AICCER monografia 2 perc 05 dispensa

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Incidenza e tempistica potenziale di rottura capsulare nella chirurgia della cataratta

Figura 2.

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recupero visivo le complicanze che si possono associare alla rottura della capsulare posteriore, come l’edema maculare cistoide, il distacco di retina e l’endoftalmite8. La rottura capsulare può verificarsi in diversi tempi chirurgici durante un intervento di cataratta. Infatti è riportata durante la capsuloressi, l’idrodissezione, la facoemulsificazione, l’infusione/aspirazione dei residui corticali e infine durante il posizionamento della IOL (Figura 2). Indispensabile sempre, ma tanto più quanto è più presente materiale cristallinico, una diagnosi immediata sul meccanismo che ha prodotto la rottura capsulare, sulla sede ed ampiezza della rottura per realizzare quelle manovre tanto più sicure, efficaci e riproducibili quanto più precoci. Le fasi più a rischio di rottura capsulare sono durante l’emulsificazione, come riportato da Mulhern19 e Osher20 e durante l’irrigazione/aspirazione, come riportato da Gimbel21 e Zheng22. Nella casistica di Gimbel et al è riportato che nel 50,6% dei casi la rottura della capsula posteriore è avvenuta durante la fase di facoemulsificazione (di questi il 90,5% ha richiesto una vitrectomia anteriore), nel 39,7% dei casi durante la fase di irrigazione/aspirazione (nel 42,4% vitrectomia anteriore), nel 7,2% dei casi durante l’inserzione ed il posizionamento della IOL (nel 50% vitrectomia anteriore) ed infine nel 2,4% durante l’idrodissezione-idrodelaminazione (nel 50% vitrectomia anteriore)1. Nel 61,5% dei casi, è stato possibile trasformare la rottura capsulare in una capsuloressi della capsula posteriore e in questi occhi è stata impiantata la IOL nel sacco. Quando invece non è stato possibile creare una capsuloressi posteriore (38,5%), nel 53,1% è stata effettuata una fissazione della IOL alla capsula anteriore laddove la capsuloressi era intatta e piccola abbastanza da catturare l’optica della IOL, nel 31,2% è stato effettuato un impianto nel solco poiché la rima della capsula anteriore non era intatta, mentre nel 15,7% la IOL è stata impiantata in camera anteriore. Solo fino a qualche anno fa, la fase di irrigazione/aspirazione era quella con maggiore incidenza di rottura della capsula posteriore e questo è cambiato grazie ai progressi ed alla qualità degli strumenti di aspirazione più usati ed alla elevata “smussezza” dei fori di aspirazione. Il comportamento da tenere in seguito ad una rottura capsulare varia a seconda della difficoltà dell’intervento, della fase in cui la capsula si rompe e dall’esperienza del chirurgo. In particolare il chirurgo deve essere consapevole che tutte le manovre intraoperatorie diventeranno più pericolose. Inoltre il chirurgo deve saper valutare le difficoltà che si sono venute a creare, e deve essere in grado di metterle in relazione con la situazione del paziente e con le proprie possibilità.

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