Santa Croce di Lecce

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quinta

Testo di Alessio Lega



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Testo di Alessio Lega

Disegni di pierluigi carallo ilaria conversano giorgio de leo stefania di silvestro michela giannone aurora leta cheyenne longo lorenzo macchia simone miglietta federica norberti


Cquinta - Santa Croce di Lecce Classe VC Arti Figurative Anno scolastico 2019-2020 Attività svolta in DAD (Didattica a Distanza) Laboratorio Pittura Liceo Artistico e Coreutico “Ciardo Pellegrino” - Lecce Testo di Alessio Lega © 2015 Disegni Pierluigi Carallo, Ilaria Conversano, Giorgio De Leo, Stefania Di Silvestro, Michela Giannone, Aurora Leta, Cheyenne Longo, Lorenzo Macchia, Simone Miglietta, Federica Norberti Disegno di copertina Ilaria Conversano Impaginazione, editing e fotoritocco Enzo De Giorgi Docente curatore del progetto Enzo De Giorgi


Pane e lavoro raccontare la storia con un fumetto di Enzo De Giorgi Ho conosciuto i dieci ragazzi della V C dell’indirizzo di Arti Figurative a settembre. Non è stato un approccio facile. Un gruppo di diciottenni che cambia il docente di Laboratorio, proprio l’ultimo anno, è difficile da gestire. Ognuno di loro dichiarava di avere per il futuro un progetto diverso dalla pittura. Poi è arrivato il virus. Il Covid-19 ci ha costretti alla didattica a distanza, utilizzando internet e gli strumenti tecnologici. Ma come si fa ad insegnare Laboratorio Pittura da uno schermo? Come si può, ogni giorno, effettuare un collegamento per parlare davanti a un computer, senza la certezza che dall’altra parte ci siano i propri studenti? Sì, perché sul monitor appaiono solo le icone colorate dei loro account. Gli interlocutori hanno spesso il microfono e la telecamera spenti e spesso al docente sembra di parlare da solo. A volte, dall’altra parte, può essere in ascolto anche un genitore interessato o polemico. La DAD non equivale alla didattica in presenza. La questione per me era anche un’altra, come potevo convincere i miei dieci studenti a prendere pennelli e colori per realizzare qualcosa a distanza, quando era già difficile ottenere la stessa cosa nel laboratorio attrezzato della scuola? Ci ho pensato un po’ e ho ricordato una cosa. A scuola, avevo notato che alcuni studenti, tra i libri scolastici e i quaderni “ufficiali”, custodivano dei taccuini informali e segreti, pieni di appunti e scarabocchi. Erano ricchi di disegni freschi, immediati, fatti di segni rapidi, decisi e senza ripensamenti o cancellature. Niente a che vedere coi lavori forzati che erano costretti a consegnare per dovere “scolastico”. Erano cose personali, in cui nessuno poteva e doveva mettere il naso. Mi ero accorto che anche altri alunni amavano disegnare sui bordi dei quaderni e sulle pagine del diario. Pensavo al Pompeo di Andrea Pazienza e ai fumetti di Gipi. E allora perchè non creare, con i disegni di questi studenti, una graphic novel collettiva, fatta di schizzi, di “scarabocchi” e di improvvisazioni grafiche? Era una cosa impegnativa, ma possibile, i ragazzi dovevano inviarmi le fotografie dei loro disegni. Io avrei pensato al resto, a comporre il mosaico di una storia comune, usando le loro tessere sparse e isolate. Per il testo, non potevo permettermi di scegliere una storia banale e scontata, volevo trattare un fatto legato alla storia e all’arte del nostro territorio. Ho fatto ascoltare agli studenti, Santa Croce di Lecce, una canzone scritta dal cantautore salentino Alessio Lega nel 2015. La canzone ricorda i tragici eventi del 25 settembre 1945, quando tre lavoratori persero la vita durante una manifestazione nel Palazzo dei Celestini a Lecce, “mentre chiedevano pane e lavoro”. Furono colpiti dagli spari dei carabinieri e dei marinai del Battaglione San Marco, intervenuti per proteggere il Prefetto dalla folla; si contarono anche numerosi feriti, tra cui un bambino che giocava nei pressi della Villa Comunale. Molti leccesi ignorano ancora oggi quei fatti. Anche i miei alunni non ne sapevano nulla, ma si erano interessati alla storia e hanno accettato la sfida. Ecco il risultato, una graphic novel sul testo della canzone e su quegli eventi storici. Schizzi, abbozzi a matita e velature ad acquerello illustrano un testo strepitoso, scritto e cantato dal mio amico Alessio, un compagno di viaggio con cui condivido da oltre trent’anni la passione per la musica d’autore e il fumetto.


I fatti Al termine della Seconda Guerra Mondiale, l’Europa era ridotta ad un cumulo di macerie. La città di Lecce, purtroppo, viveva momenti di estrema tensione sociale a causa del disagio economico causato, tra l’altro, dall’aumento dei prezzi delle varie merci (soprattutto prodotti alimentari) e da un forte tasso di disoccupazione nei ceti popolari. La mattina del 24 settembre 1945 migliaia di persone si radunarono in piazza San Oronzo spinte dalla fame e dalla disperazione. Nonostante i vari tentativi per ottenere risposte da parte di un Prefetto timoroso e burocrate, la situazione divenne esplosiva in poche ore. Le cronache dell’epoca erano confuse: c’era chi scriveva dell’affissione di un manifesto prefettizio in cui si promettevano aiuti inadeguati, c’era chi scriveva di un atteggiamento contraddittorio del Prefetto, che prima si mostrava disponibile verso la popolazione sofferente e poi si rifiutava di ascoltare le giuste lamentele dei disoccupati, nascondendosi nelle stanze più interne del Palazzo dei Celestini e facendo chiudere dalle forze di polizia il portone centrale. Già la mattina del 25 settembre i manifestanti divennero il doppio rispetto al giorno precedente e tutti, al grido “Pane! – Lavoro!”, assaltarono Palazzo dei Celestini tra fiamme e spari di arma da fuoco. I manifestanti erano operai, muratori, imbianchini, contadini, tutti stremati e stanchi, ma tanto forti da riuscire a superare lo schieramento di forze dell’ordine posto all’ingresso della Prefettura. La folla riuscì a forzare il portone e ad entrare nel cortile, occupando gli androni. Purtroppo le forze di polizia, trovatesi alle strette, spararono su quella folla che chiedeva con forza e rabbia ‘pane e lavoro!’. Morirono in tre: Francesco Schifa muratore, Oronzo Zingarelli pizzicagnolo e Nicola Fatano venditore ambulante. Ma vi furono anche tanti feriti, fra i quali un bambino di nove anni che proprio in quell’istante era uscito incuriosito dalla porta della propria abitazione per vedere cosa stesse accadendo in strada; fu colpito da una pallottola mentre giocava in via San Francesco, a lato dei Giardini Pubblici. Il 27 settembre 1945 si tennero i solenni funerali delle vittime. Il corteo si mosse silenzioso verso le vie del centro e, appena fuori le mura cittadine, di fronte al viale che porta al cimitero, le tre bare si fermarono per consentire a Fortunato Caracciolo, muratore designato dalla Camera Confederale del Lavoro, di tenere un breve discorso commemorativo. L’uomo parlò lentamente senza esagerazioni, pronunciando i seguenti brevi pensieri in ricordo dei tre: “Noi speriamo - e ci auguriamo che la speranza divenga al più presto suprema certezza – che il sangue versato, anziché seme di nuove discordie, sia lievito di pacificazione e di mutua comprensione. Soltanto con la collaborazione di tutti sarà possibile iniziare gradualmente il lento e faticoso processo della ricostruzione”. Da “Quei morti per pane e lavoro” di V. De Luca e E. Bianco – Editrice Salentina – 2006


Santa Croce di Lecce Sulla Basilica di Santa Croce il sole gravita senza pietà sopra il suo tufo batte feroce questo gioiello scrostato sta

fuori il prefetto, il prefetto scappa venga qualcuno che ci risponda ed il Palazzo dentro una cappa di odio armato tace e sprofonda

la pietra sgretolata geme tutto un disegno di facce e mostri nel nostro tempio barocco freme sbriciola i giorni, si affaccia ai chiostri

è un chiuso chiostro è una fortezza architettonica e misteriosa serra un quadrato di azzurra brezza un colonnato che silenzioso

è come l’anima butterata come un progetto che s’incasina la nostra sete che non ha data la nostra attesa che non s’inchina

la villa comunale lì vicino dove un bambino che ci giocava è colpito a caso il nostro destino con l’innocenza ferita stava

tutto un destino sta in quella facciata che perdi l’occhio, che non abbracci la Santa Croce sta imprigionata fra mille vicoli presa nei lacci

fu aperto il fuoco sopra la folla sparsero sangue sopra il selciato Francesco Schifa dalle budella la baionetta gli aprì il costato

dopo la guerra, i muratori senza lavoro, senza più pane volsero i passi verso i signori vollero uscirsene dalle tane

sugli altri cristi che poverelli il piombo ha sempre l’ultima parola fu ucciso Oronzo Zingarelli e un tal Fatano di nome Nicola

se alfine il sangue ci ha liberato versato invano per terre straniere dopo il fascismo qualcosa è nato aprite della fame le galere

due giorni dopo i funerali da Porta Napoli mossero lenti e della folla si aprì le ali dall’obelisco, fuori dai denti

i contadini e gli artigiani il venticinque settembre vanno chi senza braccia chi senza mani chi per speranza chi con affanno

e dai paesi circonvicini per un dolore che non si estingue degli artigiani dei contadini del novecentoquarantacinque

ma non c’è pace per chi lavora e Santa Croce sprezzante resta mentre la folla minaccia e implora lei senza voce gira la testa

Ora i turisti che se ne vanno da Santa Croce all’Anfiteatro più numerosi anno per anno per Lecce Vecchia, l’Arco di Prato

verso il Palazzo dei Celestini tutto il corteo si era riversato calate i prezzi degli olii e i vini rendete il pane a chi l’ha sudato

per un sussulto di orgoglio e amore per quanti giorni che fanno un’età quanto sangue e quanto splendore hanno impastato la mia città.


intro


che splendore! incantevole! ...e' proprio bella Lecce, vero?

wow!!!

il famoso Barocco leccese!

chissa' quanti anni ci avranno messo per scolpire questa facciata!

anni? direi secoli!

se la passavano bene i "signori" del '600! guarda che roba!!!

quanto sfarzo!


beh... Lecce e' sempre stata una citta' ricca e aristocratica...

...non direi

ah ah ah... e tu che ne sai?

?

...in pochi conoscono le tragiche pagine della storia di lecce... ...di quali pagine parli?

se mi seguite ve lo racconto! ...seguire dove?

...qui, all'ingresso del palazzo della Prefettura... ah! nel palazzo dei Celestini!


era il 1945: a settembre la seconda guerra mondiale era gia’ finita ma da queste parti le cose non andavano per niente bene

ecco: vedete quella targa?

si’... ma che significa? la povera gente moriva di fame

in che senso? mancava il lavoro?

...e i prezzi erano alle stelle e quindi? ascoltate: vi cantero’ cosa accadde qui a Lecce il 25 settembre ‘45

dai racconta!


santa croce di lecce


Cquinta Testo di Alessio Lega

Lecce, 25 settembre 1945


Sulla Basilica di Santa Croce il sole gravita senza pieta'

sopra il suo tufo batte feroce

questo gioiello scrostato sta


La pietra sgretolata geme tutto un disegno di facce e mostri

nel nostro tempio barocco freme sbriciola i giorni, si affaccia ai chiostri


e' come l'anima butterata come il progetto che s'incasina

la nostra sete che non ha data la nostra attesa che non s'inchina


tutto un destino sta in quella facciata che perdi l'occhio, che non abbracci la Santa Croce sta stritolata da cento vicoli presa nei lacci


non e' giusto

dopo la guerra, i muratori senza lavoro, senza piu' pane

lavor

o!!!

! ! ! E PAN lavor

o!!!

PANE! o!!!

lavor

volsero i passi contro i signori vollero uscirsene dalle tane

!!


! ! ! E PAN

se alfine il sangue ci ha liberato versato invano in terre straniere dopo il fascismo qualcosa e' nato aprite della fame le galere

lavor

o!!!

! ! ! E N PA

lavor

O M A I B AB FAME!!!

o!!!


i contadini e gli artigiani il venticinque settembre vanno

l

!!! avoro

PANE!

!!

PANE!!!

calate ! zi!! i prez

chi senza braccia chi senza mani

chi per speranza chi con affanno


ma non c’e’ pace per chi lavora

e Santa Croce sprezzante resta

mentre la folla minaccia e implora

lei, senza voce. . .

. . .gira la testa!


verso il Palazzo dei Celestini tutto il corteo s'era riversato

“calate i prezzi degli olii e i vini rendete il pane a chi l'ha sudato”

rendete il pane a chi l'ha

sudato!!!

calate i prezzi

...Francesco, Oronzo, andiamo verso le scale!

fuori ! !! o t t e f e r il p il p refetto scappa !!!

degli olii e dei vini !

guarda Nicola: il prefetto cerca di scappare!!!

venga qualcuno che ci risponda!!!

PANE!!!

lavoro

!!!

ed il Palazzo dentro una cappa di odio armato tace e sprofonda

è un chiuso chiostro è una fortezza architettonica e misteriosa


...cosa facciamo comandante... sono diecimila persone...

...qui finisce male

a giustizi per chi lavora!

...se non si fermano apriamo il fuoco!

ladri!!! ti! fascis

ma... si tratta di contadini e operai ...non sono armati...

PANE!!! lavor

o!

devono capire chi comanda!


! G AN

B

serra un quadrato di azzurra brezza un colonnato che silenzioso

BANG!

! G N BA

la villa comunale lĂŹ vicino dove un bambino che ci giocava

è colpito a caso il nostro destino

con l'innocenza ferita stava


fu aperto il fuoco sopra la folla

! G BAN

BANG!

! G N BA

Francesco Schifa dalle budella la baionetta gli apri' il costato

sugli altri cristi che poverelli

il piombo ha sempre l'ultima parola

sparsero sangue sopra il selciato


fu ucciso Oronzo Zingarelli

assassini!!!

e un tal Fatano di nome Nicola


due giorni dopo, i funerali

da Porta Napoli mossero lenti

e della folla si apri' le ali dall'obelisco, fuori dai denti

e dai paesi circonvicini


per un dolore che non si estingue

degli artigiani

dei contadini

del novecentoquarantacinque


Noi speriamo e ci auguriamo che la speranza divenga al piĂš presto suprema certezza

...chi sta parlando?

e’ Fortunato Caracciolo

un muratore come noi...

che il sangue versato, anzichĂŠ seme di nuove discordie, sia lievito di pacificazione e di mutua comprensione

Soltanto con la collaborazione di tutti sarĂ possibile iniziare gradualmente il lento e faticoso processo della ricostruzione!


oggi



Ora i turisti...


...che se ne vanno...

da Santa Croce all’Anfiteatro

piu' numerosi anno per anno

per Lecce Vecchia... ...l'Arco di Prato


per un sussulto di orgoglio e amore per quanti giorni che fanno un'eta'

quanto sangue e quanto splendore

hanno impastato la mia citta'


Funerali di Francesco Schifa muratore, Oronzo Zingarelli pizzicagnolo e Nicola Fatano venditore ambulante caduti a Lecce il 25 settembre 1945 al grido di “Pane e Lavoro�

ecco cosa significa questa targa


“Santa Croce di Lecce” quinta C © 2020


Cquinta - Santa Croce di Lecce Classe VC Arti Figurative Anno scolastico 2019-2020 Attività svolta in DAD (Didattica a Distanza) Laboratorio Pittura a cura di Enzo De Giorgi Liceo Artistico e Coreutico “Ciardo Pellegrino” - Lecce Testo di Alessio Lega © 2015


Alessio Lega è uno dei cantautori più conosciuti e stimati della sua generazione, ma è anche uno scrittore e militante anarchico. Scrive canzoni, canta, suona la chitarra, ha pubblicato dischi e libri a proprio nome e partecipato a decine di opere collettive. Ha messo in scena centinaia di spettacoli, di performance, di conferenze e concerti sulla canzone d’autore mondiale e sulla musica popolare e d’impegno. Dopo un’assidua frequentazione col Nuovo Canzoniere Italiano, è considerato oggi il rappresentante più coerente del canto sociale, in bilico fra canzone d’autore e riproposizione dei repertori storici, tanto da essere uno dei protagonisti del Nuovo Bella Ciao riallestito da Riccardo Tesi, spettacolo che, a due anni dal debutto, continua a girare il mondo. È citato nei dizionari (Garzanti, Giunti, Rizzoli), si è guadagnato i riconoscimenti più ambiti (Targa Tenco, Premio Lunezia, ecc.), è inserito in antologie, libri, su di lui sono stati girati due film documentari. Eppure Alessio non rinuncia al nobile donchisciottismo di cantare dove gli piace, piuttosto che dove “si deve”, andando in giro a tentare di cambiare se stesso e il mondo con le canzoni di cui fa l’autore, l’interprete e lo storico.


pierluigi carallo

ilaria conversano

giorgio de leo

stefania di silvestro

michela giannone

aurora leta

cheyenne longo

lorenzo macchia

simone miglietta

federica norberti

Cquinta


Era una cosa impegnativa, ma possibile, i ragazzi dovevano inviarmi le fotografie dei loro disegni. Io avrei pensato al resto, a comporre il mosaico di una storia comune, usando le loro tessere sparse e isolate. Per il testo, non potevo permettermi di scegliere una storia banale e scontata, volevo trattare un fatto legato alla storia e all’arte del nostro territorio. Ho fatto ascoltare agli studenti, Santa Croce di Lecce, una canzone scritta dal cantautore salentino Alessio Lega nel 2015. La canzone ricorda i tragici eventi del 25 settembre 1945, quando tre lavoratori persero la vita durante una manifestazione nel Palazzo dei Celestini a Lecce, “mentre chiedevano pane e lavoro�. Furono colpiti dagli spari dei carabinieri e dei marinai del Battaglione San Marco, intervenuti per proteggere il Prefetto dalla folla; si contarono anche numerosi feriti, tra cui un bambino che giocava nei pressi della Villa Comunale. Molti leccesi ignorano ancora oggi quei fatti. Anche i miei alunni non ne sapevano nulla, ma si erano interessati alla storia e hanno accettato la sfida. Ecco il risultato, una graphic novel sul testo della canzone e su quegli eventi storici. Enzo De Giorgi


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