Tornare a essere comunità

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Q Tornare a essere comunità Le associazioni che si battono per tenere in vita il centro storico

S

di

MICHELE BONUCCI

@M_Bonucci

alire in centro per una passeggiata lungo il corso. Per una cena o una bevuta. Coltivando un rapporto umano con i commercianti, i ristoratori, e tutti quanti offrano un servizio nei vari quartieri. Questo è ciò che ha rappresentato il centro storico di Perugia, da sempre, per gli umbri e per i turisti. Tutto questo, oggi, è in pericolo. Qualcosa si rompe nel 2007. Primo novembre: la studentessa inglese Meredith Kercher viene ritrovata priva di vita nel suo appartamento. Nelle settimane e nei mesi successivi Perugia è dipinta come un luogo di perdizione, in cui i giovani sono soliti abusare di alcolici e stupefacenti. L’opinione pubblica nazionale e internazionale ne restano segnate. Poi la crisi economica. Fattori che contribuiscono alla riduzione della presenza in centro, negli anni a venire, di una parte di quella che è la sua anima: gli studenti fuorisede. Nel frattempo, già da anni si facevano largo altre insidie. Un esempio su tutti. Fino alla fine degli anni ’90 il centro storico era come un grande multisala all’aperto. Ricco di cinema. Dal 2000 in poi ben 5 sale hanno chiuso. La comodità dei centri commerciali e dei multisala è nota. Il problema è se la comunità, di cui il centro storico è il naturale punto di riferimento e luogo di ritrovo, si disperde in questi Quattrocolonne

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15 gennaio 2017

luoghi diversi, algidi. «In centro non c’è parcheggio; dopo le 1.30 non si può neanche bere una birra». Così i pub e i locali sono costretti a organizzare concerti, eventi particolari, ingaggiare ospiti che spesso non possono permettersi, per attirare gente. Come se oramai per salire in centro fosse necessaria una forte motivazione, un obiettivo preciso; e non bastasse più il semplice piacere di fare una passeggiata tra le mura etrusche, entrare in un bar e scambiare due parole con il prossimo. Non è il turismo, ma è proprio questo che più manca agli esercenti del centro: il calore della comunità. In questo contesto si inseriscono le associazioni. In centro se ne contano almeno quindici. Fiorivano le Viole, Borgo Bello, Borgo Sant’Antonio, Vivi il Borgo. Sorte negli anni in cui i borghi si trovavano in maggiore difficoltà, sono composte di persone che portano avanti una missione: dare vita ai quartieri, creare una comunità attorno ad essi. Loro, insieme ai ragazzi del Postmodernissmo, del Nuovo Cinema Méliès, del Balù, del Caffè Morlacchi, e di tutti gli esercizi che nonostante le difficoltà si battono per tenere vivo il centro, si stanno dando un gran da fare. Spetta a tutti gli abitanti dare il loro sostegno. Q


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