Guida Turistica di Arezzo

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I dintorni

La Loggia di Santa Maria delle Grazie, capolavoro di Benedetto da Maiano Portico of Santa Maria delle Grazie, the masterpiece of Benedetto da Maiano

Appena fuori dal centro di Arezzo, sorge un importante esempio di architettura tardogotica-rinascimentale: si tratta della Chiesa quattrocentesca di Santa Maria delle Grazie. In origine era un santuario pagano con una fonte, che nel periodo etrusco - romano era consacrata ad Apollo e nell'Alto Medioevo era detta Fonte Tuta o Fonte Tecta. Vi venivano praticati riti paganeggianti, nella convinzione che l'acqua guarisse soprattutto le malattie infantili. Nel 1425, predicando la sua prima Quaresima ad Arezzo e sentendo parlare della fonte, S. Bernardino da Siena, ostacolato anche da nobili famiglie aretine, tentò inutilmente di farla distruggere. Cacciato dalla città, egli vi ritornò per il Quaresimale del 1428 riuscendo, questa volta, nello scopo. Alla testa di un corteo di fedeli armati di vanghe e di zappe, il santo distrusse la fonte, facendo costruire al suo posto un oratorio intitolato a Santa Maria delle Grazie, dove GParri di Spinello, figlio di Spinello Aretino, dipinse a fresco l'immagine della "Madonna della Misericordia", oggi inserita nello splendido altare marmoreo di Andrea della Robbia. Il santuario è entrato in possesso dei Carmelitani Scalzi nel 1695. La chiesa è preceduta da un portico, disegnato da Benedetto da Maiano, capolavoro di leggerezza e di grazia: il portico è a sette arcate, poggianti su esili colonne. La facciata della Chiesa è modesta, decorata soltanto da archetti. L'interno è a navata unica, con volte a crociera e abside poco profonda. A circa 3-4 km dal centro città, è possibile visitare la Chiesa di Santa Eugenia al Bagnoro, risalente al VI-VII secolo e variamente rimaneggiato nel corso dei secoli. Il campanile esterno fu eretto nel Quattrocento; nel secolo successivo ebbe inizio il progressivo interramento e deterioramento dell'edificio, con conseguente distruzione della facciata romanica e delle prime due campate. L'interno è a tre navate, e riporta sostanzialmente intatto l'edificio originario (pilastri, arcate, finestre della navata centrale), che oggi si trova interrato di oltre due metri: in effetti, il piano


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