MeetPRESS numero 05 sfogliabile

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MEETPRESS AZIENDE, TERRITORIO E TU

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IN QUESTO NUMERO

SOMMARIO aprile/maggio 2017 5

Editoriale

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e-vai: il car sharing regionale, intelligente e economico

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Varese: la “città giardino” ancora più verde. Intervista a Dino De Simone

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Unibirra: assetati di sapere. Intervista a Silvana Giordano

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Il Museo Etnografico di Besnate

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Struqturenergy: quando l’efficienza è una questione di stile

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DIRETTORE RESPONSABILE: Vincenzo Morreale redazione@meetus.varese.it GRAFICA: Carmelo Sarnicola grafica@meetus.varese.it IMMAGINE DI COPERTINA (E-Vai car Sharing. Foto di Cristina Dei Poli)

TIRATURA 10000 copie MeetPress è iscritta al Pubblico Registro Stampa di Busto Arsizio Num. R.G. 2360/2016 - Num. Reg. Stampa 6

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Per la redazione di alcuni contenuti di questo numero ringraziamo la gentile partecipazione di

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Meetpress Cari lettori, è con grande soddisfazione che vi diamo il benvenuto alla lettura di questo quinto numero di Meet Press. Un grande traguardo per noi essere arrivati fino a qui, ogni giorno più vicini alle aziende, alla pubblica amministrazione e a tutti voi con l’entusiasmo che ci ha contraddistinto sin dal primo numero. Sì, perché già dopo pochi mesi vediamo sotto i nostri occhi espandere sempre di più la rete Meet Us, per mettervi in contatto con imprese e istituzioni attraverso un linguaggio nuovo e al tempo stesso semplice. Come di consueto sulle nostre pagine sempre e solo “buone notizie dalla nostra provincia”: tutto quanto è nuovo, tutto quanto è smart e tutto quanto è green. In questo numero parliamo di mobilità sostenibile con “E-Vai”, il car sharing delle Ferrovie Nord. Un importante strumento verso la diminuzione dell’inquinamento e una grande opportunità per risparmiare notevolmente sugli spostamenti non solo a livello cittadino ma regionale. Sempre per restare in tema segnaliamo che per la nostra rubrica riservata alla pubblica amministrazione abbiamo intervistato Dino De Simone: assessore all’ambiente, benessere e sport del Comune di Varese. Altra sfida green di cui parliamo in queste pagine è quella rappresentata da Struqturenergy che si occupa di ottimizzare l’efficienza energetica per le aziende. Unibirra è invece la protagonista del nostro spazio riservato all’eno-gastronomia locale. Una realtà fra le poche a livello nazionale che coniuga formazione specializzata nel campo birraio con un locale riservato alla degustazione di birra di qualità accompagnato da una cucina particolare. Un tuffo nel nostro passato infine con il museo Etnografico e della Civiltà Contadina di Besnate, dove riscoprire le nostre radici e riflettere su come potrà essere il nostro futuro.

Buona lettura Vincenzo Morreale 5


MEETUS GREEN

e-vai

il car sharing regionale intelligente ed ecologico di Vincenzo Morreale - foto di Cristina Dei Poli

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a città del futuro parte dalla mobilità sostenibile: E-Vai è il primo car sharing ecologico di Ferrovie Nord con copertura regionale. Un’auto in car sharing sostituisce in media sei vetture private, riducendo non solo il traffico e i problemi di parcheggio, ma anche le emissioni nocive. La particolarità del servizio proposto da FNM è anche quella di colmare molti limiti, prevalentemente culturali, che scoraggiavano l’utenza ad avvicinarsi ad un servizio di car sharing. Prima di tutto non

è necessario alcun badge per accedere alle vetture: le auto si aprono con un semplice SMS. Non è prevista nessuna quota di iscrizione e l’utilizzo delle vetture si paga soltanto per il tempo di effettivo utilizzo ad una tariffa molto vantaggiosa. Il parco auto di E-Vai è costituito da più di cento vetture, in prevalenza auto elettriche e a basso impatto ambientale, ed è presente in trenta località della Lombardia con più di novanta postazioni (molte delle quali sono proprio in prossimità delle stazioni ferroviarie per

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Car Sharing: viaggiare “smart” piace agli italiani L’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility ha contato 6,5 milioni di noleggi nel 2015

Un trend in crescita quello della mobilità sostenibile e alternativa all’automobile di proprietà. Lo dice uno studio statistico dell’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility promosso dal ministero dell’Ambiente e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Il fine è quello di creare un tavolo di cooperazione tra gli operatori di mobilità condivisa, le istituzioni, i Comuni e la società civile per analizzare i trend e i potenziali sviluppi di fenomeno come il car sharing, il car pooling e il ride sharing (condivisione di viaggi su mezzi privati). Nel nostro paese sono 5.764 le auto al servizio dei car sharing, operanti in 29 città e utilizzate da 700.000 utenti nelle due formule “free floating” (l’auto che si preleva e si lascia ovunque) e “station based” (si preleva e si lascia in appositi spazi). Come riporta l’Osservatorio, “il numero di veicoli condivisi globalmente in Italia tra il 2013 e il 2015 è quadruplicato, mentre il numero degli iscritti e dei noleggi è cresciuto rispettivamente di dodici e trenta volte. Tutte le 12 città italiane con popolazione maggiore di 250.000 abitanti dispongono di almeno un servizio di car sharing”. Un fenomeno che tuttavia fatica a diventare realtà in 89 capoluoghi di provincia e non è ancora presente in due grandi città del sud come Reggio Calabria e Messina. Nella classifica della smart mobility svetta Milano con il 34% delle vetture in servizio e ben 370.000 iscritti ai servizi di sharing mobility. Segue la capitale con il 26% dei veicoli e 220.000 utenti, Torino (16% dei veicoli) e Firenze (11%). In Italia nel 2015 sono stati fatti complessivamente circa 6,5 milioni e mezzo di noleggi con una percorrenza complessiva di 50 milioni di chilometri. La conseguenza più che prevedibile è la diminuzione delle auto circolanti e del traffico con un sostanziale abbattimento delle emissioni di anidride carbonica.

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MEETUS GREEN

permettere a chi arriva in treno di proseguire il proprio viaggio a basso impatto ambientale e in completa autonomia), dove si possono ritirare e riconsegnare le automobili del car sharing. Ma i vantaggi sono rappresentati anche dall’assenza di costi per il parcheggio sulle strisce blu in diverse località (Varese è una di queste città), mentre in molti comuni convenzionati si ha anche libero accesso a corsie preferenziali e ZTL. Ogni mese sono circa duemila i noleggi effettuati, della durata media di tre ore

ciascuno. Dall’avvio di E-Vai, nel dicembre 2010, si sono risparmiate circa duecento tonnellate di CO2 e le auto elettriche hanno circolato per più di un milione di chilometri in tutta la regione. Oltre che in diverse città nell’hinterland milanese e in provincia di Milano, E-Vai è presente nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Mantova, Monza Brianza, Pavia, Lodi, Sondrio e Varese. Le auto sono disponibili anche presso gli scali aeroportuali di Milano Linate, Malpensa e Orio al Serio.

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PAROLA

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Foto di Nadia Ripamonti

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Varese

la “città giardino” ancora più verde intervista a Dino De Simone di Vincenzo Morreale - foto di Nadia Ripamonti

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roseguono le interviste di MeetPress con gli amministratori della provincia di Varese. Per questo numero cinque abbiamo incontrato Dino De Simone: assessore all’ambiente, benessere e sport del Comune di Varese.


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e Simone vuole raccontare ai nostri lettori la sua esperienza come amministratore a Varese? Di cosa si occu-

Varese è conosciuta come la “Città Giardino”. Che cosa ha in mente in merito alla valorizzazione di ville e parchi? Il Sindaco in primis ha posto l’accento sulla proposta di organizzare un Festival dell’Ambiente e del Paesaggio che veda la valorizzazione delle incredibili Ville e dei Giardini pubbliche e private presenti a Varese. Su questo tema la sensibilità della Giunta è altissima: dal Vicesindaco, che è esperto di livello internazionale sul tema, fino all’Assessore alla Cultura che ha colto subito questo valore intrinseco del nostro territorio. Le Ville e i Giardini, pubblici e privati, saranno un elemento distintivo per il rilancio di Varese.

pa? L’attività che riguarda l’assessorato ambiente benessere e sport è molto varia. L’idea di fondo è quella di un assessorato alla qualità della vita. Se infatti articoliamo le tematiche vediamo un collegamento molto stretto tra le politiche ambientali, che mirano a preservare e migliorare l’ambiente nel quale viviamo, quelle sportive, che mirano a promuovere la pratica e la cultura dello sport e della salute dai più piccoli agli anziani. L’unione si chiama: benessere, lavorare per dare ai varesini più benessere possibile.

Secondo lei la mobilità “green” come può essere incentivata? Sappiamo del recente “piano sosta” cittadino che riguarda principalmente il trasporto privato su gomma e del valido car sharing di FN ma quali possono essere secondo lei delle alternative pratiche e innovative? La mobilità sostenibile deve essere il centro delle attività legate alla nuova viabilità varesina: accanto al nuovo piano della sosta, innovativo e coraggioso, dovremo redigere un nuovo piano della mobilità sostenibile. All’interno inseriremo una parte relativa alla mobilità elettrica, che ormai non è il futuro... è il presente. Nel piano della sosta abbiamo previsto la gratuità per le auto elettriche e per le ibride nei parcheggi con strisce blu, un piccolo passo di accompagnamento che abbiamo voluto fare. A Varese dovrà essere bello muoversi con biciclette, anche con pedalata assistita elettrica, con il motobike sharing che potrà affiancare il bike sharing che dovremo rilanciare, ma non solo. Il car sharing di e-Vai è il primo, ma speriamo e contiamo di attivarne altri. A questo si aggiunge il miglioramento del trasporto pubblico locale che dobbiamo avviare. In tal modo l’uso dell’auto diventerà una delle tante opzioni per muoversi, e non necessariamente la migliore... anzi.

Quali politiche intende attuare a breve e lungo termine sui temi legati alla riduzione del consumo energetico nelle strutture comunali? Il mio lavoro è a stretto contatto con il collega ai Lavori Pubblici Civati, con cui abbiamo una totale condivisione di idee e principi. Il primo atto che abbiamo fatto è stato proporre un progetto di riqualificazione strutturale e integrale di una scuola comunale: la Silvio Pellico. Abbiamo ottenuto due milioni di euro dalla Regione e la scuola diventerà un edificio nZEB (i famosi edifici a consumo di energia quasi zero). Parallelamente occorre ragionare su tutto il resto del patrimonio pubblico. Oggi le migliori esperienze nazionali e internazionali vedono il contributo di Energy Service Company che affiancano gli Enti Pubblici per l’efficientamento energetico. Stiamo lavorando per affrontare il problema in modo ampio, complessivo e strategico. Un aspetto importante finora trascurato è quello relativo alla redazione di un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile, il cosiddetto PAES, legato alla Covenant of Major che lega moltissimi Enti di tutta Europa nel definire strategie, misure e azioni per l’efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La sua idea sul futuro dello sport varesino? Lo sport varesino si deve basare su alcuni pilastri fondamentali: A) la diffusione di una cultura sportiva diffusa, che veda coinvolti tutti i cittadini di ogni classe di età. Questa cultura è legata al benessere e alla salute. Rappresenta anche la base per lo sviluppo dei cittadini di domani: rispetto per le regole, per l’avversario, per i propri compagni, ricerca del successo senza sopraffazione ma attraverso la competizione leale e giocosa, nonché attraverso una sana e bella fatica. B) la riqualificazione delle palestre e dei campetti di quartiere, senza i quali non è possibile svolgere un’attività sportiva in modo dignitoso e sicuro. C) la valorizzazione di eventi sportivi che siano catalizzatori di attenzione sovracomunale, utilizzando lo sport come attrattore di un turismo sportivo che esalti le bellezze del nostro territorio. In merito alla sua delega al decoro urbano cosa ne pensa della situazione dell’area stazioni? Nel comparto stazioni stiamo lavorando per la realizzazione di un progetto veramente importante. Pensiamo che solo attraverso il ridisegno dell’intera area, senza la costruzione di nuova volumetria o l’inserimento di edificato inutile, si possa dare nuova vita a quel comparto. Il primato dovrà essere dei pedoni, delle biciclette (grazie anche ad una bella velostazione),

per rendere l’area viva, più accogliente e vitale. Ma non solo: occorrerà risolvere i problemi legata all’insicurezza e alla pericolosità di alcune zone (ad esempio l’attraversamento pedonale davanti alle Nord). L’area sarà anche più verde, con l’utilizzo intelligente delle alberature urbane più innovative e funzionali. Nei prossimi mesi presenteremo il progetto e nei prossimi anni lo porteremo a termine.

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Come ultima domanda vuole parlarci delle Linee Guida provinciali per la sostenibilità energetica in edilizia? Abbiamo fatto partire un tavolo di lavoro comunale per la sostenibilità energetica in edilizia. Il pensiero guida è quello di sviluppare e favorire la riqualificazione energetica dell’edilizia privata esistente. Questa è la vera sfida. La città di Varese dovrà rigenerarsi attraverso l’apertura di cantieri di riqualificazione energetica dei condomini, delle abitazioni. L’unica vera uscita dalla crisi economica passa attraverso il rilancio dell’edilizia di qualità, quella che mette mano alle strutture esistenti e le rende migliori, più belle e performanti. Dobbiamo mettere insieme professionisti, artigiani, costruttori e imprese edili, ma anche le banche. E quindi parlare ai cittadini, agli amministratori di condominio, a tutti coloro che sono soggetti attivi di questa partita.

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a r r i b i n U

ENOGASTRONOMIA

E R E P A S I D I T A T ASSE Intervista a Sil

vana Giordano

di Vincenzo Morreale - foto di Cristina Dei Poli

Vuole presentarsi ai lettori di MeetPress? Sono Silvana Giordano e sono uno dei tre soci fondatori di Unibirra insieme a Stefano Baladda e Samanta Belli. Siamo innanzitutto tre amici che hanno lavorato per quindici anni insieme per l’Università della Birra di Azzate. Quando l’azienda ha dovuto chiudere per la scomparsa prematura del proprio fondatore abbiamo deciso di continuare l’attività didattica mettendoci in società e abbiamo creato Unibirra. Unibirra per noi significa “Uni” come “università” ma anche “Uni” come “uniti dalla birra”. Come

amo dire, sotto questa passione siamo “rinati”, abbiamo creato un nuovo marchio ma abbiamo continuato a fare quello che abbiamo sempre fatto, ovvero corsi di formazione, locale aperto al pubblico, consulenze, beer shop e adesso anche lo street food. Dove si trova Unibirra? Siamo ormai da tre anni a Calcinate del Pesce. La location è molto più visibile rispetto alla precedente ma ha sempre tutte le caratteristiche adatte alle nostre esigenze,

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fanno un corso di questo tipo prima di aprire proprio per poter capire come gestire al meglio un locale. Facciamo anche corsi per semplici appassionati, quel tipo di pubblico che vuole avere giusto un’infarinatura del mondo “birra” e che desidera seguire un corso di produzione per potersi fare la birra in casa. Chi frequenta i vostri corsi? I nostri utenti provengono da tutta Italia così come succedeva per l’Università della Birra ad Azzate. Sono molto eterogenei: puoi trovare il privato che vuole aprire un pub e fa il corso da noi oppure un distributore che manda i suoi clienti o i suoi agenti di vendita a formarsi. In Italia scuole di gestione come la nostra ce ne sono davvero poche, giusto una branchia del Domens che fa qualcosa di simile. I corsi che si trovano più frequentemente sono più monotematici o settoriali, ad esempio quelli di degustazione, piuttosto che il corso di cucina da birrificio ma in nessuno di questi si può trovare un percorso completo che parte dalle tecniche di spillatura fino alla cucina specializzata. Quali sono le birre che servite al pubblico nel vostro locale? Le birre sono legate alla stagionalità, così come per i piatti della nostra cucina. La nostra scelta varia anche in base agli eventi come ad esempio per l’Oktoberfest. Da qualche anno serviamo non la solita birra dell’Oktoberfest ma delle birre bavaresi poco conosciute di piccoli birrifici cercando di trasmettere il messaggio che la Germania è fatta anche di realtà meno conosciute rispetto alle classiche birre che in molti propongono. Anche nel locale cerchiamo sempre di “formare”, di lanciare dei messaggi che siano stimolanti per la nostra clientela. C’è un po’ di confusione sul locale Unibirra perché è un posto dove per politica la cucina è molto più curata rispetto agli altri pub. Una domanda che spesso mi viene posta è se da noi si può venire

ovvero due piani dove poter fare i corsi al mattino o alla sera e poi un bel locale aperto al pubblico. A chi sono rivolti i vostri corsi? Sono rivolti principalmente a gestori di locali, addetti alle vendita e alle scuole alberghiere. La natura dei corsi? I nostri corsi sono rivolti alla gestione del locale studiando le più efficaci tecniche di servizio. Molti micro birrifici ad esempio

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ENOGASTRONOMIA

solo a bere senza per forza dover mangiare. Assolutamente sì, noi siamo un pub classico con l’unica differenza che siamo un pub con cucina dove con il termine cucina intendiamo una cura particolare dei cibi al di sopra della media.Difatti stiamo sperimentando un “ritorno al passato” cucinando nel forno a legna per le “antiche cotture”. Per cui facciamo le carni, piuttosto che i risotti e tutto quello che può essere cucinato nel forno valorizzato da questo tipo di cottura. Anche uno dei nostri piatti più semplici, che è il pollo marinato alla birra, con la cottura a legna acquista un gusto davvero particolare, da provare! Avete una struttura interna che fa produzione di birra? Non nego che potrebbe essere un progetto futuro ma in questo momento non è una scelta prioritaria per la nostra azienda. Anche perché penso che se hai una produzione interna tendi a vendere maggiormente quella e quindi a non far conoscere i prodotti degli altri produttori e noi perderemmo “l’imparzialità da scuola”. Magari potrà esserci una produzione futura ma sarà sicuramente un progetto a latere. Mi ha parlato di street food, vi siete già inseriti in qualche manifestazione? Lo scorso anno abbiamo partecipato alla Street Food Parade di Cassano Magnago al parco della Magana e a quella di Legnano al parco Castello. E’ stata un’esperienza molto bella e divertente e inoltre ci è anche servita per far conoscere il locale e i nostri corsi al grande pubblico. Qualche idea per il futuro? Come scuola stiamo cercando collaboratori appassionati del mondo birra con buone doti comunicative da formare per farli diventare insegnanti. Abbiamo una richiesta sempre crescente di corsi esterni alla nostra sede perché molte persone interessate ai nostri corsi non possono spostarsi e stiamo appunto pensando di potenziare l’attività formativa esterna già attualmente in essere. Ad esempio questa primavera terremo corsi in ben tre regioni del sud Italia: Puglia, Sicilia e Sardegna.



MUSEI

La vita

semplice e dura

dei nostri bisnonni il Museo Etnografico e della CiviltĂ Contadina di Besnate

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testo e foto di Vincenzo Morreale

C

hi ha visto ed apprezzato “L’albero degli zoccoli”, famoso film di Ermanno Olmi, Palma d’oro al Festival di Cannes del 1978, e si reca a visitare il Museo Etnografico e della Civiltà Contadina di Besnate, ritrova molto degli ambienti della pellicola del regista bergamasco. Nel suo lungometraggio Olmi narra una storia, o meglio più storie, ma soprattutto rivisita usi e costumi della vita contadina, rimasti quasi immutati per parecchi decenni tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Il Museo Etnografico di Besnate, attraverso la ricostruzione di vari ambienti di quell’epoca, dedita in prevalenza alla coltivazione dei campi e all’allevamento del bestiame, vuole ricordare il tempo dei bisnonni e dei trisnonni, un’era quasi dimenticata, che sembra esistita solo nei ricordi degli anziani, ma di estrema importanza per conoscere le nostre radici. La Pro Loco besnatese per diversi anni (di solito a novembre, all’approssimarsi della festa di San Martino) ha allestito delle mostre a tema su vari aspetti della vita di una volta, recuperando presso le famiglie materiali che giacevano in soffitta o nelle cantine. La gente ha collaborato e sono stati raccolti oggetti preziosi, non per il loro valore venale, ma perché testimonianze del passato. Con quanto raccolto sono stati ricostruiti otto ambienti di vita dell’era agricola, allestiti presso uno storico edificio, in via Mylius, oggi di proprietà comunale, che un tempo, quando erano attive le aziende tessili, serviva da dormitorio delle tessitrici non residenti a Besnate. Conduciamo il lettore a una visita virtuale di ciascuno di tali ambienti, consigliando di dedicare un po’ di tempo per scoprirne di persona il fascino che di solito suscita il passato. Entrando nell’aula scolastica, si ritrovano i banchi a due posti di legno, con il calamaio in cui si intingeva la cannuccia con il pennino, c’è la cattedra della maestra, la lavagna di ardesia da una parte quadrettata e dall’altra rigata. Alle pareti, cartine geografiche, il crocifisso e una bandiera con lo stemma

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MUSEI

sabaudo. Allora c’erano classi numerose, ragazzi e ragazze frequentavano la scuola fino alla terza elementare per poi andare a lavorare. Sono ricostruiti due laboratori di artigiani: il falegname (ul legnamè) e il calzolaio (ul bagatt). In ciascuno gli attrezzi del mestiere per produrre mobi-

li, carri e scarpe rigorosamente a mano. Quindi l’osteria, unico luogo di ritrovo e di divertimento dei contadini che lavoravano per tutta la settimana, compreso il sabato. All’osteria si incontravano gli amici, si giocava a carte, si chiacchierava, si combinava qualche affare, si beveva vino, qualcuno

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si ubriacava e faticava a tornare a casa. Case di cortile, formate di solito di due ambienti, la cucina al piano terra e la stanza da letto al primo piano, dove si accedeva attraverso una scala esterna e un ballatoio. La cucina era l’ambiente dove si svolgeva la vita quotidiana: cucinare, mangiare, cucire, stirare, impastare il pane, preparare le salse e le marmellate, accudire i bambini. Perciò era un locale grande, con un bel camino che scaldava l’ambiente. La camera da letto d’inverno era gelida, per cui le massaie scaldavano il letto con uno scaldino chiamato “il prete”. Al capezzale di solito c’era un quadro rappresentante la Sacra

Famiglia. E nel comodino, il vaso da notte perché non c’era il bagno. In ogni casa non mancava un posto per allevare i bachi da seta, attività che serviva ad arrotondare, con la vendita dei bozzoli con il loro pregiato filo, le magre entrate della famiglia. Per ultimo, ma il più importante per quell’epoca, l’ambiente con gli attrezzi per il lavoro nei campi (falci, zappe, vanghe, aratro, carriole…) e per allevare gli animali. Otto sezioni che riassumono un modo di vivere che con il passere del tempo e con i progressi tecnologici è profondamente mutato, ma che non bisogna lasciare nell’oblio.

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SMART ECONOMY

StruqturEnergy quando l’efficienza è una questione anche di stile di Cristina Zuccarini

Da sinistra: Geom. Paolo Sartori (Area Efficienza energetica ), Ing. Luigi Polino (Area Progettaz ione elettrotecn ica), Per. Ind. Andrea Montalbet ti (Area Progettaz ione Termotecn ica), Geom. Matteo Pertile (Area Prevenzio ne Incendi), Ing. Maurizio Guerrini, Ing. Eleonora Nicolazzi (Area Efficienza Energetica ), Ing. Norman Carpenzan o (Senior Partner).

Nasce nel 2008 l’impresa StruqturEnergy Srl di Comerio come risposta concreta alla grandi manovre mondiali a favore dell’ambiente a cui le aziende e le Pubbliche Amministrazioni sono chiamate ad interfacciarsi per regalare un mondo più pulito alle generazioni future.

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bbiamo incontrato, nella sede di Comerio, lo staff che lavora sull’efficienza energetica delle imprese vivendo le sfide progettuali come reale punto di partenza necessario per gestire al meglio le risorse presenti sul territorio e migliorare così la vita di tutta la comunità. Legato anche alla competitività, la riduzione dell’impatto ambientale non vuol dire solo studiare a priori i legami tra la produzione e il consumo di energia ma anche sviluppare un progetto a lungo termine in grado di offrire soluzioni alternative di approvvigionamento. Solate termico, eolico, impianti termoidrau-

lici tecnologici sono solo alcune delle soluzioni che StruqturEnergy mette a disposizione come alternative interessanti sia a livello civile che industriale. Il punto di partenza è sicuramente capire a fondo e avere piena consapevolezza dei propri consumi energetici, studiare degli interventi ad-hoc e identificare le manovre possibili in linea non solo con le normative vigenti ma anche rispetto agli incentivi nazionali legati ad una miglior efficienza energetica. Dopo una prima verifica degli impianti presenti, uno studio approfondito delle pratiche che portano efficienza o spreco di energia, il lavoro

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prevede una costruzione di un modello di consumo energetico, l’analisi degli aspetti migliorativi, la scelta degli interventi da prendere in considerazione e da attuare sino al monitoraggio dei risultati. Proprio quest’ultima fase di verifica e monitoraggio energetico è il valore aggiunto dell’impresa: se da un lato tecnicamente riduce le emissioni di gas serra nell’atmosfera, dall’altro porta alla luce un notevole miglioramento dell’immagine aziendale all’interno della società in cui è nata e si sviluppa.

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Una delle novità di maggiore rilievo previste dalla Legge di Stabilità è la proroga fino al 31 dicembre 2017 delle detrazioni fiscali del 65% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, il cosiddetto Ecobonus. Gli interventi di efficientamento di parti comuni degli edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio sono invece stati prorogati fino al 31 dicembre 2021. Fonte: Enea

ECO

BONUS

OBIETTIVI DEGLI INCENTIVI - Uso civile L’obiettivo delle incentivazioni è di contribuire al raggiungimento degli obiettivi in tema di efficienza energetica, tenuto conto dell’aumento dei consumi di energia per usi civili. Secondo le stime provvisorie elaborate dal Ministero dello Sviluppo Economico, infatti, fra il 2014 e il 2015, in Italia la percentuale di consumi di energia per usi civili è arrivata al 37%, per un totale di 46,6 Mtep con l’aumento di un punto percentuale. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo di un risparmio dei consumi energetici del settore civile di 4,9 Mtep nel periodo 20112020 (di cui 2,4 già conseguiti al 2015) occorrono quindi tutte le misure in campo, non ultime quelle derivanti dalla Legge 232 dell’11 dicembre 2016, cosiddetta Legge di Stabilità 2017. Fonte: Enea

Imprese Energivore

Le imprese energivore sono quelle ad alto consumo di energia, per esempio quelle dedite alla produzione e alla lavorazione di metalli, vetro, plastica e carta. Queste hanno bisogno di una corretta gestione dell’energia (perchè i loro processi produttivi utilizzano grandi quantità di calore) e di tariffe che non ne compromettano l’equilibrio di bilancio. Tutte le industrie possono trarre vantaggi da una politica di efficienza energetica, a patto che questa vada oltre l’ambito strettamente produttivo per investire ogni aspetto del sito. Fonte: Il Sole 24 Ore

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