Giornale delle giudicarie settembre 2016

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Centenario Grande Guerra Non bisogna attaccarsi alle cose del mondo, perché presto o tardi viene per tutti l’ora di lasciarlo». Mi è sembrato opportuno stralciarla a se stante perché storicamente ed umanamente davvero, almeno per me, in sè del tutto eccezionale. Dalle stesse pagine il susseguirsi delle giornate settembrine vissute sul fronte. «1 settembre 1916. È una giornata meravigliosa e si vedono bene i monti lontani fino all’Ortles. - 3 settembre. Tempo coperto e umore pessimo. Quando verrà la pallottola a mettere fine a questa situazione insopportabile? Certo non vorrei dare questo dolore alla mia famiglia… - 5 settembre. La notte scorsa c’è stato violento fuoco di mitraglia incessante sotto il tiro degli Italiani, che però non si sono mossi. - 7 settembre. Dopo nove mesi è portata qui dal basso l’illuminazione elettrica; bello veramente! I Bulgari hanno ottenuto una grande vittoria sugli Alleati; per l’Austria è un successo, seppur indiretto. - 9 settembre. Si vuole scavare la progettata galleria da cui diramare dei cunicoli sotto le postazioni nemiche (italiane); la solita idea grandiosa che però richiederebbe molto tempo per attuarla. - 12 settembre. Un reparto di mitraglieri e uno del genio vanno a Tione: cosa significa questo trasferimento? A sera esamino con il binocolo: gli Italiani hanno cementato e coperto le loro trincee e raddoppiati i reticolati; osservo degli ufficiali che scrutano le nostre posizioni gesticolando vi-

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Settembre 1916 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie

In Giudicarie anche i morsi della fame… e già la prima neve Dal Nòzzolo un accorato presentimento di crollo dell’impero austriaco

Nelle cronache trentine relativamente al mese di agosto 1916 non trovo, fra i testi che ho sottomano, particolari annotazioni su quanto avvenuto in quel mese in Trentino. Mi riportano, invece, sui fronti militari giudicariesi le pagine del già citato diario del tenenvacemente. - 16 settembre. Le batterie italiane sparano contro la linea da Creto a Daone. Vicino a Prezzo c’è un grosso lanciabombe col quale gli Italiani hanno sparato incendiando Clusone. È probabile che gli Italiani abbiano fatto soltanto un’azione dimostrativa mentre sul Carso dovrebbe essere in corso una loro offensiva. - 17 settembre. Nel pomeriggio le batterie di Dalguen e di Malmarone battono Creto e Daone ma senza riuscire a incendiare altre case. - 18 settembre. L’amico Ladurner mi telefona dalla Miniera di val di Breguzzo dove se la passa bene dipingendo paesaggi. - 20 settembre. È disertato un kaiserjäger, correndo dal nemico italiano, con danno del buon nome della mia compagnia, a prescindere da quello peggiore che può causare col fare la spia. Bi-

sognerebbe scorticarlo se non fosse un cristiano! - 22 settembre. Su tutto il fronte alpino pare ci sia calma. Ogni giorno nuovi ordini da Bondo a cui non c’è più da credere; l’umore di quel comando è tornato nero». Queste annotazioni del militare trovano eco e confronto nelle amare pagine del Perli, il quale, giorno per giorno, annota le situazioni conseguenti alla guerra vissute dalle popolazioni lontane dai fronti di battaglia. «1 Settembre - Sui fronti quiete generale fuorché alla Somme dove i Francesi il giorno 7 agosto iniziarono una violentissima offensiva da fare di questa battaglia una delle più spaventose. Gl’Inglesi riempiono le lacune dei loro battaglioni con soldati di colore, che poveretti sono sempre nelle prime linee. / Il gene-

te Hecht dal Monte Nòzzolo, in Valle del Chiese. Al 1° settembre una annotazione piuttosto allarmante: «Per la prima volta dall’inizio della guerra comincio a temere il crollo dell’impero austriaco, visto che la guerra sembra prolungarsi all’infinito. rale germanico Makensen, uno dei più quotati, aperse un’offensiva al fronte greco contro il Sara francese. 4 Settembre - Oggi vidi per via caduti due buoi militari sfiniti dalla fame. Un tizio, présane compassione, vi portò dell’erba; la mangiarono e quindi si alzarono e continuarono stentatamente il cammino tirando il loro carro vuoto. Di questi casi se ne vedono di frequente. / Il militare ha prescritto 10 chili di fieno al dì per bue! / Molti vecchiotti del paese quest’anno sono assai deperiti più per la mancanza del conveniente nutrimento che per l’età. / Molti giovinetti del paese, visto che la lingua tedesca si fa ognor più utile, si raccolgono in canonica a prenderne lezioni ogni sera dal cooperatore don Augusto Pancherteiner. E le ragazze dalle loro maestre. 7 Settembre - Oggi giornata di pioggia; comparve la neve sulle cime dei monti a rendere più desolata la vita dei nostri soldati inchiodativi a difesa dei confini. Quest’anno la costante temperatura umida e rigida non ci lasciò gode-

re neppur una giornata di vera estate. In conseguenza anche la maturazione delle campagne è molto imperfetta. / Il Governo requisisce e tariffa tutto il graspato (vinacce) e tutto il corame disponibile e le pelli degli animali macellati e sorveglia la garberia (conciatura delle pelli; produzione del cuoio = allora a Tione, al Basso Arnò). / L’arte e il bisogno, l’avidità e la malizia si diedero la mano per approntare dei corami artificiali d’altro genere dei soliti e sono già in commercio a 14-17 corone al chilo, ma alla prova non reggono. 22 Settembre - Il governo ordinò la astinenza dalle carni nei lunedì, mercoledì e venerdì d’ogni settimana, per la straordinaria scarsezza del genere. / L’olio da pasto costa oggi corone 26 al litro. / Tutti, anche gli eleganti signorini, fanno uso di zoccoli: sgàlmere (o sgàlbere = scarpe con zoccolo di legno) et similia». Sergio Benvenuti, nel primo volume della sua “Storia del Trentino”, sotto il settembre 1916 fa riferimento ad un aspetto del-

la prima guerra mondiale - che si è ripetuto anche nella seconda - lasciando aperte discussioni, ed opposte visioni sociali, non ancora scemate né sul primo che sul secondo conflitto. Infatti la scelta di “stare da una parte o dall’altra” è tornato alla ribalta anche nelle più recenti (agosto 2016) commemorazioni di fatti relativi alla seconda guerra mondiale. Ecco il testo del Benvenuti: «In seguito all’esecuzione di Cesare Battisti il Comando Supremo dell’esercito italiano ordina il ritiro dei “volontari irridenti” dalla prima linea del fronte contro l’Austria. L’ordine determina per reazione il costituirsi della “Legione Trentina”. I volontari trentini sentono, infatti, in quei giorni la necessità di unirsi per chiedere compatti la revoca del provvedimento; ciò che avverrà qualche tempo dopo. I volontari della “Legione Trentina”, che combatterono sul fronte italiano, furono 859; di questi 103 caddero sul campo e 29 morirono per cause di guerra. Numerosi furono pure i mutilati. 183 vennero decorati con medaglie al valor militare italiano: 12 medaglie d’oro, 98 d’argento e 73 di bronzo». Mario Antolini Musón


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