CHIRURGIA DELLA CATARATTA di Maria Trinchi
Biometria nei casi difficili
I
l risultato refrattivo dopo chirurgia della cataratta dipende essenzialmente dal calcolo accurato del potere della IOL impiantata. È possibile ottenere una precisione di calcolo grazie ai sofisticati metodi di biometria e alle formule di calcolo di ultima generazione. Ciò è vero in situazioni normali. D’altra parte esistono casi difficili come occhi con anomalie congenite della lunghezza assiale (bulbo molto corto o molto lungo) o acquisite (dopo chirurgia vitreo retinica); con anomalie congenite del potere corneale (cheratocono) o acquisite (dopo cheratoplastica, chirurgia refrattiva ed incisionale) che richiedono particolare attenzione sia nelle misure bio-
metriche pre-operatorie (misura lunghezza assiale, potere corneale, predizione dell’effettiva posizione della lente) che nella scelta della formula biometrica più idonea. Di fronte ad un occhio anomalo essenziale è la scelta del tipo di strumento da utilizzare1. Il gold standard nella Biometria è dato dall’interferometria a coerenza parziale (dual beam PCI). Questa tecnologia è sfruttata dallo IOL Master, device ottico, che utilizza una sorgente luminosa ad infrarossi (λ=780nm), generata dall’interferometro di Michelson. È una biometria “no contact” che permette una misurazione oggettiva, riproducibile, rapida e precisa
Figura 1. Confronto dell’outcome refrattivo con la Biometria Ultrasonica A-Scan a Contatto, ad Immersione ed Ottica (IOL MaSter). Applanazione A-Scan: lunghezza assiale erroneamente corte, variabile compressione corneale, abrasioni corneale, dipendenza dall’operatore. Immersione A-Scan: no-contact, meno dipendente dall’operatore, limitata risoluzione dell’onda sonora (10 MHZ), possibili misure fuori l’asse visivo; IOL Master: device laser no-contact alta risoluzione, alta accuratezza indipendente dallo spessore retinico (da Hill W., 2003 modificata).
16 LA VOCE AICCER 1/2010