Lungarno n. 111 - novembre 2022

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Novembre 2022 - N. 111
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Tabloid Soc. Coop. • Firenze N. ROC 32478

Tipogra a Baroni e Gori srl • Prato

Direttore Responsabile: Jacopo Aiazzi Riccardo Morandi Arianna Giullori

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Matilde Sereni, Michele Baldini, Daniele Pasquini, Asia Neri, Emanuele Nesti, Francesca Nieri, Paola D'Alterio, Salvatore Cherchi, Ra aella Galamini, Valentina Messina, Lafabbricadibraccia, Elisa Lupi, Leonardo Cianfanelli, Irene Tempestini, Niccolò Protti, Carlo Benedetti, Susanna Stigler, Caterina Liverani, Giulia Focardi, Tommaso Chimenti, Francesca Corpaci, Comari dell'Uscio, Marta Staulo, Andrea Bertelli, Simone Lisi e Francesca Ar lli.

Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’editore e degli autori. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati.

L’Editoriale La serenata Donna, vita, libertà A 20 anni dal Social Forum L'arte di Vecchiarino Il gioco della forma Il "paradiso" di Spoerri Anche una mostra può illudere Un gesto quasi rivoluzionario Fucina Spesa virtuale e musica dal vivo Spazi a margine Voci del cambiamento Polaroid

L’Agenda di novembre Novembre da non perdere Luoghi ameni e dove trovarli Sipario Brevi cronache librarie

Il cinema delle donne Up & Down Città in musica Minimondo Frastuoni Amorazzi Nuove aperture Lo Zigozago Palati fini Spirito Liquido Caro zodiaco

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N. 111 - Anno XI
Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892
- Novembre 2022

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LA SERENATA

C'è grossa crisi*

Mai come adesso le parole di Quelo, leader spirituale della mia boomer-generation, risuonano vicine. Famoso è il detto "come passa il tempo quando ci si diverte, eh!" eppure questo 2022, volato via come un so o, di divertente mi pare abbia avuto poco, almeno globalmente.

Crisi politica (ovviamente mi riferisco al con itto ucraino, mica al nostro nuovo governo, no no), crisi energetica, crisi climatica, crisiquindi - economica. Tutto questo in scala mondiale, molto bene. A Firenze occano multe, da sempre il metodo più rapido per far entrare qualche soldino in cassa, mentre gli a tti salgono verso l'in nito e oltre, tanto da lasciare studenti e precari, attoniti, guardare il treno con l'o erta di lavoro o il master vinto con la borsa di studio, passare via (in orario), senza aver avuto modo di salirci. La cultura sembra resistere, ma certo trovare la spensieratezza (perché non si può dire a voce alta che non si hanno 10 euro per andare a un cinema, che se sei in 4 in famiglia diventano 40 e se ci unisci una pizza diventa una seratina facile facile da 200 euro) nell'andare in un cinema o a un concerto, è un tema parallelo che andrebbe a rontato. Noi, come il calabrone che non è fatto per volare ma lui non lo sa e vola lo stesso, non siamo fatti per le ri essioni sociologiche e quindi pubblichiamo ogni mese spunti e appunti come se tutto andasse bene.

Come se tutto sia andato bene, a partire dalla nostra umanità. Buona lettura.

Io e Andrea Bertelli non ci siamo messi d'accordo per iniziare con lo stesso attacco. Se c'è grossa crisi c'è poco da fare.

EDITORIALE

Le tre erre

Cosa accomunano le proteste iraniane e il ricordo del Social Forum di Firenze? Oltre ad una visione – con conseguente richiesta di cambiamento – del mondo di erente da quella prospettata, ad accomunare le due questioni ci sono le tre erre. Rivolta, repressione e riscatto. Così donne e uomini, giovani e meno giovani, a Teheran e nel resto del paese protestano contre leggi ingiuste e metodi fascisti della teocrazia che li governa, ribellandosi ad una società che li discrimina, così avvenne vent’anni fa a Firenze. Oltre mezzo milione di persone si riunirono in città non solo per chiedere ma anche per mostrare un mondo alternativo. Ma la mente, allora come oggi, non riesce ancora a separare il nome “Social Forum” dai fatti di Genova dell’anno precedente, dove la violenza e il terrore misero a tacere tutte le rivendicazioni espresse. Subito la repressione diventa un potentissimo collante tra queste due storie, con i morti che si è sempre lasciata per strada. Ma se oggi una delle due può varcare i propri con ni territoriali, accendendo l’attenzione e mobilitando la solidarietà, forse una microscopica parte di quella visione di mondo malmenata e morti cata è sopravvissuta, riuscendo ad emergere. E forse, vent’anni dopo, è l’ora di tornare a mostrare la propria visione alternativa, in un momento in cui il mondo intero sembra andare allo sfascio. Allora arriverà anche il momento del riscatto.

IN COPERTINA

Capolinea di Holdenaccio

Holdenaccio  nasce nel 1990, come  “Mamma ho perso l’aereo”  e  “Piccola peste”.  È un fumettista, illustratore e simpatica canaglia da Taranto. Araldo delle melanzane, ama far merenda e urlare a squarciagola nei concertini emo-core. Dopo una breve parentesi torinese, dove realizzava le sorpresine dell’ovetto di cioccolato, torna in Puglia per fare fumetti. Nel 2019 esordisce con BAO Publishing pubblicando  Umberto, Elliott Smith Going Nowhere è il suo secondo libro. Membro fondatore del collettivo Sbucciaginocchi e dell’etichetta indipendente Melanzine autoproduzioni, vive e lavora accompagnato dalla costante ossessione per le melanzane.

https://www.instagram.com/holdenaccio90/ https://superholdenaccio.tumblr.com/

JIN JIYAN AZADÌ DONNA, VITA, LIBERTÀ

Conosco una ragazza iraniana di trent'anni, a cui darò il nome di fantasia di Maryam, che vive e lavora da qualche anno a Firenze. Non è una militante né una nazionalista né una persona particolarmente appassionata di politica o di religione in generale. Piuttosto ama il proprio lavoro, normalissimo, che le permette di essere indipendente nonostante le di coltà che chi lavora e paga un a tto da queste parti conosce. È dovuta tornare nel suo paese di origine per un paio di settimane, proprio nel momento in cui divampa quella che forse è la rivolta decisiva contro il regime teocratico che dal 1979 lo governa. Volevo in questo pezzo riportare il suo punto di vista, ma i controlli informatici imposti e il comprensibile e giusti cato timore (persino di uscire di casa) ce lo impediscono: non posso che prenderne doverosamente atto. Con do di incontrarla al suo ritorno, curioso di conoscere il punto di vista di una ragazza (una donna) che noi a tutti gli e etti de niremmo comune, in un senso che forse per noi sarà banale e degradante, ma che certi contesti ci aiutano a capire che così non è. Ne parlo allora con Sanaz, portavoce della comunità iraniana e del Movimento

Donne Vita e Libertà di Firenze: "Quella in Iran non è una protesta spontanea di poche ragazze benestanti (e persiane) di città, ma una rivolta generalizzata e diffusa, che coinvolge tutti i numerosi gruppi etnici (tra cui le minoranza maggiormente colpite, quella kurda e quella beluchi), e sia i centri che le periferie, che non è (solo) una questione di genere. Si stanno compiendo veri e propri massacri, le violenze e gli assassini da parte dei pasdaran (guardiani della rivoluzione, ndr) sono all'ordine del giorno, anche di donne e bambini". La prima cosa che mi interessa conoscere però è quale sia la condizione della donna iraniana oggi. "Le donne in Iran hanno e continuano ad avere accesso all'istruzione, rappresentano il 60% delle iscrizioni universitarie, salvo poi essere fortemente penalizzate sul posto di lavoro, ma al di là di questo mancano libertà essenziali, non solo essere libere di vestirsi come vogliono o di fare lo sport che preferiscono. Ad esempio divorziare è un'utopia e quasi impossibile ottenere la custodia dei gli". Però possono ancora uscire sole e guidare, aggiungo: "Certo, alle spalle abbiamo una storia lunga e da sempre le iraniane ricoprono ruoli importanti nella società, perciò proprio ora pretendiamo che ci vengano riconosciuti i diritti civili e abbiamo la forza per farlo" Quali sono le limitazioni che il regime ha imposto dall'inizio delle proteste? "Internet è sempre più limitato, in televisione o

sui giornali non c'è libertà di opinione, le associazioni o le proteste sono vietate". Per la prima volta però si ha la sensazione che le proteste possano davvero portare a un regime-change: "Non esitiamo a chiamarla rivoluzione. Una rivoluzione di tutti, di cui le donne sono state solo la scintilla. Perché questo regime penalizza tutti e sotto tutti i punti di vista, politico, economico, privato. Non è certo una cosa che riguarda solo le donne!".

E cosa chiedete con il Movimento? "Vogliamo che i governi occidentali prendano una posizione ferma seguita da azioni concrete contro il regime e non si limitino a dire che è brutto e cattivo continuando a farci a ari".

Chiamo in aiuto Alice Pistolesi (Atlante delle guerre e dei con itti, di cui abbiamo già parlato su questa rivista, esperta in geopolitica internazionale e da sempre al anco dei movimenti dal basso). "Onestamente non credo che la pressione internazionale dal basso possa portare qualche risultato concreto, ma le rivolte attuali possono portare secondo molte fonti autorevoli a un reale cambiamento del paese. O il regime adotta riforme serie e profonde a tutto campo oppure rischia il collasso. Sarebbe la prima volta che un cambiamento politico di questa portata nasce e si catalizza intorno a un'istanza femminista e a un gruppo di donne".

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A 20 ANNI DAL SOCIAL FORUM DI FIRENZE DALLA PAURA AL SUCCESSO, DALLA FESTA AL TRAMONTO

Èil 5 Novembre 2002. Tutte le saracinesche sono abbassate. Oriana Fallaci ha invitato i orentini a chiudersi in casa. La città è in allarme, aleggia la paura. Pare stia arrivando l’apocalisse: o peggio, un’altra Genova. Da piazza Santa Croce vengono tolte le panchine. Anche la pietra potrebbe diventare un'arma nelle mani dei manifestanti. 10 novembre 2002. Il primo Social Forum Europeo è passato ed è stato un successo di proporzioni impreviste. “Colpì per la partecipazione e per il carattere totalmente paci co”, ricorda Severino Saccardi, direttore di “Testimonianze”, la rivista che, fondata da Ernesto Balducci, dal ‘58 promuove ri essioni su temi del dialogo tra culture, dei diritti, della pace.

Oggi sono passati 20 anni da quell’evento che trasformò Firenze nella capitale di un mondo eterogeneo, alternativo, che teneva insieme giovani, movimenti radicali, associazioni di base, ambientalisti, minoranze, organizzazioni di sinistra, cristiano-sociali. Lo stesso mondo che 15 mesi prima era uscito ferito dal G8 di Genova. “Ricordo che Martini, presidente della Regione, fece una scommessa. Rischiosa, senz’altro, ma alla ne vincente. Volle il Social Forum, nonostante le preoccupazioni. E tutte le istituzioni, compreso il Comune di Firenze, lavorarono a nché fosse all’insegna della nonviolenza. Fui coinvolto insie-

me anche al grande Tom Benetollo per un convegno preparatorio che si svolse pochi giorni prima, signi cativamente, a Santa Fiora, terra natale di Balducci. Doveva essere chiaro che il Forum di Firenze doveva ispirarsi a valori di pace, giustizia sociale, globalizzazione dei diritti. Fu la premessa di quel che poi accadde”. Successe che oltre mezzo milione di persone – ma i numeri generano divisioni: 450mila secondo le forze dell’ordine, più di 750mila per gli organizzatori – attraversò la città, si radunò alla Fortezza da Basso, partecipò a convegni e incontri, s lò il sabato per la via di Firenze. Un corteo in nito e paci co. “Ci fu una saldatura tra i movimenti, tra chi veniva da fuori, tra le istituzioni e i sindacati. Una convergenza tra l’anima istituzionale e i movimenti spontanei. C’era una grande voglia di discutere e di capire. Fu una festa per la città”, ricorda ancora Saccardi. Il Social Forum di Firenze fu la dimostrazione che tra “ordine occidentale” e scontro potevano esistere delle alternative. Un punto di partenza per sperare in un futuro più giusto. Sembrava l’inizio di qualcosa, e invece tutto nì. Quella partecipazione, con quelle proporzioni, non si è più rivista. “Al di là dei generosi slanci, degli slogan incendiari e degli ideali, il mondo o re una realtà che non si presta a essere modi cata facilmente. Nonostante un dibattito profondo e fecondo, nonostante tra le sfumature vi fosse un’unità di fondo”. E allora perché è nito tutto? Forse quel caso irripetibile è scaturito – fuor di re-

torica – da un’anima particolare (e a volte sommersa) di Firenze. Sociale, con spirito democratico, con tradizione di impegno civile e di condivisione di esperienze con matrici diverse. Forse fu la città, nonostante la paura, a favorire quell’irripetuto fermento e quella coesione.

“Ma non c’è dubbio”, considera Saccardi, “che quei temi, sebbene sottotraccia, siano sempre all’ordine del giorno. Certe battaglie non sono andate perse. Nonostante la dispersione, certi argomenti possiamo affrontarli in modo più maturo. Non si tratta di ribaltare il mondo, ma guardarlo così com’è e trasformarlo in modo più umano, equo e civile. Temi come la sostenibilità e il rispetto per le minoranze sono entrati nelle nostre vite. Non credo sia tutto perso”.

Giustizia economico sociale, ambiente e diritti fanno parte del vocabolario quotidiano. Sembravano le parole d’ordine degli estremisti, oggi si sono istituzionalizzate, entrando in modo più o meno credibile nella politica, nelle aziende, ovunque. “Credo che un problema sia che ancora diritti civili e diritti sociali non vengono combinati. Andrebbero curati comunemente”, commenta Saccardi. Le centinaia di migliaia di voci che animarono Firenze sono disperse in mille rivoli. Sono passati 20 anni, il mondo ha conosciuto nuove tecnologie, nuove speranze e nuove emergenze. “Ma quell’esperienza e quella tradizione non si è esaurita del tutto. Come un fenomeno carsico, sotterraneo, che ancora pulsa. Qualcosa ha sedimentato, qualcosa ha frutti cato. Altre cose arriveranno”.

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DI TUTTE LE COSE VISIBILI E INVISIBILI L’ARTE DI VECCHIARINO

Mai un solo giorno è trascorso senza che Vincenzo Vecchiarino impugnasse la sua penna biro per disegnare. “Di tutte le cose visibili e invisibili” voleva occuparsi con la sua arte e il titolo della mostra curata da Yan Blusseau ripropone proprio questo suo motto: Visibilium omnium et invisibilium. A tre anni dalla sua scomparsa, le sale di B.east Gallery ospitano la retrospettiva dedicata a Vincenzo Vecchiarino per valorizzarne la profonda e meticolosa ricerca, ispirata non da grandi artisti ma dalla loso a, dalla storia e dall’essere umano. Nato a Lucera nel 1952, si sposta prima a Firenze per studiare all'Accademia di Belle Arti poi a Milano dove collabora con diverse case editrici tra cui la Rizzoli e illustra la rubrica dell’Eroscopo per il Magazine di Playboy. Tra il 1982 e il 1983, torna a Firenze e sceglie di restare, aprendo il suo studio in via Romana 8/r. Vincenzo Vecchiarino disegna con sincerità e ossessione, producendo un numero vertiginoso di opere delle quali non riesce a liberarsi. Tra lo studio e la casa, colleziona migliaia di disegni e questa “pratica dell’accumulo” rispecchia un tratto caratteristico della sua poetica. Densità, pienezza, strati cazione. I suoi quadri sono a ollati di forme vorticose dalle quali a orano gure umane e talvolta animali: in Madonna Lactans Rossa,

volti femminili si fondono e confondono nella moltitudine, emergendo dalla materia magmatica con estrema tenerezza. Anche gli astratti realizzati con la sua fedelissima penna bic raccontano questa religiosa dedizione per il dettaglio e restituiscono il senso di totale investimento dell’artista nel momento della produzione. È con la penna sfera infatti che Vincenzo Vecchiarino manifesta la sua tensione tra cose visibili e invisibili, tra il nito e l’in nito, tra il singolo punto e il usso d’insieme perché «in quell’unico punto» - confessa l’artista nei suoi taccuini - «giaceva scorrendo il mio io». Un’attrazione ipnotica cattura chi si trova a osservare il morbido movimento dei volumi e il loro scorrere uido sulla carta, quasi come se il disegno fosse nato così, come se il tratto della penna non esistesse. È di cile non domandarsi come Vincenzo Vecchiarino sia sconosciuto ai più o perchè non sia entrato nella rosa dei grandi artisti contemporanei. E, al tempo stesso, non è poi così di cile rispondersi: non l’ha mai cercato, il successo, e non amava vendersi - o meglio, svendersi - per perseguirlo. Una mostra a Palazzo Barberini a Roma, qualche collettiva e alcune esposizioni nella sua città natale, Lucera (una delle quali fu inaugurata da Piero Bargellini, scrittore, politico nonché sindaco di Firenze tra il ’66 e il ’67). Il suo curriculum si esaurisce così, con numerose altre proposte che preferì ri utare e con la consapevolezza che forse, un giorno, sarebbe stato compreso in profondità. L’intento della mostra alla

B.east Gallery è proprio questo: restituire la meritata considerazione a un artista di adozione orentina con un alfabeto visivo totalmente personale e con una storia degna di essere condivisa con un pubblico più ampio. E n dal primo incontro nel 2010 con Vecchiarino, Yan Blusseau esce dallo studio di via Romana con quest’intima promessa. Oltre all’esposizione visitabile no al 15 novembre, il curatore ha scelto il mezzo cinematogra co come ulteriore espediente narrativo. La collaborazione con il regista Bartolomeo Pampaloni e con lo scrittore Simone Lisi ha portato alla realizzazione di un documentario sulla vita di Vincenzo Vecchiarino, raccontata attraverso gli occhi e le voci delle gure a lui più care, la moglie Antonietta e la glia Lucilla. Visibilium omnium et invisibilium è la scoperta di un artista che non ha fame di riconoscimenti, che è incapace di ostentare, che ri uta l’esibizione. Di un carattere ri essivo, meticoloso, attratto da ciò che appare incomunicabile. Di un esploratore dello spazio in nito che con la sua «penna a sfera ha percorso distanze incalcolabili» (V.V. Taccuini).

Il film è disponibile gratuitamente sul canale YouTube di B.east Gallery, è possibile prenderne visione scansionando il QR code.

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IL GIOCO DELLA FORMA

Chi è rimasto a ascinato dal Salsiccia Fat Bus in piazza Santa Maria Novella non si può perdere la nuova mostra “Trans Formam” dell’artista Erwin Wurm, che si tiene no al 18 marzo nella Galleria Poggiali. Austriaco, classe 1954, Wurm è uno dei protagonisti principali della scena artistica contemporanea e l’esposizione ripercorre attraverso 22 opere iconiche la sua carriera internazionale. L’artista concentra la sua produzione nell’analisi concettuale e materiale della forma e delle sue metamorfosi. Le sue opere sono oggetti che fanno parte del nostro consumismo

quotidiano, come il cibo massi cato, le case e le macchine, gon ati a dismisura al limite della liquefazione. Un’esaltazione burlesca del capitalismo e dei suoi prodotti, con l’obiettivo di ottenere una distorsione ironica che doni la possibilità di un disincantato dibattito, proseguendo la strada già tracciata dagli artisti della Pop Art, tra i primi a criticare, nel mondo dell’arte, la società capitalistica. Di uso nelle due sedi di Via Spada e Via Benedetta, spiccano nel percorso della Galleria opere come Big Kiss, due wurstel antropomor avvinghiati in un bacio klimtiano o le celebri Fat Houses, riproduzioni di case schiacciate da enormi salami, come fossero gomma. Oltre ad alcuni oli su tela di gu-

sto astratto realizzati per l’occasione, rappresentanti salsicce o gelati, opera capitale della mostra è Fat Convertible, una macchina “ingrassata” attraverso l’utilizzo del poliuterano, che dona la sensazione di una forte compressione a terra, in opposizione alle ricerche verso l’elevazione spirituale di altre forme artistiche. Le sale sono illuminate attraverso una fredda luce LED immersa in uno spazio bianco, che permette una facile visione delle singole opere ma trasmette un sentimento claustrofobico, poco consono al concetto moderno di libera e universale fruizione dell’arte. L’accesso alla mostra è gratuito e per l’occasione è disponibile un catalogo dedicato con un saggio di Helmut Friedel.

SPOERRI

Ci sono luoghi che raccontano persone. E persone che, per raccontarsi, hanno necessità di luoghi. Vagabondare nei 16 ettari del Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano, acquistato all’inizio degli anni ‘90 dall’artista e divenuto nel ’97 fondazione culturale, è un’esperienza quasi mistica, dove non puoi avere un approccio razionale, ma semplicemente devi farti trasportare dallo sguardo e dal usso delle opere, dalle sensazioni che ti lasciano. Ognuna di loro ti racconta una delle tante sfaccettature di Daniel, danzatore e coreografo, pittore e scultore, delle sue origini rumene, degli anni vissuti in Svizzera, poi a Parigi ed in ne della sua scelta di abitare a Seggiano e dare vita a questo immenso parco dove 113 opere dialogano a distanza tra loro con una comunicazione

ne e vellutata che parla di vita e morte, di dei e falsi idoli assemblati e mutanti, di natura generatrice ma anche violentata e deturpata. Poniti al centro del suo “Unicorni / Ombelico del mondo” in cima alla collina, cerca di trovare un signi cato mentre percorri il suo “Sentiero murato labirintiforme”, ri etti davanti ad uno dei tanti «oggetti etnosincretistici» disseminati nel giardino, che riuniscono maschere primitive, oggetti da mercato delle pulci e simboli religiosi occidentali, per deridere ogni fede e ogni convenzione artistica o ancora perdi l’equilibrio nella “Chambre n° 13 de l’Hotel Carcasonne”, riproduzione inclinata e deformata della stanza in cui l’artista soggiornava in Francia durante il periodo da ballerino. Tutte intorno, a stringere la sua arte in un grande abbraccio, le opere degli amici artisti, dai volti di Eva Aeppli, al “Continuo” di Roberto Barni, dal ‘visitatore’ di

Esther Seidel alla “Mamma muntagna” realizzata da Spoerri con Roland Topor, no all’installazione del “Penetrabile sonoro” di Jesus Rafael Soto, dove ognuno sarà libero di entrare nell’opera facendo risuonare il proprio personale motivo.
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IL “PARADISO” DI

Illusione: un inganno del nostro cervello che interpreta qualcosa secondo quelli che sono i propri desideri o aspettative. È nel cuore del centro di Firenze che ha aperto un museo speciale, in cui non ci si limita ad ammirare le statue e i quadri, ma è possibile interagire con le opere al suo interno: il Museo delle Illusioni. Nasce all’interno dello storico Palazzo Tornaquinci della Stufa in Borgo Albizi e ospita una mostra permanente che mescola scienza, arte, sica e ottica o rendo una panoramica di e etti visivi, giochi, specchi magici e ologrammi, indovinelli e oggetti vari che però manifestano le cose in un modo diverso rispetto a come la logica vorrebbe, creando una dissonanza tra ciò che il cervello vede e quello che invece si percepisce.

Il concept originale di questa tipologia di museo nasce nel 2015 in Croazia, a Zagabria, ma è diventato così famoso da diffondersi velocemente in tanti altri luoghi del mondo, soprattutto in Italia. Prima di Firenze, infatti, il Museo delle Illusioni aveva già aperto a Milano, e prossimamente sbarcherà anche a Roma Opere di ogni epoca e di tutti i tipi, un’esperienza immersiva e stravagante, adatta sia ai bambini che agli adulti e che è possibile vivere sia in modo serio e scienti co che super ciale e giocoso, divertendosi a scattare anche sel e bu . Un museo in

cui nulla è come appare, in cui si scopre che anche le illusioni hanno una loro storia alle spalle, interessante da scoprire; un museo che si prende gioco del visitatore ma che spinge soprattutto ad andare più a fondo, a non restare alla super cie delle cose, perché potrebbero essere diverse da ciò che sembrano.

Il museo è aperto da lunedì a venerdì dalle 10 alle 19, il sabato e la domenica no alle 20 e il costo del biglietto è di 17€ con riduzioni per studenti e pensionati. Per maggiori info, visitare il sito museumo llusions.it

ANCHE UNA MOSTRA PUÒ ILLUDERE CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE Il pupazzo di neve cartone animato con voce recitante e musica dal vivo 03 dic sabato ore 16:30 STAGIONE CONCERTISTICA / FESTA DELLA TOSCANA 2 222 23 22 2 30 nov mercoledì ore 21:00 Thomas Guggeis direttore musiche di RENATO MIANI C.SCHUMANN BEETHOVEN orchestradellatoscana.it BIGLIETTI da €5,00 e da €15,00 / Acquisto online su Ticketone.it / INFO Biglietteria tel. 055 212320 Claire Huangci pianoforte Tutti al Teatro Verdi! Gli spettacoli per famiglie e bambini

Edicole e librerie non chiudono, aprono

Segnaliamo con piacere i nuovi spazi culturali che aprono a Firenze. Il 21 ottobre, in via dell'Agnolo 30/r, ha aperto la libreria Malaparte. Chiara Ba a, traduttrice editoriale e già libraia de La Citè nel 2008, e Filippo Nicosia, scrittore e fondatore di Pianissimo, libreria itinerante siciliana, hanno scelto il quartiere di Sant'Ambrogio per un progetto che rispecchia il loro modo di intendere i libri: oggetti privi di etichette, misteriosi, a ascinanti e mostruosi, come le ra gurazioni di Ulisse Aldrovandi nella loro identità visiva. In via Aretina 116/r si trova invece Rebus, progetto di edicola alternativa fondato dal collettivo di copywriters MOT. Rebus è uno spazio di ritrovo per tutti gli appassionati della carta stampata e degli articoli da cartoleria, e propone una selezione di riviste di di cile reperibilità, libri, quotidiani, periodici, pubblicazioni straniere e per bambini. In ne, apre in Via Mozza, 1/1 la sede de L'Eco del Nulla, rivista che si occupa di cinema, letteratura, serialità televisiva e attualità. S.C.

UN GESTO QUASI RIVOLUZIONARIO TRENT’ANNI DI PREMIO FIESOLE

di Salvatore Cherchi foto di Paolo Della Bella

La parola esordiente in letteratura è ambigua, perché spesso sinonimo di “giovane scrittore”, due sostantivi che, a ancati, echeggiano di scommessa, salto nel vuoto, indecifrabilità. Una meteora che attraversa il cielo e chissà se continuerà a brillare o si consumerà all’orizzonte. Di solito il giovane scrittore è roba per riviste o micro-editori. Ed è raro trovare il suo nome tra i vincitori di un premio letterario di rilievo nazionale. O almeno lo era no al 1992, anno in cui viene assegnato il primo premio Fiesole, dedicato alla narrativa under 40. Il Fiesole nasce u cialmente nel 1990, su iniziativa dello scrittore Giorgio Saviane, orentino d’adozione ma veneto d’origine, e un gruppo di intellettuali, tra cui Paolo Beccatini e l’editore Franco Cesati, amico intimo di Saviane, che era solito frequentare la sua casa nei pressi di Ponte Vecchio, per una cena seguita da una partita a biliardo. Saviane, prima di diventare uno scrittore riconosciuto (vincerà il Campiello nel ’63 e il Bancarella nel ’77), trovò diverse resistenze in campo editoriale, che lo porteranno a esordire a 41 anni. Non possiamo a ermare che sia stata questa esperienza a ispirargli l’idea del Premio, ma se ci fosse permesso romanzarla, ci piace pensare che sia andata così.

Come a erma l’attuale presidente della Giuria del Premio infatti, Franco Cesati, l’istituzione di un riconoscimento de-

dicato ai giovani scrittori fu un gesto in controtendenza, quasi rivoluzionario, perché all’alba dei Novanta i giovani scrittori non riempivano gli sca ali delle librerie, né gli albi d’oro dei premi letterari. Fino al 1992 per esempio, l’età media di un vincitore dello Strega o del Campiello era di 54 anni. Il premio Fiesole si pose dunque come precursore dell’attenzione e del riconoscimento verso le voci dei giovani scrittori, capaci di raccontare il mondo al pari di quelle mature e a ermate. Sarà un caso, ma pochi anni dopo la sua istituzione, nascerà il fenomeno letterario dei Cannibali, che no ai primi del 2000 sarà uno dei centri gravitazionali della letteratura italiana. Ma perché proprio Fiesole? Perché Saviane, quando venne in Toscana, andò a vivere a Fiesole. Perché uno dei fondatori, Paolo Becatini, è esolano. Ma soprattutto perché l’amministrazione comunale, sin dall’istituzione del Premio, si è dimostrata disponibile. Oggi, come conferma la coordinatrice Silvia Borsotti, il Premio è gestito e nanziato del tutto dal Comune di Fiesole. Sabato 5 novembre dunque, alle 17:30, presso la Sala del Basolato, si sceglie l’opera vincitrice tra quelle di Mattia Corrente con “La fuga di Anna” (Sellerio), Irene Graziosi con “Il pro lo dell’altra” (Edizioni e/o) e Bernardo Zannoni con “I miei stupidi intenti” (Sellerio). Come ogni anno, oltre al premio per l’opera letteraria, verrà assegnato un riconoscimento speciale che la giuria assegna a personalità o attività che si sono particolarmente distinte nella promozione culturale, questo però, senza limiti di età.

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FUCINA CONTENUTI INCLUSIVI CHE

PASSANO DAL WEB

Acosa pensereste se dicessi la parola fucina? Sicuramente a quel luogo dove prendono forma le idee - ma più nel concreto il nome ricorda il laboratorio del fabbro, dove si lavoravano i metalli a caldo per poi essere battuti sull’incudine. Ne sa qualcosa Martina Maccianti, l’ideatrice del progetto Fucina (suo nonno era un fabbro e il richiamo al nome è stato immediato!) uno spazio online sui temi dell’inclusione, parità, diritti, ecologia, sessualità ma anche arte, musica e libri. Fucina è un punto di raccolta di contenuti, spunti e ri essioni, in cui tutti i piccoli elementi vengono messi e riscaldati al ne di essere lavorati per o rire informazioni in un formato semplice e

facile da elaborare. “Fucina è nata con l’idea di creare un ecosistema di contenuti che supportino un cambiamento inclusivo nel linguaggio e nella narrazione a cui siamo da sempre abituati” – dice Martina,che ha sentito l'esigenza di farlo perché non voleva restare a guardare un mondo tempestato di informazioni frammentate, spesso create al solo ne di alimentare reazioni, senza possibilità di costruzione. Oltre a lei, che è la fondatrice del progetto, ne cura la programmazione, i contatti con i contributors, partecipando alla creazione dei contenuti, nel core-team gurano: Alessia Dulbecco, pedagogista, formatrice e consulente DE&I (lavora e scrive attorno al tema della discriminazione di genere e della sessualità); Murphy Tomadin, psicologo e psicoterapeuta in formazione (si concentra principalmente sul benessere

e sulla componente relazionale) e Francesca Franzè, esperta in diagnostica per i beni culturali per salvare il patrimonio culturale (interessata alla sostenibilità per salvare la specie umana e non solo). E per il futuro? La pagina Instagram si trasformerà in una newsletter che approfondirà i temi a rontati soltanto in formato ridotto sul social. Vorrebbero organizzare talk e piccoli eventi in cui poter condividere ri essioni riguardo crisi climatica, violenza di genere, cultura, mentre il sogno rimane quello di parlare con i giovanissimi, nelle scuole e nei loro spazi, per creare una rete solida direttamente con le persone di domani.

SPESA VIRTUALE E MUSICA DAL VIVO PER SOSTENERE LA CARITAS

di Ra aella Galamini foto di Filippo Steven Ferrara

Grazie all'iniziativa La spesa che vale la dispensa dei volontari non resta vuota. Basta collegarsi al sito www.laspesachevale. it: con una donazione, anche piccola, si possono comprare prodotti dallo sca ale digitale. Libera la scelta se donare la spesa alla dispensa Caritas o acquistare uno o più menu per i pasti caldi. Ogni giorno circa 300 persone si rivolgono alla struttura di via Baracca. Nel 2021 sono stati o erti 33.000 pasti caldi in media al mese (circa 1.100 al giorno), distribuiti nelle numerose strutture di accoglienza presenti sul territorio orentino. La mensa di via Baracca è la più grande di Firenze: di proprietà comunale, viene però gestita dalla Caritas e si regge sulle donazioni. Quest’anno a sostenere le attività della Caritas c’è pure la Fondazione Ort con il progetto “Musica dif-

fusa”: l’obiettivo è portare la musica nelle strutture destinate agli ultimi di Caritas e Cesvot e raccogliere donazioni per le mense sul territorio. Da segnalare il ash mob a inizio ottobre davanti alla mensa di via Baracca che ha dato via alla rassegna musicale. L’identikit di chi si rivolge alla mensa di via Baracca è: uomo, italiano, tra i 35 e i 54 anni, senza ssa dimora o in stato di emarginazione. Crescente il numero di anziani, soprattutto stranieri, mentre sono una decina i minorenni. Alle mense di quartiere, di use sul territorio, si rivolgono invece le persone adulte ed autosu cienti, in stato di povertà, marginalità e fragilità sociale. A fronte di una donazione minima di 15 euro con “La spesa che vale” si riceverà la shopper solidale realizzata da I was a Sari,  impresa sociale indiana  nella quale lavorano donne provenienti dalle comunità svantaggiate di Mumbai. Per ogni 500 euro donati per “La spesa che vale”, la Fondazione CR Firenze ha preso l’impegno di piantare due alberi nel territorio di Firenze.

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19 E 20 NOVEMBRE 2022 CON IL SOSTEGNO DI ORGANIZZATO DA Tepidarium del Roster - Via Bolognese 17, 50139 Firenze10:0020:00 WORKSHOP, TALK, KIDS LAB, ECO DESIGN, ART, FOOD www.greenfactoryfirenze.com PARTNERS Illustratrice e Designer PENSA SOSTENIBILE “ ”

SPAZI A MARGINE

“La

Progettata dall’architetto Riccardo Mazzanti nel 1901, rivolta verso una pittoresca piazzetta prospiciente il ume. La sua facciata, si richiama cromaticamente al romanico veneziano con il bianco della pietra e il rosso dei mattoni, con un protiro di gusto neo-medievale, sorretto da due colonne e decorato con archetti ciechi pensili”.

Passare davanti al giardino di Martin Lutero con la sua bicicletta rossa, era una delle cose che Dario amava più fare nel mese di novembre. Non solo perché l’autunno era la sua stagione preferita e ritrovava nei suoi colori una qualche serenità, ma perché quelle foglie ingiallite incorniciavano perfettamente quella piccola chiesa alla destra della piazza, che tanto gli ricordava la sua adorata Venezia.

VOCI DEL CAMBIAMENTO

Perché Tocca a Noi

Inauguriamo questa rubrica con una “rete radicata in tutto il Paese, composta da persone di età e generi di erenti, con ruoli attivi nelle amministrazioni e nelle comunità” Tocca a Noi nasce ad aprile 2021, in piena pandemia, in una delle tante giornate sempre uguali. Dopo anni spesi tra università, lavoro, tirocini e viaggi, questo momento di pausa dalla vita frenetica passato a ri ettere e chiacchierare online ha portato un piccolo gruppo a ideare il tampon tax tour, un tour per mappare i territori che si sono mobilitati contro la tampon tax. L’associazione nasce di conseguenza, come realtà che promuove e stimola un’azione legislativa su quei temi che tocca a noi sostenere in nome dell’equità tra generi e generazioni. L'obiettivo è quello di fare da ponte tra piazza e istituzioni. Incontri nelle piazze, assemblee, gruppi online, eventi in presenza: sono questi i momenti in cui possono interfacciarsi, proporre iniziative e portarle avanti, assieme. Si stanno, inoltre, costituendo dei veri e propri nuclei

regionali. Chiunque può fare richiesta agli eventi, sui social o sul sito per entrare a far parte dell'associazione, come semplice sostenitore, perché crede nelle nostre proposte, o come attivista, perché vuole anche attivarsi nei territori portando avanti le iniziative. I destinatari d'interesse sono coloro che vogliono sostenere un'equità tra generi e generazioni: amministratori e amministratrici, associazioni, realtà del territorio e cittadini. I portatori d'interesse sono i meno rappresentati. In particolare, uno degli scopi “collaterali” dell'associazione è fermare l' “e etto panda”. Il panda è stato per lungo tempo una specie a rischio estinzione; un animale che, se non protetto, da solo non sarebbe sopravvissuto. L’e etto panda si veri ca quando usiamo lo stesso approccio con delle categorie umane: creiamo misure ad hoc per donne e giovani come se dovessero essere salvati. Più che salvati, andrebbero integrati, permettendogli di partecipare e dando loro rappresentanza.

Chiesa Evangelica Luterana di Firenze si trova sul Lungarno Torrigiani.
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l'Agenda di novembre

MARTEDÌ 1

3 FRANCE ODEON XIV EDIZIONE

Cinema La Compagnia (FI) ing. NP

3 LABORATORIO APERTO DI DANZA CONTEMPORANEA

Gada Playhouse (FI) ing. 10€

3 LA DEMOCRAZIA DEL CORPO | BORIS CHARMATZ (replica 02/11) Cango (FI) ing. da 5€

3 OPEN MIC! STAND UP COMEDY SHOW NOF (FI) ing. gratuito

3 TERRAPROJECT. IL SENSO DEI LUOGHI ( no al 15/01)

Palazzo Pretorio Figline (FI) ing. gratuito

MERCOLEDÌ 2

3 ELLIOT ERWITT. PHOTOGRAPHS

( no al 22/01)

Villa Bardini (FI) ing. da 5€

3 TREES | DANIELE RATTI

Murate Art District (FI) ing. gratuito

GIOVEDÌ 3

3 FLORENCE SHORT FILM FESTIVAL

( no al 4/11)

Cinema la Compagnia (FI) ing. da 8€

3 3 MENO 1

L’ornitorinco (FI) ing. gratuito

VENERDÌ 4

3 A JAZZ SUPREME. JACOPO FERRAZZA 5TET

Sala Vanni (FI) ing. da 13€+dp

3 ROCK CONTEST

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

3 EMMA NOLDE + DEEP LOVE FACTORY The Cage (LI) ing. da 12,48€

3 FLORENCE PERCUSSION FESTIVAL ( no al 6/11)

Instabile Culture in Movimento (FI) ing. da 6€

SABATO 5

3 FESTIVAL DEI POPOLI ( no al 13/11)

Cinema La Compagnia e altri luoghi (FI) ing. da 5€

3 LUCA SOMMI-IL CAMMIN DI NOSTRA VITA Teatro Puccini (FI) ing. 10€

3 BRICK IN FLORENCE ( no al 6/11) Tuscany Hall (FI) ing. da 10€

3 GIORGIO CANALI E ROSSOFUOCO GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

3 CONCERTI AL CENACOLO Museo di San Salvi (FI) ing. da 8€

3 FIERA DEI TESSUTI ( no al 6/11) Piazza Santa Croce (FI) ing. gratuito

DOMENICA 6

3 ONLY USATO

Conventino Ca è Letterario (FI) ing. gratuito

3 LA DEMOCRAZIA DEL CORPO | MICHELE RIZZO Cango (FI) ing. da 5€

3 I MACCHIAIOLI ( no al 26/02) Palazzo Blu (PI) ing. da 5€

3 VISITE SINAGOGA E MUSEO EBRAICO Sinagoga e Museo Ebraico di Firenze (FI) ing. da 10€

3 GAL IN CONCERTO L’ornitorinco (FI) ing. gratuito

LUNEDÌ 7

3 FLASH FICTION SLAM Alibi Craft Beer & Kitchen (FI) ing. gratuito

MARTEDÌ 8

3 SILVIO ORLANDO. LA VITA DAVANTI A SÉ ( no all’11/11) Teatro Puccini (FI) ing. da 27€

3 WHISKY TRAIL - OMAGGIO A GIULIA Tuscany Hall (FI) ing. da 15€

3 LABORATORIO APERTO DI DANZA CONTEMPORANEA Gada Playhouse (FI) ing. 10€

3 TRK. GLITCH CLUB ( no all’1/12) Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. 5€

3 ROCK CONTEST

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

MERCOLEDÌ 9

3 LA DEMOCRAZIA DEL CORPO | ADI BOUTROUS (replica 10/11) Cango (FI) ing. da 5€

3 LEZIONI DI DESIGN Murate Art District (FI) ing. gratuito

GIOVEDÌ 10

3 MOSTRA 40° ANNIVERSARIO ( no al 30/11) Galleria del Palazzo Coveri (FI) ing. gratuito

3 OLTRE LE MURA | LES MÉTAMORPHOSES ( no all’11/12)

PARC Performing Arts Research Centre (FI) ing. gratuito

3 APERIWORLD CON FUOCHI TRIO InStabile Culture in Movimento (FI) ing. gratuito

VENERDÌ 11

3 A JAZZ SUPREME. BEN LAMAR GAY ENSEMBLE Sala Vanni (FI) ing. da 13€+dp

3 I VERSI DELL’ORNITORINCO - POETRY SLAM L’ornitorinco (FI) ing. gratuito

3 NITTARDI | 40 ANNI DI VINO E ARTE ( no al 30/11)

Galleria di Palazzo Coveri (FI) ing. gratuito

3 DON'T FEED THE MONSTER ( no al 20/11) Artiglieria (FI) ing. gratuito con tessera

3 CINEFORUM

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

SABATO 12

3 CONCERTI AL CENACOLO Borgo San Lorenzo (FI) ing. da 8€

3 LA DEMOCRAZIA DEL CORPO | COLLETTIVO GIULIO E JARI Cango (FI) ing. da 5€

3 DIVERSE LINGUE UNA SOLA LETTURA Marabuk libreria (FI) ing. gratuito

3 NERVI

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

MUSICA \ TEATRO \ CINEMA \ ARTE \ EVENTI

3 EDDA

DOMENICA 13

3 PIMP MY VINTAGE

The Student Hotel (FI) ing. gratuito

3 THE GOOD SUNDAY Jazz club (FI) ing. tessera 10€

3 PRESENTAZIONE DEL LIBRO DIARIO DEL CAOS L’ornitorinco (FI) ing. gratuito

LUNEDÌ 14

3 ELLIOT ERWITT | PHOTOGRAPHS

( no al 22/01)

Villa Bardini (FI) ing. 5€

3 ESCHER ( no al 23/03)

Museo degli Innocenti (FI) ing. da 10€

MARTEDÌ 15

3 LABORATORIO APERTO DI DANZA CONTEMPORANEA

Gada Playhouse (FI) ing. 10€

MERCOLEDÌ 16

3 LO SCHERMO DELL’ARTE ( no al 20/11)

Cinema La Compagnia (FI) ing. gratuito under30/ ing. da 5€

3 OLTRE LE MURA | FIELDWORKS ( no al 18/11)

PARC Performing Arts Research Centre (FI) ing. gratuito

GIOVEDÌ 17

3 ACCABADORA. MICHELA MURGIA

Teatro Puccini (FI) ing. da 20€

3 BLUES JAM SESSION Jazz club (FI) ing. tessera 10€

3 ROCK CONTEST

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

VENERDÌ 18

3 A JAZZ SUPREME. LINDA MAY HAN OH Sala Vanni (FI) ing. da 13€+dp

3 CINEFORUM

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

SABATO 19

3 PIETRO GROSSI. ODESSA È UNO STATO DELLA MENTE

Teatro Puccini (FI) ing. da 8€

3 AMICI DELLA MUSICA | PAUL LEWIS SOLO PIANO

Teatro Niccolini (FI) ing. NP

3 TONNO + ASTROGANG

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

DOMENICA 20

3 PAROLE D’ARTISTA: TESTI ANALITICI, POETICI, SPERIMENTALI

Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (PO) ing. da 3€

LUNEDÌ 21

3 POETRY GOES CRAFT POETRY SLAM

Alibi Craft Beer & Kitchen (FI) ing. gratuito

MARTEDÌ 22 3 LABORATORIO APERTO DI DANZA CONTEMPORANEA Gada Playhouse (FI) ing. 10€ MERCOLEDÌ 23 GIOVEDÌ 24 3 PRESENTAZIONE DI MEGAZINNE L’ornitorinco (FI) ing. gratuito 3 CINEFORUM GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera 3 SCEUSPIEL FAUST – IL DRAMMA DI FAUST ( no al 02/12) Teatro Goldoni (FI) ing. 15€

VENERDÌ 25 3 I VERSI DELL’ORNITORINCO | LORENZO MARAGONI L’ornitorinco (FI) ing. gratuito

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

SABATO 26

3 XXIII FESTIVAL GIAPPONESE ( no al 27/11) Fortezza da Basso (FI) ing. da 3€ 3 LA DEMOCRAZIA DEL CORPO | STEFANIA TANSINI (replica 27/11) Cango (FI) ing. da 5€

3 AMICI DELLA MUSICA | GIBBONI E LAZAR Saloncino della Pergola (FI) ing. NP

3 ROOMS BY THE SEA

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

DOMENICA 27

3 LORENZO BRAUS IN CONCERTO L’ornitorinco (FI) ing. gratuito

3 AMICI DELLA MUSICA | LONQUICH, WASKIEWICZ E REBAUDENGO Saloncino della Pergola (FI) ing. NP

LUNEDÌ 28 MARTEDÌ 29

3 BTO BUY TOURISM ONLINE ( no al 30/11) Stazione Leopolda (FI) ing. da 49€

3 LABORATORIO APERTO DI DANZA CONTEMPORANEA Gada Playhouse (FI) ing. 10€

MERCOLEDÌ 30

3 LA DEMOCRAZIA DEL CORPO | SATIRI, VIRGILIO SIENI ( no al 4/12) Cango (FI) ing. da 5€

Noleggia Piedelibero e pensi solo a pedalare

Più di 200 bici, recuperate dalla depositaria comunale, riqualificate e revisionate grazie all’esperienza di Piedelibero per i soci de La Comune

Essere un Piedelibero significa sostenere i valori di: sostenibilità ambientale, stile di vita sano, riuso e riciclo dei rottami, reinserimento sociale dei detenuti dell’Istituto Penitenziario di Sollicciano.

In collaborazione con La bicicletta a Firenze dal 1960 Con il contributo di Piedelibero è
un progetto di Ulisse cooperativa sociale
Info e noleggi su lacomune.coop Oppure chiama 348 9386460 da lunedì a venerdì dalle ore 10-13 e 14-17 Ne vuoi una anche tu? Ai primi 100 soci che sottoscriveranno il servizio di noleggio in omaggio kit luci, lucchetto ad alta resistenza e una borraccia o erta da Publiacqua spa. Fai presto!

NOVEMBRE DA NON PERDERE

FESTIVAL DEI POPOLI

DAL 5 AL 13 NOVEMBRE • VARIE LOCATION

Documentari sull’ambiente, lm d’archivio passando al cinema delle nuove generazioni sono al centro del programma della 63esima edizione del Festival dei Popoli, il festival internazionale del lm documentario, che si terrà dal 5 al 13 novembre a Firenze, al cinema La Compagnia, sala principale, e in altri luoghi della città; il meglio del cinema documentario mondiale in un programma accompagnato da numerosi ospiti internazionali e nazionali. In programma un focus dedicato alle nuove generazioni, la sezione Habitat con un focus sulle s de ambientali e il Concorso Internazionale (18 lm tra cortometraggi, mediometraggi e lungometraggi, tutti inediti in Italia), il Concorso Italiano (7 inediti assoluti alla scoperta dei giovani talenti del nostro Paese) e la nuova sezione DOC Highlights

TRK. GLITCH CLUB

Inaugurato a febbraio 2022, TRK. Glitch Club si tiene alla Limonaia di Villa Strozzi, luogo storico dei concerti di Tempo Reale ora trasformato in club. Ospite di novembre, oltre al solito Glitch Party, sarà l'americana Liz Allbee, compositrice, performer e improvvisatrice. La sua pratica performativa comprende una tromba quadrifonica da lei ideata, ma anche set elettronici, o composti da tromba e voce. La sua ricerca sonora è dedicata alla composizione elettroacustica, alla spazializzazione, alle strategie di improvvisazione e alla creazione di strumenti e nuove sorgenti sonore. Ha suonato in numerosi festival e sale da concerto prestigiose, come Wien Modern, Maerzmusik, CTM, Hudders eld Contemporary Music Festival, Donaueschingen Musiktage, Darmstadt Ferienkurse e molti altri.

SILVIO ORLANDO

DALL'8 ALL'11 NOVEMBRE • TEATRO PUCCINI

Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, al centro di un discusso Premio Goncourt, La vita davanti a sé di Romain Gary è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo commovente e ancora attualissimo, che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma.

LO SCHERMO DELL'ARTE

DAL 16 AL 20 NOVEMBRE • VARIE LOCATION

Lo schermo dell’arte annuncia la sua quindicesima edizione rinnovando l’appuntamento annuale dedicato alla migliore e più recente produzione internazionale di lm d’artista e di documentari sull’arte contemporanea. Il Festival si svolgerà tra il Cinema La Compagnia di Firenze e altri luoghi della città o rendo un programma di oltre 30 lm prodotti tra il 2021 e il 2022, tra cui anteprime internazionali e italiane accompagnate da momenti di incontro in sala, con la partecipazione di oltre 40 artisti, autori e curatori. Anche questa edizione si espanderà online, con una programmazione in streaming su Più Compagnia, in collaborazione con MYmovies ( no al 27/11). Oltre a ospitare a Firenze protagonisti dell’arte nazionale e internazionale, Lo schermo dell’arte rilancia il suo impegno a sostegno di una nuova generazione di talenti.

EDDA

25 NOVEMBRE • GLUE ALTERNATIVE CONCEPT SPACE

Continua la programmazione live del Glue di Campo di Marte che venerdì 25 novembre ospita il cantautore ex Ritmo Tribale, Edda. Stefano Rampoldi, vero nome dell'artista milanese, torna a Fireze per presentare l'ultimo album “Illusion”. Anticipato da “Lia”, brano che lo stesso Edda de nisce “allergico”, “Illusion” rappresenta un nuovo viaggio artistico che si distanzia dall’ultima uscita dell’artista, Fru Fru (2019) e in cui il cantautore milanese indossa abiti nuovi, cuciti con maestria dalla produzione artistica di Gianni Maroccolo, una delle più importanti gure del rock italiano. In Illusion l’unica e ine abile vocalità di Edda incontra le sonorità distese di Maroccolo e le unisce a testi tanto arguti quanto struggenti, liberando così la sua espressività pura in uno spazio sonoro denso e apertissimo.

Il Comune di Figline e Incisa Valdarno, consolidando il proprio legame con la fotogra a contemporanea, dopo i lavori realizzati da Paolo Monti e Gianni Berengo Gardin, e presentano il progetto fotogra co Il senso dei luoghi del collettivo di fotogra a documentaria TerraProject Il senso dei luoghi nasce nel 2021, quando il collettivo TerraProject raccoglie l’invito a realizzare una documentazione del territorio di Figline e Incisa Valdarno. Il progetto è stato realizzato tra ottobre 2021 e agosto 2022, un lavoro a lungo termine che ha permesso agli autori Michele Borzoni, Simone Donati, Pietro Paolini e Rocco Rorandelli, di approfondire il rapporto con il tessuto sociale della comunità e quello naturale e urbano del territorio, dando voce ad un dialogo tra l’elemento umano e quello paesaggistico.

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IL SENSO DEI LUOGHI
OTTOBRE 2022 - 15 GENNAIO 2023 PALAZZO PRETORIO - FIGLINE
8 NOVEMBRE • LIMONAIA DI VILLA STROZZI
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SCOPRI ROBIN FOOD IL DELIVERY SOSTENIBILE DIRETTAMENTE A CASA TUA SCOPRI ROBIN FOOD IL DELIVERY SOSTENIBILE DIRETTAMENTE A CASA TUA Condividi anche tu questi valori? Cambiamo il mondo del delivery insieme! Ordina con Robin Food!! ECOLOGICO ED EFFICIENTE! robinfoodfirenze.it Robin Food è una cooperativa di delivery indipendente, fondata e autogestita dagli stessi rider che ne fanno parte. La nostra missione è creare un’alternativa etica e locale ai grandi colossi del food delivery. Noi di Robin Food mettiamo al primo posto: - la tutela dei diritti e la dignità del lavoratore - la collaborazione con le piccole imprese, per crescere insieme - il rispetto per l’ambiente Seguici sui social! DELIVERY

LUOGHI AMENI E DOVE TROVARLI

Quasi Pienza

Pensavo fosse Pienza e invece no. Intendiamoci, era vicino, vicinissimo, ma no, era un’altra cosa: un giro di valzer brevissimo, mattoni su mattoni, orellini e uccellini, e la vera leggenda di un teatro povero immersi tra le rotondità e le dolcezze di agosto. Questo è l’emblema della quiete, amenità distillata e non diluita, overproof o navy strenght fate voi.

E poi, una porta. Dal terrazzo, nella meditazione notturna vista ombre lunghe di cipressi e tegole ammucchiate di un altro vecchio tetto, pensieri fusi insieme alle parole che scrivo, e un vecchio cartello delle poste. Mi arriva alle orecchie un vociare rinchiuso e intimo: sono vecchi, sono pochi, ma di sicuro sono vivi. Sono oltre quella porta. Nella mia testa guro una bisca notturna, il pokerino a soldi veri, il fumo sodo delle Muratti, il briscolino e il jukebox del catarro, lo scopone scienti co e la cataratta fresca fresca. A un certo punto cala il silenzio: nisce tutto, la gioia è al capolinea, tasche piene e tasche vuote, elastici per le banconote e la conta degli spiccioli. Si spegne la luce, quella porta viene sbattuta. Ne escono pochi uomini canuti, le loro chiome risplendono di notte sotto un lampione canarino. Avevo intuito bene.

Mentre rientro in camera la luna sfugge dalla marcatura degli alberi e si palesa per illuminare un dubbio che mi scuote: tu, posto oltre la porta, potresti essere il bar per la mia colazione di domani? Devo controllare. Scendo e perlustro. Non c’è un’insegna, tantomeno gli orari di apertura, nemmeno un cartellone dei gelati Sammontana. Eccola, la fame al futuro anteriore.

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Brevi Cronache Librarie

Racconti Fiorentini con la scusa di un Libro di Carlo Benedetti

Quando gli scienziati ci avevano spiegato che una guerra nucleare avrebbe fermato il tempo, tutti pensammo che fosse una metafora per addolcire la ne del mondo, un modo poetico di raccontare l’apocalisse. Nessuno immaginava questo loop in nito che si conclude sempre con lo stesso fungo atomico sopra la cupola di Brunelleschi.

Continuo a bere lo stesso ca è seduto nel bar delle Oblate e, per quanto ormai odii il ca è, non posso fare a meno di berlo, di nuovo, all’in nito. Metto mezza bustina di zucchero, giro bene, bevo e come riappoggio la tazzina, alzo lo sguardo all’immensa vetrata e vedo una virgola scura piombare sulla cupola che invece di collassare lancia per aria tutte le sue tegole rosse, poi mi sento bruciare ogni centimetro di pelle, solo un istante, e poi più nulla e sono di nuovo in la per ordinare.

Mi chiedo se succeda anche a quelli chiusi nei loro bunker miliardari o se invece il loro tempo continui a scorrere, chiuso sotto decine di metri in cemento e acciaio, giorno dopo giorno, perso a mangiare polveri lio lizzate e fare yoga. Non credo di avere niente da invidiargli: hanno solo qualche ora in più prima di dover dormire e poi svegliarsi e ricominciare da capo.

Io almeno posso dire di essere l’ultimo a vedere la cupola, la balaustra non nita, quella “gabbia per grilli” che Michelangiolo odiava. E posso dirlo di continuo. Non dico altro alla barista carina che ero venuto a salutare.

“Siamo fortunati, no?” mi risponde lei, ogni volta.

UN GRANDE NOVEMBRE DI TEATRO

Finalmente si entra nel vivo delle stagioni orentine. Ha anche riaperto il Teatro del Sale dopo la pandemia e la scomparsa dello chef-scrittore Fabio Picchi. Se Putin si dà una calmata forse torniamo a una sorta di normalità. Intanto al Teatro di Rifredi arriva una ventata di sicilianità con due gruppi carnali, viscerali che fanno della parola “tagliente” e dell'uso del corpo la loro cifra. Ecco prima Emma Dante con il nuovo “Pupo di zucchero” (4-5) che parte proprio dalla Festa dei Morti con il protagonista che, per onorare i defunti, crea con acqua, farina e zucchero una statuina dalle sembianze umane rievocando e riportando alla sua tavola gli scomparsi della propria famiglia.

Il secondo invece sono i Vucciria Teatro che qui portano “Immacolata Concezione” (17-19) con le loro tipiche atmosfere tra il sacro e il profano. Qui il climax è retrò con una prostituta innocente e

santa che fa impazzire gli uomini con la sua aura, il suo calore, la sua bontà e ingenuità senza alcun coinvolgimento sico: un miracolo.

Al Teatro della Pergola un grande attore come Fabrizio Bentivoglio sarà catapultato tra le parole eterne ed evergreen di Ennio Flaiano con “Lettura Clandestina” (22-27). Rileggere gli articoli di Flaiano ci fanno capire quanto lo scrittore e intellettuale fosse avanti nel tempo e quanto, forse, i tempi tornino e ritornino ciclici, soprattutto nei difetti italici innati e congeniti del nostro Popolo. Altro grande interprete del nostro teatro e del nostro cinema è Silvio Orlando che al Teatro Puccini sarà con “La vita davanti a sé” (8-11) la storia di un bambino arabo cresciuto da un'anziana prostituta ebrea che adesso fa abortire le sue colleghe più giovani. Vite disagiate ma anche colme d'amore tra ironia e dramma in quest'incrocio tra religioni, età, ceto. La vita è più forte dell'odio.

Hamid Ismailov La aba nucleare dell’uomo bambino Utopia, 2021 – 17€ di Tommaso Chimenti
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The Voyeurs

Il povero Jimmy Stewart in “Una nestra sul cortile” guardava i suoi vicini col cannocchiale perché costretto in sedia a rotelle con una gamba rotta. La protagonista di questo lm, invece, perché davvero non ha nulla di meglio da fare. L’atto del guardare: il tema è succulento, non per nulla oscenamente abusato nel corso degli anni, è l’essenza stessa del cinema in fondo e verrebbe da pensare che qualcosa di interessante ne deve venire fuori per forza. Questo lm è la smentita de nitiva. Si può e ettivamente produrre una pellicola che parla di voyeurismo, sesso e suspance di una noia mortale.

L’ORIZZONTE DI GLORIA

IL CINEMA DELLE DONNE

di Caterina Liverani

Il dialogo sollevato da manifestazioni come il Festival di Cinema e Donne è in questo momento di un’urgenza che lo rende necessario. Dopo un anno di stop ritorna l’appuntamento che racconta la contemporaneità dell’impegno e della forza delle donne attraverso il cinema, intitolato in questa edizione I mille volti della violenza Preceduto dall’evento dello scorso settembre durante il quale è stato consegnato il Sigillo della Pace a Agnieszka Holland e ad Aïssa Maïga, la 43esima edizione del Festival si svolgerà dal 25 al 27 novembre tra La Compagnia, il Deutsches Institut e l’Institut français.

Don’t Worry Darling

Un lm dai retroscena grotteschi che si è rivelato davvero notevole. Olivia Wilde, bellissima attrice già diretta da Spike Jonez, Paul Haggis e Clint Eastwood, ha saputo dirigere, e anche interpretare, un lm insolito e accattivante. Che siano vere o meno le frizioni tra lei e la protagonista Florence Pugh il risultato è un’interpretazione impeccabile da parte di quest’ultima che si conferma, dopo Lady Macbeth e Midsommar, una delle giovani attrici più interessanti del momento.

“La nostra prima giornata sarà al Deutsches Institut, nostro partner storico” racconta Paola Paoli, insieme a Maresa D’Arcangelo alla direzione del Festival. “Con il Deutsches Institut ci occuperemo delle loro scuole di cinema collegandoci in video conferenza con un Istituto di Colonia con cui parleremo di formazione. Alla Compagnia sarà proiettato Pokot di Agnieszka Holland: un po’ animalista, un po’ horror, tratto dal romanzo della scrittrice premio nobel Olga Tokarczuk. Il 24 con l’Istituto Francese presenteremo Regard Noir dell’attrice e regista francese Aïssa Maïga: un documentario che approfondisce lagura dell’attrice, di colore in questo caso, nella società e nell’industria cinematograca attraverso delle interviste che mostrano prese di posizioni ottimiste e resilienti. La nostra ri essione sul ruolo delle interpreti va avanti da molto tempo. In passato alle attrici era chiesto di avere un bell’aspetto e non troppe opinioni. Oggi, dopo molti anni loro vogliono giustamente parlare ed essere ascoltate”.

Questi e molti altri gli appuntamenti per l’edizione 2022 del Festival ma, tornando indietro al 2021 (che ha visto trionfare a Cannes Julia Ducournau e a Venezia Audrey Diwan) e alla rinuncia ad andare in scena, ci sono delle ri essioni. “Questa edizione arriva dopo un periodo di forte crisi” spiega Maresa D’Arcangelo “Avevamo lavorato molto al Festival dello scorso anno, ma proprio perché in un momento determinante della storia delle donne nel cinema, con i pochi mezzi che avevamo a disposizione non ce la avremmo fatta a mettere in piedi una manifestazione ampia e soddisfacente su questi che sono i temi che ci stanno più a cuore, abbiamo deciso quindi di prendere del tempo per ri ettere e abbiamo constatato, con enorme gioia, una mobilitazione enorme in nostro favore da parte di istituzioni e privati. Questo ha fatto sì che comprendessimo meglio il nostro rapporto con la città e il territorio. Parte di questa ri essione è diventata il motore con cui far partire questo nuovo capitolo, anzitutto ponendo proprio il quesito sul signicato di mettere in piedi, oggi, un Festival di Cinema e Donne in una società dove le registe che arrivano ad a ermarsi sono poche (pensiamo ai riconoscimenti tardivi a Lina Wertmuller o a quelli, incresciosamente ancora non tributati, a Liliana Cavani). Nel mondo attualmente ci sono circa un centinaio di manifestazioni come la nostra, principalmente tra Europa e Stati Uniti. Abbiamo quindi chiesto uno scambio di idee e materiali con le nostre colleghe che in alcuni casi saranno presenti sicamente, in altri si collegheranno con noi per discutere sulle intenzioni ma anche sulle problematiche di noi tutte.”

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TRA HEARTBEAT E A JAZZ SUPREME

Continua anche a novembre alla Sala Vanni la rassegna “A Jazz Supreme”, diretta e pensata da Simone Graziano e Fernando Fanutti (presidente del Musicus Concentus) per presentare anche a Firenze la migliore scena jazzistica contemporanea. Dopo l’avvio avvenuto il 14 ottobre, a novembre AJS porta nella celebre sala di piazza del Carmine il giovane e talentuoso contrabbassista romano, Jacopo Ferrazza (4 novembre, ore 21:15) che, in quintetto, presenterà il suo ultimo progetto “Fantàsia”. Insieme a Ferrazza (contrabbasso, synth, composizioni), troviamo Enrico Zanisi (pianoforte, synth, live electronics), Alessandra Diodati (voce), Valerio Vantaggio (batteria) e Livia De Romanis (violoncello).

La rassegna prosegue venerdì 11 novembre con il Ben Lamar Gay Ensemble (ore 21:15): cornettista originario di Chicago, è uno dei più avventurosi e curiosi musicisti in circolazione il cui sound spazia tra avant-garde jazz, hip-hop e indie rock, traendo spunto anche dalla tradi-

zione brasiliana e dalle sperimentazioni elettroniche. Ultimo appuntamento il 18 novembre (ore 21:15), con il trio della bassista Linda May Han Oh (ha inciso con artisti del calibro di Pat Metheny, Kenny Barron, Joe Lovano, Dave Douglas, Geri Allen, Vijay Iyer e molti altri). Sempre a Firenze, continua anche il programma di “HeartBeat, battiti del cuore e della terra”, il festival dedicato alle musiche del mondo con 16 concerti, laboratori e incontri, organizzato dall’associazione Music Pool e con la direzione artistica di Enrico Romero. A novembre saranno molteplici gli appuntamenti in cartellone, tra cui segnaliamo: la portoghese Lula Pena (10 novembre, ore 21:30, Sala Vanni), un’artista capace di appropriarsi del fado per andare “oltre il fado” e consegnarlo al nuovo millennio con una sensibilità poetica contemporanea; Idris Ackamoor & The Pyramids (16 novembre, ore 21:30, Circolo Il Progresso) di nuovo in tour per celebrare mezzo secolo di attività artistica, iniziata con la fondazione della sua leggendaria band

nel 1972, e la musica di “Afro Futuristic Dreams”, il doppio album commemorativo che uscirà nel 2023; il duo composto da Pasquale Mirra (vibrafono, marimba) e Kalifa Kone (kamelengonì, balafon, arpa maliana, tamà, talking drum, auti, percussioni) con un progetto originale (22 novembre, ore 21:30, Sala Vanni) dedicato all’unione tra le musiche tradizionali del Mali e dell’Africa centro-occidentale e l’improvvisazione, la sperimentazione timbrica e le musiche di ricerca.

CITTÀ IN MUSICA
minimondo testo e collage fotografico di Susanna Stigler Meglio accendere una candela che maledire l’oscurità (Proverbio Cinese) 43°77'61.46"N 11°.23'42.48"E
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FRASTUONI

THE BIBLE (CITY SLANG)

Celebriamo il ritorno dei Lambchop, creatura multiforme plasmata da Kurt Wagner, senza dubbio una delle voci più belle dell'alternative rock in circolazione. Scaturito da una crisi interiore e da un profondo momento di ri essione di Wagner al capezzale del vecchio padre, il nuovo album “The Bible” esplora in modo ateo l'essenza della vita e della spiritualità, mescolando con la solita e riconoscibile identità soul, rock, jazz e un tocco di elettronica. Momenti di intensa malinconia vicini alla depressione vengono abbagliati a sorpresa da esplosioni musicali, creando un continuo scontro di sentimenti tra ri essione e allegria. Ennesima svolta della lunga carriera dei Lambchop che può avere un e etto straniante, ma che invece ci riempie di bellezza lasciandoci ancora una volta senza parole.

BONNY LIGHT HORSEMAN ROLLING GOLDEN HOLY (37D03D RECORDS)

Superband formata da Anaïs Mitchell (Bon Iver, Big Red Machine), Eric D. Johnson (Fruit Bats, The Shins) e Josh Kaufman (Muzz, The National, The War on Drugs), i Bonny Light Horseman continuano la loro personale esplorazione del folk americano, in quel con ne che divide la tradizione dalle cose più moderne. Dopo il successo del debutto che omaggiava classici del genere rivisti in una nuova luce, gli americani si prendono qualche rischio e presentano ora dieci inediti senza tempo dal sapore autunnale, dove le splendide voci della Mitchell e di Johnson si alterano e si intrecciano su un tappeto di chitarre acustiche ed elettriche. I Bonny Light Horseman si confermano come una famiglia unita e a ata, alla ricerca della canzone perfetta in sella ad un cavallo per sentieri polverosi del Vermont.

FRASTUONI SU SPOTIFY

WEYES BLOOD AND IN THE DARKNESS, HEARTS AGLOW (SUB POP)

A ascinante e proli ca, Weyes Blood torna con “And In The Darkness, Hearts Aglow”, prodotto insieme a Jonathan Rado dei Foxygen. Secondo capitolo di una trilogia psichedelica, iniziata dal precedente “Titanic Rising” visto come un'osservazione del futuro, il nuovo album vede la cantautrice americana concentrarsi sul presente, sulla costante ricerca di una via di fuga per liberarsi dall'abbrutimento digitale attraverso la connessione con gli altri. L'artista californiana (vero nome Natalie Mering) prende il pop, lo immerge nel LSD, si sotterra di strumenti analogici e partorisce un altro capolavorino colorato. Non ci sono date italiane nel suo tour europeo previsto per inizio 2023 (strano eh!?), consigliamo vivamente la gita fuori porta per gustare anche l'incredibile esperienza live.

La playlist di Frastuoni è su Spotify. Aggiornata settimanalmente, contiene una selezione dei migliori brani sia italiani che internazionali, in linea con i gusti della rubrica. Scansiona il QR code per accedere direttamente e segui la pagina Facebook di Lungarno per rimanere aggiornato. Per reclami, segnalazioni e pacche sulle spalle, scrivi a frastuoni@lungarno renze.it.

LAMBCHOP
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AMORAZZI

~ QUASI UNA POSTA DEL CUORE ~

a cura di Francesca Corpaci • illustrazione di Costanza Ciattini

Cani e padroni di cani

Update sulla storia dell'amore lontano e dell'uomo col cane. L'amore lontano si è riavvicinato ed è più forte che mai. Ma è stato un riavvicinamento temporaneo, anche se ci si vedrà di nuovo presto. Non ho dubbi su di lui e su quello che condividiamo. Nel frattempo l'uomo col cane ha incontrato una persona e anche se sono immensamente felice per lui, visto che l'ho fatto abbastanza dannare, mi mancherà moltissimo. E il problema è che mi odio perché amo un uomo che non c'è (ma che mi ama moltissimo, sia chiaro) invece che un uomo con cui condividere il quotidiano. Avrei voluto amare lui, l'uomo col cane, che ora invece, come merita, troverà la felicità con qualcun altro. Mi sento terribilmente sbagliata.

Ciao bella alcachofa (scusa, mi è uscita così), que bueno risentirti. Nonostante il planetario successo di questa rubrica sospetto che non tutti ricordino la storia dell’amore lontano e dell’uomo col cane (si parla del numero di luglio 2021 di Lungarno, praticamente una vita fa), dunque agevolo un riassuntino. La nostra giovane JLo è in una very serious relationship con un uomo bello, lontano e molto ricco, che la copre di tiare Cartier per sopperire alla distanza. Ma un biglietto aereo? – penseremmo noi comuni mortali – ci sta che costi anche meno di un brillocchio delle dimensioni di una vongola. Comunque, nel frattempo la nostra beniamina fa poggio e buca con un giovane dotato di animale domestico; non il massimo della vita ma per lo meno raggiungibile senza doversi mettere all’anima il jet lag. Un anno fa suggerivo di uscire dall’impasse mollando entrambi e prendendo un cane, ma mi pare che la faccenda sia andata diversamente. Non sentirti sbagliata però, condividere il quotidiano è una prospettiva attraente, ma siamo sicure che sia bello davvero? Non lo so amica, viviamo in un’epoca malata dove esistono cose come le riunioni di condominio, gli accordi con la Libia, l’INPS, l’inquinamento aerospaziale, il caro vita, i gratta e vinci, i passaporti, le istituzioni religiose, le forze dell’ordine, i monopattini elettrici, le persone che utilizzano l’espressione “al netto

di”, le microplastiche, la partita IVA, gli allevamenti intensivi, il capitalismo, il neoliberismo, i batteri resistenti agli antibiotici, Paulo Coelho, le privatizzazioni, i mega ricchi e i mega poveri, lo stato d’Israele, il reggae, i ragni, la catastrofe climatica, Amazon, devo andare avanti?

Mi pare un pacchetto già bello intenso da gestire in solitaria, ti immagini in due? A questo punto mi pare più auspicabile trovarsi un brav a cui sganciare un tot settimanale per le pasticchine e un’infarinatura teorica sul perché la nostra adolescenza non è ancora nita. Ma se la metti così – dirai tu – allora dovremmo tutti stare da soli. Esatto tortilla del mio cuore, o anzi no. Secondo me per la precisione da sola dovresti starci tu. Lascia andare l’uomo col cane, che nalmente potrà smettere di dannarsi, ma ti direi forse lascia andare anche l’amore lontano, con cui mi sembra non sia cambiato granché – soprattutto se il problema per te consiste proprio nella sua essenza – quella di uomo lontano, appunto. A distanza di un anno voglio rilanciare: love yourself rst, fatti un regalo e prenditi un quadrupede che ti guardi come nessuno dei due umani di cui scrivi ti ha guardata mai e soprattutto che per una volta non sia un accollo: niente coinvolgimenti indesiderati, niente aspettative infrante, niente desideri non corrisposti. Al massimo prende le pulci

A date dubbi, dilemmi e inconfessabili segreti in forma 100% anonima a: tellonym.me/amorazzi. Ogni mese il vostro amichevole amorazzo di quartiere risponderà in questo spazio.

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LO ZIGOZAGO

storie e tradizioni

La Leggera

Ormai è risaputo: il lavoro nobilita l’uomo. Ma quando diventa una necessità negata, il lavoro è soprattutto un bel tormento. Lo sapevano bene quei lavoratori che all’inizio del ‘900 andavano in Maremma per racimolare i pochi spiccioli che sarebbero serviti a campare qualche mese. Per raggiungere le amare terre toscane, i contadini salivano su di un treno chiamato “della leggera” proprio perchè i suoi passeggeri, uomini dall’impiego incerto e malpagato, viaggiavano con un bagaglio riempito di fame e poco altro. Non è dunque di cile immaginare perché queste migrazioni di braccianti fossero solite intonare l’omonima canzone de “La Leggera”, un brano che suona come la fantasia in musica di chi, almeno per il tempo del canto, sogna di potersi permettere una vitain cui si può tirare in causa la legge e per no i santi per avere una giusti cazione per non lavorare E infatti il termine “leggera” nel tempo è diventato un’espressione gergale per indicare sia la tragica levità della miseria che quella dei suoi più dati rappresentati: vagabondi, perdigiorno, disoccupati e quindi “per estensione” stagionali e precari. In questa accezione la canzone rientra in una vasta tradizione a cui si ricollegano sia la famosa “lingera” lombarda che quelle delle altre regioni del centro-nord Italia. Tante sfumature diverse per indicare lo stesso microcosmo popolato dai dimenticati della società. Attenzione però a non farsi ingannare da quella che ha tutta l’aria di essere un irriverente inno alla nullafacenza: “La Leggera” può considerarsi a tutti gli e etti una canzone di lavoro in cui sono udibili gli echi della ribellione che di lì a poco sarebbe esplosa nella lotta proletaria. Il brano, come spesso accade nella musica popolare, è conosciuto con molte varianti: nell’ambito di un canto vivo e collettivo che si trasforma viaggiando nel tempo e nello spazio, concetti quali “corretto” e “originale” perdono il loro valore di unicità. In ogni caso, in Toscana una delle versioni più amate è quella recuperata dalla ricercatrice e interprete Caterina Bueno.

JOE BASTIANICH AL MERCATO CENTRALE E CRONOS ESCAPE ROOM IN UNA EX BANCA

L’

autunno porta un mare di nuove aperture a Firenze. In via Baracca, dove una volta c’era un istituto bancario ha aperto Cronos escape room: si può cercare di fuggire dalla base militare denominata Area 51 o chiedere di essere riammessi alla scuola di magia. Si può cercare anche la via d'uscita dall'Inferno di Dante in un'ora. In ogni stanza, tra e etti speciali audio, video, luci, macchine del fumo, si cerca di trovare gli indizi e risolvere gli enigmi proposti per riuscire a fuggire. Su Lungarno Acciaioli si può ammirare la nuova boutique Pineider con la sua ra nata cartoleria: le stilogra che, le celebri carte da lettere, i biglietti da visita tagliati a mano e la sontuosa pelletteria. In piazza Rucellai è in arrivo Barbour, il capo d’abbigliamento amato da Elisabetta II e indossato da cacciatori e marinai. In via della Vigna Nuova ha aperto una wunderkammer coloratissima. Il nuovo store Seletti propone pezzi di design di una del-

le aziende più note e riconoscibili nel panorama nazionale e non solo. Il brand amato da Kate Middleton e da Beyoncè ha invece scelto Palazzo Piccoli, un edi cio storico del XVI secolo a ospitare il brand australiano Zimmermann ideato da due intraprendenti sorelle. Posizione strategica lungo la centralissima via Tornabuoni a conferma di come moda, storia e architettura siano fonte d’ispirazione per le sete stampate dalle fantasie oniriche. Al Mercato Centrale Firenze nel quartiere di San Lorenzo è sbarcato Joe Bastianich con il suo American Barbecue. In menù, da Joe’s American BBQ i grandi classici del barbecue come brisket, pulled pork e beef ribs e pure lo smash burger: una particolare tecnica di cottura della patty, la polpetta di carne, schiacciata con un peso durante la cottura per risultare poi croccante e succulenta. Al piano superiore della bottega, trovano spazio la Vineria Bastianich con i vini delle cantine di famiglia: quella sui Colli Orientali del Friuli e le bottiglie prodotte da La Mozza, in Maremma.

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Partecipa a Smart and coop il bando per la creazione di nuove cooperative LA B Tre persone, un’idea e la condivisione dei valori di equità, inclusività, democrazia e sostenibilità smartandcoop.it Chiusura bando prorogata al 12 novembre

PALATI FINI

Tagliatelle al ragù

Qual è il potere dei capelli è un mistero di cellule morte inanellate a spirale, che unisce mondo animale e umano, criniere ruggenti e ciu ribelli.

Rasare, tagliare o lasciare al corso della natura il usso dei capelli è l'azione che de nisce i termini di una rivoluzione, che rappresenta il primo atto di disobbedienza a quello che la società si aspetta dal cittadino pettinato e impomatato.

Perché abbiamo attribuito tale ruolo di potenza e identità va ad annidarsi in grovigli ancestrali, che non è facile snodare. Certo è che sono il primo oggetto di autolesionismo e vanità, protagonisti di punizioni autoin itte quanto di ostentazione regale.

Baluardo di forza e libertà, si sono attestati come estensione spazio-corporale che stabilisce i nostri limiti di ingombro sico e spirituale nel mondo, sempre i primi in lista a essere proni a revisioni esistenziali e giudizi altrui mai richiesti.

C'è una storia di capelli femminili tagliati che, come in una dimensione parallela a quella odierna un po' più a est di dove sorge il nostro sole dal piazzale, ci porta nel cruento rinascimento italiano ma che di sanguinario - almeno in questo caso - aveva solo il rosso del ragù.

E di giudizi altrui ne sapeva qualcosa Lucrezia Borgia (1480-1519) la cui abilità di stratega è stata oltraggiata e insabbiata da secoli di strati cazioni patriarcali, arrivando ad essere accusata di incesto e infanticidio. Ma noi vogliamo ricordarla per la ricetta che le fu dedicata in occasione delle sue nozze con il Duca di Ferrara nel 1487 in Romagna. Fiotti di ragù alla bolognese irroravano nidi di bionde tagliatelle, serviti a celebrare la chioma dorata di una donna che di libertà non fu mai sazia.

SPIRITO LIQUIDO

C'è crisi, c'è grossa crisi

n momenti come questo un buon liquore fatto in casa può essere utile, non si sa mai cosa può accadere. Per farlo non c’è consumo di gas o energia, la materia prima per il momento è ancora reperibile e non ha costi esorbitanti.

I

Un tipico liquore adatto a scaldare l’autunno è appunto lo Sloe gin, tipico dei paesi anglosassoni. Si è di uso molto anche in Germania, dove i liquori alle prugne erano già particolarmente apprezzati. Lo Sloe è un infuso a base gin, consiste nell’aromatizzarlo con delle prugne selvatiche (prugnole), il loro gusto acidulo, ma dolce lo rende un ottimo digestivo. Si dice che il segreto per una buona riuscita della pozione sia lasciare le bacche del prugnolo a macerare nel gin per 9/10 settimane, agitando il contenitore ogni giorno durante la prima e una volta a settimana per le seguenti. Le prugne ovviamente devono esser ben mature e sarebbe meglio congelarle prima dell’uso per rompere le bre e consentire una massima estrazione degli aromi e del colore. Molto importante anche il tipo di gin che andrete ad usare. Vi consiglierei un gin secco, di buona qualità, si intende, senza troppe spezie o fronzoli, per apprezzare meglio il frutto. Una volta nita la fase di estrazione, la vostra creatura avrà assunto un bel colorito viola, assaggiatela e se non vi convince è consentito aggiungere un po’ di zucchero. In caso di atomica non attardatevi troppo a nire la bottiglia, avete solo sette minuti e mezzo per un vero brindisi da ne del mondo. BOOM!

testo e illustrazione di Marta Staulo
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CARO ZODIACO

L’oroscopo che ti giudica, ma che alla fine ti vuole bene

ARIETE (21 marzo-19 aprile)

Caro Ariete, dici che sei cambiato, che non sei più quell’incendio in California di una volta, che la tua gamba sotto al tavolo non si muove incessantemente come ebreo in preghiera, ma io sospetto, e lo vedo anche nei tuoi occhietti, che sotto la cenere il fuoco bruci ancora. So a, te ne prego.

TORO (20 aprile-20 maggio)

Caro Toro, dovremmo trovare un canale comunicativo nuovo, non verbale, perché la tua gioia nel vedermi è solo per scroccarmi le sigarette, e va benissimo, è bello essere un distributore automatico di sigarette, ma tu sorridimi e non parlare, io capirò, non parlare, Toro, e saremo salvi entrambi.

GEMELLI (21 maggio-20 giugno)

Caro Gemelli, siete così attenti a tutto, non vi sfugge niente, ogni mio sopracciglio sollevato è da voi subito registrato, ma magari è solo perché ho avuto una giornata nera o un guasto al motorino, magari voi non c’entrate niente, e invece sì, avete ragione voi: c’entrate anche questa volta.

CANCRO (21 giugno-22 luglio)

Caro Cancro, vi sogno di notte che vi muovete in una città straniera, il Portogallo, e fate i conti con tutti i fantasmi che vi agitano il petto. Vi sogno di notte, con il vostro pass(at)o obliquo, che vi so ermate davanti a una vetrina perché avete visto qualcosa, ma è solo un fantasma, anche quello.

LEONE (23 luglio-23 agosto)

Caro Leone, poi alla ne l’altra sera non c’eravate, e ci sta. Lo sciopero dei treni, vostro fratello o sorella minore che doveva raccontarvi e voi raccattarlo da terra e praticare una manovra di Heimlich, non aveva mangiato nulla. Ma alla ne non c’eravate, e ci siete mancati molto.

VERGINE (24 agosto-22 settembre)

Cara Vergine, ti penso sempre, Vergine, sei al centro di tutti i miei pensieri, anche quando non ci sei e vado in un bar a mangiare un crostone dal nome Ferrari, ti penso sempre. Vergine, sei la materia di cui sono fatte le ore, sei la materia di cui è fatto il mio crostone, e vorrei dirtelo ancora una volta.

BILANCIA (23 settembre-22 ottobre)

Cara Bilancia, nascondi in te un segreto, ma è talmente ben nascosto che si potrebbe quasi dire che non c’è. Forse è nascosto anche ai tuoi stessi occhi, di certo al tuo analista, a tua madre, a tuo glio primogenito che porti a scuola al mattino. Chi sei? Sembra dire tuo glio, se solo parlasse.

SCORPIONE (23 ottobre-21 novembre)

Caro Scorpione, hai messo su qualche chiletto (si può ancora dire?), ma ti donano davvero, sembri più giovane e la tua faccia è solare come quella di un Dio panamericano. Sei passato a trovarmi a lavoro e quando mi hai chiesto se fossi ingrassato io ho negato, come fare a spiegarti tutto il resto?

SAGITTARIO (22 novembre-21 dicembre)

Caro Sagittario, hai smesso di fumare? Mi guardi e rispondi: Ma che dici? Ho mai fumato davvero io? Beh, forse no, ma ne fumavi un pacco al giorno. Forse, sagittario, non fumavi davvero, perché tu fai le cose così. Ecco, forse se anche fumassi una stecca al giorno, tu non lo faresti veramente.

CAPRICORNO (22 dicembre-19 gennaio)

Caro Capricorno, ascoltare una playlist che si intitola “Loneliness” di Bon Iver non ti aiuterà a a rontare questo novembre, è una bella selezione, non lo nego, ma forse il tuo cruccio nasce proprio da qui, e non dalla vita che è cattiva e ingiusta. Ascolta Harry Styles “As it was”.

ACQUARIO (20 gennaio-19 febbraio)

Caro Acquario, al bar di un vecchio quartiere di una vecchissima città, ti ho incontrato al bancone davanti a un ca è fumante. Hai subito voluto chiarire che era un deca-americano con latte di soia a parte. Non ci vedevamo da oltre dieci anni, forse sarebbe stato meglio un semplice: come va?

PESCI (20 febbraio-20 marzo)

Caro Pesci, cosa avete combinato questa volta? Va bene, vediamoci per parlare, ma non può essere davvero così grave come alludete nei vostri timidi messaggi cifrati, non può essere, ne abbiamo viste di peggio, non so che vi siete inventati, ma tranquilli che passerà anche ‘sta volta.

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