22. Lenti a contatto dopo chirurgia corneale e rifrattiva
abbiamo studiato) possono arrivare ad un massimo DK/t di 175 (DK = 140), quindi 6 volte superiore alle lenti in idrogel convenzionale, perché l’ossigeno si lega alle molecole di silicone e non solo a quelle dell’acqua. Una approssimazione clinicamente utile è quella di considerare i valori di DK delle lenti a contatto in idrogel convenzionale in tre gruppi[5]: Acqua 38±% 55±% 75±%
DK 9± 18± 36±
La FDA statunitense divide le lenti a contatto in idrogel convenzionale (il cui nome generico termina con il suffisso “Filcon”) in quattro gruppi: Gruppo 1
Basso contenuto d’acqua (< 50% H2O) Polimeri NON ionici
Gruppo 2
Alto contenuto d’acqua (> 50% H2O) Polimeri NON ionici
Gruppo 3
Basso contenuto d’acqua (< 50% H2O) Polimeri IONICI
Gruppo 4
Alto contenuto d’acqua (> 50% H2O) Polimeri IONICI
Un materiale viene definito IONICO quando contiene una carica ionica maggiore dello 0,2%, conferitale in particolare dall’acido metacrilico, monomero idrofilo che, insieme all’NVP (N-vinylpirrolidone), viene aggiunto all’Hema per aumentare il contenuto d’acqua della lente a contatto stessa. Questa classificazione è utile per descrivere il modo in cui i materiali interagiscono sia con le soluzioni per lenti a contatto che con il film lacrimale. Ad esempio cambiamenti ambientali di temperatura (da quella della stanza a quella dell’occhio) esitano in una caduta del contenuto d’acqua degli idrogel e quindi della loro trasmissibilità di ossigeno. Mentre questa caduta è relativamente minore per le lenti a contatto del gruppo 1, può essere invece significativa per quelle del gruppo 4. Ancora: un aumentato contenuto d’acqua e/o di ionicità del materiale causa un forte incremento di depositi proteici, con un tasso importante di lisozima riscontrabile sulle lenti a contatto del gruppo 4 dopo appena un minuto di utilizzo. Invece le lenti a contatto del gruppo 2 contenenti Vinylpirrolidone hanno tendenza a provocare depositi lipidici.
Lenti in idrogel di silicone Sono ad elevato DK e DK/t, quindi non inducono ipossigenazione corneale e conseguentemente sofferenza epiteliale e acidosi corneale[13]. Perciò migliorano la funzione della barriera epiteliale, riducendo in tal modo l’adesività batterica. La componente in idrogel facilita il trasporto dei fluidi ed il movimento della lente a contatto, permettendo così sia il passaggio di acqua e ioni sia l’eliminazione di detriti cellulari ed inorganici sottostanti la lente stessa. Riducono i depositi proteici grazie al basso contenuto d’acqua ed all’elevato contenuto in silicone[14]. Hanno un’umettabilità simile a quella degli idrogel convenzionali, ma si disidratano meno sull’occhio. Tutto ciò comporta, insieme alla riduzione dei depositi ed all’aumentata permeabilità all’ossigeno, un miglioramento del comfort del paziente. La lente a contatto terapeutica dopo LASEK va studiata con un giusto raggio di curvatura (stretto o corneo-conforme) in base al raggio corneale medio preoperatorio del paziente e con un materiale adeguato. Le lenti che abbiamo utilizzato sono (tabella 2): a) in idrogel convenzionale PRECISION UV: preferibile in caso di cornee più piatte o quando il flap epiteliale è sicuramente integro; PROTEK T&S: più rigida a causa del contenuto acquoso medio (55%) e più stretta, quindi preferibile con cerniere epiteliali poco integre. Indispensabile nei trattamenti ipermetropici; PROCLEAR COMPATIBLES (Biocompatibles Ltd., UK; Biocompatibles Eyecare Inc., USA): preferibile nei pazienti con problemi di pregressi depositi lipidici sulle lenti a contatto, perché non contiene NVP (N-vinylpirrolidone). Va sottolineato che l’impiego dei valori di DK/t, da parte delle ditte produttrici, per descrivere le differenze fra i materiali può essere fuorviante a causa di una mancanza di standardizzazione. I materiali sono spesso presentati come dotati di alti valori di DK ed i valori di spessore usati sono di solito riferiti ad un determinato spessore centrale su una lente a contatto da –3.0 diottrie. Ciò fornisce poche informazioni utili sulla performance individuale di una lente a contatto convessa o molto negativa[15]. Le lenti a contatto ad alto contenuto d’acqua devono essere fabbricate con spessori più elevati di quelle a
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