Cosa c'è di male nel desiderare una scuola migliore e nuovi paradigmi che la rendano più bella e più felice e anche più proficua?
Proviamo, allora, a pensare alla scuola come un luogo di possibilità.
Un grande “parco giochi” nel quale le menti, i cuori e le anime possano giocare a sviluppare i propri talenti, allenare le proprie emozioni, fortificare le abilità e prepararsi per la seconda parte della vita: quella di adulti che dovranno portare il loro meglio nella società attraverso il loro lavoro.
Certo, le difficoltà economiche non aiutano, il precariato e tanti altri innegabili problemi esistono. Ma crediamo di produrre effetti positivi pensando negativo e cercando sempre quello che non va? Non è giusto cedere a facili disfattismi.
Questo lavoro è una proposta, un tentativo concreto di portare nelle scuole, attraverso un ampio e articolato supporto metodologico, pratiche di educazione alla felicità.