Cheratoplastica lamellare posteriore superselettiva (No-Touch Descemet Membrane Endothelial Keratoplasty): tecnica personale per la preparazione del ricevente
insieme all’aumento dell’astigmatismo indotto da una breccia corneale relativamente ampia (4/5 mm), non sempre consentono risultati soddisfacienti.19,20 L’innesto endoteliale con tecnica DMEK prevede un accoppiamento stroma del donatore con membrana di Descemet del ricevente, una restitutio ad integrum dell’anatomia corneale e una breccia in cornea chiara di ampiezza ridotta (2,75/3,2 mm) con conseguente minimo astigmatismo indotto.21-23 Abbiamo valutato la tecnica DMEK per verificarne la standardizzazione, la fattibilità, le complicazioni a breve e medio termine e i risultati funzionali e anatomici. Il primo ostacolo per la realizzazione della tecnica è la possibilità di poter disporre del lenticolo di tessuto composto dalla sola membrana di Descemet a supporto del delicato endotelio che prevede per la sua preparazione un alto grado di specializzazione atto a evitare il facile danno che si può arrecare a un tessuto così frangibile. Siamo convinti che questo tipo di tessuto debba prevedere personale dedicato e appositamente addestrato e debba essere obbligatoriamente valutato per la sua idoneità dopo la separazione. La descemetoressi eseguita con la tecnica delle cannule bimanuali aiutata dal riflesso rosso del fundus consente di asportare facilmente per un’ampia area la Descemet del ricevente senza danno allo stroma profondo.
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Le varie fasi dell’innesto del DR dal prelievo dal flacone di conservazione alla sua colorazione vitale e all’iniezione nella camera anteriore del ricevente non prevedono particolari difficoltà. L’introduzione del segno di Moutsouris per la valutazione del corretto orientamento del lenticolo a posto fine al rischio di posizionamenti alla rovescia. Il completo srotolamento e il posizionamento corretto del lenticolo sulla faccia posteriore della cornea ricevente prevede invece l’utilizzo di piccole bolle d’aria e getti di soluzione bilanciata come strumenti chirurgici. Queste non sono manovre tradizionalmente praticate dai chirurghi oftalmici e necessitano pertanto di una curva di apprendimento ma hanno l’enorme vantaggio di evitare il contatto diretto degli strumenti chirurgici con il fragile tessuto. Il tamponamento gassoso che ha l’intento di rimuovere le falde di liquido dall’interfaccia tra donatore e ricevente e permettere l’adesione del tessuto innestato allo stroma è una manovra che deve prevedere una minima esperienza della gestione dell’aria in camera anteriore. Abbiamo utilizzato in un primo tempo l’iridectomia inferiore per evitare il blocco pupillare, oggi preferiamo rimuovere quasi totalmente l’aria dalla camera anteriore per prevenire l’ipertono da blocco pupillare circa 45 minuti dopo il tamponamento gassoso per evitare ulteriori manovre pre-chirurgiche o chirurgiche.
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viscochirurgia
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