La forma della poesia
Conoscere
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Il livello connotativo del significato Come abbiamo osservato finora, il poeta si serve della lingua non in funzione denotativa, ma connotativa. La funzione connotativa, infatti, attribuisce alle parole significati nuovi e ne accresce il valore suggestivo, perché arricchisce l’enunciato di implicazioni allusive ed emotive. Uno dei meccanismi linguistici che carica le parole di significati nuovi è quello del trasferimento di significato, che si realizza mediante l’uso di varie figure retoriche dette appunto di significato, le quali permettono di dar vita a immagini inattese e di rappresentare il mondo interiore del poeta in modo originale e inedito. In linea generale, le figure retoriche di significato rappresentano uno scarto rispetto all’uso proprio della lingua: una “figura”, infatti, sposta gli elementi della lingua comune (il significato, la posizione, il suono) dal loro uso normale a un uso che attribuisce alle parole un significato diverso da quello letterale. Così, ad esempio, quando diciamo “Giacomo è un coniglio” non intendiamo ovviamente indicare che Giacomo si è improvvisamente trasformato in un animale dalle lunghe orecchie e dai denti aguzzi, ma vogliamo affermare che è timido, pauroso, poco intraprendente. Con una metafora (cfr. tabella a pagina seguente) trasferiamo a un individuo le qualità proprie di un animale, creando un’immagine fortemente significativa e molto efficace. Il linguaggio figurato, che si serve per l’appunto delle figure retoriche, arricchisce le possibilità espressive della lingua e guida l’attenzione del destinatario (l’ascoltatore o il lettore) verso una nuova visione della realtà. Ad esempio, Giuseppe Ungaretti nella poesia Soldati scrive:
Lo spostamento di significato
Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie G. Ungaretti, Vita d’un uomo, Milano, Mondadori, 1969
Attraverso la similitudine (“come le foglie sugli alberi”), il poeta crea un’immagine significativa, che il lettore percepisce istintivamente, senza doverla necessariamente tradurre nella normalità del linguaggio comune. L’esile speranza di vita e la concreta possibilità di caduta (cioè il senso di precarietà), che sono proprie della foglia appesa a un ramo nel periodo autunnale, sono trasferite ai soldati impegnati sul fronte di guerra, che sanno di poter essere spazzati via da una raffica d’arma da fuoco come le foglie da una raffica di vento. È un accostamento inedito, fuori degli schemi dell’espressione comune, che coinvolge il lettore e rende più espressivo il messaggio, anticipato anche dal titolo della poesia stessa. Questa è la potenza espressiva delle figure retoriche, senza le quali la poesia non sarebbe più tale, perché il discorso poetico si impoverirebbe fino a diventare troppo simile a quello della prosa.