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TERAMO
Teramo Città fra antico e moderno
Su uno sperone argilloso-calcareo sopraelevato, alla confluenza del torrente Vezzola con il fiume Tordino, sorge Teramo (l’antica Interamnes Urbs, città tra i due fiumi, trascritta Interamnia), capoluogo della provincia aprutina di circa 60 mila abitanti. Abitata fin dalla preistoria come testimoniato dagli scavi archeologici nel quartiere della Cona (resti di un villaggio neolitico); i primi insediamenti risalirebbero all’età del bronzo e del ferro. I Pretuziani, popolazione di origine sabina, dalla quale il nome “Abruzzo”, sarebbero stati i fondatori di Interamnes. Conquistata dai Romani, fu chiamata Teramne, divenendo un municipio; con l’arrivo di popolazioni dalle regioni vicine fu trasformata in colonia. Più volte distrutta nel periodo delle invasioni barbariche, nel VI secolo mutò il nome da Pretutium in Aprutium. Nel XII secolo si trasformò in Teramum. Annessa al Ducato longobardo di Spoleto, nel 1078 fu conquistata dai Normanni; in seguito passò al Ducato di Puglia. Distrutta dalle truppe di Roberto di Loretello tra il 1155 ed il 1156, fu ricostruita dal vescovo locale Guido II con la nuova cattedrale di stile gotico-romanico con abside. Tra il 1438 ed
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Piazza Martiri della Libertà


il 1443 feudo di Francesco Sforza che redisse gli Statuti Teramani, più tardi al regno di Napoli. Nel 1798 fu occupata dai francesi che proclamarono la repubblica; nel 1814 si ribellò a Gioacchino Murat, ritornando al re Ferdinando I di Borbone. Il 15 ottobre 1860 accolse trionfalmente Vittorio Emanuele II che si recava a Giulianova. È diocesi con Atri e sede universitaria. In ottima posizione, a metà strada tra il Gran Sasso d’Italia e l’Adriatico. Tra i personaggi illustri: An
Fontana dei due leoni



I portici



Cattedrale Santa Maria Assunta e San Berardo



Borgo medioevale - Castello della Monica
tonio Zaccaria (XVI sec.), musicista; Giuseppe Bonolis (1800-1851), pittore; Vincenzo Cerulli (1859-1927), astronomo; Melchiorre De Filippis Delfico (1825-1895), caricaturista; Melchiorre Delfico, storico, letterato, pedagogista, fondatore della Carboneria teramana; Gennaro Della Monica (1836-1917), pittore; Carlo Forti (1766-1845), ingegnere; Giannina Milli (1825-1888), poetessa; Ivan Graziani, cantautore; Berardo Taraschi, costruttore di auto da corsa.
Villa comunale
monumenti
Numerosi i monumenti ed i palazzi antichi. Tra le chiese: la romanico-gotica Catte
drale di S. Maria Assunta e S. Be
rardo (vescovo e patrono di Teramo e diocesi), iniziata nel 1158, ingrandita tra il 1317 ed il 1335 (Polittico di Jacobello del Fiore del XV sec., campanile di Antonio da Lodi del 1493, Paliotto di Nicola da Guardiagrele del XV secolo, Crocifisso ligneo tre-quattrocentesco, statua di S. Maria Apru-


Casa del Mutilato

tina del XIV secolo e tele di Sebastiano Majewsky in sacrestia). S. Anna (S. Getulio), unico resto dell’antica cattedrale (affreschi dei secoli XII, XIV e XV, statua in cartapesta leccese della titolare, simulacro di S. Vito, una Madonna del Latte tra le SS. Apollonia e Lucia dipinta nell’abside). S. Antonio (S. Francesco), eretta nel 1227, trasformata in epoca barocca e annessa un tempo ad un convento francescano, ospita opere settecentesche di Vincenzo Baldati, una tela della Madonna del Soccorso


(proveniente dall’omonima chiesa sconsacrata) di Gennaro Della Monica ed un organo restaurato (1862) di Vitale De Luca di Notaresco. La cappella del santo titolare, posta dietro l’altare maggiore, è in stile barocco con abside, affreschi, tele e cupola (Gloria di S. Antonio). La Chiesetta di S. Caterina (privata) è meta di devozione durante il triduo dedicato alla santa (23-25 novembre): i fedeli si recano a girare la ruota dentata della titolare (simbolo del suo martirio) per trarne fortuna per l’annata o per trovare un coniuge. La Cappella di S. Luca esistente già nel 1372. Il Santuario della Madonna delle Grazie, dedicato alla compatrona, accorpato ad un convento francescano, con artistica statua lignea della Vergine con il Bambino di Silvestro de L’Aquila (XV sec.), urna del B. Battista da Firenze, chiostro rinascimentale, diverse opere d’arte in chiesa e nell’intero complesso e cupola affrescata da Cesare Mariani. La Chiesa della Madonna del Carmine ospita una statua in stucco della Vergine attribuita alla scuola ascolana di Lazzaro Giosafatti, un coro ligneo del 1780, un organo del 1850 dell’ascolano Frate Felice Morganti, pregevoli tele dei sec. XVII-XVIII) ed un Crocifisso ligneo. E ancora: la piccola S. Bartolomeo (S. Gabriele) nei pressi dell’Anfiteatro. La barocca SS. Annun-








Largo Antonio Tancredi
ziata (sede dell’Adorazione Eucaristica quotidiana) è un vero scrigno di tesori; la facciata è ispirata alla romana S. Pantaleo. Al suo interno si segnalano: l’altare maggiore barocco dorato (già nella Cappel

la del Suffragio), un Crocifisso ligneo (XV- XVI sec.) simile a quelli del Duomo e del Carmine, una maiolica castellana (Madonna con il Bambino e Anime Purganti) datata 1699 posta all’ingresso della sacre
Santuario Madonna delle Grazie

Affresco di C. Mariani (Santuario Madonna delle Grazie)

stia e le cappelle Palma e di S. Rita. Questo luogo di culto è caro ai teramani perché custodisce le pregevoli statue del Cristo Morto e dell’Addolorata portate in processione nel pomeriggio del Venerdì Santo. La Chiesa dello Spirito Santo, esistente già nel 1277, con portale degli ascolani Giosafatti; era un tempo annessa ad un ospedale e ad una confraternita gemellata con quella di S. Spirito in Sassia di Roma, che provvedeva alla sepoltura dei carcerati e dei condannati a morte. L’unica grande chiesa gotica è S. Domenico, annessa ad un ex convento domenicano, in parte adibito ad Archivio di Stato. Eretta nel XIV secolo, custodisce interessanti affreschi di varie epoche, la cappella del S. Rosario con stucchi settecenteschi del ticinese Michele Clerici e piccolo chiostro. La Chiesa di S. Agostino, esistente dal 1362 (già S. Giacomo),



Affresco “Cristo vendemmiatore” (Santuario Madonna delle Grazie) Chiostro Santuario Madonna delle Grazie
un tempo adiacente ad un convento agostiniano (ora Archivio di Stato). La Chiesa dei Cappuccini (S. Benedetto), preceduta da scalinata, anteriore al Mille e trasformata nel 1573, conserva un altare maggiore ligneo di Fra’ Giovanni Palombieri e pregevoli tele. Inoltre le chiese: del Sacro Cuore; del Cuore Immacolato di Maria; di S. Berardo; della Madonna della Cona e della Madonna di Cartecchio del 1512, presso il cimitero, con statua seicentesca della Vergine. Edifici civili: Palazzo Municipale; Palazzo Vescovile (metà del XIV sec.); Casa Urbani; Casa Francese; Casa Muzi (Palazzo Castelli); Casa Corradi (Capuani); Casa Coltellacci; Casa Zaccagnini; Casa di Via Getulio; Casa Di Egidio; Casa Fiocco, Casa Napolitani. Del periodo rinascimentale: Casa Delfico; Casa Cingoli, Casa Forti. Seicenteschi: l’ex Ospedale Psichiatrico (con la cappella di S. Antonio Abate); Palazzo Delfico (Biblioteca Provinciale); Casa Caraciotti, Casa Palma. Del periodo liberty e del XIX secolo: Villa Blandina e il suggestivo falso borgo medioevale attorno al Castello Della Monica. Ancora: il bel Parco Fluviale che circonda la città; la Stazione Ferroviaria, inaugurata nel 1883; la medioevale Fonte della Noce; Porta Melatina; Palazzo Savini. Anche: il Chiostro di S. Giovanni (Istituto Musicale “G. Braga”); la Fontana dei Leoni; Pa




Liceo Classico Melchiorre Delfico
lazzo Pompetti; Casa Catenacci (XIV sec.); la statua romana di “Sor Paolo” (“Gnore Paule” in dialetto, sorta di Pasquino teramano che in passato era utilizzato per proteste contro i governanti ed il malcostume); Casa del Mutilato (ex chiesa della Madonna della Misericordia), del 1348; Casina del Dazio; Villa Comunale. Inoltre: l’Anfiteatro Romano; il Teatro Romano; la “Domus del Leone”. I siti archeologici di Torre Bruciata e della Madonna delle Grazie; la Domus di Vico delle Ninfe; la Necropoli di Ponte Messato. Il Museo Civico Archeologico “Francesco Savini”; il Museo Civico e Pinacoteca Civica; il Museo delle Tradizioni Popolari (contrada Villa Pavone); l’Osservatorio Astrono
15 mico di Collurania “Vincenzo Cerulli”. In Via Porta Carrese sono stati rinvenuti numerosi intonaci dipinti appartenenti forse a due abitazioni di epoca romana. Nella vicina Via dei Mille, sotto un’abitazione privata, sono stati riportati alla luce resti di una domus romana (I sec. a. C.); tra questi, un mosaico con il volto di Bacco incoronato da pampini. Alla fine del Viale dei Tigli (Giardini Carino Gambacorta) il
Monumento ai Caduti di tutte le guerre
(1960-1968), opera bronzea di Venanzio Crocetti, con al centro la statua del Giovane Cavaliere della Pace. La piccola Chiesa di S. Giuseppe (XVI-XVII sec.), oggi in stato di abbandono, custodisce un altare ligneo barocco del teramano Domenico Aviotto, abbellito da tele seicentesche del



Chiesa S. Domenico

polacco Sebastiano Majewsky (quella centrale del 1630), rappresentanti Scene della Vita del santo titolare. Nel quartiere Gammarana, presso l’area ex Gavini, l’interessante Parco della Scienza; comprende il Museo della Fisica e dell’Astrofisica “Galileum”, gestito dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, la Ludoteca Tecnico-scientifica e un Auditorium di 600 posti a sedere. Nel museo sono esposte opere dell’artista teramano Italo Rodomonti; possibilità di percorsi guidati per bambini e ragazzi alla scoperta della scienza e dei misteri dell’universo. Casa Bonolis (più volte rimaneggiata) è nota per aver dato i natali al pittore locale Giuseppe Bonolis. Il Convitto Nazionale “Melchiorre Delfico” e il Liceo Classico sono le più antiche istituzioni scolastiche


Villa Blandina
Anfiteatro romano


Particolari Palazzo Castelli


Interno Chiesa S. Antonio (già Convento S. Francesco)
della città (in precedenza costituivano il Real Collegio); l’edificio mostra ancora una certa imponenza, dominando l’antistante Piazza Dante. Sulla parete di una vecchia abitazione del quartiere di Porta Romana posta nei pressi della Piazzetta del Sole, si trova una nicchia (poco conosciuta) votiva. Ospita una piccola tempera ottocentesca raffigurante S. Emidio, l’unica immagine del santo esistente in città. Emidio, primo vescovo, martire e patrono della vicina Ascoli Piceno, è invocato dal 1703 (anno di un terribile sisma che distrusse L’Aquila e sconvolse gran parte dell’Italia centrale) come protettore universale contro i terremoti. La devozione è molto diffusa in diverse parti del mondo. In passato in agosto, nella ricorrenza del santo (il 5 del mese),


Corso De Michetti (a sinistra Portale Chiesa S. Antonio)

Palazzo storico teramano
Palazzo Melatino



Finestra bifora - Palazzo Melatino

Particolari interni Chiesa barocca S.S. Annunziata era celebrato con particolare culto dalla famiglia che lo aveva apposto. La Casa dei Melatino (XIII sec.), dal nome dell’antica famiglia locale, è oggi sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Teramo (Tercas). L’interno (visitabile a richiesta), custodisce testimonianze del suo glorioso passato medioevale con ricche e preziose collezioni di maioliche di Castelli, frutto di donazioni. I Melatino sono famosi per la cosiddetta Lapide delle “male lingue” (bassorilievo del XV secolo); raffigura due volti di profilo che si fronteggiano con le lingue trapassate da un grande compasso. Al di sopra, il motto della famiglia: “A lo parlare agi mesura” (Misura le parole). Fa riferimento ad un episodio relativo ai nemici del casato e serve come monito per chiunque.


Parco Fluviale

