Bollettino Novembre 2018

VOCE AMICA

Bollettino Parrocchiale di Zanano-Noboli

BENVENUTO DON ALBERTO Novembre 2018

Fare della quotidianità Appuntamenti 1. Confessioni Ogni sabato e vigilia di solennità dalle 15,00 alle 17,00 2. Nascite Su comunicazione dei familiari viene dato l’annuncio della nascita dei bambini alla comunità con il suono festoso delle campane.

3. Battesimi Per la celebrazione del battesimo dei bambini si stabiliscono queste date in ordine temporale: - Epifania e Battesimo del Signore; - La seconda domenica di ogni mese eccetto Avvento e Quaresima; - La Veglia Pasquale e Pentecoste; - Immacolata Concezione; - S. Stefano martire.

Il luogo della celebrazione è la Chiesa Parrocchiale. Si battezza durante la S.Messa con preferenza per l’Eucaristia delle 10,30 e negli stessi giorni anche la possibilità di ricevere il battesimo alle ore 17 senza la S. Messa.

4. MATRIMONI I fidanzati che decidono le nozze sono pregati di rivolgersi al Parroco almeno un anno prima del matrimonio.

5. AMMALATI Per garantire l’assistenza spirituale agli ammalati Don Alberto intende dedicare il venerdì mattina alla visita nelle case o negli ospedali e chiede di essere informato per tempo della situazione dai famigliari.

5. CARITAS Ogni martedì, presso la sede, dalle 15,00 alle 17,30 si effettua la distribuzione dei viveri e dalle 18,30 alle 20 c’è disponibile un centro d’ascolto per chi desidera un momento di dialogo.

Ogni primo martedì del mese, presso la sede, alle ore 20 un momento di preghiera.

ORARI DELLE SANTE MESSE SABATO Ore 18.00 in Chiesa Parrocchiale.

DOMENICA Ore 8.30 in San Bernardino a Noboli.

Ore 10.30 in Chiesa Parrocchiale.

Ore 17.45 Vespri e Benedizione.

Ore 18.30 in Chiesa Parrocchiale.

LUNEDÌ, MERCOLEDì E GIOVEDì Ore 18.00 in San Martino MARTEDÌ Ore 8.30 in San Martino Ore 17.30 in San Bernardino a Noboli VENERDì Ore 15.00 /18.00 Adorazione Eucaristica con S. Messa conclusiva in Chiesa Parrocchiale.

Nel giorno in cui si celebra un funerale non si celebrano altre Eucaristie.

GUARDIAMO A TE, GESÙ CRISTO NOSTRO SIGNORE Guardiamo a Te, Gesù Cristo nostro Signore, Maestro e Salvatore dell’umanità, come alla luce del mondo, e da Te illuminati, noi ti preghiamo di farci comprendere questa tua folgorazione di noi come una vocazione.

Vocazione alla tua sequela, alla tua parola, alla tua comunione, perché Tu sei, o Cristo, la via, la verità, la vita.

Fa’, o Signore, che noi comprendiamo la dignità e l’impegno della nostra semplice e misteriosa vita cristiana.

Fa’, o Signore, che di Te discepoli e a Te seguaci, noi ci arrendiamo liberi e docili al mistero dell’unità, che è la tua Chiesa vivente nella tua

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verità e della tua carità.

Fa’, o Signore, che il tuo Spirito informi e trasformi la nostra vita e ci dia la gioia della fraternità sincera, la virtù del servizio generoso, l’ansia dell’apostolato.

Fa’, o Signore, che sempre più ardente e operoso diventi il nostro amore verso i fratelli in Cristo per collaborare sempre più intensamente con loro all’edificazione del Regno di Dio. Così ti preghiamo, o Cristo, che col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni nei secoli eterni.

Amen.

(Paolo VI)

il luogo della nostra santità

LE PAROLE DI DON ALBERTO Carissimi parrocchiani, un profondo sentimento di gratitudine sale al Signore per avermi, tramite il Vescovo Pierantonio, mandato nella vostra comunità “Regina della Pace”. Grato a don Cesare per tutto il bene seminato e di cui sono certo raccoglierò i frutti e grato a tutti voi che già da ora iniziate a prendervi cura del nuovo parroco. Questi giorni siano per tutti un momento di gioiosa attesa, di una proficua riflessione sulla bontà di Dio che non fa mancare alla sua Chiesa sacerdoti che stanno in mezzo al suo popolo al servizio della edificazione del suo Regno, santificandolo con la Grazia dei Sacramenti. Ho desiderio di poter incontrare tutti in ogni circostanza che sarà possibile, già tutti vi porto nel cuore. Coltiviamo insieme il desiderio di vivere la santità come principale nostra vocazione. Il Vescovo ci sprona a diventare santi e ci ricorda che la santità è possibile e anche papa Francesco ci invita a fare della quotidianità il luogo della nostra santità. E’ bello pensare alla vita come tensione verso le cose belle, cioè alla santità.

C’è un altro profondo sentimento che voglio condividere con voi indicandolo con un testo biblico. Nella lettera che San Paolo scrive ai Corinti (1Cor 12,12-27), così si esprime descrivendo la Chiesa di Cristo: “Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito: E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Ora voi siete il corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Maestri? Profeti?..... desiderate intensamente i carismi più grandi”.

L’Apostolo chiede ai cristiani di Corinto un atteggiamento da discepoli di Gesù, senza divisioni, anzi ricercando sempre ciò che unisce. Partecipando all’Eucarestia, credo che diventiamo in Cristo un solo corpo e si realizza tra noi un legame che non è solo amicizia, solidarietà, collaborazione, ma un legame sacramentale e in quanto tale dono di Dio. Riempiti dell’unico Spirito tutti membra dell’unico Corpo, ciascuno deve avere a cuore le buone sorti dell’altro. Carissimi sotto lo sguardo amoroso di Maria mettiamoci in cammino, forse è meglio dire continuiamo il cammino.

23.09.2018 memoria di San Pio da Pietralcina Don Alberto, Parroco

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Fare della quotidianità

IL BENVENUTO DON CESARE VERZINI Carissimi, la nostra comunità parrocchiale di Maria, Regina della Pace, insieme con tutta la Zona pastorale di “S. Maria degli Angeli”, vive un momento di grande gioia per l’ingresso del nuovo parroco nella persona dei don Alberto Cinghia.

Don Alberto, come ogni sacerdote, è stato “preso fra gli uomini e costituito per il bene degli uomini e delle donne nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati”. (Ebrei 5,1).

Egli è costituito per gli uomini, per stare al cospetto di Dio e immerso nel mistero; è costituito quale inviato da Dio per insegnare la Parola del Signore, per celebrare i sacramenti attraverso i quali si attuano sia l’annuncio che il servizio dei fratelli, per costruire la comunità ecclesiale, che è in Zanano, come comunione, come spazio della pace di Cristo, nella sua dimensione missionaria verso ogni uomo del nostro tempo.

Perciò egli “vi dona tutto quello che la Chiesa ha messo nelle sue mani nell’ordinazione sacerdotale: la parola di Gesù, il Suo perdono, il Suo pane, la Sua guida.”

Vi porta la Parola di Gesù e, come l’apostolo Paolo, vi dice: “Cristo mi ha mandato a predicare il vangelo, non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo” (1 Cor 1,17).

Vi porta il suo Perdono, secondo il suo comando: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi...” (Gv 20,23) Vi porta il suo Pane: “Gesù, presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero”. (Mc7,41) Vi porta la sua guida; sarà un po’ come il guardiano delle pecore, aprirà a Gesù Buon Pastore e voi “ascolterete la sua voce ed egli vi condurrà su pascoli erbosi e ad acque tranquille vi guiderà”. (Gv 10, 1ss - Salmo 22) Viene a voi per volontà del Vescovo Pierantonio che ha saputo decifrare e vedere come la sua vita di prete, per essere più feconda, ora deve coniugarsi con la vostra vita cristiana. Credo che il Vescovo abbia ritenuto bene per lui che iniziasse questa nuova esperienza: con voi potrà crescere nella vita cristiana e voi con lui.

Viene a voi non per “far da padrone della vostra fede, ma per essere, invece, collaboratore della vostra gioia” (2 Cor 1, 24).

Don Alberto è chiamato ad essere parroco fino in fondo, “anzi fino in cima. Perché essere Parroci fino in cima, senza fermarsi a mezza costa, significa non solo essere santi come Lui, ma capire che il calvario è l’ultima tappa di ogni scalata e che la croce non è la sconfitta dell’uomo, ma la vetta gloriosa di ogni vocazione”. (Tonino Bello).

Ma, dicevo, state per incontrare don Alberto. Ecco, vi invito a far sì che quest’incontro vada ben oltre e si trasformi in accoglienza.

“L’incontro è solo qualcosa di fisico. Si può incontrare una persona ignorandone completamente la storia, le esigenze, i desideri, il passato e il presente. L’accoglienza è qualcosa che presuppone l’incontro, ma va oltre l’incontro. Avviene quando si apre il cuore, la propria anima; quando si guarda alla persona con interesse, con affetto, quando si percepisce che la persona è amica ed è in grado di costituire per noi un arricchimento”.

Disponetevi e disponiamoci, quindi, non solo ad incontrarlo, ma ad accoglierlo. Con Maria santissima, madre dell’Eterno Sacerdote, preghiamo Dio Padre perché ci conceda un’esperienza sempre più viva del suo amore; perché Cristo ci sia compagno di viaggio in questo tratto di storia che percorriamo insieme; perché lo Spirito Santo ci fortifichi nella costruzione di una comunità parrocchiale che sia “casa e scuola di comunione”.

Con le parole di san Paolo VI, chiedo al Signore, per don Alberto, per voi, che siete la sua nuova comunità, e per tutti noi, che ci doni un cuore intelligente, accogliente e santo, “un cuore grande e forte ad amare tutti, a servire tutti, a soffrire con tutti, un cuore grande e forte solo beato di palpitare con il cuore di Dio”. don Cesare Verzini Vicario zonale 4

il luogo della nostra santità

IL SALUTO DEL CONSIGLIO Pastorale parrocchiale Reverendissimo Don Alberto, è con animo colmo di gioia che Le porgo il più cordiale benvenuto a nome della Comunità Parrocchiale, del Consiglio Pastorale, del Consiglio per gli affari economici e delle varie realtà Ecclesiali.

Un riconoscente pensiero al Vescovo Pierantonio che l’ha chiamata ad essere il nostro nuovo Pastore.

Con lo scorrere dei giorni, dei mesi e delle stagioni Lei avrà modo di conoscere in Zanano – Noboli una Comunità viva e dinamica, con le sue luci ed ombre, i suoi pregi e difetti, i suoi slanci e cadute ma sempre animata dal sincero desiderio di progredire sulla via della perfezione.

L’odierno solenne momento ci chiama inoltre a fare tesoro della storia della nostra Parrocchia che nei suoi figli e figlie “ha saputo testimoniare Cristo non nella perpetua e pigra penombra del dubbio, ma nella limpida luce della dottrina, che la Chiesa maestra di verità ci propone; di un Cristo incontrato nell’adesione alla sua Parola e alla sua mistica presenza Ecclesiale e Sacramentale; di un Cristo vissuto nella fedeltà semplice e lineare al suo Vangelo, esigente fino al sacrificio, ma solo fonte di speranza e di vera beatitudine; di un Cristo velato e trasparente in ogni volto del Fratello bisognoso di giustizia, di aiuto, di amicizia, di amore”.

E la protezione di Maria Regina della Pace, dei santi Martino, Bernardino, Paolo VI ci accompagni nel cammino che oggi insieme iniziamo.

CPP

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Fare della quotidianità

BENVENUTO DEL VICESINDACO Caro Don Alberto, con gioia Le do il benvenuto a nome del Sindaco Diego Toscani e di tutta l’Amministrazione Comunale.

Troverà sicuramente una Comunità che La accoglierà a braccia aperte, pronta a continuare il proprio cammino di Fede con un nuovo compagno di viaggio, una nuova guida.

Una Comunità che prima di tutto vuole essere Famiglia solidale, attenta ai bisogni dei più deboli, disponibile al dialogo, convinta che per il bene comune sia necessario vivere in comunione con gli altri.

Una Comunità che pregherà con Lei e pregherà per Lei affinchè possa essere per noi testimone di Fede e Amore.

Concludo augurandoLe un buon cammino ma soprattutto facendoLe una richiesta: mi raccomando stia vicino ai nostri giovani perché come scrisse San Benedetto “ Spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore”.

Vice Sindaco Pedrali Valentina

BAMBINI, ADOLESCENTI E GIOVANI TI DANNO IL BENVENUTO! Caro don Alberto, noi bambini e ragazzi dell’oratorio abbiamo voluto con le nostre sciarpe colorate accoglierti con allegria nella nostra comunità. Insieme a te vorremmo essere un arcobaleno di colori che uniti camminano sulla via che Gesù ci ha mostrato.

Caro don Alberto, anche noi, adolescenti e giovani, con gioia ti diamo il benvenuto nella nostra comunità. In queste settimane la Chiesa intera con il Papa Francesco, si sta interrogando su qual è il nostro posto, su come possiamo incontrare il volto bello di Gesù. Ecco, a noi piace dirti oggi che siamo parte viva di questa comunità, che ci piacerebbe insieme a te conoscere la via regale del servizio come il Vangelo di oggi ci ha indicato.

A nome di tutta la comunità di Zanano-Noboli, ti facciamo dono di una pergamena che riporta una preghiera del grande papa Paolo VI, domenica proclamato santo. Alla sua intercessione, così come alle mani della Regina della Pace e dei santi patroni Martino e Bernardino, vogliamo affidare il tuo ministero e la vita della nostra comunità per assaporare insieme la vita bella, la vita di santità che Gesù ci offre.

Benvenuto e buon cammino in mezzo a noi!

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il luogo della nostra santità Noi giovani siamo contenti di poter accogliere don Alberto nel nostro oratorio. Alla fine della messa che ha tenuto per gli adolescenti e i ragazzi, a quest’ultimi ha regalato una penna da tablet con una luce sul tappino per indicarci tre significati precisi: quello di poter scrivere (a inchiostro, come segno che permane), quello di poter digitare (cioè lo “scrivere moderno”, lo “scrivere come noi, nel nostro linguaggio”) e quello di illuminare (essere fonte di luce). Un messaggio che delinea la sua intenzione nei nostri confronti: quella di accompagnarci, di comprenderci e di farci aprire agli altri e al mondo. È per noi fondamentale il suo ruolo di guida all’interno della comunità; abbiamo bisogno di un buon pastore che rimanga con noi nei prossimi anni e che si occupi anche di stare in mezzo ai più piccoli. Per questo auguriamo a don Alberto un buonissimo inizio, gli saremo tutti accanto!

Maria Chiara “Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possa concedere a una parrocchia, ed uno dei doni più preziosi della misericordia divina” Carissimo don Alberto, è con questa frase di San Giovanni Maria Vianney, protettore dei sacerdoti, che voglio darti il benvenuto nella nostra comunità di Zanano-Noboli.

Ti ringrazio, anzitutto, per aver detto “sì” alla Chiesa nella persona del vescovo Pierantonio, che nei mesi scorsi ha deciso di nominarti parroco della nostra parrocchia.

Il mio augurio, in questi anni che ci prepariamo a vivere insieme, è che tu possa essere davvero “un pastore secondo il cuore di Dio”, che non solo sappia custodire e condurre a Cristo il gregge a lui affidato, ma che sappia anche essere, per ciascuna delle sue pecorelle, un punto di riferimento e di sostegno, una guida, un padre.

Ti accogliamo dunque con tanta gioia e affetto offrendoti tutto il nostro entusiasmo e la nostra disponibilità per camminare insieme verso Gesù, come una grande famiglia! È molto bello, inoltre, ricordare e sottolineare la costante presenza materna di Maria nella tua vita: quando sei diventato sacerdote, nel 1987, la tua prima parrocchia (Villaggio Badia) era dedicata alla Madonna del Rosario; a Bovegno, dove sei stato dal 2007 al 2015, hai trovato la Madonna della Misericordia e adesso arrivi qui, nella tua nuova parrocchia, intitolata a Maria Regina della Pace... più bello di così!

Mi piace concludere con una citazione che Papa Francesco utilizza molte volte: “Che Dio ti benedica e la Madonna ti custodisca!”.

Mattia Garneri

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Fare della quotidianità Caro don Alberto, mentre unisco anche il mio accorato ‘benvenuto’ al caldo abbraccio di tutta la comunità, mi giunge alla mente un particolare di quel “ritorno del figliol prodigo”, che è frutto della genialità di Rembrandt. In questo dipinto, ciò che cattura l’occhio dell’osservatore è sapientemente rischiarato da un fascio di luce: un padre, con la vista consumata da un’attesa sofferta, abbraccia suo figlio che, abbandonata la superbia, si mostra nella sua fragilità. Egli non riceve passivamente quel gesto, ma abbandona tutto se stesso nell’abbraccio avvolgente, realizzato da due mani profondamente diverse tra loro, ma simbolo di un unico amore: una è maschile, trasmette sicurezza e sostiene con la fermezza di un padre, l’altra è femminile, accarezza, protegge, consola, accoglie con la dolcezza di madre. Sono mani che infondono nuova vita, che toccano e guariscono, donando speranza, fiducia, conforto. Mi piace pensare che, ogni volta che noi giovani ci sentiremo disorientati senza aver perso la speranza, svogliati senza aver rinnegato la via di casa, impauriti senza aver smarrito totalmente la rotta, tu possa aiutarci a riscoprire la bellezza dell’abbraccio di Dio, che sa darci forza e dolcezza. Desiderosi di intraprendere anche questo nuovo cammino, ti accompagniamo con la preghiera.

Lara

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il luogo della nostra santità

BENVENUTO DON ALBERTO Ecco bussi al cuore del nuovo gregge che il Signore affida alla tua Guida. Immagino l’ansia del passo posarsi sul futuro.

“Il Volto richiama lo sguardo e rimanda al cuore la luce degli occhi che proviene dalla carica d’amore che si coltiva nel proprio mondo interiore” (dalla Lettera Pastorale 2018 del Vescovo di Brescia Mons. Pier Antonio Tremolada).

Come uomo di DIO le persone desiderano il dono della Verità, Giustizia, Misericordia e speranza, compassione.

Carissimo Don Alberto, Ti chiediamo di aiutarci con la forza evangelica ad accendere la lampada della Vita. Fonte di luce, speranza e gioia; alimentandola sempre con l’olio della Parola.

Il mormorio dello Spirito Santo guidi con leggerezza i tuoi passi, oltrepassando la soglia delle apparenze.

Ti faccia scoprire la bellezza dei volti, il dialogo pacato e sereno di chi abbandona come un bambino i propri giorni fra le braccia del Signore. Noi tutti saremo la famiglia che non potrai fare a meno di amare.

Auguri Gloria Salvi

G.T.O. ARS ET LABOR Il G.T.O. Ars et Labor è lieto di dare il benvenuto al nuovo parroco, Don Alberto, presentandosi.

Siamo un gruppo di amici che, recitando commedie in dialetto, prosegue il lavoro della compagnia Ars et Labor fondata nel 1945 dall’allora parroco Don Salvatore Marchese, il quale asseriva che una commedia ben recitata valesse più di dieci prediche.

Noi del G.T.O. non abbiamo la presunzione di insegnare nulla a nessuno ma vogliamo dimostrare che un gruppo unito può far divertire “divertendosi”.

A questo proposito cogliamo l’occasione per anticipare che anche quest’anno stiamo preparando una nuova commedia che, come da tradizione, verrà presentata a Zanano la sera di sabato 22 Dicembre e replicata il pomeriggio di domenica 6 gennaio 2019.

Possiamo anche anticipare che sono state fissate le 4 date della rassegna “Sàres èn diàlet” presso il Teatro San Faustino con il patrocinio del Comune di Sarezzo; la prima serata inizierà sabato 12 gennaio, seguirà sabato 19 e sabato 26 gennaio con la presenza di tre note compagnie dialettali della Valtrompia e terminerà con la nostra rappresentazione il 2 febbraio 2019; sono previste altre repliche con date ancora da definire.

Siamo felici di poter collaborare con il nostro nuovo parroco anche se ancora non ci conosciamo ma abbiamo tanto tempo... vero Don Alberto?

G.T.O. ARS et LABOR

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Fare della quotidianità

CARITAS PARROCCHIALE La Caritas Parrocchiale è l’ente formato da volontari della Parrocchia coordinati dal diacono, che attraverso la vicinanza e l’aiuto al prossimo, sono segno evangelico della Chiesa che si prende cura dei piccoli, degli ultimi e dei deboli. La nostra Caritas distribuisce viveri alle persone e famiglie bisognose e svolge altre attività legate ai bisogni specifici delle persone. È aperta il martedì dalle 15 alle 17.30 per la distribuzione viveri e dalle 18.30 alle 20 (momento di ascolto).

Ogni primo martedì del mese alle ore 20 si tiene un momento di preghiera.

2a Giornata del povero - 18 NOVEMBRE 2018 PASTA 117,5 KG RISO 13 KG FARINA 3 KG ZUCCHERO 10 KG BISCOTTI 10 KG OLIO 14 LT LATTE 14 LT SCATOLAME (pelati, legumi…)

38,8 KG CAFFÈ 1 KG MARMELLATA 320 GR THE 200 GR CARNE 19,68 KG TONNO 19,68 KG ALIMENTARI INFANZIA 3,5 KG

TOT: 255 KG

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il luogo della nostra santità

NOTIZIE DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA MARIA IMMACOLATA Come ogni anno scolastico tutto si ripete: inserimenti, reinserimenti, superamento delle fatiche dovute al distacco dal genitore da parte dei bambini, ambientamento e consolidamento della relazione tra bambini e personale educativo.

Sembra scontato ma non lo è, questo perché ogni bambino si avvicina alla scuola con modalità differenti che dipendono da sé e dalla dimensione affettiva che vive all’interno della propria famiglia. La scuola mette in atto tutte le strategie per favorire questo processo attraverso la dimensione dell’accoglienza che passa dalla cura degli spazi, pensati per i bambini e dai tempi di inserimento, personalizzati in funzione delle fatiche e difficoltà del bambino.

Superata questa fase di transizione, tra la dimensione familiare e quella istituzionale della scuola, allora il bambino potrà sentirsi accolto, riconosciuto e protetto come persona che ha una storia e dei legami e trovare interesse: nelle proposte educative finalizzate a sviluppare in lui nuove competenze e abilità, nei nuovi compagni per ampliare la rete di relazioni e scoprire l’altro da se.

Questo è il lavoro che ogni anno noi personale educativo della scuola dell’infanzia Maria Immacolata ci apprestiamo a mettere in pratica con gesti, parole, sguardi e tanta professionalità e motivazione e vi assicuro non è un lavoro semplice.

Poi c’è tutta la fase della progettazione educativa delle diverse iniziative pensate per i nostri bambini: Progetti educativi di sezione, progetti per fasce di età, progetti aggiuntivi di Psicomotricità, di musica e poi per i bambini grandi un progetto specifico per favorire la costruzione dell’identità attraverso un percorso di scoperta di sé, del proprio corpo e delle emozioni. E siccome il ruolo educativo della scuola non si esaurisce dando attenzione solo al bambino ma sostenendo anche la dimensione educativa della famiglia, abbiamo messo in campo un percorso di 3 incontri per i genitori a carattere interattivo, con personale specializzato, per esplorare alcune tematiche riguardanti la crescita e l’educazione dei figli: il rapporto con le regole, la costruzione dell’identità del bambino ecc. Gli incontri rivolti ai genitori dei nostri bambini, si terranno a gennaio 2019 e la partecipazione è gratuita.

Anche nella fascia oraria del post scuola partiranno a breve due atelier per offrire alle famiglie un servizio aggiuntivo di attività extra scolastiche arricchenti sul piano ludico, espressivo e pratico, per prolungare in alcune giornate la permanenza del bambino nell’ambiente scolastico, consentendo al genitore di liberare anche del tempo per sé.

• L’atelier di rilassamento e respirazione • L’atelier di cucina Per quanto riguarda le ISCRIZIONI al prossimo anno abbiamo programmato due giornate di SCUOLA APERTA PER LE FAMIGLIE E BAMBINI. • SABATO 15 DICEMBRE DALLE ORE 10,00 ALLE 12,00 E DALLE 14,30 ALLE 16,30. Durante la giornata oltre a presentare gli spazi educativi e la progettualità della nostra scuola dell’infanzia, sono previste attività di animazione per i bambini.

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Fare della quotidianità Sarà possibile iscrivere i bambini e riservare il posto per l’anno scolastico 2019-2020 • SABATO 12 GENNAIO DALLE ORE 10,00 ALLE ORE 12,00. Visita degli spazi, presentazione del Progetto educativo e raccolta delle iscrizioni.

Vi aspettiamo numerosi!

La Coordinatrice D.ssa Doris Marchetti Per ulteriori informazioni visitare il sito della scuola: www.scuolainfanziazanano.it CONTATTI SCUOLA DELL’INFANZIA MARIA IMMACOLATA: TEL: 030 801533 - MAIL: scuolainfanziazanano@alice.it

INTREPIDA ZANANO L’ASD Intrepida Zanano dal 1948 è il punto di riferimento dello sport zananese.

Storicamente affiliata al CSI, cerca, attraverso il gioco, di trasmettere ai propri ragazzi sportività, amicizia ed integrazione sociale, i valori che caratterizzano lo sport cristiano. Quest’anno l’Intrepida sta disputando il campionato di calcio CSI di Promozione girone E con circa 25 atleti di età compresa tra i 16 e i 44 anni, e una decina tra dirigenti ed allenatori. Gli amici dell’Intrepida si trovano regolarmente in oratorio ogni martedì e giovedì dalle 19 alle 21 per gli allenamenti, e vi aspettano numerosi il sabato alle 15 per tifare assieme i ragazzi durante le partite di campionato.

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Fare della quotidianità

Lettera pastorale “IL BELLO DEL VIVERE” PROLOGO «Che cosa ti sta veramente a cuore?». Mi sono chiesto più volte da dove avrei voluto partire. Dal momento in cui ho avuto notizia della mia elezione a vescovo di Brescia, scosso dalla notizia e profondamente grato al Signore e anche a papa Francesco per la fiducia, ho cominciato a immaginare il mio cammino con questa Chiesa e mi sono domandato: «Che cosa ti preme dire anzitutto a chi ti accoglierà? Quale desiderio vorresti condividere da subito? In quale direzione vorresti muoverti insieme con loro?».

Un po’ di silenzio e di raccoglimento nella preghiera mi hanno condotto ad abbozzare questa risposta: «Vorrei, Signore, che noi, io e questi miei fratelli e sorelle nella fede, potessimo, nei giorni che ci darai, conoscere meglio il tuo volto; vorrei che il nostro sguardo si fissasse sempre più su di te, per lasciarci conquistare dalla tua rivelazione amorevole e liberante. E vorrei che ti assomigliassimo sempre più nei sentimenti e nelle azioni, che diventassimo con te e in te una cosa sola, per essere così veramente tua Chiesa. In una parola, vorrei che camminassimo insieme nella santità».

Mi risuonavano nella mente le parole detta Novo Millennio Ineunte, lettera apostolica del santo papa Giovanni Paolo il che, profeticamente, indicava netta contemplazione del volto di Cristo e nella santità propria dell’esistenza cristiana le due vie per la Chiesa all’alba del terzo millennio. Non era ancora stata pubblicata l’esortazione apostolica di papa Francesco, quarta del suo pontificato, dal titolo Gaudete et exsultate, il cui tema è proprio quello della chiamata alla santità nel mondo contemporaneo: l’abbiamo ricevuta in dono 11 19 marzo 2018. E già si prospettava l’evento di cui è stato dato recentemente l’annuncio ufficiale e che ci rallegra immensamente: il prossimo 14 ottobre papa Paolo VI sarà proclamato santo della Chiesa universale.

Così, in questa mia prima lettera pastorale alla diocesi vorrei parlare della santità. Da quando sono arrivato a Brescia ho avuto modo di constatare quanto sia ricca questa Chiesa: sto scoprendo via via le sue grandi energie, la generosità di tante persone, a cominciare dai sacerdoti, l’impegno serio e costante di molti nei vari ambiti della vita quotidiana. Mi piacerebbe che tutto convergesse verso quella che ritengo essere la nostra vocazione fondamentale e quindi anche la nostra principale missione: testimoniare la bellezza della vita che viene dal Vangelo e scaturisce dal mistero della morte e risurrezione del Signore Gesù. Per questo vorrei parlare in questa mia lettera pastorale della santità. Non però come un tema da trattare o un argomento da illustrare, ma come l’orizzonte nel quale collocarci. La santità vorrebbe essere la prospettiva nella quale camminare insieme come Chiesa, il fine cui tendere e ‘insieme’ lo spazio vitale in cui muoverci. La santità conferisce alla vita dei credenti la sua forma piena, unitaria e armonica. Diversi sono gli elementi e gli aspetti che intervengono a costituirla: di anno in anno mi piacerebbe che li mettessimo meglio in evidenza, per dare al nostro cammino di Chiesa una forma sempre più chiara. Il primo che vorrei sottolineare quest’anno è quello della preghiera, ma mi sta molto a cuore che non venga perso di vista l’insieme. Sono convinto che il senso ultimo del vivere, la sua bellezza e la sua verità, consistano nella risposta alla chiamata che Dio rivolge a tutti quelli che lo amano: «Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo!» (Lv19,2).

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Profilo di un Papa Paolo VI, è stato un forte amico di Dio, oltre che un grande Papa, che ha guidato la barca di Pietro in un momento di venti contrari e di mare agitato.

Resterà nella storia per il ruolo che ha avuto nel Concilio Vaticano II. Se, infatti, è di Papa Giovanni XXIII il merito di averlo indetto e aperto, si deve a Paolo VI l’averlo condotto avanti con mano sicura, rispettando in tutto la piena libertà dei Padri Conciliari, ma intervenendo opportunamente come Papa là dove era necessario intervenire. Egli fu il vero timoniere del Concilio.

Anche se fu poco compreso, Paolo VI resterà anche come il Papa che ha amato il mondo moderno, ne ha ammirato la ricchezza culturale e scientifica ed ha operato perché aprisse il cuore a Cristo, Redentore dell’uomo. Ha apprezzato e amato il mondo anche con i suoi problemi, le sue inquietudini e le sue speranze, fino a dire nelle note per il testamento: «Non si pensi di giovare al mondo assumendone i pensieri, i costumi, i gusti, ma studiandolo, amandolo, servendolo».

La sensibilità alle attese e alle inquietudini dell’uomo moderno portò Papa Paolo VI a cercare il dialogo con tutti, non chiudendo mai le porte all’incontro. E’ stato un Papa grande e geniale, che ha saputo compiere scelte coraggiose senza preoccuparsi dell’impopolarità che suscitavano, e un uomo di una spiritualità genuina e profonda.

Dice di lui il Card. Giovanni Battista Re, che lo ha conosciuto bene: “Al fondo del pensiero e dell’azione di Paolo VI c’è una vera spiritualità, fatta di preghiera, di meditazione, di sconfinato amore a Cristo, alla Madonna, alla Chiesa. L’attrattiva che aveva per la preghiera liturgica lo portò a curare e facilitare la partecipazione dei fedeli, impegnandosi nella riforma liturgica che porta il suo nome. Egli era una persona apparentemente fragile, fisicamente esile e con continui problemi di salute, ma dotato di una straordinaria intelligenza, di una singolare forza di volontà e di un’alta tensione spirituale, caratterizzata dall’inclinazione al raccoglimento, alla vita interiore e alla riflessione. Vi era in lui una tendenza mistica, che lo portava ad immergersi nel mistero di Dio contemplato e gustato.”

Questa spinta alla spiritualità si manifesta in lui già negli anni dell’adolescenza quando, a Chiari, saliva al Monastero dei Benedettini e vi restava a lungo, affascinato dalle liturgie dei monaci.

Si rivelò pure un grande educatore che provava un particolare trasporto nel dedicarsi alla formazione e alla maturazione degli studenti e degli universitari.

Negli anni in cui, oltre a lavorare in Segreteria di Stato, fu Assistente ecclesiastico della FUCI, egli mirò a formare le coscienze, rendendole capaci di offrire poi una forte testimonianza cristiana, che aiutasse ad avvicinare l’uomo moderno al messaggio di Cristo. Cercò di coinvolgere i giovani nella ricerca della verità, nella fatica del pensare, nell’autonomia di giudizio e nel senso di responsabilità. Si sforzò di formare dei laici che fossero dei protagonisti nell’evangelizzazione della società e coerenti nelle scelte, con la propria appartenenza cristiana.

Mons. Montini lavorò anche a sanare la divaricazione tra fede e cultura e a ristabilire un ponte fra la Chiesa e il mondo moderno.

In un mondo povero di amore e solcato da problemi e violenze di ogni genere, egli lavorò per instaurare una civiltà ispirata all’amore, la “civiltà dell’amore” da costruire nei cuori e nelle coscienze, è stata la guida e lo sforzo di tutta la sua vita.

Nell’orizzonte della civiltà dell’amore va compreso il suo alto magistero sociale, mediante il quale si fece avvocato dei poveri e denunciò le situazioni di ingiustizia. Fu vicino agli operai e fu molto sensibile al problema della fame nel mondo, al grido di angoscia dei senza tetto, alle gravi disuguaglianze sociali e alle 15

Fare della quotidianità sperequazioni nell’accesso ai beni della terra.

Il pontificato di Paolo VI fu, inoltre, caratterizza­to da alcune iniziative e da taluni gesti che meritano di essere collocati nella categoria di “primati”, perché furono compiuti per la prima volta da un Pontefice.

Egli fu il primo Papa a volare in aereo e il primo Papa a tornare in Palestina nella amata Terra Santa, compiendolo appena sei mesi dopo l’elezione al pontificato e mentre era in corso il Concilio.

Fu il primo Papa che, con gesto significativo, volle rinunciare alla tiara, togliendosela pubblicamente dal capo il 13 novembre 1964 e donandola ai poveri. La tiara fu poi venduta ad un museo negli Stati Uniti e il ricavato fu portato dal Papa nel suo viaggio in India e donato per i poveri.

Fu il primo Papa a recarsi all’ONU, dove si presentò come un pellegrino che da 2000 anni aveva un messaggio da consegnare a tutti i popoli, il Vangelo dell’amore e della pace, e incontrare i rap­presentanti di tutte le Nazioni e consegnare loro questo messaggio.

Fu il primo Papa a recarsi in Africa, in America Latina e in Estremo Oriente.

Paolo VI è anche il Papa che ha abolito la corte pontificia e che ha voluto che il Vaticano e la Curia Romana avessero uno stile di vita più semplice e una impostazione più pastorale e più internazionale, così che la Chiesa fosse più che mai al servizio dell’intera umanità.

Anche nei momenti drammatici della sua prossima dipartita nel suo discorso tenuto il 29 giugno 1978 dice: “Noi, che riteniamo nostra precisa consegna l’assoluta fedeltà agli insegnamenti del Concilio medesimo, abbiamo fatto programma del nostro pontificato la difesa della vita, in tutte le sue forme in cui essa può essere minacciata, turbata o addirittura soppressa”.

Giovanni Battista Montini si spegne il 6 agosto 1978, giorno della Trasfigurazione del Signore, ciò sembra la sua ultima lezione alla sua Chiesa, essere e camminare nella luce, come l’ultima preghiera. Paolo VI servo dei servi di Dio.

BATTESIMI

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il luogo della nostra santità

Omelia messa di ringraziamento Zanano 16 settembre 2018 La lettura evangelica di questa domenica ci ha avvicinato al cuore del vangelo secondo Marco, al punto in cui, come salendo su un crinale, si raggiunge una cima e nello stesso tempo si scopre di dover salire ancora, per vie ancora più affascinanti... è un po’ come salire su un monte alto.

Come quando si sale al Guglielmo passando da Caregno. Dopo gli Stalletti si arriva finalmente sotto l’ultimo grande dosso, sembra di essere già arrivati eppure l’ultimo tratto sembra non finire mai.

Siamo quasi nel punto “più cuore” del Vangelo secondo Marco: la Trasfigurazione.

La prima domanda sulla fede ci porta a chiederci se siamo rimasti come Pietro alla dichiarazione: Tu sei il Cristo.

Gesù stranamente sembra sospettoso di queste dichiarazioni. Impone il silenzio e richiama a credere in un Messia, per nulla potente: Pietro invece ha in mente un altro modello, un modello vincente. Quello di Gesù è un modello alternativo ai criteri umani: Noi cerchiamo di vincere con la forza, il Padre di Gesù vince attraverso la debolezza; noi cerchiamo di modificare la storia attraverso la violenza, il Padre attraverso l’amore.

Dio non salva attraverso l’onnipotenza, ma attraverso l’impotenza.

Ha scelto le cose deboli per confondere le cose forti.

Ha chiamato me e voi per compiere il suo disegno d’amore, perché donando la nostra vita possiamo contribuire all’opera della creazione e redenzione del mondo...

Posso sbagliarmi ... ma ho come l’impressione che la nostra educazione alla fede ci fa’ dire che Gesù è il Figlio di Dio e si ferma lì dove Gesù dice di tacere...

Non va oltre nel dire quali sono i criteri sottesi alla vita di Gesù: il rifiuto del potere, del modello vincente, dei falsi ideali, il rifiuto della forza e della violenza, il dono di sé che non è solo scelta per gli ultimi momenti della vita.

“Credi tu questo?”

E’ su questa domanda che si gioca la nostra vita, la nostra fede!

Se dicessimo: Gesù è il Signore ma poi i nostri modelli fossero altri... capite!!

“Dai loro frutti li riconoscerete” E ancora: “Vedano le vostre opere belle e diano gloria al Padre vostro che sta nei cieli”...

C’è perfetta sintonia tra “opere belle” e “rinnegare sé stessi”: perché rinnegare se stessi non significa essere incolori, sbiaditi, significa non guardarsi l’ombelico, non essere ripiegati su se stessi, sulle proprie cose, non occupare noi con il nostro “io delirante” tutto lo spazio ...

Significa non occupare ma servire, e servire con gioia...

Alla fine vi donerò un piccolo pesce e un cartoncino che potrete conservare 17

Fare della quotidianità con la pagina di San Paolo che abbiamo ascoltato come seconda lettura e che non credo debba essere commentata ed è, sempre, il pesce un autentico rimando a Gesù.

L’acrostico della parola “pesce” in greco è: Gesù Cristo, Figlio di Dio, salvatore.

Facile incontrare questo segno nelle Catacombe o come segno di riconoscimento nell’antichità. All’estero molti mandano un messaggio su Gesù mettendo un pesce stilizzato sulla propria automobile...

Ancora una volta vi dico e vi assicuro: non ho avuto altro da darvi, non ho voluto darvi altro che non fosse il Signore Gesù...

E allora restiamo legati al Vangelo: è l’unica ricchezza che abbiamo. Restiamo attaccati alla fede, alla vita sacramentale, alla vita comune, oratoriana...

Grazie perché in questi anni mi avete dato la vita e mi avete dato vita, soffio, respiro.

Mi avete fatto vivere: non credo per me che questa esperienza sia in qualche modo ripetibile, non solo perché ogni esperienza umana è unica, ma perché è stato grande quello che è passato tra di noi. Grazie di cuore per la vita che mi avete donato...

Ho ben presente l’incontro con un grande anziano, oggi novantenne, forse l’unico che mi parla sempre in dialetto (e mi chiama “don Sezer”) e mi disse nei nostri primi giorni: “Non è a noi che ti devi dedicare, ma ai più giovani, noi la nostra vita l’abbiamo già vissuta”...

E così ho cercato di servirvi tutti, senza dimenticare nessuno, privilegiando i più giovani che non sono il futuro della Chiesa, ma il presente più bello e impegnativo...

Dopo l’esperienza travolgente del Grest di quest’anno, alcuni di voi mi hanno fatto ascoltare alcune canzoni dello “Stato sociale” e di “Irama” voglio usarle per rivolgervi un’ultima parola...

Siete stati capaci di essere sempre, in ogni giorno, “la colonna sonora più bella della mia vita” e “siete stati per me non stelle ma una scintilla”, “finché ci saranno uomini e donne come voi il mondo non sarà degli scemi”... ma fate attenzione al virus, vergogna dell’umanità, che è il razzismo... Non dimenticate mai il genocidio dei Cristiani Armeni all’inizio del secolo scorso e la Shoa e le stragi tra Hutu e Tutsi del 1994 in Ruanda e Burundi, perché non abbiamo più a ripetere questi orrori: ogni uomo è mio fratello!

Gesù è venuto solo per dirci questo: avete un Padre unico, siete tutti fratelli...

Abbiate sempre cura dei più piccoli, dei più deboli, di quelli che nessuno vuole, rimanete con fiducia in Oratorio.

Non tornerò più a celebrare la messa a Zanano: è giusto così... ma la mia casa sarà sempre aperta per voi e anche tutte le chiese di Montichiari (sono solamente 30...)

Mi piace ricordare il compimento della vocazione di molti: quanti matrimoni, dall’ultimo di Marco e Romina, a quelli di Giorgio e Laura, ai prossimi Ivan e Irene, Mattia e Silvia, all’ordinazione di Don Luca, all’accoglienza del diacono Domenico, all’accompagnamento di Luca Lazzari e di Catalin Dan... Momenti di compimento e di inizio e quanti altri gesti di vita quotidiana che ci hanno arricchito e rimarranno sempre un tesoro: “Perché con voi l’amore non è stato impossibile, .. sono state tutte albe i nostri tramonti, con voi la vita è stata facile... con voi l’amore non è stato fragile, sono stato così libero da poter essere debole”... avete visto e toccato con mano la mia debolezza... solo Lui sa quanto bene vi ho

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il luogo della nostra santità voluto.

Un grande “poeta” italiano, Renato Zero, nella sua “Nei giardini che nessuno sa”... canta queste parole che parafrasando vi dedico: “Quella suora ha un bel carattere ci sa fare con le anime”: come non pensare a Madre Rosina e a tutte le suore bellissime che ci hanno fatto crescere. Ricordando loro voglio ricordare tutti gli educatori, animatori e i catechisti /e che ci hanno accompagnato in questa avventura...

Ai più giovani dico: Sappiatelo: solo Lui non vi abbandonerà mai, non siate mai spettatori malinconici della vostra vita; non abbiate fretta di crescere perché il vero miracolo siete voi.

Ed ora mi piacerebbe poter parlare al cuore di ognuno: “Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi”, gli occhi di Gesù per guardare il mondo come lo guarda lui. Darti “l’energia, l’allegria per strapparti ancora sorrisi, dirti si”, qualche no, “e riuscire a farti volare, senza più quel peso sul cuore...”

Come è grande il mistero della Confessione che abbiamo tante volte celebrato insieme...

“Curare le tue ferite e poi vederti ridere e correre ancora, non dimenticare mai la domenica come giorno del Risorto... ne hai bisogno per non morire di fame...

Nei giardini del nostro Oratorio quanta vita è passata in questi nostri giorni, “come è stato bello stringerti, abbracciarti” e fare l’esperienza di ogni papà e mamma: ma come?, ieri era un bimbo e oggi è un uomo, una donna e cantare Gesù che è la Vita perché ti ha fatto così... “e ritrovarsi qui a difenderti”... sempre ho cercato di difenderti proprio perché il bene di un papà può essere solo un amore esigente che ti porti ad essere quello che devi diventare... siamo niente senza fantasia, sappi coltivare sempre sogni di bellezza... non avere paura quando il vento soffierà forte...

Non si è trascinata la vita nei nostri cortili... Quanta vita nei cortili dell’Oratorio!

E allora, Signore Risorto, a noi due: Me li hai affidati oggi te li restituisco, li ho amati a volte più di quanto ho amato te e spero tu non ti fermerai a questi dettagli nel giorno del mio giudizio: e allora “sorregili, aiutali, non lasciarli cadere, sono esili, fragili, non negargli un po’ del tuo amore; sono fatti di stelle gli uomini e le donne e brillano perché “li hai fatti poco meno degli angeli”...

Non lasciarli perché quando arriverà anche per loro sorella morte (che avrà i tuoi occhi, Signore) rimanga sorpresa, a bocca aperta, perché si troverà dinnanzi opere dell’arte, veri capolavori di umanità”.

San Paolo scrive ai cristiani di Filippi e a tutti noi: “In ogni caso vivete la vostra vita comunitaria in modo degno, secondo il messaggio dell’Evangelo di Cristo.

Può darsi che io possa venire da voi e vedervi, oppure che io debba solo avere vostre notizie da lontano; comunque, mi auguro di sentire che siete uniti saldamente in un medesimo spirito, e che lottate in pieno accordo per la fede che nasce dal vangelo di Cristo.

Fate ogni cosa senza lamentarvi e senza tante discussioni. In mezzo a tutti risplendete come stelle nel cielo, e tenete alta la Parola che dà vita.

Quando Cristo verrà, potrò allora essere fiero di non essermi stancato e affaticato inutilmente...

Io sono contento e vi comunico la mia gioia. Rallegratevi e siate contenti con me”...

Ecco: è questo il mio augurio, la mia preghiera, il mio grazie.

Per i giovani e per tutti.

Con tanto amore. Amen

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Fare della quotidianitĂ

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il luogo della nostra santitĂ

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Fare della quotidianità SITUAZIONE ECONOMICA Mese di maggio 2018 Entrate: elemosine 2.647,00 – sacramenti 950,00 – abb. Voce Amica 2.300,00 – rimb. spese spogliatoi 2.000,00 – affitti 545,00 – campo raccolta 70,00 - varie 125,00 Uscite: sacerdoti e laici 1.000,00 – utenze 2.530,54 – 2% Curia 1.410,00 – abb. riviste 174,00 - spese bancarie 17,83 – varie 200,00 Mese di giugno 2018 Entrate: elemosine 1.694,50 – sacramenti 950,00 – candele 942,00 – abb. Voce Amica 205,00 – affitti 515,00 – campo raccolta 2.216,28 – varie 200,00 Uscite: sacerdoti e laici 600,00 – utenze 1.501,51 – candele 500,00 – manutenzioni 950,00 – Voce Amica 1.250,00 – spese bancarie 146,74 – varie 108,80 Mese di luglio 2018 Entrate: elemosine 2.063,00 – sacramenti 900,00 – abb. Voce Amica 640,00 – vendita libri 197,00 – affitti 400,00 – varie 100,00 Uscite: sacerdoti e laici 600,00 – utenze 1.559,22 – abb. riviste 195,00 – manutenzioni 698,94 – TARI 428,00 – spese bancarie 34,44 – varie 159,00 Mese di agosto 2018 Entrate: elemosine 1.371,00 – candele 377,00 – abb. Voce Amica 20,00 – affitti 400,00 – campo raccolta 1.297,38 – da Happy Handy Day 500,00 – varie 200,00 Uscite: sacerdoti e laici 1.300,00 – utenze 54,61 – assicurazioni 6.041,00 – spese bancarie 27,66 Mese di settembre 2018 Entrate: elemosine 2.878,00 – sacramenti 850,00 – affitti 505,00 Uscite: sacerdoti e laici 600,00 – utenze 985,26 – abb. riviste 50,00 – spese bancarie 21,03 – ostie e particole 150,00 – Voce Amica 1.550,00 – varie 350,76 Mese di ottobre 2018 Entrate: elemosine 2.668,00 – sacramenti 220,00 – candele 478,00 – campo raccolta 430,00 - affitti 450,00 Uscite: sacerdoti e laici 850,00 – utenze 1.433,81 – manutenzioni 150,00 – TARI 428,00 – spese bancarie 145,33 – libri 879,00 – varie 239,06 SITUAZIONE DEBITORIA AL 31.10.2018 Banche - 46.098,00

Anagrafe Parrocchiale Rinati dall’acqua e dallo Spirito ABRAMI MADDALENA di Alberto e Cabassi Eleonora Nata il 13.4.2018 Battezzata il 2.9.2018 BUOSO GIANLUCA di Maurizio e Assisi Roberta Nato il 14.5.2018 Battezzato il 6.10.2018

Uniti in Cristo Gesù FERRARI MARCO E OTTELLI ROMINA

14.9.2018

ZANAGNOLO IVAN E LONGO IRENE

13.10.2018

SAVARDI MATTIA E BEFFA SILVIA

20.10.2018

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il luogo della nostra santità

Affidati alla misericordia del Padre

Tanfoglio Palmira Pansera

Adanti Giorgio * 11.4.1947 † 13.7.2018

* 9.10.1931 † 5.9.2018

Ambrosini Ambrogio

Zubani Lucia

Emidia Anna Seneci Ved.Antonelli

* 16.4.1927 † 12.7.2018

* 29.1.1925 † 5.9.2018

* 9.11.1927 † 14.9.2018

Soldi Luigi

* 2.7.1946 † 11.9.2018

† Taboni Fausto di anni 68 † 20.9.2018

Mangiavini Pierina * 22.12.1936 † 9.10.2018

Gentile Elvira Ved. Pedretti

Guerini Ernesto

Bolognini Lodovico

Guerini Pietro

* 11.9.1926 † 6.10.2018

* 28.1.1924 † 21.9.2018

* 9.11.1925 † 22.10.2018

* 27.3.1940 † 11.11.2018

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Maria Elisabetta Tanfoglio * 9.12.1926 † 8.10.2018

Narciso Antonini * 28.12.1942 † 24.11.2018