b2eyes 5/2025

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LENTI PROGRESSIVE INDIVIDUALI

3 MINUTI DI TEST PER IL RILEVAMENTO DELL’IMPRONTA DIGITALE VISIVA

LENTI OPERATIVE INDIVIDUALI

47 SECONDI DI TEST PER IL RILEVAMENTO DEI DATI DIGITALI NEL PROPRIO AMBIENTE DI LAVORO

LE LENTI A CONTATTO PRECISION1™ SONO SPONSOR UFFICIALE DELLA DEEJAY

TEN 2025

Alcon rinnova il suo impegno all’evento organizzato da Radio Deejay e valorizza l’innovazione delle lenti a contatto PRECISION1™ come alleato importante per lo sportivo di oggi** LE LENTI A CONTATTO GIORNALIERE PIÙ APPLICATE SUI NUOVI PORTATORI NEL 20241

*Per maggiori informazioni visita il sito https://deejayten.deejay.it/ **Per l’utilizzo delle lenti a contatto durante le attività sportive con esposizione all’acqua fare riferimento alla sezione “Precauzioni per l’utilizzo e la manipolazione delle lenti” delle istruzioni per l’uso. Referenze: 1. GFK Fit Data Report Gennaio-Dicembre 2024. Dispositivo medico CE0123. Per l’utilizzo, la manutenzione, le precauzioni, le avvertenze, le controindicazioni e gli effetti indesiderati, consultare le istruzioni d’uso. Visitate il sito Alcon https://ifu.alcon.com/ per importanti informazioni di prodotto. ©2025 Alcon. IT-PR1-2500060

Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Maggio 2025 numero 5

B.I.G. EXACT® SENSITIVE

Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013 info@fgeditore.it

REDAZIONE

Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 20089 Rozzano (MI)

Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it

Nicoletta Tobia n.tobia@fgeditore.it

PUBBLICITÀ

Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574

DIRETTORE RESPONSABILE Angelo Magri a.magri@fgeditore.it

GRAFICA E IMPAGINAZIONE

FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale

STAMPA

GIUSEPPE LANG ARTI GRAFICHE Srl Via Romairone, 66 - 16163 Genova

REGISTRAZIONE PRESSO il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 022021

Copia omaggio

© Copyright FGE srl È vietata ogni riproduzione totale o parziale di testi e immagini

Sommario

editoriale

4 Francesco, quasi un patrono dell’ottica attualità

6 Rodenstock: dalla Franciacorta al sud con il tour We are Sensitive

12 VisionOttica Award 2025: Padova, Firenze e Torino sul podio

16 Miopia: mai come oggi la filiera è stata così unita

20 Assottica: 1.500 ottici per la prima Giornata mondiale delle lac

24 Oakley: a Milano con il secondo flagship store

26 The Lens of Time: forme, materiali e colori dell’eyewear in 150 pezzi storici moda

30 Brand di nicchia o commerciali? Dipende dal target

32 l’ottico digitale L’ottico creator, un ponte tra negozio e web

34 in store Dual wear, quando un’unica soluzione non basta più

38 lab Lac e intelligenza artificiale: un upgrade per il professionista

lenti oftalmiche

42 Nuance Audio: presto in ottomila negozi nel mondo

44 Zeiss: il listino mette al centro il portatore

48 Hoya: nel nuovo catalogo focus sui bisogni visivi di ogni età

lexicon

54 Test: da un coperchio e da un vaso la prova di come si vede

Rodenstock: dalla Franciacorta al sud con il tour We are Sensitive

Oakley: a Milano con il secondo flagship store

il listino mette

Zeiss:

Francesco, quasi un patrono dell’ottica

Lungi dal voler suggerire proposte di canonizzazione, come peraltro è stato recentemente fatto per un altro pontefice particolarmente amato, Giovanni Paolo II. Lungi dal pensare di sostituire una figura come Santa Lucia, protettrice della vista e patrona dei suoi operatori, dagli oculisti agli ottici. Ma il forte legame di Papa Francesco con il sociale, soprattutto nei confronti degli ultimi e dei più bisognosi, lo avvicina al mondo ottico optometrico, la cui rilevanza per il benessere delle persone non smette di esistere, pur a fronte dell’evoluzione del mercato. Una vicinanza resa ancora più stretta dalle visite del pontefice, scomparso il 21 aprile scorso, al centro ottico di Alessandro Spiezia in via del Babuino, all’ingresso di piazza del Popolo.

Questo gesto di semplicità e di affinità con il mondo del lavoro e soprattutto con la gente, che poi è stata la firma sui suoi dodici anni di pontificato, è stato ricordato con numerosi articoli sia in occasione della morte di Bergoglio sia al momento della nomina di

Leone XIV come successore. L’ottica è così entrata spontaneamente nel racconto di un papato che ha avvicinato ancora di più molti fedeli alla parola di Cristo e convinto parecchi non credenti che la Chiesa possa avere un ruolo sempre più centrale e benefico per le sorti del pianeta, dalla difesa della pace fino alla salvaguardia della natura. Come è entrata puntualmente in San Pietro o più recentemente a Santa Marta, in occasione della celebrazione di Santa Lucia: decine di ottici, insieme ad altrettanti oftalmologi, giornalisti e addetti ai lavori della filiera, che grazie alla preziosa intermediazione dello stesso Spiezia, con doveroso rispetto ma pari entusiasmo, hanno potuto conoscere da vicino Papa Francesco, portargli un dono o semplicemente stringergli la mano.

Jorge Mario Bergoglio era nato il 17 dicembre 1936: appena quattro giorni dopo la data in cui si festeggia Santa Lucia. Troppi forse per trasformarlo in patrono, abbastanza per renderlo ancora più amato da tutti coloro che ogni giorno danno vita al nostro settore.

DINAMICA

MATRICE DIGITALE

• MATRICE ASSISTENTE VIRTUALE, grazie all’intelligenza Artificiale, simula i campi di visione delle lenti progressive e delle occupazionali spiegandone il sistema di utilizzo.

• TEST DI 3 MINUTI per le lenti progressive individualizzate ANIMA

• TEST DI 47 SECONDI per le lenti operative individualizzate DINAMICA

• Schermata di esempio del risultato del test per le lenti progressive ANIMA nelle 3 aree di visione per Vicino, Intermedio e Lontano

• La costruzione della dima della lente si adatta alla somma dei 3 codici, realizzati grazie al test, per Vicino Intermedio e Lontano

Rodenstock: dalla Franciacorta al sud con il tour

We are Sensitive

Si è tenuta il 14 aprile presso Villa Baiana, a Monticelli Brusati, in provincia di Brescia, la prima delle cinque tappe del progetto itinerante lungo il territorio nazionale: l’incontro ha visto protagonisti una settantina di ottici giunti dal nord Italia per toccare con mano le novità dell’azienda oftalmica

Cantine di lusso e luoghi di prestigio: sono le location che Rodenstock ha scelto come scenario per il tour We are Sensitive, l’iniziativa itinerante che ha l’obiettivo, attraverso percorsi immersivi, di guidare gli ottici partner alla comprensione della sensibilità visiva individuale e di far conoscere loro la nuova lente B.I.G. Exact Sensitive. Presso Villa Baiana, nel cuore della Franciacorta, il 14 aprile erano una settantina i professionisti presenti. «Parlare di sensibilità per noi significa parlare di care, ossia di attenzione a voi e al vostro cliente, come parte di un ascolto profondo - ha spiegato alla platea Daniela Poletti, head of marketing della filiale italiana del gruppo - Rodenstock è un’azienda votata al b2b, perché siamo convinti che siate voi a dover arrivare al consumatore con il gesto professionale: a guidarci è il concetto di innovazione insito nel dna aziendale e sul quale ogni anno investiamo, attraverso il reparto di ricerca e sviluppo, per offrire prodotti che consentano di migliorare l’esperienza visiva della vostra clientela». Altro valore sottolineato dalla manager è la fiducia. «Fiducia che noi di Rodenstock abbiamo nei confronti di casa madre e fiducia che vogliamo costruire con voi», ha sottolineato Poletti.

Da sinistra: Daniela Poletti, head of marketing di Rodenstock Italia, gli ambassador Marco Giro di Ottica Giro, di Verona, e Michael Wagensommer di Centro Ottica Hassler, di Roma, e Valentina Pucci Mossotti, head of product & training dell'azienda oftalmica, sul palco dell’evento in Franciacorta

Il loro mondo, più semplice.

Il

Il loro mondo, più semplice.

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Semplificare la vita dei portatori con la tecnologia

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l’80%

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dei portatori dichiara di desiderare una maggiore praticità d’uso1 il 91%

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il 91%

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di coloro che indossano Miru 1day

Flat Pack concordano che trovare le lenti correttamente orientate verso l’alto, sia un vantaggio1

di coloro che indossano Miru 1day Flat Pack concordano che trovare le lenti correttamente orientate verso l’alto, sia un vantaggio1

Un’applicazione più semplice e igienica con Smart Touch™.

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Quando si parla di lenti a contatto, la barriera più grande per i portatori è la difficoltà di manipolazione

Quando si parla di lenti a contatto, la barriera più grande per i portatori è la difficoltà di manipolazione.

Quando si parla di lenti a contatto, la barriera più grande per i portatori è la difficoltà di manipolazione.

Quando si parla di lenti a contatto, la barriera più grande per i portatori è la difficoltà di manipolazione

Quando si parla di lenti a contatto, la barriera più grande per i portatori è la difficoltà di manipolazione

Prima nel suo genere, l’esclusiva tecnologia Smart Touch™ consente di rimuovere le lenti dal blister sempre nel verso giusto, in modo che possano essere applicate senza toccare la superficie interna. l’80%

Prima nel suo genere, l’esclusiva tecnologia Smart Touch™ consente di rimuovere le lenti dal blister sempre nel verso giusto, in modo che possano essere applicate senza toccare la superficie interna.

di coloro che indossano Miru 1day

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le lenti correttamente orientate

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dei portatori dichiara di desiderare una maggiore praticità d’uso1 il 91% di coloro che indossano Miru 1day Flat Pack concordano che trovare le lenti correttamente orientate verso l’alto, sia un vantaggio1

di coloro che indossano Miru 1day Flat Pack concordano che trovare le lenti correttamente orientate verso l’alto, sia un vantaggio1 1 Menicon data on file 2017 sondaggio online sull’esperienza del paziente, n=200 portatori attuali di lac giornaliere.

Prima nel suo genere, l’esclusiva tecnologia Smart Touch™ consente di rimuovere le lenti dal blister sempre nel verso giusto, in modo che possano essere applicate senza toccare la superficie interna.

Prima nel suo genere, l’esclusiva tecnologia Smart Touch™ consente di rimuovere le lenti dal blister sempre nel verso giusto, in modo che possano essere applicate senza toccare la superficie interna.

Prima nel suo genere, l’esclusiva tecnologia Smart Touch™ consente di rimuovere le lenti dal blister sempre nel verso giusto, in modo che possano essere applicate senza toccare la superficie interna. l’80%

1 Menicon data on file 2017 sondaggio online sull’esperienza del paziente, n=200

L’innovazione dell’azienda oftalmica tedesca ha raggiunto il culmine quest’anno con il lancio della nuova lente B.I.G. Exact Sensitive. «I brevetti sviluppati negli ultimi vent’anni da Rodenstock hanno come fil rouge la personalizzazione - ha spiegato Valentina Pucci Mossotti, head of product & training di Rodenstock Italia, entrando nel vivo della presentazione del nuovo prodotto - Da standard a B.I.G. Norm, passando da B.I.G. Exact fino ad arrivare a B.I.G. Exact Sensitive, il livello di customizzazione si è costantemente evoluto: alla base dell’ultimo design, nato a Monaco nel centro ricerca e sviluppo, dopo cinque anni di studi, non c’è solo la letteratura scientifica, ma anche l’analisi del sistema visivo nel suo insieme, compreso il livello cerebrale. Si è scoperto che in alcune aree dell’apparato oculare si possono creare distorsioni. Il nostro obiettivo è dunque offrire campi di visione fluidi: gli studi affermano che la sensibilità visiva è unica e individuale e che esiste un rapporto fra aberrazioni e qualità visiva. Possiamo quindi immaginare la sensibilità visiva stessa come uno spettro, da alta a bassa, in cui da un estremo all’altro si può registrare un rapido decremento. Non è possibile perciò proporre un medesimo design a chi ha una sensibilità visiva diversa. Bisogna misurarla e determinarla, valutando in che modo le aberrazioni im-

pattano sulla visione, usando appunto come riferimento un indice di sensibilità».

Cosa cambia nel centro ottico? «Non cambia nullaha precisato Pucci Mossotti - Rodenstock ha correlato i dati raccolti con il DNEye Scanner generando un nuovo algoritmo. Questo processo permette di valorizzare il lavoro dell’ottico stesso integrando il parametro della sensibilità visiva nel design della lente. Al di là del beneficio vero e proprio, gli studi fatti sono stati particolari: Rodenstock ha testato le lenti B.I.G. Exact Sensitive avvalendosi dei questionari somministrati ai piloti della Nasa per verificare l’attenzione e il carico cognitivo responsabile dell’affaticamento nell’elaborazione delle informazioni. È stato poi usato un sistema di eye tracking che ha permesso di calcolare la velocità di risposta visiva agli stimoli. L’83% ci ha detto che ha percepito, rispetto al porto di B.I.G. Exact, un 24% in più di miglioramento del flusso visivo, un 28% di miglioramento del flusso di lettura e un 35% di mi glioramento nell’orientamento. Ciò vale non solo per la personalizzazione delle lenti progressive, ma anche per quella delle monofocali».

Il tour We are Sensitive prevede altre quattro tappe, così da coprire l’intero territorio nazionale, e si conclu derà a metà settembre.

La platea all’appuntamento bresciano
Proud members of the Euclid Vision Group family. R LR

Alla ricerca di ambassador per Big Exact Sensitive

Un pacchetto di prodotti con tre servizi esclusivi per gli ottici partner: Rodenstock lo ha proposto in occasione della prima tappa del tour We are Sensitive. «Il nostro supporto si concretizza con tre servizi - ha detto alla platea Daniela Poletti, head of marketing della filiale italiana del gruppo - Abbiamo Iris Camera, la possibilità di ricevere lo scatto, unico e irripetibile, dell’iride, che ha rotto gli schemi degli eventi in store: l’anno scorso ne abbiamo realizzati quaranta, registrando un ingaggio importantissimo con 4.270 partecipanti provenienti da tutta Italia, una media di 115 persone per appuntamento e il 29% di incremento medio di fatturato per centro ottico».

A questo si aggiunge Big Vision Game. «Si tratta di uno strumento innovativo che porta il gioco nel punto vendita, coinvolgendo in maniera interattiva il cliente finale in situazioni immersive - ha aggiunto la manager - I dati statistici (Osservatorio Mondo Retail, B2C Customer Engagement Meta Analysis, maggio 2024, ndr) parlano chiaro: usare questa modalità consente all’utente finale di tornare bambino e di rompere la possibile diffidenza nei confronti del professionista della visione». La cosiddetta gamification trova interesse soprattutto nel pubblico femminile. Inoltre i marchi che riescono a coinvolgere efficacemente in tale attività ottengono il 55% di spesa più alta e il 63% in meno di frizione con i consumatori.

Infine la possibilità di usufruire del Van to go. «È il nostro mezzo itinerante già noto, ma oggi si arricchisce perché mettiamo a disposizione una sorta di pop up store, portando il negozio al di fuori delle proprie mura, consentendo un miglioramento della brand awareness del 66%, oltre a un’intensificazione della customer connection del 63% - ha sottolineato la manager - Inoltre tali servizi agiscono sulla cosiddetta Fomo, ossia sulla Fear of missing out: la natura temporanea gioca sulla psicologia, inducendo nel consumatore un forte desiderio di partecipare, creando un senso di urgenza».

Gli ottici sono stati tra i protagonisti dell’evento: alcuni di loro, in collegamento o direttamente sul palco, hanno parlato della positiva esperienza con le lenti B.I.G. Exact Sensitive. Tant’è che Rodenstock ha lanciato un nuovo progetto, il Customer Brand Ambassador. «L’obiettivo è costruire relazioni a lungo termine con i professionisti partner d’eccellenza, comunicando e promuovendo le nostre nuove lenti e potenziando la visibilità e la differenziazione del centro ottico - ha concluso Poletti - A tal proposito, chi desiderasse diventare ambassador, da giugno a settembre potrà creare un video selfie in cui racconta la propria esperienza con il mondo Rodenstock. Oppure potrà farlo attraverso un’intervista presso il punto vendita condotta da un digital specialist della nostra azienda, con l’opportunità di coinvolgere direttamente i clienti finali: tali contenuti saranno poi oggetto di una campagna social geolocalizzata da costruire insieme, incrementando la visibilità del centro ottico stesso nel bacino d’utenza del territorio di riferimento»

Il Van to go messo a disposizione dei centri ottici partner da Rodenstock Italia

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VisionOttica Award 2025: Padova, Firenze e Torino sul podio

Il 12 maggio, presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi del capoluogo piemontese, sono state premiate le tre tesi vincitrici della dodicesima edizione del concorso nazionale promosso da Vision Group in collaborazione con Aloeo, Federottica e i nove atenei italiani con corso di laurea in Ottica e Optometria

Il primo premio è stato assegnato a Giulia Giada Pulcini, laureata presso l’Università degli Studi di Padova, per la sua tesi sullo Studio sperimenta-

le del ruolo dell'adattamento neurale nella percezione delle spazzole di Haidinger. Al secondo posto si è classificata Marta Ciliegi dell’Università degli Studi di Firenze con un lavoro sul Confronto fra simulazioni topografiche di applicazioni di lenti rigide e immagini fluoroscopiche acquisite in lampada a fessura. Terzo gradino del podio per Jonathan Duino, studente dell’Università degli Studi di Torino, per la sua ricerca sulla Misurazione della stereoacuità: Randot/SAT a confronto.

Nell’Aula Magna, sulle imponenti scale e tra le maestose colonne dell’ateneo di Torino non solo si respirava la storia culturale e accademica del capoluogo piemontese, ma si poteva cogliere anche lo spirito che da oltre un decennio anima il VisionOttica Award: voluto dalla mente visionaria di Giuseppe Longoni, portato avanti dalla professionalità di Giulio Velati, ora è affidato alla cura di Simone Santacatterina, docente universitario e già presidente di Aloeo. «Questa edizione ha rappresentato un’evoluzione importante del progetto: portare la cerimonia all’interno degli atenei, cominciando da Torino, ha reso l’evento ancora più vicino alla comunità accademica e agli studenti - ha commentato Santacatterina, presidente del premio - La partecipa-

Da destra: Simone Santacatterina, presidente del concorso, mentre consegna i relativi premi a Marta Ciliegi, seconda classificata, alla vincitrice Giulia Giada Pulcini e a Jonathan Duino, piazzatosi al terzo posto

La migliore lente progressiva Varilux®*.

Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group, conferisce un riconoscimento a Maria Pia Bussa, coordinatrice del corso di laurea in Ottica e Optometria all’Università degli Studi di Torino, in qualità di ateneo ospitante

zione e la qualità dei contributi confermano il valore di questo riconoscimento come piattaforma per far emergere competenze, idee e nuove prospettive professionali e confermano lo slogan appositamente creato: la tua laurea è il nostro futuro».

Dietro c’è l’impegno economico e in risorse umane di Vision Group, che ci ha creduto da sempre: a oggi sono circa 1.800 le tesi esaminate in queste dodici edizioni. «Sono orgoglioso di tale iniziativa, frutto di un costante lavoro di squadra: rappresenta un ponte tra il mondo accademico e quello ottico optometrico, con l’obiettivo di promuovere il talento e contribuire alla costruzione di una categoria sempre più preparata, aggiornata e motivata», ha affermato in apertura di evento Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group. Alla cerimonia erano presenti, oltre allo staff di Vision Group, buona parte dei coordinatori o rappresentanti dei nove corsi di laurea di Ottica e Optometria in Italia ed esponenti dell’area ottico optometrica in ambito professionale o formativo.

L’evento è stato anche l’occasione per seguire una serie di relazioni sul rapporto tra l’intelligenza artificiale e il mondo ottico optometrico, con le opportunità che possono aprirsi in fatto di innovazione tecnologica dei dispositivi o di prevenzione visiva, ad esempio per le persone che hanno difficoltà economiche o uno scarso accesso agli ambiti sanitari. Senza dimenticare, tuttavia, i potenziali rischi e, soprattutto, che, con o senza intelligenza artificiale, non si potrà fare a meno delle competenze del professionista, il quale però dovrà mantenere elevato il proprio livello formativo. Sono intervenuti Erika Ponzini dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca con “Oltre la lente: l'IA nella contattologia moderna”, Nicola Rizzieri, dell'Università

Massimo Gurioli, presidente del corso di laurea in Ottica e Optometria all’Università degli Studi di Firenze, durante il suo intervento su optometria e intelligenza artificiale

della Lettonia, con “IA in myopia management”, Mirko Chinellato dell’Università degli Studi di Padova, con “Review della letteratura su lenti a contatto e IA”, e Massimo Gurioli dell’Università degli Studi di Firenze, con “Optometria e IA”.

Le tesi premiate sono state selezionate in forma anonima da una giuria composta da quattordici esperti, che ha valutato con attenzione decine di elaborati provenienti da tutta Italia, sulla base dell’originalità, della qualità metodologica e della rilevanza scientifica delle ricerche. Come nelle precedenti edizioni, ai vincitori è stato assegnato un riconoscimento in denaro, oltre alla possibilità di partecipare a corsi di aggiornamento tecnico professionale della Sioo di Firenze, di svolgere uno stage lavorativo presso i centri VisionOttica e di collaborare con il blog ufficiale dell’insegna. Durante la cerimonia è stato conferito un riconoscimento anche all’Università degli Studi di Padova, vincitrice del primo premio, rappresentata dal docente Mirko Chinellato, la quale ha ricevuto un contributo economico a supporto delle attività di ricerca del proprio Dipartimento, e all’Università degli Studi di Torino, in qualità di ateneo ospitante, nella persona di Maria Pia Bussa, coordinatrice del corso di laurea in Ottica e Optometria.

Negli scorsi anni le premiazioni erano state organizzate in occasione dei vari congressi Aloeo, presso l’Università di Milano-Bicocca, con l’eccezione di quelle del 2024, realizzata durante il congresso unitario della categoria, e del 2023, con un appuntamento speciale a Roma per celebrare la decima edizione. Al termine dell’evento gli organizzatori hanno detto che stanno valutando la possibilità di rendere la consegna dell’Award itinerante, per coinvolgere ancora di più l’intero territorio nazionale.

Miopia: mai come oggi la filiera è stata così unita

Oculisti, pediatri, ortottisti e ottici optometristi insieme sul palco di EssilorLuxottica: l’occasione è stata la Myopia awareness week che li ha visti protagonisti il 20 maggio per ribadire l’importanza della prevenzione per i più piccoli al fine di contrastare questa problematica visiva

Districarsi in un’epoca in cui le informazioni corrono sul filo dei social, dove tutti sanno tutto e dispensano consigli: da qui l’importanza per le famiglie di rivolgersi sempre a professionisti e di considerarli le vere figure di riferimento per i propri figli. È quanto emerso durante l’evento, moderato dalla giornalista e conduttrice tv Lorena Bianchetti e organizzato da EssilorLuxottica in occasione della Myopia awareness week 2025, svoltasi dal 19 al 25 maggio e promossa dal Brien Holden Vision Institute. Non a caso la prima a prendere la parola sul palco è stata Orsola Baggio, neomamma fondatrice di una piattaforma dove i genitori possono fare domande e confrontarsi. «In questi pochi mesi di maternità mi sono resa conto di quanti siano i contenuti che riceviamo e che generano poca chiarezza - ha detto Baggio - Quindi è bene avere dei professionisti di riferimento: a tal proposito ho creato GoMamiGo, network che oggi conta 75 mila utenti ai quali cerchiamo, con il coinvolgimento di 80 esperti, di dare un messaggio semplice e chiaro che possa aiutarli a orientarsi in varie problematiche».

Anche il progetto nato dall'esperienza personale di un'ambliopia diagnosticata tardivamente, Occhi dei Bimbi, riafferma l’importanza di una corretta comunicazione. La sua fondatrice Enrica Ferrazzi è tornata a

parlare della necessità della prevenzione nei bambini in età scolare. «Recentemente abbiamo realizzato 170 screening a Cantù, in provincia di Como: nel 15% dei soggetti abbiamo rilevato dei casi in codice rosso e in un altro 17% l’esigenza di un controllo specialistico approfondito», ha detto la divulgatrice e autrice insieme all’oculista Maria Antonietta Stocchino del manuale Gli occhi dei bambini

Il messaggio è stato ribadito pure dagli esperti presenti. «È molto più facile visitare un bambino piccolo che uno grande - ha sottolineato Paolo Nucci, professore ordinario di Oftalmologia presso l'Università di Milano - Il primissimo passaggio è l’esame del riflesso rosso, il secondo è affidare ogni bambino a un pediatra di famiglia, formato per gestire tutte le patologie pediatriche. Poi, entro l’età di tre anni, deve avvenire la visita oculistica: l’oftalmologo è l’unico ad avere la strumentazione necessaria per individuare nei soggetti più piccoli non solo i difetti visivi, ma anche eventuali patologie». A sostenerlo è anche Carla Tomasini, pediatra presso il Centro Salus Familiae di Senigallia. «Come specialisti abbiamo la fortuna di arrivare prima e di visitare pazienti sani - ha precisato – Già dall’ingresso siamo attenti a come interagisce un bambino. Se ad esempio ci sorride ma ha la testa inclinata

Sobrietà dichiarata, stile unico e un ponte fra tradizione e innovazione

Originariamente lanciata nel 2019, Icon viene riproposta per la primavera/estate 2025 e a raccontarne la storia sono quattro modelli, due da vista e due da sole, pensati in versione maschile e femminile.

Icon propone i design più identificativi dagli archivi Giorgio Armani, reinventandoli per il presente. Questi occhiali fanno dunque da congiunzione tra passato e presente, tradizione e innovazione, attraverso montature in bio-acetato con dettagli a rombi, che arricchiscono l’estetica iconica di Giorgio Armani con un’identità visiva elegante e raffinata. La collezione è realizzata con la massima cura che distingue da sempre la Maison e, grazie alle forme pure ma moderne dei suoi occhiali, permette a chi li indossa di esprimere la propria personalità.

UOMO

Montatura da sole rotonda che reinterpreta con carattere la silhouette pilot. Realizzata in bio-acetato*, presenta un frontale a doppio ponte, dettaglio romboidale che abbraccia frontale e aste, e il logo sui terminali. Disponibili in havana gialla con lenti verdi e havana rosso con lenti blu.

Questi occhiali in bio-acetato* dalla forma rotonda, sempre ispirati da design d’archivio e rivisitati in chiave contemporanea, reinventano il concetto di stile vintage. I raffinati dettagli a rombo in metallo su frontale e aste creano un elegante contrasto tra linee morbide e angoli definiti.

La collezione Icon di Giorgio Armani Eyewear rivisita lo stile iconico degli anni ‘30 e ‘40 e l'immaginario di alcuni film dell’epoca

Ispirati agli archivi di Giorgio Armani e reinventati per il presente, questi modelli da vista della collezione Icon offrono una nuova visione dell’eleganza. Il profilo rotondo in bio-acetato*, arricchito da un doppio ponte essenziale, abbina armoniosamente tradizione e modernità.

Direttamente dall’archivio di Giorgio Armani e reinterpretata in chiave moderna, questa montatura da vista riesce a unire forme decise ed equilibrio. I raffinati dettagli a rombo in metallo interrompono le linee fluide, aggiungendo un tocco di eleganza distintiva.

* acetato bio-based con il 67% di contenuto di carbonio bio-based rappresentante la quota parte di materia prima di origine vegetale rispetto all'origine fossile. Verificata tramite standard ASTM D-6866

DONNA

dobbiamo notare un segnale di allerta, poi insieme ai genitori attraverso una chiacchierata procediamo con l’anamnesi. Invito dunque le famiglie a non aspettare quelli che sono per loro i primi segnali, perché un bambino che diventa miope si abitua a vedere così e non è in grado di esternare l'incapacità a vedere bene. E non andiamo oltre i tre anni per la prima visita oculistica».

Francesco Bandello, direttore della Clinica oculistica del San Raffaele di Milano, ha sottolineato l’importanza degli screening nel periodo scolare. «Sono fondamentali in età pediatrica - ha detto - Un soggetto che non vede bene ha un forte impatto anche sulla spesa sanitaria: il nostro sistema purtroppo non regge e quindi la tendenza è eliminare attività di prevenzione considerate di secondaria importanza, tra cui quelle relative all’oculistica. Vedere male è invece invalidante, con ripercussioni di carattere finanziario sul sistema e psico-fisico sul paziente: sarebbe perciò conveniente curare i problemi agli occhi». In questo contesto è stata sottolineata anche l'importanza dell'ortottista e di come lavori al fianco dell'oftalmologo.

In rappresentanza degli ottici optometristi è intervenuto Giancarlo Montani, docente presso l’Università del Salento. «La miopia richiede il contributo di pro-

fessionalità diverse, ognuna con un ruolo ben preciso: è ora di creare questa sinergia - ha sottolineato - An cora oggi manca la conoscenza delle specifiche aree di interesse e a volte ci sono sovrapposizioni che pos sono essere facilmente eliminate: la filiera risulta fon damentale perché la miopia è un difetto complesso». Tale concetto è stato supportato da Nucci. «In nessun campo come la miopia si è realizzata una collabora zione così stretta tra tutte le figure della filiera: senza questa alleanza non si va da nessuna parte e non si curano gli interessi del giovane paziente», ha aggiunto il medico oculista.

Alessandra Barzaghi, marketing director lenses who lesale Italia di EssilorLuxottica, ha ricordato i numeri della recente ricerca Ipsos e le attività che EssilorLu xottica conduce in Italia, intensificate in occasione del la Myopia awareness week. «Come gruppo abbiamo i mezzi necessari per diffondere questi messaggi e ci poniamo come promotori sul territorio, facendo incon trare ottici e oculisti: a breve saremo a Trieste e Sassari per due eventi, oltre a mettere a disposizione dei pro fessionisti all’interno della nostra piattaforma Leonar do diversi contenuti sul tema, sotto la guida di Paolo Nucci», ha detto Barzaghi.

Gli esperti sul palco dell'evento, presso la sede di EssilorLuxottica in via Tortona, a Milano

Assottica: 1.500 ottici per la prima Giornata mondiale delle lac

È il numero dei centri ottici italiani coinvolti nell’iniziativa:

lo ha dichiarato Filippo Pau, presidente dell’associazione dell’industria italiana di contattologia disposable, il 15 aprile scorso a Roma, in occasione del debutto di questa celebrazione, per la quale è stata commissionata un’opera all’artista urbana statunitense Finley

Era stata presentata un anno fa sempre nella Capitale, a Palazzo della Cancelleria, presso il Museo di Leonardo Da Vinci, che, nato proprio in questo giorno e mese, ha ispirato l’iniziativa. E anche per la prima Giornata mondiale delle lenti a contatto, svoltasi in contemporanea con i colleghi spagnoli, si è scelta per l’Italia una sede prestigiosa, la Galleria del Cembalo di Palazzo Borghese, nel cuore di Roma. «Questa mobilitazione ha prodotto un risultato straordinario: 1.500 centri ottici italiani coinvolti. E gli stessi oculisti hanno dato voce alla campagna, alimentata anche dalla stampa - ha detto Filippo Pau alla platea di ottici optometristi, oftalmologi, manager delle aziende e giornalisti - L’obiettivo era aumentare la consapevolezza delle persone nei confronti delle lenti a contatto, già evidenziata dalla survey di Assottica del 2024, secondo la quale il 90% di chi non le usa è comunque interessato a farlo, se adeguatamente informato e supportato da un professionista della visione: del resto la mission della nostra associazione è migliorare la vita delle persone facendole vedere meglio».

All’evento romano erano presenti anche rappresentanti associativi dell’area ottico optometrica e della classe medica, che hanno confermato l’importanza di questo ausilio visivo, purché siano rispettate, oltre agli

specifici ruoli, alcune regole chiave per la salvaguardia della salute oculare e per il comfort visivo dei portatori. «La lente a contatto è un punto d’incontro dei due mondi professionali e in certi casi l’unica soluzione compensativa, ad esempio negli astigmatismi elevati o nei cheratoconi - ha ricordato Teresio Avitabile, presidente di Siso - Ma la lac non è un gioco: va spiegato al paziente-cliente come deve essere utilizzata, rispettando soprattutto le regole fondamentali dell’igiene».

Filippo Pau, dal gennaio di quest’anno presidente di Assottica Gruppo Contattologia, all’evento romano

Andrea Afragoli ha sottolineato che Federottica ha subito aderito all’iniziativa di Assottica, perché crede nell’importanza di questo prodotto, che tuttavia va ge-

stito con cura. «L’ottico svolge una duplice funzione al riguardo, commerciale e di applicazione, e soprattutto quest’ultima va seguita con attenzione - ha detto il presidente di Federottica - Una corretta gestione dell’ametrope è nelle nostre corde e oggi ci sono tante soluzioni contattologiche a disposizione, alcune delle quali risultano imprescindibili nei casi complessi».

A margine dell’incontro di Roma i vertici di Assottica hanno ribadito alla nostra testata la soddisfazione per gli esiti della prima Giornata mondiale delle lac: i circa 1.500 centri ottici italiani aderenti erano

di varie tipologie, alcuni di loro hanno coinvolto anche il territorio di riferimento diffondendo i messaggi della campagna. Non è escluso, inoltre, che in futuro l’iniziativa possa essere indirizzata direttamente al consumatore finale. Nel frattempo, oltre alla Spagna, capofila del progetto, che ha fatto da traino nei confronti non solo dell’Italia, ma anche per avere l’avallo di Euromcontact, l’associazione europea dell’industria specializzata nel comparto, altri paesi sembrano interessati a farla propria: la Svizzera e quelli del nord Europa in primis.

Le lenti a contatto, gesto e sguardo d’amore quotidiano

È il messaggio emerso dalle parole di Finley e Nicoletta Romanoff alla Giornata mondiale delle lac 2025. La prima, artista e attivista urbana statunitense, ha presentato in anteprima all’incontro organizzato da Assottica presso la Galleria del Cembalo di Palazzo Borghese, a Roma, “Love Your Eyes”: l’opera è «un invito a prendersi cura del proprio sguardo e a riconoscere nello sguardo dell’altro un atto d’amore», ha dichiarato la stessa Finley alla platea. Il lavoro verrà prossimamente installato su una parete urbana all’interno della Street Art District di Roma, un’area diffusa simbolo della creatività contemporanea e dell’arte pubblica nella Capitale.

Dopo la partecipazione all’evento di lancio nel 2024, anche quest’anno era presente Nicoletta Romanoff, che ha raccontato in un dialogo con la giornalista del TG1 Valentina Bisti come le lenti a contatto facciano parte della sua quotidianità, tra lavoro e vita personale. «Rappresentano un piccolo gesto d’amore verso me stessa: gli occhiali sono belli e hanno un allure particolare, ma spesso con una montatura sembro un’altra e le persone non mi riconoscono, mentre le lac mi fanno sentire più libera, più vera - ha detto l’attrice e scrittrice - Oggi le uso a teatro, ma anche nelle lunghe ore davanti al computer, con il supporto di sostituti lacrimali, o in palestra». Romanoff ha poi raccontato una curiosità. «Quando nel film su Marco Pantani ho interpretato la sua fidanzata, ho dovuto indossare delle lenti a contatto azzurre: solo in quell’occasione però, perché sono fiera dei miei occhi color nocciola».

Finley con la sua opera “Love Your Eyes”
Nicoletta Romanoff intervistata da Valentina Bisti del TG1

Oakley: a Milano con il secondo flagship store

In piazza San Babila è stato inaugurato a maggio un nuovo punto vendita del brand californiano, di proprietà di EssilorLuxottica: si affianca a quello avviato nel 2016 in piazzale Cadorna

Non un semplice monomarca, ma un vero e proprio store esperienziale. Dodici vetrine, 340 metri quadrati su due livelli, al primo piano trovano spazio abbigliamento, calzature e ac-

cessori del marchio statunitense, da quello tecnico a quello lifestyle: spiccano le T-shirt realizzate esclusivamente per il negozio milanese con l’immagine del Duomo sovrapposta alla sede del brand a Foothill Ranch in California che si distingue per il design futuristico. Così come è proiettato al futuro il concept, ispirato a Future Genesis, l’intera filosofia di Oakley, racchiusa in una serie di cortometraggi che lanciano il messaggio di uscire dal bunker per essere sé stessi, secondo il claim “Be who you are”.

All’avanguardia una parete formata da teche interattive, il Museum: all’interno di ogni espositore un modello eyewear, da quelli che hanno fatto la storia di Oakley a quelli più recenti. È sufficiente avvicinare una mano sulla superficie esterna del cubo perché uno schermo si attivi e visualizzi la scheda prodotto, con tutte le caratteristiche tecniche. Così come è possibile personalizzare qualsiasi occhiale: in esposizione il macchinario per customizzarlo, serigrafando sulla lente ogni tipologia di richiesta, oltre a combinare frontali e aste, rispondendo così a ogni desiderio e idea del cliente finale.

La grande novità che fa evolvere il negozio da sem-

L’esterno del nuovo negozio Oakley, frutto della collaborazione con Percassi, società attiva nel business del retail

plice monomarca a store esperienziale è la Performance Chamber, una galleria del vento, ossia uno spazio dotato di una bike e di un simulatore: l’obiettivo è far testare dal vivo le varie tipologie di occhiali Oakley, riproducendo situazioni reali che potrebbero verificarsi in sella a una bicicletta da corsa, provando l’occhiale migliore per la propria performance sportiva.

Il secondo piano è dedicato esclusivamente all’eyewear: in esposizione l’intera collezione Oakley. Focus sulle lenti Prizm, la tecnologia di punta del brand. Anche qui un simulatore consente di provare l’intera gamma, sperimentandone l’uso “in campo”. Ad esempio è possibile testarle su un percorso da golf: indossando il modello ideale si può provare in diretta la capacità delle lenti di mettere a fuoco i dettagli. Presente anche un corner Essilor, dove eseguire un test della vista: oltre alla personalizzazione della montatura, presso lo store Oakley è infatti possibile graduare le lenti da sole se la base dell’occhiale lo consente. In alternativa si può creare un clip-on graduato da inserire sul frontale.

L’interno dello store

Il secondo piano con le collezioni eyewear del marchio e il corner Essilor, dove eseguire un test della vista

The Lens of Time: forme, materiali e colori dell’eyewear in 150 pezzi storici

Il 7 maggio, davanti a un pubblico di figure istituzionali, addetti ai lavori e giornalisti, e con la conduzione di Martina Colombari, è stata inaugurata la mostra ideata e promossa da Anfao, con la curatela della Fondazione Museo dell’Occhiale e la collaborazione della Fondazione di Venezia e della Fondazione M9-Museo del ’900

L’occhiale è passato ma soprattutto futuro: questo mette in evidenza la mostra The Lens of Time-The History of Eyewear in Italy, nell’appena restaurato Palazzo Flangini a Venezia, il primo palazzo che si incontra sul Canal Grande uscendo dalla Stazione. Nella locandina l’occhiale è una clessidra, uno degli oggetti più rappresentativi dello scorrere del tempo. «Simbolo, status, accessorio di moda, dispositivo medico, oggetto d’arte, testimone di evoluzioni tecnologiche riflesso di bisogni sociali, culturali, estetici», ha detto dell’occhiale Lorraine Berton, presidente di Anfao, ricordandone l’importanza nella storia, per la popolazione del Bellunese e come simbolo del made in Italy. Gli oltre 150 pezzi esposti «sono il risultato di secoli di manifattura, d’innovazione continua, di una creatività unica che tutto il mondo ci riconosce», ha ribadito Nicola Belli, vicepresidente dell’associazione di categoria. Un patrimonio da preservare, valorizzare e trasmettere alle nuove generazioni. Questo anche l’obiettivo della Fondazione Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore, alla quale è stata affidata la curatela della mostra e da cui provengono molti dei pezzi esposti, come ha ricordato il suo presidente Vittorio Tabacchi.

Gli altri pezzi fanno parte della collezione della fami glia Vascellari e della collezione “Arte del vedere” di Lucio Stramare.

Si parte dal Medioevo. A questo proposito, intrigan te l’intervento dello storico dell’arte Jacopo Veneziani sull’origine fiorentina e non veneziana degli occhia

Uno scorcio della mostra The Lens of Time-The History of Eyewear in Italy, presso Palazzo Flangini a Venezia

li, dovuta a una lapide in pietra nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Ritenuta però dai più fake news. O ancora le sue segnalazioni sugli occhiali nella pittura: dai primi dipinti dove sono indossati dai santi, ai più recenti come quelli del triplice autoritratto di Norman Rockwell. In mostra dai capostipiti medioevali, senza aste, come quelli di Sean Connery ne Il nome della rosa al fashion eyewear anni 90. Passando dai fassamano (da face-à-main, da tenere in mano) ai ciondoli che di ventano occhiali, a quelli da legare con cordini, dalle lorgnette alle piccole lenti per signore inserite nei ven tagli. Dagli occhiali del 700 con lenti verdi per difen dersi dai raggi solari, quando non si sapeva dei raggi ultravioletti, ai vetri da gondola con manico usati dalle dame veneziane per ripararsi dal sole e non abbron zarsi “come le contadine”.

Interessante anche l’evoluzione dei materiali. Da fer ro, rame, ottone, corno, argento e avorio alle materie plastiche e la celluloide. Alla fine degli anni 40 e so prattutto nei 50, arrivano da Hollywood gli occhiali a farfalla e i cat-eye. Per continuare con le maschere per lo sport, tra cui quella di Lady Gaga-Patrizia Reggiani in House of Gucci, fino ai più eccentrici come quelli di Jean Paul Gaultier con le aste-forchetta o quelli di Moschino. A completare la mostra due installazioni di Maurizio Paccagnella: “Trasparenze” ispirato alle mon tagne del Cadore, realizzata riutilizzando l’acetato del le montature e “Sguardo nel Tempo” con occhiali che evocano gli sguardi di chi li ha indossati, inseriti in un pannello fluido, omaggio alla laguna di Venezia.

La mostra, patrocinata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, fa parte del programma ufficiale della Giornata nazionale del Made in Italy e del calendario della Biennale di Architettura 2025: a ingresso gratui to, chiude il 30 luglio.

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Brand di nicchia o commerciali? Dipende dal target

Ideatrice del format “Guardaroba Occhiali”, è Eyewear Image Consultant, esperta di tendenze e trainer internazionale per aziende e imprenditori dell’ottica

Nella nostra epoca le generazioni sembrano attraversare con consapevolezza entrambi i segmenti, in equilibrio quasi perfetto: se l’ottico ha l’obiettivo di rendere longeva oltre che redditizia la propria attività, il suggerimento è iniziare a conoscere più in profondità i profili della sua clientela per armonizzare il portfolio

Brand di nicchia o commerciali? È la domanda che si pone oggi l’ottico moderno. La risposta è complessa e non dipende solo dall’immagine con cui il punto vendita ha deciso di affermarsi sul mercato. Dipende anche dal posizionamento che si vuole raggiungere, dalle attività di branding che s’intende mettere in campo, dai target individuati che consentono di raggiungere gli obiettivi di fatturato fissati e dalla capacità di approcciare le diverse generazioni consumer, ciascuna con il proprio credo e con le proprie abitudini d’acquisto. Il cliente finale è molto più esigente rispetto al passato e scegliere i marchi da includere nel proprio portfolio richiede oggi un’analisi molto approfondita, in grado di comprendere la costante evoluzione

del retail e il gusto del consumatore generazionale. Gli occhiali di nicchia sono quelli meno conosciuti, ma spesso più espressivi, di ottima fattura o coerenti per qualità-prezzo, ricercati nel design ed esclusivi e godono ancora del privilegio di una distribuzione meno massificata. Molti brand di nicchia appartengono al segmento premium o lusso.

Quelli commerciali invece, che siano diffusion, premium o luxury, vivono nell’immaginario consumer grazie al prestigio delle maison e all’affermarsi dell’ultimo trend di stagione. Alcuni di essi beneficiano di una distribuzione “democratica”, nonostante appartengano al segmento di alta gamma.

Ma come affrontano gli acquisti in ottica le varie generazioni?

BABY BOOMER Sono i nati tra il 1946 e il 1964. Si sentono a proprio agio nell’utilizzo di internet e acquistano regolarmente online, ma in prevalenza nel negozio fisico e riconoscono il valore dei servizi. A differenza delle generazioni più giovani, sono attratti dalla qualità, dalla storia o dai contenuti emozionali del brand e, dunque, argomentare marchi di nicchia o commerciali con heritage fashion di valore può orientare senza difficoltà a modelli eyewear di fascia alta.

GENERAZIONE X Sono i nati tra il 1965 e il 1980. Anche se non sono nativi digitali, si sono gradualmente adattati a questo contesto. Molti di loro hanno un alto potere d’acquisto, ma comprano con cura. Per tale ragione utilizzano i motori di ricerca per conoscere recensioni online o informazioni che trovano sui social network. Preferiscono i prezzi coerenti con la qualità e gli accessori eyewear più funzionali. Per loro il brand preferito è quello che offre la migliore qualità al prezzo più basso, come gli accessori di nicchia o quelli più commerciali di buona manifattura.

GENERAZIONE Y-MILLENNIAL Nati tra il 1981 e il 1997, rappresentano il target preferito dei brand. Usano internet in tutti gli ambiti della loro vita, anche per fare shopping. Nonostante abbiano dimestichezza con il web, i millennial appaiono più propensi a fare acquisti nei punti vendita, compreso lo shopping fisico nei centri ottici. Sono interessati all’ambiente e alle innovazioni tecnologiche, con attenzione verso lo sport, l’alimentazione e la salute. Le loro decisioni sono influenzate dai contenuti generati da altri utenti, dalle informazioni che appaiono sui social network, dal passaparola e dall’opinione dei loro amici. I brand più presenti sui canali digitali, che comunicano in modo esaustivo, rappresentano un vero oggetto del desiderio. Per i millennial, infatti, un marchio è efficiente quando conosce e anticipa i desideri del consumatore. Le label commerciali con attitudine fashion e con una comunicazione centrata oltre che visibile, sono tra le preferite.

GENERAZIONE Z-CENTENNIAL Sono quelli nati tra il 1998 e il 2010, i nativi digitali per eccellenza. Utilizzano il web al 100% per confrontare i prezzi, verificare la disponibilità di un prodotto e leggere le recensioni. Hanno l’attitudine spontanea al rilascio di un feedback a seguito di un acquisto. Gli sconti sortiscono un buon effetto su di loro e nonostante facciano frequentemente shopping online, prediligono i negozi e si godono l’acquisto nei punti vendita fisici. La loro preferenza è per i brand che a livello global comunicano i valori del green promuovendo la responsabilità sociale, l’innovazione e la parità di genere.

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L’ottico creator, un ponte tra negozio e web

Illustrare a una vasta platea le caratteristiche di una lente oftalmica, consigliare la montatura più adatta in base alla forma del viso, persino educare il pubblico sul benessere visivo: sono alcune delle opportunità che un utilizzo creativo dei canali digitali offre ai professionisti della visione

In un contesto così digitalizzato e competitivo come quello in cui viviamo e operiamo, catturare l'attenzione diventa un'arte. L'ottico ha capito che per emergere deve trasformarsi in un creatore di contenuti social che offrano un valore tangibile ai clienti. Non si tratta più solo di vendere occhiali, ma di raccontare storie, di educare e di ispirare. Gli occhiali, infatti, da semplici strumenti correttivi, si sono trasformati in potenti mezzi di comunicazione visiva e di espressione personale. E, in questo, il canale digitale diventa un alleato formidabile, in grado di veicolare messaggi che, seppure presentati in maniera leggera e divertente, riescono spesso a coinvolgere e a fidelizzare un pubblico sempre più esigente. L’ottico può, ad esempio, da un lato illustrare a una vasta platea le caratteristiche di una lente oftalmica, dall’altro consigliare la montatura più adatta in base alla forma del viso, fornendo consigli su misura. Attraverso la condivisione di conoscenze specialistiche in formati accessibili, può anche educare il pubblico sul benessere visivo, distinguendosi dalla concorrenza e guadagnando un vantaggio che fino a pochi anni fa era impensabile.

Tale nuova funzione trova terreno fertile nel fatto che gli italiani trascorrono in media quasi sei ore al giorno

in rete: i social media si sono così affermati come influenti guide nelle decisioni d'acquisto. L'ottico creator può sfruttare questa tendenza per costruire la propria autorevolezza online, costruendo un ponte con il negozio fisico e diventando la scelta naturale per un pubblico che cerca competenza e autenticità.

La presenza sui social non è più quindi solo una questione di estetica o di branding per il negozio di ottica: si è evoluta in una strategia che ridefinisce il concetto stesso di presenza, focalizzandosi sull'ascolto immediato, favorito dalla comunicazione istantanea, e sulla capacità del professionista di tracciare un percorso distintivo nel vasto universo della visione.

La democratizzazione dell'informazione attraverso i social media non è dunque una minaccia, ma un'opportunità di crescita per l'intero settore. Se gestita con consapevolezza, questa comunicazione può sensibilizzare su temi cruciali legati al benessere visivo, elevando l'ottico da semplice venditore a educatore e punto di riferimento nel suo campo.

In definitiva, l'ottico creator non è solo un innovatore, ma un pioniere che ridefinisce i confini della sua professione, trasformando ogni interazione digitale in un’occasione per fare informazione, ispirare e, soprattutto, distinguersi.

Consulente di marketing e personal branding per gli ottici. Blogger e podcaster del progetto Ottico del Web
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Dual wear, quando un’unica soluzione non basta più

La proposta delle lenti a contatto oltre all’occhiale da vista o complementari a una montatura da sole può aiutare a raggiungere ottimi risultati: se integrata con coerenza nella routine del centro ottico, diventa una solida leva di fidelizzazione, crescita e posizionamento

In questo periodo dell’anno le attività all'aperto, le vacanze e la maggiore attenzione al comfort visivo rendono le lenti a contatto, in particolare quelle giornaliere, una scelta sempre più popolare. È infatti una stagione in cui si alternano diversi impegni nell’arco della stessa giornata: passiamo dal lavoro al chiuso, spesso davanti a uno schermo, al tempo libero per fare sport o semplicemente per una passeggiata serale. In questo scenario l’occhiale, inteso come unico dispositivo di correzione visiva, rischia di non essere sufficiente per rispondere pienamente alle esigenze dell’utente finale.

Implementare una proposta sistematica di lac giornaliere, magari abbinate a una montatura da sole, rappresenta per l’ottico un’opportunità concreta. Una strategia win-win: da un lato, consente di aumentare il valore medio dello scontrino; dall’altro, offre al cliente maggiore libertà, più comfort per le attività outdoor e la protezione dai raggi UV, ancora più necessaria nei mesi estivi. Inoltre, il punto vendita può potenziare le proprie strategie promozionali cavalcando l’onda del-

la Giornata mondiale delle lenti a contatto, celebrata per la prima volta lo scorso 15 aprile: un’occasione utile per sensibilizzare sull'importanza e i vantaggi di tale dispositivo, valorizzandone l’integrazione con altre soluzioni visive.

È in tale contesto che nasce e si consolida il concetto di dual wear: l’utilizzo alternato di occhiali e lenti a contatto o complementare tra lac e montatura da sole, a seconda delle occasioni d’uso, diventa oggi una vera e propria strategia commerciale e relazionale per il centro ottico. Il termine, diffusosi nel marketing del settore e nella pratica professionale a partire dagli anni 2000 con l’affermazione delle lac usa e getta, si fonda su un principio semplice: nessun dispositivo per la correzione visiva, da solo, può rispondere a tutte le esigenze del portatore moderno. Il dual wear è quindi una risposta alla crescente domanda di soluzioni personalizzate e flessibili. Viviamo in un’epoca in cui la stabilità è diventata l’eccezione, non la regola: le necessità si moltiplicano, si frammentano, cambiano nel giro di poche ore. Il consumatore di oggi non cerca più un oc-

Formatore ed esperto in comunicazione

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«Oggi nessun dispositivo per la correzione visiva, da solo, può rispondere a tutte le esigenze del portatore moderno: la chiave di questa strategia non è vendere due prodotti, ma costruire una relazione consulenziale fondata sull’ascolto e sull’anticipazione dei bisogni del cliente finale»

Immagine tratta da ©Freepik

chiale perfetto, ma un ausilio visivo dinamico, capace di adattarsi continuamente ad ambienti, attività e stili di vita differenti. Come ci ricorda il sociologo Zygmunt Bauman, la nostra è una società “liquida”, in cui ruoli, identità e bisogni si mescolano e si trasformano, sfuggendo a ogni rigida definizione. In questa prospettiva, un’unica soluzione visiva non basta più. Il dual wear diventa uno strumento di adattabilità, che offre al cliente la libertà di scegliere, momento per momento, il prodotto più adatto per sé.

Per il centro ottico il dual wear è anche una potente leva di marketing e vendita. Proponendo in modo coordinato occhiali e lenti a contatto, si realizza una forma strutturata di cross selling che aumenta il valore medio dello scontrino, rafforza il legame consulenziale con il cliente e contribuisce a differenziare il punto vendita dalla concorrenza, soprattutto quella online. Per ottenere risultati concreti è fondamentale non aspettare che sia il portatore a chiedere, ma integrare in modo sistematico la proposta dual wear nella routine quo-

tidiana della consulenza. Ogni vendita di montature, vista o sun, dovrebbe includere almeno una domanda esplorativa: ad esempio, “ha mai considerato l’abbinamento tra lenti a contatto e occhiali da sole per le sue attività all’aperto?”.

Anche il visual merchandising può contribuire a comunicare visivamente questa sinergia. Un’esposizione ben pensata, ad esempio lac monouso accanto a montature da sole, accompagnata da un messaggio chiaro, come “Libertà e protezione, ogni volta che vuoi”, ad esempio, aiuta il cliente a immaginare il beneficio ancora prima che gli venga spiegato. La chiave del dual wear non è vendere due prodotti, ma costruire una relazione consulenziale fondata sull’ascolto e sull’anticipazione dei bisogni. In una società “liquida” come la nostra, dove tutto cambia rapidamente, la proposta che può aiutarci a raggiungere i risultati è quella che si adatta: il dual wear, se integrato con coerenza nella routine del centro ottico, diventa perciò una strategia solida di fidelizzazione, crescita e posizionamento.

Lac e intelligenza artificiale: un upgrade per il professionista

Una revisione della letteratura recente sul tema AI e lenti a contatto ha messo in luce come si stiano sviluppando e testando sistemi automatizzati per migliorare la pratica: l’obiettivo è giungere a conclusioni affidabili e a migliori scelte cliniche e comunicative, verificando le procedure di analisi e supervisionando i risultati

L’intelligenza artificiale è entrata prepotentemente nella nostra vita personale e professionale e il suo sviluppo avrà conseguenze rilevanti anche nella pratica clinica dei professionisti della visione. La ricerca scientifica sta proponendo e testando numerosi sistemi basati su AI al fine di agevolare il clinico nelle procedure quotidiane e permettere in molti casi un miglioramento del servizio offerto.

L'intelligenza artificiale si riferisce alla capacità dei sistemi computazionali di svolgere compiti tipicamente associati all'intelligenza umana, come l'apprendimento, il ragionamento, la risoluzione di problemi, la percezione e il processo decisionale: è un campo di ricerca in informatica in rapido sviluppo su metodi e software che consentono alle macchine di percepire l'ambiente circostante e di utilizzare l'apprendimento e l'intelligenza per intraprendere azioni che massimizzino le loro possibilità di raggiungere obiettivi definiti.

Per meglio comprendere la direzione dell’indagine scientifica, sono stati analizzati gli articoli pubblicati da gennaio 2023 a maggio 2025 nella piattaforma bibliografica biomedica Pubmed del National Center of

Biotechnology Information, individuati attraverso apposite stringhe di ricerca. Dopo un filtraggio per verificare la corrispondenza dei contenuti, sono stati raccol-

La distribuzione delle aree e i risultati della ricerca effettuata analizzando gli articoli pubblicati da gennaio 2023 a maggio 2025 nella piattaforma bibliografica biomedica Pubmed del National Center of Biotechnology Information: il lavoro, da cui è tratto questo articolo, è stato presentato dall’autore in occasione della consegna dei VisionOttica Award 2025, il 12 maggio scorso presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Torino

Docente a contratto al corso di laurea in Ottica e Optometria dell’Università di Padova

ti 25 articoli su intelligenza artificiale e lenti a contatto. Da un punto di vista generale è stato possibile suddividere i temi dell’analisi in cinque aree: comunicazione (3 articoli), revisione (4), cheratocono (3), varie (3) e ortocheratologia (12) come illustrato nella Figura 1. I lavori dell’area comunicativa hanno avuto un obiettivo comune: il confronto e la validazione umana delle informazioni fornite dai chatbot AI (sistemi che simulano le conversazioni tra persone) su temi di optometria e lenti a contatto. Le conclusioni più importanti sono che gli optometristi esperti sembrano fidarsi maggiormente delle informazioni fornite dai chatbot rispetto agli studenti di optometria e che il linguaggio autorevole e colloquialmente corretto fornito da questi strumenti può mascherarne i limiti intrinseci quando vengono affrontati quesiti scientifici e clinici, rendendo necessaria un’attenta valutazione da parte degli esperti nelle risposte - che possono, ad esempio, non essere coerenti con la legislazione locale - in particolare nei riferimenti bibliografici forniti.

Per quanto riguarda invece il tema del cheratocono, gli obiettivi principali delle ricerche possono essere riassunti nello sviluppo di sistemi AI finalizzati a determinare in modo predittivo la miglior curvatura interna di una lente a contatto Rgp su una cornea affetta da tale patologia a partire dall’analisi dei dati topografici: la validazione di questi sistemi ha dimostrato una superiorità nella determinazione della curvatura adeguata rispetto agli approcci convenzionali e alle indicazioni dei produttori.

A sua volta il tema dell’ortocheratologia ha dimostrato il maggior interesse dei ricercatori, con 12 articoli pubblicati su tematiche che spaziano dallo sviluppo di sistemi per la scelta automatizzata dei parametri della lente a contatto all’analisi topografica pre e post-trat-

«Per il cheratocono e l'ortocheratologia sono stati diversi i riscontri ottenuti dai sistemi realizzati con AI: ad esempio hanno dimostrato un’elevata efficacia e affidabilità nella scelta di alcuni parametri della lac adeguata, riducendo il numero di prove necessarie per la scelta stessa»

tamento, anche in relazione all’efficacia del rallentamento della progressione miopica: nel dettaglio, i sistemi AI testati hanno dimostrato un’elevata efficacia e affidabilità nella scelta di alcuni parametri della lac ortocheratologica, riducendo il numero di prove necessarie per la scelta della lente adeguata. Sono stati sviluppati, inoltre, dei sistemi in grado di analizzare e prevedere il decentramento del trattamento ortocheratologico in funzione dell’analisi topografica preliminare e addirittura capaci di determinare la morfologia corneale pre-applicativa a partire dalla sola analisi delle mappe topografiche post-trattamento ortocheratologico per la correzione della miopia. Altro risultato interessante riguarda la possibilità di predire l’efficacia del trattamento ortocheratologico nel rallentare l’aumento della lunghezza assiale oculare dall’analisi di parametri basali e topografici, consentendo di selezionare al meglio i giovani portatori.

In conclusione, l’interesse della ricerca scientifica su intelligenza artificiale e lenti a contatto è in aumento: a oggi si sta occupando principalmente di sviluppare e testare sistemi automatizzati per migliorare la pratica clinica, sotto la spinta di aziende che mirano a semplificare l’utilizzo dei loro prodotti. Inoltre si stanno creando sistemi utili per giungere a conclusioni affidabili a partire da dati raccolti per altre utilità cliniche, grazie a procedure di ragionamento e apprendimento delle macchine sempre più complesse e articolate.

Al momento attuale e probabilmente anche in futuro è necessario mantenere alto il livello di attenzione verso gli esiti forniti dai sistemi AI, verificando le procedure di analisi e supervisionando i risultati per fare in modo che l’intelligenza artificiale porti a un upgrade del professionista accompagnandolo, senza sostituirsi a lui, verso migliori scelte cliniche e comunicative alla persona.

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Nuance Audio: presto in ottomila negozi nel mondo

Gli obiettivi degli smart eyewear che uniscono correzione visiva e supporto uditivo in un’unica soluzione sono stati annunciati nel corso di un evento tenutosi il 13 maggio presso la sede di EssilorLuxottica in via Tortona a Milano: in tale occasione, opinion leader del mondo medico, tecnologico, retail e la stampa si sono confrontati sui primi riscontri registrati dal lancio del prodotto, avvenuto in Italia a marzo

Da sinistra: Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group, Pietro Talluto, managing director di Salmoiraghi & Viganò e GrandVision Italia, Francesco Pontoni, audioprotesista, Roberto Albera, professore ordinario di Otorinolaringoiatria all'Università degli Studi di Torino, Andrea Genco, head of Nuance Audio, e il moderatore dell’evento, il giornalista Alessio Jacona

Disponibili in Italia dallo scorso marzo, in parallelo con gli Stati Uniti, gli smart eyewear di EssilorLuxottica stanno progressivamente arrivando anche in altri paesi europei, con una distribuzione capillare che non riguarda soltanto le catene di proprietà del gruppo, come Salmoiraghi & Viganò e GrandVision sul territorio nazionale, ma anche gli ottici indipendenti, e alcuni centri audioprotesici con cui è stata stretta una partnership. «L’obiettivo è ora raggiungere ottomila negozi a livello globale entro la metà di quest’anno - ha spiegato Andrea Genco, head of Nuance Audio, alla platea dell'evento tenutosi il 13 maggio scorso a Milano - Fra questi spiccano, ad esempio, 1.500 Walmart in cui il servizio è già attivo, ai quali presto si aggiungeranno altri 600 store sui 3.000 totali dell’insegna statunitense: nei rimanenti 900 non siamo ancora presenti perché il gruppo sta ripianificando l’assortimento, operazione che si concluderà dopo l’estate. E sempre dopo l’estate approderemo in Australia. Non escludiamo di aprire un monomarca che abbia la funzione soprattutto di riconoscibilità del marchio presso il pubblico».

Una distribuzione così capillare risponde a un’esigenza specifica: oltre un miliardo e mezzo di persone registra una perdita uditiva, fra queste per più di un miliardo il deficit è da lieve a moderato. «Da un punto di vista medico la definizione di ipoacusia è quanto ci riferisce il paziente in termini di sensazioni - ha detto Roberto Albera, professore ordinario di Otorinolaringoiatria, già direttore della struttura complessa di Otorinolaringoiatria presso l’Università degli Studi di Torino e già presidente della Società italiana di audiologia e foniatria - Dobbiamo perciò confrontarci valutando attraverso misurazioni, dal massimo suono sino all’ultimo udibile. Inoltre, è bene sottolineare che un conto è sentire, un altro è capire ciò che viene detto.

Attraverso un tracciato possiamo infatti identificare la capacità uditiva di un soggetto, ad esempio di un sessantenne, notando che in alcuni punti l’esame può evidenziare l’interruzione della linea, effetto che si amplifica in alcuni ambienti rumorosi. Significa che alcuni fonemi non vengono percepiti. Questo ha un profondo impatto sulla psicologia delle persone, accentuando in alcuni casi anche disturbi cognitivi. Nel bambino il 90% delle ipoacusie è legato all’otite, curabile attraverso terapia farmacologica, mentre il 90% degli anziani è in condizioni di ipoacusia per la quale il medico non può intervenire in alcun modo».

Ma qual è l’identikit dell’utente che ha scelto Nuance Audio? «Con problemi lievi e moderati, queste persone non hanno una percezione reale di questa situazione - ha precisato Francesco Pontoni, audioprotesista e proprietario degli oltre 30 centri acustici Pontoni concentrati nel Triveneto - Persone che si allontano da passioni e dai propri cari per andare verso l’isolamento. Quando arrivano da noi sono solitamente trascinate dai familiari: far ammettere loro la condizione di ipoacusia è molto complesso. Noi professionisti dobbiamo fare di tutto per cambiare questa dinamica e ridurre i tempi di accettazione e soluzione della problematica».

Su tale aspetto è d’accordo anche Marco Procacciante, «Nuance Audio rappresenta una nuova opportunità per i clienti che prevede un approccio consulenziale da parte dell’ottico perché il prodotto va spiegato e fatto provare - ha affermato l’amministratore delegato di Vision Group - Il cliente tipo è fra i 60 e i 67 anni, è attivo e interessato al benessere, ma non ancora consapevole del problema uditivo. Il 50% dei test è fatto su nostra proposta e, una volta suggerito, l’80% dei soggetti è disponibile all’acquisto. Altri invece arrivano da noi già informati: sottolineo che una significativa quantità di montature vendute è plano, senza correzione ottica, ma solo per la compensazione uditiva. Infine, risulta forte il passaparola: il cliente torna da noi portando amici e parenti».

Varianti colore dei Nuance Audio di EssilorLuxottica

Zeiss: il listino mette al centro il portatore

Ripensato totalmente nei contenuti e nella forma, il catalogo del brand oftalmico in vigore dal 5 maggio presenta una suddivisione per argomenti rinnovata, che parte dal cliente e dalle sue esigenze invece che dal prodotto, consentendo di approcciare in modo nuovo la scelta della lente e del trattamento

Oggi come oggi il listino si conferma il migliore amico dell’ottico optometrista e, a prescindere da qualsiasi supporto o tool digitale messo a disposizione, resta lo strumento di vendita più utilizzato dal professionista della visione per quel che riguarda le lenti oftalmiche: ne è convinta Zeiss, che ha pensato di dargli una nuova struttura per guidare la consulenza, così da arrivare in maniera semplice ma efficace alla proposta di soluzioni visive idonee per ogni momento della giornata e per ogni stile di vita partendo da un approccio differente. «Il catalogo è ancora il vero protagonista nella scelta della lente, perciò è un importante investimento che continuiamo

a sostenere, arricchendolo sia a livello di offerta sia nella grafica e nella struttura: per noi si inserisce in un percorso di vendita che accompagna il cliente dall’accoglienza attraverso tutte le fasi di tale iter – afferma Annalisa Marino, trade marketing manager di Zeiss Vision Care Italia - In questi mesi stiamo lavorando su più fronti per trasferire il concetto che è importante il prodotto, ma lo è altrettanto la parte più esperienziale: provare a creare valore e a coinvolgere sempre più il consumatore lungo le tappe del processo di vendita, raccontando quello che succede nei vari step, aumenta la consapevolezza e di conseguenza la soddisfazione per l’acquisto. Partendo da queste considerazioni

Da sinistra, Annalisa Marino, trade marketing manager, e Fabio Briganti, product manager lenses di Zeiss Vision Care Italia

abbiamo deciso di innovare la struttura del listino, mettendo al centro il portatore e non solo il prodotto».

Abbandonata dunque la più classica ripartizione in capitoli per tipologia di lente oftalmica delle edizioni precedenti, Zeiss ha cambiato approccio e impostato una prima organizzazione del catalogo su chi l’ottico si trova di fronte, per supportarlo, in base alle caratteristiche del cliente, a individuare la scelta del prodotto o dei prodotti più idonei.

«Abbiamo creato una suddivisione verticale del listino, incentrata su tre target o tipi di esigenza visiva: Presbiopia; Relaxed Vision, in cui rientrano sia i pre-presbiti sia persone più giovani ma con problematiche di stress visivo digitale, che quindi possono beneficiare di lenti con supporto accomodativo; e Ametrope, ovvero quella fetta di portatori che per età o per scelta si orienta al mondo della monofocale - aggiunge Marino - All’interno di questi diversi target abbiamo inserito le proposte oftalmiche. Tuttavia, nell’approccio al presbite, ad esempio, abbiamo incluso non soltanto la progressiva, ma anche la lente office: in sostanza abbiamo cambiato la struttura per supportare i professionisti nell’iniziare il dialogo con il cliente partendo dalle sue esigenze per arrivare al prodotto. Il capitolo sul presbite aiuta a spiegare a quella persona che ci possono essere più soluzioni per le sue necessità visive e a trovare insieme quella più adatta».

Questa è la prima novità, con cui Zeiss ha voluto dare un’evoluzione e non uno stravolgimento rispetto ai precedenti listini, ma non è la sola. All’interno di ciascun capitolo, infatti, è stata distinta la proposta da un punto di vista più commerciale, puntando su tre seg-

menti: Premium, che rappresenta l'eccellenza, offrendo il massimo valore e qualità. Advanced, che individua un'offerta di valore, proponendo un alto standard qualitativo con una richiesta di impegno economico più accessibile ed Essential, disponibile per alcune categorie, che offre un valore essenziale mantenendo un buon livello di qualità. «Abbiamo dunque una struttura a matrice: sul verticale i target, sull’orizzontale il livello di investimento per l’acquisto», spiega ancora la manager.

Il catalogo prosegue poi con la categoria Kids, in cui l’ottico può trovare MyoCare per la gestione della progressione miopica e SmartLife Young per bambino e adolescente. Quindi c’è una sezione per soluzioni dedicate, con le DriveSafe e le lenti outdoor, specifiche per chi sta alla guida molte ore e per chi fa sport.

Infine, c’è il capitolo trattamenti, dove vengono presentate anche le novità nel campo delle colorazioni, che possono essere applicate in maniera trasversale al listino. «Tra l’altro, proprio per supportare la possibilità di presentare al cliente finale l’offerta, stiamo fornendo agli ottici partner un campionario con i colori disponibili, il fotocromatico, le specchiature e i trattamenti: si tratta di una cassettiera ad hoc che facilita la proposta, data la grande importanza che ancora riveste la parte fisica», conclude Marino.

Il campionario con i colori disponibili, il fotocromatico, le specchiature e i trattamenti Zeiss, in distribuzione agli ottici partner per supportarli nella proposta

La cover del nuovo listino dell'azienda oftalmica, innovato anche nella struttura e nei contenuti, in vigore dal 5 maggio

Dalle nuove nuance ai trattamenti, il catalogo si “colora” di novità

Nel listino Zeiss in vigore da maggio, in maniera trasversale rispetto al portafoglio lenti prende spazio il colore. L'offerta, infatti, si rinnova con nuove colorazioni alla moda, in linea con i trend di stagione, tra le quali spiccano Dusk Grey, che a dispetto del nome tende al violaceo, Burgundy, dall’anno scorso molto in voga in diverse categorie merceologiche, e Midnight Blue, una variante di blu scuro, le quali vanno ad aggiungersi alla già ampia palette disponibile. «Con questo ampliamento di gamma abbiamo proposto tonalità di tendenza ma sobrie, che possono essere applicate su qualsiasi indice di rifrazione escluso l’1.74, il Blueguard e il Trivex, in tutte le percentuali dell’attuale portafoglio di colorazioni, dal tinta unita alle sfumate – spiega Fabio Briganti, product manager lenses di Zeiss Vision Care Italia - Il colore Burgundy inoltre va ad affiancarsi alle sette colorazioni moda già a disposizione per le fotocromatiche PhotoFusion X, rappresentando un’opzione in più, molto interessante dal punto di vista dello stile: può essere richiesto su tutte le categorie di progressive, digital e monofocali di costruzione. Per rimanere nel mondo delle fotocromatiche, inoltre, da maggio apriamo all’intero portafoglio SmartLife le colorazioni Black, Brown, Grey ed Extra Grey, non solo alle progressive, perciò completeremo la gamma».

Le novità presenti nel listino non si fermano però al colore. La prima di queste riguarda le progressive nella fascia Premium, ovvero la famiglia SmartLife Pro, la quale integra il diametro pupillare individuale non stimato, ma effettivamente misurato, per la produzione della lente a un livello di personalizzazione superiore. «Abbiamo infatti introdotto la SmartLife Superbe Pro per ridurre il gap economico tra la versione Plus e la Individual 3 - afferma Briganti - Per rimanere nel segmento della presbiopia, ma nella proposta Advanced, abbiamo invece inserito le nuove Light 2.0 3d V con il canale di progressione variabile. Quanto alle monofocali, alle Clearview di stock, che offrono campi di visione più ampi e sono più sottili e piatte rispetto alle tradizionali monofocali Zeiss, rinominate ora nella categoria Essential, abbiamo affiancato la versione di ricetta. Abbiamo creato così una fascia intermedia qualitativamente più evoluta, raggiungendo una maggiore differenziazione anche in questo segmento, che rappresenta generalmente oltre il 70% delle vendite per il centro ottico».

L’ultima innovazione del catalogo è trasversale sul portafoglio ed è applicabile su tutte le tipologie di lente, tranne le DriveSafe e MyoCare. «Si tratta di DuraVision Gold, un trattamento con un leggero riflesso dorato, che risponde in prima istanza a una questione estetica, in quanto questa delicata tonalità si abbina perfettamente alle montature di tendenza di oggi, ma ha anche altre caratteristiche importanti - aggiunge il manager – In primis la facilità di pulizia, tre volte più rapida, grazie alla tecnologia CleanGuard, che rende le lenti idro e oleorepellenti e inoltre conferisce loro proprietà antistatiche. Tale tecnologia, applicata allo strato più esterno, chiamato CleanCoat, migliora l’angolo di contatto, passato da 65 a 73 gradi, per sostanze con attrazione superficiale molto elevata, come olio e grasso: il beneficio è che unto e impronte rimangono meno evidenti sulla superficie della lente. Anche l’angolo di contato dei liquidi è stato incrementato passando da 110 a 117 gradi, quindi l’acqua scorre via più rapidamente e le lenti sono più veloci da pulire. Altro aspetto molto importante è che spesso per effettuare tale operazione non si usano panni idonei e questo crea elettricità statica che attira polvere. Nel CleanCoat di DuraVision Gold è stata migliorata la proprietà antistatica: sono stati inseriti sottili strati di ossido metallico che servono a dissipare più velocemente l’elettricità statica che si genera. Infine, il riflesso dorato di DuraVision Gold appare più intenso in condizioni di illuminazione solare, ma in condizioni di bassa illuminazione cambia del tutto, risultando quindi meno evidente in interno o sotto led rispetto a un trattamento con riflesso blu o azzurro. Inoltre permette una percezione più naturale dei colori, perché l’indice di giallo è stato ridotto rispetto ad altri trattamenti Zeiss che attenuano la luce blu, soprattutto in condizioni di illuminazione a led».

Hoya: nel nuovo catalogo focus sui bisogni visivi di ogni età

a cura della redazione

Valido dal 5 maggio, offre strumenti mirati per rafforzare

la relazione dei centri ottici partner con i clienti finali e per supportarli nel percorso di crescita e differenziazione. E conferma l’impegno nelle categorie più strategiche

L’edizione 2025 del catalogo rappresenta per Hoya un ulteriore passo concreto nel valorizzare gli ottici partner e nasce da una rinnovata strategia che mette al centro le persone e i loro bisogni visivi in ciascuna fase della vita. L’ampia proposta oftalmica è, infatti, organizzata «per offrire la soluzione visiva ideale per ogni fascia d’età, combinando la tradizione giapponese con le più evolute innovazioni tecnologiche, sempre con un impegno costante verso l’eccellenza», dicono dalla filiale italiana del gruppo.

Tra le principali novità del nuovo listino spiccano le VisuPro, «lenti a focus evoluto progettate per rispondere alle esigenze visive uniche delle persone che manifestano i primi sintomi di presbiopia – proseguono dall’azienda - Disponibili in due versioni, VisuPro All Day e VisuPro Flex, aprono la strada alla soddisfazione di un target specifico, dall’elevato potenziale». Si amplia anche l’offerta fotocromatica con le nuove Sensity Colours, lenti fotocromatiche e colorate, disponibili in quattro colorazioni a tinta unita e due sfumate, «per essere alla moda in tutte le condizioni di luce e offrire protezione e stile in un’unica lente». Fanno inoltre il loro ingresso le nuove Fashion Tints, con quattro tonalità ispirate ai trend colore del 2025.

«Il catalogo è stato ottimizzato per garantire una consultazione più immediata e funzionale nella pratica quotidiana – spiegano ancora dalla sede di Garbagnate Milanese della società oftalmica - Questa edizione rafforza ulteriormente la volontà di Hoya di costruire relazioni forti e durature con i centri ottici partner, con l’obiettivo che possano differenziarsi attraverso l’innovazione, l’efficienza del servizio e una proposta in grado di garantire un benessere visivo superiore a tutti. E conferma l'impegno dell'azienda nelle categorie più strategiche: progressive, MiyoSmart, fotocromatiche Sensity e l'antiriflesso Meiryo».

La copertina del listino 2025 dell’azienda oftalmica

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Galileo valorizza i centri ottici specializzati con il nuovo Partnership Program

Galileo lancia il nuovo Partnership Program dedicato ai top partner, i Centri Ottici Specializzati, per supportarne il business e valorizzarne competenze e professionalità: un programma esclusivo, ricco di strumenti e vantaggi concreti, per far crescere il punto vendita e rafforzare la relazione con i clienti.

Si sviluppa su cinque pilastri fondamentali: servizi pre e post-vendita; riconoscibilità; visibilità e supporto al business; servizi best in class; eventi premium e showroom esclusivi, un insieme integrato e coerente, pensato per sostenere i Centri Ottici Specializzati Galileo con strumenti mirati e personalizzati.

La campagna “professionisti della visione” e il programma “Galileo plus”

Cuore pulsante del Partnership Program è la nuova campagna in store “Professionisti della visione”. Una campagna ispirazionale e distin-

tiva, il cui claim “La serenità di affidarsi a professionisti della visione” mette in primo piano il ruolo consulenziale dell’ottico, riconoscendone la professionalità e premiando la sua capacità di costruire un rapporto di fiducia con il cliente finale. Promuove, inoltre, benefici concreti pensati per elevare l’esperienza di acquisto del consumatore e supportare la vendita di valore e del multiequipaggiamento.

Proprio questi principi sono alla base del nuovo programma Galileo Plus, in lancio con la campagna. Si tratta di un pacchetto di servizi post-vendita che include: copertura danno e furto per 2 anni su una vasta gamma di lenti Galileo; possibilità per il cliente di rinnovare entro 2 anni le proprie lenti a condizioni agevolate in caso di cambio prescrizione; garanzie estese fino a 3 anni su numerosi prodotti; una promozione vantaggiosa sull’acquisto della seconda e terza coppia entro un anno.

Galileo fornisce agli ottici un set completo di materiali pensati per raccontare la campagna e valorizzare i Centri Ottici Specializzati, supportandoli nel loro ruolo professionale e accompagnando l’utente finale lungo tutto il percorso

Dalla visibilità in vetrina con la vetrofania identificativa del Centro Ottico Specializzato e quella della campagna “Professionisti della visione”, che ha l’obiettivo di incuriosire e favorire l’ingresso in negozio, il racconto prosegue in store con l’attestato personalizzato di qualifica del Centro Ottico Specializzato, il desk display magnetico con il key visual della campagna e i servizi offerti da Galileo Plus e, infine, il leaflet a supporto dell’ottico per l’argomentazione dei

vantaggi inclusi nel programma. In vista del periodo estivo, la campagna si declina inoltre in un key visual sun specificamente pensato per incentivare l’acquisto della seconda coppia vista-sole a condizioni vantaggiose. A completare il percorso in store, un kit consegna occhiali composto da porgi scontrino, pezzuolina e folder informativo per il consumatore con il riferimento degli ordini di lenti Galileo effettuati, i servizi Galileo Plus cui ha diritto e un QR code con i consigli di manutenzione delle nuove lenti.

La visibilità prosegue online: sui social, con un pacchetto di contenuti digitali che l’ottico può pubblicare per amplificare la campagna sui propri profili, e sul web, con la presenza dei Centri Ottici Specializzati Galileo nello Store Locator del sito, per aumentare la visibilità e intercettare nuovi potenziali clienti alla ricerca di professionalità e soluzioni visive tecnologicamente avanzate.

In qualità di Centri Ottici Specializzati Galileo, i top partner hanno infine accesso a materiali, iniziative e servizi esclusivi, tra i quali: vetrine backlight itineranti, eventi drive to store, professional coaching, eventi e showroom.

Il nuovo Partnership Program non è solo un insieme di strumenti commerciali, ma un vero e proprio piano di branding che punta su ricono-

scibilità, professionalità e un’esperienza d’acquisto distintiva, su misura e di alto livello. Si inserisce nel più ampio percorso di valorizzazione del marchio Galileo, iniziato nel 2024 con la celebrazione dei suoi 160 anni, e proiettato ora verso un 2025 ricco di contenuti, visione e supporto concreto per i Centri Ottici Specializzati Galileo.

Ital-Lenti: eccellenza italiana tra innovazione, servizio e visione

PRODOTTO E SER VIZI ITAL•LENTI

Da settant’anni Ital-Lenti rappresenta una realtà d’eccellenza nel panorama dell’ottica oftalmica, con un’identità ben radicata nel territorio italiano e una visione proiettata verso il futuro. Fondata e sviluppatasi in provincia di Belluno, cuore pulsante dell’occhialeria nazionale, l’azienda ha costruito il proprio successo su tre pilastri fondamentali: la qualità del prodotto, la personalizzazione del servizio e l’attenzione alle persone.

In un settore in continua evoluzione, dove le sfide tecnologiche si intrecciano con quelle legate al benessere visivo, Ital-Lenti ha scelto di investire nell’innovazione costante. I suoi laboratori sono dotati di macchinari di ultima generazione, capaci di garantire precisione, qualità ottica elevata e rapidità nei tempi di lavorazione. Ma ciò che davvero la caratterizza è l’approccio artigianale con cui tutte le lenti vengono progettate e realizzate. Ogni ordine è trattato come un pezzo unico, con un controllo rigoroso e un’attenzione ai dettagli tipiche di un’impresa italiana indipendente e profondamente legata al proprio mestiere.

Ital-Lenti non è solo produzione, ma anche servizio: ha sviluppato un sistema logistico efficiente, flessibile e reattivo, in grado di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni punto vendita. Le consegne puntuali, l’assistenza post-vendita, il supporto tecnico e la disponibilità immediata del customer care sono elementi che contribuiscono a costruire un rapporto di fiducia e collaborazione duraturo con gli ottici: non si tratta infatti di semplici forniture, ma di un vero rapporto di collaborazione.

Nel tempo Ital-Lenti ha saputo costruire un’offerta completa, che va dalle lenti monofocali e progressive personalizzate fino alle soluzioni dedicate alla protezione dalla luce blu, alle esigenze pediatriche e alla gestione della miopia. Ogni prodotto nasce dall’ascolto delle necessità reali del mercato, tradotte in soluzioni concrete e affidabili. L’utilizzo del free form, di materiali innovativi e di trattamenti evoluti sono frutto di un know how tutto italiano, che integra tecnolo-

gia, ricerca e passione.

L’azienda ha inoltre sviluppato un progetto formativo ambizioso, l’Academy Ital-Lenti, pensato per offrire ai professionisti una crescita continua in termini di competenze, aggiornamenti e strumenti di comunicazione: non semplici corsi, ma esperienze immersive che permettono di entrare in contatto diretto con la filiera produttiva, conoscere le novità e confrontarsi con esperti del settore. L’obiettivo è valorizzare la professionalità dell’ottico e aiutarlo a differenziarsi in un mercato sempre più competitivo.

L’eccellenza di Ital-Lenti si esprime anche nella scelta di promuovere una produzione sostenibile. L’attenzione per l’ambiente si traduce, infatti, in impianti a basso impatto, nel recupero delle acque, nell’uso di materiali riciclabili e nella continua ottimizzazione dei processi per ridurre gli sprechi. L’etica aziendale è parte integrante dell’identità del brand, che pone al centro la responsabilità verso il territorio e le generazioni future.

A tutto questo si aggiunge un elemento distintivo e prezioso: la dimensione umana. Ital-Lenti è composta da persone che credono nel proprio lavoro e che costruiscono relazioni solide, autentiche, durature. Tale approccio si riflette nella cura con cui vengono trattati i clienti, nella disponibilità a trovare soluzioni su misura, nel desiderio costante di migliorarsi.

Scegliere Ital-Lenti significa scegliere una realtà che sa guardare lontano, ma che non dimentica le proprie radici. Significa affidarsi a chi conosce il valore della tradizione, ma non ha paura di sperimentare. Significa avere al proprio fianco un partner affidabile, competente e sempre presente.

Una lente Ital-Lenti non è mai solo una lente: è il risultato di una visione chiara, di una scelta precisa e di un impegno quotidiano per offrire il meglio, sempre.

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Test: da un coperchio e da un vaso la prova di come si vede

Docente di ottica e optometria, autore di numerose pubblicazioni inerenti alla professione

Curioso appare il percorso linguistico di questa parola. Oggi lo accettiamo universalmente come termine di derivazione anglosassone con il significato, in senso lato, di prova sperimentale per l’ottenimento di risultati ma l’origine è, come spesso accade, latina, quindi romanza e non germanica. Il sostantivo neutro latino testum indicava il coperchio dei vasi di coccio usato per contenere la brace di cottura e nel francese tardo medievale il lemma test indicava, nel vernacolo alchemico, il vaso di terracotta usato per saggiare l’oro. Al Re Sole, Luigi XIV di Borbone sul trono di Francia per 77 anni, viene dedicata, nella seconda metà del ‘600, il volume Les rudiments de la Philosophie Naturelle che Nicolas de Loques scrive per tentare di accreditarsi a corte. L’autore, come molti altri in quegli anni, si definiva medico spagirico, disciplina che si deve al medico svizzero Paracelso, all’anagrafe Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, che nei primi anni del ‘500, dopo gli studi all’Università di Ferrara e di Bologna, perfezionando le tesi aristoteliche precisa che, nella persona

sana, le forze dense e sottili sono in perfetto equilibrio e che la malattia interviene quando tale equilibrio è spezzato: questa filosofia, mutata poi in iatrochimica, è l’origine della moderna omeopatia.

I medici spagirici francesi, ancora intessuti dalla farmacopea medievale, indicavano, con il nome della spezia contenuta, il test di terracotta che usavano per provare, testare, nuove cure su vecchie infertiadi , malanni e infezioni. L’antico lemma latino di coperchio era perciò virato in quello, ancora attuale, di prova.

L’OEP, all’origine dell’Optometria, definisce la procedura corretta e completa di un esame della visione in cinque successivi momenti: dopo una esauriente anamnesi iniziale, si sottopone al soggetto una batteria di test con l’obiettivo di confrontare le indicazioni qualitative da conciliare con quelle quantitative ottenute dagli esami successivi. Con il test si ha un’indicazione di come vede, mentre con l’esame di quanto vede. Individuata l’etimologia, l’indagine di ogni realtà diviene di fatto più facile.

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