LE ULTIME TESTIMONIANZE REALI SULLA FEMINA AGABBADORA:
“Vedo una pietra del muro che mi incuriosisce: è diversa dalle altre. E’ di forma regolare, rettangolare, mentre le altre sono di forma irregolare, come in tutti i muri a secco realizzati con il granito. Mi avvicino e vedo che, nella parte superiore del cantonetto, c’è incastrato un piccolo cuneo sempre di granito. Estraggo il cuneo e la pietra cade. Chiudeva una nicchia; all’interno un martello di legno e dei piccoli frammenti di orbace nero. Quello che ho cercato per dodici anni, finalmente, l’ho trovato.”
• Era buio, la stanza era illuminata da un lumino con olio di lentisco, l’accabadòra entra nella casa – trovata la porta aperta – si siede accanto al capezzale, carezza la testa del tardo a morire, gli cantilena il rosario, poi una delle tante nenie per addormentare i bambini. Infine una botta secca sul cranio, con un suo attrezzo avvolto nell’orbace spesso e nero. • Nel confessionale una donna di circa 80/85 anni, zia.............., parlava lucidamente: una donna minuta, dal viso ovale incorniciato da un fazzoletto marrone, mani bianchissime e affusolate. D. Cosa le ha raccontato? R. Mi ha detto: "Sono una che aiuta a morire. Sono stata incaricata da Dio. L'ultimo mio intervento è stato qualche mese fa... • A Sant’Andrea Frius vi era alla fine dell’ottocento un artigiano che oltre a produrre manualmente attrezzi agricoli costruiva dei martelli di circa una cinquantina di centimetri che venivano utilizzati dalla Femina Accabadora per dare il colpo di grazia. • Mi confermò che, in alcuni casi, era intervenuta proprio per mettere fine alle sofferenze di persone che, purtroppo, erano in fase terminale.
PierGiacomo PALA
A G A B B A D O R A
PierGiacomo Pala
ANTOLOGIA della femina
AGABBADORA TUTTO SULLA FEMINA AGABBADORA
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PierGiacomo Pala è nato a Luras (OT) il 18 novembre 1956. Cultore e appassionato di tradizioni popolari. E’ proprietario e curatore del Museo Etnografico GALLURAS. Ha cominciato a raccogliere materiale etnografico all’età di dodici anni. Nel 1981 acquista un palazzotto nella via centrale di Luras e inizia i lavori di restauro conservativo. E’ in questo edificio che nel 1996 apre il Museo GALLURAS, il museo della femina agabbadòra, dove sono esposti oltre 5.000 reperti. Sempre nel 1981, da un amico di Luras, viene a conoscenza della pratica della femina agabbadòra e dal quel momento inizia la sua ricerca su quest’argomento.