Il domenicale di Casoria

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Anno III - Numero 17 del 12 maggio 2013

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Domenica 12 maggio 2013

Anno III - Numero 6 del 10 febraio 2013

pag. 2Vignetta di Carmine Mondola pag. 3Editoriale di Mario Romano

pag. 4 Rubrica pag. 5 Rubrica pag. 6 Politica pag. 7 Politica pag. 8 Riceviamo e pag. 9 Cronaca pag. 11 Eventi pag. 12 Napoli pag. 13 Lavoro La fine dell’antiberlusconismo pag. 14 Mondo pag. 16 Rubrica pag. 17 Il Napoli pag. 18 Italia pag. 19 Territorio pag. 21 Salut pag. 22 Italia pag. 23 Teatro RISTRUTTURAZIONI TOTALI E PARZIALI DI APPARTAMENTI RISTRUTTURAZIONE DI ESTERNI DI INTERNI EDIFICI O PARCHI - TETTO TERMICO PRONTO INTERVENTO E MANUTENZIONE

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di Enzo Marino di Enzo Marino di Vincenzo Russo di Gianni Bianco pubblichiamo di Gilda Longhi di Marzia luciano di Ciro Crescentini di Pietro Simonetti di Maria Gentile di Valerio Cresci di Pasquale Lucchese di Rosaria Ascolese di Luca Tramici di Vittoria Caso di Angelo Ferro di Eduardo Paola

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Periodico settimanale a diffusione gratuita Anno III n. 17 - 5 maggio 2013 Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 4925 del 28/09/2011 Direttore responsabile: Pasquale D’Anna direttoredomenicale@libero.it Caporedattore: Gilda Longhi redazionedomenicale@libero.it Redazione: Via G. Marconi, 80026 Casoria (NA) redazionedomenicale@libero.it Stampa:

Via dell’Indipendenza, 37 80021 Afragola (NA) graficatuccillo@libero.it Edito da: Associazione Culturale Kasauri Casoria (NA) Progetto Grafico e Impaginazione: Marco Capparone Questo numero è stato chiuso in redazione Giovedi 2 maggio 2013

Il graffio di Ciemme

LA REDAZIONE Rosaria Ascolese

Marzia Luciano

Tommaso Arcella

Pellegrino Mazzone

Gianni Bianco

Carmine Mondola

Marco Capparone

Raffaele Nocera

Vittoria Caso

Pina Paone

Valerio Cresci

Francesco Pagliuca

Emiliana Cresci

Eduardo Paola

Gennaro Crispino

Amalia Vettoliere

Gea D’Anna

Maria Ranieri

Massimo D’Auria jr

Mario Romano

Michele Della Gala

Vincenzo Russo

Ciro Esposito

Pina Savorra

Angelo Ferro

Luca Tramici

Maria Gentile

Umberto Simonetti

Pasquale Lucchese

Ernesto Valiante

Pietro Simonetti

Giovanni Manfredi

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Domenica 12 maggio 2013

Mario Romano

mario.romano65@gmail.com

E

’ il peggior governo che ci potesse capitare, ma non ce n’era uno migliore. Ci tocca parafrasare Churchill. Una squadra di governo composta da 21 ministri, 10 viceministri e 30 sottosegretari rimanda con la memoria agli affollati governi del pentapartito. Aldilà delle considerazioni sulle opportunità politiche e sulla lealtà rispetto agli impegni elettorali, che lacerano tanti elettori del PD e molte perplessità fanno insorgere in generale, questo governo ha una struttura e una numerosità che rendono oggettivamente difficile un indirizzo comune ed omogeneo. Per cercare di creare uno spirito di gruppo Letta ha organizzato un ritiro di 24 ore della squadra dei ministri presso un’abbazia toscana. I precedenti non mancano e non sono incoraggianti. Le volte che è stato capo del governo, Prodi, appassionato sostenitore di questa forma di rafforzamento dello spirito di gruppo, ne organizzò due: uno nel 1997 e l’altro nel 2007. Entrambi i governi caddero dopo un anno. Evidentemente in politica qualcosa turba una prossimità vicina all’intimità. Questa volta il ritiro durerà un giorno, fortunatamente troppo poco per sbirciare tra le reciproche vergogne. In realtà questo non è un governo solo. Sostanzialmente se ne contano tre: uno PDL, un altro PD e, infine, quello istituzionale, curato direttamente da Napolitano. Con

EDITORIALE

Non è la Balena bianca... qualche comparsa dell’UDC e alcune note di colore. Se infatti il PDL ha il governo degli affari (Sanità, Infrastrutture) e dell’ordine pubblico, il PD si è ritagliato una veste, tanto nobile negli intenti quanto forse esangue nella sostanza, di cura e sensibilità verso gli investimenti di lungo termine (Pubblica istruzione, Sviluppo economico, Ambiente, Cultura). Nei rapporti internazionali e nei conti pubblici, dove c’era la necessità di dare garanzie ai mercati, all’UE (e a Napolitano), invece, il compito è assegnato a figure istituzionali. A questi va aggiunta la Giustizia, assegnata alla Cancellieri, nel ruolo di garante interno. Qua e là qualche ventata di freschezza, con due italiane acquisite, che fin dalle prime ore si sono dimostrate anche le più vivaci e interessanti, segno che questo paese non riesce a comprendere quale risorsa possa essere l’avvio di un processo di piena integrazione degli immigrati in termini di diritti politici oltre che civili. A cominciare dai loro figli nati in Italia. Molti commentatori hanno definito il governo Letta un tipico governo democristiano, evidenziando come i ruoli più importanti siano toccati a personaggi che in gioventù sono stati con lo scudocrociato, a cominciare da Letta e da Alfano. E hanno parlato di un ritorno della Balena bianca. Dubito però che si possa ipotizzare una

riedizione della DC. Il fatto che tante figure di tal segno compongano questo governo è solo il risultato della contingenza politica, che da una parte, con il fallimento di Bersani, ha quasi del tutto azzoppato il PD nel suo arto sinistro, dall’altra è il risultato della necessità di convergenza centripeta di un governo di larghe intese. Del resto anche il PDL ha dovuto tenere fuori quasi tutti i suoi “falchi”. Pensare che sia un trionfo del centrismo, dunque, è del tutto fuorviante. Sarebbe paradossale credere che la vittoria sia del centrismo, quando invece è stato ampiamente sconfitto alle ultime elezioni, sia con Scelta civica che direttamente lo rappresentava che, perché no, con lo stesso PD, che forse con le sue posizioni eccessivamente moderate si è giocata la possibilità di vincere le elezioni. In realtà ognuno dei componenti dei tre governi che formano la compagine di Letta, in particolare quelli del PD e del PDL, che non a caso sono figure di secondo piano, è tenuto alla stretta osservanza degli indirizzi del proprio partito e non sarebbe capace di richiamare in terra la DC, se non con una seduta spiritica. Magari durante il ritiro. Ma non è consigliabile. Deve averci provato anche l’esperto Prodi nei due citati ritiri governativi. Con i risultati che conosciamo.

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Domenica 12 maggio 2013

Non cercate coerenza o un filo conduttore o uno stile letteario... vi saranno negati! Questa rubrica sarà solo il passepartout tra me e voi quando io navigherò tra i miei ricordi veri o fantastici, nostrani o internazionali, sociali o spirituali

RUBRICA

ENZO

M A R IN O

VIAGGI NELLA MEMORIA,VIAGGI NELL’ESTRO

Magia Méxicana Dal diario mentale: “…La formalità degli incontri ufficiali mi metteva a disagio e non condividevo le severe regole dell’Università. Ma l’ambiente mi piaceva. Bella gente, fiera, generosa che dava l’idea di non prendere seriamente la vita ma di essere comunque coinvolta loro malgrado nell’esistenza. Una filosofia fatalista ed un carattere esuberante somiglianti per certi versi a quelli napoletani ma più sfuggenti. Tula e la sua Università erano tranquille, forse eccessivamente calme per uno che vive in una città caotica come Casoria. C’era un ambiente riposante che induceva alla meditazione. Proprio quello che cercavo in quel momento. Eppure, all’alba, l’imponente cinguettio degli uccelli mi svegliava e non mi faceva più dormire. Migliaia di piccoli esseri nascosti tra gli alberi, arrogantemente davano il loro concerto beffandosi di me e del mio sonno già sballato dal fuso orario. Spesso m’incantavo ad osservare il colore di un bellissimo passeraceo bicolore rosso-nero che mi somigliava nella mia indole solitaria ma non nel piumaggio, troppo rosso scarlatto per la mia pelle rosea e troppo nero corvino per il dorato dei miei peli, ed un canto troppo armonioso per la mia ugola così poco educata… Intanto sotto il sole avvolgente dei tropici la mia pelle delicata arrossava dolcemente fino a diventare di fuego senza, però, mai ustionarsi. L’eccessiva altitudine, di tanto in tanto, dava strani scossoni al mio fisico ormai non più giovanissimo: prima sospendeva, per frazioni di secondi, la mia vita e poi, con dei piccoli e rapidi sussulti, me la ridava. Fenomeni impercettibili condivisi, sembra, con pochi altri artisti non messicani. I temporali improvvisi in pieno giorno raffreddavano rapidamente l’aria e la mia mente, che si eccitava troppo spesso alla vita messicana. Mezz’ora di tre-

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menda burrasca e poi subito, magicamente, tutto asciutto. Cinque giorni per produrre un murales ispirato al serpente piumato Quetzalcòatl, dio azteco. Stava per generarsi una performance insolita sia per me che non sono un muralista, sia per gli organizzatori che intendevano rilanciare i murales attraverso un rinvigorimento internazionale, sperimentando un tipo di “pittura da muro” trasportabile, cioè non da realizzare su un muro di pietra fisso ma su un supporto rigido che possa essere comunque spostato ed esposto nei luoghi voluti. Il grado di passione dei messicani per i murales è paragonabile a quello della devozione che hanno i “fujenti” napoletani per la Madonna dell’Arco attraverso gli ex-voto o a quello del fanatismo induista nepalese estrinsecato nelle edicole della dea Kali. Oggi, con gli effetti devastanti della globalizzazione della cultura, dove il patrimonio di conoscenze sopravvive solo se è funzionale al sistema mercantile, il murales, un prodotto essenzialmente immobile che non ha la possibilità di essere commercializzato più volte, non ha mercato e, quindi, rischia il decadimento, il disinteresse generale con grave danno alla cultura mondiale. E allora è giusto che diventa un affare dell’intelligentia messicana. delle Università. È giusto risvegliare le sensibilità sopite. È giusto svincolarlo dall’antica concezione tecnica per cui è nato e ricercare vie nuove per collocarlo nell’attualità. È giusto il coinvolgimento internazionale e, perché no, la mia stessa presenza di scettico in questo luogo della sacralità muralista... La visita al campus universitario avvenne dopo colazione, ma a me non interessava. L’avevo visitato la sera prima da solo. Adocchiai un gruppo di studenti con una chitarra, mentre sostava sotto ad un albero, e allora lasciai gli altri artisti

e lo raggiunsi. Giovani studenti in allegria ed io, pur non conoscendo la loro lingua, da buon napoletano, riuscii a comunicare con loro. Nacque una simpatia tra di noi. Avevamo in comune l’antipatia per i gringos e l’amore per l’arte e la musica. Inizialmente erano in cinque e iniziarono a cantare esclusivamente canzoni messicane per me. Alla prima intonazione se ne aggiunsero altri e poi altri ancora, tanto da inondare il campus di quel concerto improvvisato. Buon canto, belle canzoni della tradizione: Las Chiapanecas, La Botella, Danzade Los Quetzales, Las Espuelas de Amozoc, Iesusita en Chihuahua, Juana Gallo, La Adelita e così via. Io mi fusi con loro e partecipavo con suoni vocali vagamente intonanti alle loro arie che non erano per niente estranee alle mie orecchie. Raggiungemmo un’intesa emotiva e intellettuale rapidamente. Sembrava conoscerci da secoli. Raggiungemmo apici di feeling quando, all’indomani, suonarono e cantarono per me, invogliandomi a dipingere e favorendo la mia entrata nello spirito messicano dei murales… Si dipingeva su un campo di palla a volo adattato ad atelier mentre un enorme tendone ci proteggeva dagli agenti atmosferici. Le condizioni ambientali ed emotive per fare un buon murales c’erano però mancava qualcosa che mi fece gingillare i colori, i pennelli, il tempo e me stesso almeno per tre giorni, ci mancava quella spinta che viene dal profondo e che fa scatenare la “dolce pazzia”. Io abbozzai l’opera e non dipinsi ma feci dipingere chiunque lo volesse fare: baldi giovani, delicati bambini, belle donne, sapienti professori, fieri vigilantes e Cynthia, la mia bella ed intelligentissima assistente. Sul mio murales c’erano i segni di tantissimi messicani e poco la mia impronta… Il rettore dell’università era preoccupa-


Domenica 12 maggio 2013

tissimo perché il mio murales era l’unico incompleto e l’indomani alle undici c’era l’inaugurazione con la presenza delle autorità e della stampa. Io invece, insieme ad altri artisti, preferii fare un’incursione in città.“… Poi all’ingresso del mercato grande, una vecchia tolteca, venditrice di grasse chinicuiles, larve cotte delle falene americane Hypopta agavis, richiamò la mia attenzione. Ci guardammo a lungo negli occhi senza proferir parole ed io, pur se imbarazzato, continuai, con gli amici, l’irruzione nel mercato per nuove esperienze culinarie… Mangiai cose incredibileper la nostra gastronomia ma, se pur di diverso gusto, le trovai accettabili e per niente rivoltanti. …All’uscita la ritrovai li che mi aspettava, richiamò ancora la mia attenzione, strinse le mie mani tra le sue piccolissime e incominciò a parlarmi in una strana lingua. Non era spagnolo …forse nahuatl. Emise suoni incomprensibili, poi, capito il mio smarrimento, mi attirò a sè costringendomi ad esplorare i copiosi solchi della sua faccia e a fissarla nel profondo degli occhi e a ingoiare il suo alito acido. In quell’istante persi la mia personale percezione della vita radicata in convenzioni sociali del mondo occidentale mentre, senza stregonerie o riti magici, un’altra forma di conoscenza ugualmente “reale e oggettiva” m’invase. Il bianco era bianco, l’irreale era irreale, lo spirito era spirito ma non con una nettezza diversa dal nostro sapere e lontana dai confini mentali di mia conoscenza. Era percezione pura, estrema, totale,

fatta di energia. Ella placò il mio smarrimento con una strusciata di viso sulle mie mani. Poi soavemente, a labbra afone ma a mente schiusa continuò a versarmi la sua energia Nahual:“…se tu pintar vuoi tra i figli dei toltechi, degli indios, dei latini e delle loro mescolanze sentendo di non essere più tu ma uno di loro; se mangi tortilas, judías, pimentones, grilli e scarabei mostrando gusto e piacere; se bevi Mezcal e ancora agua de fuego fino a

cadere a terra senza però portarne i segni; se in piazza danzi “Aguila Blanca”, “Alegria de Xochiquetzal”, “Xipe” mostrando sul viso la sofferenza del pueblo; se sgranocchi mais tostato mentre onori la Santa Muerte come un vero dio major; se pratichi riti magici toltechi pronto a ritrovarti tra ombre ignote; se bevi la stessa “pulche” che inebriò Quetzalcòatl senza timore di affrontare chimeriche e oscure avventure; se riesci a dare te stesso tanto da

diventare parte di questa mia stessa carne bruciata dal sole; se vedi in me l’antico serpente piumato …allora puoi produrre un verdadero murales mexicano…” Forse per giorni, forse per ore o solamente per pochi secondi, senza cercarle, senza alcuno sforzo, docilmente e in uno spazio senza fine vissi emozioni mai vissute prima, ...mai sognate. Forse fui lasciato tra le braccia della sciamano carezzato da bizzarri misteri, forse fui riportato al campus in semi coscienza ubriaco di idee fascinose, forse fui sospeso nell’etere in attesa di eventi senza tempo.Accettai un grosso bicchiere di Pulche, denso, biancastro, puzzolente che bevvi in due sorsi e ...poi l’oblio completo.Ancora inebriato, come in un sogno semi cosciente, mi ritrovai all’alba dell’ultimo giorno vicino al mio murales “Quetzalcòatl: energia umana” ormai completato, con una collana di grosse pietre verdognole al collo dai cui riflessi vedevo il mio lievitare nell’aria, il mio dipingere incosciente, le mie immagini vive riportate sul dipinto. Poi la visione d’aver sposato qualcuna o qualcosa là tra le stelle mexicane…Forse un luogo, forse un’atmosfera, forse la stessa mia mente, forse un’entità misteriosa, forse il giusto allineamento degli astri, forse il “pulche” o forse tutti insieme liberarono per me la magia dell’art e della vita....” Dopo qualche giorno, ancora istupidito, circolavo per la mia Casoria. Tula de Allende – México, 24-29 junio 2005

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POLITICA

Vincenzo Russo

vincenzo.ru@libero.it

C

asoria e Afragola storie politiche parallele. Ad Afragola, nei giorni scorsi, si è riproposta una situazione che i cittadini di Casoria hanno vissuto circa 5 anni fa quando Tommaso Casillo, l’ultimo giorno valido delle presentazioni delle liste, decise di testa propria: “Io o nessuno” e, andando contro il suo stesso partito, ufficializzò la sua candidatura a sindaco della nostra città, la situazione si concluse con la sconfitta di Casillo che si fermò a 11.234 voti e fu battuto da Stefano Ferrara che ne ottenne 15.241. Il suo esempio ha fatto scuola e cosi, ad Afragola, Domenico Tuccillo, ex parlamentare che da qualche anno è in cerca di incarichi amministrativi, si è presentato come “l’usato-riciclato” proponendosi come il candidato della coalizione di centrosinistra. Una coalizione che a molti è parsa una ammucchiata di partiti e di nomi, oltre al Partito Democratico (che ha candidato una concorrente del Grande Fratello) e all’Unione di Centro, sostengono la candidatura di Tuccillo i Giovani Democratici, Afragola Libera, A viso Aperto – la Rinascita, Afragola Democratica e Moderati, tutti insieme per cercare di battere il centro destra guidato dal prof. Antonio Pannone, già vicesindaco della città. Per anni questi stessi partiti, che oggi compongono la coalizione di

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Domenica 12 maggio 2013

La casta Casoriana e le vicende politiche Afragolesi. centro sinistra, hanno criticato Tuccillo reo di non conoscere i problemi del territorio e di essere assente dalla vita politica Afragolese, ora invece lo presentano agli occhi degli

elettori come volto nuovo e come quello che dovrebbe rivoluzionare la città. Discutibili anche le scelte compiute dallo stesso parlamentare per la nomina del candidato a sindaco di Casoria alle ultime elezioni amministrative, il Partito democratico, del quale Tuccillo è vicesegretario regionale, non riuscì ad imporre il proprio candidato sindaco e nella rosa dei “papabili” spuntò Carfora, espressione di Casillo. Se ci ritroviamo, dopo 24 mesi, un’amministrazione in salsa mista con consiglieri di centro sinistra e centro destra che governano in modo discutibile la nostra città è anche colpa dei vertici politici

del Pd regionale. Infatti, a distanza di qualche anno, i rapporti tra Casillo e Ferrara si sono ricomposti e, per questioni di mera opportunità, i due hanno stretto un vincolo amministrativo, Casillo è Assessore della giunta Carfora mentre Stefano Ferrara ora è Presidente del Consiglio Comunale. Tuttavia malumori starebbero nascendo all’interno della maggioranza, voci che circolano affermano che sulla graticola debba finire l’assessore Sergio D’Anna, per anni fermo oppositore di Casillo. L’Assessore sarebbe osteggiato da alcuni consiglieri che ne starebbero chiedendo la testa, o meglio la poltrona politica. Ancora una volta pare stiano per prevalere le vecchie logiche di potere, di pseudo politici che pensano che Casoria debba restare nelle mani di pochi e che questi possano decidere a nome di tutti. La “casta” Casoriana, talaltro, sta facendo stampare dei bigliettini da visita per ogni consigliere comunale, a queste “piccole” spese si aggiungono gli sconti per l’Uci cinema, le palette da esporre in bella mostra sulle auto, i costi inerenti la telefonia. Ad Afragola le elezioni sono vicine, 26 – 27 maggio prossimi, Pannone sembra essere il favorito ma non ci resta che attendere e verificare se la città è ancora uno dei feudi della sinistra cosiddetta democratica.


Domenica 12 maggio 2013

Gianni Bianco

gianni.biancogb@libero.it

I

l Consiglio comunale di Casoria, con quattordici voti a favore e sette contrari, vota il Bilancio consuntivo, atto obbligato prima della stesura di quello previsionale. I sette contrari: Del Prete, Massimo Iodice (Udc); Mosca, Orlando (Pdl); Balsamo, Marigliano, Laezza (Pd). Hanno votato a favore Il Sindaco Carfora, Salvatore Iodice, Sosio, Monaco, Esposito, Mileto, Cerbone (Api); Bene e Petrone (Idv); Colurcio (Noi di Arpino); Cortese (Fli); Capano (Udc); Pugliese (Nuovo Psi); Stefano Ferrara (Presidente del Consiglio). Assenti: Galluccio (Api); Mauro Ferrara (Grande Sud); Polizio (Udc), Fuccio (Pd). La discussione è iniziata con la relazione dell’assessore Valeria Esposito ed è proseguito con il dibattito. Noiosamente si è andato avanti fino alla richiesta esplicita del consigliere Balsamo di riprendere la parola, il Presidente Ferrara la nega, apriti cielo, iniziano le danze. I due consiglieri in Sala del Pd Laezza e Marigliano, prendono la parola e per dichiarazione di voto propongono una serie di domande alle quali non è stata data risposta e se qualche tentativo è arrivato, è stato poco comprensibile per i quesiti posti, come nell’intervento del consigliere Salvatore Iodice dell’Api. Quali sono allora le domande poste dai tre rappresentanti del Partito democratico di Casoria che ad adeguarsi all’inciucio Istituzionale locale, così come accade a livello nazionale non ci pensa nemmeno?Casoria Ambiente. Il pignoramento verso la partecipata “In House” del Comune di Casoria causato da una denuncia del Comune di Casandrino. Come mai non si colpiscono i vertici di Casoria

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POLITICA

Tutto cambia, nulla cambia ambiente per chiara incapacità per aver procurato tale condizione. Inoltre, nel parlare dei temi ambientali, di risparmi o “spending rewiew”, chiede all’amministrazione cittadina come mai sia stata utilizzata la logica del “Nolo a freddo”, in pratica un contratto di noleggio tra due soggetti, pubblici o privati, avente ad oggetto l’utilizzo di un bene, in questo caso per l’Isola ecologica di Casoria. Il suolo in questione, ribadisce Laezza, non è ancora provvisto dei requisiti sanitari e delle autorizzazioni necessarie da parte della Provincia di Napoli. Per quel suolo, continua l’esponente Pd, già due mensilità sono state corrisposte ai proprietari, 8200 euro di fitto per due anni, che a occhio e croce sommano quasi 200.000 euro e l’Isola ecologica non è in funzione. Altro quesito proposto sempre dai consiglieri Pd: “Il cambio del dirigente alla Ragioneria dott. De Rosa, sostituito dal dott. Setaro dei servizi demografici”. Come mai questa sostituzione avviene nei giorni in cui si prepara il Bilancio si adotta un principio di rotazione di servizio di dirigenti, non dimentichiamo a contratto a tempo determinati e assunti per la propria esperienza professionale? Altro quesito quali sono stati i criteri di nomina, competenza e obiettivi per altre nomine. Il Sindaco, dopo mesi di letargo, interviene e quello che dice, a giustificare le scelte e dare risposte ai rappresentanti del Pd in consiglio comunale, ha il carattere di una rabbia e di una serie di “offese” dirette e indirette che, per un ex arbitro come lui, serafico e pronto a incassare qualsiasi aggettivazione, proprio non trova giustificazione. Altre sono state le parole

grosse cui rispondeva con un sorriso, chissà perché oggi si arrabbia il Sindaco di Casoria, che Laezza nel replicare specifica “sulla carta”, vista predominanza, riconosciuta da tutti, dell’assessore Casillo negli equilibri del governo cittadino. Insomma, la discussione si spegne lì. Nelle repliche: le stesse domande, le stesse risposte. Un inciso sul problema delle Commissioni consiliari convocate e addirittura evase dai dirigenti convocati per discussioni su problemi specifici. Il consigliere Monaco al riguardo ritiene giuste le perplessità dell’esponente democratico al punto di chiedere una Commissione d’inchiesta ch possa far luce sulle assenze dei dirigenti alle convocazioni, presenze dovute a mio giudizio per ruolo, competenze e soprattutto rispetto verso i rappresentanti dei cittadini in Commissione. Si vota e il risultato è quello che in premessa ho riportato: quattordici a sette. Dopo questa votazione si preparerà il Bilancio di previsione, probabilmente l’articolo dovrebbe essere il copia e incolla di questo, cambiando solo qualche parola. Intanto si prepara il rimpasto. La fibrillazione in giunta è palpabile, visi cupi, imbronciati. A parte gli inamovibili amministr’Attori, scricchiola qualche seggiola e visto quello che è accaduto al settore Ragioneria, il sospetto è d’obbligo. All’esterno scalpitano vecchi o nuovi esponenti politici. La giostra che va avanti da vent’anni esatti in città non si ferma e per buona pace di chi vuole essere protagonista o rientrare in corsa, oggi l’occasione è ghiotta. Tutto cambia perché niente cambi e in città i Gattopardi, sono sempre in agguato, pronti a graffiare.

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Domenica 12 maggio 2013

R IC EV IA MO e P U B B L IC H IA MO

Responsabilità e inadempienze Al Sindaco di Casoria Dott.Vincenzo Carfora SEDE Oggetto:- PIU’ EUROPA – Servizi di supporto per l’adozione della variante urbanistica all’intervento ID 185 “PARCO DELLE ARTI”. Interrogazione a risposta scritta. Il

sottoscritto

Consigliere

Comunale

Premesso che: Con Determina n. 35 del 18/02/2013 del Settore 2° - Ragioneria Finanze e tributi, registrata nella raccolta generale delle determinazioni in data/02/2013 n. 349, è stato conferito l’incarico alla S.r.l. SUBURIA Mode, per il servizio di assistenza tecnica per la redazione di tutti gli elaborati necessari alla predisposizione della variante urbanistica dell’intervento denominato Parco delle Arti e anche, l’assistenza al Settore Urbanistico per il rilascio dei pareri necessari e dovuti per legge per un importo complessivo di € 10.000,00; Dalla lettura della predetta determina si evince quanto segue: Con Delibera di Giunta n. 72 del 07/06/2012 e successivamente approvata con modifiche dal Consiglio Comunale con atto n. 37 del 03/10/2012, oltre ad approvare il progetto preliminare, era stato avviato il procedimento finalizzato all’approvazione del progetto in variante alla strumentazione urbanistica vigente per il territorio del Comune di Casoria, adottandolo, ai sensi e per gli effetti del combinato disposto degli articoli 10, comma 2 e 19 del D.P.R. n. 327/2001 s.m.i.;Il progetto preliminare del “Parco delle Arti”, non risultando conforme alle previsioni urbanistiche, era stato approvato ai sensi dell’art. 19 del D.P.R. n. 327/2001, che al comma 1 prevede che: “… quando l’opera da realizzare non risulta conforme alle previsioni urbanistiche, la variante al piano regolatore può essere disposta con le forme di cui all’art. 10 comma 1, ovvero con le modalità dei comma seguenti ….”, ed in tal senso erano state approvate le delibere, rispettivamente, di Giunta Comunale n. 72/2012 e di Consiglio Comunale n. 37/2012; Successivamente con nota del 05/11/2012, prot. n. 34030, la delibera di Consiglio Comunale n. 37 del 03/10/2012, completa di tutti gli allegati, è stata trasmessa al Settore Urbanistica della Provincia di Napoli, per l’espressione del parere di cui all’art. 19 comma 4 del D.P.R. n. 327/2001; Il Settore Urbanistica della Provincia di Napoli, con nota del 28/11/2012, prot. n. 112314/VIII, acquisita al Comune di Casoria il 10/12/2012, ha sospeso il procedimento di espressione del 8

parere, sostenendo tra l’altro che: ”… il dei provvedimenti tecnici ed amministrativi Comune dovrà provvedere a verificare e messi in essere dagli uffici competenti del documentare se sussistono i presupposti comune in merito all’approvazione della che consentono il ricorso all’art. 19 del variante urbanistica relativa all’intervento D.P.R. n. 327/2001 in combinato disposto denominato “Parco delle Arti e rilevati dal dell’art. 24 della L.R. n. 16/2004, per effetto Settore Urbanistico della Provincia di Napoli del quale l’Amministrazione Provinciale che, con nota del 28/11/2012, prot. n. 112314/ risulta ente delegato all’approvazione delle VIII, ha sospeso il parere di approvazione in varianti urbanistiche. Qualora codesto attesa delle determinazioni da parte del Comune; comune, a seguito della suddetta verifica, con la predetta determina con la quale il intenda avvalersi, per la formazione Dirigente è stato dell’avviso di procedere ed approvazione della variante della all’approvazione della variante puntuale al disciplina introdotta dal Regolamento PUC ai sensi di quanto disposto dall’art. 3 Regionale di attuazione per il governo del del Regolamento n. 5/2011 (Procedimento di territorio n. 5/2011, dovrà uniformare gli formazione e pubblicazione dei piani territoriali, atti al nuovo procedimento amministrativo urbanistici e di settore) di fatto ha comportato nell’ambito del quale all’Amministrazione inevitabilmente l’allungamento dei tempi; per Provinciale è affidata la dichiarazione di la realizzazione dell’opera in oggetto a valersi coerenza alle strategie sovra comunali…”; sui fondi FESR e FSE - 2007/2013 e attesi quindi il settore Urbanistica della i tempi di modifica per uniformare le delibere Provincia di Napoli, sostiene che per di Giunta e di Consiglio Comunale secondo un’opera pubblica in variante alla quando previsto nel succitato dall’art. 3 del strumentazione urbanistica vada attuato il Regolamento n. 5/2011 per l’approvazione procedimento previsto per l’approvazione della variante urbanistica da parte della di uno strumento urbanistico generale; Provincia di Napoli, Bando delle procedure Successivamente, al fine di superare di gara ai sensi dell’art. 53 comma 2 lett. “e” l’impasse tecnico ed amministrativo sono del D.Lgs. 163/06 s.m.i., aggiudicazione dei stati svolti incontri con gli organi tecnici lavori, contratto d’appalto, i tempi necessari del settore Urbanistica della Provincia di per l’inizio e ultimazione dell’opera, ecc. salvo Napoli, che rimanevano dell’avviso che imprevisti, effettivamente si corre il serio l’approvazione di un’opera pubblica in rischio di perdere i finanziamenti stanziati de variante alla strumentazione urbanistica quo, così come, ha paventato lo stesso Dirigente deve seguire il medesimo procedimento Responsabile del programma PIU EUROPA. che si attua per una Variante Generale al tutto ciò premesso e considerato, si è del parere Piano, ribadendo altresì, che il comune che tutto ciò poteva essere evitato se i dirigenti di Casoria avendo adottato il PUC con preposti avessero convocato una Conferenza di Delibera di Consiglio Comunale n. servizio con gli attori interessati al rilascio dei 16/2012, non era possibile proporre ulteriori relativi pareri ai sensi dell’ex art. 14 comma 2 varianti urbanistiche ancorché finalizzate della L. n..241/90 s.m.i. sul progetto preliminare. all’approvazione di un progetto di opera Pertanto alla luce di quanto su esposto; pubblica ma, erano possibili approvare solo progetti conformi al PUC adottato; CHIEDE Il Dirigente responsabile del programma PIU EUROPA, al fine di accelerare l’iter di accertare eventuali responsabilità ed tecnico amministrativo per l’attuazione del inadempienze tecnico - amministrativo programma, è stato dell’avviso (pur non nei confronti dei Dirigenti responsabili e condividendo quanto espresso dal settore quali provvedimenti si intendono adottare; Urbanistica della Provincia Di Napoli) di di revocare il Dirigente preposto procedere all’approvazione della variante dal ruolo di responsabile del procedimento per il Più Europa; puntuale al PUC adottato con Delibera le dimissioni dell’Assessore ai LL.PP.; di Consiglio Comunale n. 16/2012, le dimissioni dei componenti dell’organismo attuando quanto prescritto dall’art. 3 di controllo degli atti amministrativi; del Regolamento n. 5/2011, anche in lo stato dell’arte delle procedure tecniche considerazione del serio rischio di perdere i ed amministrative relative all’adozione finanziamenti stanziati per la realizzazione della variante urbanistica all’intervento dell’opera in argomento. Considerato che: ID 185 “PARCO DELLE ARTI” la Regione Campania ha inteso utilizzare i affidate alla S.r.l. SUBURIA Mode; fondi FESR e FSE per gli anni 2007/2013, i tempi occorrenti per la definizione Obiettivo Operativo 6.1, per rafforzare definitiva dell’opera in parola. l’attrattività e la competitività delle città medie della Campania, Casoria lì 07/05/2013. tra le quali la città di Casoria; l’attuazione del programma PIU EUROPA Il CONSIGLIERE COMUNALE : nei tempi stabiliti, riveste carattere di vitale importanza per lo sviluppo Massimo Iodice economico, sociale e culturale della città; dall’esame della determina dirigenziale n. 35 del 18/02/2013, è emerso evidente l’ incongruenza


Domenica 12 maggio 2013

C RONAC A

Gilda Longhi

gildalonghi85@gmail.com

E

nnesimo caso di violenza in città. Ennesimo episodio di aggressione in una periferia sempre più degradata, dove scippatori e delinquenti la fanno da padroni, in qualsiasi ora del giorno e della notte. A pagarne le conseguenze, questa volta, un diciannovenne, Raffaele Di Monda, di Pomigliano D’Arco, che lunedi scorso, dopo aver accompagnato la fidanzata a casa, camminava nei pressi dell’ingresso della Villa Comunale di Arpino, in Via E.Toti. La sua colpa: quella di avere tra le mani un cellulare di ultima generazione. Che di certo non è passato inosservato ai giovanissimi malviventi, i quali, a volto coperto, avvicinandosi al giovane gli hanno intimato di consegnare il cellulare. A scatenare la loro ira l’inaspettata reazione di Raffaele, che ha risposto alla violenza: i due lo hanno colpito alla mano e all’avambraccio destro e sono scappati via. La vittima, soccorsa da alcuni passati è stata trasportata al Pronto Soccorso del S.Giovanni Bosco. Dei malviventi, ovviamente, nemmeno l’ombra. Ad indagare i Carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli, che fino ad ora non hanno trovato nessuno disposto a testimoniare, nonostante la villa fosse piena di gente. L’omertà in questi casi prevale sulla paura e sul coraggio di difendersi e tutelare se stessi e gli altri. Incredibile ma vero. Raffaele ha riportato delle ferite guaribili nel giro di poche settimane. Tanta paura e un grande shock, ma questo

Casoria violenta: giovane accoltellato per un cellulare. episodio per lui resterà solo un brutto ricordo. Potrà, un domani, raccontarlo, mostrare tutto il suo sdegno e la sua rabbia...pensando sicuramente a un qualcosa tipo: “Poteva andare peggio, potevano uccidermi”. Il tutto per un cellulare. Uno stupido cellulare. E anche al lettore meno attento non sfuggirà che l’episodio appena raccontato ci riporta alla mente qualcosa che abbiamo già vissuto, già senti-

to, già provato. E che ha avuto, purtroppo, un epilogo tragico. E’ il 2 settembre 2001 quando Stefano Ciaramella (che avrebbe compiuto di lì a poco 17 anni) figlio di Mauro ed Antonietta Ferrara, famiglia nota a Casoria, si trova a Via Genova, in pieno centro, a un centinaio di metri dalla compagnia dei carabinieri e a 500 dalla sua abitazione. E’ appartato con la sua fidanzata, una domenica sera, quando in quattro, a bordo di due scooter si avvicinano e minacciano: «Dacci il motorino, dateci i soldi». Stefano reagisce e loro puntano sulla ragazza: le strappano la camicia e le portano via la borsetta. Fuggono. Stefano non ci vede più,

scatta la sua reazione, d’ impeto. Li insegue per pochi metri e si aggrappa a uno di loro. C’ è una breve colluttazione: uno dei rapinatori tira fuori un coltello e colpisce Stefano al cuore. Un gesto di ribellione gli è costato la vita. Perché i balordi di Napoli e dintorni non perdonano. Mentre scrivo mi vengono le lacrime agli occhi: e mi viene da pensare che conoscevo personalmente Stefano. I ragazzi di Casoria , si sa, si conoscono tutti. Oggi lui avrebbe la mia età. Ma qualcuno ha deciso che la sua vita doveva finire presto, troppo presto. Sono passati 11 anni e da Stefano a Raffaele non è cambiato nulla. Anzi. Se qualcosa è cambiato non è certo nei controlli, nella sorveglianza, nella sicurezza in città. E’ cambiata la reazione della gente: 12 anni fa Casoria tutta era sotto shock. Ora i cittadini sembrano non dare più peso a queste notizie, sembrano essersi abituati. Che è la cosa peggiore. La gente si mostra rassegnata a vivere in un luogo in cui devi avere paura di camminare per strada con la borsa al braccio, le scarpe nuove, il cellulare all’ultima moda. E lo sgomento per i casi di violenza, di aggressioni, di rapine, diminuisce di giorno in giorno. Stefano, Antonio Coppola e Andrea Nollino restano ormai dei nomi che forse tra qualche anno nessuno ricorderà più, perché nel frattempo ad essi se ne saranno aggiunti altri ed altri ancora. Vittime di un sistema che proprio non va.

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Domenica 12 maggio 2013

Marzia Luciano

marzialuciano_@libero.it

C

ome troppo spesso, purtroppo, accade nella nostra città, i giorni di festa hanno l’incredibile capacità di essere mutati in giornate da incubo, a causa dello zampino di chi è dotato di un senso civico nullo e di una dose estrema di rozzezza. Il 1° Maggio, difatti, le condizioni meteorologiche più che favorevoli hanno invogliato centinaia di partenopei e turisti a celebrare questa occasione recandosi al mare e dirigendosi prevalentemente verso la costiera sorrentina, ben nota per la sua suggestiva bellezza. E’ inutile dire che la Circumvesuviana è stata letteralmente invasa da giovani e non… ma l’assalto ai treni è stato particolarmente turbolento non per la gran moltitudine di viaggiatori, bensì per la presenza tra loro di teppisti e vandali che hanno trasformato la Festa del lavoro in un Mercoledì da incubo: la violenza con cui questi individui hanno seminato il panico all’interno dei vagoni è stata inaudita, causando non pochi inconvenienti non solo ai passeggeri ma anche alle strutture. Secondo

EVENTI

1° Maggio, triste festa del teppismo i dati diffusi dalla direzione dell’esercizio, sono stati danneggiati circa trenta treni, rotti

duecento bordi delle porte, dotati di sensori, quindici vetri e venti porte sono stati infranti o lesionati. Le telecamere hanno chiaramente ripreso i momenti dell’assalto ed i video, trasmessi al telegiornale e diffusi sul web, mostrano ragazzi che, all’interno dei vagoni, si scagliano contro i finestrini, si arrampicano, si cimentano in atteggiamenti vandalici. Tra i passeggeri, sulla Circumvesuviana

vi era anche il Ministro dei Beni culturali e del Turismo Massimo Bray, che, diretto a Pompei per visitarne privatamente gli scavi archeologici, è stato protagonista, insieme a tanti altri, della triste disavventura. In risposta agli spiacevolissimi avvenimenti dl 1° Maggio, sono scattate misure di prevenzione volte a tutelare la salvaguardia delle strutture tranviarie e dei passeggerei che ne fanno uso, mediante la supervisione tra Napoli e Sorrento di cinquanta unità, compresa la Protezione Civile. Ancora una volta, ci ritroviamo a fare i conti con il fardello di inciviltà che, opprimendo la nostra regione ed, in particolar modo, il nostro capoluogo, affievolisce nei cittadini probi il senso di fiducia verso la propria terra. D’altra parte, “l’educazione di un popolo si giudica dal contegno ch’egli tien per la strada”… Ed il nostro popolo, a causa di pochi ma considerevoli individui, mostra un contengo davvero riprovevole.

RUBRICA

Monica Balsamo

dott.monicab@libero.it

N

on mi sorprendo di quasi più nulla, cerco di comprendere tutto e tutti, mi sforzo di capire le opposte fazioni. Ma quando ribolle e ribolle, il latte nel pentolino, se non lo togli dalla fiamma, quello si brucia e puzza da morire. Ma davvero questi cronisti credono di fare audience continuando a far sentire vacuità vestite da personaggi? Credono davvero questi buchi neri di vendere ancora l’olezzo? Una volta si diceva aria fritta. A parte che fritta è buona pure una ciabatta, ma l’aria è un bene prezioso. L’olezzo no, non me lo puoi vendere! Non è possibile vendere la puzza del buco nero, davvero non ci si può abbeverare più . Dall’alto del mio niente, e ne sono fiera, consiglio caldamente un espediente da usare ai cronisti che dovrebbero essere provvisti

La misura e’ colma di dignità .Non so quanti di loro potrebbero rispondere all’appello. Quando vi capita a tiro un Letta o un Berlusconi, o un grillino o uno della lega o uno qualsiasi che però si

prende un sacco di microfoni, come se stesse per annunciare le dieci tavole a Mosè, in quel preciso momento non più di 20 secondi, vi assicuro che quando qualcuno ha qualcosa da dire veramente ne approfitta subito, non sta li a perdere tempo. Se volete veramente fare no-

Fuori traccia tizia ascoltate oggi, nel 2013, quell che diceva il buon Pulitzer, annusate l’aria e la troverete la notizia, dove nessuno la vede. Staccate il microfono da quella faccia, spegnete la voce del niente da vendere. Iniziate a dare l’esempio di cosa davvero è interessante. Non era mica necessario riprendere e mandare in onda le immagini della rissa di Piazza Municipio? Loro lo sanno che voi sareste corsi a riprendere, e vi stavano aspettando e voi ci siete andati e di corsa pure. Non mi rispondete che è dovere di cronaca perché , si può rendere pubblica la notizia e dire di aver scelto di non mandare in onda le immagini perché rispondere alla provocazione o nel caso di sopra, vendere la propria dignità, non è dovere di cronaca. Io dal mio niente, l’esortazione ve l’ho lanciata...

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N A P O L I

Ciro Crescentini cirocresc@libero.it

L

’inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli sulle ‘buche d’oro’ e le ‘strade colabrodo’ si estende alle amministrazioni comunali che hanno governato il capoluogo campano negli ultimi 20 anni. Lo rivelano fonti del palazzo di giustizia. Un’inchiesta che fa tremare i dirigenti e i politici di Palazzo San Giacomo. La manutenzione straordinaria per il rifacimento delle strade cittadine è diventata un affare d’oro per consulenti, società di assicurazioni, avvocati e imprese edili. Le principali responsabilità, le cause, non saranno addebitate al governo cittadino guidato dal sindaco Luigi de Magistris. I magistrati stanno spulciando le carte, i documenti, gli atti approvati durante le gestioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino. Le richieste di risarcimenti e le cause intentate contro il Comune di Napoli dagli automobilisti e dai pedoni per incidenti dovuti a buche stradali sono in netto e costante aumento nell´ultimo anno.I numeri fotografano un fenomeno cui gli esponenti comunali vogliono porre fine: circa 3 mila casi all’anno. L’amministrazione comunale di Palazzo San Giacomo non ha ancora approntato un piano serio di manutenzione ordinaria. Secondo alcune indiscrezioni mancano le risorse economiche. Occorrono almeno un milione di euro per garantire la sicurezza nella percorribilità delle arterie cittadine. L’affidamento degli appalti di ‘somma urgenza’ hanno alimentato un business straordinario.Il solo Comune di Napoli, stanzia annualmente centinaia di migliaia di euro. Un fiume ininterrotto di denaro pubblico che però, in larga parte, nelle crepe dell’asfalto sembra letteralmente svanire. Dove vanno a finire questi soldi? Di chi sono le responsabilità se, oltre al decoro e all’immagine di una città, spesso non viene garantita neanche la sicurezza delle persone? E perché, cavalcando le proteste

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Domenica 12 maggio 2013

Strade colabrodo e buche d’oro:

la Procura indaga anche sulle amministrazioni Bassolino e Iervolino. popolari, la politica fa di questo argomento un ariete elettorale che non porta quasi mai a soluzioni concrete? Emerge un business straordinario. La manutenzione delle strade viene definita “ordinaria” quando si occupa della riparazione. “Straordinaria” quando riguarda il

si guadagna. Risparmiare sul materiale e sul tempo è la regola. Manutenzioni “a regola d’arte”? Non proprio. Le buche si ricoprono alla meno peggio e più se ne fanno in una giornata, più si guadagna. Di solito quando viene rifatta una strada, si parte bene perché si devono superare i primi controlli. Poi i responsabili tecnici delle imprese ordinano di “abbassare” e allora lo strato d’asfalto steso dalla finitrice si assottiglia. Così si fa molto prima e si risparmia sul materiale. Se poi vengono i controlli, i tecnici e i direttori comunali spesso sanno già su quali tratti fare i carotaggi. NAPOLI STRADE GRUVIERA – I NUMERI • 1100 CHILOMETRI DI STRADE

rifacimento vero e proprio. In entrambi i casi è un business I margini di redditività per le imprese vanno dal 12 fino al 2 mila per cento. Nel mondo delle piccole imprese e subappalti dell’edilizia, non c’ è un altro comparto che garantisca ricavi così alti. Per questo gli appalti costituiscono una torta che alimenta gli appetiti dei “signori dell› asfalto», pronti ad aggiudicarseli con ribassi che spesso superano il 40%. I piccoli imprenditori si aggiudicano i lavori con un prezzo notevolmente inferiore alla base d› asta per poi risparmiare successivamente sui materiali, sulla manodopera e sul tempo, confidando nel fiume di appalti che, anno dopo anno, non s› interrompe mai. Si gioca pesantemente sulla qualità delle opere. Senza dimenticare il capitolo dei controlli che il comune di Napoli nella qualità di ente appaltante dovrebbe eseguire con rigore e puntualità. Le buche si ricoprono alla meno peggio e più se ne fanno in una giornata, più

• 50 GLI INTERVENTI QUOTIDIANI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA • 3500 LE RICHIESTE DI RISARCIMENTI DANNI PER INFORTUNI • IL COMUNE DI NAPOLI E’ COSTRETTO A SBORSARE DUE MILIONI DI EURO OGNI ANNO PER RISARCIMENTI • I VIGILI URBANI VENGONO UTILIZZATI PER 3.480 ORE OSSIA 145 GIORNO PER PRESIDIARE LE BUCHE STRADALI PIU’ PERICOLOSE • CENSITE OLTRE 2 MILA BUCHE IN CITTA’ • LE BUCHE SONO PRESENTI PARTICOLARMENTE NEI QUARTIERI DI PIANURA, SOCCAVO, SCAMPIA, FUORIGROTTA, BAGNOLI, SECONDIGLIANO, SAN GIOVANNI A TEDUCCIO.


Domenica 12 maggio 2013

L AV O R O

Pietro Simonetti

simonettipietro83@libero.it

T

ra le piaghe più gravi e diffuse dell’amministrazione pubblica italiana vi è senza dubbio quella dell’assenteismo sul posto di lavoro. Proprio per questo negli ultimi anni il mondo politico si è impegnato per debellare quest’atavico malcostume diffusissimo sull’intera penisola, in particolar modo nelle regioni meridionali; in questa direzione, infatti, andava la cosiddetta ‘riforma anti-fannulloni’ varata nel giugno 2008 dall’ex ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e molto apprezzata anche dal suo successore Filippo Griffi. Quest’ultimo ha snocciolato cifre molto positive riguardanti il problema in questione: le assenze per malattia, ad esempio, dal settembre 2011 al settembre 2012 sono calate del 19,7%, con punte del 35,5% nelle Asl e del 31,8% al sud, anche se c’è da tener conto che sulle 8.623 pubbliche amministrazioni presenti in Italia solo 5.214 hanno trasmesso i dati (dalle statistiche mancano del tutto quelli di scuole, università, pubblica sicurezza e vigili del fuoco). Questo notevole calo è sicuramente dovuto alle severe regole presenti nella riforma Brunetta, che prevede – tra l’altro – la limitazione dello stipendio e della retribuzione di base nei giorni di malattia e maggior rigore per la presentazione del certificato medico. Nono-

Assenteismo sul lavoro: in arrivo nuove regole stante ciò i furbi continuano e continueranno ad esserci. L’ultimo eclatante caso è quello

che vede protagonista un dipendente dell’Asia - l’azienda municipalizzata addetta alla raccolta dei rifiuti urbani nella città di Napoli - immortalato da un passante (che preferisce restare anonimo) mentre durante l’orario di lavoro se ne stava beatamente al sole in villa comunale ai piedi della statua di Gianbattista Vico con tanto di auricolari per ascoltare la sua musica preferita. La vicenda risulta ancora più seccante se si tiene conto del fatto che ci sono alcune zone della città partenopea, come ad esempio via Toledo, porta Capuana, piazza Sanità, ecc., che nelle ultime settimane

stanno diventando delle vere e proprie pattumiere e che, quindi, richiederebbero interventi più regolari. Ma c’è ancora di peggio. Ci sono infatti categorie di dipendenti pubblici che ricevono stipendi molto più alti rispetto ad altre: è il caso, ad esempio, dei funzionari in servizio al Senato (da non confondere con i senatori veri e propri), i quali, oltre a guadagnare in media 150 mila euro all’anno, ricevono compensi straordinari come la quindicesima e la sedicesima, ovvero dei surplus di stipendio distribuiti nelle buste paga di aprile e settembre maturati in seguito alla rinuncia di alcune festività o all’aumento delle ore settimanali di lavoro (da 37,5 a 40). Bene, un servizio delle Iene trasmesso in queste settimane ha smascherato molti di questi dipendenti ‘privilegiati’ mentre – in pieno orario di lavoro – consumavano tranquillamente la colazione al bar o sbrigavano commissioni personali. Il servizio è stato mostrato in anteprima al presidente del Senato Piero Grasso, che ha in seguito ringraziato la trasmissione per aver rivelato lo scandalo; l’ex procuratore anti-mafia ha inoltre annunciato che sarà presto attivato un sistema di rilevazione delle presenze al passaggio dei varchi di accesso ai palazzi del Senato che sarà in grado di impedire ogni possibile abuso. Staremo a vedere.

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Domenica 12 maggio 2013

M O N D O

No all’anoressia:

Maria Gentile

marygentile@live.it

“Y

ou are not a sketch”: tu non sei un disegno; questo è lo slogan della nuova campagna brasiliana contro l’anoressia. Il messaggio è d’impatto. A sinistra viene illustrato, il classico bozzetto da stilista che mostra l’abito disegnato su una figura esile, braccia e gambe lunghe e fianchi inesistenti; a destra viene mostrata la foto di una modella scheletrica, priva di forme con gomiti e ginocchia sporgenti. Questo induce a riflettere su quale sarebbe il corrispettivo reale, se le modelle si attenessero alle misure imposte dalla moda. Misure sempre più piccole, sempre più lontane dalla realtà e dal concetto di salute e benessere. Dalle pinup degli anni ‘60 che vestivano una 44- 46, siamo passati alla taglia 40 di un decennio fa, per poi approdare alle assurde 3638 di oggi. I modelli cambiano ed influenzano le personalità più deboli di donne, spesso giovanissime, sempre alla ricerca del minimo difetto e al raggiungimento di una presunta perfezione. Anche il marchio “Dove” da qualche anno si impegna nella diffusione di campagne pubblicitarie, non specifiche contro l’anoressia, ma in generale mirate al concetto di bellezza femminile: dapprima ha lanciato gli spot pro-age, con

la campagna brasiliana e il reclutamento di modelle. l’intenzione di valorizzare anche i segni del tempo, in questi giorni invece circola un interessante spot dove ad un ritrattista forense è incaricato di disegnare delle donne in base a come si descrivono da sole e a come vengono

descritte dalle altre persone. Il risultato è sorprendente. La pubblicità è diventata subito “virale” e di grande impatto. Purtroppo questi tentativi di diffondere un messaggio sano di accettazione di sé stessi deve scontrarsi con una realtà ben più difficile, fatta di ragazze in difficoltà, prigioniere di sè stesse, spesso

sfruttate dal mondo della moda. Pochi giorni fa, dalla Svezia è giunta la notizia che riguarda il caso una clinica per ragazze anoressiche, dove alcuni agenti di moda si recavano con l’intenzione di reclutare improbabili modelle tra le giovanissime affette da disturbi dell’alimentazione. Gli sciacalli, si avvicinavano senza remore ad alcune ragazze, proponendogli di diventare modelle, e nonostante i rifiuti, erano soliti lasciare un bigliettino da visita, nel caso la ragazza avesse cambiato idea. Un comportamento che non lascia spazio a giustificazioni di alcun tipo, se pensiamo allo stato psico-fisico di queste ragazze, nei confronti delle quali la proposta shock di diventare “famose”, nelle loro condizioni, corre il rischio di alimentare il modello sbagliato a cui si sono ispirate e che le ha portate a seguire un percorso di cura. Gli unici che possono porre un freno questo modello assurdo, sono gli addetti al mondo della moda, il messaggio fuorviante proviene da questo mondo affascinante quanto complesso. Finchè qualcosa non verrà scosso, avremo modelle magrissime e quasi sempre malate, e ragazze che si ispireranno a loro per sentirsi accettate e per accettarsi.

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Domenica 12 maggio 2013

RUBRICA

Valerio Cresci

vcresci@gmail.com

E

se domani io non potessi, rivedere te….. La qualificazione alla prossima Champions League ormai è nelle tasche di tutti i tifosi che sentono in lontananza una musichetta che amano cantare; ma nella mia mente c’è un’altra canzone ed un altro chiodo fisso: Edinson Cavani. Numeri alla mano il Matador è il bomber più forte che il Napoli abbia mai avuto nella sua storia, ha superato quota 100 gol in tre stagioni , impresa riuscita solo a Maradona in sette stagioni, Attila Sallustro in undici stagioni ed Antonio Vojak in sei stagioni. Le statistiche sono tutte dalla parte del Matador, oggetto del desiderio dei club più importanti d’Europa, Real Madrid e Manchester City in testa. Il Napoli ormai è ad un bivio, può fare definitivamente il salto di qualità vincendo il tricolore nella prossima stagione ed andando il più avanti possibile in Champions o può ripetere i risultati della stagione 2011-2012, ove a causa della rosa ridotta e degli impegni in Europa il Napoli in classifica arrivò quinto . Purtroppo la scelta della strada da intraprendere è nelle mani del presidente De Laurentiis che può tranquillamente convincere il tecnico Mazzarri ed anche il nostro caro bomber Cavani. Come può fare? Semplice: non farsi ingolosire dai 62 milioni della clausola di Cavani, investire molto ma soprattutto bene, seguendo le direttive ed i consigli di mercato del mister e creando un Napoli

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A Spasso nel calcio

E se domani... pronto a vincere subito in Italia e competitivo in Europa. A nulla serve spendere milioni e milioni per discreti giocatori dell’Udinese o talenti sudamericani, di veri e propri “pacchi” dall’altro continente ne abbiamo ricevuti tan-

ti. Il Napoli anche senza vendere il Matador avrebbe davvero un bel tesoretto nelle proprie mani considerando i venti milioni base della partecipazione Champions (in realtà sono molti di più), i cinque milioni del riscatto di Gargano che l’Inter dovrà versare nella casse azzurre, i ricavi provenienti dalla vendita di Cigarini, Rosati, Santana ed altri calciatori ormai lontani da Napoli. Parliamo quindi di una cifra di gran lunga superiore a 30 milioni di euro che, se ben spesi, indovinando i giusti acquisti, potrebbero tranquillamente rinforzare il Napoli a centrocampo e in difesa. In tale ottica l’acquisto da fare a metà campo sarebbe

Hernanes della Lazio e non Nainggolan mentre per la difesa a causa dell’addio di Campagnaro serviranno due giocatori pronti poiché, per vincere, gli esperimenti e le scommesse devono essere messe da parte, soprattutto in Champions. Dopo l’addio a parametro zero di Campagnaro spero Bigon e soci non siano talmente ingenui da ricreare la stessa situazione con Zuniga che per il rinnovo del suo contratto in scadenza nel 2014 chiede il doppio( 1,5 milion circa). Credo convenga accontentare il colombiano ,un vero e proprio jolly per Mazzarri, piuttosto che spendere milioni e milioni in un sostituto magari poco affidabile. Capitolo Cavani: Siamo sicuri che una squadra europea è disposta ad effettuare un investimento così oneroso in tempo di Fair Play Finanziario? Siamo sicuri che Cavani con una squadra rafforzata dal mercato e magari un piccolo ritocchino all’ingaggio decida di andare via. Bigon pensi che quest’anno il Napoli ha regalato un milione a Donadel( 2 lordi) che nulla è servito alla causa azzurra, perché non fare un altro piccolo sforzo per il Matador, cercando di convincerlo a restare. Con queste prospettive, la Champions ed un contratto da 3 milioni di euro difficilmente Mazzarri dirà no a De Laurentiis, in fondo il mister è come tutti noi tifosi vuole gli acquisti giusti e vuole vincere. De Laurentiis invece vorrà vincere come tifoso o come Presidente??


Domenica 12 maggio 2013

IL NAPOLI

Pasquale Lucchese napoledano@libero.it

Napoli: riecco la musichetta!!!

Ce sont les meilleures équipes Sie sind die allerbesten Mannschaften The main event! Die Meister Die Beste Les grandes Équipes The Champions! Une grande réunion Eine große sportliche Veranstaltung The main event! Ils sont les meilleurs Sie sind die Besten These are the champions! Die Meister Die Besten Les grandes Équipes The Champions! Ecco le parole del celebre inno, che riascolteremo l’anno prossimo. La musichetta della Champions League, tornerà a riecheggiare nel tempio, poco europeo (!), del calcio Partenopeo. Rivedremo i giocatori sorridere in campo, quasi increduli di fronte alla straordinaria ‘vocalità’ espressa dal ‘coro’ del ‘teatro’ di Fuorigrotta! Era destino che chiudessimo la pratica Champions’ nello stadio che, la scorsa stagione, ce ne privò. Era destino che conquistassimo la matematica certezza di partecipare alla massima competizione europea, senza passare per i preliminari, contro la squadra che lo scorso maledetto dicembre, in 4 giorni, ci ha battuto due volte, con il simpatico giustiziere Kone. L’unica squadra a vincere al San Paolo, in campionato, ma anche in coppa Italia. Era destino che Walter Mazzarri battesse per la prima volta la sua bestia nera Pioli, nel giorno in cui il Suo Napoli va a prendersi il suo strameritatissimo secondo posto, con due giornate di anticipo. Un traguardo che, giova ricordare, è stato raggiunto dal nostro Napoli, in 87 anni di storia, per la quinta volta. Un’annata che andrà riletta, e rivissuta con la giusta dose di freddezza, valutandone tutti gli aspetti, positivi e negativi. Non stasera però: stasera c’è da essere felici. Nessun festeggiamento spropositato, ma il giusto e meritato applauso a tutti gli attori:

società, squadra, mister e pubblico. Tutti hanno commesso degli errori, tutti hanno delle pecche, ma tutti possono fregiarsi del simbolico titolo di vice-campioni d’Italia. Qualcuno obietterà che solo vincendo si ‘fa’ la storia’. Nelle contese belliche, in quelle politiche forse è così; nello sport anche il secondo posto ha un valore e un peso tutt’altro che marginali. A maggior ragione se quella seconda piazza significa Champions’, se quel secondo posto giunge dopo un campionato di ottima fattura, e se la squadra ti ha preceduto in classifica ha dimostrato, al netto di tutto quanto ruoti attorno ad una stagione, di essere superiore. Impressionante il ruolino di marcia che il nostro Napoli ha avuto, dopo quel nefasto e maledetto momento buio, tra febbraio e marzo; quello che, per intenderci, ci ha privato dello ‘sfizio’ di provarci fino in fondo... Dalla sconfitta nella solita Verona sponda Chievo: 7 vittorie ed un pari. Un cammino da grande squadra, quale siamo. Una squadra che a due giornate dal termine ha il miglior attacco del campionato, che include il suo capocannoniere, e la seconda miglior difesa. Numeri di tutto rispetto; numeri che vanno ancor più migliorati con le ultime due partite da giocare. Non ci sia rilassamento, non ci sia distrazione: per quanto l’obiettivo sia messo al sicuro, chiudiamo il campionato

come sappiamo. Anche così si cresce, anche così si diventa ‘grandi’, e magari anche definitivamente … vincenti! Non so se sarò riuscito dopo queste poche righe, a far emergere il mio entusiasmo per questo traguardo, che ad onor del vero lascia anche spazio ad una leggerissima sensazione di malinconia e amarezza. Malinconia, per il timore di perdere alcuni protagonisti di questa cavalcata; amarezza, per la consapevolezza di aver perso, in qualche modo, una ‘quasi occasione’. Peraltro leggendo, ascoltando ‘amici’ e avversari, sembra quasi che questo secondo posto possa valere addirittura meno della coppetta...Ricordate la Coppa Italia della passata stagione, divenuta d’incanto una coppetta? Ecco: questo secondo posto sembra non entusiasmare il tifo partenopeo, nella sua interezza. Come scritto, però, poco sopra, stasera nessuna ‘polemica’. Stasera Morgan, Antonio, Roberto, Paolo, Hugo, Miguel Angel, Alessandro, Gianluca, Rolando, Christian, Juan Camilo, Pablo, Valon, Blerim, Gokhan, Marco, Giandomenico, Omar, Emanuele, Lorenzo, Goran, Marek ed Edinson, vanno semplicemente applauditi e ringraziati! Non abbiamo dimenticato Aurelio, a cui però un messaggio, anche in una giornata come oggi va indirizzato: noi vogliamo vincere! Né abbiamo dimenticato Walter, forse il cardine di questo nostro magico Napoli. Al mister toscano anche una piccola tiratina d’orecchio, e una semplice richiesta: non fare sciocchezze, trova gli stimoli, non è difficile, e resta. Questa richiesta si estende a gran parte della rosa, Matador in primis. Sappiamo il perchè. Ma stasera godiamoci il nostro Napoli, il nostro secondo posto, la nostra musichetta che torneremo a CANTARE a squarciagola. Grazie ragazzi, grazie NAPOLI.

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Domenica 12 maggio 2013

I T A L I A

Rosaria Ascolese

rosaria.ascolese@libero.it

Equitalia: “ente riscossioni” autorizzato o “strozzino” autorizzato???

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’Equitalia è l’ente autorizzato dalla legge italiana alla riscossione di tasse, contribu-

ti, sanzioni da parte di enti pubblici e privati. Le vengono affidati degli elenchi con i nomi dei debitori, la descrizione e l’ammontare degli importi dovuti. Prima del 2007 aveva il nome di Riscossione S.p.a. e non era affidata ad enti pubblici come oggi, ma ad enti privati, per lo più banche, che erano all’incirca 40. Oggi molti errori vengono commessi ai danni dei cittadini, che ricevono cartelle inviate per somme già pagate o addirittura per debiti inesistenti. Per questo è nato l’UniCons, uno sportello che offre assistenza a questi cittadini che si trovano a combattere per piccoli e grandi problemi, contro un ente che compie abusi e vessazioni minacciando di ipotecare immobili, di avviare le pratiche per dei fermi amministrativi illegittimi e quant’altro. Molti italiani lo definiscono “ strozzino autorizzato dallo stato “ in quanto non reca danni fisici alle persone, ma ancor più grave crea dei danni psicologici. Infatti il 2012 si è chiuso con 89 suicidi, molti di questi erano imprenditori perseguitati dal fisco e dalla burocrazia, e

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dal’inizio del 2013 ad oggi siamo già a 40 morti per tasse e cartelle Equitalia. Molte persone si sono ritrovate costrette a lasciare le loro case, a vivere in macchina, per strada, tanti altri hanno dovuto vendere le loro attività, molti hanno perso la dignità. Un esempio tra tanti è quello di Anna Maria Sopranzi ( 68 ) e suo marito Romeo Dionisi ( 70 ), marchigiani, che si sono tolti la vita insieme perché erano a corto di denaro, già non riuscivano più ad andare avanti nel quotidiano e in più l’Equitalia li pressava minacciando loro di pignorargli anche l’automobile. La cosa peggiore è che oltre a ricevere le liste con i nomi dei debitori, l’Equitalia riceve anche le liste con i nomi degli “ intoccabili “, all’incirca 1000 e sono, come potrete immaginare da soli, i nostri deputati e senatori. Questa notizia è stata data dalla trasmissione Report della Gabbanelli, che ha dedicato un’intera puntata all’Equitalia. Molti si sono anche ribellati e a modo loro hanno cercato di smuovere un po’ le acque, con scioperi e ma-

nifestazioni, altri invece hanno deciso di usare le maniere forti. In Toscana in una notte del maggio 2012, sono state lanciate contro una sede Equitalia due bottiglie molotov, le fiamme hanno danneggiato l’esterno del piano terra. Anche nella sede di via Millevoi a Roma è stata lanciata una bomba nel settembre 2012. Poche settimane dopo altri due episodi simili sono avvenuti in Puglia, dove un ordigno ha provocato ingenti danni e l’altro in Emilia Romagna, dove un incendio doloso ha rovinato due vetrine della sede. Questi “ attentati “ hanno suscitato nei cittadini un senso di sollievo e felicità, mentre i politici sostengono e difendono l’ente affermando che svolge solo il compito che gli è stato assegnato dalla legge italiana. Il risultato di tutta questa situazione è che a pagare le pene sono sempre i più piccoli. Cosa importa allo Stato se i civili si tolgono la vita o vanno a vivere sotto i ponti, cosa importa se gli imprenditori non riescono a pagare in tempo l’iva per dare precedenza agli stipendi dei loro dipendenti. Nulla… per loro conta solo succhiare il sangue della povera gente.


Domenica 12 maggio 2013

TERRITORIO

Luca Tramici

l.tramici@gmail.com

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a nostra salute costa troppo, è la sintesi di ciò che ha deciso nel fine settimana scorso la Consulta della Corte Costituzionale, in merito la sentenza 79/2013, per l’istituzione di un Registro Tumori in Campania, nella maledetta terra dei veleni, dei tumori e dei roghi tossici. Hanno accolto il ricorso, presentato dall’allora Governo Monti, dichiarando che l’apertura di uffici, con il conseguente potenziamento dell’organico, connessa all’attività del Registro dei tumori presso le aziende sanitarie locali della Campania, comporti una spesa aggiuntiva in contrasto con i vincoli del piano di rientro dai disavanzi della sanità. Una storia che ha dell’incredibile, come ben ricorderete, nel luglio del 2012 il Consiglio Regionale della Campania approvò l’istituzione del Registro Tumori, stanziando 1,5 milioni di

La Corte Costituzionale boccia il Registro Tumori in Campania euro l’anno, stranamente, senza accorgersi che la somma faceva a pugni con il rientro

del deficit sanitario prescritto dalla legge

nazionale e senza neanche cercare di cucire in qualche modo una pezza su questa discrepanza. Lo stesso commissario per il rientro al deficit sanitario, si deliberò a favore del registro, assegnandone il coordinamento all’Istituto Pascale ma si trattava di un registro “low-cost” per una somma irrisoria di 100mila euro invece che del mezzo milione.La salute barattata per il denaro, mentre continua a crescere esponenzialmente il numero di tumori e cancri per i fumi velenosi, il Governo anziché dare il via a una sana e concreta risoluzione del problema, ci lascia morire, in una terra martoriata, diventata discarica nazionale dei rifiuti tossici del Nord Italia, nati dai legami tra politica e mafia che hanno dato inizio alla devastazione prima di una terra, poi dei suoi abitanti.

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Domenica 12 maggio 2013

S A L U T E

MEDICINA DI GENERE

Vittoria Caso

vittoriacaso@yahoo.it

C

Dalle differenze di genere alla pari opportunità terapeutiche

he uomini e donne siano diversi, non è una novità! Eppure, in farmacologia, fino a poco tempo fa, parametro di riferimento è stato l’uomo. L’AIFA informa che gli studi finora svolti su farmaci, nuove terapie e sui fattori che originano le malattie, sono stati condotti, in particolare dal 1995 al 2000, tenendo presente i maschi come fruitori principali; le peculiarità femminili sono state sottovalutate o ignorate, non consentendo pari opportunità terapeutiche a maschi e femmine. Le differenze fra i due sessi, invece, sono numerose, polivalenti e multi direzionali; non solo biologiche ma l’età, i diversi stadi ormonali, compreso l’uso di anticoncezionali, i fattori ambientali e sociali, rendono l’organismo femminile particolarmente complesso. Da qui la proposta di una novità: la MEDICINA DI GENERE, tesa a garantire ad entrambi i generi il miglior trattamento possibile. Le principali patologie femminili sono: osteoporosi, iper/ipotiroidismo, depressione, cefalee, cataratta, artrosi, calcolosi, ipertensione, che tendono a cronicizzarsi; pertanto, anche se la vita è più lunga per le donne, peggiore ne è la qualità; solo un’approfondita conoscenza del diverso impatto che hanno i farmaci sul fisico femminile, può stabilire la variazione e la durata della terapia fra uomini e donne, il

giusto dosaggio, nonché il principio attivo più adatto. Gli studi svolti hanno dimostrato, ad es., che alcuni ipertensivi, ottimi per il maschio, sono inadatti e squilibrati per le donne sotto l’aspetto rischio/beneficio: diversi sono sia gli effetti collaterali, sia i secondari, sia le controindicazioni. Per es. l’efficacia dell’a-

cido acetilsalicilico nella profilassi della cardiopatia ischemica, è indiscutibile nei maschi, mentre nel genere femminile è ancora da accertare. Analogamente, è stato appurato che il rischio di morte per malattie cardiovascolari è molto più alto nelle donne, soprattutto nella fase postmenopausale; anche l’adenocarcinoma polmonare, mentre è in diminuzione presso gli uomini, è in aumento per le donne e sia il sintomo-dolore, sia la modulazione del dolore sono diversi. Addirittura pare che le

cellule maschili evolvano verso la morte programmata, invece le femminili hanno maggiore capacità di adattamento all’ambiente, invecchiano ma riescono a rimuovere la parte danneggiata; le donne diabetiche, invece, hanno un rischio di morte coronarica più alta rispetto all’uomo. Una farmacologia di genere, che tenga conto delle caratteristiche femminili, non può ovviamente prescindere dalla presenza di un congruo numero di donne nei protocolli di sperimentazione, al fine di evitare errori metodologici. L’AIFA rileva, pertanto, che non è più possibile continuare a considerare l’uomo come unico riferimento nella ricerca medica e nella pratica clinica, creando una situazione carente e lacunosa nella conoscenza dei bisogni terapeutici femminili; questo grave vuoto va risolto con ricerche ad hoc al fine di consentire, non solo agli uomini, ma anche alle donne, di ricevere dalle terapie quanti più benefici è possibile e pochi danni. A tal fine l’Agenzia Italiana Farmaco ha impegnato il governo a inserire nel piano Sanitario Nazionale 2013-2015 la promozione e il sostegno della “Medicina di Genere”, intesa come approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche sì da garantire terapie calibrate anche sulle peculiarità femminili. Era ora!!!

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Domenica 12 maggio 2013

I T A L I A

L’INDECIFRABILE…

Angelo Ferro

ferroangelo@yahoo.it

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unedì 6 Maggio è scomparso il senatore a vita Giulio Andreotti, alla veneranda età di 94 anni , si è spento il protagonista indiscusso della politica italiana del ventesimo secolo, il “divo” della Prima Repubblica. Cattolico nel DNA, tutore del conservatorismo , i globuli rossi a forma di scudo crociato, le mani dappertutto, il cervello in moto accelerato ed il corpo immobile, utilizzatore sopraffino di un gesticolare più significativo di mille parole, mai una frase inadeguata, mai una lettera in più. “Il potere logora chi non ce l’ha”, una delle sue frasi migliori, per lui la democrazia cristiana era solo uno strumento per arrivare e per rimanere, la vera forza risiedeva nella Chiesa, lo stesso Francesco Cossiga lo definisce “il popolo del papa dentro la DC”. Sette volte presidente del consiglio, presente sulla scena politica da sempre, entra in parlamento nel 1945, lo chiamò De Gasperi con cui condivideva il fascino per il clero, dopo i suoi primi passi in politica dichiarò “Ho cominciato e non era affatto nei miei programmi. Poi si sa la politica è una specie di macchina nella quale se uno entra non può più uscirne”. Arenatasi la vecchia guardia degasperiana gli andreottiani misero in piedi la “corrente primavera”, con l’intento di scalzare la leadership di Fanfani. L’unico a compiere operazioni di mediazione tra l’integralista Dc Ciriaco De Mita e il socialista Craxi. Belzebù, cosi lo chiamavano i suoi detrattori politici,

non c’è più , e con lui sono scomparse anche le spiegazioni ad alcuni arcani e misteri della storia politica italiana di quegli anni. Non sapremo , forse mai, se questi abbia contribuito o meno all’ omicidio del generale Dalla

Chiesa, non potremo capire se avesse potuto impedire l’omicidio di Aldo Moro. Il divo forse fu anche il mandante degli assassini del banchiere Calvi , o forse no; chissà se anche Michele Sindona fu avvelenato per mano sua a causa dei fatti che conosceva e rimarrà igno-

to anche il suo coinvolgimento nell’ omicidio Pecorella. Nessuno potrà mai ripercorrere con certezza l’oggetto delle conversazioni che il presidente Andreotti faceva con Licio Gelli al tempo capo della loggia P2 e rimarranno di dubbissima natura le ipotesi che aleggiavano su di lui per quanto riguarda i rapporti con la mafia; la Corte di Appello di Palermo nella sentenza del 2 maggio 2003 scrive di : “un autentica ed amichevole disponibilità dell’ imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980”, alcuni pentiti parlano di una sua vera e propria affiliazione con giuramento rituale; la Cassazione ritiene gli eventuali reati prescritti. Idro Montanelli diceva di lui “E’ distaccato, freddo ,guardingo, ha sangue di ghiaccio ed è autenticamente colto”. Molte cose rimarranno sepolte con lui, è venuto a mancare un pezzo di storia, il promotore dell’ inciucio, l’arrivista egemonizzatore, il controllore del potere; sempre legato alla base territoriale ma anche ai servizi segreti ed ai cardinali di un vaticano politicizzato, il presidente sempre integro, senza scrupoli , senza ripensamenti, amante dell’ accordo fatto fuori dai palazzi, quello fatto nelle stanze cupe, con pochi che contano, ma mai buie come i segreti posti nel suo archivio mentale. E’ defunto l’uomo , ma le sue azioni si protrarranno nel tempo, colui che fa grandi cose, nel bene o nel male con la morte non cancella anche le conseguenze dei suoi atti.

Casoria Ambiente RITIRO KIT RACCOLTA DIFFERENZIATA SOCIETÀ UNIPERSONALE

COMUNICATO Si avvisa la cittadinanza che a partire dal giorno 13/05/2013 e sino al giorno 24/05/2013 dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00 sarà effettuata un distribuzione straordinaria di mini kit di buste per la differenziata presso il center point sito in Casoria alla via B. Croce all’interno della sede Comunale. Si ricorda che per il ritiro dei kit, l’utente deve presentarsi agli uffici sopra citati munito di codice fiscale e della copia della bolletta attestante l’avvenuto pagamento della TARSU .Tale iniziativa di natura straordinaria si rende necessaria in attesa della nuova distribuzione dei kit per la raccolta differenziata che avverrà, in tempi strettissimi e come per le altre volte, attraverso la consegna presso il domicilio dell’utente con il sistema del porta a porta .Rinnoviamo, ancora una volta, l’invito alla cittadinanza ad effettuare con sempre maggiore impegno la raccolta differenziata al fine di raggiungere l’agognata percentuale del 70% e ricordiamo che eventuali segnalazioni relative alla raccolta rifiuti possono essere inviate o alla e mail dell’Ufficio Pubbliche Relazioni info@casoriambiente.it o ai vigili ambientali del Comune di Casoria. Cogliamo l’occasione per ringraziare la cittadinanza che da sempre collabora e coopera con la Casoria Ambiente S.p.A. . L’Assessore all’Ambiente Avv. P. Tignola 22

Il Presidente C.d.A. Dott. F. Girardi


Domenica 12 maggio 2013

T E AT R O

Eduardo Paola edu80@libero.it

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abato 18 e domenica 19 maggio al teatro Bolivar appuntamento con Giorgio Gori con lo spettacolo “Sognando il teatro”. Vi è mai capitato di addormentarvi e sognare un vostro personaggio preferito del teatro e del musical? “Sognando il teatro” è un insieme di sogni di giovani attori che per un volta nella loro vita si cimentano in personaggi come Gastone di Ettore Petrolini, Rugantino di Garinei e Giovannini, Mirandolina di Goldoni, Giulietta di Shakespeare fino ad arrivare a Moliere e Pirandello. Giorgio Gori mette in scena con la sua squadra di ottimi attori composta da Michele Rinaldi, Elvia Puglisi, Roberta Schiattarella, Riccardo G. Grassitelli, Gina Luongo, Fabrizio Russo, Alessandra Cocca, Rosario De Lucia, Liz Attanasio, Martina Allegra Fontana, Luigi Granato e con la partecipazione di Chiara Mattiacci e l’amichevole partecipazione dell’attore di teatro cinema e televisione Guglielmo Capasso, un varietà teatrale dove il filo conduttore è il sogno. L’emozione di provare il brivido di interpretare testi di prosa classici del teatro contemporaneo ma non solo. La scena si apre con il gruppo di attori pronti ad entrare in scena. Manca ancora

SOGNANDO IL TEATRO CON GIORGIO GORI molto e decidono di riposare e sognano di

essere protagonisti assoluti del teatro. Un susseguirsi di monologhi di prosa, sketch

comici teatrali, televisivi e canzoni fino a quando il sogno finisce. E’ il momento di ritornare alla realtà e di affrontare il pubblico sul serio. La scenografia è di Giovanni Sanniola e le musiche di Giovanni Lubrino. Giorgio Gori è in veste di autore, regista ed interprete in questo spettacolo. Dopo il buon consenso di pubblico e critica avuto con la messa in scena di “Noccioline e Pistacchi” è il momento di provare uno spettacolo nuovo, allontanarsi dalla pochade e rivisitare i classici del teatro. Giorgio Gori ha frequentato l’Accademia di teatro d’arte drammatica presso il “Teatro il Primo” di Arnolfo Petri. Successivamente comincia a scrivere pezzi di cabaret. Lavora in televisione in diversi programmi ed è autore della sit com “Arts Cafè”. Attualmente è in tour con Guglielmo Capasso con l’avanspettacolo e debutterà come autore ed attore, protagonista nel film, regia di Nando De Maio, “Se la vita fosse un varietà”. Ingresso 10 euro I n f o : www.teatrobolivar.it Contatti : Via Bartolomeo Caracciolo detto Carafa, 30 – Napoli 80136 info@teatrobolivar.com

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