Anno 3 Numero 6
I
n questo numero, in cui appare un inserto ispirato al 50° anniversario della resistenza, vogliamo parlare di verità. Partiamo dal suo contrario, la falsità. Non è solo una rottura tra ciò che si dice e ciò che si pensa, ma è soprattutto un distorcere e un ingarbugliare ciò che sta alla base della vita umana, fino al punto che l’uomo viene indotto a credere di star vivendo una realtà che di fatto non esiste. Chi, vivendo nella menzogna, si considera nella verità è un illuso, un infelice uno che non vive la sua giovinezza. Una vita sana, infatti, consiste nel sapere ciò che si vuole, nel vedere di fronte a sè un fine ultimo, nello sperare di raggiungerlo per mezzo di azioni chiaramente intese. Lo avevano capito bene gli uomini della Resistenza, i "Ribelli per amore" come Rinaldini e Lunardi: non c’è libertà senza verità, non c’è senso della vita senza libertà. La menzogna infatti infetta l’intera vita di un uomo e la rende insensata. Oggi molti non sanno neppure di essere vivi e dove sono collocati. Il mondo è pieno di false interpretazioni, di vite senza tracciato, di gesti senza scopo, di corpi senza cuore e senza amore. Vi sono giovani persuasi che stanno danzando, mentre sono paralizzati. Le loro stesse illusioni creano queste menzogne. La mia vita e tutto ciò che mi interessa sono forse soltanto illusioni? La saggezza del pensiero antico dice che è impossibile giungere alla verità senza saper amare, ed è impossibile fare un’esperienza d’amore senza essere sinceri, senza vivere nella verità. Ci è parso questo il messaggio dei "Ribelli per amore"; è questo l’augurio nostro per la Pasqua.
La Redazione
Aprile 1995 Ha tanti fiori l’aprile da empirne campi e paesi il più felice dei mesi ha ingentilito il cortile. Col mandorlo rosa, coi brevi petali e l’erba novella.
Lontana una voce stornella: "dimentichiamo le nevi d’inverno! La Pasqua è vicina, così vicina che il cuore esulta: mio dolce Signore, tra poco risorgi e cammina!" (Massimo Grillandi)