Camargue Sauvage

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NUMERO UNICO

CAMARGUE

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CENNI BIOGRAFICI

Nasce a Modica nel luglio 1955; sin da ragazzocomincia ad interessarsi di fotografia,frequentando uno studio fotografico per apprendere i primi rudimenti, ivi compreso lo sviluppodi negativi e la successiva stampa in camera oscura.

Gli studi prima ed il lavoro poiprendono il sopravvento e non c’eratempo di occuparsi di fotografia. Il lato positivo del lavoro è stato quello di poter acquistare una attrezzaturapropria e continuare di tanto in tanto a fotografare. Dal novembre 2017 èin pensione (ha lavorato 41 anni in banca), e da allorasi dedica con maggiore attenzione all’hobby di una vita.

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MARCELLO GUARRASI

ESPERIENZE, CONCORSI E PUBBLICAZIONI

In un passato assai remoto ha collaborato con il quotidiano “La Sicilia” di Catania, accreditato come fotografo free lance durante le partite di calcio di serie D e promozione; sempre per conto di detta testata, ha realizzato dei servizi fotografici a latere di articoli di alcune firme giornalistiche Privatamente, su commissione, ha eseguito servizi fotografici per alcuni matrimonio.

Partecipa a diversi workshop e webinar della NIKON SCHOOL; Ha partecipato a concorsi fotografici a livello nazionale e in particolar modo a quelli patrocinati da FIAF (Federazione Italiana della associazioni di fotografia) e di cui è delegato per la provincia di Ragusa; Ha ricevuto menzioni speciali su foto presentate a concorsi; Sue foto, oltre a quelle a suo tempo pubblicate sul quotidiano “La Sicilia”, sono state pubblicate sul settimanale “Grazia” a corredo di un articola a firma Karine Patricola, sul mensile NPhotography, nonché sul periodico on line FotoVideoAcademy (sul n. 7 pubblicato nel luglio 2021, sul n. 13 pubblicato nel marzo 2023 e sul n. 14 del Maggio 2023)

Presso “la Casa degli Avi” a Modica, in mostra permanente una decina di foto sul tema del Borgo Antico di Modica Alta.

MICHELE DALLA PALMA (FOTOGRAFO, GIORNALISTA, MASTER PHOTOGRAPHY NIKON SCHOOL) HA SCRITTO:

“Osservando Marcello mentre fotografa, ho riconosciuto in Lui quella puntigliosità e attenzione ai dettagli caratteristica di chi ha imparato a scattare usando e “risparmiando” la pellicola. Il risultato sono sempre immagini capaci di raccontare un frammento di realtà”

ATTREZZATURA

Per i suoi lavori, il nostro utilizza fotocamere ed ottiche NIKON, sia analogiche che digitali, in particolare:

• NikonFE,semiautomatica analogica

• NikonF2A conphotomicanalogica

o Ottiche Manual focus: 28mm f/3,5, 50mm f/1,4,105mm f/2,5 e 200mm f/4

• Nikon D70 con18 –70f/3,5–4,5G IF-ED DX

• NikonD300s DX con18-200 mm f/3,5 –5,6 vr

• Nikon D750 FF con 24-120 mm f/4 + 14-24 f/2,8 +85 mm f/1,8 + Tamron 150-600f/5-6,3 Di Vc USD G2

• NIKON Z6 con 24-200mmf/4 – 6,3

• NIKONZ5 con14-30mmf/4 e 40mm f/2

Questoopuscolo / libello nasce dall’esigenza di raccontare per immagini il mio recente workshop fotografico in terra di Francia, e precisamente nella Camargue.

Terra a tratti selvaggia, a tratti intrisa di storia e di arte: sotto questo ultimo aspetto, la Camargue e la vicina Provenza, sono state la patria di personaggi illustri come Vincent Van Gogh e Paul Cezanne.

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ARLES - LA PATRIA DI VINCENT VAN GOGH

Arles è una città francese di circa 50.000 abitanti situata nel dipartimento delle Bocche del Rodano (regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra). È sede di una sottoprefettura e comprende nella sua area urbana anche il comune di Fourques, appartenente al dipartimento del Gard.

La città ha un passato glorioso: emporio commerciale grecomassaliota, assunse caratteristiche propriamente urbane in età romana, divenendo una delle metropoli più fiorenti delle Gallie. Fu fra i massimi centri religiosi dell’occidente romano e, di fatto, una delle capitali dell’Impero in età costantiniana. Nel 407 divenne sede della Prefettura del pretorio delle Gallie e dieci anni più tardi fu prescelta come residenza del vescovo primate (417), subentrando rispettivamente a Treviri e a Lione. In epoca medievale fu capitale di uno stato, il regno di Arles, che si estese per gran parte della Francia centro-orientale e sud-orientale e dell’odierna Svizzera.

I suoi prestigiosi monumenti romani (l’Arena, il Teatro antico, le Terme di Costantino, la necropoli degli Alyscamps) unitamente alla cattedrale romanica di Saint Trophime e ad altri insigni edifici antichi, medievali e moderni sono entrati a far parte del Patrimonio dell’umanità nel 1981 e hanno permesso alla città di fregiarsi del titolo di ville d’art et d’histoire (città d’arte e di storia).

ARLES - LA PATRIA DI VINCENT VAN GOGH

GOGH

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ARLES - LA PATRIA DI VINCENT VAN GOGH

Arles e la sua gente sono state fonti di ispirazione per letterati, musicisti e pittori: L’Arlésienne (L’Arlesiana) è il titolo di un racconto di Alphonse Daudet che ispirò un dramma musicale in tre atti composto da Georges Bizet, mentre l’opera lirica L’Arlesiana, sempre tratta dal racconto di Daudet in una rielaborazione di Leopoldo Marenco, fu musicata da Francesco Cilea. L’Arlesiana è anche il titolo di due celebri dipinti di Vincent van Gogh (il primo del 1888 e il secondo del 1890), che qui visse dal febbraio del 1888 al maggio 1889 e vi dipinse, oltre che ai citati quadri, alcuni dei suoi maggiori capolavori tra cui i celeberrimi Girasoli.

La città è situata sulle due rive del Rodano, agli inizi del delta del fiume. Con circa 759 km² il suo comune è il più esteso della Francia metropolitana ed ha una superficie maggiore dei più piccoli dipartimenti francesi. Il suo territorio si articola in tre aree naturali: a meridione la Camargue che in massima parte le appartiene (la parte minore è amministrata dal comune di Saintes-Maries-de-la-Mer, che è il secondo per estensione ma raggiunge solo la metà della superficie di quello di Arles), a settentrione il piedimonte occidentale del sistema collinoso delle Alpilles, a oriente l’arida pianura de la Crau. Il comune comprende, oltre ad Arles, numerose altre località e frazioni (Albaron, Gageron, Gimeaux, LeSambuc, Mas-Thibert, Moules, Pont-deCrau, Raphèle, Saliers, Salin-de-Giraud, Villeneuve).

Arles è inoltre capoluogo della circoscrizione omonima, una delle quattro del dipartimento, che comprende 9 cantoni e 36 comuni.

Clima

Arles ha un clima mediterraneo. Le estati sono calde e moderatamente asciutte, e gli inverni miti. La città è soggetta tuttavia, soprattutto durante i mesi invernali, all’influenza del mistral, vento freddo che può provocare gelate forti e improvvise.

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ANFITEATRO

L’anfiteatro, conosciuto con il nome di les Arènes, fu edificato intorno all’80 d.C., addossato al fianco settentrionale della collina dell’Hauture, con orientamento diverso rispetto a quello del tracciato urbano. Le sue dimensioni, 136 x 107 m, sono di pochissimo superiori a quelle della vicina Arena di Nîmes e lo rendono uno dei più imponenti anfiteatri romani ancora esistenti. Fa parte dei monumenti inseriti nella lista dei Patrimoni mondiali dell’umanità.

Nel Medioevo divenne una vera e propria cittadella fortificata e vi furono innalzate quattro torri. Nel 1735 il consiglio municipale proibì la ricostruzione delle abitazioni che vi si erano installate e il monumento venne liberato dalle costruzioni successive a partire dal 1822. Restauri del monumento, ora esposto agli agenti atmosferici, furono condotti a più riprese e alla fine del

ARLES - LA PATRIA DI VINCENT VAN GOGH

XIX secolo fu instaurato un regolare programma di manutenzione. Nuovi grandi restauri sono iniziati nel 2000.

Circa 21.000 spettatori potevano essere ospitati nella cavea, suddivisa in quattro maeniana (suddivisioni orizzontali) e sostenuta da due ordini di 60 arcate, sormontate da un attico oggi perduto. Come in molti altri anfiteatri il sistema di accesso era articolato per mezzo delle scale e dei corridoi anulari ricavati nelle strutture di sostegno. L’arena era pavimentata con un tavolato in legno sostenuto da risalti nella parte inferiore del podium (il muro che limitava la cavea, rivestito da grandi lastre in pietra): nello spazio sotto il tavolato trovavano posto i macchinari utilizzati per gli spettacoli.

L’anfiteatro viene attualmente utilizzato per spettacoli teatrali e per la Corsa camarghese.

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Aigues-Mortes

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Il nome di Aigues-Mortes deriva dalle paludi e dagli stagni che si trovano tutto intorno al comune (dal latino Aquae Mortuae attraverso l’occitano Aigues Mortes; in entrambe le lingue si traducono con “acque morte”).

La principale risorsa di AiguesMortes è legata alla produzione di sale marino. Alle porte della città sono presenti le “Salins du Midi” che, con le altre presenti in Camargue, rappresentano il primo centro di produzione della Francia. Le saline di Aigues-Mortes si estendono su una superficie di 9800 ettari: l’acqua del mare, dopo essere stata pompata, circola per un periodo di cinque mesi, concentrandosi progressivamente fino alla sua cristallizzazione in cumuli che possono raggiungere i 20 metri d’altezza e 400 di lunghezza.

Avendo interamente conservato la cinta di mura medievali, AiguesMortes è un’importante meta turistica.

L’accesso automobilistico alla parte della città interna alle mura è strettamente regolamentato: tutti i punti di ingresso richiedono infatti il pagamento di un biglietto di ingresso oppure di un abbonamento. Questo fa sì che il traffico sia piuttosto ridotto..

La città è collegata al mare ed al Rodano da canali navigabili.

La Plage de Piemanson
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La più grande salina d’Europa, chiamata il coron meridionale, venne avviata alla fine del XIX secolo, vicino alla foce del Grand Rhône. Si tratta di un incredibile paesaggio di natura selvaggia e preservata, dove vivono più di 200 specie di uccelli e più di 260 specie di piante che abitano questo luogo. La cristallizzazione del sale avviene sotto l’azione combinata del calore e del vento, che provoca l’evaporazione dell’acqua di mare e determina una concentrazione di sale senza pari. Ma quello che rende queste saline diverse da tutte le altre che si trovano in Europa, è il colore: sono rosa shocking. Non un rosa slavato e pallido: le foto che si trovano in rete corrispondono alla realtà. Il motivo di questa colorazione incredibile? La pigmentazione rosa è dovuta alla presenza della microscopica alga Dunaniella salina, che nel corso dei secoli si è adattata a vivere nelle condizioni estreme dell’acqua delle saline, dove si trova un’altissima concentrazione di sale. Capace di produrre carotenoidi per proteggersi dal sale, l’alga colora l’acqua di sfumature meravigliose, che virano dal rosso al rosa fino al viola: i colori diventano più intensi man mano che la concentrazione di sale aumenta.

Le Salin de Giraud

Le Salin de Giraud
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LA CAMARGUE SELVAGGIA

Mecca della cultura gitana e provenzale, la Camargue è conosciuta per la sua natura selvaggia, terra di fenicotteri rosa, tori e cavalli allo stato brado. Questo lembo di terra ai confini del mare, sembra un universo parallelo rispetto alla classica Provenza, ma allo stesso tempo ne è infinitamente complementare, ed è composto da ettari di sabbia, paludi, stagni e risaie, un immenso parco di natura incontaminata, un tripudio di colori e di scorci, in cui l’uomo sembra essere ancora un ospite temporaneo. Questa zona selvaggia è spazzata dal vento impetuoso e scottata da un sole infuocato, che spacca la terra e accende i colori. Il visitatore può ammirare fenicotteri rosa, che camminano leggiadri nell’acqua al tramonto rosso acceso, tori indomiti che pascolano nella brughiera e cavalli bianchi che vivono allo stato brado. La Camargue rapisce il cuore per il carattere duro della sua natura e dei suoi abitanti, ancora profondamente legati a usanze secolari, e non è cosa insolita incontrare anziane signore in abiti tradizionali cavalcare il proprio destriero bianco, guardians (i butteri) col cappello di feltro nero, camicia a fiori e foulard al collo e gitani con la chitarra in mano. Siamo lontani dalla raffinata eleganza dei Village: in Camargue la vita si svolge in base ai ritmi della natura, dall’allevamento dei bovini alla coltivazione del riso, dalla raccolta del sale alla pesca negli stagni. Fra il piccolo ed il grande Rodano, grazie alla presenza di diversi uccelli stanziali, è stato creato Il Parco Naturale Regionale della Camargue. Questa zona forma un vero e proprio labirinto naturale, composto da un’infinità di piccoli e grandi stagni che attirano un’incredibile diversità di fauna. È una delle riserve naturali più antiche e più grandi della Francia e si distingue in Europa per la ricchezza biologica dei suoi ecosistemi. Posizionato al centro della migrazione degli uccelli dal nord Europa all’Africa, la Camargue costituisce un importante punto di ritrovo e uno scalo migratorio fondamentale per anatre e uccelli acquatici: più di 150.000 specie attraversano ogni anno questa zona. È il paradiso per gli amanti del birdwatching

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LES MARQUISES

In Camargue la tradizione vuole che ogni famiglia allevi, seppur allo stato brado, una razza di cavalli, la camarguese appunto.

Questi magnifici destrieri alla nascita sono di colore nero o marrone scuro, per poi diventare totalmente bianchi verso i quattro anni di vita.

Ho avuto il piacere di visitare una azienda, quella dei signori ritratti nelle due foto a lato “Azienda Les Marquises”, dove però non si allevano solo i cavalli ma anche mandrie di tori.

Grazie all’ausilio dei guardians (come i nostri butteri toscani), siamo stati condotti in un ampio appezzamento di terra paludosa e abbiamo assistito ad un carosello equestre di rara bellezza; vedere quei magnifici cavalli al galoppo che facevano alzare nuvole d’acqua è stato uno spettacolo eccezionale ed emozionante.

Come direbbe qualcuno: il prezzo del biglietto lo valeva tutto!

LES MARQUISES camargue
LES marquises
La Corrida

Monumento dedicato a Paul Cezanne nella sua Aix-en-Provence

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