Un insegnante insoddisfatto finirà per fare del male a se stesso e non farà del bene neanche ai suoi studenti. Dopo ore di lezione ci sentiamo spesso svuotati perché quello dell’insegnante in aula è un mestiere faticoso, che comporta l’impiego di notevoli quantità di energia psicofisica. Dispiace che spesso queste energie non si trasformino in ciò per cui le abbiamo spese: contribuire alla sana educazione dei nostri allievi.
Per impiegare bene il nostro tempo ed esserne gratificati, occorre una “competenza seconda” fondamentale: l’arte della relazione.
Queste pagine suggeriscono il modo per recuperare efficacia all’insegnante lungo due filoni d’intervento: la facilitazione dei processi di apprendimento mediante la mobilitazione dell’attenzione e della motivazione intrinseca, e la mediazione delle conoscenze.