Attualità
Uno scorcio del flagship Milleocchiali di corso Vittorio Emanuele
L’esterno del punto vendita, in via di Vigna Stelluti, a Roma, recentemente inaugurato
franchising, ma continuiamo a essere una grande famiglia. Nel lavoro sono coinvolti i nostri figli e nipoti e i dipendenti bravi si trovano poi ad aprire il negozio in franchising con noi per proseguire da imprenditori la loro storia con Milleocchiali». Nonostante gli impegni continuano ad avere “sete” di conquista: desiderano portare la loro filosofia dove ci sia un porto ad accoglierla. «Per questo – incalza Francesco – abbiamo inaugurato un’Accademia e un Master aperto a tutti gli ottici. Vogliamo metterci ancora in gioco, soprattutto con i nostri clienti finali. Loro debbono essere sempre felici e contenti di noi perché è il passaparola la nostra arma vincente e i risultati così parlano da soli». Nel servizio post vendita, mi ricorda Gianni, «abbiamo una persona dedicata, una donna, perché le riteniamo più attente e sensibili e pronte a risolvere». Mi sembrano più svizzeri che romani questi Folletto e io da buon veneziano inizio a metterci del pepe al cacio. Come riuscite a fare tutto questo? Con olio di gomito, determinazione e autodisciplina. «Molti che lavorano con noi non sono ottici, adottiamo procedure d’acquisto e di controllo particolarmente collaudate, quasi schemi calcistici – sottolinea Francesco – e nonostante ciò si respira un clima familiare che per il nostro cliente significa ospitalità vera». Come vi confrontate con le crepe dello scontismo, del qualunquismo e dell’e-commerce nell’ottica? «Educhiamo all’uso, offriamo un pacchetto completo e abbiamo una collaborazione aperta con
il mondo medico – spiegano padre e figlio – Da noi la contattologia è tornata profittevole, lavoriamo sulle lenti su misura, sulle sclerali, le lenti del futuro. Facciamo investimenti sui macchinari, abbiamo linee di occhiali di proprietà e proponiamo principalmente lenti oftalmiche personalizzate». Dalle loro labbra sembra uscire il desiderio di staccarsi da un’offerta di massa per rincorrere soluzioni meno scontate. Questa è la forza di chi vive l’ottica dal 1948 e nel 2016 può vantare una catena familiare che si sta sviluppando e aprendo anche a chi oggi non fa parte della “dinastia”. Riappropriarsi dell’ottica per essere responsabili del proprio destino. Ma, lo so per esperienza, su questa sentenza molti ottici importanti si sono confrontati in passato con nuove ansie e paure di non saper o poter reinterpretare il tutto. Guardo Gianni Folletto prima di uscire nel rumoroso affresco romano che ho lasciato un’ora prima e probabilmente lui intercetta questo mio “sospetto” non ancora eliminato. «Sai, Nicola, di principio la mia famiglia fa tutto insieme con cuore e passione, con l’obiettivo che dobbiamo stare tutti bene, noi e gli altri. Perché in questo mondo entriamo nudi e usciamo nudi». Li saluto e riprendo il mio taxi in terza fila. Ripenso alle nudità e sorrido al fatto che questa sentenza l’avrebbe potuta pronunciare Eduardo de Filippo. L’ottica mi ha dato tanto: continuo ad amarla perché in ogni momento mi stupisce per quello che è ancora in grado di darmi. E di raccontare.
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N7 2016