Capitolo 1
Anestesia per infiltrazione
L’introduzione di tecniche mininvasive, il miglior controllo della fluidica intraoperatoria, il più rapido recupero funzionale post-operatorio inducono il chirurgo della cataratta ad avvalersi di tecniche di anestesia più sicure e meno invasive, in grado di garantire un’analgesia intraoperatoria senza ricorrere ad acinesia dei muscoli extra-oculari. L’infiltrazione peri- o retro-bulbare di anestetico ha infatti lo scopo di indurre acinesia, oltre che analgesia, al fine di inibire la contrazione dei muscoli ex-
traoculari.Tale contrazione è in grado di determinare un’estrusione del contenuto bulbare attraverso le più ampie incisioni, necessarie per una chirugia extra-capsulare o intra-capsulare. La terminologia “peribulbare” e “ retrobulbare” comunemente usata, non descrive adeguatamente la tecnica e rimane di ambigua interpretazione. Sarebbe più opportuno definire come intra-conica la tecnica di iniezione retrobulbare riportata da Atkinson nel 1936 e come extra-conica la tecnica di iniezione peribulbare successivamente descritta da Hamilton1, 2 (Figura 1). La descrizione originale dell’articolo di Atkinson prevedeva l’iniezione di circa 3 ml di anestetico locale attraverso i due terzi mediali ed il terzo laterale del margine inferiore dell’orbita allo scopo di raggiungere l’apice del cono muscolare. In tale manovra era richiesto l’aiuto del paziente, cui si chiedeva di rivolgere lo sguardo in posizione supero-nasale1. Tecniche di iniezione
Figura 1 - Anestesia loco-regionale intraconica ed extraconica. L’immagine rileva la diversa localizazzione della punta dell’ago introdotto, nel quadrante infero temporale (tra III esterno e III medio) con il becco di flauto della punta dell’ago orientato verso il bulbo. L’ago viene introdotto per via trans-palpebrale e spinto posteriormente, parallelo al piano del pavimento dell’orbita nella tecnica extraconica. Nella tecnica intraconica, superato l’equatore del bulbo l’ago verrà inclinato di circa 10º verso l’alto e medialmente allo scopo di raggiungere lo spazio intraconico
Iniezione intraconica. Paziente in posizione supina con bulbo in posizione primaria. Introdurre l’ago (25-27 Gauge) nel quadrante infero temporale (tra III esterno e III medio) con il becco di flauto della punta dell’ago orientato verso il bulbo. L’ago viene introdotto per via trans-palpebrale e spinto posteriormente, parallelo al piano del pavimento dell’orbita. Il dito dell’operatore, posizionato tra la rima orbitaria ed il bulbo, può agevolare l’introduzione dell’ago (Figura 2). Superato l’equatore del bulbo, l’ago verrà inclinato verso l’alto