camminiamo insieme giornalino parrocchia predazzo 4-2018

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PARROCCHIA Santi FILIPPO e GIACOMO

CAMMINIAMO INSIEME ANNO XXXIII - N° 4 - 2018 OTTOBRE/NOVEMBRE/DICEMBRE


In questo numero: descrizione articolo

pagina

Le scarpe di Natale

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La parola di Dio ci interroga

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Una chitarra... un sorriso... e tanta gioia

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A Lourdes con Ospitalità Tridentina

15

Un anniversario importante

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Da Lisbona a Fatima... a piedi

20

Chiamati a costruire ponti anche a scuola

27

A Pietralba... per rinsaldare la Fede

29

Santa Teresina ci chiama ancora..

33

Accogliere con il sorriso...

35

Ottobre Missionario

41

I nostri Angeli Custodi... per una vita più felice

48

Don Tarcisio... un prete, un amico...

50

Giovani... si riparte!

58

Passi di Comunità...

63

Con Maria... lungo le strade del paese

65

Evviva... si ricomincia!

66

“MADONNA DELLA NEVE”... a nuovo

68

Nuovo anno di Catechesi... famiglie e ragazzi insieme

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A spasso per Trento

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Da una piccola valle all’immenso Brasile...

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Ciclostilato in proprio ad uso manoscritto della parrocchia di Predazzo -2-


LE SCARPE DI NATALE

C’era una volta una città i cui abitanti amavano sopra ogni cosa l’ordine e la tranquillità. Avevano fatto delle leggi molto precise, che regolavano con severità ogni dettaglio della vita quotidiana. Tutte le fantasie, tutto quello che non rientrava nelle solite abitudini era mal visto o considerato una stranezza. E per ogni stranezza era prevista la prigione. Gli abitanti della città non si dicevano mai “buongiorno” per la strada; nessuno diceva mai “per piacere”; quasi tutti avevano paura degli altri e si guardavano sospettosamente. C’erano anche quelli che denunciavano i vicini, se trovavano un po’ troppo bizzarro il loro comportamento. Il commissario Leonardi, capo della polizia, non aveva mai abbastanza poliziotti per condurre inchieste, sorvegliare, arrestare, punire... Già nella scuola materna, i bambini imparavano a stare ben attenti alle loro chiavi. E c’erano chiavi per ogni cosa: per le porte, per l’armadietto, per la cartella, per la scatola dei giochi e, perfino, per la scatola delle caramelle! La sera, la gente aveva paura. Rientravano tutti a casa correndo e poi sprangavano le porte e chiudevano ben bene le finestre. Erano rimasti tuttavia dei ragazzi che sapevano ancora scambiarsi qualche strizzata d’occhi e anche -3-


degli insegnanti che li incoraggiavano... Ma, soprattutto, c’era Cristiana. Cristiana aveva i capelli biondi come il sole, gli occhi scintillanti come laghetti di montagna e non pensava mai: “Chissà che cosa dirà la gente”. Nella città si facevano molte dicerie sul suo conto. Perché Cristiana aiutava tutti quelli che avevano bisogno di aiuto, consolava i bambini che piangevano e anche i vecchietti rimasti soli, perché accoglieva tutti coloro che chiedevano un po’ di denaro o anche solo qualche parola di speranza. Tutto questo era scandaloso per la città. Non potevano proprio sopportare ulteriormente quel modo di vivere così diverso dal loro. E un giorno il commissario Leonardi, con venti poliziotti, andò ad arrestare Cristiana, o Cri-Cri, come l’avevano soprannominata gli amici. E per essere sicuro che non combinasse altre stranezze, la fece mettere in prigione. Questo accadde qualche giorno prima di Natale. Natale era una festa, ma molti non sapevano più di chi o di che cosa. Sapevano soltanto che in quei giorni si doveva mangiare bene e bere meglio. Ma senza esagerare, per non prendersi qualche malattia... Soprattutto, la sera della vigilia di Natale, tutti dovevano mettere le proprie scarpe davanti al camino, per trovarle piene di doni il giorno dopo. Una cosa questa che, nella città, facevano tutti, ma proprio tutti. Così fu anche quel Natale. All’alba, -4-


tutti si precipitarono dove avevano messo le scarpe, per trovare i loro regali. Ma... che era successo? Non c’era l’ombra di un regalo. Neanche un torrone o un cioccolatino! E poi... le scarpe! In tutta la città, le scarpe risultavano spaiate. Il commendator Bomboni si trovò con una scarpina da ballo, una vecchia ottantenne aveva una scarpa bullonata da calcio, un bambino di cinque anni aveva una scarpa numero 43, e così di seguito. Non c’erano due scarpe uguali in tutta la città! Allora si aprirono porte e finestre e tutti gli abitanti scesero in strada. Ciascuno brandiva la scarpa non sua e cercava quella giusta. Era una confusione allegra e festosa. Quando i possessori delle scarpe scambiate si trovavano, avevano voglia di ridere e di abbracciarsi. Si vide il commendator Bomboni pagare la cioccolata a una bambina che non aveva mai visto e una vecchietta a braccetto con un ragazzino. Solo qualche finestra restava ostinatamente chiusa. Come quella del commissario Leonardi. Quando però il commissario sentì il gran trambusto che veniva dalla strada, pensò a una rivoluzione e corse a prendere le armi che teneva sul camino. Immediatamente il suo sguardo cadde sulle scarpe che aveva collocato davanti al camino. E anche lui si bloccò, sorpreso. Accanto alla sua pesante scarpa nera c’era... una pantofola rossa di Cri-Cri. Stringendo la pantofola rossa in mano, il commissario corse alla prigione. La cella dove aveva rinchiuso Cri-Cri era ancora ben chiusa a chiave. Ma la ragazza non c’era. Ai piedi del tavolaccio, perfettamente allineate c’erano l’altra scarpa del commissario -5-


e l’altra pantofola rossa. Dal finestrino, protetto da una grossa inferriata, proveniva una strana luce. Il commissario si affacciò. Nella strada la gente continuava a scambiarsi le scarpe e ad abbracciarsi. Con un’ insolita commozione, il commissario si accorse che la luce che veniva dal finestrino era bionda e calda come il sole e aveva dei luccichii azzurri, come succede nei laghetti di montagna. E incominciò a capire. Questo dovrebbe essere il vero spirito del Natale: quello della Condivisione, della Gioia e della Letizia. E allora tanti carissimi Auguri a tutti per un S. Natale e un Anno Nuovo ricolmi di Pace, Gioia e Amore. E ricordiamoci sempre che, se lo vogliamo, Natale può essere non solo un giorno all’anno, ma tutti i giorni della nostra vita.

Augurissimi !!! E’ NATALE

E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.

E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.

E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.

E’ Natale ogni volta che sorridi ad un fratello e gli tendi la mano.

Madre Teresa di Calcutta -6-


LA PAROLA DI DIO CI INTERROGA Catechiste pronte a ricominciare

“Non ho tempo avrò sicuramente qualcos’altro da fare”… ! E’ un po’ quello che abbiamo pensato quando è arrivato l’invito dal titolo “Dico a voi amici miei”, rivolto a tutti i catechisti, animatori, e collaboratori pastorali delle tre parrocchie di Predazzo, Panchià e Ziano. La proposta di don Giorgio era quella di trascorrere insieme un pomeriggio ad Arco presso il convento dei frati Cappuccini per meditare sulla parola e confrontarci su alcune tematiche di rilevante importanza sul futuro pastorale delle nostre parrocchie. Partiti in pullman, sabato 15 settembre, subito dopo pranzo, abbiamo raggiunto, in allegria, il convento, la nostra meta, verso le ore 15:30 e da subito ci siamo radunati in una stanza per un momento di invocazione allo Spirito Santo in attesa di Gregorio Vivaldelli , famoso biblista trentino che immediatamente ci ha catapultati nelle braccia del Vangelo. Attraverso il suo modo vivace e coinvolgente, ci ha spiegato quanto sia importante dedicare del tempo alla lettura del Vangelo (se quotidianamente meglio ancora) dal quale ,ogni volta, traspaiono originalità e freschezza, sempre diverse e nuove, ma con risposte via via più incisive e mirate in grado di trasformare completamente la nostra vita. Non è possibile ascoltare questa Parola e restare fermi al proprio -7-


posto, bloccati dalle proprie abitudini. La Parola di Dio ci mette in crisi per scuoterci dal nostro quotidiano “tram tram” ed invogliarci a metterci in gioco con e per gli altri; leggendola ed amandola ci fa capire che siamo noi a dover cambiare e mai pretendere che lo facciano gli altri… Dobbiamo abituarci ad ascoltare il battito di Dio che ha un suono e ritmo diversi dal nostro , ovvero, “per-dono… per-dono … perdono….” ….. A cavallo di quest’onda riusciremo ad interpretare gli eventi in modo diverso, affrontandoli con coraggio e determinazione. Nel brano del Vangelo analizzato da Vivaldelli (Mt. 10,46-52) , Gesù rivolto al cieco Bartimeo, figlio di Timeo, che gli aveva chiesto perdono, alla fine gli dice: ”Va’ la tua fede ti ha salvato”; lo sprona ad alzarsi, ad andare avanti percorrendo le strade che incontrerà con occhi nuovi e fiducia nella propria fede. In sintesi , è questo che il Signore chiede ad ognuno di noi . Al termine di questo intervento siamo stati invitati ad uscire all’aperto (attorno al convento) dedicando una mezz’ora circa alla riflessione personale sulla traccia di quanto presentato ; quindi, dopo una breve pausa, ci siamo rimessi a lavorare in gruppi di sei persone chiamati a condividere alcune frasi del Vangelo ed a discutere su tematiche quali “fiducia”, “incoraggiamento” ed “atteggiamenti giusti” da adottare e condividere nelle attività pastorali di -8-


catechesi ed animazione per genitori, bambini e giovani. Un breve momento di preghiera in mezzo agli ulivi terminato nella chiesetta del convento dove abbiamo affidato a Dio i nostri passi ed il nostro agire, ha concluso la parte impegnativa dell’incontro, mentre la serata è proseguita in riva al lago davanti ad una buona pizza in amicizia ed allegria. Un grazie di cuore a don Giorgio e collaboratori per averci permesso di condividere questo momento breve, ma intenso e, speriamo, proficuo.

Michela e Stefano – Ziano

Vivaldelli: entusiasmo e fede allo stato puro...poi deserto in un luogo bellissimo e di ispirazione...riflessione di gruppo molto bella e arricchente... un pomeriggio davvero intenso! Serata a Riva bellissima con un clima da favola... Grazie, Signore! Giorgia Abbiamo trovato questo pomeriggio trascorso insieme molto positivo per la nostra crescita personale di fede che porteremo nel nostro cuore. Cercheremo di trasmettere ai nostri ragazzi lo stesso entusiasmo che ci ha fatto percepire Vivaldelli. Michela e Fabiana -9-


Ero stanca, stressata e anche un po’ demotivata. Pensavo di aver sbagliato a dare la mia adesione per il pomeriggio ad Arco: avrei preferito del tempo per svagarmi e rilassarmi. Poi ho scoperto che un po’ di “Parola di Dio” funziona meglio di un buon ricostituente, ti ristora e ti illumina quel tanto che basta per poter fare un passo avanti. E’ vero che, a volte,cerchiamo lontano quello che abbiamo vicino… Grazie per l’opportunità. Lucia Bosin “Che cosa vuoi che ti faccia?” Questa la domanda che Gesù ha posto al cieco Bartimeo in risposta al suo grido di aiuto ed è la domanda che fa a ciascuno di noi nel momento in cui cerchiamo il dialogo, la relazione con LUI… Sono queste e tante altre le parole di incoraggiamento che ci sono state donate con freschezza, entusiasmo ed amore da Vivaldelli sabato 15 settembre al ritiro per le catechiste di Predazzo, Ziano e Panchià al convento dei frati cappuccini di Arco.

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Davvero questa Parola di Dio è da amare e diviene così relazione con il Signore e con l’altro, “cibo per lottatori” che vogliono intraprendere ogni giorno questo cammino che ci spinge a cambiare noi stessi e dare senso alla nostra vita… …ed allora Grazie! Un ringraziamento grande a don Giorgio, che ha organizzato per noi questo incontro così prezioso e ricco di spunti, per ripartire con energia nel nostro impegno di catechiste, ma anche di mamme, mogli, lavoratrici… …questo dare che diviene ricevere perché Gesù ci è vicino ed in ogni momento ci chiede ”che cosa vuoi che ti faccia”? Adriana Simoni

Amare la parola di Dio- alzati- coraggio- perdono- queste sono le frasi e le parole che si sono ripetute nell’esposizione di Gregorio Vivaldelli e che ci hanno fatto riflettere nei vari gruppi di lavoro. Una parola di Dio viva- efficace- tagliente che non deve essere un libro che non apriamo mai, ma che deve aiutarci ad essere noi stessi, un ORIGINALE e non una FOTOCOPIA perchè l’unica persona che la Bibbia cerca di convertire sono IO. Giovanni Baldessari - 11 -


UNA CHITARRA… UN SORRISO… E TANTA GIOIA

Giovani vestite di bianco incuriosiscono Predazzo... Testimonianza di un gruppo di suore

Siamo le “Figlie della Donna vestita di Sole”, una Comunità di Consacrate appartenenti al Movimento G.A.M. (Gioventù Ardente Mariana). Insieme alle altre realtà del Movimento

«Il Padre vi ama». ((Gv 16, 27))

(Giovani, Famiglie, Sacerdoti, Laici, Laici consacrati) ci dedichiamo

alla preghiera con la Parola di Dio, meditata attraverso il Cuore Immacolato di Maria e annunciata in forma semplice, popolare e gioiosa attraverso i Cenacoli e le missioni nelle parrocchie, scuole, ospedali, case di riposo, carceri, fabbriche, famiglie, ecc. Da alcuni anni, al termine delle intense attività di evangelizzazione estive, veniamo qui a Predazzo per trascorrere alcuni giorni in ritiro e in preghiera, in questi luoghi –le Dolomiti– in cui è particolarmente manifesto l’Amore Infinito di Dio Padre nella maestosa bellezza del creato. Noi chiamiamo queste Dolomiti: “Il Santuario del Padre”. E Predazzo per noi è un angolo di Cielo! Davvero ci viene spontaneo cantare: «O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo Nome su tutta la terra». (Sal 8) Siamo molto grate a Don Giorgio per la sua generosa ospitalità e rimaniamo colpite dalla cordiale accoglienza della comunità, espressa dai fedeli che ci incontrano in chiesa e da numerosi cittadini residenti e turisti che incrociamo per strada e che ci - 12 -


chiedono notizie sulla nostra spiritualità e sulla nostra missione. Per noi è una gioia poter partecipare nella vostra parrocchia alla S. Messa e unirci in preghiera anche con le persone che seguono le celebrazioni tramite la radio, perché impossibilitate per vari motivi a recarsi personalmente in chiesa. Auguriamo a tutti una serena ripresa delle attività consuete dopo la pausa estiva e soprattutto un anno di crescita nella Fede e nella vita cristiana, guidati dalla Mamma Celeste, Madre di Gesù e Madre nostra. Possiamo tutti vivere intensamente, con il cuore la Parola che Gesù ci ha lasciato: «Vi riconosceranno come miei discepoli: dall’amore che voi avrete gli uni verso gli altri». (Gv 13, 35) Buon cammino nella gioia e nella santità: vocazione a cui tutti siamo chiamati!

Molte le persone che durante l’estate sono passate nella nostra bellissima chiesa: missionari, gruppi vari, diaconi, un vescovo, suore… Tutto ciò mi ha fatto sentire chiesa viva formata da tanti tipi diversi, ma la fede nello stesso Signore Gesù, mi ha fatto sentire un’unica grande famiglia. Fra le tante persone incontrate, un gruppo di suore vestite di bianco, ha attirato la mia attenzione e curiosità. La voce di sorella Giorgia, la suora più anziana del gruppo, che ogni sera commentava durante la - 13 -


messa la Parola di Dio del giorno, è stata come un balsamo che scendeva direttamente nel cuore. Una voce pacata, calma, calda che vibrava quando, con convinzione e fede profonda, parlava della bellezza della fede e della gran fortuna che abbiamo noi cristiani nell’avere sempre Dio nel cuore e nel sentirsi amati da Lui. Io attendevo con ansia il momento della sua “omelia” e non solo io. E’ stata come una catechesi continua che ha fatto del bene a tanti, e penso anche alle persone ammalate che ascoltavano via radio. Che bello, comunque, vedere questo gruppo di suore giovani nei primi banchi della chiesa, quasi una nuvola bianca che trasmetteva serenità. Il loro canto accompagnato con maestria dalla chitarra di una di loro, ci ha regalato momenti di intimità con Dio e ci ha aiutato ad immergerci nella preghiera. E’ molto coinvolgente cantare come assemblea, ma anche “l’ascolto” di canti formati da parole profonde e melodie piacevoli, è un modo per lodare Dio nell’intimo del proprio cuore. GRAZIE SORELLE! La vostra testimonianza gioiosa ci fa sperare che il bene può sconfiggere il male e che ci sono ancora dei giovani pronti a scommettere la propria vita su Dio! Una parrocchiana molto riconoscente - 14 -


A LOURDES CON OSPITALITA’ TRIDENTINA Emozioni di un pellegrinaggio….

Un cristiano senza la Madonna è orfano. Anche un cristiano senza Chiesa è un orfano. Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne madri, due donne vergini: la Chiesa e la Madonna.

Sono un “barelliere” da tanti anni. Il mio primo pellegrinaggio l’ho fatto nel lontano 1986, poi ho partecipato a tanti altri e…non li ho più contati. Faccio parte di Ospitalità Tridentina (Opera Diocesana Pastorale Ammalati)

che quest’anno festeggia i 50 anni di attività. “Dame” e ”barellieri” si dedicano principalmente ad assistere ammalati, anziani e persone varie nei diversi pellegrinaggi proposti dalla Diocesi (LourdesLoreto-Fatima). Io credo che (Papa Francesco) ogni cattolico credente e praticante intraprende i pellegrinaggi come momenti di grazia in luoghi dove essa è particolarmente forte, luoghi di spiritualità intensa, dove ognuno, con tutto il proprio bagaglio di sofferenze (ma anche di gioie e doni) trova il tempo per meditare e riflettere. La vita non è fatta solo di cose concrete, importanti sì, ma che vanno anch’esse filtrate. - 15 -


Il tempo dei pellegrinaggi è un tempo importante, ti dona una carica spirituale che ti accompagna per un anno e più e ti aiuta a confidare in Dio, ad avere fede accettando di buon grado le difficoltà che ci accompagnano ogni giorno. Ogni persona credente o no dovrebbe fermarsi una volta all’anno tre o quattro giorni a riflettere…in vari modi, ne trarrebbe giovamento sia dal punto di vista fisico che spirituale, si riuscirebbe e vivere la vita con spirito vero, si avrebbe più serenità, più pace interiore. Il servizio dei barellieri e delle dame è quello di aiutare gli ammalati soprattutto nei piccoli gesti quotidiani, anche attraverso un sorriso, una carezza, un ascolto attento fatto col cuore.. Nei primi tempi dei miei pellegrinaggi si andava con il treno: un viaggio lungo e faticoso: erano 6 giorni intensi di grande lavoro, ma sempre fatto col cuore, era anche piacevole sostare a lungo con gli ammalati, si condividevano con loro tante cose! La fatica si sopportava bene…eravamo giovani e nulla ci faceva paura. Ora a Lourdes si va in aereo, sicuramente è meno faticoso, ma si possono portare molto meno ammalati, e manca anche quel clima di famiglia che si viveva stando assieme fino a 18 ore… A me personalmente ogni pellegrinaggio ha dato qualcosa di nuovo, non è mai stato uguale al precedente. Davanti a quella grotta, meditando in silenzio, ho sempre provato sentimenti ed emozioni diverse. A Lourdes ho visto ammalati sorridere nonostante la sofferenza e da loro ho imparato che c’è più gioia nel donare che nel ricevere. - 16 -


Con gli occhi fissi in in Maria, in quella grotta bellissima, si guarda, poi, ogni vicenda umana con uno sguardo diverso, con più serenità e con la forza e il coraggio di andare avanti con tanta fede e forza interiore.. Per motivi vari miei personali in questi ultimi anni sono stato lontano da Lourdes, ma sentivo che mi mancava, e allora quest’anno sono ritornato: incontrare barellieri conosciuti in altri tempi, o incontrarne di nuovi, è stato molto bello e arricchente. Altro momento forte sono state per me le riflessioni del mattino prima di iniziare il nostro servizio, quest’anno guidate dal nostro Arcivescovo. La sua capacità di coinvolgere le persone è fantastica: a me ha dato tanto, soprattutto speranza, fiducia, nuovo entusiasmo, per non scoraggiarmi in questi momenti così bui a volte anche per la chiesa. Vorrei invitare caldamente chi non avesse mai partecipato a questi pellegrinaggi di non aver paura, ma di mettersi in gioco: ciò che quest’esperienza ti dà è veramente qualcosa di grande. Quindi giovani coraggio : buttatevi in questa avventura che vi può dare un senso vero e profondo alla vita. Basta rivolgersi alla nostra capogruppo Mirta Giacomelli, sempre disponibile a dare una mano e a Carla Bernard che, assieme a tante altre persone, sono un punto di riferimento molto importante per tutti gli ammalti del nostro paese. Un GRAZIE grande a Maria per avermi chiamato ancora una volta vicino alla sua grotta. Ottavio Bosin

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UN ANNIVERSARIO IMPORTANTE

Suor Delia ricorda la sua entrata nella congregazione delle suore saveriane 40 anni fa...

40 anni fa: l’11 settembre 1978 la partenza da casa. Indimenticabile. Con « Esci dalla tua d. Tarcisio, Giulietta e Luigino Panozzo terra e va’ dove eccoci in viaggio verso Parma per entrare ti mostrerò ufficialmente nelle Missionarie Saveriane: esci dalla tua una 112 piena di bagagli, compresa la terra e va’, chitarra, il pallone da pallavolo e il materasso sempre con te piegato in due sul portapacchi… Uno strappo sarò” agli affetti più cari e un entusiasmo verso quel nuovo che mi attira e che non so ancora cosa sarà. Una nuova Famiglia mi aspetta e ci accoglie. Ripenso con gioia e gratitudine a quel giorno. Alla santa “follia” che mi brucia dentro e che nessuno può arrestare. Sento chiara la chiamata a “farmi missionaria”, a lasciare tutto e seguire il Signore, senza “se” e senza “ma”. Con me tre amici che mi accompagnano, che non sanno bene come sarà, ma che intravedono la mia determinazione. Incomprensibile agli occhi umani. Tre amici con i quali ho condiviso gli anni più belli della mia adolescenza e giovinezza. Quel giorno ho 19 anni da pochi mesi. Credono in me nonostante - 18 -


la mia giovane età. Pensano subito che sto facendo una cosa seria. Per questo non mi lasciano sola, vogliono accompagnarmi, vedere dove voglio andare e mettermi in mani sicure, le Sue. Ammiro la loro fiducia. Faccio tesoro del loro fare strada con me. Nell’andare cantiamo a tutto volume tutti i canti che conosciamo a memoria. Tornano a Predazzo senza di me il giorno dopo, quasi muti mentre io, pur con qualche lacrima agli occhi, comincio a fare i primi passi nella nuova Famiglia. 40 anni sono passati, non sembra neanche vero: il Signore non poteva essere più buono con noi! Don Tarcisio, Giulietta, Luigino, Delia: ciascuno è andato sulla strada che il Signore gli ha mostrato. Ciascuno si è fidato della promessa ricevuta. Dopo 40 anni da quel giorno, siamo contenti di poter essere ancora in questo mondo e fare un po’ di bene, solo un po’ di bene, lì dove siamo. Tutto è dono! Ringraziamo il Signore per la sua fedeltà e continuiamo a fidarci di Lui, certi che ci guida con amore e non ci fa mancare niente. Pensatemi contenta, proprio contenta! Contenta anche di ciascuno di voi, della mia Parrocchia di Predazzo: mi avete sempre sostenuta nel mio cammino e nella mia missione. Il mio GRAZIE vi avvolge tutti e così insieme possiamo cantare a più voci il Magnificat, poichè veramente “Il Signore ha fatto in me grandi cose”. Vi abbraccio con affetto, riconoscenza, commozione, vostra Delia - 19 -


DA LISBONA A FATIMA… A PIEDI Testimonianza di alcune parrocchiane…

Maddalena con suo figlio Marco di 9 anni e Monica con sua figlia Valeria di 14 anni hanno fatto un pellegrinaggio a piedi da Lisbona a Fatima. Che coraggiose! Ci donano la loro testimonianza attraverso un’intervista 1. Come è nata l’idea di questo pellegrinaggio? Io Madi avevo già fatto questo tipo di esperienza negli anni scorsi quando sono andata da sola a Santiago de Compostela. Un cammino che mi era piaciuto molto. Monica, sentendomi raccontare con evidente emozione, si è incuriosita. Così volevamo fare qualcosa assieme, io volevo tornare a Santiago, ma a Monica ispirava molto Fatima perché sentiva il bisogno di andare da Maria: voleva chiederle un aiuto particolare. 2. Come è stato questo percorso? Siamo arrivate a Lisbona il giorno 2 settembre in aereo e poi in metropolitana siamo arrivate all’Ostello. Il giorno seguente, dopo aver preso il treno, siamo - 20 -


arrivate nella periferia di Lisbona per essere pronti il mattino seguente per i nostri primi 20 Km di cammino e iniziare le 6 tappe stabilite. Ogni giorno abbiamo camminato per parecchi km fra i 20 e i 27. Il percorso si snodava fra strade provinciali, di campagna, di collina, di boschi di eucalipto e di olivi, un paesaggio molto diverso dal nostro. Si incontravano paesini con gente molto semplice, ospitale. Abbiamo incrociato pochissimi pellegrini, Km e Km noi quattro da soli. 3. Che difficoltà avete incontrato lungo il cammino? Si partiva al mattino presto, col fresco si cammina meglio. Il percorso non era troppo impegnativo in quanto si presentavano falsi piani, a tratti però anche sentieri sassosi e in forte pendenza. Il male ai piedi si faceva sentire per bene, anche lo zaino pesava. Per tre di noi tutto era nuovo: la nostra guida era Madi, in quanto un po’ più esperta. Molto brava, ma la preoccupazione che tutto andasse bene, a volte, non la lasciava dormire. 4. Come avete vissuto questa esperienza? MARCO: Arrivati a Fatima a me sono piaciuti tanto i tre pastorelli: Lucia, Giacinta e Francesco, di cui avevo sentito parlare a catechesi. L’incontro con Francisco poi , un anziano fotografo del luogo che viveva in una specie di tenda dove faceva il timbro ai pellegrini che passavano, mi è rimasto particolarmente impresso. Era un personaggio gentile, simpatico, sempre sorridente che si accontentava di pochi spiccioli per poter aiutare la gente. Un’altra persona che mi è rimasta nel cuore è stata Adelina: una vecchietta che comperava frutta nella piazzetta del paese. Quando ci ha visti è andata incontro alla mia mamma con un’arancia e un’albicocca visibilmente emozionata. Pensate si - 21 -


ricordava benissimo della mia mamma vista due anni prima: Incredibile!. Mi ha abbracciato forte come se mi conoscesse ed io sentivo che in quell’abbraccio c’era tanto amore. Lei era talmente felice che ha chiamato una sua amica 90enne cieca per farcela conoscere VALERIA : Anche a me i tre pastorelli sono piaciuti molto. La statua piccolina della Madonna mi è entrata nel cuore, così pure la casetta di Giacinta e Francesco, rimasta tale e quale come era allora. Mi sono emozionata a vedere il letto di Giacinta, quel letto dove lei aveva sofferto molto per amore della Madonna e per salvare i peccatori. MADI: Quando siamo arrivati a Fatima volevamo veder il museo, ma eravamo fuori orario. Abbiamo visto due suore italiane venete vestite di azzurro, le quali, senza che noi chiedessimo nulla, ci hanno fatto da guida in tutto e per tutto. Mi sono sentita privilegiata e ho visto in questa provvidenza la tenerezza di Maria! MONICA : io ero troppo emozionata e per me ogni piccola cosa era una novità e quindi tutto ciò che vedevo e sentivo trovava nel mio cuore una grande risonanza. Troppo bello! - 22 -


5. Una volta tornate a casa cosa vi è rimasto di questo pellegrinaggio? Per noi mamme l’aver potuto condividere questa esperienza meravigliosa con i nostri figli è stato un dono grandioso. L’aver condiviso tutto: fatica, sudore, stanchezza, mancanza di agiatezze è stato qualcosa di straordinario. Tanto che io Madi, giovedì scorso, sono andata a Pietralba a piedi proprio per ringraziare Maria della sua benevolenza nei nostri confronti, per la nostra “avventura interiore” andata a buon fine e per la grande gioia che ci ha messo nel cuore. Mi emoziono ancora adesso quando ne parlo. 6. Lo rifareste? Sì lo rifaremmo subito anche se, per onestà, dobbiamo dire che non è stata una passeggiata qualsiasi. Abbiamo dovuto affrontare il caldo, il male ai piedi, la mancanza di certe comodità ed altro… Ma ciò che ci ha regalato poi è stato più grande di qualsiasi difficoltà. 7. Cosa vi sentireste di consigliare a chi volesse intraprendere questo cammino? Si deve mette nello “ zaino” del viaggio tanto impegno, buona volontà, essere pronti a vivere solo di essenzialità, non aspettarsi nulla di straordinario, disponibili ai cambiamenti, adattarsi anche a dormire poco, essere resistenti. Certo che il viaggio fatto da soli ti stimola ancora di più, ti costringe a guardarti dentro, e ti arricchisce molto! Ti crea forse anche più apprensione ed ansia. Quindi forse meglio farlo in compagnia. Per concludere… Valeria è felice di aver condiviso tutto con la mamma e ringrazia la Madonna per il grande dono della sua famiglia e poi anche perché Madi e Marco sono stati gentilissimi con lei, rispettando i suoi tempi. Marco dice: - quando i piedi mi facevano particolarmente male e mi lamentavo con la mamma chiedendo magari in - 23 -


continuazione:” Ma quando arriviamo?” … la mamma mi diceva: “Non pensare ai tuoi piedi, ma prega…vedrai che tutto passa! “ “ Mamma ho già recitato 5 misteri del Rosario, ma il male ai piedi resta….” “Non importa tu tieni duro e vedrai…” Oh, sapete che funziona? Come mamme siamo state piacevolmente ammirate del fatto che i nostri figli non hanno mai chiesto di McDonal …o pizzerie… E’ vero: ai nostri figli a volte diamo troppo, siamo state contente di aver avuto il coraggio di proporre anche questo viaggio impegnativo! Un grazie a Maria che, chiamandoci a Fatima, ci ha dato tutto ciò di cui avevamo bisogno! Madi, Marco, Monica e Valeria

Quando si va verso un obiettivo, è molto importante prestare attenzione al Cammino. È il Cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare, e ci arricchisce mentre lo percorriamo”

Paulo Coelho

Valeria vuole donarci il suo “DIARIO DI UN CAMMINO”

Se ho capito bene andiamo una settimana in vacanza prima dell’inizio della scuola. Io sogno già il mare, la sabbia, le sdraio…ma qui mi trovo solo uno zaino con il minimo indispensabile. Le scarpe da trekking?? Qualcosa non torna!! Sono arrivata in aereoporto, per la prima volta sono salita su un aereo, direzione Lisbona-Portogallo, strepitoso volare e dall’alto il mare di - 24 -


nuvole ammirare! All’arrivo un ostello bisogna cercare e Lisbona si può visitare! Ma che bello, che meraviglia…”Ci fermiamo vero”? “ No, Valeria cara, questa vacanza sarà tutta da inventare e ci sarà molto da camminare perché il cammino “do tejo” verso Fatima dobbiamo fare!” Fatima mi ricorda le apparizioni della Madonna ai tre pastorelli…ma da allora cent’anni sono passati e i tempi sono assai cambiati! La strada è tanta, ma varia, tra boschi, parchi, campagne, case, paesini e cittadine bisogna passare…e quante cose nuove sono da ammirare! Le persone sono cordiali, ti salutano, ti incitano e ti ringraziano dicendo “obrigado” anche solo se ricambi loro un sorriso… Pause, giochi e merende non ci siamo mai fatti mancare e kilometro dopo kilometro, tra chiacchiere, silenzi, qualche preghiera e qualche pensiero da rielaborare, ce la possiamo veramente fare! Ed eccolo lì il grande piazzale della basilica, e sembra un miraggio… ma che emozione! Che coraggio! Posso dire di essere veramente soddisfatta: grazie Madi, grazie Marco e grazie mamma per quest’esperienza che posso ormai dar per fatta! Dopo questo cammino ho capito che anche nella vita è importante credere di potercela sempre fare senza mai mollare e…continuare a sognare! Valeria Dellantonio - 25 -


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CHIAMATI A COSTRUIRE PONTI ANCHE A SCUOLA Momento di preghiera per studenti, genitori e insegnanti

“Siate costruttori di ponti!” … … questo l’invito rivolto da don Giorgio ai parecchi ragazzi che, come le vergini sagge della parabola, hanno accolto l’invito a mettere nelle mani del Signore il nuovo anno scolastico, iniziato il 12 settembre. Le suore GAM (Gioventù Ardente Mariana)

hanno animato la celebrazione, con i loro canti melodiosi e la gestualizzazione dei messaggi. Utilizzando l’immagine del Ponte Morandi, riprodotto su un cartellone, siamo stati invitati a essere “ponti” noi stessi, impegnandoci a costruire relazioni positive con chi incontriamo a scuola: compagni di classe, insegnanti, collaboratori... Ma come si fa a curare la manutenzione, affinchè i ponti non cadano? - 27 -


Come cristiani abbiamo ricevuto GRATUITAMENTE un cemento speciale, capace di resistere a ogni minaccia: la Parola di Dio, che è luce ai nostri passi, e la forza dello Spirito Santo, che ci aiuta a resistere anche quando un compagno di scuola o un collega di lavoro ti infastidisce, ti provoca e ti giudica fino a logorarti. Alla fine, il Ponte Morandi sul disegno è stato ricostruito con le firme di tutti gli scolari, che si sono presi l’impegno di costruire relazioni positive. Il cartellone è rimasto sulle balaustre anche i giorni successivi, come invito per tutti a essere “ponte” ovunque: in famiglia, nel luogo di lavoro, nel volontariato, nella comunità parrocchiale, nei momenti ricreativi. Elena

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A PIETRALBA… PER RINSALDARE LA FEDE Annuale pellegrinaggio di Ospitalità con ammalati e anziani Sempre bello , emozionante e atteso da molti ammalati e anziani il pellegrinaggio a Pietralba. Momenti di condivisione, preghiera, amicizia, allegria con canti fraterni…tutto questo condito da un clima di famiglia che ci fa sentire “ parrocchia” in cammino. In corriera, guidati da don Pierino, il rosario recitato con fede ci fa entrare già in un rapporto di “confidenza” con Maria. La Santa Messa delle 15 celebrata da don Giorgio e arricchita dalle preghiere semplici, spontanee, ma molto sentite degli ospiti della casa di riposo San Gaetano, ci ha fatto capire meglio il senso profondo del dolore che, unito ad una fede vera, ci aiuta a vivere con maggiore serenità la nostra vita quotidiana. Non poteva mancare la merenda, preparata, come sempre, con tanto amore e disponibilità dal Gruppo di Ospitalità e molto apprezzata da tutti! Il canto, poi, accompagnato dalla chitarra di Giuliana e Cristina, ci ha unito in un momento di spensieratezza e allegria. Ogni anno stesso pellegrinaggio - 29 -


autunnale, stesso luogo, anche stesse persone, ma l’amicizia e l’amore che ci lega come in una grande famiglia, fa diventare questo pomeriggio sempre nuovo e arricchente, capace di ridare nuovo entusiasmo e nuova

forza. Un GRAZIE a TUTTI , in modo indistinto! Una partecipante

Due grandi amori deve possedere il nostro cuore: Maria come punto d’arrivo e la croce come mezzo per essere un’altra lei nel mondo, e adempiere i disegni di Dio. Chiara Lubich

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I residenti ospiti della casa di riposo S. Gaetano hanno voluto dare il loro personale contributo a questa S. Messa. Pensieri semplici, ma che ci fanno capire come i nostri “ nonni” sappiano trasmetterci l’importanza di tenere nel cuore quelle piccole cose che danno un grande valore al vissuto di tutte le persone. FRANCESCA vuole pregare per il suo amico che viene a trovarla tutti i giorni. Desideriamo affidare alla Madonna tutti i nostri amici che condividono con noi gioie e dolori e ringraziarla per averci donato queste persone che, come angeli, camminano con noi. RINA, dopo aver letto l’articolo sull’incendio di Tesero, chiede alla Madonna che protegga le nostre case. Preghiamo perché le nostre case e la nostra struttura, casa per i nostri ospiti, siano luogo di conforto, condivisione e serenità per tutti noi. INES dice che non serve fare richieste alla Madonna perché lei vede il bisogno dei suoi malati e ci ascolta più del dottore…ci affidiamo a Lei con tutto il cuore. URBANO vuole ringraziare la sua mamma per tutto il bene che gli ha fatto. Affidiamo alla Madonna tutti i genitori perché da lei siano ispirati e supportati e come lei non smettano di amare i propri figli. Anche GIACOMINA desidera pregare per la sua mamma, il suo papà e tutti i nostri defunti. ANNAMARIA affida alla Madonna tutti gli ammalati della Casa di Riposo e tutte le persone che soffrono. ADRIANA ringrazia la Madonna per aver sempre ascoltato le - 31 -


sue preghiere e averle donato ciò che desiderava. Grazie Maria che intercedi per noi. LIANA dice: “alla nostra età” chiediamo solo serenità e gioia, abbiamo bisogno anche di tanta pazienza per sopportare in pace anche la sofferenza. NICOLINA vuole affidare alla Madonna tutti gli operatori e i volontari per il prezioso lavoro che fanno perché vengano da lei guidati e abbiano la forza e l’amore per stare vicino alle persone bisognose. AUGUSTA prega la Madonna perché tenga in salute i suoi figli e desidera ringraziarla perché finalmente può tornare a camminare. Grazie Maria. Anche OLIVA desidera pregare Maria per i suoi familiari, affidiamo alla Madonna tutte le nostre famiglie perché le guardi con il suo dolce cuore di mamma. FELICINA desidera pregare per i nostri politici perché possano collaborare per il vero bene delle nostre comunità. RITA è venuta tante volte a Pietralba e le piace tanto, prega la Madonna di poter tornare ancora e ringrazia per questo bel posto dove trova sempre tanta pace. VIOLETTA ringrazia Maria perché ci è sempre vicina e per ogni bene ricevuto. Insegnaci Maria a ringraziare anche quando le cose non vanno come vogliamo noi e vedere un disegno d’amore in ogni evento della nostra vita.

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SANTA TERESINA CI CHIAMA ANCORA… …Emozioni di un incontro” ravvicinato” a Lisieux Ricordo ancora con emozione il passaggio delle reliquie di Santa Teresina nelle parrocchie di Predazzo, Ziano e Panchià nel novembre 2016. Ho vissuto allora un incontro speciale con questa santa che è riuscita a “rivoluzionare“ il mio cuore. Quest’anno ho avuto l’occasione di poter andare nei luoghi che hanno visto lei bambina e poi Carmelitana proprio nei giorni che coincidevano con la sua “entrata al cielo” nel lontano 30 settembre 1897 e di partecipare alle feste Teresiane che ogni anno si celebrano per ricordare questa grande santa! Mentre scrivo mi sembra di essere ancora lì al Carmelo fra quelle mura che hanno accolto e abbracciato la presenza della nostra cara Teresina (per nove

anni…e che tuttora custodisce le sue reliquie).

La sua intensa spiritualità e quel suo modo semplice e umile di abbandonarsi alla tenerezza di Dio e al suo amore infinito mi hanno rinforzato nella fede. Bellissima la Vergine del Sorriso che sta sopra l’urna (nella quale stanno le reliquie della santa), la stessa che vide e che guarì Teresa bambina… In quel luogo ho percepito la mano di Maria che si posava su di me e su ciascuno dei presenti. In quei momenti ho affidato a Maria i nostri cari, le situazioni difficili e le sofferenze che sono attorno a noi! Intense giornate abbiamo vissuto accanto a lei, grandi emozioni durante - 33 -


le celebrazioni nella Basilica a Lei dedicata, soprattutto quella solenne nel giorno in cui si ricorda il suo passaggio alla Patria Celeste, come amava dire lei, quando diceva “no, non muoio, entro nella vita” Bellissima la pioggia di petali di rose che è caduta proprio sopra di noi quando, alla fine della solenne celebrazione del 30 settembre, sono passate le reliquie della santa lungo la navata centrale della basilica. Abbiamo assaporato e gustato la pace interiore che soltanto certe emozioni possono donare, abbiamo potuto visitare e vedere i luoghi che hanno “segnato” la sua vita, Alencon, la casa natale e la cappella che sta accanto dove Teresa ha vissuto la sua infanzia, i Buissonnet, graziosa dimora dove poi è vissuta in seguito che fu il dolce nido d’ infanzia per 11 anni, prima di entrare al Carmelo. E’ stato bellissimo ripercorrere nel reale la sua vita alla quale mi sono particolarmente appassionata negli ultimi due/tre anni, leggendo Storia di un’anima, le sue lettere, poesie , pensieri. Cara piccola santa Teresa accompagnaci nel nostro cammino quotidiano, insegnaci l’abbandono a Dio e la riconoscenza al suo grande amore infinito. Grazie, davvero grazie e grazie Signore per questa occasione arrivata come una pioggia di rose…un invito inatteso, una sorpresa improvvisa. Un immenso grazie e una preghiera speciale al Signore per don Giorgio e per il dono della sua presenza fra di noi! Grazie all’angelica piccola Teresa Cristina G. - 34 -


ACCOGLIERE CON IL SORRISO… Tutti uniti per imparare ad essere persone libere e aperte Anche quest’anno si è svolta in Trentino la “settimana (lunga) dell’accoglienza”, evento promosso dal Amare significa Coordinamento Nazionale Comunità di accogliere l’altro Accoglienza, in collaborazione con varie come un dono che realtà territoriali. non meritiamo Per Predazzo, il “capotreno” (termine e quindi renderci usato non a caso, ma vedremo dopo..) è da disponibili all’altro sempre la biblioteca comunale che, dal donando innanzitutto 28 settembre al 18 ottobre ha proposto noi stessi sette eventi sul tema dell’accoglienza (Enzo Bianchi) declinati sotto vari aspetti ed attori, per sensibilizzare la popolazione sulla tematica. Come centro Charlie Brown, da quattro anni, collaboriamo con la biblioteca, per iniziative sull’accoglienza rivolte alle scuole elementari e medie: abbiamo creato lavori nelle classi, giochi cooperativi, portato esperienze di genitori stranieri e fatto ragionare i bambini sull’importanza dell’accogliere il prossimo. Quest’anno però ci siamo sentiti di fare un passo in più, ovvero uscire dalla scuola e chiedere “accoglienza” ad alcune associazioni di Predazzo. Da qui l’idea de “Il treno dell’accoglienza”, un percorso a tappe per il paese, dove i bambini e le famiglie hanno varcato le soglie di realtà paesane che hanno spiegato il loro operato ed intrattenuto con varie attività i partecipanti. - 35 -


La “stazione di partenza” è stata la biblioteca appunto, con una “lettura accogliente” che ha dato il benvenuto ai bambini e genitori, i quali poi hanno iniziato una gioiosa e colorata carovana fino alla piazza SS.Filippo e Giacomo, dove noi educatori del centro Charlie Brown abbiamo proposto un gioco cooperativo. Il “treno” dai vagoni ingrossati dai bambini appena usciti dall’asilo, ha fatto tappa a Mandacarù, dove il solerte Pierluigi ha illustrato le peculiarità della bottega e fatto assaggiare ai bimbi il buonissimo cioccolato equo-solidale. Neppure il tempo di togliersi la cioccolata dai lati della bocca che le carrozze animate hanno seguito le rotaie del treno fino al teatro dell’oratorio, dove il gruppo degli animatori coordianti da Armanda e Donato ha regalato risate e divertimento con balli, canzoni e scenette sul tema dell’accoglienza, cogliendo l’occasione per presentare all’allegra carovana i giovani ragazzi richiedenti asilo ospiti a Predazzo. Dopo risate e danze scatenate, il treno ha ripreso il suo moto in direzione dei circolo pensionati, dove il direttivo ed alcuni volontari hanno preparato una buonissima merenda per tutti, uno scambio intergenerazionale bellissimo, con l’allegria dei bambini e la generosità dei “ragazzi” del circolo che ha sottolineato al massimo il - 36 -


significato di dare e ricevere accoglienza. Dopo due ore di “viaggio” il trenino è arrivato al capolinea, sempre in biblioteca, dove attraverso un laboratorio, abbiamo creato dei bellissimi segnalibri in ricordo di questo importante pomeriggio. Una giornata diversa, un viaggio fra emozioni, persone, luoghi, profumi e sapori. Il treno dell’accoglienza ha attraversato sorrisi, sguardi, diverse età, diversi umori e diverse reazioni. Ci ha accomunato la voglia di metterci in gioco, di salire sui vagoni della condivisione e farci trasportare dal cuore. Un grazie enorme a Franz, Monica e Federica per aver creato con noi del Charlie Brown dei binari che han toccato stazioni fisiche ed emozionali, un grazie alle famiglie che hanno colto il treno al volo, un grazie alle varie associazioni che hanno creato fermate accoglienti e calorose, ma, il grazie più grande va ai bambini, che attraverso il loro entusiasmo hanno spinto il motore del treno dell’accoglienza, con la speranza che siano loro stessi i capolinea futuri di ogni treno, che siano le loro braccia ed i loro sorrisi la locomotiva dell’accoglienza verso il prossimo. L’equipe del centro per bambini “Charlie Brown”

Un treno. Che viaggia, si sposta, attraversa, si ferma, incontra, sorride, ascolta, balla e canta, assaggia biscotti, e dice grazie. Un treno. Bambini, genitori, ragazzi, nonni che si tengono per mano. Che viaggiano, si spostano, attraversano, si fermano, incontrano, sorridono, - 37 -


ascoltano, ballano e cantano, assaggiano biscotti, e dicono grazie. Questa è stata la semplicità del Treno dell’Accoglienza. Un treno partito dalla biblioteca con “Una zuppa di sasso”, nel tiepido pomeriggio di mercoledì 3 ottobre, per attraversare chiassoso le vie di Predazzo e per sostare in luoghi che in maniera diversa raccontano il senso semplice dell’accoglienza. Un semplice gioco sulla ricchezza della diversità in piazza con gli educatori del centro Charlie Brown, un cioccolatino e un sorriso nella Bottega di Mandacarù, musica e danze dal Mali con Aboudou, Nana e Demba e una breve, ma profonda scena sull’importanza dell’incontro interpretata dagli animatori nel teatro dell’oratorio, una merenda e tanti grazie con i nonni del Circolo anziani. Questa l’essenza, il senso vero e semplice dell’accoglienza. Una parola purtroppo, che a furia di essere usata, urlata, scritta, sta inesorabilmente perdendo la sua semplicità e naturalezza. Una semplicità e naturalezza, che sono il cuore del messaggio del Vangelo. E che i bambini, con la naturalezza e la semplicità che li contraddistinguono, testimoniano senza forzature e in maniera autentica. Se il Treno ha attraversato le strade di Predazzo, carico di storie, di allegria, spensieratezza, aperto all’incontro e al confronto, ripenso con un pizzico di amarezza alle altre opportunità offerte nell’ambito di questa settimana speciale. - 38 -


Solo una trentina di persone ad applaudire in teatro i ragazzi che hanno proposto lo spettacolo “Migrantes 2”; altrettanti, pochi, i volti, tutti conosciuti, sindaci, volontari, qualche insegnante, a confrontarsi sul progetto di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale dopo la visione del reportage di Federico Betta “Attraverso”. E invece qualche persona in più alla presentazione dell’”Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo” a cura dell’’Associazione 46° Parallelo e una sala gremita nell’incontro con Gabriele Del Grande, carismatico documentarista, blogger e autore del libro “Dawla. La storia dello stato islamico raccontata dai suoi disertori“. Ho riflettuto, ho provato a capire, a trovare una spiegazione. Perché questa risposta differente? E con un po’ di tristezza, forse l’ho trovata. Purtroppo, ancora, dopo ormai più di due anni in cui la nostra comunità ha avuto la meravigliosa occasione di riscoprirsi, rimettersi in gioco, aprirsi grazie all’arrivo fra di noi di ragazzi provenienti da “al di là del mare”, è ancora la paura, la negatività, e forse, ancor peggio, l’indifferenza a vincere. Quella paura che ha portato, giustamente, a voler capire cos’è l’Isis con Del Grande, a capire quanto la guerra sia alle nostre porte (come recita il manifesto dell’incontro sull’Atlante) ma a restare indifferenti di fronte a coloro che ormai, volenti o nolenti, fanno parte di noi, della nostra storia, del nostro essere comunità. E che però rimangono al margine come degli invisibili. Una scarsa partecipazione davanti a un’opportunità di dialogo, di confronto, di espressione del proprio pensiero, e, perché no, delle proprie perplessità, di fronte a un fenomeno, quello delle migrazioni, che ormai è Storia. Ricordiamo Papa Francesco, che più volte, ha sottolineato - 39 -


l’importanza di “muovere il cuore”, di “sporcarsi le mani”. E muovere il cuore, sporcarsi le mani, significa per un cristiano incontrare, dialogare, confrontarsi. Riconoscere nel volto di ciascuno dei nostri fratelli, vicini, lontani, uguali e diversi da noi, Gesù, che ha fatto dell’amore uno stile di vita. Innalzare il muro dell’indifferenza, del silenzio, o ancor peggio, il muro della divisione, va contro il nostro essere cristiani. “Perché la fede si fonda sull’incontro. Dio non ci ha lasciati soli, è sceso a incontrarci. Ci ha voluti incontrare e salvare insieme, come popolo, non come individui. Allora l’altro, la sua dignità, l’accoglienza, la solidarietà per noi non sono buoni propositi per gente educata, ma tratti distintivi del cristiano. Un cristiano che non è solidale non è cristiano. La solidarietà è il tratto del cristiano.” Papa Francesco Palermo, 15 settembre 2018 In ricordo di don Pino Puglisi

Proviamo, quindi, a far ripartire ogni giorno quel Treno. Che viaggia, si sposta, attraversa, si ferma, incontra, sorride, ascolta, balla e canta, assaggia biscotti, e dice grazie. Silvia, volontaria Gruppo Accoglienza

Richiedenti Protezione Internazionale

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OTTOBRE MISSIONARIO Ascoltiamo le lettere dei nostri missionari…

Suor Delia da Uvira ci scrive… Miei carissimi E’ tutto il mese di ottobre che vi penso e oggi in particolare alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale. So che anche voi mi pensate e la vostra preghiera è così efficace che mi fa alzare ogni mattina con energie fresche per affrontare il “difficile quotidiano”, come dice qualcuno. Eccomi a voi, con riconoscenza: se sono qui, se posso ancora fare qualcosa di buono, lo devo anche a voi: il vostro affetto, la vostra preghiera, i vostri scritti, l’offerta dei vostri sacrifici e sofferenze, la vostra generosità, arricchiscono la mia vita e la rendono degna di essere vissuta in questo piccolo angolo di mondo dove sono stata “piantata” e dove sono chiamata a portare frutto. Per me, voi siete un Tesoro! So di poter contare su di voi! So che mi posso rivolgere a voi! So che intercedete per me! So che il nostro popolo può essere forte grazie a voi! So che teniamo duro in questa situazione difficile perchè ci siete voi! So e sento che senza di voi, sarei veramente povera. So e sento che questa missione dipende anche da voi. So che il mio essere fedele al quotidiano, trova la sua sorgente anche nella vostra preghiera. So che se vinco ogni giorno le piccole paure che affiorano alla mia vita, è merito del vostro esserci! - 41 -


So che se affronto i pericoli con una certa disinvoltura, è perchè dietro e davanti ci siete voi con tutta la vostra amicizia, vicinanza e preghiera! Grazie miei carissimi! Grazie che ci siete! Siamo tutti inseriti in una catena di amore, ognuno il suo anello che collegato all’altro porta del bene a questo nostro mondo! Grazie che ci siete e rendete più bello il mondo con la vostra presenza. Di proposito in questa vigilia della Giornata Missionaria Mondiale, non ho voluto parlare di me, di noi, ma di VOI, così preziosi nella mia vita di missionaria, così presenti nel mio essere e andare, così uniti a me per passare in questo mondo facendo del bene, come Gesù. Restiamo uniti, abbracciati in Gesù, come i tralci nella vite, per poter attingere la vera linfa e portare frutto, quel frutto che Lui aspetta da ciascuno di noi. La missione non è solo questione di partire, è questione di amare, di dare tutto, lì dove siamo, nel modo che ci viene chiesto. Vi abbraccio tutti e vi stringo tutti con una sola bellissima parola: AKSANTI! GRAZIE! Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo! Amore domanda amore! Non c’è altra strada. Sempre avanti con massima fiducia, vostra Delia

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Don Bruno Morandini ci scrive da S.Miguelito – Bolivia Carissimi amici e amiche della missione, siamo a metá del mese missionario e abbiamo avuto la gioia di viverlo con la canonizzazione di Oscar Romero, di Paolo VI insieme a una suora boliviana, Nazaria Ignacia. L´esempio dei martiri e dei grandi missionari ci stimola a vivere con piú intensitá questo tempo di grazia. In questo periodo ci sono anche parecchie feste patronali: sono reduce dalla festa di s. Teresa di una piccola comunitá lungo il fiume Isiboro: ci sono state 7 prime comunioni, 5 cresime e un matrimonio. All´inizio del mese ero stato anche in un´ altra comunitá sul fiume Ichoa, dedicata a s. Francesco. E a fine settembre la festa della comunitá dove sto residendo tuttora, dedicata a S. Michele Arcangelo. A dire il vero sono rimasto piuttosto deluso della partecipazione della gente di s. Miguelito nei giorni di preparazione. Avevo proposto, con occasione della novena, tre incontri di formazione su alcuni temi scottanti e attuali, peró non sono venuti quasi neanche gli stessi catechisti, che erano i primi invitati! Meno ancora le autoritá e i professori… Ancora una volta é parso evidente che la religiositá naturale di questo popolo é molto sensibile alla liturgia, alle processioni e sfilate in genere, ma fa molta fatica a lasciarsi mettere in discussione dalla parola di Dio quando si tratta di toccare temi scottanti come il narcotraffico e l´abuso delle bevande alcoliche. Come succede un po´dappertutto, c´é molto sforzo nel preparare l´ambiente, i pasti per i visitanti, i balli folclorici, e si lascia in un - 43 -


angolo il protagonista della festa, il proprio patrono e il suo messaggio evangelico. Al punto che mentre sfilava la processione al bordo del campo da calcio, non hanno nemmeno interrotto la partita per quei 5 minuti… Non dovrei meravigliarmi se penso che praticamente l´evangelizzazione non é mai penetrata oltre la superficie; in una chiesa come la boliviana, molto dipendente dal clero, sono stati abbandonati per secoli. C´é piuttosto da stupirsi come hanno mantenuto vivo il senso comunitario e celebrativo e come, pur nella cornice di un devozionismo tradizionalista, si vedono persone come la nonnina doña Francisca che professano una fede viva. É preoccupante anche la scarsa educazione ecologica in una localitá dove inizia il parco naturale del Tipnis. A due settimane dalla festa ci sono residui di plastica un po´ dappertutto; alcuni chierichetti intraprendenti hanno raccolto le lattine vuote. Mi hanno chiesto di portarle in cittá a vendere ed erano 18 kg di alluminio: potete farvi un´idea di quanta birra han bevuto, senza contare quasi 2 ettolitri di chicha… Non é un panorama molto allettante quello in cui mi trovo a vivere l´ultimo mese missionario! Sí, perché dopo la Pasqua del prossimo anno rientreró definitivamente in Trentino, dopo piú di 20 anni di servizio missionario come fidei-donum in America Latina. Mi restano poco meno di due mesi per completare l´anno qui in s. Miguelito, con alcuni matrimoni in programma; poi probabilmente passeró Natale e gli ultimi mesi in una comunitá un po´ piú isolata, lungo il fiume Ichoa. Anch´io a volte mi sento tentato dalla fretta di vedere risultati, o di provocare cambi rapidi; come i figli di Zebedeo vorrei che Gesú facesse subito quello che gli chiedo, perché mi sembra la miglior cosa e la piú urgente. Ancora una volta devo ascoltare il suo invito: “Tra voi non sia cosí…” Vi spero tutti bene, alle prese con le novitá delle assemblee zonali in diocesi. Saluto specialmente i cari predazzani che sono piú fedeli di me nell´inviare la simpatica lettera di comunione e il loro ricordo nella preghiera. Un abbraccio a tutti voi e arrivederci a presto! d. Bruno - 44 -


Da Santa Rita –Paraiba – Brasile suor Antonietta ci scrive…. Finalmente riesco a trovare il tempo per scrivervi con un po’ di calma cari amici, compaesani e famiglie di adozione. La nostra vita è tanto frenetica e quando voglio ringraziare persone speciali come voi cerco di dedicare sempre un momento di tranquillità. Riuscire a fare del bene e sentire questi bambini vicini pur vivendo dall’altra parte del mondo mi rendo conto sia molto difficile, ma voi avete deciso di aiutarci e questo gesto ha aiutato tante famiglie bisognose. Qui a Marcos Moura moltissime famiglie vivono situazioni di estrema povertà, le case sono fatiscenti, l’acqua corrente manca ancora in gran parte della città, ma soprattutto le persone non hanno cibo. Tante, troppe volte i bambini non hanno niente da mangiare anche per alcuni giorni consecutivi. Il nostro impegno va costantemente nel cercare di donare speranze a queste famiglie. Il CEFEC è una realtà molto conosciuta e apprezzata perché riesce a dare un pasto al giorno a queste creature e poi si impegna anche in altre realtà. Cerchiamo di trasmettere soprattutto valori a questi bambini e adolescenti che crescono senza guida e a causa di problemi politici anche senza cultura, infatti le scuole spesso sono chiuse per sciopero degli insegnanti, ma anche quando sono aperte non hanno dei programmi di studio adeguati. Pensate che la maggior parte delle scuole insegna ai bambini a scrivere, ma non a leggere, quindi loro sanno scrivere solo copiando le lettere, ma non sanno cosa stanno scrivendo. - 45 -


Purtroppo il governo Brasiliano ha così tanti problemi che si dimentica di queste favelas che vivono in condizioni pietose. In questa lettera voglio essere i vostri occhi e raccontarvi la storia di una bambina piena d’amore: Micaele. Micaele potrebbe sembrare fortunata perché vive con la sorella più piccola, la mamma e anche il papà infatti la figura paterna manca quasi sempre nelle famiglie povere. Sembrerebbe una famiglia normale, ma invece la mamma beve moltissimo, il papà lavora riciclando rifiuti e vendendo le lattine usate, vivono in una catapecchia di circa 10 m quadri, prestatagli da amici, composta dall’ingresso che funge da cucina, anche se poi loro cucinano quel poco cibo che riescono a comprare fuori facendo un fuoco tipo campeggio, una camera dove per terra sono posizionati due materassi sporchi sui quali dormono tutti e 4. Micaele ha 5 anni e non potrebbe essere iscritta al centro perché ancora troppo piccola, ho comunque voluto inserirla nelle attività perché era una bambina sempre triste e timida che aveva tanto bisogno di mangiare, pensate che quasi tutti i pomeriggi, prima della preghiera Micaele viene da me mi tira la maglietta e mi sussurra all’orecchio: “ho fame” allora l’accompagno in cucina e le do qualcosa - 46 -


da mangiare per permetterle di affrontare le lezioni, altrimenti non riuscirebbe a fare niente con la fame che ha. Anche adesso mentre scrivo mi torna la pelle d’oca a pensare a queste bimbe sdraiate su quei materassi sporchi e umidi buttati per terra su un pavimento di cemento pieno di crepe, con un monte di vestiti buttati nell’angolo, cosa passerà nelle loro testoline prima di addormentarsi e cosa sogneranno la notte? Per fortuna esistono persone generose e dal cuore grande come voi che ci aiutano e ci danno la forza di continuare tutti i giorni con più energia. Vorrei che chiudendo gli occhi anche voi riusciste ad immaginare i sorrisi che i bambini fanno e le loro faccine felici con tutti quei capelli riccioli così brasiliani che non stanno mai fermi, vorrei che riusciste a sentire gli abbracci che tutti i giorni riceviamo, vorrei che riceveste il mio grazie più sincero per l’aiuto che ci date. Vi auguro un buon mese missionario, vi abbraccio tutti ringraziandovi uno per uno per tutto il bene che mi volete e che fate a questi nostri bambini e adolescenti! Suor Antonietta

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I NOSTRI ANGELI CUSTODI… PER UNA VITA PIU’ FELICE Nonni e nipotini uniti nella preghiera

“Il sorriso di un nonno, un tesoro da custodire tra le più grandi ricchezze.”

ANTON VANLIGT

Ho partecipato giovedì 4 ottobre alla S. Messa delle 18 assieme ai miei nipotini. Già quando mi avevano dato il biglietto di invito mi ero commossa nel sentirmi “desiderata” proprio dai miei carissimi nipotini. Mi avevano dato l’invito con orgoglio e tante aspettative per avere una risposta affermativa Non potevo deluderli! In chiesa mi sono trovata con tanti altri nonni e nonne! Ed è stato un momento molto bello in cui mi sono sentita valorizzata come persona e molto motivata in questo mio semplice ed umile servizio. Profonde e significative, oltre che confortanti, le parole di don Giorgio. E’ stato proprio bello essere nel banco in mezzo ai miei due bimbi che mi guardavano ogni tanto come per carpire le mie emozioni! Al momento della pace me li sono abbracciati con tanto amore…e questo mi ha dato nuova energia per continuare a - 48 -


prendermi cura di loro come fossero miei figli. All’uscita della chiesa le mie due “ birbe” mi dicevano quasi cantilenando “ nonna- angelo---nonna-angelo….!” In quel momento ho sorriso e… mi sono sentita fiera di fare la mia parte di ANGELO! Fino a quando il Signore mi darà la forza! Una nonna commossa

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DON TARCISIO…UN PRETE… UN AMICO… Predazzo lo ricorda e lo ringrazia per il bene fatto da giovane cappellano Alcune testimonianze di chi lo ha conosciuto ed amato….

L’ultima volta che sono venuto in Italia lo avevo sentito solo per telefono: era in ospedale per un malore, e sapevo che ormai la sua salute era molto fragile. Però speravo che si potesse riprendere per poterlo incontrare ancora. I più bei ricordi che mi legano a don Tarcisio sono sicuramente da ragazzino, specialmente nei campeggi dei chierichetti. Mi colpiva la serietà con cui ci trattava, preoccupandosi per la nostra formazione: già prima di partire ci raccomandava di prepararci, perché campeggio non è alpeggio! - diceva. Specialmente la celebrazione della messa, in qualsiasi posto, ma sempre con semplicità e devozione, hanno influito molto sulla mia scelta di entrare in seminario. E da subito mi sono sentito accompagnato dalla sua sollecitudine vocazionale, confermata in maniera indelebile nella sua fantastica omelia della prima messa a Predazzo. „Il più grande Non posso dono che Dio dimenticare pure la possa fare ad sua passione per la una famiglia missione. è un figlio Sentiva grande sacerdote.“ stima e una specie (San Giovanni Bosco) di santa invidia per me, perché era - 50 -


anche suo sogno il preoccuparsi dei poveri nel terzo mondo, anche se la salute gli ha permesso di farlo solo in Trentino. Sono sicuro che continuerà ad accompagnarmi da lassù, ormai senza bisogno di lenti o binocoli, perché per la strada ripida e rapida della sofferenza ha già raggiunto l’ avamposto della pace e della fraternità universale! Grazie don Tarcisio. Don Bruno Morandini.

Grazie don Tarcisio per esserti donato a noi senza riserve; un giorno ci ritroveremo tutti insieme nel campeggio celeste dov’è la vera gioia e la vera verità. Hai perso la battaglia contro il male, quello fisico… …hai sempre vinto contro il male e le ingiustizie del mondo. Signore ti ringraziamo per averci dato la grazia di avere incontrato don Tarcisio. Per noi tutti rimanga un esempio di coraggio e coerenza della fede Cristiana. Gigi Panozzo DON TARCISIO : GIOVANE CON NOI GIOVANI

Don Tarcisio è arrivato a Predazzo nel settembre 1977. Uomo di Dio e pastore del suo gregge. Ho potuto conoscerlo lungo tutto un anno nel quale, con discrezione e intelligenza mi ha accompagnata a prendere una decisione importante per la mia vita. Giovane con noi giovani, non si confondeva con noi: era un sacerdote che ha saputo additarci i sentieri di Dio e portarci in Alto, ognuno alla sua maniera. Giovane con noi giovani, ci ha saputo ascoltare, senza guardare all’orologio ma al bisogno di ciascuno. Giovane con noi giovani, conosceva le nostre famiglie, i nostri problemi, le nostre difficoltà e le nostre gioie. Non si è sostituito a noi, ma ci ha seguito con cuore - 51 -


di pastore, di amico, di confidente. Giovane con noi giovani, ancorato profondamente nel Signore, ha voluto condurre anche noi a conoscerlo sempre di più, ad amarlo e ad ascoltare la sua chiamata. Si è impegnato a fondo per la nostra formazione umana e cristiana. Giovane con noi giovani, non sapeva cosa volesse dire “risparmiarsi”, stare chiuso in camera, aspettare che noi lo andassimo a cercare. Lo scopo della sua vita era donarsi, senza mettersi in mostra, semplicemente donarsi. Ci ha contagiati col suo stile. Giovane con noi giovani, ci ha insegnato a pregare, ad impegnarsi nel servizio, ad amare i poveri, ad inventare sempre un altro gesto per far contenti gli altri. Giovane con noi giovani, veniva con noi al bar, al termine degli incontri, a prendere un “canarino”, la bevanda che costava meno e che ci permetteva di stare in un luogo caldo nelle lunghe sere d’inverno e continuare a parlare della nostra vita, a ridere e scherzare e progettare nuove attività. Giovane con noi giovani, era vulcanico, pieno di idee, chiedendo a noi di aiutarlo a realizzarle. Eravamo sempre pronti a dargli una mano. Giovane con noi giovani, ci conosceva uno ad uno e io, che abitavo lontana dalla parrocchia, ero spesso privilegiata perchè mi accompagnava a casa la sera. Giovane con noi giovani, sapeva relazionarsi con tutti e ce lo insegnava mostrandocelo col suo esempio. Per lui la Parrocchia era una grande famiglia e noi l’abbiamo capito bene.

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Giovane con noi giovani, ha amato le nostre montagne, le gite, i campeggi ai Casoni, le scampagnate: tutto rivestiva di un senso divino pur restando sempre coi piedi per terra. Giovane coi noi giovani, ha saputo valorizzare i doni che ognuno di noi aveva, per metterli a servizio. Giovane con noi giovani, l’11 settembre 1978 ha voluto accompagnarmi a Parma insieme a Giulietta e Gigi Panozzo per entrare nelle Missionarie Saveriane. Ha creduto in me nonostante la mia giovane età. Ha pensato senza alcun dubbio che stavo facendo una cosa seria. Per questo non mi ha lasciata sola, ha voluto essere al volante della sua 112, vedere dove stavo andando e mettermi in mani sicure, le Sue. Grazie don Tarcisio! Il tuo percorso su questa terra non è stato sempre facile, hai sperimentato la sofferenza, la malattia, le incomprensioni: tutto hai vissuto fidandoti di Colui che ti ha chiamato e accompagnato nel tuo perscorso di sacertote, uomo di Dio e pastore del suo gregge. Noi, tue pecorelle, insieme a tante altre che hai trovato nelle parrochie e luoghi dove sei passato, siamo qui a dirti grazie. Sei passato in questo mondo facendo del bene, come Gesù. Il tuo sì, sempre così luminoso, ci ha dato coraggio. Siamo certi che il Signore, chiamandoti a sè, ti ha accolto felice, a braccia aperte, dicendoti: “Vieni Tarcisio, amico mio, siediti accanto a me, te lo meriti!”. Un giorno, don Tarcisio, saremo ancora insieme, giovani per sempre! Delia

E’ stato un uomo capace di parlare ai giovani perchè associava la profondità del sacerdote alla leggerezza del compagno di gioco. Luigi Arici - 53 -


Non era un sacerdote qualunque era un uomo in primis.... quanto mi (ci) ha aiutato. Credo che in queste mie semplici parole venga racchiusa tutta la sua personalità e fa capire il bene che ha lasciato in me e in noi. Carmen Brigadoi Don Tarcisio, un’ esplosione d’amore verso la sua scelta di lavorare per il suo Creatore e verso il fratello debole, bisognoso di aiuto. Io mi trovavo benissimo in quell’esplosione… quindi lavorare con lui per sei anni come catechista è stato costruttivo .Nonostante gli inevitabili alti e bassi si riesce sempre a superare le difficoltà, si gusta con gioia e soddisfazione i traguardi raggiunti nella catechesi, allietati dalle belle feste all’oratorio e le escursioni con il Grest. Ringrazio il Signore per avermi donato tanti validi sacerdoti durante il mio cammino di fede. Grazie Don Tarcisio, ti ricorderò sempre e tu da lassù aiutaci!

Gemma Marchesoni Don Tarcisio ha lasciato dei segni importanti nella mia vita. La sua vita è stata pura, concreta e vera testimonianza di AMORE. Ho avuto modo di incontrarlo negli anni della mia gioventù, non dimenticherò mai l’importanza della sua presenza. Mi ha insegnato a stare nel silenzio e ascoltare il cuore, (famosi deserti ai Casoni), a pregare, ad amare, accogliere il valore dello stare insieme e condividere la nostra umanità nel bene e anche nelle fragilità. Mi ha insegnato l’allegria, a vivere la spensieratezza con valore e dignità. Siamo stati bene assieme a lui... ora è nella luce si è portato via qualcosa di noi, ma ci ha lasciato tanto di lui. Ho iniziato a scrivere in singolare, ma è stato difficile e ho finito i - 54 -


miei pensieri in plurale perchè credo che questo è il miracolo di Don Tarcisio: ci ha fatto assaporare l’importanza di un gruppo, nonostante le strade dei giovani del vecchio GAO abbiano preso direzioni diverse, mi sento ancora legata con dei fili di una amicizia silenziosa, ma vera! Grazie Tarcisio. Gemma Guadagnini Quanti ricordi riaffiorano alla mente in questi giorni, ricordi che ti fanno scendere le lacrime, ma ti danno anche serenità e sono pieni di speranza. Con la preparazione al Sacramento dell’Eucaristia di un figlio, ti viene data l’opportunità di fare catechesi. Sei un po’ scettica all’inizio e accetti più per curiosità che per convinzione. Trovi poi un sacerdote che ti fa capire che anche lui è umano come te e ti fa sentire alla tua portata…anche lui può sbagliare, ma soprattutto ti mette nel cuore la convinzione che Dio è amore, misericordia, perdono, non è un “ castigamatti”… la religione non è fatta di formule imparate a memoria su un libro, cose in cui più o meno tutte noi catechiste credevamo. Allora scopri di fare con gioia catechesi e ti accorgi che prima di tutto arricchisci te stessa, che il tuo servizio umile serve più a te …, che se non “mastichi” per bene ciò che dai non puoi trasmettere nulla agli altri. Grazie don Tarcisio per ciò che hai trasmesso a tante persone e devo dire che, se oggi sono la persona che sono e ho capito l’amore di Dio, lo devo a te. La vita non è sempre facile, ma se sul tuo cammino incontri le persone giuste al momento giusto e sai cogliere l’occasione che ti si presenta, tutto diventa grande dono. L’esempio è ciò che conta e tu, caro don Tarcisio, in questo sei stato maestro di coerenza con il vangelo vissuto nel quotidiano, nel concreto , non solo come belle omelie! GRAZIE ! Giuliana Dellantonio - 55 -


Anche noi coscritti della classe 1952 ricordiamo con nostalgia e gratitudine il nostro caro don Tarcisio: sempre presente nella condivisione delle nostre feste , sempre pronto a donare una parola di conforto o un consiglio, sempre scherzoso e di molta compagnia. Anche nei momenti piĂš dolorosi per la scomparsa di qualcuno dei nostri coetanei la S. Messa celebrata da lui con intensitĂ e grande fede nel santuario di Pietralba, ha ridato speranza e consolazione a tutti noi Un grande grazie ad un grande sacerdote Il gruppo dei coetanei

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GIOVANI…SI RIPARTE !!! …per vivere insieme un altro anno di “crescita”…

Risate, divertimento e un grande gruppo unito: così è ricominciato l’anno per il gruppo Giovani di Predazzo. Dopo una breve pausa estiva, il gruppo si è riunito per iniziare il nuovo anno insieme con molte nuove attività in programma. Il primo incontro si è svolto venerdì 12 ottobre all’oratorio. Attraverso un’attività organizzata dagli animatori, i ragazzi si sono divisi in vari gruppi: il loro scopo era quello di scattare delle foto creative attorno al nostro paese, Predazzo “ foto sottosopra, bottega storica, cantare l’Inno d’Italia, balcone fiorito…” è stata una bella occasione per tutti di esprimere la propria creatività e spensieratezza, per poi essere condivisa, una volta rientrati all’oratorio dove sono state visionate le varie foto dei gruppi. Dopo il momento delle condivisione delle fotografie è stato fatto con gioia un brindisi all’inizio del nuovo anno insieme, accompagnato da un buon buffet per tutti. In seguito i ragazzi hanno avuto l’occasione di passare del tempo assieme nelle sale dell’oratorio, divertendosi nella sala giochi a ritmo di musica e raccontandosi le esperienze vissute durante le vacanze estive. Il gruppo Giovani ha moltissime nuove attività in programma per rendere questo nuovo anno ancora migliore. Quindi che aspetti? Se hai tra i 15 e i 18 anni, ti aspettiamo con tanta voglia di stare in gruppo e con nuove proposte per divertirci insieme Anna Brigadoi - 58 -


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Non solo chiacchiere…ma anche volontariato….dando il nostro contributo alla RACCOLTA INDUMENTI DELLA CARITAS Il giorno 20 ottobre, noi ragazzi del gruppo giovani di Predazzo ci siamo recati (con turni e orari diversi) sul retro della canonica per prelevare i sacchi pieni di vestiti, scarpe, borse, cappelli, peluche e coperte che ci portava la gente. Il nostro compito era di dividere il tutto e metterli in sacchetti diversi. Ci siamo divertiti molto a provare le cose buffe che trovavamo perché a noi giovani non salterebbe mai in mente di metterle nella vita quotidiana. È stata una bellissima esperienza (come tutte le altre attività proposte del resto…) un momento in cui con tutte le persone , anche quelle che non si conoscono, potevamo avere un momento di conversazione, un sorriso e un saluto. Sono piccole cose, ma per noi tutto serve per fare gruppo e donandoci agli altri abbiamo provato davvero tanta gioia Sara Morandini - 60 -


Camminare assieme ….per scoprire nuove emozioni… Il giorno 26 ottobre gli animatori del gruppo giovani hanno deciso di portarci a vedere il tramonto al Cristo Pensante. A causa del tempo non è stato fattibile raggiungere la meta finale: il Cristo Pensante, quindi ci siamo fermati alla Baita Segantini dove abbiamo ascoltato Suor Maria Cristina che ci spiegava la roccia di cui sono fatte le Pale di S. Martino: la Dolomia. Dopo questa breve spiegazione la suora ci ha presentato un’attività che abbiamo fatto in seguito: dovevamo scrivere su un sasso una parola, ma non una parola qualunque, una parola che ci ricordasse l’estate, insomma che avesse un “significato” per noi… Con tutti i sassi abbiamo fatto una torre e abbiamo lasciato le parole alla natura. E’ stato un modo anche questo di “ accorgerci” della natura che abbiamo intorno, cosa che molto spesso diamo per scontato… Infine, tutti allegri e con un’amicizia rinsaldata, ci siamo spostati all’Hotel Margherita a Bellamonte per un - 61 -


buon piatto di pasta, tante chiacchiere, musica e buona compagnia. E’ molto bello camminare assieme, condividere pensieri e ..perchè no anche risate…e vivere in armonia superando simpatie o antipatie, modi diversi di vedere le cose. Tutto ci aiuta a fare gruppo e a smussare eventuali spigoli È stata una serata molto bella, sicuramente da ripetere e chissà magari con il tempo giusto!!!... Federico Morandini e Sara Morandini

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PASSI DI COMUNITA’…. In comunione col Vescovo e la Diocesi

Sin dal momento dell’ingresso nel teatro parrocchiale di Moena ho respirato un clima di serenità, di freschezza, di voglia di esserci. Eravamo in tanti! Ho avuto l’impressione che tutti avessimo lo stesso desiderio: essere nutriti di messaggi incoraggianti, di parole dal significato intenso, di comprensione amorevole, di proposte concrete per rinnovare il modo di fare “Chiesa” all’interno delle nostre Comunità. Vedo con entusiasmo questo momento in cui la Chiesa trentina ha ritenuto di ridisegnare il territorio in “zone pastorali“. Nel nostro caso, si tratta di costituire una “zona” unendo le Parrocchie di Fiemme e Fassa. Le due valli, pur essendo limitrofe, hanno caratteristiche diverse per cultura, storia, tradizioni, economia. Ecco , il primo impegno: conoscerci ed ascoltarci reciprocamente, confrontarci sulle specificità che ci distinguono: queste devono essere considerate ed apprezzate come ricchezze da valorizzare. Più volte è stato ribadito il concetto di “ camminare insieme” in uno spirito di fraternità. Ancora “ insieme” riscoprire il Vangelo e viverlo quotidianamente nelle nostre Comunità. - 63 -


Ho molto apprezzato la presentazione delle proposte che sono già in atto nei due decanati a favore della catechesi per bambini e adolescenti, delle attività oratoriali e della pastorale giovanile. Ciò mi ha portato ad essere ottimista, a ritenere che i nostri giovani sapranno vincere la sfida di superare ogni campanilismo e di inserire le loro attività in una unica “zona pastorale”. Altra favorevole proposta che ho colto con entusiasmo è il progetto di formazione e aggiornamento delle varie ministerialità liturgiche affidate ai fedeli. Verrà curato in ogni “zona pastorale” per facilitare di più persone. Un’ultima felice impressione: l’impeccabile organizzazione ed accoglienza da parte della Parrocchia di Moena Marisa Bosin

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CON MARIA… LUNGO LE STRADE DEL PAESE Per pregare e testimoniare il nostro amore alla Madonna

Che senso ha portare Maria per le vie del paese in questi tempi moderni? L’ho riscoperto stamattina assieme a mamme, anziani, bambini, famiglie… Abbiamo affidato la nostra comunità , i nostri piccoli , i nostri dolori, i nostri sogni a Lei , la mamma che ci comprende. E Lei, la Madonna del Rosario, sembrava dirci ancora una volta :”Non temete, fidatevi di me. Con il Rosario tra le mani, recitato con fede in famiglia, avrete l’arma per (Giovanni Paolo II) sconfiggere il Maligno che vuole portare spaccature in tutti gli ambienti!” Molto consolante. E bravi anche i nostri coscritti che non hanno avuto paura e vergogna di presentarsi con la loro bella maglietta fuxia e affiancare Maria lungo il breve tragitto. Grazie Maria, e grazie predazzani per la bella testimonianza di fede! Una parrocchiana Cari giovani, attraverso la preghiera e la meditazione dei misteri, Maria vi guida con sicurezza verso il suo Figlio! Non vergognatevi di recitare il Rosario.

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EVVIVA… SI RICOMINCIA ! Grande festa di inizio oratorio

Anche quest’anno, più carichi che mai, si dà inizio all’attività dell’oratorio con la fantastica apertura nel pomeriggio del 14 ottobre alla palestra delle scuole elementari. La bella giornata di sole e le tante iniziative organizzate in questa domenica nella valle, hanno ridotto il numero di bambini/ ragazzi presenti a poco più di una ventina, ma questo non ci ha impedito di trascorrere comunque un bellissimo pomeriggio di giochi e allegria alla scoperta degli animali! Abbiamo ballato sulle note di “Savana dance”, salvato la neve dell’Artico dallo scioglimento per i nostri amici orsi polari, aiutato le scimmie a recuperare le banane, ascoltato e scoperto i versi degli animali (alcuni davvero stranissimi), salvato le tartarughe dall’attacco dei pescecani e saltellato con la fantastica rana, mascotte del pomeriggio. Infine, come ogni anno, abbiamo concluso in dolcezza all’oratorio con la merenda. Credo che l’oratorio offra un servizio di inestimabile valore, la possibilità di trascorrere ogni domenica (e ogni mercoledì con alcune mamme) un pomeriggio con amici, compagni e perché no, l’occasione di poter fare nuove amicizie nel rispetto reciproco e all’insegna del divertimento. Questo ovviamente non vale solo per i bambini/ragazzi, ma anche per noi animatori, perché è vero che si ha più gioia nel dare che nel ricevere, ma, aggiungo io, ancor di più nel condividere! Concludo con una citazione di don Bosco, fondatore degli oratori: “L’oratorio è casa che accoglie, parrocchia che evangelizza e scuola che avvia alla vita”. Alice animatrice - 66 -


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“MADONNA DELLA NEVE“ …a nuovo I parrocchiani di Bellamonte uniti per il restauro della Chiesa

Quando ho sentito il Parroco parlare della necessità di ristrutturare e risanare la nostra bella chiesa di Bellamonte, mi Mettersi insieme è un è subito nata l’idea di poter contribuire inizio, rimanere in qualche modo alle spese che questo insieme è un risanamento comporta. progresso, Così ho parlato con alcune donne di lavorare insieme Bellamonte e dintorni con cui si collabora è un successo. per le pulizie della Casa di Dio e per altre (Henry Ford) attività e ho proposto un mercatino del dolce. La risposta è stata immediata e molto generosa. Detto fatto: in poco tempo abbiamo organizzato il tutto. Vista la grande generosità della gente durante il primo mercatino, abbiamo pensato di realizzarne altri! Un gran successo: la generosità di residenti e turisti è stata edificante. Ora ne abbiamo in cantiere altri. - 68 -


E’ molto bello e importante vedere la grande collaborazione di tutti : uomini e donne che hanno dato “sfogo” ai vari talenti ricevuti da Dio: ◊ Chi prepara dolci vari ◊ Chi collabora con la spesa ◊ Chi confeziona i pacchettini ◊ Chi porta la farina ◊ Chi porta il burro del caseificio ◊ Chi compera ◊ E chi, in vari modi, ci sprona ad andare avanti facendoci i “ complimenti” e ringraziandoci : tutto questo è come una iniezione di ottimismo, fiducia e speranza. Ciò sta a dimostrare la grande sensibilità della gente e il grande amore verso la propria chiesa, segno di una grande fede tramandata e inculcata nei cuori dai nostri genitori. Sentiamo anche un grande e profondo senso di riconoscenza verso il nostro parroco don Giorgio che si è dato molto da fare assieme al Consiglio degli affari economici : grazie! E un grazie anche al don per tutte le corse che deve fare per garantirci la messa domenicale! In questi tempi di crisi di sacerdoti gli siamo ancora più grati per riuscire a trovare l’orario giusto per la nostra piccola comunità, piccola nel numero, ma grande nel cuore Madi con il gruppo di Bellamonte che collabora - 69 -


NUOVO ANNO DI CATECHESI… FAMIGLIE E RAGAZZI INSIEME Prendi il largo …

…con questo incoraggiamento ad andare lontano, a non avere paura, ad intraprendere il cammino con tanto entusiasmo e, soprattutto, con tanta fiducia nella nostra guida, Gesù, si è aperto l’anno di catechesi. Domenica 21 ottobre alle ore 18 si è celebrata la S. Messa per questa occasione: è stato bello vedere tanti bambini, ragazzi e famiglie dare colore e gioia alla nostra chiesa! Vari sono stati i segni a cui sono stati chiamati i bambini e i ragazzi durante la messa: come gli apostoli, 12 ragazzi hanno dato vita alla via della luce per accogliere in modo solenne il Libro della Parola e il Cero; all’Offertorio i bambini sono stati chiamati a firmare tra le maglie della rete dei pescatori il loro impegno con Gesù; infine hanno potuto staccare dalla rete dei pezzettini di corda da conservare in ricordo di questo impegno. - 70 -


Finita la messa, alle famiglie è stato offerto un momento conviviale in piazza: un’occasione semplice per scambiare due parole e creare relazione e comunità. Le parole di Simon Pietro “Maestro … sulla Tua Parola getterò le reti” aiutino tutti noi, adulti, bambini, ragazzi, catechiste e famiglie ad allontanare i dubbi e a fidarci di Gesù … … e che quest’anno di catechesi sia pieno di gioia! Giorgia Guadagnini

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A SPASSO PER TRENTO Pomeriggio di amicizia e riflessione con i ragazzi di seconda e terza media

Con le seconda e le terze medie di Predazzo, Ziano e Panchià avevamo concordato un’uscita a TN, prima di tutto per rinsaldare la nostra amicizia e poi per ricominciare col piede e l’animo giusto il nuovo anno di catechesi. Eccoci tutti pronti alle 14.00: ragazzi, animatori giovani ed adulti per una nuova avventura. La pioggia non ci spaventa! E via… C’era in programma una bella “caccia al tesoro” per le vie di TN divisi in tre gruppi, ma dato il tempo un po’ troppo “ umido” abbiamo accorciato il percorso. Dalla stazione delle corriere prima tappa in piazza Dante, poi Chiesa di San Lorenzo, quindi Castello del Buon Consiglio, infine il Duomo dove si doveva trovare il TESORO. In Duomo Laura assieme a suor Cristina, ci hanno dato notizie storiche e architettoniche molto interessanti. Ben pochi, per non dire pochissimi di noi, anche fra gli adulti, ne erano a conoscenza. E’ proprio vero che non si finisce mai di imparare! In Cripta, poi,altra piccola caccia al tesoro! Lo abbiamo trovato: - 72 -


tre pergamene contenenti rispettivamente : l’ esperienza dei tre martiri Sisinio Martirio ed Alessandro, la basilica antica paleocristiana e i simboli cristiani! Davvero molto interessanti e che ci hanno fatto riflettere! Aiutati da don Rolando , venuto a sostituire il Vescovo con il quale avevamo programmato un bell’incontro saltato per motivi di impegno di don Lauro, abbiamo pregato ed ammirato la bella struttura della Cripta. Sono state consegnate, in seguito, ai ragazzi dei sassi raccolti qua e là, alcuni anche a forma di cuore, con la scritta “SULLA TUA PAROLA…LA MIA CASA” come ricordo di questo pomeriggio di amicizia e riflessione! Dai Salesiani, poi, una buona merenda ci ha fatto dimenticare la pioggia e ritrovato l’allegria che contraddistingue i nostri incontri nell’attesa di una nuova “caccia al tesoro” magari con un bel sole. L’importante comunque è avere il “sole” dentro di noi per iniziare bene questo anno crescendo nell’amicizia fra noi e soprattutto con quella di Gesù nella gioia di sentirci molto amati da Lui! - 73 -

Giovanna e Veronica


È stato un bel pomeriggio trascorso insieme ai miei amici... mi sono divertita parlando, ridendo e giocando con loro! Mi è dispiaciuto per la pioggia che ha rovinato un po’ la caccia al tesoro per le vie di Trento!

Giulia V.

Come gita mi è piaciuta abbastanza, specialmente la visita ai sotterranei del duomo di Trento che mi hanno colpito particolarmente. Anche la caccia al tesoro è stata interessante, soltanto che, per colpa della pioggia, abbiamo dovuto accorciarla. E’ stata un’esperienza istruttiva e divertente che mi piacerebbe rifare. Thomas F. - 74 -


La gita a Tn è stata molto bella,. Oltre ad avermi insegnato diverse cose sulla basilica e su Trento con la caccia al tesoro, mi sono divertito con i miei amici. Grazie alle catechiste per la fantastica organizzazione Thomas B.

La gita di sabato è stata molto divertente e interessante. Ringrazio soprattutto le catechiste che ci hanno accompagnato. E’ stato molto bello fare nuove conoscenze, e molto arricchente! Martin B. La gita a TN mi è piaciuta molto, a parte la pioggia che ha rovinato un po’ la caccia al tesoro. Infatti delle 10 tappe previste ne abbiamo fatto appena tre. Comunque è stata un’occasione per stare con i nostri amici, per farsene di nuovi e per conoscere altre persone. Il momento che mi è piaciuto di più è stato visitare i sotterranei del Duomo. Anche il momento della merenda dai Salesiani è stato proprio bello e gioioso ! Giulio C. - 75 -


DA UNA PICCOLA VALLE ALL’IMMENSO BRASILE….. Testimonianza di alcune predazzane e non…

Siamo Lisa, Chiara e Ludovica ed un pezzo del nostro cuore è ancora lì… nell’immenso Brasile!!! Siamo atterrate a Recife il 5 settembre accolte da subito da quell’affetto che ci avrebbe accompagnate per tutta la nostra esperienza a Marcos Moura: Antonietta e le ‘irmas’ (suore). Quale miglior modo per conoscere il vero Brasile se non quello di viverlo in tutti i suoi aspetti? Una comunità tanto fragile, ma così forte da non perdere mai quel sorriso e quel calore che hanno trasmesso anche a noi aprendoci le porte delle case…(se così possiamo chiamarle). Sorrisi, abbracci, canti e balli ci hanno accompagnato durante tutta la nostra settimana lì. Suor Antonietta porta avanti, assieme ai suoi collaboratori e volontari un centro di educazione e formazione per bambini e giovani che ha lo scopo di coltivare valori e passioni nei piccoli in vista del loro futuro. Questo in pochi anni ha già cambiato la situazione di criminalità e pericolosità della favela. Il centro, chiamato CEFEC è fondamentale per la comunità in quanto procura l’unico pasto completo della giornata ai bambini e, mentre ai più piccoli garantisce un posto sicuro - 76 -


dove poter giocare spensierati, i ragazzi più grandi possono avvicinarsi al mondo del lavoro con corsi di cucina, informatica cucito e molti altri… Il centro offre anche un punto d’appoggio alle famiglie in difficoltà e organizza piccoli eventi di ritrovo per la comunità. Abbiamo potuto vedere la gioia e l’entusiasmo di tutti i collaboratori del centro nel loro impegno, per quanto tante volte sia difficile. Il governo brasiliano purtroppo non offre sostegno finanziario adeguato per un’opera così importante: senza il nostro appoggio trentino forse tutto questo non sarebbe possibile. Abbiamo avuto la fortuna di vivere una settimana assieme a

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suor Antonietta e le altre ‘irmas’, coccolate e circondate da allegria e riconoscenza. Solo vivendole si possono capire certe emozioni ed esperienze, così come i fiumi di abbracci dei bambini o le voci che cantano parole di speranza. Abbiamo potuto vedere coi nostri occhi cos’è la povertà e la resilienza, così lontane dalla nostra realtà e sentirci amate da persone a noi sconosciute. A volte le parole davvero non servono, basta uno sguardo, un sorriso, un abbraccio per capire quanta importanza tu possa avere per loro. Ma chi alla fine si è arricchito di più siamo noi con i ricordi di questa esperienza. Abbiamo fatto raccolta di sorrisi da portare qui, dove molte volte diamo troppa importanza alle cose materiali. Chiara Cemin, Ludovica Piazzi ed Elisa Misconel

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dal 1 settembre 2018 al 28 novembre 2018 HANNO CELEBRATO... il Sacramento del

le Esequie dei

Battesimo

Defunti

RICCARDO DE BALDO

MORANDINI GIOVANNA

LISEL VIEIDER

BERNARD ANNA MARIA

ISABEL VIEIDER

GUADAGNINI TARCISIO

EMMA VIEIDER

DANZI FABIO

LEONARDO MORANDINI

MAZZEI ALESSANDRO

FRANCESCO MORANDINI

GIACOMELLI PIERINA

ELISABETH DASSALA

GABRIELLI GIOVANNI BATTISTA

PETER FELICETTI

DEZULIAN MELANIA

FEDERICA FELICETTI

FELICETTI GIULIA

ELIAS FELICETTI

DELLANTONIO ADRIANA

LUDOVICA GABRIELLI

BRIGADOI FILIPPO

ANDREA FELICETTI

BONINSEGNA ERMANO

BEATRICE COMINI

MORANDINI GIUSEPPE CARLONI FRANCESCO

il sacramento del Matrimonio CORATELLA RUGGIERO - DI MONTE FILOMENA OSSI MARIO - FELLONI VALENTINA STOFFIE DAVIDE - STUERZ SILVIA

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Se gli apriremo con cordialità la nostra casa e non rifiuteremo la sua inquietante presenza Gesù Bambino ha da offrirci qualcosa di straordinario: il senso della vita, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la gioia del servizio, lo stupore della vera libertà, la voglia dell’impegno.

Don Tonino Bello


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