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Nick Doyle
a cura di Chiara Moro
Nick-Doyle by Guillaume-Ziccarelli
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Un grido alla ristrettezza della cultura occidentale, uno svelare la paura dell’emozionarsi e dell’esprimersi, il deridere tutti gli sforzi di bravura, inesorabilmente destinati a fallire.
Beware of the bigfoot, 2021 Collaged denim on custom relief panel 182.9 x 67.6 cm | 72 x 26 5/8 inch Unique Courtesy Perrotin photograph : Guillaume Ziccarelli





Dopo aver esposto a Seoul, sempre nelle sale museali della galleria Perrotin, le opere di Nick Doyle arrivano a Parigi il 19 marzo, in una mostra iconica e tagliente ad esplorare la cultura visiva come fosse una narrazione, sfidando le nozioni di individualità e consumismo. Le opere in mostra fanno i conti con l’infinita e spasmodica espansione di immagini data dalla cultura di massa e con l’incessante avanzare di una brillante estetica pubblicitaria. Un’iconica schiuma da barba, alcuni distributori automatici, oggetti di uso quotidiano oversize. Profondamente radicato nelle logiche della pop art, Nick Doyle, nato a Los Angeles, attualmente di base a Brooklyn, sceglie immagini riconoscibili per parlare di tutti noi. Il suo è un infiltrarsi nel vocabolario americano per esaminare temi caldi come l’avidità, l’eccesso e la mascolinità tossica. Un papillon, una scarpa oxford e il contenuto di un kit da toilette sono solo alcuni degli effetti personali che delineano il ritratto del tipico uomo americano, ma potremmo dire anche occidentale in senso più ampio, in una critica aspra volta a rivelare la frivolezza umana. Resi in modo piatto e monocromo, come fossero fotografie della scena di un crimine, la documentazione probatoria di Doyle è molto di più di una coltellata al mondo maschile. È un grido alla sua ristrettezza, uno svelare la paura dell’emozionarsi e dell’esprimersi, il deridere tutti gli sforzi di bravura, inesorabilmente destinati a fallire.
In alto: Creep, 2020
Denim, plywood, stainless steel 35.6 x 15.2 x 27.9 cm | 14 x 6 x 11 inch Unique Courtesy Stems Gallery photograph : Guillaume Ziccarelli
In basso a sinistra: I think the universe is trying to tell me something, 2021
Collaged denim on custom relief panel 182.9 x 76.2 cm | 72 x 30 inch Unique Courtesy Perrotin photograph : Guillaume Ziccarelli
In basso a destra: It is only a matter of time before things get out of hand, 2021
Collaged denim on custom relief panel 151.8 x 69.9 cm | 59 3/4 x 27 1/2 inch Unique Courtesy Perrotin photograph : Guillaume Ziccarelli
Everything is fine, 2021
Acrylic and collaged denim on custom relief panel Installed : 182.9 x 327.7 cm | 72 x 129 inch Unique Courtesy Perrotin photograph : Guillaume Ziccarelli


Master of none, 2021
Collaged denim on custom relief panel 92.3 x 77.5 cm | 36 5/16 x 30 1/2 inch Unique Courtesy Perrotin photograph : Guillaume Ziccarelli

Qui, i materiali non sono solo un mezzo per un fine: sono endemici di un progetto più di ampio respiro. Apparentemente innocue, le immagini di Doyle si ricoprono completamente di denim, suo materiale prediletto, media iconico per raccontare il colonialismo e il consumismo americani, esplorando l’influenza dei media sui sistemi commerciali globali e riflettendo su come le agende sociali e politiche incidono nella vita contemporanea e nella cultura visiva. D’altra parte, il colore indaco, richiamo all’importazione africana, è l’incontestabile simbolo delle uniformi delle classi operaie, in un’ode alla controcultura e alla sua ribellione. Attraverso una serie di miniature meccaniche, scenografie teatrali e opere satiriche, l’artista mette quindi in risalto i pericoli dati da nostalgia e consumismo. Nonostante il colore conciliante e il cotone così familiare, nella mostra “Ruin”, il cui stesso titolo ci porta al senso di disgregamento e rovina, un senso di inquietudine attraversa il punto di vista di Doyle della vita quotidiana. Gli oggetti, sotto la sua visione, si trasformano e ci mandano messaggi inequivocabili. Una prolunga è modellata in un cappio, il luccichio di una lama di rasoio seduce, l’immagine di uno scarico evoca una disperazione senza fondo: tutto indica un’inevitabilità mortale.
Nick Doyle, solo show, “Ruin”, 19 marzo - 28 maggio 2022 Galerie Perrotin, Parigi, 10 Impasse Saint Claude
