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Elsa Schiaparelli

Avanguardia Onirica Surrealista

A cura di Alessandra Luporini

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“Disegnare abiti, non è una professione, è’ un’arte, una delle arti più complesse, difficili, sconfortanti perché un vestito, quando nasce, appartiene già al passato.”

Elsa Schiaparelli

Esprimere una realtà superiore, fatta di irrazionale e di sogno, per rivelare gli aspetti più profondi della psiche. La liberazione delle potenzialità immaginative dell’inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo oltre la realtà in cui veglia e sogno sono entrambe presenti e si conciliano in modo armonico e intenso. Con queste caratteristiche entriamo nel profondo del Surrealismo, la più “onirica” delle manifestazioni artistiche e proprio attraverso l’influenza surrealista e dadaista, Elsa Schiaparelli ha lasciato un’eredità importante nell’alta moda internazionale creando vere e proprie opere d’arte.

Abito, corpo e pulsioni inconsce

Provocatrice per vocazione, Elsa Schiaparelli si divertiva a sfidare le nozioni che costituiscono la base di un abito. La stilista lavorava rispettando i confini della sartoria tradizionale ma amava giocare con le silhouette classiche aggiungendo dettagli sovversivi quali stampe, ricami, abbellimenti o materiali inusuali, che hanno reso i suoi capi delle vere e proprie dichiarazioni di stile. Tali dettagli, che possono sembrare delle aggiunte forse bizzarre o ridicole, invitano l’osservatore a guardare e riguardare i suoi capi più volte. Il doppio e l’ambiguità: nuove logiche decorative ad interpretare il segreto linguaggio dell’inconscio. “Jean Cocteau realizzò per me alcuni disegni di volti. Io riprodussi alcuni di quei volti sulla parte posteriore di un cappotto da sera e uno, dalla folta chioma bionda che arrivava alla vita, su un abito di lino grigio”

Elsa Schiaparelli

“Nel surrealismo come nella moda, il corpo si intreccia con la fantasia e la sua immagine viene letteralmente ricreata.”

Ghislaine Wood

Schiaparelli 2016

L’Haute couture di Schiaparelli 2022 e una lezione di anatomia surrealista by Daniel Roseberry

La Schiaparelli era attratta dalla libertà immaginativa nell’opera degli artisti surrealisti, con i quali aveva stretto amicizia negli ambienti della vita sociale parigina portando a termine numerosi progetti di collaborazione. La fissazione del surrealismo per le rappresentazioni corporee e i ritratti del corpo diede vita a delle naturali connessioni con il mondo della moda.

Elsa Schiaparelli 1940

Schiaparelli Haute Couture 2021

Eccessi e trasgressioni: Schiaparelli e Dalì

“La Parigi dei anni Trenta non è stata segnata dai dibattiti surrealisti nel café de la Place Blanche, o dal suicidio del mio grande amico René Crevel, ma dall’attesa di tutta la città per le nuove creazioni di madame Schiaparelli”

Salvador Dalì

L’incontro tra i due dovette essere inevitabile: entrambi creativi, audaci, visionari, ma anche con i piedi per terra e una gran voglia di far parlare di sé. Sì, perché entrambi volevano fare ciò che nessuno aveva fatto prima e sapevano che il genio dell’uno avrebbe arricchito e completato quello dell’altro. Ecco così comparire il celebre abito con l’aragosta del 1937: Dalì la piazzò su un abito lungo da sera di seta bianca, collocando strategicamente il rosso crostaceo all’altezza del bacino. L’aragosta era un “objet du jour” per Dalì, con il suo interno morbido ed esterno duro, e compariva spesso nei suoi dipinti e disegni. Fu Wallis Simpson, secondo Vanity Fair fra le donne meglio vestite della storia, a indossare per prima l’abito in un servizio fotografico di Cecil Beaton, poco prima del matrimonio con il Duca di Windsor.

1937 L’abito Aragosta disegnato da Schiaparelli in collaborazione con Dalì per Wallis Simpson

1936 The Lobster telephone Dalì Wallis Simpson per l’edizione di Vogue del 1935.

E il motivo dell’aragosta si è visto molte altre volte nel mondo della moda: Anna Wintour in Prada, al Met Gala del 2012 dal tema Schiaparelli And Prada: Impossible Conversations.

Nuance sfacciata e luminosa: il rosa shocking

Archives Schiaparelli

Nessun altro, se non Elsa Schiaparelli, poteva inventarsi quel rosa così acceso diventato un Pantone. Fu una colorazione lungamente ricercata, che esordì con l’uscita del suo profumo del 1937 Shocking de Schiaparelli. Il colore, passato alle cronache come Rosa Shocking, era “luminoso, impossibile, sfacciato, inappropriato, vivificante, come tutta la luce e gli uccelli e i pesci del mondo messi insieme, un colore della Cina e del Perù ma non dell’Occidente”, un colore puro e non diluito.

Nel film “Gli uomini preferiscono le bionde “Marylin Monroe veste un abito Schiaparelli in tinta rosa shocking, in quella storica esibizione di “Diamonds are the girls best friends”.

Haute couture Schiaparelli 2022

“Non bisogna assolutamente adattare il vestito al corpo, ma fare in modo che il corpo si adatti all’abito”

Elsa Schiaparelli

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