

Un angelo del Signore disse a Giuseppe: «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù. Signore, ascolta la mia preghiera, a te giunga il mio grido di aiuto. In quel tempo, Gesù disse: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto. Ricordate le meraviglie che ha compiuto. Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore. Così dice il Signore Dio: Farò con loro un'alleanza di pace; sarà un'alleanza eterna con loro. […] In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.

• Con parole proprie, a partire dalla citazione letta, con semplicità ognuno può elevare a Dio una preghiera semplice e concreta. • Se la preghiera si svolge al mattino si sceglie un impegno tra i tre da vivere nella giornata; se si svolge la sera si sceglie un impegno tra i tre da vivere nel giorno seguente. • Prendendosi per mano si recita il Padre Nostro. • Si conclude nuovamente con il segno della croce.


settimana santa

DOMENICA Delle palme - 25 marzo

Benedetto colui che viene nel nome del Signore

Dal Vangelo di Marco (11,1-10)

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un asinello legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”». Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo asinello?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. Portarono l’asinello da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».


domenica delle palme

Una parola per te Ogni domenica, negli stadi di calcio, i tifosi agitano sciarpe e bandiere ed esprimono entusiasmo per la propria squadra del cuore. A Gesù è capitata più o meno la stessa cosa, il giorno in cui è entrato a Gerusalemme. Tantissima gente festante si era stretta attorno a Lui con rami di palma e lo acclamava come un re. Ma Gesù è un re? Certo, ma non un re che comanda tutti usando la forza e le armi. È un re che “viene nel nome del Signore”, mite e povero. La sua unica potenza è quella del dono di sé per amore. In questa domenica, in tutte le chiese del mondo, per ricordare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, si benedicono i rami di ulivo, di palma o di alloro, a seconda delle regioni e dei paesi. Per questo motivo questa domenica è detta delle Palme.

Per pregare Intorno a me tutto il mondo si è agitato. Le genti si sono messe a cantare: “Osanna! Osanna!”. Avevo sentito dire che Dio aveva bisogno degli uomini, ma possibile che avesse veramente bisogno di un asino? E tuttavia ho sentito proprio bene: “Il Signore ne ha bisogno!”. E pensavo: non è a me che Lui si riferisce. Ci sono tanti altri asini ben più grandi e forti. E ci sono pure dei cavalli che sarebbero certamente più adatti per portare Dio… E mi dicevo: sarà pesante, troppo pesante questo Dio per un piccolo asino. Io ho già abbastanza fardelli quotidiani! Perché non mi lascia tranquillo? Che fare? Cosa dire? Mi sono lasciato staccare e mi sono lasciato condurre. E Lui, il Signore dei Signori, si è fatto leggero, dolce e tenero al punto che a un certo momento ho creduto che non fossi più io che portavo Dio, ma Lui che portava me.


settimana santa

giovedì santo - 29 marzo Vi ho dato l’esempio

Dal Vangelo di Giovanni (13,1-15)

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Mae-stro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.


giovedì santo

Una parola per te Decisamente Gesù non finisce mai di sorprenderci! A volte fatichiamo a capire i suoi gesti, soprattutto quando, ai nostri giorni, gli stessi gesti non vogliono più dire la stessa cosa. Guardiamo Gesù: si mette in ginocchio, Lui, il Signore! Vuole essere il più piccolo e prestare servizio, compiere un gesto carico di accoglienza e di umiltà. Ai tempi di Gesù si camminava a piedi con o senza sandali e su strade sterrate e polverose. Si capisce bene quindi quanto era apprezzata un po’ di acqua sui piedi quando si arrivava. Lavare i piedi dei padroni era poi il compito svolto dall’ultimo dei servitori. Gesù, il maestro, per dare l’esempio si mette al posto più umile possibile indicando molto chiaramente e concretamente come mettersi al servizio dei propri fratelli.

Per pregare Ti guardiamo, Gesù, fare gesti di tenerezza e di servizio. Ti guardiamo e impariamo come servire Dio e chi ci vive accanto. Ti ascoltiamo, Gesù, mentre ti rivoli al Padre per spezzare e benedire il pane e il vino. Ti ascoltiamo e desideriamo diventare, a nostra volta, pane e vino per gli altri. Abbiamo fame, Gesù, di conoscerti meglio, di pregare meglio, di essere più uniti a Te. Qualunque cosa faremo in questi giorni, proveremo a socchiudere un at-timo gli occhi e pensare a te, Gesù, ai tuoi sentimenti, alla tua angoscia, alla tua bruciante passione, alla tua sofferenza, ai tuoi desideri.


settimana santa

venerdì santo - 30 marzo Tutto è compiuto

Dal Vangelo di Giovanni (19,17-18.23-30)

Gesù, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato - e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.


venerdì santo

Una parola per te Al giorno d’oggi rischiamo di abituarci alle scene di sofferenza e di violenza che la tv trasmette continuamente e di diventare insensibili e indifferenti. Gesù è morto su una croce. A quei tempi era un supplizio terribile riservato ai delinquenti, agli schiavi che avevano tentato la fuga. Ha sofferto per una morte non solo crudele, ma anche vergognosa, fra l’indifferenza della folla presente che pochi giorni prima lo aveva acclamato. Guardando Gesù possiamo provare a capire come si possa attraversare la sofferenza senza lasciarsi sconfiggere da essa. Inoltre dalla bocca di Gesù non esce mai una sola parola di odio e di risentimento, quanto piuttosto parole di perdono. Appena prima di morire riesce addirittura a rivolgere un pensiero di tenerezza verso la madre e il discepolo amato.

Per pregare O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della Croce. La tua bontà mi supera e mi commuove profondamente. Signore, tu sei venuto nel mondo per me, per cercarmi, per portarmi l’ab-braccio del Padre. Tu sei il Volto della bontà e della misericordia: per questo vuoi salvarmi! Vieni con la tua limpida luce, vieni con la tua sconfinata carità, vieni con la tua mitezza e la tua umiltà. Signore, la persona da salvare sono io: il figlio prodigo che deve tornare, sono io! Signore, concedimi di ritrovare la libertà e la vita, la pace con Te e la gioia in Te.


settimana santa

sabato santo - 31 marzo

Lo mise in un sepolcro

Dal Vangelo di Marco (15,42-46)

Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro.


sabato santo

Una parola per te Quella pietra rotolata sull’entrata del sepolcro sembra aver messo la parola fine alla vita di Gesù: una vita spesa per il bene della gente. Anche Giuseppe d’Arimatea era stato affascinato dalle parole e dai gesti di bontà di Gesù. Per questo “prendendo il coraggio a quattro mani” si fa consegnare da Pilato il corpo di Gesù e con tanta cura e compassione gli dona una degna sepoltura. Chiuso il sepolcro, scende il silenzio: un silenzio carico di tristezza per gli amici più cari di Gesù, che sentono la sua mancanza, ma carico anche di sorpresa, perché Dio Padre è all’opera e, senza far rumore, da quella tomba farà nascere la Vita!

Per pregare Signore, ti hanno messo nel sepolcro e hanno rotolato la pietra. Si sono illusi di averti finito e invece Tu stai già respirando per risorgere. Signore anche per noi il sepolcro sia come il grembo e come il solco della terra. Quando ci sembra di essere troppo stanchi, facci accorgere che stiamo camminando spediti. Quando ci sembra di non aver concluso niente, facci scoprire che non ab-biamo faticato invano. Quando ci sembra di aver perduto tutto, facci trovare con le mani piene. Quando ci crediamo col cuore a terra, fa’ che ci ritroviamo a cantare di gioia. Perché è dando che si riceve; è morendo che si risorge.


settimana santa

domenica di pasqua Correvano insieme

Dal Vangelo di Giovanni (20,1-9)

- 1 aprile

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette..


domenica di pasqua

Una parola per te Al mattino di Pasqua è tutta una corsa: si corre per cercare i segni della Vita, per trovare il luogo dove abita la Vita. Non è una corsa “in solitaria” perché altri, insieme con te, corrono per la stessa ragione: arrivare dove anche tu stai andando. È più bello correre insieme, perché è bello non sentirsi soli. E allora, come Pietro e il discepolo che Gesù amava, corriamo insieme incontro a Gesù risorto! Chi corre insieme diventa attento al cammino dell’altro, impara a riconoscerne i passi, a gioire del movimento di chi gli sta intorno, ad imitarne l’audacia e il coraggio. Chi sceglie di correre insieme potrà condividere le fatiche e moltiplicare la gioia di aver trovato Gesù risorto, la Vita vera.

Per pregare Alleluia! Evviva! Il Signore è risorto! È vivo e sta sempre con noi. Alleluia! Evviva! Il Signore è risorto e vive in chi spezza il suo pane, in chi apre il suo cuore, con generosità, ai problemi degli altri. Il Signore è vivo in chi ascolta e testimonia il Vangelo. Alleluia! Evviva! Il Signore è risorto, è vivo e ci parla nelle cose, nei fatti e nelle persone. Alleluia! Evviva! Il Signore è risorto e cammina con noi: con chi soffre con gli altri, con chi spera con gli altri, con chi mette in comune la gioia e l’amore. Alleluia! Evviva! Il Signore è risorto! È vivo e sta sempre con noi.


in attesa della pentezoste

in attesa della pentecoste Vieni Santo Spirito

È importante imparare a pregare lo Spirito Santo che è in noi, perché i Sacramenti, a cominciare dal Battesimo, lo portano dentro di noi e perché il Padre è sempre pronto a regalarcelo quando glielo chiediamo. Invocazioni allo Spirito Santo • Spirito di sapienza e di intelligenza: vieni in noi. • Spirito di consiglio e di fortezza: vieni in noi. • Spirito di conoscenza e di timore del Signore: vieni in noi. • Spirito Santo che hai operato grandi cose in Maria: prega per noi. • Spirito Santo che hai generato Gesù in Maria: prega per noi. • Spirito Santo sceso su Giovanni Battista fin dal grembo di sua ma-dre: prega per noi. • Spirito Santo luce nell’attesa del vecchio Simeone: prega per noi. • Spirito Santo che hai consacrato Gesù come Salvatore: prega per noi. • Spirito Santo dono di Gesù risorto: prega per noi. • Spirito Santo dono del Padre a coloro che lo chiedono: intercedi per noi. • Spirito Santo che sei come vento che soffia dove vuole: intercedi per noi. • Spirito Santo dono di Dio senza misura: intercedi per noi. • Spirito Santo sceso come fuoco nella Pentecoste sui discepoli: intercedi per noi. • Spirito Santo che hai reso gli Apostoli testimoni del risorto: intercedi per noi. • Spirito Santo nostro Consolatore: intercedi per noi. • Spirito Santo dono del Padre a coloro che lo chiedono: intercedi per noi.

Spirito di Dio Spirito di Dio riempimi Spirito di Dio battezzami Spirito di Dio consacrami vieni ad abitare dentro me.




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