La Voce AICCER 1/2022

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CHIRURGIA DELLA CATARATTA di Riccardo Vinciguerra, Emanuela F Legrottaglie, Costanza Tredici, Cosimo Mazzotta, Pietro Rosetta, Paolo Vinciguerra.

Cross Linking transepiteliale con iontoforesi per il trattamento del cheratocono progressivo: la nostra esperienza a 7 anni Introduzione

Il cheratocono (KC) è un disordine corneale ectatico bilaterale caratterizzato da un progressivo assottigliamento e aumento della curvatura, l’eziologia della malattia è sconosciuta ma esistono fattori di rischio ben riconosciuti come lo sfregamento degli occhi, la familiarità e l’infiammazione. Il cross linking corneale (CXL) è una procedura ampiamente accettata per fermare la progressione della KC e utilizza una reazione fotochimica tra la luce ultravioletta e la riboflavina che mira a irrigidire la cornea e a fermare la progressione della KC. Il protocollo standard è stato introdotto dall’Università di Dresda e comprendeva la rimozione dell’epitelio per permettere alla riboflavina di penetrare nello stroma corneale (Standard-CXL; S-CXL). Tuttavia, la rimozione epiteliale è responsabile della maggior parte degli effetti collaterali del CXL, in particolare il dolore postoperatorio, la riduzione del visus, e possibili infezioni. Per evitare la rimozione epiteliale e le sue complicazioni, sono state proposte molte tecniche transepiteliali e soluzioni di riboflavina alternative. Tuttavia, la maggior parte di esse non ha fornito risultati incoraggianti rispetto al S-CXL. Un’altra soluzione che è stata introdotta è il crosslinking con iontoforesi (I-CXL), una procedura in cui il farmaco viene applicato con un elettrodo della stessa carica del farmaco. Un elettrodo di terra, di carica opposta, è situato in un’altra parte del corpo per completare il circuito elettrico. Il farmaco funge da conduttore della corrente attraverso il tessuto. Molti studi a medio termine hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza dell’I-CXL anche rispetto all’S-CXL.

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LA VOCE AICCER 1/2022

Lo scopo di questo studio è quello di riportare i risultati a lungo termine dell’I-CXL nel cheratocono progressivo con un massimo di 7 anni di follow-up.

Metodi

In questo studio prospettico abbiamo incluso diciannove occhi di 19 pazienti sottoposti a I-CXL per cheratocono progressivo presso Humanitas Clinical and Research Center (Rozzano, Milano, Italia) tra marzo 2013 e febbraio 2014. L’intervento I-CXL prevede l’utilizzo di una soluzione di riboflavina allo 0,1% con l’aggiunta di due enhancer (Ricrolin +, Sooft, Montegiorgio, FM, Italia). L’elettrodo per ionoforesi corneale (I-ON XL, Sooft, Montegiorgio, FM, Italia) genera una corrente costante di 1 mA (la dose totale di 5 mA/5 minuti è monitorata dal generatore) per 5 minuti. I parametri di irradiazione UV-A erano: 10 mW (UV-X 2000; IROC Innocross AG, Svizzera) per 9 minuti per una dose totale di energia di 5,4 J/cm2 (Figura 1). Alla fine dell’intervento è stata applicata una lente a contatto terapeutica morbida perché l’alta intensità degli UV può danneggiare l’epitelio per i primi giorni dopo la procedura.

Risultati

Il tempo medio di follow-up dei pazienti inclusi era di 63 mesi (range da 12 a 84 mesi). L’analisi statistica non ha mostrato alcun cambiamento significativo nel tempo in acuità visoiva, cheratometria massima, punto più sottile e valori A, B, C del Belin Progression Display (p>0,05).


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