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BASCIANO
Basciano la sua storia, la sua arte
Il territorio di Basciano è stato abitato fin dalla preistoria: le prime scoperte archeologiche risalgono all’età del ferro e testimoniano la presenza di inse diamenti abitativi fin dal IX secolo a. C. Nella piana lungo il Mavone sono state scavate tre necropoli, che hanno restituito varie sepolture con reperti in ferro e in bronzo. Nella stessa piana, in località S. Rustico, fioriva in epoca italica e poi romana un “vicus”, importante centro commerciale situato lungo la “Via Salaria”, di cui abbiamo notevoli testimonianze epi grafiche ed archeologiche. Il “vicus” fu abbandonato intorno al VI secolo d. C, forse a causa di un incendio, come tramanda l’antica leggenda del “cane nero”. L’insediamento sulla collina di Basciano risale all’epoca longobarda, come attesta la struttura muraria della “Rocca”. Sul feudo di Basciano si cominciano ad avere notizie a partire dalla metà del secolo XII, quando figura tra i possedimenti di Oderisio di Collepie
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Torre dell’Orologio

tro, potente esponente della famiglia dei signori di Pagliara. Si assiste poi alla frammentazione del possedimento che ritroviamo, nella seconda metà del ‘300, nelle mani della famiglia Acquaviva. Agli Acquaviva succederanno, dal 1536, i coniugi napoletani Camillo de Scorciatis e Margherita Caracciolo. “I de Scorciatis - scrive lo storico Berardo Pio – conserveranno l’utile dominio di Basciano fino alla fine del secolo XVII e vi stabiliranno la loro dimora trasformando l’antico castello, ormai inutile in funzione militare, in palazzo signorile e residenza confortevole”. Inoltre la chiesa del castello (S. Flaviano), restaurata nel 1582, ospiterà la cappella sepolcrale della famiglia baronale, mentre nella chiesa di S. Maria sarà realizzato un pregevole altare ligneo barocco, sovrastato dallo stemma di famiglia. Sul finire del secolo XVII i de Scorciatis, scossi da una pesante crisi economica, persero il feudo che, dopo essere passato nelle mani del barone Ludovico Cerasa, nel 1701 venne posto all’asta dalla Regia Curia ed aggiudicato al napoletano Placido
Avellone. Anche questa seconda famiglia partenopea stabilì la propria dimora in Basciano e mantenne la sua cappella cimiteriale all’interno della chiesa di S. Flaviano, come testimonia una lapide sepolcrale. Ignazio Avellone, morto nel 1775, non avendo eredi diretti lasciò il feudo al nipote Nicola Bar ra Salone Caracciolo, che gli sopravvisse per soli due anni e lasciò a sua volta il feudo al figlio pri mogenito Placido. I Barra Salone Caracciolo furono gli ultimi signori di Basciano, di cui ebbero riconosciuto anche il titolo nobiliare: essi tuttavia mantennero la loro dimora a Napoli.
monumenti
L’ antico borgo con la porta d’ingresso al recinto murario detta Porta dell’Orologio o di S. Michele, che presenta un arco a tutto sesto (XIV-XV sec.), la sovrastante torre campanaria, con orologio inserito, risale al settecento; la chiesa di S. Flaviano (XV secolo), con affreschi rinascimentali e impreziosita di recente da un portale con altori lievi bronzei, incastonato nella cornice rinascimentale in travertino decorato da modanature e rosette; il “Castello baronale”, ora abitazione privata, che conserva le vecchie cantine e i ruderi della torre di guardia; la chiesa medievale di S. Giacomo (XII secolo) con le originarie finestre gotiche; la chiesa di Sant’Agostino nella frazione omonima, la cui facciata reca lo stemma dei monaci Camaldolesi con la data 1631, e che all’interno conserva la grande tela seicentesca “Madonna con Bambino

Particolari interni Chiesa Santa Maria di Basciano

e Santi”; la chiesa rurale della Madonna delle Grazie del 1600, con una originale “conocchia” della Vergine; la chiesa romanica di S. Maria a “Porto Lungo” (XIII secolo), nella frazione omo nima, con affreschi, soffitto maiolicato e splendido altare ligneo barocco del 1646.