ROTTURA CAPSULARE CON PERDITA DI VITREO IN CORSO DI INTERVENTO DI CATARATTA
I sintomi più importanti dell’avvenuto problema sono: approfondimento della camera anteriore, aspirazione inefficiente ed ipotonizzazione bulbare. L’attenta valutazione preoperatoria permette di ridurre i rischi intraoperatori in occhi difficili (pseudoesfoliatio, lassità zonulare, assenza di riflesso rosso, ipertono oculare, cataratta traumatica, cataratta polare posteriore, etc). È importante essere consapevoli che se nel primo occhio si è verificata una rottura capsulare durante l’intervento di cataratta, anche il secondo occhio è a rischio. In questo caso è sicuramente di aiuto una perfetta anestesia. Comunque una rottura della capsula posteriore è tanto più grave quanto più nucleo è ancora presente (fase precoce), tanto più risolvibile quando abbiamo solo la corticale da aspirare. La prima cosa da fare è ridurre o eliminare l’infusione in quanto questa, aumentando la pressione in camera anteriore per la ridotta o assente aspirazione, sarà causa di allargamento della rottura, spostamento del nucleo o pezzi di esso in camera vitrea, con tutte le conseguenze che ne derivano. La prima regola è “salvare il nucleo”, portandolo con viscoelastica in camera anteriore o comunque anteriormente alla ressi. Se una volta individuata la rottura della capsula posteriore, si riesce a “rexarla”, possiamo continuare la faco in camera anteriore con parametri addolciti. Se invece la rottura è ampia per cui non è possibile effettuare una ressi posteriore, è consigliabile convertire in extra, anche con uno scivolo di salvezza per la migrazione del nucleo o frammenti. Se la rottura avviene con nucleo assente, è più facile contenere o “rexare”, aspirare i residui sotto viscoelastica, senza irrigare e poi eseguire una vitrectomia anche per via anteriore ed impiantare la lente nel sacco o davanti la ressi.
Capsuloressi Una corretta capsuloressi è l’elemento determinante per portare a termine con successo e in sicurezza una procedura di facoemulsificazione1. Questa fase chirurgica rimane sempre una fase molto delicata e l’obiettivo del chirurgo pertanto deve essere sempre quello di mantenere la capsuloressi intatta. Le dimensioni di solito variano fra i 5 e 6 mm di diametro poiché la zona di 6 mm di diametro della cristalloide anteriore è sicuramente libera da fibre zonulari ed inoltre le più comuni IOLs presenti attualmente nel mercato possiedono un corpo ottico di 5,5-6 mm di diametro23. Per ottenere un buon controllo di una capsuloressi, il chirurgo dovrebbe sempre avere una perfetta visibilità e una camera anteriore ampia e ben riempita di viscoelastico. Più la camera anteriore è profonda, infatti, più la tensione sulle fibre zonulari si allenta e la forza vettoriale che tende a far fuggire all’esterno la ressi diviene poco rilevante rispetto a quella che il chirurgo impone conducendo la ressi stessa. In questo senso ogni volta che il chirurgo avrà problemi di conduzione della ressi non bisognerà esitare ad iniettare viscoelastico in camera anteriore. Attualmente la tecnica standard per creare una capsuloressi è senza dubbio con cistotomo e/o pinze, sotto viscoelastico24. In futuro potrà svolgere un ruolo SPECIALE LA VOCE AICCER
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