OPENING Liceo Artistico Ciardo Pellegrino • Lecce
pagine d’arte_07 periodico d’informazione giugno 2014
La scuola e il territorio l’educazione diventa una sfida globale
Tiziana Paola Rucco dirigente scolastica
Q
uale ruolo è chiamata a svolgere oggi la scuola in un mondo globalizzato, interconnesso, virtualmente senza frontiere? L’informazione è rapida e largamente accessibile, la quantità di dati trasmessi è enorme, ma questo di per sé assicura una migliore qualità della conoscenza? La scuola si confronta con un mondo diverso rispetto a poche decine di anni fa, ed in continua e rapida trasformazione, dove il sapere passa attraverso molteplici canali, che utilizzano principalmente le nuove tecnologie; ma spesso il bombardamento dei media o i collegamenti della rete non realizzano una comunicazione chiara, efficace, di buon livello. La scuola rappresenta ancora luogo di costruzione della conoscenza, in quanto assolve il compito di fornire ai giovani in formazione gli strumenti per governare la conoscenza, ovvero per costruire e sviluppare i processi di apprendimento, le capacità critiche, le abilità professionali, le competenze di cittadinanza. In questo senso la scuola si pone come “sistema aperto” che, pur restando sede privilegiata di sviluppo dei processi di apprendimento, interagisce con gli altri soggetti del territorio e più genericamente del sociale (istituzioni, università, associazioni, altre agenzie culturali, la stessa ‘rete’) per creare un sistema formativo integrato capace di investire sui giovani, in cui l’istruzione informale contribuisce al successo dell’istruzione formale nell’ottica attuale di un’istruzione globale inclusiva. Nel documento del Consiglio d’Europa sull’apprendimento per la nostra società globale, le “Linee guida per l’educazione globale” del 2008, , viene definita appunto
educazione globale la prospettiva educativa che emerge dal fatto che oggi la gente vive e interagisce in un mondo sempre più globalizzato. Nel campo dell’educazione
diventa, quindi, cruciale dare a chi apprende l’opportunità e le competenze per riflettere e condividere il proprio punto di vista e il proprio ruolo all’interno di una
società globale interconnessa, così come per capire e discutere relazioni complesse che riguardano questioni sociali, ecologiche, politiche ed economiche comuni, in modo da poterne trarre nuovi modi di pensare ed agire. Riguardo ai contesti di apprendimento e alle metodologie, nello stesso documento si fa riferimento a pratiche collaborative ed esperienziali, ovvero alle forme di apprendimento “sociale” e “attraverso l’esperienza”, il learning by doing, prassi didattica che nella nostra scuola, per la sua peculiarità di liceo artistico, ha radici profonde e consolidate, e che sta connotando fortemente la progettualità soprattutto in questi ultimi anni scolastici. Numerosissime sono le attività implementate nel nostro percorso formativo curricolare: esperienze di stage, soggiorni linguistici all’estero, visite guidate e viaggi di istruzione presso musei ed esposizioni artistiche nazionali ed europee, allestimenti di mostre di arti figurative e di architettura presso spazi espositivi cittadini su tematiche inerenti il territorio, allestimenti scenografici, produzioni audiovisive e grafiche, partecipazione a concorsi artistici nazionali, progettazioni nel design. La nostra scuola quindi non risponde a domande e bisogni generici, ma dialoga con il territorio per contribuire allo sviluppo della comunità, dotandosi di capacità progettuale di lungo respiro, condivisa e sostenuta dagli altri attori del territorio, in particolare famiglie ed istituzioni, ed avendo come finalità educativa quella di formare persone capaci di svolgere un ruolo attivo e propositivo all’interno di una società globale. Illustrazione di Nicholas Dima IVC Grafica
La città, il mare, la storia
percorsi di formazione tra poesia e realtà Marinile Giannandrea docente di Storia dell’Arte
I
nsegnare in un Liceo Artistico spinge a interrogarsi su che cosa significhi difendere l’essere umano come homo poeticus e homo politicus, perché formare i futuri “costruttori di mondi immaginari” non può prescindere dalla consapevolezza che essi saranno attori consapevoli della realtà con le sue molteplici e complesse criticità. I nostri studenti sono i protagonisti di quella società “liquida”, che il filosofo
polacco Zygmunt Bauman descrive segnata da caratteri e strutture che si vanno decomponendo e ricomponendo rapidamente, in modo vacillante e incerto, fluido e volatile. Ed è per questo che nel percorso formativo degli ultimi anni si sono voluti rafforzare i legami con il territorio, analizzato oltre gli stereotipi visivi e folkloristici, inteso come un bacino di storie, di potenzialità ambientali e sociali che costituiscono lo spazio concreto per esprimere la dimensione immaginaria e poetica insieme ad una responsabile pratica operativa.
I progetti interistituzionali si sono concentrati sull’educazione alle proprie responsabilità individuali e collettive, sulla città come luogo privilegiato delle visioni architettoniche, spazio di riflessione antropologica, luogo (forse utopico) dove potere ridisegnare la qualità della vita e della socialità degli individui. La formazione all’ambiente ha avuto come oggetto privilegiato il Mediterraneo, il mare che abbraccia questa nostra terra. Conoscere il “mare nostrum” significa essere consapevoli della sua storia ma anche indagare i segreti biologici della fauna e della flora
marine che nelle opere pittoriche, tinte di azzurro, diventano un nuovo “bestiario”, in cui fantasia e immaginazione si pongono al servizio della pratica scientifica. Sui libri la storia è in genere quella raccontata dai “vincitori” noi abbiamo preferito quella minore, degli artisti ignorati o dimenticati ¬ come Edoardo De Candia ed Ezechiele Leandro – perché la poesia e l’arte si vanno ad infilare dentro le vite “ai margini”, dentro quelle visioni divergenti e incomprese che forse sono la vera chiave di salvezza per il nostro futuro.