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Le lenti progressive Hoyalux iD tornano protagoniste in TV!
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La campagna PROFESSIONISTA IN VISTA amplificherà sul territorio e nei Centri Ottici la campagna TV nazionale, in onda su tutti i principali canali con lo spot iconico, memorabile e distintivo.
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Un nuovo importante investimento per il successo dei Centri Ottici Partner. Un racconto coinvolgente e aspirazionale su ciò che i portatori ricercano di più: il comfort visivo in ogni situazione
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“Così confortevoli che non ti accorgi di indossarle” è più di una promessa: è il risultato di una personalizzazione che nasce dall’ascolto delle esigenze visive, dall’evoluzione della tecnologia e dalla ricerca costante di naturalezza, fluidità e armonia visiva.
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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Ottobre 2025 numero 8 www.b2eyes.com In copertina Essilor
Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 20089 Rozzano (MI) Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Nicoletta Tobia n.tobia@fgeditore.it
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Sommario
editoriale
4 Un Forum, anzi tre attualità
6 Dalla presbiopia alla visione: il Forum guarda avanti
8 L’occhialeria traccia un sentiero green
26 Occhialeria: il mercato interno cresce, ma crollano gli Usa
30 Alcon: in 400 a Praga per il lancio di Precision7
32 Stellest: eventi, formazione e un protocollo a supporto dei professionisti della visione
34 Armani, un secolo di ottica a Riva del Garda
38 Rodenstock, più di 300 ottici per We are Sensitive
moda
42 Eyewear, il richiamo agli anni 90 e 2000
Che ambiente di lavoro vogliono i giovani ottici? Ipovisione e sport, un gioco di squadra
Hoya: tecnologia, personalizzazione e valore umano per gestire la
Zeiss: Visuref 600, un
Emanuele Tesauro: un cannocchiale capostipite dei nostri
L’occhialeria traccia un sentiero green
Armani, un secolo di ottica a Riva del Garda
Rodenstock, più di 300 ottici per We are Sensitive
in 400 a Praga per il lancio di Precision7
Eyewear, il richiamo agli anni 90 e 2000
Zeiss: Visuref 600, un unico strumento per molteplici servizi
Un Forum, anzi tre
di Angelo Magri
Cinque anni di confronti, dibattiti, ricerche, testimonianze, lanci aziendali. Cinque anni intensi che culminano il 23 e 24 novembre al Grand Tour Italia, parco enogastronomico con un moderno spazio congressuale, alle porte di Bologna, sede dell’edizione 2025 del Forum Presbiopia. Che in origine era il Progressive Business Forum e in futuro sarà il Forum della visione.
Incertezza sui nomi e sulle location, visto che da Firenze si è passati a Milano, per tornare nella città toscana, quindi a Napoli e ora approdare nel capoluogo emiliano? Il contrario, semmai. Questo aspetto itinerante, che oggi caratterizza diversi appuntamenti del settore e non solo, rispecchia la capacità da parte dell’evento, nato da un’idea di Ferdinando Fabiano nel 2019, di modellarsi sulle esigenze del mercato e dei soggetti coinvolti, oltre che la volontà di rivolgersi ai professionisti dell’intero territorio nazionale. Perché chi è venuto lo scorso anno alla Stazione Marittima partenopea troverà a Bologna spunti nuovi su cui riflettere e utili per agire, mentre chi allora era assente quest’anno potrà riannodare i fili di un percorso mai interrotto, nemmeno durante il periodo della pandemia.
La trasformazione del titolo e, di conseguenza, dei contenuti dipende soprattutto dal salto di qualità nel dialogo tra mondo ottico optometrico e classe medi-
ca, registrato di fatto a partire da un convegno interdisciplinare tenutosi a Mido 2023, sviluppatosi attraverso simposi, incontri, corsi e altre iniziative in questo triennio, ma che ha avuto nel Forum una sorta di bussola per avvicinare sempre di più le due categorie professionali.
La gestione del presbite tra studio oculistico e centro ottico rimane il cuore dell’edizione 2025, ma in futuro lo sguardo si allargherà ad altre tematiche di rilevante importanza per la salvaguardia della vista e per il benessere visivo. Le polveri sottili nelle città aumentano anziché diminuire, l’età media delle persone avanza, bambini, ragazzi, giovani e meno giovani sono sempre più connessi ai dispositivi digitali e meno propensi ad attività all’aria aperta e, quando lo fanno, si espongono a numerose fonti di inquinamento. Pochi ne parlano o sollevano il problema, ma non sono soltanto i nostri polmoni a subirne le conseguenze: anche gli occhi vengono duramente colpiti da questo elenco imperfetto di agenti esterni.
“Due occhi non bastano”, si diceva un tempo, in senso stretto o figurato. Ma sono ciò che abbiamo: un bene prezioso che il lavoro di migliaia di professionisti cerca di tutelare quotidianamente. Per questi due occhi, due giorni all’anno da dedicare a un evento come il Forum possono aiutare a fare la differenza.
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VISIONE ITALIANA
DINAMICA
Dalla presbiopia alla visione: il Forum guarda avanti
a cura della redazione
Il 23 e 24 novembre a Bologna si tiene la settima edizione dell’evento dedicato alla gestione del presbite
Quando nacque, nel giugno 2019 si chiamava Progressive Business Forum: un appuntamento ideato da Ferdinando Fabiano, editore di questa testata e di EyeSee, specializzata nell’oftalmologia, per contribuire a incrementare la diffusione delle lenti progressive su un mercato interno a quei tempi ancora asfittico. Due anni fa, con il maggiore coinvolgimento degli oculisti, divenuti soggetti di riferimento del confronto e dei dibattiti svolti durante l’evento, la decisione di cambiare il nome in Forum Presbiopia, ma sempre con la medesima attenzione alle problematiche dei presbiti, che nel frattempo avevano fatto registrare un’evoluzione in fatto di consapevolezza e acquisto delle soluzioni multifocali a disposizione sul mercato. «La trasformazione in corso, in linea non solo con le dinamiche del business, ma anche con il dialogo interdisciplinare sempre più costante, prevede che nel 2026 questo evento si chiamerà Forum della visione - rivela Fabiano - Verrà infatti allargato il raggio
d’azione per rispondere alle esigenze degli oculisti su tutte le informazioni necessarie nella loro attività quotidiana, così da offrire un supporto adeguato al paziente con l’aiuto dell’ottico optometrista».
Intanto, per questa settima edizione sono molteplici gli argomenti che nelle due giornate di lavori coinvolgono area tecnica e classe medica, alla presenza di una rappresentanza pressoché totale dell’industria oftalmica nazionale. «Tra i numerosi focus in programma spicca la presentazione di una nuova ricerca di mercato, condotta da Ipsos, sull’atteggiamento del neopresbite relativamente alla propria problematica visiva e ai sistemi correttivi adottati - spiega Nicola Di Lernia, che conduce l’evento sin dal suo debutto - Un’indagine simile era già stata presentata cinque anni fa al Forum, con risultati utili all’intero mercato in merito a tutto ciò che avevano fino a quel momento prodotto gli investimenti pubblicitari delle aziende e le informazioni all’utente finale da parte del centro ottico e dello studio oculistico: ora il Forum torna a monitorare e a comparare il comportamento dei primi presbiti».
L'obiettivo è comprendere se e come questo sia cambiato nei confronti della presbiopia e delle soluzioni per compensarla. «Si analizzerà, ad esempio, l’utilizzo dei premontati, che allora risultavano molto diffusi tra gli over 40 e rimandavano di parecchi anni l’acquisto di una lente progressiva presso il canale ottico - conclude Di Lernia - La ricerca Ipsos valuterà se anche in questo ambito gli italiani hanno compiuto dei passi avanti, alla luce degli sforzi fatti dall’intera filiera».
Una fase dei lavori del Forum Presbiopia 2024, che si è tenuto alla Stazione Marittima di Napoli
Centro Congressi Grand Tour Italia 23-24
FABIANO GRUPPO EDITORIALE
Tel. 0141 1706694 – info@fgeditore.it
L’occhialeria traccia un sentiero green
a cura della redazione
Un percorso concreto verso la sostenibilità ambientale, il riconoscimento dell'importanza di ridurre l’impatto delle proprie attività: le aziende del settore stanno progressivamente integrando pratiche più responsabili lungo tutta la filiera produttiva, dalla scelta dei materiali sino alla distribuzione del prodotto finito
In primis furono i materiali ecocompatibili. È iniziato da qui il percorso di alcune realtà dell’occhialeria mondiale: al posto delle plastiche tradizionali vengono oggi spesso usate bioplastiche, acetati di origine vegetale o materiali riciclati. Una scelta che ha consentito e consente tuttora di ridurre l’utilizzo di risorse non rinnovabili e di abbattere le emissioni nocive durante i processi di produzione. In parallelo, anche i metalli hanno seguito questa strada, privilegiando quelli riciclabili o provenienti da fornitori certificati per la sostenibilità.
Molte imprese, inoltre, stanno investendo nell’ottimizzazione dei processi produttivi per renderli meno inquinanti e più efficienti. L’introduzione di tecnologie avanzate consente di ridurre gli scarti, limitare il consumo di acqua ed energia e migliorare la gestione dei rifiuti industriali. A loro volta alcune realtà hanno avviato veri e propri programmi di economia circolare, in cui gli scarti di produzione vengono recuperati e reintegrati nel ciclo produttivo.
Anche il packaging sta subendo una trasformazione in chiave ecologica. Le confezioni degli occhiali vengono ripensate con l’impiego di materiali riciclati, biodegradabili o facilmente riutilizzabili, eliminando il superfluo e puntando su un design più essenziale e sostenibile.
Infine, la sostenibilità viene sempre più considerata anche nel rapporto con il territorio e le comunità locali. Diverse aziende promuovono pratiche di responsabilità sociale, investendo in progetti ambientali, campagne di sensibilizzazione e collaborazioni con enti che si occupano di tutela del pianeta.
B2eyes ha interpellato alcune aziende dell’eyewear che hanno scelto di tracciare un sentiero green nel settore.
SAFILO
Avete realizzato linee di occhiali sostenibili? Quale percentuale ricoprono le collezioni eco sul totale degli occhiali prodotti?
Safilo ha avviato da tempo un percorso concreto di sviluppo di linee sostenibili, introducendo materiali innovativi a ridotto impatto ambientale e implementando processi produttivi sempre più responsabili. Il nostro impegno si traduce nell’utilizzo di materie prime riciclate e bio-based certificate per montature e lenti, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da risorse vergini e promuovere modelli di economia circolare.
Nel 2024 abbiamo sviluppato circa 1.700 occhiali, di cui circa 400 realizzati con materiali ecologici, pari
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al 23% del totale, in crescita rispetto al 17% del 2023. Questo risultato testimonia un’evoluzione significativa verso l’integrazione strutturale della sostenibilità nella nostra offerta. Inoltre, ci siamo posti l’obiettivo, entro il 2025, di realizzare più del 25% delle nuove collezioni con materiali green certificati.
“Entro il 2025, oltre il 25% delle nuove collezioni sarà sostenibile”
Il nostro impegno è stato riconosciuto anche a livello internazionale: a Mido 2025 abbiamo ricevuto il premio CSE, Certified Sustainable Eyewear, nella categoria Sunglasses Europe con il modello Boss 1751/S, realizzato nello stabilimento Safilo utilizzando il 100% di elettricità rinnovabile. È prodotto con Eastman Acetate Renew e dotato di lenti in Tritan Renew, combinando materiali riciclati e bio-based con un design di alta qualità. Safilo aveva vinto anche nel 2024 nella categoria Frame Europe.
Tra i traguardi più rilevanti raggiunti vi è l’introduzione di materiali all’avanguardia come Eastman Acetate Renew, Tritan Renew e Tenite Renew, che combinano contenuto bio-based e riciclato certificato, mantenendo al contempo le elevate performance tecniche ed estetiche degli acetati tradizionali. Safilo è stato il primo operatore del settore eyewear a utilizzare l’intera
gamma Eastman Renew, un primato che conferma la nostra vocazione pionieristica. Abbiamo inoltre adottato poliammidi bio-based derivate da olio di ricino, policarbonato riciclato certificato fino al 95%, metalli riciclati certificati con almeno il 70% di contenuto riciclato e, dal 2025, Pmma riciclato certificato per le lenti demo delle collezioni ottiche.
A sostegno di queste innovazioni Safilo adotta un approccio scientifico alla valutazione degli impatti ambientali grazie al Life Cycle Assessment, che consente di misurare le emissioni e l’impatto dei materiali lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, dall’estrazione delle materie prime sino al fine vita. Questo strumento, utilizzato regolarmente dal 2018 e aggiornato negli anni successivi, ci permette di validare i benefici reali dei nuovi materiali e di orientare lo sviluppo delle future collezioni.
Oggi sempre più aziende propongono collezioni eyewear ecosostenibili o bio: esiste un ente certificatore, uno standard di approvazione oppure ognuno si muove secondo criteri propri?
Al momento non esiste ancora uno standard unico a livello di settore che definisca quando un prodotto possa essere considerato “sostenibile”. Ci sono però standard internazionali riconosciuti, come il GRS-Global Recycled Standard e l’RCS-Recycled Claim Stan-
Polaroid
Boss
Tommy Hilfiger
LEONARDO IN CONVERSATION
TORNA IN FORMATO DIGITALE
Il format che celebra l’innovazione attraverso il dialogo è ora online. Nei nuovi episodi, le voci di esperti interni ed esterni a EssilorLuxottica si intrecciano con la pratica quotidiana degli ottici, affrontando temi che spaziano dalla cura della vista alle ultime novità del Gruppo. Ogni incontro è un’occasione per raccogliere spunti concreti, rafforzare competenze e professionalità attraverso il dialogo, fruibile da tutti grazie al formato digitale.
SCOPRI I TEMI
TRATTATI NEI
PRIMI CINQUE EPISODI
“Dal 2021 abbiamo un percorso strutturato di certificazione”
dard, che garantiscono tracciabilità dei materiali riciclati lungo la filiera e includono requisiti ambientali, sociali ed etici. In questo contesto Safilo ha intrapreso dal 2021 un percorso strutturato di certificazione che ha portato all’ottenimento del riconoscimento di determinati standard e obiettivi per diversi stabilimenti e centri di distribuzione in Italia, Cina e Stati Uniti, per la gestione dei materiali riciclati con controlli annuali di terze parti e per packaging e materiali promozionali provenienti da foreste gestite responsabilmente.
Il gruppo è inoltre molto attento a prevenire i rischi di greenwashing (strategia di marketing ingannevole, praticata da aziende che si fingono green usando parole, simboli o campagne pubblicitarie che danno l'impressione di rispetto per il pianeta, ndr), garantendo comunicazioni oneste, basate su dati e certificazioni verificabili, e fornendo informazioni trasparenti su materiali, processi e impatti ambientali.
Gli ottici italiani mostrano maggiore sensibilità oggi verso questa tipologia di offerta, alla luce della crescente attenzione verso tali temi da parte dei consumatori finali, o la sostenibilità non è ancora una leva di successo nel sell-in di un centro ottico? Ci sono mercati particolarmente sensibili a questo tipo di prodotto?
Negli ultimi anni l’interesse verso prodotti sostenibili è aumentato anche tra gli ottici italiani, grazie alla maggiore sensibilità delle nuove generazioni nei confronti di questi temi. La sostenibilità può peraltro rappresentare un importante elemento di differenziazione: se qualità, estetica e funzionalità rimangono prerequisiti fondamentali per il sell out di un centro ottico, l’adozione di materiali sostenibili, come quelli individuati da Safilo, non compromette nessuno di questi aspetti, semmai li integra, aggiungendo valore al prodotto e offrendo un motivo in più per i consumatori di scegliere un brand rispetto a un altro.
“La sostenibilità può rappresentare un importante elemento di differenziazione”
Avete in programma altre iniziative in materia di sostenibilità?
Continueremo a seguire con costanza il percorso che stiamo portando avanti da diversi anni, mantenendo sempre l’impegno verso i nostri tre pilastri di sostenibilità: Persone, Prodotto e Pianeta. L’obiettivo rimane migliorare continuamente, consolidando i risultati ottenuti e proseguendo nel creare valore e qualità, come abbiamo sempre fatto fino a oggi. Safilo adotta una strategia a 360 gradi, affrontando la tutela ambientale in modo integrato e multidimensionale. Non ci limitiamo all’adozione di materiali sostenibili, ma interveniamo su tutti gli aspetti rilevanti per la nostra attività. Dal 2017 monitoriamo le nostre emissioni dirette (Scope 1) e indirette da consumo energetico (Scope 2) e dal 2021 abbiamo esteso la misurazione anche alle emissioni indirette lungo la catena del valore (Scope 3). Nel 2024 abbiamo ottenuto la validazione dei nostri obiettivi da parte della Science Based Targets initiative, confermando il nostro impegno a ridurre le emissioni di Scope 1 e 2 del 70% e quelle di Scope 3 del 25% entro il 2030, rispetto ai dati del 2022.
Nel 2024 le emissioni di Scope 1 e 2 sono state ridotte del 19% rispetto al 2023, dopo una diminuzione del 65,8% registrata dal 2022 al 2023, mentre le emissioni di Scope 3 hanno registrato una riduzione del 4,8% nello stesso periodo. Inoltre, soddisfiamo il 95% del nostro fabbisogno elettrico attraverso fonti rinnovabili.
“La sostenibilità è elemento centrale del nostro modello di business”
Questi risultati riflettono l’impegno costante di Safilo e l’efficacia di una strategia integrata che coinvolge tutte le aree aziendali, dalla progettazione alla produzione. La sostenibilità non è un’aggiunta, ma un elemento centrale del nostro modello di business, che continueremo a sviluppare con coerenza, determinazione e trasparenza.
DE RIGO VISION
Avete realizzato linee di occhiali sostenibili?
Per De Rigo Vision sostenibilità significa rispondere alle esigenze di oggi senza compromettere il futuro e le necessità delle prossime generazioni. Tra i marchi in portafoglio spicca in questo ambito Chopard che ha intrapreso il viaggio verso il lusso sostenibile come parte dell’identità, dei valori e della tradizione che gli sono propri: nel 2010 è diventato un membro del Responsible Jewelry Council e in poco tempo ha fissato
“Chopard ha debuttato nell’eyewear responsabile e
Police ha abbracciato
il tema green”
nuovi standard etici nella gioielleria, fino ad arrivare al debutto nel segmento eyewear responsabile. Le col lezioni sono realizzate in Italia utilizzando materiali di origine vegetale: come l’acetato, per il 70% di origine naturale, ottenuto da legno, cotone e un plastificante ricavato da fonti vegetali. È privo di ftalati e alle giu ste condizioni risulta biodegradabile. Circa il 40% delle lenti in nylon è di origine naturale. Questa resina ecolo gica è prodotta a partire dalla pianta del ricino. Si trat ta di un'alternativa alla plastica: resistente e leggera, è ricavata da materiali biologici e perciò con un impatto ambientale inferiore.
Anche Police ha abbracciato il tema green. Dalla col laborazione tra il brand e il Mercedes-Amg Petronas Formula One Team è nata una capsule collection, i cui protagonisti sono due modelli in bio-acetato, entrambi
Chopard
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“Cambiamento climatico, economia circolare, ambito sociale e catena di fornitura sono le aree di intervento”
catena produttiva. Tale processo consente di definire obiettivi di riduzione concreti e di monitorare i pro gressi nel tempo. Parallelamente sono stati installati i primi impianti fotovoltaici, implementando azioni per ridurre la produzione di rifiuti e di scarti, all’interno di un piano più ampio di effi cientamento energetico e riduzione dell’impatto am bientale.
Proprio per comprendere l’impatto ambientale dei prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita, De Rigo Vision ha individuato aree critiche su cui intervenire, con l’obiettivo di ottimizzare i processi produttivi e migliorare la sostenibilità del prodotto stesso. Per quanto riguarda la catena di fornitura, questa rappresenta per De Rigo Vision un ambito strategico, che richiede attenzione e coerenza con i propri valori. Il percorso iniziato in tale ambito prevede un approccio strutturato e a lungo termine volto a ridurre al minimo l’impatto ambientale e sociale delle supply chain, mantenendo, o addirittura migliorando, l’efficienza e la redditività. Tre le iniziative c’è l’introduzione di un Codice di condotta fornitori per garantire che anche i partner condividano e rispettino i principi della strategia di sostenibilità dell’azienda.
Gli ottici italiani mostrano maggiore sensibilità oggi verso questa tipologia di offerta, alla luce della crescente attenzione verso tali temi da parte dei consumatori finali, o la sostenibilità non è ancora una
“Il
consumatore non riconosce ancora il valore aggiunto degli occhiali realizzati con materiali eco-friendly”
leva di successo nel sell-in di un centro ottico? Ci sono mercati particolarmente sensibili a questo tipo di prodotto?
Il consumatore finale non riconosce ancora come valore aggiunto il fatto che gli occhiali siano realizzati con materiali eco-friendly o eco-compatibili, poiché questi prodotti vengono considerati come beni durevoli e non “usa e getta”. Di conseguenza, c’è la percezione che lo smaltimento non abbia un impatto significativo su larga scala.
Avete in programma altre iniziative in materia di sostenibilità?
De Rigo Vision ha in corso la Certificazione ISO 14001, la Certificazione Parità di Genere e la redazione del primo Bilancio di Sostenibilità.
Police
SILHOUETTE
Avete realizzato linee di occhiali sostenibili? Quale percentuale ricoprono le collezioni eco sul totale degli occhiali prodotti?
In fatto di sostenibilità Silhouette non parte da zero: l’attenzione all’ambiente è da tempo una pratica quotidiana presso i nostri stabilimenti produttivi con sede a Linz, in Austria. Ormai da qualche decennio gli occhiali Silhouette vengono realizzati utilizzando in percentuali analoghe esclusivamente due tipi di materiali: filo di titanio, una speciale lega certificata a livello di qualità, sostenibilità ed emissioni di carbonio dal nostro partner giapponese, e SPX+, usato con processo a iniezione che consente di ridurre in maniera significativa gli scarti. Recentemente abbiamo aggiunto una piccola e selezionata produzione in stampa 3D che consente anch’essa di riciclare la materia in eccesso.
Un ulteriore importante passo avanti in tema di sostenibilità è avvenuto proprio quest’anno, quando a gennaio Silhouette ha presentato la sua prima collezione di montature realizzata utilizzando SPX Green+,
un materiale bio-circolare nuovo, non ottenuto dal riciclo di plastiche o altri elementi comunque inquinanti, ma derivato da sottoprodotti di industrie quali l’agricoltura, la silvicoltura e l’acquacoltura, rifiuti organici generati dalle lavorazioni di questi settori. SPX Green+ riduce l'impatto sull’ambiente anche perché è prodotto al 100% solo con energie rinnovabili ed è in grado pertanto di limitare le emissioni di carbonio del 60% rispetto al processo di produzione con materie prime tradizionali ricavate da combustibili fossili. È anche importante sottolineare la differenza tra SPX Green+ e altri materiali denominati bio-based, che provengono tipicamente da piante appositamente coltivate per la produzione: per SPX Green+ non occorrono aree di coltivazione in più, quindi si risparmia spazio e si favorisce la biodiversità.
A partire da quest’anno non solo tutte le nuove collezioni di Silhouette, ma anche quelle esistenti un tempo prodotte in SPX+ vireranno su SPX Green+: possiamo quindi affermare che a breve il 50% della nostra produzione totale, escludendo il titanio e la stampa 3D, sarà a base di SPX Green+.
“A breve il 50% della produzione sarà in SPX Green+, materiale derivato da sottoprodotti di industrie quali agricoltura, silvicoltura e acquacoltura”
LA SOLUZIONE CHE HA RIVOLUZIONATO
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Oggi sempre più aziende propongono collezioni eyewear ecosostenibili o bio: esiste un ente certificatore, uno standard di approvazione oppure ognuno si muove secondo criteri propri?
Come azienda austriaca abbiamo richiesto e ottenuto la certificazione EMAS, Eco-Management and Audit Scheme. Si tratta di un sistema europeo di ecogestione e audit, operativo dal 1995, che consente alle imprese e ad altre organizzazioni di valutare, riferire e migliorare le prestazioni ambientali. Ci risulta che in tutta Europa Silhouette sia l’unica realtà di produzione occhiali certificata da EMAS.
scatola porta montature per il negozio. Inoltre lo stand dell’azienda all’ultimo Mido ha vinto il Stand Up for Green Award. Questa è la strada che Silhouette desidera continuare a percorrere, volta a offrire ai consumatori non solo un prodotto di alta qualità, ma anche la possibilità di esprimere uno stile in linea con la consapevolezza della necessità di un futuro più sostenibile per il nostro pianeta.
“Come azienda austriaca abbiamo ottenuto la certificazione EMAS”
Gli ottici italiani mostrano maggiore sensibilità oggi verso questa tipologia di offerta, alla luce della crescente attenzione verso tali temi da parte dei consumatori finali, o la sostenibilità non è ancora una leva di successo nel sell-in di un centro ottico? Ci sono mercati particolarmente sensibili a questo tipo di prodotto?
È in atto un mutamento importante nel comportamento dei consumatori. Sempre più persone considerano la sostenibilità come una condizione fondamentale per l’acquisto di beni e servizi, all’industria dell’ottica e della moda sono richiesti cambiamenti e passi significativi e anche i nostri partner ottici sono ovviamente coinvolti in questo processo: notiamo una crescente sensibilità all’argomento anche da parte loro. A livello di mercati la prima collezione Silhouette in materiale bio-circolare ha performato particolarmente bene in Germania, Spagna e nei paesi nordici, ma anche l’Italia è in ottima posizione. Molta attenzione hanno dimostrato pure Cina, Stati Uniti e Canada.
“Germania, Spagna, Nord Europa e Italia tra i mercati più sensibili al tema”
Un’altra importante innovazione recentemente implementata riguarda il processo di produzione delle nostre lenti: prestiamo particolare attenzione a impedire alle microplastiche di finire nelle acque reflue, affrontando così un problema ambientale che è stato a lungo trascurato nel settore. Nel laboratorio interno di Linz le lenti da sole vengono fresate a secco, senza l'utilizzo di acqua. I trucioli di plastica risultanti vengono immediatamente raccolti e riciclati. Anche la foratura e la molatura vengono eseguite senza acqua e tutti i residui sono reimmessi nel ciclo e riciclati.
E ancora, una curiosità: nell’area densamente edificata di Linz, in Ellbognerstrasse 24, dove ha sede l’azienda, è stato realizzato un parco naturale di 20 mila metri quadrati che appare come un’oasi di verde. I prati del giardino sono diventati un rifugio rigoglioso per insetti, coleotteri, piccoli mammiferi e uccelli.
“Nella sede di Linz è stato realizzato un parco naturale di 20 mila metri quadrati”
Le specie vegetali autoctone e locali favoriscono la vita del suolo e migliorano il microclima. I giardini vengono irrigati da tre pozzi di acqua sotterranea, che consentono al gruppo di risparmiare circa 1,5 milioni di litri di acqua potabile all'anno. E per promuovere ulteriormente la biodiversità, da maggio 2023 dieci colonie di api hanno trovato casa in dieci alveari nel giardino: raccolgono il polline in un raggio tra i 200 e i 500 metri e impollinano le piante, garantendo la propagazione dell'80% dei fiori selvatici e delle colture, dando così un prezioso contributo alla biodiversità. È anche possibile assaggiare il miele che producono, poiché viene venduto nel negozio interno di Silhouette.
Avete in programma altre iniziative in materia di sostenibilità?
Silhouette cerca di lavorare sulla sostenibilità a 360 gradi non solo in produzione, ma anche nel trade marketing. La scorsa estate, ad esempio, i materiali vetrina della collezione Clear Sky in materiale bio-circolare erano riciclabili una volta finito l’uso in vetrina: il banner diventava una borsa e gli espositori una comoda
Infine, l'elettricità è la forma di energia più utilizzata nella produzione di occhiali: stiamo continuando a lavorare sull'espansione della produzione interna con sistemi di pannelli solari sui tetti dei nostri edifici. Questo permette all’azienda di coprire in autonomia il 15% del suo fabbisogno energetico. Il resto viene acquistato esclusivamente da produttori di energia sostenibile e a zero emissioni.
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HOUSE OF MODO
Avete realizzato linee di occhiali sostenibili? Quale percentuale ricoprono le collezioni eco sul totale degli occhiali prodotti?
Ogni montatura Eco, brand di House of Modo, è realizzata interamente con materiali sostenibili. L’azienda è stata tra i pionieri nel settore, in un approccio a 360 gradi che include non solo il packaging e i materiali espositivi, ma anche un’azione che coinvolge tutta la filiera fino ad arrivare al cliente finale, attraverso le nostre iniziative One Frame, One Tree e Wave of Change. Oggi utilizziamo una vasta gamma di materiali ecologici: la plastica bio-based ricavata dall’olio di semi di ricino, il metallo riciclato al 95%, la plastica oceanica, il bio-acetato, tutti pensati per unire innovazione stilistica e responsabilità ambientale.
Oggi sempre più aziende propongono collezioni eyewear ecosostenibili o bio: esiste un ente certificatore, uno standard di approvazione oppure ognuno si muove secondo criteri propri?
Con Eco abbiamo cominciato nel 2009. Per molto tempo il panorama della sostenibilità in generale e an-
“Tra i pionieri nel settore, la nostra azione coinvolge tutta la filiera fino al cliente finale”
“Nel 2023 Eco ha raggiunto il traguardo della certificazione di marchio
Carbon Negative”
che nell’occhialeria era piuttosto frammentato: molti brand dichiaravano impegni ambientali secondo criteri propri, senza un sistema di verifica condiviso. Questo ha generato una certa confusione e ha reso difficile per consumatori e buyer distinguere tra reale sostenibilità e semplice “greenwashing”. Perciò ci è stata chiara fin da subito l’importanza di avere delle certificazioni: tutte le nostre famiglie di prodotto sono certificate da aziende indipendenti leader a livello internazionale. Abbiamo ottenuto l’UL's environmental certification (pensata per aiutare aziende e consumatori a identificare prodotti che rispettano determinati standard ambientali, ndr) e ora ne abbiamo ottenuta una riconosciuta a livello internazionale per il settore eyewear. Si chiama CSE, Certified Sustainable Eyewear, sviluppata da Anfao in collaborazione con Certottica: Eco ha inoltre vinto il premio Certified Sustainable Eyewear Award nel 2023, per il nostro case sostenibile. Sempre nel 2023 Eco ha
raggiunto l’importante traguardo della certificazione di marchio Carbon Negative. A differenza del concetto di carbon neutral, dove le emissioni di CO2 vengono compensate con una proporzione di 1 a 1, Eco è carbon negative: significa che i nostri sforzi per ridurre le emissioni di anidride carbonica piantando alberi superano la neutralità. Le “nostre” piante assorbono infatti più CO2 di quanta ne generiamo producendo i nostri occhiali.
Gli ottici italiani mostrano maggiore sensibilità oggi verso questa tipologia di offerta, alla luce della crescente attenzione verso tali temi da parte dei consumatori finali, o la sostenibilità non è ancora una leva di successo nel sell-in di un centro ottico? Ci sono mercati particolarmente sensibili a questo tipo di prodotto?
Negli ultimi anni abbiamo osservato un’evoluzione significativa nell’atteggiamento degli ottici italiani nei confronti della sostenibilità. Se prima era un tema percepito come accessorio, oggi molti professionisti del settore iniziano a riconoscerne il valore anche in ottica di sell in, soprattutto perché gli utenti finali, in particolare le nuove generazioni, sono sempre più attenti
“La sostenibilità è sempre più un driver d’acquisto, nonché un’opportunità per l’ottico”
all’impatto ambientale e sociale dei prodotti che acquistano. La sostenibilità è sempre più un driver d’acquisto, un plus e un’opportunità per l’ottico e un must have poiché presente nelle aspettative del consumer. Per Eco questa è stata una bandiera di differenziazione e di innovazione nei confronti dei partner, cui offriamo un brand fresco, ecosostenibile a un prezzo accessibile, di design, on trend e funzionale e per questo ci definiamo un marchio eco-chic. I nostri occhiali rappresentano anche un’evoluzione culturale: la sostenibilità, per essere efficace, deve essere vissuta come un valore aggiunto reale e non come semplice strategia di marketing.
Avete in programma altre iniziative in materia di sostenibilità?
A settembre abbiamo lanciato una collezione interamente realizzata in alluminio riciclato, dalle linee essenziali e definite, valorizzate dalla straordinaria leggerezza di questo materiale ancora più leggero del titanio. La scelta dell’alluminio non è solo estetica, grazie alla raffinata finitura satinata che dona lucentezza e un look contemporaneo, ma anche profondamente sostenibile: è infatti riciclabile all’infinito senza perdere le sue proprietà. Eco si pone dunque come un marchio dinamico, per cui la ricerca non si ferma mai: anche per il 2026 sono previsti nuovi lanci in termini di materiali.
“A settembre è stata lanciata una collezione interamente realizzata in alluminio riciclato”
LEGENDA
Scope 1: emissioni prodotte direttamente
Scope 2: emissioni generate dalla produzione dell’energia elettrica, del calore o del vapore
Occhialeria: il mercato interno cresce, ma crollano gli Usa
a cura della redazione
Nel primo semestre 2025 il sell out sul canale ottico nazionale ha fatto registrare +3,2% in valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie soprattutto alle lenti oftalmiche. In diminuzione del 3,7% l’export complessivo, con un significativo sviluppo dell’Europa, che tuttavia non bilancia il calo degli Stati Uniti, vicino al 35%
La contrazione delle esportazioni italiane di eyewear riguarda in particolare il comparto occhiali da sole (-5,5% rispetto a gennaio-giugno 2024), che incide per oltre i due terzi del totale. Stabile invece il vista (+0,1%). L’Europa (+8%) si conferma l’area trainante, con una quota pari a quasi il 60% dell’export complessivo.
L’America (-23,7%) risulta la regione più colpita, soprattutto per il crollo delle esportazioni negli Stati Uniti (-34,5%), storicamente primo partner con una quota vicina al 30%. «Il calo è legato al nuovo regime di dazi, pari al 10% nel periodo di riferimento dei dati del semestre, poi innalzati al 15% da agosto, che ha reso meno competitivo l’export italiano», spiega una nota di Anfao.
A sua volta l’Asia (-7,2%) mostra diminuzioni in diversi mercati maturi, ma risultati molto positivi in Cina (+29,5%), tornata a trainare la domanda. Infine Africa (+5,2%) e Oceania (-21,3%) restano marginali in termini di peso sull’export complessivo.
«Il calo negli Stati Uniti riflette da un lato l’introduzione dei dazi doganali da parte dell’amministrazione Trump, dall’altro un clima di incertezza politica ed
Lorraine Berton, presidente di Anfao
economica che ha frenato i consumi: pur restando la prima destinazione singola, il peso degli Usa si riduce sensibilmente, imponendo al settore una riflessione strategica sulla diversificazione dei mercati - spiegano da Anfao - La Francia cresce moderatamente (+2,5%) e rimane un partner di rilievo: tuttavia le tensioni politiche interne aprono scenari di instabilità che potrebbero avere ripercussioni anche sul settore del lusso e, di riflesso, sull’occhialeria. Il paese resta comunque un mercato ad alto valore aggiunto, dove il made in Italy continua a godere di forte riconoscibilità».
Per quanto riguarda gli altri mercati di riferimento, con +6% la Germania rimane uno dei più affidabili in Europa. «La domanda, sostenuta soprattutto dalle montature da vista, riflette una buona capacità di tenuta in un contesto economico nazionale complesso, con il paese ancora vicino alla recessione - dicono ancora dall’associazione - La Spagna invece sorprende con una crescita a doppia cifra (+17,1%), segnalando una dinamica molto positiva: il mercato iberico mostra un interesse crescente per il prodotto italiano, sostenuto da una distribuzione in espansione e da una mag-
Elaborazioni ANFAO su dati ISTAT, Coeweb, GfK-NIQ
giore attenzione alla qualità e al design. Il Regno Unito continua la tendenza positiva con +3%, nonostante le incertezze post Brexit, e conferma un consolidato apprezzamento per l’occhialeria italiana, soprattutto nelle fasce premium».
La Cina si rivela «uno dei driver più promettenti del semestre: dopo anni di andamento altalenante, la ripresa della sua domanda rappresenta un segnale incoraggiante per il settore, specie sul fronte occhiali da sole e lusso - aggiunge il comunicato - In evidenza il Messico, che con un eccezionale +47% sorprende come mercato emergente: la crescita può riflettere sia una domanda locale in espansione sia un possibile ruolo del paese come hub alternativo per aggirare i dazi statunitensi, dato il contesto commerciale nordamericano. Infine paesi come Polonia (+21,3%) e Ungheria (+24,5%) rafforzano il proprio peso, dimostrando che anche mercati più piccoli possono garantire contributi rilevanti allo sviluppo complessivo, mentre Turchia e Paesi Bassi, entrambi in crescita a doppia cifra, ribadiscono la tendenza di diversificazione dell’export verso mercati non tradizionali».
Per quanto concerne il mercato interno, secondo i dati GfK-Nielsen IQ nel primo semestre 2025 il canale ottico mostra un aumento del +3,2% in valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, arrivando a 1,9 miliardi di euro. «Si tratta di un segnale positivo in un contesto di consumi nazionali che rimane fragile, ma che conferma la resilienza del comparto otticosottolineano da Anfao - L’incremento è trainato in particolare dal segmento vista, montature e lenti oftalmiche, che continua a rappresentare la parte prevalente della spesa dei consumatori italiani nei centri ottici. La domanda di occhiali da sole risulta invece più debo-
le, risentendo sia di fattori stagionali sia di un orientamento crescente verso acquisti più razionali e mirati. Per il settore la tenuta del mercato domestico assume un valore strategico: pur rappresentando una quota inferiore rispetto ai grandi mercati europei, l’Italia continua a essere un laboratorio importante per testare tendenze e nuove proposte di prodotto».
Le prospettive per la seconda metà del 2025 vanno analizzate alla luce di un contesto che resta sfidante. Secondo l’associazione di categoria, il peso dei dazi statunitensi e le tensioni politiche in Francia costituiscono fattori di rischio, ma la solidità dell’Europa, i segnali di ripresa dall’Asia, in particolare dalla Cina, e le crescite sostenute nei mercati emergenti possono aprire scenari di cauto ottimismo per la seconda parte dell’anno.
«I dati del primo semestre ci restituiscono un quadro complesso: da un lato la contrazione negli Stati Uniti, colpiti dai nuovi dazi, dall’altro i segnali incoraggianti provenienti dall’Europa e dai mercati emergenti. L’occhialeria italiana ha dimostrato nel tempo una straordinaria capacità di resilienza, ma non possiamo affrontare da soli uno scenario globale così incertocommenta la presidente di Anfao, Lorraine BertonChiediamo con forza alle istituzioni italiane ed europee di accompagnare le nostre imprese con politiche industriali e commerciali adeguate, capaci di tutelare il made in Italy e di sostenerne la competitività sui mercati internazionali: servono strumenti concreti a favore dell’innovazione, della sostenibilità e della promozione all’estero. Il nostro settore rappresenta un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo e continuerà a impegnarsi per crescere e innovare, ma è indispensabile che ci sia un impegno comune, pubblico e privato, per difendere e rafforzare questo patrimonio unico del paese».
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Alcon: in 400 a Praga per il lancio di Precision7
di Francesca Tirozzi
L’azienda di contattologia ha riunito a inizio ottobre
nella capitale della Repubblica Ceca, insieme alla stampa di settore, i partner top provenienti da 13 paesi europei per la presentazione della propria lente settimanale, che sarà disponibile in Italia da gennaio 2026
Il palco è illuminato. Attori si muovono in cerchio, gli stessi che poi allieteranno altri momenti delle due giornate di lavori, fra un intervento e l’altro. Alcuni con la barba discutono, uno ha una borsa in mano. Una ragazza con scialle e borsetta si aggira pensierosa, una coppia sorride, lui tiene una bici. E in uno spazio seminterrato che si apre sul palcoscenico principale, c’è un signore in camice, verosimilmente in un laboratorio. Così appare ai circa 400 invitati l’inizio della presentazione di Alcon presso il teatro Nová Spirála. Siamo nel cuore di Praga e a breve verrà lanciata una nuova lente a contatto settimanale, Precision7. La musica da lenta si fa veloce e intensa. Sugli schermi posti ai lati del palco appare, attraverso un gioco di luci intermittenti, una data: 1961. E a tutti diventa chiaro perché l’azienda ha scelto questa città europea per l’appuntamento: qui il chimico ceco Otto Wichterle ha inventato la prima lente a contatto.
«Siamo qui a celebrare l’ultima innovazione di Alcon, con la volontà di costruire una partnership con tutti voi - ha detto Roger Lopez, vicepresidente di Alcon International, alla platea degli ottici optometristi provenienti da 13 paesi europei - Dal 2019 abbiamo investito 5 miliardi di dollari per offrirvi un’ulteriore offerta di prodotto da inserire nel vostro portafoglio. Come introdurla ai clienti finali? Nel corso delle due giornate professionisti ed esperti di Alcon e i vostri colleghi che hanno avuto la possibilità di testare Precision7 e
che hanno già registrato i feedback dai propri clienti, vi supporteranno per raggiungere questo obiettivo».
È Fabrizio Zeri, ricercatore e docente presso l’Università di Milano-Bicocca, a iniziare il viaggio che ha portato alla creazione della nuova lente settimanale, partendo dagli albori e focalizzandosi sostanzialmente sul miglioramento della permeabilità dell’ossigeno nella costruzione di una lac. «Le prime lenti erano in vetro e venivano applicate per correggere problemi della cornea, ad esempio: è qui evidente la scarsa trasmissibilità dell’ossigeno e la necessità di inserire un materiale in grado di aumentarne la permeabilità all’acqua - ha spiegato Zeri - L’obiettivo è stato raggiunto nel 1990».
Un momento dell’evento di Alcon a Praga, che si è tenuto all’inizio di ottobre presso il teatro Nová Spirála
Nel corso degli anni sono dunque migliorati i materiali così come l’offerta sul mercato, con nuove tipologie di prodotto e con livelli di penetrazione variabili, che hanno condotto a un incremento significativo di daily disposable, soprattutto in Norvegia, Giappone e Regno Unito.
Come si pone Precision7 in un segmento che probabilmente non prevede molti margini di crescita? È
Nancy Imbalzano, senior director global strategic insights, surgical and vision care di Alcon, a fornire alcuni spunti. «Abbiamo eseguito 23 studi di mercato, coinvolgendo quasi 7 mila consumatori e circa 3.500 professionisti della visione in 13 paesi: dall’indagine è emerso che il 77% degli utenti finali vuole conoscere nuovi prodotti, al contrario il 70% dei professionisti afferma che non c’è alcuna necessità di altri articoli perché i propri clienti sono contenti», ha detto la manager. Altri dati emersi dalla ricerca suggeriscono che un portatore su due usa lenti a contatto giornaliere e 8 su 10 le scelgono perché più vantaggiose dal punto di vista economico. Tuttavia la maggior parte dei professionisti della visione ritiene che una lente a sostituzione settimanale sia più intuitiva per i portatori rispetto a quella bisettimanale.
In questo scenario si colloca Precision7, che presenta un materiale innovativo. «Si tratta di Active-Flo System, una tecnologia in grado di fornire un comfort eccezionale - ha spiegato Vania Figueiredo, director professional affairs Europe di Alcon - È composto da un nuovo materiale, Seraficon A, e da ben due agenti idratanti: il primo è idrofobico nella matrice della lente, il secondo è un agente rigenerante usato nel processo di produzione, rilasciato dal centro alla superficie che continua a idratare la lente stessa per l’intera settimana di porto, offrendo 16 ore giornaliere di visione precisa anche al giorno 7».
Successivamente Lyndon Jones, direttore del Centre for Ocular Research & Education presso l’Università di Waterloo, in Canada, supportato dall’analisi di 18 ricerche separate, 109 studi clinici su un totale di 1.172 soggetti, ha precisato che in Precision7 i depositi lipidici, i quali ostacolano il comfort della lente a contatto, sono limitati.
Il lancio di Precision7 è avvenuto lo scorso anno negli Stati Uniti: in Italia sarà disponibile da gennaio 2026. Nel nostro paese sono stati scelti tre ottici optometristi per testarla e restituire ad Alcon i feedback utili a migliorare il prodotto o il messaggio di presentazione: nell’ambito dell’Innovator Program sono stati scelti Paolo Anzani, Andrea Cappellini e Assunta Di Vizio. Quest’ultima è salita sul palco, insieme ad altri colleghi, per presentare due casi di successo di applicazione di Precision7: una donna cinquantenne miope, che utilizza lac per tutto il giorno da diversi anni, e un teenager,
che ha da poco scelto l’uso di lenti a contatto per fare sport, spiegando come il nuovo prodotto possa essere una ulteriore opportunità di offerta per il professionista della visione.
Un Innovator Program di professionisti per testare la lente
Tre ottici optometristi per ogni paese europeo, secondo Alcon tra i più influenti nel segmento, hanno avuto la possibilità di testare Precision7 prima di ogni altro collega. L’obiettivo: far provare la nuova lente a contatto settimanale ai propri clienti, ricevere dei feedback e inoltrarli all’azienda. Tale iter, partito negli Usa, dove il lancio del prodotto è avvenuto già lo scorso anno, è stato replicato in Europa. «Il mercato statunitense si conferma ancora una volta il punto di riferimento globale per l'innovazione nel settore delle lenti a contatto, con l’ingresso del nostro nuovo prodotto che punta a rivoluzionare la contattologia - ha affermato Gianluca Gallinotti, vicepresidente di Alcon Vision Care Europe - Dopo una fase di test durata circa otto mesi, il debutto negli Stati Uniti ha preso forma grazie al coinvolgimento di un panel ristretto di ottici optometristi selezionati per la loro esperienza, l’approccio pionieristico e la capacità di intercettare i bisogni dei consumatori. A questi professionisti, veri innovatori del progetto, è stato affidato il compito di testare in anteprima il prodotto, fornendo feedback cruciali per affinare l’offerta prima del lancio su larga scala previsto per gennaio 2026».
Nel frattempo, il concept ha preso vita anche in Europa: qui l’azienda ha previsto un programma di formazione tecnica altamente mirato, iniziato lo scorso maggio con il coinvolgimento complessivo di circa 400 ottici optometristi, rappresentanti lo 0,2% del mercato europeo, ma considerati un riferimento qualitativo imprescindibile.
Per l’Italia sono stati scelti, attraverso quello che Alcon ha denominato l’Innovator Program, Paolo Anzani, Andrea Cappellini e Assunta Di Vizio, che hanno avuto modo di testare Precision7 in anteprima, prima del debutto ufficiale sul mercato interno, previsto sempre per il prossimo gennaio. «Nel nostro paese la comunicazione della nuova lente nella fase iniziale sarà volutamente contenuta e localizzata, concentrandosi nei prossimi mesi su formazione e supporto tecnico, mentre per il 2026 si prevede un piano nazionale più ampio, con appuntamenti a livello locale per la presentazione del prodotto», ha spiegato Filippo Pau, country franchise head vision care & country manager di Alcon Italia.
Stellest: eventi, formazione e un protocollo a supporto dei professionisti della visione
a cura della redazione
Un approccio integrato, educativo, informativo e territoriale, consolida la visione di Essilor come partner strategico nella promozione della salute visiva dei bambini e nella diffusione di una cultura di prevenzione condivisa e rivolta alle famiglie
Partecipazione a manifestazioni pubbliche per sensibilizzare i genitori, appuntamenti formativi dedicati a oculisti e ottici optometristi, strumenti sviluppati per supportarli nella scelta del trattamento visivo più adeguato in base al livello di rischio miopico: sono alcune delle iniziative strategiche che Essilor e Stellest, le lenti per la gestione della progressione miopica, metteranno in campo nel prossimo futuro.
A illustrarle nel dettaglio sono tre manager dell’azienda oftalmica, impegnata a rafforzare il dialogo tra ricerca scientifica, professionisti della visione e famiglie, con l’obiettivo di promuovere una cultura condivisa di prevenzione e controllo della miopia.
Quali sono le iniziative sul territorio, entro il 2025 e già in programma per il 2026, per aggiornare clas-
se medica e area ottico optometrica sugli sviluppi di studi clinici e di prodotto in fatto di gestione della miopia infantile?
«Essilor conferma il proprio impegno attraverso un programma strutturato di aggiornamento scientifico e divulgazione territoriale: quest’anno il team Medical Affairs ha infatti organizzato in tutta Italia oltre trenta eventi clinici e pratici, pensati per creare momenti di dialogo diretto e scambio di esperienze tra i professionisti della visione - spiega Jithin Vattolil, professional & medical advisor wholesale Italia di EssilorLuxottica - Inoltre, sempre nel 2025 si sono già svolti incontri a Milano, Mestre e Catania, dedicati a creare awareness presso la stampa locale sulle diverse figure coinvolte nel percorso del paziente miope e sulle strategie di gestione della miopia infantile, con particolare riferimento alle più recenti evidenze cliniche relative all’efficacia
delle lenti Stellest. Per il 2026, infine, sono in programma nuovi appuntamenti dedicati alla classe medica e all’area ottico optometrica, per rafforzare ulteriormente il dialogo tra ricerca, professionisti e famiglie».
Quali sono i materiali che Essilor mette a disposizione degli ottici partner per una maggiore e migliore diffusione delle lenti Stellest?
«Essilor ha sviluppato un protocollo per la gestione della miopia nei bambini, pensato per supportare concretamente gli ottici optometristi nella scelta e nel monitoraggio del trattamento visivo più adatto a ciascun bimbo - dichiara Giorgio Parisotto, professional business manager di EssilorLuxottica wholesale Italia - Nella pratica quotidiana di un ottico optometrista il protocollo funziona come una check list tecnico-comunicativa: consente di valutare rapidamente il livello di rischio miopico, mostra come spiegare ai genitori i benefici della tecnologia H.A.L.T. (Highly Aspherical Lenslet Target) per il controllo della progressione miopica e indica come consigliare proattivamente Stellest in collaborazione con il medico oculista. Include inoltre strumenti operativi, come il QR code per accedere al Myopia Calculator, e illustra le condizioni del programma Stellest+, un pacchetto completo di servizi: garanzia, piano di rinnovo e promozione sul secondo paio di lenti per facilitare la proposta commerciale e il percorso di trattamento. È importante altresì sottolineare come il protocollo permetta di spiegare l’opportunità di agire precocemente: nei primi stadi della miopia, un intervento tempestivo con dispositivi dedicati può in-
fatti contribuire a rallentare la progressione e a migliorare gli esiti visivi a lungo termine».
Quali attività di informazione e sensibilizzazione vengono messe in atto nei confronti delle famiglie per quanto riguarda la salute visiva dei bambini e, nello specifico, la progressione miopica?
«Per rafforzare il dialogo tra professionisti della visione e genitori, Essilor ha realizzato, in collaborazione con Enrica Ferrazzi e Maria Antonietta Stocchino, già autrici del volume Gli occhi dei bimbi. Guida alla salute visiva dei nostri figli, il libretto di prevenzione Missione Occhi dei Bimbi, pensato per sensibilizzare le famiglie sull’importanza dei controlli visivi in età pediatrica –afferma Raphaèle Thomas, business brand manager di EssilorLuxottica – Questa guida aiuta a riconoscere precocemente i segnali di un possibile difetto visivo, offre suggerimenti pratici per favorire corretti stili di vita e integra i contributi di figure multidisciplinari: pediatri, oftalmologi, ortottisti e ottici optometristi. Distribuito nei centri ottici, negli studi oculistici e disponibile anche in formato digitale, rappresenta un valido alleato per informare le famiglie sull’importanza della salute visiva dei loro figli e promuoverne la prevenzione visiva fin dai primi anni di vita. Parallelamente, la partecipazione a manifestazioni pubbliche come “Bimbinfiera”, in programma il primo weekend di novembre, consente di coinvolgere direttamente famiglie e bambini in attività educative e interattive, promuovendo la consapevolezza sull’importanza della salute visiva in età pediatrica».
Nelle foto, da sinistra: Jithin Vattolil, Giorgio Parisotto e Raphaèle Thomas, rispettivamente professional & medical advisor, professional business manager e business brand manager wholesale Italia di EssilorLuxottica
Armani, un secolo di ottica a Riva del Garda
di Angelo Magri
Nei mesi scorsi lo storico punto vendita ha realizzato una mostra presso il Museo Alto Garda, all’interno della Rocca della località trentina, per celebrare un’attività giunta oggi alla quarta generazione
Cent’anni di sfide e di conquiste. Ma anche di difficoltà e grandi dolori. Che tuttavia non hanno frenato lo spirito di una famiglia che ancora oggi si identifica con il suo territorio e a questo territorio ha deciso di donare un’esposizione unica. «L’abbiamo inaugurata il 4 luglio scorso, giorno del compleanno di nonno Carlo, fondatore del negozio di fotografia nel 1925, al quale sette anni più tardi abbinò l’ottica, per poi prendere il diploma all’Istituto Alfieri di Milano e diventare così uno dei primi professionisti della visione a Riva del Garda: con questa iniziativa abbiamo voluto cele-
brare anche gli 80 anni della Liberazione della nostra regione e dell’Italia dal nazifascismo e della fine della Seconda Guerra Mondiale - spiega Lorenza Armani, ti tolare dell’impresa familiare insieme alle sorelle Laura, Manuela, Valentina e Stefania - La mostra, della durata di quattro mesi, è stata possibile grazie alla donazione che nostro padre Pier Giorgio fece nel 1991, insieme alle sue sorelle, dell’archivio fotografico completo di non no Carlo, compresi gli apparecchi fotografici, al Museo Alto Garda: l’obiettivo era offrire a Riva del Garda uno spaccato della sua storia recente e molti concittadini si
A fianco, da sinistra, una delle prime immagini di Ottica Armani, fondata nel 1925 e una cartolina pubblicitaria del 1949, ispirata allo stile dell’artista trentino Fortunato Depero
sono riconosciuti in queste foto. Il Museo Alto Garda, che ha ospitato l’esposizione, ha anche organizzato un concorso aperto agli scatti del pubblico, per dare vita a un confronto tra la Riva di oggi e quella di una volta. Infine, a chi è venuto nel nostro centro ottico abbiamo regalato un cadeau o il catalogo della mostra».
La passione per l’ottica Carlo la trasmette al figlio Pier Giorgio, che sin dagli anni 50 si dedica con entusiasmo al negozio, per poi rilevarlo nel ’62 e trasformarlo, con il supporto della moglie Nella, in un punto di riferimento per il settore sul territorio. «Papà ha inoltre sviluppato la parte sindacale, contribuendo a dare vita a Federottica Trento e a scriverne lo statuto: proprio qui, nel 1985, fu organizzato il secondo congresso di quello che oggi è l’Albo degli Ottici Optometristi - dice ancora Lorenza Armani - Missionario laico, è stato anche assessore al nostro Comune ed era amico di Giuseppe Ricco: grazie a un team sempre più consolidato, sul finire degli anni 80 ha la possibilità di intraprendere un percorso molto significativo e parallelo al nostro mondo, andando in Africa con l’oculista Adriana Bonora per aiutare i più bisognosi. Una passione verso i più indigenti e un amore per il continente africano che ha coinvolto anche me e che mi ha spinto a recarmi spesso in Tanzania, dove sosteniamo un ospedale locale».
Ma è soprattutto la passione per l’ottica che viene tramandata di padre in figlia, anzi in figli, i quali alla fine degli anni 90 prendono in mano le redini dell’attività. La vita, tuttavia, spesso riserva sorprese molto amare. «Nel 2004, pochi mesi dopo aver ristrutturato il centro ottico, nostro fratello Nicola è rimasto vittima di un terribile incidente stradale: per noi è stata una perdita drammatica, da tutti i punti di vista - racconta ancora Lorenza - Nicola, infatti, rappresentava una figura chiave nella nostra attività: da ottico diplomato, era il responsabile del laboratorio interno. E alla quale si è aggiunta quella di papà, scomparso per una malattia fulminante nel 2006».
Pier Giorgio al lavoro nel 1962, anno in cui rilevò il negozio dal padre Carlo
Ma la vita e il lavoro vanno inevitabilmente avanti, anche nel ricordo e grazie agli insegnamenti di chi se n’è andato. Con Federico e Giulia oggi l’insegna è alla quarta generazione. Il centro ottico si sviluppa su 110 metri quadrati e dispone, oltre che del laboratorio, di una sala refrazione e di uno spazio per l’applicazione di lenti a contatto, tra cui quelle specialistiche: è aperto tutto l’anno, tre mesi con orario continuato, per venire incontro alle esigenze non solo della vasta clientela, ma anche dei numerosi turisti che affollano la parte settentrionale del Lago di Garda.
«Soprattutto i giovani devono capire che una macchina o la tecnologia non potranno sostituire né la nostra professionalità, acquisita in anni di studio, di aggiornamento e di esperienza, né la nostra attenzione ai clienti: ad esempio, quella particolare attitudine del fermarsi a parlare con loro, al di là della vendita - sottolinea la professionista trentina - Dopo un secolo di vita, cosa rimarrà di questo negozio? Difficile prevederlo: ogni giorno è una lotta, ma non ci stanchiamo di portarla avanti. Papà diceva che l’uomo riesce sempre a risorgere grazie alle proprie risorse: ecco, le mie sorelle, i miei nipoti e io, insieme ai collaboratori dell’insegna, cerchiamo di mettere in atto quotidianamente tale insegnamento».
La famiglia Armani all’interno del centro ottico di Riva del Garda nell'aprile 2004, dopo la sua ristrutturazione
Rodenstock, più di 300 ottici per We are Sensitive
a cura della redazione
La sensibilità visiva come valore condiviso e fattore di personalizzazione: era l’obiettivo, centrato secondo l’azienda oftalmica, del tour esperienziale e itinerante in cinque tappe che ha presentato le lenti B.I.G. Exact Sensitive. Partito ad aprile dalla Franciacorta, si è concluso il 15 settembre scorso a Gavi, in provincia di Alessandria
Cinque tappe, dalla Franciacorta alla Toscana, passando per Puglia, Abruzzo e Piemonte, hanno coinvolto oltre 300 professionisti della visione italiani, offrendo loro un percorso che ha unito innovazione tecnologica, esperienza sensoriale e valori di partnership. «Con B.I.G. Exact Sensitive abbiamo portato la personalizzazione a un livello superiore, con una lente che risponde non solo ai dati biometrici dell’occhio, ma anche alla sensibilità visiva individuale del portatore», commenta Daniela Poletti, head of marketing di Rodenstock Italia.
Le tappe hanno avuto come cornice cantine, dimore storiche e tenute di pregio, scelte per valorizzare l’idea di sensibilità e offrire un contesto evocativo al racconto del brand. «Grande successo ha riscosso il debutto del B.I.G. Vision Game, esperienza in realtà virtuale che ha consentito agli ottici di immedesimarsi nei clienti e scoprire nuove modalità di consulenza visiva: un tool che Rodenstock oggi mette a disposizione dei propri partner anche per
Il Van on the Go, un temporary store mobile attrezzato con DNEye Scanner 3, è stato uno dei protagonisti dell’iniziativa itinerante
eventi in store, a supporto della customer experience e della fidelizzazione - proseguono dall’azienda - Il tour ha visto inoltre la presenza del Van on the Go, un temporary store mobile attrezzato con DNEye Scanner 3 per rafforzare la visibilità dei centri ottici sul territorio e il loro gesto professionale.
A concludere ciascuna giornata, una challenge di mystery chef dove i partecipanti hanno messo alla prova sensibilità visiva e spirito di squadra nel compito di riconoscere il maggior numero di ingredienti di un piatto della tradizione italiana».
I l We are Sensitive Tour ha confermato la volontà dell’azienda di «posizionarsi non solo come produttore di lenti di eccellenza, ma come partner strategico dell’ottico indipendente, offrendo soluzioni in grado di coniugare innovazione scientifica, consulenza personalizzata e strumenti di marketing evoluto», afferma Massimo Barberis, amministratore delegato di Rodenstock Italia.
Accanto al team Rodenstock, opinion leader e professionisti del settore hanno condiviso esperienze dirette con le B.I.G. Exact Sensitive, attraverso testimonianze concrete sul valore della sensibilità visiva come elemento distintivo: molti di loro fanno parte del programma Be Ambassador, che vuole valorizzare il racconto degli ottici partner sui canali digitali, rafforzandone autorevolezza e credibilità.
« Il tour si è chiuso con un messaggio forte: la sensibilità visiva è oggi un elemento centrale nella progettazione delle soluzioni ottiche più avanzate, diventando non solo un parametro tecnico, ma un valore competitivo per chi punta a differenziare la propria proposta in un mercato sempre più orientato alla personalizzazione», precisano da Rodenstock. Del resto oggi i consumatori chiedono di rispondere ai loro bisogni reali e di vivere un’esperienza unica, coinvolgente e autentica: B.I.G. Exact Sensitive rappresenta una generazione di lenti premium «che uniscono precisione scientifica, innovazione digitale e strumenti di marketing a supporto dei professionisti della visione», conclude Poletti.
Dall'alto, l’amministratore delegato Massimo Barberis, la head of marketing Daniela Poletti e la pr & events specialist Alessandra Ferraro, durante alcune delle tappe del progetto di Rodenstock Italia
John Richmond Eyewear annuncia il rinnovo quadriennale della licenza con Jet Set Group
L’accordo conferma una collaborazione fondata su qualità costruttiva, ricerca materica e dettagli iconici che da sempre contraddistinguono il marchio. Un percorso condiviso che consolida la visione del brand e ne rilancia l’evoluzione internazionale.
La nuova collezione sottolinea il carattere rock e sofisticato di John Richmond, con modelli che uniscono tradizione e modernità, design italiano e attenzione al comfort reale. Le montature in acetato si distinguono per l’XL visible hinge, la cerniera extra-large a vista che diventa elemento stilistico. Le proposte in metallo, invece, puntano su aste sottili e musi spessorati, delineando profili puliti ma dal segno deciso.
Il linguaggio estetico del brand si riconosce in ogni dettaglio: placche interne sulle cerniere, borchie, loghi in rilievo. La linea sole prosegue
questa attitudine senza compromessi, grazie a lenti in nylon con trattamento antiriflesso interno e a lavorazioni ricercate come acetati bilayer sulle aste, inserzioni a lametta e l’iconico logo RICH, declinato in diverse dimensioni per modulare presenza e intensità.
Le forme spaziano con naturalezza tra maschili e unisex: tondi con doppio ponte lavorato, rettangoli ridisegnati, cat-eye luminosi dal carattere femminile e deciso. Ogni modello è pensato per un utilizzo quotidiano, con ergonomie studiate, pesi ottimizzati e calzate confortevoli.
Con questa collezione, John Richmond Eyewear continua a rafforzare la propria identità distintiva e il percorso di crescita internazionale, mantenendo intatto lo spirito ribelle e sofisticato che ne guida lo stile.
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Neuromarketing & AI Le tribù del consumo e Intelligenza Artificiale
FABIANO GRUPPO EDITORIALE
Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI)
Sede operativa: FGE srl – Regione Rivelle 7/F – 14050 Moasca (AT)
Nell’occhialeria la stagione in corso segue il trend heritage dettato dai brand della moda, che celebrano il proprio patrimonio culturale rilanciando modelli iconici. E segna il ritorno dell’halfrim, stavolta presso un pubblico giovane
Ideatrice del format
“Guardaroba Occhiali”, è Eyewear Image Consultant, esperta di tendenze e trainer internazionale per aziende e imprenditori dell’ottica
Itrend eyewear dell’autunno inverno 205-26 si muovono tra necessità comunicativa e consapevolezza. Si assiste a un ritorno all'espressività, che non si traduce in un addio al minimalismo, ma nella sua coesistenza con l’attuale esplosione di contrasti e personalità visibile in passerella e anche negli streetwear. In generale la moda propone una forte ripresa del passato che si trasforma in trend heritage: i brand celebrano infatti il proprio patrimonio culturale rilanciando modelli iconici in chiave contemporanea. Un deciso richiamo agli anni 90 e 2000 caratterizza l’abbigliamento con rivisitazioni di denim e accenti vintage, ma con un tocco più attuale. L’ultima decade del secolo scorso è ancora visibile nell’eyewear con montature piccole, forme geometriche rettangolari e rotonde, in colori scuri e in nero, un mix tra minimalismo chic ed estetica audace. Gli anni 2000, invece, sono ancora di
ispirazione per proporre modelli oversize, must have di eleganza. Spazio a volumi importanti e design decisi, che diventano un modo per esprimere la propria personalità.
Marc Jacobs
Yalea
Ancora sulla scena i cat-eye, reinventati in chiave contemporanea e no-gender, classici reinterpretati come gli aviator, rielaborati per esaltare l’heritage e lo stile libero. Le montature in titanio o metallo, sottili come un filo, definiscono forme ovali, a mandorla e rettangolari. Il minimalismo è molto più ricercato e gli acetati sottili continuano a caratterizzare forme di occhiali strette, simbolo di purezza di questo tipo di design.
La novità assoluta è rappresentata dall'occhiale halfrim che ricorda il “mezzo occhiale” da lettura, un tempo riservato a un pubblico più maturo. Oggi torna in auge tra i giovani come un vero oggetto di desiderio. L’intramontabile rimless si rinnova con lenti cosmetiche ed elementi decorativi evocativi del brand che fondono lente e montatura. Le mascherine wrap, cioè avvolgenti, diventano una seconda pelle, ridefinendo il concetto di eyewear con un design futuristico ed ergonomico, ideale per look sportivi o outfit da sdrammatizzare. Alcuni modelli si trasformano in vere e proprie opere d'estro, con forme organiche, piercing metallici e dettagli che richiamano insetti o ali, micro sculture “trippy” che incrociano il mood giocoso con quello horror. I materiali sono ricchi, tattili e arricchiti da inserti metallici e luminosi. La regola d'oro è unire comodità ed estetica.
Le palette cromatiche spaziano dai toni profondi e terrosi, in cui il marrone si afferma come nuovo neutro, alle sfumature gioiello. Ad esempio, argento e grigio si fondono in molte creazioni eyewear e non mancano anche oro e bronzo con chiaro richiamo ai preziosi. Sono moltissime le montature nere con lenti nere: un total black che assicura look decisi e di grande impatto, ma sono di moda pure gli occhiali giocosi e vivaci, spesso bicolori o multicolor. Dal giallo al rosso, rosa, viola e tinte neon, i brand del lusso le hanno proposte ispirandosi a una moda pop che caratterizza anche la personalizzazione di modelli eyewear con lenti colorate in energetiche tonalità sfumate.
La sostenibilità resta un elemento imprescindibile, che coinvolge i materiali e l’intero processo produttivo, e l’utilizzo di materiali high-tech firma il design fluido della stagione in cui le forme dell’occhiale non seguo-
no solo il contorno del viso, ma diventano un progetto con cui vivere l’esperienza di protezione, visione ed estetica. Infine, lenti polarizzate, specchiate, colorate e sfumate, insieme a clip-on e materiali leggeri elevano la funzionalità e il comfort, valorizzando lo stile individuale.
Tom Ford
Versace
ISTITUTO ZACCAGNINI
Scuole di Ottica ed Optometria a Bologna e Milano
Sono aperte le iscrizioni all’A.S. 2025-2026
L’Istituto è presente nel mondo della visione, in cui opera integrato con il contesto scientifico, economico e civile e partecipa da protagonista alla vita della filiera ottica. Fornisce agli studenti e alle aziende del settore istruzione e formazione di area sanitaria con l’impegno di consegnare al mercato del lavoro professionisti dotati delle conoscenze scientifiche, delle abilità e delle competenze pratiche richieste per inserirsi con successo nella professione e nelle aziende.
Dal 1977 un riferimento per il mondo della visione
Da oltre 45 anni consegniamo agli Ottici e agli Optometristi conoscenze e competenze professionali e - fra i primi in Italia - da 40 anni quelle optometriche, all’interno di un percorso culturale di aggiornamento professionale dei nostri docenti provenienti dalla filiera ottica e dal mondo accademico, utilizzando metodi didattici sempre in linea con l’evoluzione dei profili professionali e dei sistemi di erogazione della didattica.
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Che ambiente di lavoro vogliono i giovani ottici?
di Marco Brugnola
Nel mondo delle imprese e del retail per anni ci si è focalizzati sul misurare le performance in base ai numeri e ai risultati, dimenticando che ogni azienda è fatta prima di tutto di persone. E oggi sono soprattutto le nuove generazioni a chiedere qualcosa di diverso, che poi si riflette positivamente anche sul consumatore
Questa rivoluzione parte dai giovani ottici, così come dai nuovi consumatori che non cercano solo prodotti o competenze: richiedono autenticità, fiducia e senso. Desiderano un impiego in ambienti in cui si cresce insieme, si collabora, si partecipa alla vita lavorativa. E allo stesso tempo, i clienti vogliono sentirsi parte di un’esperienza coerente e umana, non solo di una transazione commerciale.
Se l’ottico di oggi, come abbiamo scritto nel numero scorso di questa rivista, deve essere gentile e “liquido”, cioè empatico all’esterno e all’interno del punto vendita, il centro ottico del futuro non solo sarà sempre più tecnologico ed efficiente, con ampio ricorso all’intelligenza artificiale, ma anche sempre più umano. Un luogo in cui il valore nasce dall’equilibrio fra innovazione e cultura relazionale, fra competenza tecnica e sensibilità, fra controllo e fiducia: un’organizzazione capace di crescere, adattarsi e rinnovarsi grazie, e insieme, alle persone che la compongono.
Come ha affermato Brunello Cucinelli, presentando nell’estate del 2024 il suo progetto Umana Intelligenza Artificiale, l’AI dovrebbe essere “una nuova ancella che affianchi l’essere umano per ispirarne e rinnovarne
genio e creatività”. Non a caso, sul palco del Piccolo Teatro Strehler di Milano, ha voluto accanto a sé Francesco Milleri, presidente e amministratore delegato di EssilorLuxottica, a testimoniare che anche nel mondo dell’eyewear e dell’oftalmica si possono coniugare tecnologia e umanesimo.
Un cambiamento che già quindici anni fa Simon Sinek, nel suo libro Start with Why, riassumeva così: “le persone non comprano quello che fai, ma il perché lo fai.” Un concetto che, applicato all’ottica, cambia completamente metodologia e approccio alla vendita. Non si tratta più di proporre una lente o una montatura evidenziandone benefici e opportunità, ma di trasmettere un valore autentico, offrendo un’esperienza da vivere in un ambiente coerente e originale. L’epoca del marketing standardizzato è tramontata: i consumatori vogliono interazioni su misura, in tempo reale e congruenti con le proprie preferenze come chiave per costruire fiducia.
Quando un team di ottici comunica con chiarezza il proprio “perché”, il motivo profondo che li muove, la relazione con il cliente cambia: la vendita non è più un atto tecnico, ma diventa un incontro tra valori. Questo oggi distingue un negozio che cresce insieme ai
propri collaboratori da uno che semplicemente vende. Ed ecco che, se ora le nuove generazioni chiedono luoghi di lavoro dove poter imparare, sperimentare, contribuire e non solo eseguire, la formazione non può più limitarsi all’addestramento tecnico dell’ottico o dell’addetto alla vendita. Occorre valorizzare la persona puntando sulle sue competenze: senso di responsabilità, motivazione, problem solving, team working: abilità che non sono innate, ma che possono e devono essere insegnate. Perché solo chi sta bene nel proprio ambiente di lavoro può trasmettere benessere e fiducia all’utente finale.
La promozione del benessere organizzativo diventa così una leva strategica: non un lusso, ma un mezzo e una condizione necessaria per creare valore duraturo. E anche i consumatori lo percepiscono e lo premiano: scelgono luoghi coerenti, genuini, dove ancora oggi si respira quello che una volta, con autentica semplicità, si chiamava clima familiare e che oggi si definisce clima organizzativo positivo. Un insieme di percezioni condivise che influenzano il benessere, la motivazione e la qualità delle relazioni all’interno del luogo di lavoro. È sufficiente varcare la porta d’ingresso di un centro ottico per apprezzare un contesto professiona-
le in cui cortesia e interessamento siano manifestati in modo autentico e genuino: tutto questo nasce dalla cultura interna di un’impresa, che si fonda su indicatori invisibili e non misurabili ma in grado di fare la differenza, come senso di appartenenza, fiducia, responsabilità condivisa, ad esempio.
Il centro ottico del futuro dovrà essere più trasversale, meno gerarchico, più aperto al contributo di tutti. Un luogo in cui le idee possono fluire liberamente e la responsabilità è diffusa, non concentrata solo nel titolare. Un contesto agile, capace di adattarsi ai cambiamenti del mercato e di coinvolgere ogni membro del team nella costruzione del valore. Perché collaborare significa condividere anche visioni e obiettivi, non solo compiti. Significa costruire una cultura dove la fiducia sostituisce il controllo e la crescita personale è parte integrante di quella aziendale.
Per i giovani ottici questo è fondamentale: vogliono sentirsi parte di qualcosa che ha un senso, non solo di un luogo dove “si lavora”. E, per i titolari, è una sfida culturale prima che gestionale: passare da capi a leader che ispirano, capaci di far emergere talenti, di delegare con fiducia, di creare contesti in cui si impara e si sbaglia insieme.
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Ipovisione e sport, un gioco di squadra
di Anna D’Ambrosio
L’attività sportiva per le persone con disabilità visiva può portare a una maggiore accettazione di sé, al superamento delle difficoltà psicologiche legate alla limitazione della visione e a una migliore integrazione sociale e lavorativa, grazie alle strategie apprese nel gruppo
Lo sport ha origini antichissime, è considerato un insieme di pratiche fisiche e ricreative destinate a intrattenere sia chi le esegue sia chi le osserva. L’attività psicomotoria svolta durante la pratica sportiva ha non solo scopi ludici, ma anche effetti positivi per la salute e per il benessere psicologico. La mente è coinvolta attivamente, tanto che psicologi e psichiatri utilizzano lo sport come strumento di indagine, osservando i comportamenti degli atleti e sfruttando le proprietà terapeutiche del movimento fisico. Nella disabilità visiva si osservano frequentemente atteggiamenti di ansia legati alla paura dell’evoluzione della malattia e all’incertezza sulla stabilità del quadro clinico, oltre a frustrazione per l’incapacità di svolgere autonomamente attività precedentemente abituali, tra cui lo sport. Inoltre, il senso di vergogna legato all’aspetto fisico e alla necessità di aiuto può portare all’isolamento. Tali atteggiamenti possono indurre meccanismi di ritiro sociale, aggravando ulteriormente la situazione mentale e accelerando il decadimento cognitivo.
Le persone con disabilità visiva tendono a mostrare una minore capacità di rendimento in termini di velocità di esecuzione e di forza, oltre a una ridotta resistenza alla fatica. Dovendo fare affidamento principalmente su informazioni tattili e acustiche, possono incontrare difficoltà in ambienti accidentati o a causa
di rumori di fondo, così come nella comunicazione con i compagni di squadra. Inoltre, le posture più rigide, adottate per la paura di cadere, possono comportare
Uno dei team di Roma Blind Football, progetto di crescita e inclusione dedicato a ragazzi con disabilità visiva di categoria B1 e B2 (non vedenti e ipovedenti): la società, sostenuta tra gli altri dall’omonima squadra capitolina del Campionato di Serie A e di cui porta gli stessi colori, ha creato un percorso che parte dalla scuola calcio e finisce con la prima squadra
Oculista, presidente Prisma
difficoltà di equilibrio e coordinazione motoria, nonché nella gestione dello spazio.
Al contrario lo sport può favorire la socializzazione, migliorare l’autostima, rompere l’isolamento, promuovere lo spirito di squadra e sviluppare strategie diverse per l’elaborazione delle informazioni, così da rendere i movimenti più fluidi e correggere la postura. Soprattutto può contribuire a cambiare l’atteggiamento della società nei confronti della disabilità, favorendo l’inclusione.
Come in tutte le attività sportive, anche in quelle per disabili visivi esistono organizzazioni come la Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ciechi e Ipovedenti, il Comitato Italiano Paralimpico e l’International Blind Sport Federation, che stabiliscono le regole per le competizioni mondiali. Gli atleti sono suddivisi in tre categorie: B1 (non vedenti, con nessuna percezione o solo percezione della luce senza riconoscimento di oggetti), B2 (acuità visiva fino a 1/30 o campo visivo fino a 5 gradi) e B3 (ipovedenti gravi, con visus tra 1/30 e 1/10 o campo visivo entro i 20 gradi). Si tratta di una ripartizione simile a quella utilizzata per il riconoscimento dei benefici in ambito di invalidità civile, che distingue tra ciechi assoluti, ciechi parziali e ipovedenti gravi.
Le possibili discipline possono essere classificate in diverse categorie:
• Sport integrati: l’atleta è parte di un gruppo e il suo handicap viene compensato. Esempi includono la vela, dove ogni membro dell’equipaggio ha una funzione specifica, e il sollevamento pesi, in cui l’atleta svolge il compito in autonomia con l’assistenza dei bilancieri.
• Sport guidati: l’atleta è inquadrato e assistito. La maggior parte delle attività rientra in questa categoria, come la corsa con guida o lo sci con guida.
L’oftalmologa Anna D’Ambrosio, al centro in camice, e alla sua destra l'ortottista Antonella Delli Calici, con una squadra di tandem a Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, dove le due professioniste si occupano di ipovisione
«Lo sport può contribuire a cambiare
l’atteggiamento della società nei confronti della disabilità, anche visiva, favorendo l’inclusione»
Lo scorso anno, alla Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, abbiamo ospitato la squadra della Società Dolpa di Treviso, che ha completato in tandem il percorso fino a San Giovanni Rotondo in una settimana. Un altro esempio particolare di sport guidato è l’equitazione, in cui il cavallo funge da guida o segue un cavaliere vedente. Questo tipo di attività è particolarmente vantaggioso per i bambini e per le persone con plurihandicap.
• Sport dedicati: come il goalball e il torball, simili al calcio ma con palle sonore e reti piccole, e lo showdown, affine al ping pong, nel quale la palla deve passare sotto la rete e rimbalzare lungo le sponde del tavolo.
• Sport adattati: come il nuoto, in cui l’atleta viene toccato con una lunga bacchetta per segnalare la virata, o il calcio con palla sonora.
L’attività sportiva per le persone con disabilità, come per tutti, deve essere incoraggiata ma non imposta: può portare infatti a una maggiore accettazione di sé stessi, al superamento delle difficoltà psicologiche legate alla limitazione visiva e a una migliore integrazione sociale e lavorativa, grazie alle strategie apprese nel gruppo.
L’articolo è una sintesi dell’intervento dell’autrice alla diciassettesima edizione del Convegno 2025 su Aggiornamenti in Contattologia e Ottica Oftalmica di Monopoli
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Fondamenti di optometria
Volume 2 Volume 1
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Hoya: tecnologia, personalizzazione e valore umano per gestire la presbiopia
a cura della redazione
Secondo l’azienda oftalmica solo con questa sinergia il centro ottico diventa il luogo in cui le aspettative del portatore si trasformano in un’esperienza reale e soddisfacente. Per raggiungere l’obiettivo investe quindi su formazione e comunicazione, a supporto dell’innovazione delle sue lenti progressive
Gestire la presbiopia oggi significa molto più che correggere un difetto visivo: significa accompagnare il portatore in un momento di cambiamento, offrendo soluzioni che migliorano la sua quotidianità. Ne sono convinti in Hoya che, all’interno di questo scenario, propone un approccio integrato finalizzato a unire innovazione tecnologica, personalizzazione e formazione continua. E che soprattutto mette al centro il valore umano dell’interazione tra ottico optometrista e cliente, per una visione confortevole che possa contribuire al benessere generale.
Dalle lenti progressive Hoyalux iD alla centratura con il supporto dell’intelligenza artificiale, fino al percorso formativo Hoya Faculty Online e alla campagna televisiva dedicata, l’azienda costruisce quindi un’esperienza che vuole parlare alle persone. Ne illustrano i contenuti Elisa Di Tria, product & education manager, e Andrea Langé, business development manager della filiale italiana.
«In Hoya la customer experience è molto più di un
momento di acquisto: si tratta di un percorso che inizia con l’ascolto, prosegue con la personalizzazione e si completa con una visione che migliora concretamente la vita del portatore - spiega Di Tria - Le progressive Hoyalux iD sono progettate per offrire un’esperienza visiva naturale, stabile e confortevole, grazie a un approccio centrato sulla visione binoculare: tecnologie come il Binocular Eye Model, la Binocular Harmonization Technology e la 3D Binocular Vision consentono, infatti, ai due occhi di collaborare in modo armonico, riducendo distorsioni e ondeggiamenti, anche in presenza di anisometropia».
La manager ricorda inoltre come le Hoyalux iD MySelf dispongano anche della AdaptEase Technology, per ampliare le aree dedicate alla visione intermedia e vicina e facilitare così un adattamento rapido e naturale. «Ma il vero salto di qualità avviene grazie all’ottico optometrista, che può personalizzare totalmente la lente grazie all’iDentifier, il software che permette di cogliere le esigenze visive e dello stile di vita del portatore - aggiunge Di Tria - Questa interazione è fon-
G iorno o notte: una soluzione su misura per la miopia di ogni por tatore, grazie a mark’ennovy!
G iorno o notte: una soluzione su misura per la miopia di ogni por tatore, grazie a mark’ennovy!
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Innovazione
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Il suo design è calcolato attraverso la piattaforma MyEuclid, uno strumento facile ed intuitivo a disposizione dei professionisti della visione Questa piattaforma utilizza i dati topografici del portatore per selezionare automaticamente la geometria migliore; in questo modo si ottimizza il tempo applicazione e si garantisce una maggiore prevedibilità dei risultati MyEuclid offre una soluzione efficace e sicura, sia per i bambini che per gli adulti, con un alto tasso di successo già dal primo paio di lenti
Il suo design è calcolato attraverso la piattaforma MyEuclid, uno strumento facile ed intuitivo a disposizione dei professionisti della visione. Questa piattaforma utilizza i dati topografici del portatore per selezionare automaticamente la geometria migliore; in questo modo si ottimizza il tempo di applicazione e si garantisce una maggiore prevedibilità dei risultati. MyEuclid offre una soluzione efficace e sicura, sia per i bambini che per gli adulti, con un alto tasso di successo già dal primo paio di lenti.
Il suo design è calcolato attraverso la piattaforma MyEuclid, uno strumento facile ed intuitivo a disposizione dei professionisti della visione. Questa piattaforma utilizza i dati topografici del portatore per selezionare automaticamente la geometria migliore; in questo modo si ottimizza il tempo di applicazione e si garantisce una maggiore prevedibilità dei risultati MyEuclid offre una soluzione efficace e sicura, sia per i bambini che per gli adulti, con un alto tasso di successo già dal primo paio di lenti
Personalizzazione
Personalizzazione
Personalizzazione
Uno dei principali progressi di MYLO Night è l'incorporazione della tecnologia OTZ (Optimized Treatment Zone), che consente di scegliere tra quattro diverse zone ottiche.
Uno dei principali progressi di MYLO Night è l'incorporazione della tecnologia OTZ (Optimized Treatment Zone), che consente di scegliere tra quattro diverse zone ottiche.
Uno dei principali progressi di MYLO Night è l'incorporazione della tecnologia OTZ (Optimized Treatment Zone), che consente di scegliere tra quattro diverse zone ottiche
mark’ennovy presenta MYLO Night, la sua nuova lente per or tocheratologia
mark’ennovy presenta MYLO Night, la sua nuova lente per or tocheratologia
mark’ennovy presenta MYLO Night, la sua nuova lente per or tocheratologia
Dopo aver consolidato la sua offerta con MYLO, una lente a contatto per uso diurno appositamente progettata per il Myopia Management, mark'ennovy vuole fare un ulteriore passo avanti nel suo desiderio di offrire una soluzione personalizzata per ogni portatore miope. A tal fine lancia sul mercato MYLO Night, una lente ortocheratologica che combina innovazione, personalizzazione e sicurezza.
Dopo aver consolidato la sua offerta con MYLO, una lente a contatto per uso diurno appositamente progettata per il Myopia Management, mark'ennovy vuole fare un ulteriore passo avanti nel suo desiderio di offrire una soluzione personalizzata per ogni portatore miope A tal fine lancia sul mercato MYLO Night, una lente ortocheratologica che combina innovazione, personalizzazione e sicurezza.
Dopo aver consolidato la sua offerta con MYLO, una lente a contatto per uso diurno appositamente progettata per il Myopia Management, mark'ennovy vuole fare un ulteriore passo avanti nel suo desiderio di offrire una soluzione personalizzata per ogni portatore miope. A tal fine lancia sul mercato MYLO Night, una lente ortocheratologica che combina innovazione, personalizzazione e sicurezza.
Sicurezza
Sicurezza
Sicurezza
MYLO Night è realizzata in materiale Boston XO (Hexafocon A), ampiamente riconosciuto per la sua gas-permeabilità e le sue prestazioni nella pratica ortocheratologica Inoltre, è stata aggiunta una caratteristica: un codice colore diverso per ciascun occhio in modo da facilitare l'identificazione da parte del portatore e migliorarne l'esperienza d'uso
MYLO Night è realizzata in materiale Boston XO (Hexafocon A), ampiamente riconosciuto per la sua gas-permeabilità e le sue prestazioni nella pratica ortocheratologica Inoltre, è stata aggiunta una caratteristica: un codice colore diverso per ciascun occhio in modo da facilitare l'identificazione da parte del portatore e migliorarne l'esperienza d'uso
MYLO Night è realizzata in materiale Boston XO (Hexafocon A), ampiamente riconosciuto per la sua gas-permeabilità e le sue prestazioni nella pratica ortocheratologica. Inoltre, è stata aggiunta una caratteristica: un codice colore diverso per ciascun occhio in modo da facilitare l'identificazione da parte del portatore e migliorarne l'esperienza d'uso
Mark'ennovy vuole offrire una soluzione ai professionisti della vista per affrontare la miopia in modo completo. In questo contesto viene presentato il nuovo Medmont Merida Vantage come strumento di supporto per l'applicazione delle lenti a contatto.
Mark'ennovy vuole offrire una soluzione ai professionisti della vista per affrontare la miopia in modo completo In questo contesto viene presentato il nuovo Medmont Merida Vantage come strumento di supporto per l'applicazione delle lenti a contatto
Mark'ennovy vuole offrire una soluzione ai professionisti della vista per affrontare la miopia in modo completo. In questo contesto viene presentato il nuovo Medmont Merida Vantage come strumento di supporto per l'applicazione delle lenti a contatto.
Per maggiori informazioni contattate il vostro Key Account Manager oppure il Customer Care: ordini@markennovy com | 800 719 481
damentale: è lì che nasce la fiducia e la tecnologia si mette al servizio della persona. Le progressive di Hoya sono “così confortevoli che non ti accorgi di indossarle”, come recita il claim della nostra campagna, e questo è portato ai massimi livelli grazie alla centratura precisa».
Del resto la centratura è il momento in cui si concretizza tutto il lavoro fatto nella proposta delle lenti. «Per soluzioni evolute come le Hoyalux iD risulta fondamentale utilizzare sistemi all’altezza del valore del prodotto: con VisuReal MasterAI e VisuReal MoveAI, dotati di intelligenza artificiale, rileviamo tutti i parametri con una precisione estrema, in modo semplice e veloce – ricorda Langé - Questo non solo migliora la performance visiva, ma rende la misurazione un’esperienza coinvolgente, rafforzando la fiducia del cliente.
Nel nostro approccio infatti, la tecnologia non sostituisce l’interazione umana, bensì la potenzia: l’obiettivo è aiutare i professionisti a offrire un servizio eccellente, che metta al centro la persona e le sue esigenze. E lo facciamo anche grazie alla partnership strategica con Nidek, che ci consente di offrire una gamma completa di strumenti per ogni fase del percorso, dalla misurazione alla consulenza, fino alla lavorazione della lente».
Oltre alla tecnologia, Hoya investe anche nella formazione e nella comunicazione al grande pubblico. «Quest’ultima è un investimento strategico per Hoya:
crea consapevolezza, stimola curiosità e guida il portatore a cercare soluzioni evolute nei centri ottici, generando però in lui anche l’aspettativa di trovare un professionista preparato, capace di spiegare, consigliare e personalizzare la proposta – precisa Di Tria - Hoya affianca perciò alla comunicazione un impegno altrettanto forte nella formazione: il nuovo percorso Presbiopia Hoya Faculty Online è quindi pensato per supportare gli ottici optometristi nell’approfondimento delle nostre lenti e nel rafforzamento delle competenze consulenziali. Si tratta di uno strumento concreto per affrontare con sicurezza un tema complesso come la presbiopia, valorizzando il ruolo del professionista come guida e punto di riferimento per il benessere visivo».
In parallelo, Hoya ha avviato nuovamente la sua campagna televisiva, partita a metà ottobre e in onda sino a metà novembre, per valorizzare i benefici delle progressive personalizzate Hoyalux iD e rafforzare la conoscenza delle fotocromatiche Sensity. «Il già citato claim sintetizza perfettamente la nostra promessa: offrire una visione che non solo migliora la vista, ma anche la vita – conclude Di Tria - Per farlo, occorre una forte sinergia tra comunicazione, tecnologia e preparazione professionale: solo così il centro ottico diventa il luogo in cui le aspettative del portatore si trasformano in un’esperienza reale e soddisfacente».
Elisa Di Tria , product & education manager, e Andrea Langé, business development manager della società con sede a Garbagnate Milanese
Tecnologia per un’applicazione due volte più veloce
Lenti a contatto giornaliere Miru
La risposta completa alle esigenze dei professionisti della visione e dei portatori
Zeiss: Visuref 600, un unico strumento per molteplici servizi
di Nicoletta Tobia
Il nuovo dispositivo dell’azienda oftalmica, disponibile da ottobre sul mercato interno, oltre a consentire una refrazione oggettiva di precisione supporta, grazie a una serie di funzioni specifiche, anche la proposta di lenti premium del brand, la gestione delle dislacrimie e l’applicazione di lac disposable
Da sempre attenta all’efficienza e alla razionalizzazione dei flussi di lavoro all’interno del centro ottico, Zeiss lancia anche nel nostro paese Visuref 600, autorefrattometro a fronte d’onda e cheratometro combinato che porta con sé un insieme di funzionalità aggiuntive pensate per sostenere la proposta di soluzioni di maggiore valore. «Questo strumento si posiziona in una fascia medio-alta ed è stato sviluppato specificamente per il mercato otticoafferma Gianluca Gaigher, product manager Visual Technology Solutions di Zeiss Vision Care Italia - Oltre a fornire risultati precisi di refrazione, le sue funzionalità avanzate di misurazione permettono ulteriori approfondimenti, consentendo ad esempio di proporre lenti premium quali le Zeiss SmartLife Pro, che vengono create in base ai dati rilevati, e non stimati, specifici di ogni singolo portatore, come il diametro pupillare. Ma non solo: il nuovo Visuref 600 consente anche di offrire servizi altamente personalizzati in termini di gestione delle dislacrimie e di applicazione di lenti a contatto disposable».
Oltre alla refrazione c’è di più
In che modo viene reso possibile tutto ciò? Il punto di partenza, spiegano dall’azienda, è naturalmente una refrazione oggettiva eseguita in maniera puntuale, per la quale «Visuref 600 sfrutta la tecnologia a fronte
d’onda, che serve a rilevare le irregolarità dell’occhio, dando informazioni utili per la correzione del difetto visivo: l’analisi dei dati raccolti consente la determinazione della sfera, del cilindro (fino al 1/100 D), dell’asse e l’identificazione delle aberrazioni di ordine superiore per lenti i.Scription che migliorano il contrasto e la visione serale». Lo strumento permette però di completare tali dati con una ulteriore serie di funzionalità, a partire dalla cheratometria, ovvero la misurazione della curvatura corneale centrale e periferica. «Visuref 600 consente ad esempio, in maniera rapida, una valu-
Gianluca Gaigher, product manager
Visual Technology Solutions di Zeiss Vision Care Italia
LE LENTI A CONTATTO COLORATE DESIO
non sono ancora nel tuo Punto Vendita?
DESIO
un marchio distintivo di lenti a contatto colorate introdotto sul mercato da Qualimed nel 2011, si distingue come trendsetter e innovatore all’avanguardia.
Conosciuto per la sua meticolosa attenzione ai dettagli, dal packaging al design delle lenti, Desio ha ottenuto riconoscimento globale.
Registrato in oltre 150 paesi e distribuito in più di 40 paesi tra Europa, America Latina, Africa, Medio Oriente e USA, le lenti Desio sono disponibili in oltre 700 centri ottici accuratamente selezionati in Italia.
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sono disponibili in oltre 35 tonalità e permettono ai tuoi clienti di esprimere la propria personalità con eleganza e naturalezza.
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LA GAMMA DESIO
comprende lenti giornaliere, mensili e trimestrali, adatte a miopia, ipermetropia (da - 13.00 a + 6.00) e astigmatismo, con ben 11 cilindri disponibili e 23 tonalità.
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sono disponibili materiali pensati per valorizzare l’esperienza d’acquisto: espositori eleganti, trial box curati e lenti prova, ideali per accompagnare il cliente nella scelta.
Con il nuovo Zeiss Visuref 600, autorefrattometro a fronte d’onda e cheratometro combinato, l'azienda vuole supportare un processo di consulenza efficiente e ottimizzato
tazione dei valori di acuità visiva monoculare, ossia di come il soggetto percepisce con o senza correzione, integrando quest’ultima all'interno dei test: ciò avviene non solo in condizioni standard, ma anche con bassa luminosità, in abbagliamento e per vicino, orientando la scelta di prodotto più adatto - prosegue GaigherInoltre, con la retroilluminazione del cristallino rende possibile ottenere una verifica della brillantezza e della qualità del corpo ottico, allo scopo di proporre al cliente la migliore soluzione in base all’opacità riscontrata, suggerendogli comunque di sottoporsi a una visita oculistica. Dà modo, poi, di analizzare la sezione frontale dell'occhio con immagini a colori, per valutare, ad esempio, eventuali iperemie che si vengono a generare in conseguenza o meno del porto di lenti a contatto. L’uso di tali immagini a colori permette anche il rilevamento dell’angolo e della direzione di rotazione delle lac toriche. E, ancora, offre un supporto nel calcolare il tear film break up time (con fluoresceina) e nel verificare alterazioni della lacrima, consentendo di gestire le soluzioni contattologiche. In relazione al film lacrimale e alle dislacrimie, facilita con una visualizzazione migliorata la valutazione delle ghiandole di Meibomio. Infine, è anche un pupillometro ed è in grado di misurare sia il diametro pupillare sia quello del Limbus corneale».
Un “assistente” per occhiali, lac e dislacrimie
Che si tratti di refrazione, di lenti oftalmiche, di lac o di dislacrimia, lo strumento dispone di procedure assistite integrate che guidano l’ottico attraverso i passaggi operativi per ogni valutazione: ciascuna di esse
prevede un flusso di lavoro scandito da una sequenza determinata di step, che possono essere selezionati oppure personalizzati in base alle specifiche esigenze. «Visuref 600 può vivere come dispositivo stand-alone ed essere utilizzato a un livello basico, ma esprime il massimo delle proprie potenzialità se interconnesso all’ecosistema Zeiss, che abilita l’accesso alle lenti SmartLife Pro e ad i.Scription - sottolinea l’espertoGrazie alla connessione con Visuconsult 500 permette di gestire in modo efficiente l’intero percorso, semplificando il processo di consulenza e riducendo il rischio di errori, dalla rilevazione e archiviazione dei parametri e delle immagini, fino all’ordine della soluzione visiva».
Caratterizzato da un’interfaccia grafica intuitiva, lo strumento ha anche delle caratteristiche costruttive che ne agevolano l’utilizzo. Ad esempio, spiega Gaigher, viene fornito con uno scudo paraluce rimovibile che ne favorisce il posizionamento all’interno dei centri ottici, i quali non sempre hanno condizioni di luminosità ambientale perfetta: questo consente di attenuare il disturbo della luce diretta, sia sui sensori sia sulle cornee, e al tempo stesso di effettuare le manovre manuali necessarie sul cliente. Inoltre è controllato da un touchscreen orientabile, che facilita l’uso, ed è dotato di un joystick con autotracking integrato, il quale avvia automaticamente la misurazione della refrazione una volta posto davanti all’occhio del cliente.
«Una particolarità curiosa e unica è data dal target di fissazione, che di solito negli strumenti ottici è la casetta o la mongolfiera: nel caso di questa nuova linea è invece la terra che sorge, la famosa immagine “Earthrise” scattata nel 1968 dall’Apollo 8 con un obiettivo Zeiss Biogon», aggiunge il professionista.
Un vantaggio per l’ottico e per il consumatore
Considerata la capacità di rilevare un elevato numero di dati e parametri con le sue tecnologie sofisticate, lo strumento, certificato per l’Industria 4.0, apre la via a una maggiore differenziazione per il centro ottico, grazie all’opportunità di offrire servizi e prodotti sempre più personalizzati. «I vantaggi sono sia per il professionista che, oltre a disporre di misurazioni estremamente precise, può proporre più facilmente soluzioni di maggior valore e qualcosa di nuovo percepibile dal cliente, sia per il portatore, che può beneficiare di quelle soluzioni individuali e dallo standard qualitativo elevato che sempre più ricerca», conclude Gaigher.
Visuref 600, in caso di acquisto da parte dell'ottico, prevede una formazione dedicata insieme a un trainer. Dopo il suo esordio al Congresso di Monopoli, nelle prossime settimane lo strumento sarà protagonista ai più importanti eventi di settore, tra cui il Forum Presbiopia 2025 di Bologna.
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Ital-Lenti: Myopica è la scelta giusta oggi per costruire il domani
La miopia risulta in costante crescita a livello mondiale ed è ormai considerata una delle sfide visive del nostro tempo. Le previsioni indicano che entro il 2050 quasi una persona su due potrebbe soffrire di tale difetto refrattivo. In questo scenario, la ricerca tecnologica e l’innovazione nel campo oftalmico assumono un ruolo determinante. Ital-Lenti ha scelto di affrontare tale sfida con un prodotto che rappresenta un’evoluzione significativa: Myopica, la lente studiata per la gestione della progressione miopica nei più giovani.
Parlare di evoluzione è fondamentale. Myopica non sostituisce, non stravolge: perfeziona un concetto ottico già consolidato. Alla base vi è la creazione di una geometria capace di combinare una visione centrale nitida con un profilo periferico che genera un defocus miopico controllato. È proprio questo stimolo ottico a costituire la chiave della lente: mantenere la retina periferica in una condizione di defocus positivo, segnale che la letteratura scientifica più recente ha correlato a una riduzione della velocità di allungamento assiale e, quindi, della progressione miopica.
Gli studi clinici internazionali hanno dimostrato che tale approccio è efficace e ripetibile: i bambini che utilizzano lenti a defocus periferico mostrano nel tempo una progressione meno rapida rispetto a chi porta monofocali tradizionali. Ital-Lenti, con la nuova generazione di Myopica, ha interpretato queste evidenze e le ha trasformate in un design più avanzato, ottimizzando la distribuzione del defocus e rendendolo più uniforme e costante durante l’uso quotidiano.
La vera forza della nuova Myopica risiede proprio nella sua geometria evoluta. Le zone ottiche periferiche sono state riprogettate per garantire un equilibrio ottimale tra comfort visivo e stimolo di defocus, creando una lente che accompagna il bambino nelle sue attività senza compromessi. Non si tratta di una mediazione tra nitidezza e trattamento, ma di una soluzione integrata: il centro rimane chiaro e preciso, mentre la periferia lavora in modo discreto ma continuo per costruire un futuro visivo migliore.
Ital-Lenti, con oltre settant’anni di storia, ha sempre saputo coniugare esperienza manifatturiera e visione innovativa. Con Myopica conferma il proprio ruolo di azienda all’avanguardia, capace di leggere le tendenze internazionali e di tradurle in soluzioni concrete, sviluppate e prodotte in Italia. La lente non è soltanto un dispositivo ottico, ma il risultato di un percorso di ricerca che unisce scienza, tecnologia e attenzione al futuro delle nuove generazioni.
Il claim di Myopica sintetizza questa filosofia: “La scelta giusta oggi per costruire il domani”. Una promessa che va oltre il presente, perché offrire a un bambino una lente pensata per contenere la progressione della miopia significa regalargli non solo una visione migliore oggi, ma soprattutto una prospettiva visiva più sana per il futuro.
Ital-Lenti guarda avanti con responsabilità e ambizione: Myopica è la testimonianza di come l’innovazione, quando è guidata da rigore scientifico e sensibilità verso le esigenze reali, possa davvero contribuire a scrivere un domani migliore per le nuove generazioni.
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La consulenza d'immagine in ottica
Come offrire al cliente un'esperienza d'acquisto personalizzata
Angelica Pagnelli
Gli occhiali ci parlano
Il futuro del mercato dell'Ottica attraverso la lente di una storia (quasi) vera
Nicola Di Lernia
FABIANO GRUPPO EDITORIALE
Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI)
Sede operativa: FGE srl – Regione Rivelle 7/F – 14050 Moasca (AT)
SEL OPTICAL: lenti asferiche atoriche free form ARCUS
Tecnologia e precisione al servizio della visione ottimale
Nel mondo dell’ottica l’innovazione tecnologica ha portato a una continua evoluzione delle lenti oftalmiche, con l’obiettivo di offrire una qualità visiva sempre più elevata e personalizzata. SEL OPTICAL ha inserito nel proprio catalogo le lenti asferiche atoriche free form ARCUS: un prodotto di grande rilievo che presenta un concentrato di precisione, comfort e prestazioni visive elevate.
Cosa sono le lenti asferiche atoriche free form
Per comprendere il valore di queste lenti è utile chiarire in primis i tre concetti chiave che le definiscono.
• Asferiche: sono progettate con una geometria che varia dalla zona centrale a quella periferica. Questo design riduce significativamente le aberrazioni ottiche rispetto alle sferiche tradizionali, offrendo un campo visivo più ampio
e immagini più nitide, specialmente nelle aree periferiche della lente, riducendo quindi il disagio quando il portatore sposta l’occhio dalla visione centrale della lente stessa.
• Atoriche: rappresentano un’evoluzione delle asferiche. Mentre queste ultime utilizzano una singola curva ottimizzata per entrambi gli assi (sferico e cilindrico), quelle atoriche differenziano le curvature per ciascun meridiano della lente. Ciò permette una correzione più precisa dell’astigmatismo e una visione più naturale e confortevole, soprattutto laddove il difetto visivo presenta astigmatismi dei fasci obliqui.
• Free form: il termine si riferisce alla tecnologia di produzione computerizzata di altissima precisione, che consente di lavorare e “scolpire” la superficie della lente con una tolleranza nell’ordine dei micron. Questo processo offre anche il vantaggio di poter personalizzare ogni soluzione correttiva in base ai parametri posturali individuali del portatore (la distanza interpupillare, l’altezza di montaggio, l’angolo pantoscopico, ecc), garantendo una qualità visiva ottimale e definibile come su misura.
Vantaggi per il portatore
L’unione di tecnologia free form, design asferico e geometria atorica apporta diversi benefici:
• visione nitida e precisa in ogni direzione dello sguardo;
SEL OPTICAL DIVISIONE OFTALMICA
• maggiore comfort visivo, anche in presenza di astigmatismi elevati e obliqui;
• riduzione delle distorsioni periferiche;
• spessore e peso ridotti, per un’estetica più gradevole e un migliore comfort;
• adattamento rapido, grazie alla personalizzazione su misura.
Per chi sono l’ideale
Le lenti asferiche atoriche free form ARCUS di SEL OPTICAL sono particolarmente indicate per:
• portatori con poteri elevati, soprattutto astigmatici e/o con assi obliqui;
• utenti alla ricerca del massimo della qualità visiva;
• coloro che desiderano lenti esteticamente sottili e leggere;
• consumatori esigenti che utilizzano le lenti in situazioni visive complesse (guida notturna, uso intensivo del computer, attività dinamiche, ad esempio).
Le lenti asferiche atoriche free form ARCUS rappresentano l’apice dell’ingegneria ottica di SEL OPTICAL applicata alla correzione visiva. Offrono una combinazione di precisione, personalizzazione e comfort elevati.
Per maggiori informazioni i nostri Customer Service e Agenti di zona sono a completa disposizione.
Via Firenze, 22 - 44021 Pontemaodino di Codigoro (FE)
Menicon Soleko: Miru 1day UpSide, la lente che innova l’esperienza di utilizzo
L’innovazione parte dal gesto quotidiano
Nel panorama delle lenti a contatto giornaliere, le caratteristiche più citate dai produttori sono generalmente comfort e materiali di ultima generazione. Con Miru 1day UpSide, Menicon ha deciso di spingersi oltre, lavorando anche sull’esperienza applicativa del portatore.
La tecnologia esclusiva Smart Touch™ è stata sviluppata proprio per semplificare uno dei momenti più delicati nell’uso delle lenti a contatto: l’applicazione. La lente è sempre presentata nel blister con il lato esterno rivolto verso l’alto, pronta per essere indossata senza dubbi di orientamento. In questo modo il portatore tocca soltanto la superficie esterna, riducendo in maniera significativa i rischi di contaminazione e rendendo il gesto più veloce, sicuro e intuitivo.
Un vantaggio concreto non solo per gli utilizzatori esperti, che possono risparmiare tempo e aumentare la sicurezza, ma anche per i neofiti o per chi ha meno manualità. L’applicazione e la rimozione non sono più un ostacolo, ma diventano parte di un’esperienza semplice e confortevole, contribuendo così anche alla riduzione del drop out.
Materiali d’avanguardia per un comfort che dura
Dietro l’innovazione applicativa, Miru 1day UpSide integra un materiale di ultima genera-
zione: Midafilcon A. Questo polimero unisce un’elevata trasmissibilità all’ossigeno (Dk/t 91 @ -3.00D) a un basso modulo elastico, favorendo la comodità senza compromettere la manipolazione della lente.
A supporto del comfort quotidiano interviene anche la tecnologia NanoGloss™ Pro, che assicura una superficie altamente idrofila, liscia e resistente ai depositi. Questo si traduce in una bagnabilità duratura e in una riduzione dell’attrito palpebrale, garantendo una sensazione di freschezza e stabilità durante tutta la giornata.
Visione stabile in ogni condizione
Dal punto di vista ottico, Miru 1day UpSide è progettata per offrire una elevata qualità visiva. Il design asferico riduce le aberrazioni sferiche, migliorando la nitidezza anche in condizioni di bassa luminosità o in presenza di affaticamento visivo.
La gamma disponibile è completa, sferica, torica e multifocale, così da rispondere alle differenti esigenze visive, dai miopi agli ipermetropi, fino agli astigmatici e ai presbiti. Una versatilità che permette ai professionisti della visione di proporre una soluzione unica e coerente a consumatori con necessità diverse.
Un nuovo standard per i professionisti
Con Miru 1day UpSide, Menicon ridefinisce lo standard nella fase di applicazione e rimozione di una lente a contatto giornaliera. Non solo prestazioni tecniche avanzate, ma anche un approccio centrato sull’esperienza quotidiana del portatore: più igiene, più praticità e più sicurezza.
Per i professionisti della visione questo significa avere a disposizione una lente che coniuga innovazione tangibile, comfort duraturo e qualità visiva affidabile, offrendo non solo una correzione, ma un’esperienza d’uso che fa davvero la differenza.
La primavera dell’ipovisione
Tutti i partecipanti verranno omaggiati di un percorso FAD
SEGRETERIA SCIENTIFICA
Anna D’Ambrosio
Silvano Abati
Giovanni Giacomelli
Roberto Volpe
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Fabiano Gruppo Editoriale
Reg. Rivelle 7/F - 14050 Moasca AT
Tel. 0141 170 6694 - Fax 0141 856 013
a.manassero@fgeditore.it
Emanuele Tesauro: un cannocchiale capostipite dei nostri cruciverba
di Sergio Cappa
«Ed eccoci alla fin pervenuti grado per grado al più alto colmo delle figure ingegnose, a paragon delle quali tutte le altre figure fin qui recitate perdono il pregio, essendo la metafora il più ingegnoso e acuto, il più pellegrino e mirabile, il più gioviale e giovevole, il più facondo e fecondo parto dell'umano intelletto. Ingegnosissimo veramente, però che, se l'ingegno consiste (come dicemmo) nel ligare insieme le remote e separate nozioni degli propositi obietti, questo apunto è l'officio della metafora, e non di alcun’altra figura». Questo si legge all’inizio della seconda parte del più famoso dei testi che Emanuele Tesauro licenzia nel 1654, Il Cannocchiale Aristotelico, presso lo stampatore ducale dei Savoia, Giovanni Sinibaldo. Il drammaturgo, retore e intellettuale torinese Emanuele Tesauro, conte di Salmour, nasce nel 1592, ultimo di sette fratelli di una delle più illustri famiglie piemontesi. Studia retorica e filosofia presso il Collegio Gesuitico di Brera a Milano, per lasciare poi la Compagnia di Gesù all’età di 44 anni per dissensi disciplinari. Inizia un periodo di peregrinazione in Nord Europa al seguito del principe Emanuele di Savoia, divenendone lo storiografo ufficiale e acquisendo manifesta fama. A 50 anni rientra a Torino preceduto da inclita celebrità e opererà alla corte sabauda per i successivi tre decenni, sino alla morte, ottuagenario, nel 1675. Tesauro compone inoltre epigrafi, elegie e panegirici per la casa re-
Docente di ottica e optometria, autore di numerose pubblicazioni inerenti alla professione
ale e per importanti personaggi: negli ultimi suoi anni, presso l’editore Bartolomeo Zavatta, inizia la pubblicazione della monumentale opera omnia e de Il Cannocchiale Aristotelico, il suo volume più importante. Internazionalmente riconosciuto come uno dei testi più significativi del Seicento europeo, il trattato costituisce l’ambizioso tentativo di sistematizzare tutte le possibili manifestazioni dell’ingegno umano: nel suo insieme si presenta come un singolare libro onnicomprensivo in cui si intrecciano, come in un mirabile giardino barocco, racconti e rebus, frammenti poetici e rimandi linguistici attraverso i quali si è guidati dall’autore.
Scritto oltre un secolo dopo la scomparsa di Galileo Galilei, questo trattato di semiotica di oltre 1.200 pagine esprime, nel titolo, un omaggio al Maestro e alla capacità che ha avuto, tramite il sapiente uso del cannocchiale, di superare il modello geocentrico tolemaico accanto alla figura di Aristotele che, nella Poetica, definisce e qualifica la figura retorica della metafora come la più alta manifestazione della linguistica. Nel 1932 esce in Italia il primo cruciverba, nato negli Stati Uniti nel 1913, che, ancora oggi, raccoglie tra l’altro rebus e giochi linguistici: è malioso pensare che i nostri rompicapi estivi abbiano una poderosa paternità aristocratica italiana, per tramite di una benedizione scientifica sì alta.
Percorsi tra REFRAZIONE, SCIENZA E RIABILITAZIONE
24-25
GENNAIO 2026
BOLOGNA
Presidente
Marcella Nebbioso (Roma)
Vice presidente
Emilia Gallo (Catania)
Segretario scientifico
Maria Rosaria Franco (Lecce)
Consiglieri
Federico Bartolomei (Bologna)
Rocco Di Lorenzo (Palermo)
Luigi Donato (Messina)
Federica Franzone (Torino)
Paolo Giuseppe Limoli (Milano)
Marco Ulisse Morales (Padova)
Erika Rigoni (Latina)
Sergio Zaccaria Scalinci (Bologna)
Lucia Scorolli (Bologna)
Gianfrancesco Villani (Verona)
Enzo Maria Vingolo (Roma)
CREDITI ECM
Tutti i partecipanti verranno omaggiati di un percorso FAD
Segreteria organizzativa Fabiano Gruppo Editoriale
47 VISION GROUP 20141 Milano Via Ripamonti, 44 Tel. 02 92885300 Fax 02 92885348 info@vision-group.it www.vision-group.it
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