NATURALE
paese con vista
ECO-SPAZIO PER ATTIVITA' OUTDOOR
E ESPERIENZE DI VITA RURALE

Calvene: una geografia inattesa a baluardo di naturalità e tradizione
si può star bene, semplicemente
Calvene confina con Chiuppano, Caltrano, Lugo di Vicenza e quindi con Asiago.
Ed è proprio verso la celebre località montana vicentina che Calvene si erge come ponte, mettendo in collegamento le colline delle Bregonze alla montagna di Asiago. Sul territorio di Calvene insistono infatti antiche vie di ascensione verso l'Altipiano dei Sette Comuni o di Asiago - l’Altipiano di sette cittadine che costituiscono un’enclave cimbra nella Regione del Veneto, nel nord-est dell’Italia -: quella della Val Porca e quella della Val Chioda e la Val Savina Oltre al torrente Astico, Calvene è solcato ad est dalla Chiavona, chiamata affettuosamente Ciaona
Oggi affluente dell’Astico di modesta portata, un tempo la Chiavona era un indomito corso d’acqua suscettibile di rovinose piene che causarono epocali disgrazie
Calvene è un piccolo paese dalla geografia peculiare, che si sviluppa in una ritmica scansione di collina-pianura-montagna
Partendo dai 165 metri di altezza in una conca dal fondovalle, è chiuso a sud dal Monte Grumo di 385 metri, rilievo di origine morenica del comprensorio delle Bregonze
A nord, Calvene s’innalza verso l’Altipiano di Asiago con un dislivello di quasi 1400 metri
Qui, Calvene diventa alta montagna, con un territorio caratterizzato da profonde valli boscose e due rilievi: la zona di Monte Cavalletto (o semplicemente Cavalletto) a 1230 metri e di Cima Fonte (o Fonti) a 1519 metri, nota come il punto più panoramico delle propaggini meridionali dell’Altipiano dei Sette Comuni
Con le sue numerosi frazioni sparse, dalla storia ultramillenaria e dalla profonda identità di comunità, Calvene è un paese rurale diffuso, che offre un defilato spazio naturale in cui rilassarsi e divertirsi, muovendosi verticalmente ed orizzontalmente all'aria aperta, immergendosi in genuine esperienze sensoriali, aprendosi, volendo, ad un ancestrale patrimonio culturale

Termini e ... cippi
Il territorio di Calvene confina a no sud con Chiuppano, ad ovest con C con Lugo di Vicenza. La particolarit sono marcati da cippi lapidei, dett oppure da rocce su cui sono scolpite
Riguardo al confine a nord, lo stori Pozzo ipotizza che esistesse un’antic portava il confine dell’Altipiano de fino al torrente che scorreva nei p Pieve di Calvene, quindi lungo la Ch che delimitava il confine era denom dei Sette Comuni”, ma di essa non v A Cima Fonte, ad un’altezza di 1519 un cippo dell’Istituto Geografico cippo indica il punto più alto de dell’Altipiano dei Sette Comuni.
Per quello che riguarda i confini bos podestà di Calvene, in acc amministrazioni di Lugo e di Asiago sopralluogo per l’attualizzazione dei nella zona delle malghe. Si part Granezza per ritrovare gli antichi ci incisa, che fu rimarcata con una brill al minio.

Confini contesi
Esiste un capitello tra Caltrano e Calvene, detto del Termine. In realtà sarebbe il Capitello di San Giuseppe, che per secoli è stato tappa delle rogazioni, ovvero quelle processioni collettive di supplica che si facevano per propiziare le semine ed il raccolto. Espressione del culto cattolico, le rogazioni sono un’usanza ancora mantenuta presso alcune comunità rurali. Pare che tra caltranesi e calvenesi ci fosse una disputa in atto sul confine, che veniva avanzato proprio durante le rogazioni dei caltranesi, i quali si spingevano fino alla croce di Valente in località Piani a Calvene, deviando il percorso non senza fatica
I confini con Lugo di fatto erano stati sanciti a partire dalla divisione amministrativa, poi dalla separazione delle Parrocchie e dai passaggi documentati delle frazioni di Lonedo, Volpente e Serra.
Il fronte del confine con Asiago fu più invece difficoltoso da riconfermare, sia per la fitta vegetazione, sia perché la Grande Guerra aveva pesantemente impattato sul territorio, distruggendo o occultando i termini
Un nuovo rilievo per appurare i confini con Asiago fu condotto nel 1963, a partire dalla zona di Cima Fonte
La questione della delimitazione dei confini tra comuni è stata spesso un affare annoso, soprattutto quando i confini si trovano in territori impervi o sconvolti da accadimenti eccezionali, come i bombardamenti di guerra
Itinerari calvenesi
Il piccolo paese di Calvene è intersecato da una rete di sentieri e percorsi tematici, alcuni codificati, altri proposti estemporaneamente da intraprendenti escursionisti Queste vie permettono ai viaggiatori di percorrere il territorio facendo un’intensa attività motoria oppure passeggiando dolcemente

Quello che è sicuro è che gli itinerari calvenesi non solo sono di grande interesse naturalistico e paesaggistico, ma offrono alla visita un patrimonio artistico e storico tutto da scoprire

Da un punto di vista culturale, si può scegliere di fare un’inaspettata immersione in un contesto rurale, dove il tempo sembra non esser mai passato, dove si possono ritrovare i forti sapori di una volta, dove l’arte s’incontra con la natura, perfino in alcuni siti spontanei di land art, frutto di iniziative di privati cittadini o artisti
Di questa collezione su Calvene, fanno parte i tours e i punti museali di CALVENE INDUSTRIALE
un circuito alla scoperta dei manufatti di archeologia proto-industriale e delle grandi opere ingegneristiche;
CALVENE SPIRITUALE
un cammino tra i simboli della religiosità popolare e al pregevole scrigno d’arte rappresentato dalla Chiesa Arcipretale;
CALVENE STORICA
un viaggio nei luoghi tangibili ed intangibili del Museo diffuso della Grande Guerra e della
Itinerari calvenesi
Sentiero CAI 699
Il territorio di Calvene è solcato da tre sentieri CAI.
Il Sentiero CAI 699 arriva in Val Cavalletto a Calvene da est, dalla Costa dei Pieri di Lugo di Vicenza e prosegue fino a Monte Corno di Lusiana.
Sentiero CAI 693
Il Sentiero CAI 693 parte dalla zona di Grumale, attraversa gli abitati di Maso, Prà del Giglio, Castegneroli per poi innalzarsi fino a Pian del Pozzo, Sarsena e infine a Cima Fonte e Cima del Porco. Da Contrà Grumale di Calvene, situata a 245 metri d’altitudine a Cima del Porco di 1480 metri, si affrontano all’incirca 1200 metri di dislivello.
Dalla frazione di Pra’ del Giglio, si possono ammirare spettacolari panorami sulla valle dell’Astico e le colline circostanti.
Sentiero CAI 697
Il Sentiero CAI 697, denominato anche Sentiero delle Antiche Contrade, parte da località Grumale, sale a Monte di Calvene e prosegue poi per località Folgaria innestandosi sul Sentiero 693.
Si può allungare il tracciato, partendo dalle contrade al di là dell’Astico e fare un percorso concavo dalle colline delle Bregonze alla prima montagna di Calvene


Itinerari calvenesi
Giro delle Malghe

Il territorio di Calvene presenta delle aree montane di particolare interesse e s’ innesta in un ricco circuito caseario: la strada delle Malghe
A chi desidera muoversi o rilassarsi nella natura e a chi ama i latticini nelle tipiche declinazioni della montagna vicentina, questo circuito consente di trascorrere piacevoli momenti in ambienti naturali, immersi in autentici alpeggi, tra passeggiate e degustazioni di prodotti tipici
Le malghe del circuito sono tra Caltrano (Malga Carriola, Fondi, Paù, Sunio e Foraoro, Serona e Seronetta), Calvene (Malga Busa Fonte e Cima Fonte) e Lugo di Vicenza (Malga Tena, Mazze Inferiori e Mazze Superiori)
Le contrade di Calvene
Tutta la zona alto-collinare del territorio di Calvene era coltivata e la parte più a nord era adibita a pascolo: lì si fermava il bosco
Calvene è sempre stata anticamente abitata, fin da prima dell’anno Mille La conformazione degli agglomerati abitati e del centro del paese, con le case addossate, vicino a una fonte d’acqua, e con vicoli coronati da archi d’imbocco, portano ad ipotizzare che la maggior parte degli edifici possa risalire al XIV secolo e al XVII secolo Non vi è traccia di abitazioni più antiche, probabilmente perché distrutte dalle invasioni barbariche
Così Calvene è composta da antiche contrade dalle caratteristiche architetture rustiche: strutture regolari rivolte soprattutto a sud, con tetto in coppi a due falde spioventi Alcune di queste contrade col tempo sono cresciute fino a diventare dei piccoli borghi Ne è un esempio Monte di Calvene, che, nonostante durante la Prima Guerra Mondiale fosse stato il punto più vicino alle operazioni militari del fronte, non solo non è stato intaccato dalla guerra, ma ha mantenuto fino ad oggi il suo assetto pressoché immutato
Passeggiando per le contrade di Calvene è piacevole soffermarsi su manufatti e oggetti, retaggi di pratiche tradizionali
Strada dei Maroni
La Strada dei Maroni è un percorso che interessa i comuni della Pedemontana Vicentina. Da affrontare e godere al meglio nel periodo autunnale soleggiato, questo percorso permette di vivere il sottobosco delle selve di Calvene. Si parte dai pascoli di Malga Busa Fonte, si scende verso le zone collinari sottostanti, ricoperte da numerosi boschi di castagni, il cui frutto denominato in dialetto marone, indica una varietà di castagne più grosse.
Il flagello della peste a Calvene non portò alla decimazione della popolazione, né arrecò più morti di quanto non ne facessero le altre cause di morte: malattie non curabili, scarsa igiene, alimentazione non regolare e povera e … colpi d’arma! Fino alla fine del Settecento a Calvene era diffuso il fenomeno del banditismo, in virtù della conformazione del territorio, che con i suoi fitti boschi ha sempre fornito un sicuro riparo ai fuggitivi.
Itinerario sulle Bregonze: da Calvene a Caltrano
Questo percorso parte da Contrà Maglio e corre lungo la riva a sud dell’Astico. Di modesto dislivello, circa 120 metri, risulta di grande interesse naturalistico: attraversa zone umide e boschi di acacie e noccioli, dove, se si è fortunati, si possono intravedere esemplari della fauna locale, come picchi e salamandre.
Si narra che talvolta loschi individui scendevano perfino in paese e partecipavano alla Messa, collocandosi in posizione defilata negli angoli bui della vecchia Chiesa.
E’ un percorso misto su sentiero e strada, di un’oretta e mezza, facile da affrontare preferibilmente in primavera o in autunno, non nei periodi piovosi.
Itinerari calvenesi

Giro
dei Casoni
Nei versanti esposti a sud, fuori dagli agglomerati di abitazioni e lontano dalle contrade principali, sorgono numerosi casoni in pietra. Si tratta per lo più di antichi edifici, alcuni databili dal XVI secolo, di proprietà di privati, destinati ad uso agricolo. Erano per lo più casere o abitazioni temporane, che i contadini occupavano nei mesi primaverili e autunnali. Alcuni di essi sono in rovina, ma i danni del tempo non affievoliscono il loro fascino. Secondo i più, a Prà del Giglio e in località Piani si trovano i più caratteristici. Contrà Maso, poi, prende il nome dai cascinali presenti in zona e detti per l’appunto masi. Questi casoni conservano stilemi di architettura rurale tipica delle zone montane.
Itinerari calvenesi
Sentiero dell’Acquedotto
Il sentiero escursionistico dell’Acquedotto parte dalla località Larghetto per arrivare al Vascone di Fondi Lungo 2550 metri, segue il tracciato dell'acquedotto che fu costruito durante la Prima Guerra Mondiale per portare l’acqua alle truppe che combattevano sul fronte dell’Altipiano Del manufatto militare resta solo la massicciata sulla quale erano poste le tubazioni Si percorre con una passeggiata di una quarantina di minuti, con circa 170 metri di dislivello, seguendo il segnavia bianco azzurro
Sentiero di Silva
Il sentiero dedicato al partigiano Silva parte dal cimitero di Calvene per imboccare la Val Porca in Contrà Grumale Di lì si arriva a Monte di Calvene, dove Silva venne catturato all’alba del 28 marzo 1945 Oltrepassato l’abitato Monte, ci si dirige località Costa Mare, per poi raggiungere Monte Tena, Da questo punto si scende per il Pozzo di Tena per entrare nell’aspra Val delle Cassie Si rientra a Calvene passando per località Mortisa
Cammino Mario Rigoni Stern
Il Cammino Rigoni Stern, dedicato per l’appunto al celebre scrittore di Asiago, parte da Asiago e arriva alla sede dell’Accademia Olimpica di Vicenza
Il Cammino, lungo circa 80 chilometri, interessa il territorio di Calvene nella zona del fondovalle: arrivando da Lugo di Vicenza, prosegue verso il cimitero, poi per le Contrà Maglio e Magan, seguendo il corso dell’Astico in direzione di Chiuppano, ai piedi delle colline delle Bregonze

Parco naturale "Franco Totaro" o Parco delle cascate
In una valletta minore in località Costa, si trova il parco naturale privato "Franco Totaro" All’interno del parco una via ferrata attraversa una serie di tre cascate di diversa grandezza Nello stesso sito sono presenti alcune opere di land art
Strada dei Reali d’Inghilterra
Questo itinerario nasce sulle tracce dei soldati e dei Membri Reali dell’esercito britannico che hanno combattuto e soggiornato nel vicentino durante la Prima Guerra Mondiale
La strada si snoda per circa 100 chilometri: parte dai cimiteri inglesi di Dueville e di Montecchio Precalcino e porta fino agli scenari dei campi di battaglia montani ed ai cimiteri inglesi dell’Altipiano dei Sette Comuni.
Il territorio del comune di Calvene è uno dei luoghi di memoria più significativi, in quanto fu sede strategica delle truppe inglesi.

Territorio e paesaggio
Il territorio di Calvene è prevalentemente montano e collinare, interrotto da una fascia pianeggiante nel fondovalle, lungo il corso dell’Astico, nelle località di Maglio, Pralonghi, Bissoli e, in parte, di Magan.
Il crinale che passa da ovest ad est, da Cima Fonti al Monte Mazze, separa due importanti bacini idrografici: a nord, quello del torrente Galpach, a sud quello dell’Astico.
Il versante meridionale degrada da Cima Fonti, fino a formare un anfiteatro chiuso a sud-est dal Monte Cavalletto, alto 1252 metri. La montagna di Calvene si caratterizza anche per fessurazioni e crepacci, che impongono una certa prudenza nella sua pratica
Cima Fonti, con i suoi 1519 metri di altitudine, è il punto più panoramico del paese: nelle giornate terse si arrivano ad ammirare l’Adamello, le Alpi Carniche, le Dolomiti Trentine e del Cadore
Ad essa si aggiungono le terrazze naturali di Monte di Calvene e Prà del Giglio che offrono panorami spettacolari a 180° sulla pianura padana, verso le propaggini della Lessinia vicentina e delle Prealpi venete

Nel fondovalle di Calvene, ad un certo punto nella sua destra idrografica, l’Astico diventa selvaggio con le sponde a parete abbastanza ripide e con una vegetazione molto fitta negli argini
Tra le colline delle Bregonze che chiudono Calvene a sud, la massima altezza raggiunta è quella dei 450 metri di Pian di Marola
"Lo spettacolo della natura a Calvene
è un film multicolor che si rinnova ad ogni cambio di stagione"
Territorio e paesaggio

La flora è di tipica espressione collinare e montana: distese puntellate di colchici e taràssaco, cuscini d’erica, prati con margherite e narcisi. Non manca il giglio, fiore simbolo del territorio. Più in alto compaiono genziane, garofani selvatici e ciclamini. Il sottobosco si compone di felci, licheni e, naturalmente, di funghi e di frutti di bosco.

La fauna montana di Calvene annovera mammiferi ungulati come il capriolo ed il muflone. Nei boschi si possono rinvenire lepri, volpi, tassi, faine, scoiattoli, ghiri. Tra gli avicoli, si può ancora sperare d’incontrare il gallo cedrone ed il gallo forcello.

Il clima, mite nella parte esposta a sud e più fresco e rigido nella zona di montagna, dove d’inverno cade ancora la neve, offre al viaggiatore innumerevoli opportunità di fare sport, anche estremi, di praticare diverse attività all’aria aperta, o di rilassarsi nella natura, in un paese ancora poco densamente abitato e non congestionato dai flussi turistici.
Merita di esser guardato attentamente lo stemma comunale di Calvene, perché in esso si ritrovano gli elementi focali che contraddistinguono il territorio e i colori del paesaggio Lo stemma è la raffigurazione del ponte sull’Astico che collega l’abitato di Calvene alla contrada Magan. Il ponte è di colore argento murato di nero, con l’arco ribassato e le spallette uscenti dai fianchi e sostenute dallo scaglione diminuito, rovesciato, di azzurro, caricato da sei pali di argento. Lo sfondo è riempito con due alte colline tondeggianti, di colore verde, fondate in punta e uscenti dai fianchi. La collina a sinistra è più alta, mentre quella a destra è sormontata dal fiore del giglio rosso di montagna con sei petali.
Sport nella natura
Il territorio di Calvene offre ambienti collinari e montani ideali per praticare sport all’aria aperta

Hiking
I numerosi sentieri ad anello e i percorsi tematici offrono diverse e gradevoli opportunità di escursioni giornaliere.
Vertical trail
La montagna verticale di Calvene è il luogo ideale per chi ama la competizione più estrema: l’ascesa a piedi o di corsa all’Altipiano di Asiago è sempre stata una sfida ancestrale.
Nordic walking
I benefici fisici e mentali della camminata nordica sono amplificati da una scelta di tracciati naturalistici e culturali in un ambiente pressoché incontaminato.
Trekking
Per chi vuole intraprendere un viaggio verso l’Altipiano dei Sette Comuni o nelle vicine Prealpi, Calvene è una doverosa tappa in quanto è un punto strategico per accedere a numerose vie.
Ciclismo
Il sistema collinare di Calvene permette pedalate in un paesaggio variegato e suggestivo che mitiga le fatiche della pratica sportiva
MTB
Nella montagna di Calvene ci si può cimentare in percorsi ad anello, veri paradisi immersi nei boschi per chi ama la mountain bike e non ha paura di salite impegnative
Sport nella natura
Volo libero
Dalle terrazze naturali di Giarre è possibile volteggiare in parapendio e in deltaplano, godendo dall’alto di panorami inimmaginabili
Pesca sportiva
Nelle limpide acque dell’Astico, popolate da trote fario e iridea, salmerini, cavedani, barbi, temoli, si possono trascorrere ore tranquille dedicandosi alla pesca sportiva
Ciaspolate
L’alta montagna di Calvene permette anche di dedicarsi agli sport invernali: imperdibili sono le camminate con le ciaspole, tra gli scenari delle foreste imponenti e gli ovattati silenzi, ad un passo dal cielo
Una particolare attenzione meritano le vie di ascensione verso l’Altopiano, o meglio verso Asiago. In passato, la piazza e il mercato di Asiago erano praticati almeno una volta alla settimana, al pari di Thiene, altro crocevia importante per i commerci.
Lo storico Brentari ricorda almeno due vie di ascensione per l’Altipiano.

Una strada parte da Calvene, segue il corso della Chiavona fino in zona Mortisa: di lì prosegue per il sentiero che porta a Bocca di Grenezza (o Bocca delle Mazze o Bocca del Corno). Ad Asiago si arriva percorrendo la strada del Barenthal, dal cimbro Valle degli Orsi.
Vi è poi il sentiero che parte da Costa de la Mare, passa attraverso i Livelli fino a Prepiana, poi per Campana ed infine porta al Monte Corno.
Queste antiche vie e le più recenti strade offrono percorsi frequentati da ciclisti, cicloturisti e mototuristi che vogliono salire rapidamente e ripidamente sull’Altipiano dei Sette Comuni, godendosi tracciati ad anello caratterizzati da panorami mozzafiato.
"Sentire il proprio corpo, ascoltando il silenzio della natura di Calvene"
Ben-essere nella natura
Le cornici naturali e le atmosfere cariche di significati di Calvene possono occasionare un riavvicinamento benefico a Madre Natura e diventare un’opportunità per ritrovare la propria energia vitale.
Forest bathing
Immergersi nella natura è utile per migliorare la propria positività e capacità di adattamento. A Calvene questo è possibile: non c’è che l’imbarazzo di scegliere in quale bosco!
Tree hugging
Abbracciare gli alberi porta a una condizione di benessere psicofisico grazie all’energia trasmessa da parte delle piante. Secondo i Celti, ogni albero ha una specifica capacità terapeutica. Così a Calvene gli abeti possono ridurre il gonfiore e favorire la guarigione delle ossa rotte, i noccioli infondere saggezza, i pini potenziare l’organismo … .

Wildlife watching
Il vagare in silenzio, immersi negli avvolgenti boschi e sui morbidi prati di Calvene, permette di ammirare i cicli della natura e può anche condurre a degli incontri inattesi con la vivace fauna locale.
Foliage e fioriture
Spostarsi per le alture di Calvene, per ammirare le sfumature delle foglie degli alberi in autunno e i colori delle fioriture primaverili, è uno spettacolo senza prezzo
Di più, a Calvene il fascino del foliage è amplificato dai suggestivi scorci paesaggistici delle sue contrade rurali e dai suoi angoli rustici, dove pare che il tempo si sia fermato
Ben-essere nella natura
Andar per funghi, fiori, erbe e frutti Passeggiare tra prati e colline per imparare a riconoscere, raccogliere, rispettare i frutti della natura è uno spasso a Calvene, grazie alla biodiversità del territorio.

Sunset yoga
Fare meditazione ed dolci esercizi per allontanare lo stress, rilassare il corpo e liberare la mente, è ancora più efficace se immersi negli alti balconi naturali di Calvene, dove ci si può anche caricare dell'energia positiva dell’ultima luce del giorno.
"Guardare la bellezza della natura è il primo passo per purificare la mente".
Amit Ray
Alpeggio, malghe e attività casearia
Nella montagna di Calvene sopravvive l’attività agricola dell’alpeggio: i verdi pascoli di Busa Fonte sono ancora occupati da bovini e greggi nel periodo da giugno a settembre.
Il versante dell’altipiano dove si trova Calvene è puntellato di malghe appartenenti al Consorzio dei Sette Comuni, al Distretto di Bassano e a quello di Thiene. Le malghe di Calvene erano afferenti al Consorzio di Thiene. Fino al Novecento, Calvene viveva infatti di un’economia di montagna di tipo silvo-pastorale, dove boschi e pascoli rappresentavano la vera risorsa del paese.
Ogni anno sulla montagna di Calvene si ripete l’antica usanza della transumanza, che un tempo vedeva il carico del bestiame nelle tre grandi malghe (o cascine) allora attive nel territorio di Busa Fonte, dai 1000 ai 1500 metri di altitudine, che accorpava appunto le superfici pascolive delle tre malghe:

la malga di Cima Fonte, con capacità di carico di 100 capi vaccini e 12 suini
la malga di Busa Fonte, con capacità di carico di 160 capi vaccini e 16 suini
la malga di Cavalletto, con capacità di carico di 80 capi vaccini e 9 suini; attiva fino agli anni Cinquanta, di questa malga non restano che i ruderi.
Alpeggio, malghe e attività casearia
Malga Cima Fonte

Malga Cima Fonte (o Cime di Fonte) è uno stabile che in passato era in affitto ai Monaci Cappuccini di Thiene Oggi è un edificio di proprietà comunale che è utilizzato come baita-rifugio per scopi ricreativi Sorge sul dosso di Cima del Porco ad un’altitudine di 1486 metri
L’ex Malga Cima Fonte faceva parte del circuito dei centri didattico-culturali della Fondazione per la Cultura Rurale e veniva gestita con finalità formative, culturali e di educazione ambientale
Malga Busa Fonte
Malga Busa Fonte è un sito agro-pastorale composto da una malga con una stalla di 246 mq

La malga è organizzata in:
stanze per il personale (97 mq) locali per la produzione (88 mq) uno spazio per la vendita (17 mq)
L’edificio faceva parte dell’ospedale da campo durante la Prima Guerra Mondiale. Attualmente non è attiva per la produzione casearia, ma vi è il progetto di dotarla di acqua potabile per riprendere la tradizione. Per riscoprire l'antica pratica casearia, in questo sito si tengono periodicamente attività, laboratori, degustazioni di prodotti tipici del territorio di Calvene e dei paesi limitrofi.
Alpeggio, malghe e attività casearia
A Monte di Calvene si pratica ancora l’antica attività casearia con il latte vaccino, anche se la tradizione vuole che a Calvene si lavori da sempre il latte di capra
A Calvene, e più specificatamente a Monte e nelle frazioni della zona e a Pantarolo, si allevavano infatti capre: l'usanza è attestata nell’Ottocento, quando in alcuni documenti si è rinvenuto il termine dantesco di “zebe”, che sta per capre

La pratica casearia a Calvene è stata condotta sia nel contesto familiare, che collettivo: nel 1907 venne infatti fondata la latteria sociale di Sant’Antonio e, assieme, la Cooperativa di Consumo (o Magazzino Cooperativo).
Nel 1929 venne costituita anche la latteria sociale di San Bovo, dotata di macchinari moderni.
Il paese di Calvene è associato anche un illustre nome dell’industria casearia.
Da Monte, infatti, parte la storia di una delle più importanti imprese internazionali, quella dei Brazzale, conosciuta per il Burro delle Alpi e il formaggio Gran Moravia.
La famiglia dei Brazzale, una delle più antiche di Calvene ed i cui appartenenti sono soprannominati “Caio”, esercitava sin dal 1790 la produzione ed il commercio del burro, bene all’epoca estremamente prezioso, tra l’altopiano di Asiago e la pianura vicentina. Il burro veniva lavorato e confezionato a Monte di Calvene.
Nel 1837 a Monte nacque Gian Maria Brazzale: una volta cresciuto, egli continuò l’attività dei padre e del nonno.
Dopo decenni di lavoro, nel 1898, Giovanni Maria Brazzale decise di scendere da Monte di Calvene con un sacchetto di marenghi d'oro, il tesoro di famiglia, per acquistare una fattoria a Zanè. Qui egli poteva continuare l’attività casearia, ma più vicino a Thiene, all’epoca importante piazza di mercato e scalo ferroviario.
Di fatto, egli gettò le basi per lo sviluppo internazionale dell’impresa della famiglia Brazzale, i cui membri sono ancor oggi legati al paese d'origine dei loro antenati.
Patrimonio forestale: un'eredità naturale
Un discorso a parte merita di esser fatto per il patrimonio forestale di Calvene. Il bosco occupa più dell’80% del territorio montano di Calvene ed è costituito prevalentemente da abeti rossi, abeti bianchi, faggi e carpini neri.

La foresta di Calvene è in costante crescita: sicuramente, la montagna di Calvene è stata oggetto di rimboschimento nel periodo dopo la Prima Guerra Mondiale, nello specifico a seguito della chiusura delle trincee di Cima del Porco
In collina dominano castagneti e noccioli, mentre, nella sua parte pianeggiante si trovano prati foraggieri, viti, uliveti e si coltiva il granoturco
La varietà vegetale si amplifica a sud del paese, nella parte compresa nelle colline delle Bregonze, gruppo di rilievi collinari di origine vulcanica dalla roccia erodibile, dove le vegetazioni rupestri si concretizzano in un leggero strato di muschi e licheni
Esiste anche un lembo di territorio in cui trionfa la vegetazione dei muri rupestri: lungo le sponde ombrose della Roggia Rosa, che scorre parallela all’Astico tra Chiuppano e Calvene, compare la lingua di cervo, assieme alla felce dolce, all’asplenio e a un denso tappeto di muschi
Patrimonio forestale: un'eredità naturale
Gli alberi monumentali: Carpino nero
Il Carpino nero di Contrà Piani è vecchio di almeno un secolo Con il suo fusto robusto e dall’alto dei suoi 11 metri domina tutta la valle sottostante La sua ampia chioma è spettacolare e maestosa nel periodo di fioritura
Posizionato in un’altura prativa, è impossibile da non notare quando si attraversa la strada che collega la Contrà dei Piani alla frazione di San Donà di Caltrano
E’ iscritto alla lista degli alberi monumentali della Regione Veneto, sotto il nome scientifico di Ostrya carpinifolia

Dagli usi civici agli usi collettivi
A Calvene esistono porzioni di terreno destinate ad uso civico da parte della popolazione. Si tratta di pascoli e boschi. Un tempo i primi erano utilizzati per il nutrimento delle bestie allevate, i secondi per il taglio di legname da costruzione e della legna da ardere per uso familiare
Si tratta di beni comunali, nell’accezione così come sancita dalla Repubblica di Venezia, ovvero di beni demaniali che sono concessi alle comunità a titolo gratuito per l’esercizio di usi collettivi con il divieto di modificarne la destinazione d’uso
Il patrimonio silvo-pastorale di Calvene nasce da questi usi collettivi derivanti da beni comuni, che di fatto sono di proprietà del Comune
Il retaggio degli usi collettivi è stato ricondotto nel contesto degli usi civici, secondo il decreto n 5329 del 1958 emesso dal Commissario per la Liquidazione degli usi civici in Lombardia e del Basso Veneto: di fatto sono riconosciuti gli usi di pascolo, legnatico e pattume a favore degli abitanti di Calvene
"La dirompente natura di Calvene è sopravvissuta a invasioni e a guerre.
I suoi fitti boschi avvolgono la montagna e ne custodiscono le storie"
Patrimonio forestale: un'eredità naturale

Gli alberi monumentali: Abete rosso “CipressIno”
L’Abete rosso “Cipressino” di Calvene è un vecchio albero di circa 150 anni e alto 25 metri La sua forma colonnare è una caratteristica insolita e assai rara che lo rende pressoché unico nel suo genere nell’altopiano. Individuato e censito dal Corpo Forestale dello Stato nel 2016, il “Cipressino” non sorge su di una via principale: per vederlo bisogna incamminarsi nel sentiero che da Malga Granezzetta va verso Malga Cima Fonte, e a metà percorso salire a destra di 500 metri verso la località Busa del Montone.
E’ in itinere la procedura per il riconoscimento da parte della Regione Veneto del “Cipressino” quale albero monumentale.
Rimedi dalla natura
Un tempo, il rapporto stretto tra uomo e natura faceva sì che il primo ricercasse nella stessa dei rimedi per curare malanni e malattie
Le erbe, in primis, costituiscono da secoli la base di medicamenti e medicine; melissa, camomilla, ruta, menta, salvia, valeriana, malva sono da sempre le più usate per preparare infusi, decotti e grappe Ogni erba era reputata avere delle specifiche proprietà terapeutiche, oggi riconosciute anche dalla medicina ufficiale e dalla scienza farmaceutica, ed era adatta a risolvere uno specifico problema di salute: ad esempio si conosceva l’uso della valeriana come calmante, della camomilla come decongestionante ….
Ma non di sole erbe ci si serviva per curarsi: resine, fiori, miele, latte, cenere e molto altro costituivano ausilii e rimedi preziosi.
L’utilizzo di rimedi naturali fa parte di quel bagaglio di conoscenze e di saper fare, che si è tramandato di generazione in generazione, anche a Calvene, almeno fino alla metà del Novecento.
Luoghi e sentieri letterari
Piccola, ma nota: questa è Calvene. Oltre ad una feconda produzione letteraria sulla storia, sul costume e sulle tradizioni del passato ad opera di studiosi locali, Calvene può vantare di esser stata citata e descritta dai grandi scrittori del nostro tempo.
Tra questi, si ricorda Luigi Meneghello, che con il suo libro del 1963 “Libera nos a malo” lascia la denominazione di “Calvene, paese di vipere e putane” , stigmatizzando in modo colorito la peculiarità di Calvene, in quanto paese montano, e la nomea del paese quale punto di riferimento per far baldoria per le genti della piana e dei paesi

Cammino Mario Rigoni Stern (CRS)
Il Cammino Rigoni-Stern è il secondo cammino tracciato nel 2021 dall’Associazione Cammini Veneti per celebrare il centenario dalla nascita dello scrittore oriundo di Asiago Assieme al Cammino Fogazzaro-Roi, è uno dei cammini letterari della provincia di Vicenza: parte da Asiago e arriva alla sede dell’Accademia Olimpica di Vicenza

Luoghi e sentieri letterari
Natura misteriosa: tradizione orale e letteratura etnografica
L’ambiente silvano, la flora e la fauna della montagna di Calvene hanno ispirato un patrimonio di letteratura orale, fatto di credenze e leggende, a volte mischiate con la superstizione e la religiosità popolare. Questo patrimonio culturale immateriale si tramanda fino ai nostri giorni, grazie anche ad appassionati cultori delle usanze di montagna, profondamente legati alle proprie radici.

Tra questi, una menzione va tributata a Francesco Brazzale, il quale con le sue ricerche continua a tramandare la storia locale, e a Fermino Brazzale, soprannominato “il cantore di Calvene”, il quale ha immortalato nelle sue storie la civiltà rurale calvenese, con particolare attenzione per il microcosmo di Monte di Calvene, sua contrada di origine.
Non è un caso che nelle opere di questi due autori calvenesi si faccia riferimento alle creature misteriose che hanno popolato l’immaginario collettivo delle passate generazioni e, a detta di qualcuno, anche gli angoli più reconditi del territorio di Calvene.
Le fisiche “anguane di terra” di Fermino Brazzale, sono il contraltare delle misteriose creature dell’acqua, figure fantastiche presenti nella tradizione folkloristica del vicentino. Con la peculiarità che le anguane di Calvene erano delle vecchie dispettose che si palesavano soprattutto di notte per lavare i panni nell’Astico, ma soprattutto nella Chiavona. La Rocca era la parte di Calvene che prediligevano e da lì esse non esitavano a mandare malefici a chi le disturbava. Guarda caso, La Rocca era la zona prediletta dagli innamorati per passeggiare e lo spauracchio delle anguane era solitamente un deterrente che funzionava per evitare che i giovani si appartassero lontano dagli sguardi vigili degli adulti.
Esistevano poi anche delle fate benigne, le Seleghen Baiblen, che vivevano nei boschi, in grotte o vicino alle fontane. Esse concedevano favori ai protetti a patto che seguissero le loro condizioni.
Si tramanda che nei boschi bazzicasse anche il salbanello, o mazzariol, che nella versione calvenese si presentava come un folletto dispettoso che dimorava a Cima Fonte e che scendeva nei centri abitati per la Val Cioda fino al Mulino de’ Pierela, per annodare i crini dei cavalli e anche i capelli di sfortunate giovani fanciulle
Altre creature fantastiche che, secondo le leggende, popolavano la montagna di Calvene, soprattutto nella zona del Cavalletto, sono le bisse, grossi serperti che a volte si presentavano con una demoniaca testa da capra, e i basilischi, rettili con la cresta, che avevano la capacità di fulminare con lo sguardo!
Luoghi e sentieri letterari
Prà del Giglio: la ruralità nei romanzi
Tra le altre contrade iconiche di Calvene, l’amena località di Prà del Giglio colpisce per la sua collocazione defilata e per gli spettacolari panorami che regala La si raggiunge dal centro di Calvene, prendendo via Borgogni e cominciando a salire ininterrottamente per Via Maso

Colpito da questa parte alta di Calvene, proprio in questa località Mario Rigoni Stern collocò la storia del romanzo “L’anno della vittoria” Questo romanzo, pubblicato nel 1985, è il racconto di una famiglia di profughi della Prima Guerra mondiale che trascorse del tempo in una piccola casa nella contrada di Prà del Giglio, per poi intraprendere nel 1919 un cammino in parte lungo la cosiddetta “Strada della salvezza dell’Altopiano”, passando per la zona del Cavalletto e proseguendo per le Mazze, il Barenthal, fino alla radura della Luka
Recentemente lo scrittore emergente Ivano Scorzato ha intitolato il suo romanzo uscito nel 2021 “I segreti di Prà del Giglio” Lo scrittore vicentino narra una storia giallo-noir, ambientata a Prà del Giglio negli anni Settanta, che si intreccia con le quotidiane vicende contadine di tutti i giorni: sotto una apparente normalità, si nascondono torbide vicende di sparizioni, rapporti conflittuali, malattie mentali, delitti !
Lifestyle
Prodotti tipici e gastronomia
Da sempre il microclima della conca di Calvene e dei suoi soleggiati versanti collinari - altrimenti detti coste - hanno accolto diverse tipologie di coltivazioni: granoturco, frumento, segala, avena, spelta, lino, miglio, fave, uva e ulivi, quest'ultimi ancora presenti nelle coste più a sud Olivi e piselli erano coltivati soprattutto nelle fertili contrade di Bordogni, Rossi, Collesello e Costa: nel secolo scorso Calvene era nota per una prelibata varietà di piselli che, a quanto pare, erano abbinati alle trote dell’Astico
In passato, notevole era la produzione di miele e di frutta, che era perfino esportata: pere, mele, castagne e noci Ancor oggi si produce miele e persistono gli alberi da frutta per uso familiare Per assaggiare invece i maroni locali, basta fare un giro alle feste autunnali organizzate a Calvene e nei vicini paesi della
Pedemontana
Rimane invece l’uso di andar per funghi, erbe e fiori: tra le piante, in particolare, sono apprezzati l’erba acetosella, che con il suo sapore aspro è ideale come condimento per insalate, verdure e minestre, e l’asparago prussiano, una variante di asparago selvatico, che, con il suo gusto delicatamente deciso, rende squisiti risotti e omelette

La Val de Cioda
Si narra che, durante la dominazione veneziana, giunse in esilio a Calvene un importante figura di Chioggia, caduta in disgrazia dai ranghi d’onore della Serenissima Il personaggio, con la sua famiglia, localmente denominata Cioda (derivazione del termine veneziano Cioza), s’installò ad ovest di Monte Castello
Per mantenere la famiglia, lavorò un terreno a terrazza, dissodando il bosco per poi coltivarlo La tracce dei terrazzamenti e i ruderi dell’abitazione sono ancor oggi visibili in quel luogo denominato in sua memoria “Val de Cioda”
Le guerre del XVII secolo misero fine a parte della diversità di coltivazioni a favore di granoturco e frumento Parallelamente, s’incentivò la pratica di allevamento di bovini per la sussistenza della popolazione Si allevavano poi capre e capretti e si produceva formaggio pecorino, soprattutto nella zona della prima montagna
Come in tutta la montagna, la principale forma di conservazione della carne era l’affumicatura
Nelle trattorie e negli agriturismi di Calvene è possibile degustare prodotti locali e pietanze tipiche, ottimamente abbinati ai vini delle DOC di Breganze e del vicentino Quest’offerta enoica, dove trionfano i vini prodotti da uve autoctone, va ad esaltare le due eccellenze calvenesi: il formaggio e il capretto in tecia DE.CO
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Prodotti tipici e gastronomia
Formaggio e sue declinazioni
Nei secoli scorsi, nei mercati di Thiene non mancavano prodotti caseari che provenivano dagli alpeggi di Calvene: burro, cacio, casatelle
Oggi le zone montane di Calvene rientrano nell’areale di produzione del Formaggio Asiago D.O.P., nelle versioni fresco o mezzano, che nella malghe si affianca alla produzione di tosella, ricotta e burro
A Calvene ed in altri paesi della Pedemontana vicentina era anche diffusa la tradizionale preparazione del formajo nel pignato, ora DE CO (Denominazione Comunale) del confinante comune di Caltrano
Questa pietanza deriva da un metodo di riciclo e di conservazione di formaggi inadatti alla vendita Il recupero avveniva macinando il formaggio in un contenitore di coccio (chiamato pignato in dialetto) e bagnandolo poi con del vino bianco Il composto ottenuto veniva fatto fermentare nel fresco della cantina: si otteneva alla fine una crema di formaggio dal gusto piuttosto deciso, da consumare con l’immancabile polenta o spalmata sul pane tostato
Capretto DE.CO. di Calvene
Piatto simbolo e DE.CO. (Denominazione Comunale) del Comune di Calvene, il capretto in padella - in dialetto el cavreto in tecia, ha una lunga tradizione che risale almeno al XVIII secolo e vede questa preparazione servita soprattutto come secondo piatto del pranzo pasquale.

La peculiarità di questa pietanza sta nella sua ricetta culinaria e nell’expertise dei calvenesi che si tramandano di generazione in generazione questa preparazione. In particolare, a Monte di Calvene, presso la quasi centenaria trattoria “da Busa”, quattro generazioni continuano quest’usanza culinaria, particolarmente laboriosa, che si fonda sull’assoluta qualità della materia prima: il capretto da latte di 40 giorni.
L’antica ricetta prevede il lavaggio accurato della carne, il suo sminuzzamento in parti, la legatura delle stesse a mano, con spago o secondo, un'insolita variante, con il filo di Scozia Si procede poi con una marinatura di una giornata a base di aromi misti Il capretto viene quindi sgocciolato, fatto rosolare e messo in forno a bassa temperatura, a circa 180°, per circa 2 ore Durante la cottura, si inumidisce spesso la carne con la marinatura rimasta La ricetta originale prevede una lentissima cottura di ben 12 ore, sopra una stufa a legna, ad una temperatura di 75°/80°
Il risultato è un piatto di carne particolarmente fragrante, tenero, intenso, ma leggero, da servire con polenta e da gustare con un elegante vino rosso dai sentori erbacei e di frutti di bosco, non di grado alcolico elevato
"I piatti tipici di Calvene tramandano sapori e saperi del passato: gustare un boccone di capretto o un pezzo di formaggio diventa un'esperienza transizionale”
Lifestyle
#instagrammabili
1. I panorami dalle contrade e dalla strada di ascensione ad Asiago
2. I tramonti da Monte e Prà del Giglio

3. Le fioriture di primavera




4. Capitello della Madonna della Cintura
4. Il foliage autunnale
5. Le mucche all'alpeggio del Cavalletto

6. Gli alberi monumentali


7. Le fontane e i lavatoi delle contrade












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