2018 - Le vie delle Foto Ottava Edizione - Catalogo Ufficiale Mostra fotografica Internazionale

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...Perchè in una squadra vince la Squadra


Le Vie delle Foto 2018 Festeggiamo, con il 2018, l’ottavo anno de Le vie delle Foto. È una festa agitata, rumorosa, casinara, perché ogni anno riempie il cuore pulsante della nostra bellissima città di fotografie, di storie, di viaggi e ogni anno viene accolta con tantissimo entusiasmo da parte di tutti i triestini, che passano un mese con la testa in su a guardare le immagini che decorano i nostri accoglienti locali. Si festeggia, come ogni anno, la fotografia che per me, e per chi lavora con me, è segno di amicizia e di condivisione, segno di uguaglianza e di rispetto, segno di fraternità e di passione; e di umiltà. Amicizia, perché durante questi otto anni ce n’è stata tanta. Condivisione, perché è il fulcro del successo de Le vie delle Foto. Uguaglianza, perché qui, ne Le vie delle Foto, non c’è nessuno peggiore di un altro, sono tutti migliori. Rispetto, perché il lavoro di tutti ha sempre dignità. Fraternità, che significa “duratura armonia d’intenti”. Passione, perché senza quella né io, né i partecipanti, avremmo fatto molta strada. E umiltà, perché, e non c’è modo più semplice per dirlo, Le vie delle Foto non è snob. Festeggiamo la felicità, perché ogni fotografo, e ve lo posso giurare, quando fotografa è felice. Ma non solo, quando mostra le sue foto è felice. Felice da matti. È per questo che non voglio e non vorrò mai che Le vie delle Foto diventino un concorso, non voglio che i nostri fotografi competano tra loro, l’armonia in questa manifestazione regna sovrana... Oddio, i pasticci ci sono sempre, ma fare pace con le immagini è sempre più divertente. La fotografia in questa manifestazione è condivisione. Prendete questa mappa di Trieste, condividetela con i vostri amici, andate a passeggiare anche voi per questa città che conquista i cuori. È primavera e di un paio di ore di relax ne abbiamo tutti bisogno. Quando visitate una delle mostre ricordatevi che il nostro più grande impegno è la felicità sia di chi fotografa sia di chi guarda le foto che questi ‘eroi’ hanno deciso di regalarvi. Con molto coraggio. Assaporate le loro storie, scoprirete nuovi mondi e farete viaggi inaspettati. Tra un capo in b e uno spritz. Buone Le vie delle Foto a tutti.

Linda Simeone

#lvdf18 #leviedellefoto


Indice dei FotograFI centoParole: V. Russo E R. Srelz Biancardi Marco Cameli Luca Cappucci Cristiana Cappucci Roberto Circolo FotograFIico Zoom Collina Marco Costantino Claudia Crimaldi Giulia Dal maso Paolo De Silvestro Andrea DRIOLI ARIO FAUSTINI GIORGIO FERRADINI ROMANO Fotoamici di Gianni Mohor Gardini Francesco Genzo Giada Irrera Valentina Jack & Ele Laboratorio fotograFIco Creativo LEDDA ANDREA Lionetti Roberto Lions Club Duino Aurisina Macor Fiorella MandiC Ada


Marcotti Stefania Melchionne Massimiliano Micalizzi Martina Michelutti Lauretta Misteri e meraviglie del Carso Musmeci Erika Nardo Damiano Oliverio Gerardo Paliaga Laura Pina Piras Platania Cinzia Ranieri Iannone Davide Ravalico Elio Rossetti Simonetta Saluzinsky Giulio Sardella Claudio Somma Fabrizio Todisco Bettina



centoParole: V. Russo E R. Srelz IL COMPLICE Roberto Srelz (nato 1968, Trieste). Ha studiato informatica ed economia e ha collaborato con numerosi gruppi di lavoro internazionali viaggiando in tutto il nord e centro Europa e in Medio Oriente. Scrive storie, romanzi e racconti Fantasy per numerose associazioni e realtà italiane del settore del gioco di simulazione e letterario. Foto giornalista appassionato d’arte, è direttore del periodico “centoParole Magazine” e del quotidiano “Trieste All News”, entrambi pubblicati sul Web. Vive a Trieste. Vincenzo Russo (nato 1970, Trieste). Attratto da qualsiasi forma d’arte e, contemporaneamente, dalla comunicazione. Con un percorso di conduzione radiofonica, dj e scrittura si è avvicinato alla fotografia convinto della sua potente capacità narrativa, appassionandosi di Street Photography. Vincenzo Russo è uno dei fondatori di centoParole Magazine; conduce, con centoFoto, di cui è vice presidente, attività di fotografia e divulgazione. Vive a Trieste. Rozzol Melara è prova di come un’idea di architettura possa essere tradita. Una macchina abitativa che accoglie più di tremila persone, vittime di un positivismo fiabesco diventato poi il ghetto narrato da Ballard in “Condominium”. Luci: linee. Uno dei luoghi più fotografati di Trieste. Porta i fotografi, illusi di poterci trovare bellezza, a essere complici del tradimento. Luci, linee, e silenzi. Cifre di un luogo in cui essere umano e architettura non sono in asse nello stesso istante. Corridoi che sono la mutazione del quartiere in non-luogo, dove le linee di fuga non mostrano l’uscita e il silenzio traccia l’abbandono.


MARCO BIANCARDI

MILANO INTERNATIONAL

Sono Marco Biancardi, sono un medico, appassionato di Musica e di Fotografia. Ho iniziato a fotografare da ragazzo, dopo aver scoperto, abbandonata in fondo a un cassetto, la vecchia Leica III di mio padre. Da allora mi hanno sempre incuriosito tutti i tipi di apparecchiature e di mezzi fotografici e mi sono sempre dedicato al bianco e nero. Sono appassionato di fotografia umanistica: viaggio, sociale e streetphotography sono stati i miei interessi principali e con la maturità mi sono dedicato in particolare anche alla fotografia di musica. Il portfolio che presento per Le vie delle Foto è una galleria di streetphotography in bianconero con tema il mutamento di atmosfera della città di Milano, che negli ultimi anni si è trasformata da sede della produzione industriale a città del terziario avanzato, della moda, design, cultura, nuova architettura, turismo. Così le strade e i luoghi di cultura sono oggi sempre affollati di turisti e visitatori stranieri, offrendo della città della fretta e della concitazione del lavoro nuovi aspetti, di una metropoli davvero internazionale.


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LUCA CAMELI PER NON DIMENTICARE

Mi chiamo Luca Cameli e sono di S. Benedetto del Tronto.

Da sempre attratto dall’arte dell’istantanea ho deciso nel 2013 di fare il grande passo e fare della fotografia il mio lavoro. Prediligo l’espressività spontanea, consapevole che un ritratto autentico, possa essere realizzato cogliendo l’essenza dell’attimo. Porto a Le vie delle Foto 2018 il reportage Auschwitz/Birkenau (2009) ˜ Risiera di San Sabba (2017). Nell’ottobre del 2009, feci un viaggio a Cracovia per ammirare la città; da lì un giorno decisi di andare a visitare i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, che distano poche ore di pullman dalla città polacca. Decisi di visitare questi posti per non dimenticare e vedere con i miei occhi quello che i libri di scuola ci avevano insegnato. Quello fu il mio primo reportage fotografico. Più recentemente, ho visitato la bellissima Trieste e anche il Museo Civico della Risiera di San Sabba. Ho deciso di effettuare questi reportage non solo per diritto di cronaca, ma perchè non dobbiamo dimenticare i terribili eventi accaduti nella storia dell’umanità, ma ricordarli proprio per evitare che essi non accadano più. Il mio motto aziendale è Una foto è come un diamante... È per sempre!


CRISTIANA CAPPUCCI

NATURE’S RESILIENCE

Nata ad Avellino nel 1982, mi sono trasferita a Rimini, per poi approdare a Trieste dopo varie esperienze di studio in Inghilterra, Francia e Grecia. Il mio percorso di ricerca inizia con una fotografia di tipo rappresentativo, per poi concentrarsi sugli aspetti più intimistici e introspettivi con l’intento di raffigurare ed esprimere, attraverso luoghi concreti, i paesaggi della mia interiorità: la natura e gli spazi rappresentati nelle immagini non sono mere ambientazioni ma diventano l’espressione di luoghi interiori. Per le vie delle Foto 2018 porto Nature’s Resilience. La parola resilienza deriva dal latino “resalio”, iterativo del verbo “salio” che originariamente indicava l’azione di risalire su una barca capovolta dal mare. Questo termine è stato impiegato in svariati campi e viene utilizzato sempre più spesso per esprimere la capacità di un individuo di adattarsi al cambiamento e alle situazioni traumatiche della vita rispondendo in maniera positiva e facendo sì che le situazioni avverse si trasformino in occasioni di crescita e miglioramento. Sono partita da questa concezione per sviluppare il mio progetto personale “Nature’s resilience” che ho realizzato nell’ambito del Master di fotografia che ho frequentato presso l’Istituto Europeo di Design per tutto il 2017. Questa mostra è stata allestita e presentata per la prima volta a Milano nel Dicembre scorso e ci tenevo moltissimo a portarla a Trieste, luogo in cui sono nati gli scatti che la compongono.


ROBERTO CAPPUCCI

TRIESTE MADE IN CHINA

Roberto Cappucci nasce a Segni, in provincia di Roma nel 1952. Dopo varie esperienze lavorative in tutta Italia continua a coltivare la sua passione per la fotografia che lo accompagna fin da piccolo. Questa passione gli viene trasmessa da suo padre dal momento che anche lui era molto legato alle arti visive e in casa c’erano diversi tipi di attrezzature fotografiche con le quali si poteva facilmente cimentare. A sedici anni suo padre gli regala una reflex Zenith e da quel momento scatta in lui la voglia di sperimentare il bianco e nero in maniera completa, sviluppando e stampando lui stesso in camera oscura foto di tipo paesaggistico e diversi tipi di ritratto. Nel corso degli ultimi anni si appassiona anche alla fotografia di tipo digitale con vari tipi di sperimentazioni come quelle che presenta in questa edizione de Le vie delle Foto, dal nome Trieste made in china. Questa mostra nasce da una mia personale sperimentazione degli ultimi anni. Ho infatti scoperto una nuova possibilità di elaborare gli scatti in bianco e nero attraverso la scannerizzazione. Il risultato è stata una serie di fotografie che ho elaborato con questa tecnica che ricorda quella della china. Sono molto legato alla città di Trieste e ho deciso di sperimentare questo modo di scattare applicandolo a questo meraviglioso luogo. Il risultato sono questa serie di scatti.


CIRCOLO FOTOGRAFICO ZOOM

LA CANUTA ETA’

Il Circolo Fotografico Zoom è nato dalla volontà di continuare e di approfondire l’esperienza di confronto e di condivisione instauratasi tra i partecipanti del Corso Base di Fotografia, proposto dal Comitato Giovani di Pradamano e tenutosi nel periodo di febbraio-marzo del 2010. Composto da fotografi dilettanti e amatori, il Circolo si propone come luogo di incontro, discussione e promozione dell’arte fotografica. Nel corso degli incontri si condividono e si analizzano gli scatti realizzati dai partecipanti e si discutono le tecniche fotografiche e di post produzione per archiviare e valorizzare le proprie fotografie. I futuri progetti si propongono di realizzare workshop dedicati ai tempi della fotografia di architettura, ritratto, still life. Quest’anno il Circolo partecipa a Le vie delle Foto con un suo tema: La canuta età, esponendo in uno dei locali di Trieste. Il tema, delicato nel suo significato, vuole porre in evidenza un’età particolare ove i manifesti segni di una provata vita sono visibili nell’aspetto. Gli espositori hanno voluto, con il loro scatto, rendere tangibile la propria visione, ponendo all’osservatore la consueta valutazione. I gesti, la aromaticità e il minuzioso particolare esaltano il concetto interpretativo del tema della mostra. i sui letti di un ospedale, manca un neonato dentro una culla o il vino nelle bottiglie.



MARCO COLLINA FOTOGRAFIA DI VIAGGIO EGITTO E MAR ROSSO Marco Collina è un artigiano, un musicista, con la passione per la liuteria. La fotografia è una passione che ho da ragazzino, quando mi cimentavo con la mia vecchia zenit a pellicola, che tuttora possiedo e uso con piacere. Sono un semplice Fotoamatore. Grazie alla musica, invece, ho avuto la possibilità di suonare in giro per l’Italia e un po’ anche in Europa. La passione per il viaggiare e il raccontare le mie storie si sposa perfettamente con l’amore per la fotografia, e in quest’avventura a Le vie delle Foto 2018 spero di poter essere un degno ambasciatore La mostra che porto racconta il mio viaggio in Egitto, tra la bellezza della storia e i colori del mar rosso, tra estenuanti spostamenti e viste mozzafiato.


CLAUDIA COSTANTINO

IL MARE D’INVERNO

Claudia Costantino nasce il 07 aprile 1976 a Roma. Attualmente vive a Cerveteri (Rm). Da sempre appassionata “di fotografia”, ma mai come in questi ultimi cinque anni, durane i quali ha acquisito, come si suol dire in gergo, “l’occhio fotografico”. Nessun corso di fotografia all’attivo, tutto ciò che oggi ha il piacere di proporre è il frutto del suo istinto, del gusto e dei sentimenti, non tralasciando il proprio occhio fotografico. La passione con il tempo l’ha portata a guardare gli oggetti, le persone e le fasi di una giornata puramente tramite le immagini, fotografando nella mente ogni cosa osservata e facendola sua, e rielaborandola come in una camera oscura. La luce, oggetto fondamentale, è quella che sta imparando a conoscere, con la quale prende confidenza; è pura poesia e tutto diventa relativo, basta darle il giusto peso, guardarla e assaporarla. Quest’anno torno a Le Vie delle Foto proseguendo con il tema “Il mare d’inverno”, la particolarità sta sul formato, un 1:1 dove l’occhio fotografico si indirizza già in fase di scatto a vedere quadrato come quando si scattavano i 6x6.


GIULIA CRIMALDI IN THE NAME OF WATER... Primi anni ’60 del secolo scorso. Un uomo tranquillo, di professione chirurgo, coltiva appassionatamente due hobby. Di lì a qualche anno, avrà anche due figli. Dopo avere trasmesso al maggiore l’amore per la musica, trattiene per sé quello per la fotografia che, in un primo tempo, nessuno sembra raccogliere. Ma non è mai troppo tardi: a distanza di decenni l’amata secondogenita scopre casualmente la sopita passione per l’immagine. Giulia Crimaldi (Cormons, 1966) è anzitutto pittrice figurativa; poi, parallelamente, cacciatrice di effetti fotografici legati a un’evidente, istintiva, ricerca impressionista. Per Le vie delle Foto porta “In the name of the Water, of the Song and of the Lonely People” Allontanando l’osservatore dalla prevedibile tentazione di leggere le immagini come una scontata esaltazione della triestinità, il titolo della raccolta orienta l’attenzione verso alcuni aspetti peculiari cari all’autrice, poeticamente intrecciati all’inconfondibile carattere della città: l’acqua, protagonista o comprimaria della scena; i versi delle canzoni, quasi mai associati in modo didascalico, la solitudine e la malinconia che in taluni momenti accompagnano dolcemente le nostre vite riflettendosi nel paesaggio urbano.


PAOLO DAL MASO

CAMBOGIA

Ingegnere, studi classici, 61 anni, da poco libero professionista nel settore ambientale, in precedenza per una vita - dirigente d’azienda in una multiutility. Appassionato di foto, di viaggi, della natura, di running. La passione fotografica comincia alle scuole medie. Al liceo mi appassiono alla stampa in bianco e nero che alterno con le diapositive. Partecipo, in epoca remota (ai tempi del liceo e dell’università) a qualche concorso fotografico. Da sempre interessato alle foto di viaggi, ne ho fatte sempre e continuo a farne, in ogni luogo che visito. Oggi metto su Facebook qualche selezione. Quando ne ho l’occasione, non manco di vedere mostre di grandi artisti o anche di perfetti sconosciuti. Per Le vie delle Foto 2018 porto Cambogia. Riappropriatomi un po’ del mio tempo, di rientro dalla recente vacanza in Cambogia, ho scelto Le vie delle Foto per condividere in modo più ampio le immagini più rappresentative del mio viaggio in un paese affascinante e ancora non molto conosciuto, la cui storia recente contrasta un po’ con la bellezza del paese e la gentilezza dei suoi abitanti.


ANDREA DE SILVESTRO A PICCOLI PASSI Nasco al Burlo Garofalo di Trieste il 03 dicembre 1975. Il mio primo approccio con il mondo della fotografia è da semplice osservatore: ero poco più che un bambino, quando le mie mani toccavano le vecchie “Polaroid” e i miei occhi cercavano di memorizzare il volto del mio papà, in modo da essere pronto a riabbracciarlo dopo lunghi mesi di navigazione. Ed è forse già in quei momenti che, inconsciamente, ho capito la forza e l’importanza della fotografia. “Imparare a camminare ti rende libero. Imparare a danzare ti dà la libertà più grande di tutte: esprimere con tutto il tuo essere la persona che sei”. Queste parole furono pronunciate da Melissa Hayden, prima ballerina al New York City Ballet tra gli anni ‘50 e ‘70, per esprimere l’essenza della danza dal suo punto di vista. Punto di vista che non ho potuto far altro che condividere osservando le mie due bimbe crescere attraverso questa attività, che inizia per gioco, diventa un’attività sportiva, ma nella sua anima, fin da principio, è fondamentalmente una forma d’arte.


ARIO DRIOLI

AMICI SU PELLICOLA La mia carriera da fotografo è iniziata da subito, a 14 anni, quando per la prima volta ho preso in mano la reflex di mio padre. Ho notato immediatamente che scattare una foto rendeva possibile cambiare le forme e le luci della realtà in cui vivevo. Ho deciso così di cimentarmi nella fotografia. Inizialmente ero molto timido, quindi i miei soggetti erano prevalentemente panorami e oggetti inanimati. Poi mi sono reso conto, grazie a mio fratello, che questa mia peculiarità non mi permetteva di fare quello che veramente volevo e ho provato a superarla. Da un po’ di tempo mi sono imbattuto nella fotografia a pellicola, dopo che mi è stata regalata una Konica Autoreflex T3. Poiché la ritrattistica è il mio stile fotografico preferito ho deciso di rappresentare alcuni dei miei amici su pellicole tutte diverse l’una dall’altra, passando dalla classica Kodak Portra fino alle pellicole come la Revolog Rasp 200 che è una pellicola graffiata apposta per creare delle linee colorate che continuano per tutta la pellicola. Le persone rappresentate sono amici che ho trovato a Trieste e a Brescia dove attualmente studio.


GIORGIO FAUSTINI

OLTRE I COLORI DEL PARADISO Io sono Giorgio Faustini, e per raccontare chi sono, e la mia storia, ci vogliono più di 500 caratteri. Ho 35 anni e vivo nell’era dei tweets, dei like e degli insta-shots con effetti glamour, ma dentro sono un amante delle lettere scritte a mano, del tempo dedicato alle persone, e delle foto in bianco e nero. Ho incontrato una macchina fotografica a Vienna nel 2008, quasi per caso e quasi per gioco. E invece di chiuderla dopo un po’ in un cassetto impolverato, sono stato trascinato in un vortice artistico, per poi aprire gli occhi e cavalcare scuole, mostre, libri e viaggi. Folla. Individualità. Sforzi. Agio. La massa, il caos, e il dettaglio. Ritratti di particelle del flusso, in tutti i suoi vari e ampi significati. Ritratti di persone nelle quali gli occhi, le finestre sull’identità personale, vengono coperti con strisce rosse, per rimuoverne la singolarità e inglobarle nel flusso. Per aumentare il significato di società, per appianare le differenze sociali e per allineare i sacrifici. Il rosso unifica, il rosso rende un gruppo, il rosso calma. Non c’è la necessità di ricercare ulteriori significati, visioni politiche o riferimenti geografici: sedetevi di fronte e ascoltate il messaggio, irrazionalmente. Come nel flusso. Gli ostacoli della vita non ce la fanno ad alterare il flusso. Il flusso non si ferma, il flusso continua. Il flusso va avanti, inesorabile.



ROMANO FERRADINI

CAMOGLI: L’ANTICA DELLA PESCA

TRADIZIONE

Ho iniziato a fotografare nel 1970. La mia prima macchina fotografica era russa, una “zenit-e”. Come molti appassionati di allora, mi occupavo anche dello sviluppo e della stampa. L’ingranditore penso sia stato polacco, la arca mi par di ricordare “Meopta”. Una cantina piuttosto fredda e umida fungeva da camera oscura. Non certo il luogo ideale per far tutto al meglio, ma la passione e l’entusiasmo, unito a un poco di incoscienza potevano superare gli inconvenienti e dar buoni frutti. Ho fotografato e sviluppato per circa 10 anni, migliorando nel frattempo tutta l’attrezzatura e anche la capacità espressica. Poi per motivi di lavoro ho dovuto, anche se con un poco di malinconica nostalgia, abbandonare il tutto. Ma la fotografia è come il primo amore, una volta incontrata non si scorda e così raggiunta l’età matura, con il diradare degli ipegni lavorativi, ho ripreso a fotografare. Inizialmente il passaggio dalla cara Laica m4 a una fotocamera digitale è stato traumatico. Anche in questo caso la nostalgia non aiutava, ma poi, superato lo scoglio dell’accettazione del nuovo, ho cominciato ad apprezzarne i vantaggi. Oggi, anche se penso tutto il bene dell’analogico, uso una macchina digitale e ne sono soddisfatto. Continua a piacermi anche la camera, “chiara”, questa volta. Tutti gli ambiti della fotografia son per me interessanti, ma unindo la passione per il mare, la vita e le persone, quasi tutti i miei lavori hanno questi aspetti come centri di interesse. Prediligo insomma il reportage a sfondo documentale e sociale e naturalmente street photography.


SGUARDI DI DONNE

Sono dodici donne foto-amanti che hanno accettato l’invito di Gianni Mohor a presentare una serie di fotografie per raccontare un po’ del loro mondo. Sguardo di Samantha Blanck, su “Intreccio di inquietudini”, di Daniela Costantin su “Cercando Fibonacci“, di “Adriana Donda sulle ”Vele“, di Laura Loi su “Niente è come appare“, di Marisa Paoli sul “Pedocin”, di Ester Pertegato su “In metropolitana”, di Fosca Pollastrelli “Lungo la Parenzana”, di Germana Scherli durante il “Viaggio in Oman”, di Diana Sincovich sul “Fascino in vetrina”, di Claudia Vidoli sulle “Percezioni”, di Daniela Zamataro su “Mia madre, il suo mondo“, di Franca Zuliani su “Scala B“. Sono sguardi che si s’infilano nei più segreti tremori dell’anima, nei più dolci ricordi familiari. Sguardi che trovano il sorriso e l’allegria, che vanno alla ricerca di un apparente superfluo per confermare la propria femminilità il proprio pensiero sulla società in cui vivono, che vagano alla ricerca dell’emozione, del bello, della luce e dell’ombra, sguardi che cercano la musicalità e i colori della vita, del momento magico, perfetto. Tutto questo (e altro ancora), si trova in questi sguardi: ora attenti, ora ironici. Ora tristi, ora spensierati. A volte bisognosi di essere compresi da un altro sguardo, molto spesso complici, mi auguro, sorridenti sempre…


FRANCESCO GARDINI

PROVENZA: TERRA DI LAVANDA

Sono nato a Vercelli il 28 novembre 1997. Attualmente studio ingegneria biomedica al Politecnico di Torino. La passione per la fotografia nasce in me fin da bambino quando vidi scattare mio papà per le prime volte. Proprio da lui ho ereditato questa grande passione. A 18 anni ho deciso di acquistare la mia prima reflex e da quel momento è iniziata la mia avventura ‘fotografica’. Grazie agli abili insegnamenti di mio papà, ho potuto apprendere le basi per poi studiare tecniche più avanzate di scatto e post-produzione, concentrandomi principalmente su fotografia di paesaggio e ritratto. Per Le vie delle Foto 2018 porto una selezione dei migliori scatti eseguiti a luglio del 2017 con i quali ho cercato di raccontare la fioritura dei campi di lavanda in Provenza. In questa selezione sono presenti sia i classici scorci del paesaggio della Provenza in questo periodo, sia foto più particolari come lunghe esposizioni. Attraverso questi scatti ho cercato di raccontare una terra emozionante in un periodo magico dell’anno.


GIADA GENZO WIEN

Sono nata nel 1981 a Trieste, dove tutt’ora vivo e lavoro. Appassionata di fotografia fin da ragazzina, ho trovato, con il passare del tempo, naturale e inevitabile la svolta alla fotografia professionale. Specializzata in matrimoni e grandi eventi sono molte le collaborazioni aperte negli ultimi anni: VAM, Bavisela, Konrad, Be-Nice, Cuffie D’Oro, Triesteprima, Triesteallnews, ecc, ecc. Partecipo a Le vie delle Foto nella doppia veste di fotografa e di ‘staff’, perché dal 2013 mi occupo anche degli allestimenti delle mostre. Continua la saga di street photography nelle capitali. Dopo Londra e New York, quest’anno per Le vie delle Foto tocca a Vienna. Una Vienna iperattiva, ancora piena di turisti dopo Capodanno, sempre in bianco e nero. Protagoniste indiscusse le persone, che con le loro vite, tempi ed espressioni ‘fanno’ la grande città.


VALENTINA IRRERA I COLORI DELL’AUTUNNO

Sono Valentina Irrera, ho 30 anni e fotografo da quando ne avevo 8. I miei soggetti preferiti sono i paesaggi, la natura, le stagioni, la neve, il foliage, le farfalle, i funghi e i fiori. Amo studiare le lingue straniere e visitare luoghi vicini e lontani, dove trovo sempre qualche nuova ispirazione per le mie foto. Non ho mai fatto nessun corso di fotografia e non uso attrezzature professionali, ma sono molto soddisfatta dei risultati che ottengo anche con i mezzi di base. Per Le vie delle Foto 2018 porto l’autunno in tutti i suoi colori: foglie, frutta, funghi, laghi, boschi, paesaggi e città , tutto accomunato dalle tinte calde e rossastre della stagione che dai calori estivi ci accompagna alle brume invernali.


JACK & ELE LUOGHI ABBANDONATI Nel 2016, Jack & Ele creano una pagina dedicata alle esplorazioni urbane: Urbex in Progress – Italy. La voglia di scoprire nuove location abbandonate si fa sempre più forte, tanto che i due esploratori passano i weekend in auto, macinando km su km alla ricerca di ville, case e chiese. Nell’estate del 2017 partono per il Belgio e Francia, immortalando châteaux e maisons da sogno. Da qualche mese hanno iniziato a mostrare i loro lavori al pubblico, attraverso expo fotografiche. Attraverso i loro scatti vi faranno fare un tuffo nel passato, cercando di riportare alla luce luoghi che un tempo erano pieni di vita.


LABORATORIO FOTOGRAFICO CREATIVO Siamo un gruppo di fotoamatori con storie e percorsi diversi, ma accomunati dalla voglia di fuggire dalla fotografia come fenomeno di massa per dedicarci a una fotografia più meditata, quella che richiede tempo e riflessione e che nasce da un’idea. Le opere che vengono esposte nel circuito cittadino de Le vie delle Foto sono frutto di un intenso lavoro di gruppo dove l’idea del singolo è stata filtrata attraverso la sensibilità di tutti i partecipanti in una continua osmosi di emozioni e sensazioni che alla fine hanno prodotto l’opera finale. Si è trattato di un lavoro stimolante e impegnativo in cui tutti hanno potuto far emergere la creatività latente che è insita in tutti noi. Al contempo il lavoro è risultato divertente e coinvolgente, ingredienti questi che non devono mai mancare in un lavoro di gruppo. Potete seguirci su Facebook alla pagina @Laboratorio fotografico creativo. Del gruppo fanno parte: Mauro Andrian, Paolo Bullo, Ermes Cabas, Daniela Bruss, Rocco Colavito, Daniela Costantin, Martina De Faveri, Remigio Ferconi, Matteo Giolo, Flavio Menotti, Alberto Radoicovich, Alessandro Palumbo, Elio Ravalico, Dario Reggente, Alessia Renier, Rossana Serpo, Fabiana Stranich, Tiziana Zamarato, Denis Zurzolo.


ANDREA LEDDA MOD-ART Era il 1979 quando vidi per la prima volta la luce. Fu forse quello stupore nel vedere i colori, le ombre, i riflessi che mi portarono a innamorarmi di ciò che mi circondava. Ho cercato per 13 anni uno strumento che mi permettesse di spiegare alle altre persone ciò che vedevo attraverso i miei occhi e che le mie parole non riuscivano a descrivere a pieno. Fui fortunato perché all’età di 13 anni mio padre mi lasciò la sua “bellissima” macchina fotografica comprata per il suo viaggio di nozze 14 anni prima. Una Canon AV1 con un obiettivo 50mm f1.4. Dal quel giorno la mia vita cambiò. Iniziai a imprimere nei negativi le persone, gli oggetti, la natura, le emozioni. Naturalmente era un hobby, costoso, molto piacevole, ma pur sempre un hobby. Passò molto tempo prima che la fotografia diventasse la mia professione. Dopo anni passati sui i libri, decisi di dedicare il mio tempo e i miei studi alla fotografia. La Sardegna non offriva granché e le mie risorse economiche non mi permettevano chissà quali scuole o accademie del settore. Con tanti sacrifici e grazie ai miei primi quattrini guadagnati con i lavoretti sono riuscito a seguire corsi, workshop e lezioni accademiche tra Milano e Roma.


ROBERTO LIONETTI

STEAM PUNK

Antropologo e formatore, Roberto Lionetti (Roby Lyon) è approdato alla fotografia digitale negli anni ’90, durante la sua decennale permanenza in Africa, quale coordinatore di progetti di cooperazione sanitaria. Ha fatto uso della fotografia prima come strumento di ricerca etnografica, poi nella produzione di opuscoli e fotoromanzi di educazione sanitaria, in numerosi paesi del continente africano. E proprio in Guinea Bissau ha iniziato a realizzare servizi di moda. Ritornato in Italia, alla fine del 2000, si è appassionato alla fotografia glamour, campo in cui è oggi particolarmente attivo, senza abbandonare il suo interesse per la fotografia sociale. La mostra “Steampunk: la fotografia a vapore”, presenta una selezione di scatti realizzati in studio e all’aperto, fra Trieste e Tamasi (Ungheria), negli ultimi due anni. Le immagini si ispirano a uno stile che, giocando con tecnologia moderna e anacronismi, riscrive la fantascienza ambientandola nel passato, ai tempi della Rivoluzione industriale e delle macchine a vapore.


LIONS CLUB DUINO AURISINA CON IL CARSO ED IL MARE NEL CUORE Con il Carso e il mare nel cuore è una mostra fotografica dei lavori arrivati per il contest omonimo promosso dal Lions Club di Duino Aurisina per l’acquisto di defibrillatori destinati alle scuole.


FIORELLA MACOR OLTRE IL MARE

Fotografa professionista dal 1977, dai ritratti ai matrimoni, dalle fototessere alla fotografia di architettura approdo nella food photography dopo aver vinto i Foodie Awards di Eyeem nel 2015 a New York, strada che mi porta a conoscere tante realtà agroalimentari del mio territorio e ad aprire un blog: thefoodieandeverythingelse.it scoprendo così anche il piacere dello scrivere e un nuovo modo di fotografare che mi piace moltissimo. Oltre il Mare è un progetto che nasce dalla mia partecipazione come blogger e fotografa ai Mondiali di Vela d’Altura che si sono svolti nel Golfo di Trieste dal 30 giugno al 8 luglio 2017. Primo giorno, mezz’ora prima dell’imbarco per seguire la regata di prova della domenica, il mio teleobiettivo si schianta al suolo! Che dire? Rabbia e qualche lacrima ma non abbandono il campo, non noleggio nessun altro tele e neppure chiedo in prestito a qualche amico… guardo con altri occhi questa gara: Uomini Vs Mare! Tecnologia e natura, odore di salmastro e rumore di vele, vento e bonaccia, sensazione di libertà. Quando mi sono trovata davanti al monitor a editare tutti gli scatti ho visto una storia fatta di belle cartoline, una descrizione che non bastava a esprimere le mie sensazioni


ADA MANDIC REQUIEM

Sono nata a Fiume (Croazia) nel 1965. Fotografo dal 2009 e ho sperimentato diversi generi lungo il mio percorso di crescita, prediligendo la street photography per un lungo periodo. Mi piace esplorare nuovi luoghi e catturare le mie sensazioni. Per me la fotografia è un racconto, un insieme di stati ed eventi che creano una storia. Requiem (un luogo di ricordi) Un luogo di ricordi, incontri con i fantasmi del passato in una Lisbona torrida e deserta, una domenica di luglio. In questa splendida opera letteraria il lettore viene catturato, immerso in questa storia onirica, ricca di racconti‌ racconti di una vita. Sono andata in cerca di atmosfere, luoghi, cose, cercando di trasmettere attraverso le immagini quanto mi ha regalato la lettura del Requiem di Tabucchi.


STEFANIA MARCOTTI IL CIBO PER L’ANIMA

Interessata da sempre alla fotografia, Stefania Marcotti diventa fotografa amatoriale con l’acquisto della sua prima reflex nel 2012, e con la sua prima mostra, proprio con Le vie delle Foto. Consapevole della sua inesperienza, frequenta corsi di fotografia, nella sua città d’adozione, Trieste. Negli anni successivi partecipa a molte mostre e a parecchi concorsi fotografici, alcuni arrivando tra i primi posti. Oggi è docente e componente del direttivo del Circolo Fotografico Zoom di Pradamano. Per Le vie delle Foto porta Il cibo per l’anima. Il “cibo” è neutro, può far bene o può far male, a seconda di come l’anima umana, intesa come sentire dentro, lo recepisce. La mostra intende vagliare per immagini ciò che noi “leggiamo” del mondo esterno e come lo percepiamo e lo “digeriamo” a seconda delle nostre “credenze”. Le immagini rappresentano alcuni “valori” di cui ognuno di noi si “ciba”, positivamente o negativamente, per questo le foto non hanno titoli, perché ognuno di noi metterà un’etichetta alla foto a seconda del “cibo” che rappresenta, leggendola con la propria anima.



MASSIMILIANO MELCHIONNE LOVE IN THE STREETS

Sono Massimiliano Melchionne, tutti gli amici mi chiamano Max, ma fotograficamente mi si conosce come Maxology. Il nome Maxology nasce da un suggerimento di mia moglie, perché dice che la mia fotografia mi rappresenta. Rappresenta la filosofia di come percepisco e vedo la vita, e nello stesso tempo, parla di me, del mio vissuto, del mio passato, e soprattutto parla di quello che sento nel cuore. Adoro la fotografia a 360 gradi, ma prediligo la Street Photography, la fotografia di reportage e documentaristica, perché ha a che fare con la realtà della vita di tutti i giorni, senza finzioni. Penso sia il genere di fotografia più autentico, perché è realmente spontaneo. Sono un eterno sognatore romantico, molto sensibile a tematiche sociali delicate, ed è per questo motivo che scelgo di fotografare attimi di vita che toccano il cuore. A volte con delle carezze, altre con dei pugni. La passione per la fotografia è nata dalla voglia di portare a casa dei ricordi visivi dei viaggi che facevo, poi è aumentata sempre di più, così ho deciso di iscrivermi a un corso base, da quel momento questa passione si è trasformata in in un vero e proprio linguaggio. Ho sempre avuto il desiderio di comunicare, ma non sono mai stato un grande oratore, quindi ho deciso di farlo nel modo che mi è più congeniale, attraverso la fotografia.


MARTINA MICALIZZI

CARTA DA RIVISTA

Nata negli anni ‘90 in una famiglia dal sangue misto, forza dell’est ed energia del sud. Figlia unica e nipote unica, alla continua ricerca di qualcosa da fare, mondi da esplorare, storie da vivere. Così inciampo nella fotografia, quasi per gioco, scavando tra le diapositive dei viaggi dei nonni. E lì mi innamoro: micro mondi esclusivi i cui segreti si srotolano davanti ai miei occhi curiosi, ma solo in controluce davanti alla finestra. Prima domanda: come ne creo di miei? Risposta immediata: arriva la prima macchina fotografica. Piedi tagliati, scalpi fatti a tutti i parenti nelle foto di Natale, fino ad arrivare alla prima Reflex. Anni di ricerca interiore di quel qualcosa che cerchiamo tutti mentre la macchina fotografica mi segue in ogni viaggio fisico e non. Gli studi finiscono e metto piede nel mondo immobiliare, mia passione e obiettivo da sempre. Luci sbagliate, spazi che si incastrano, troppo pieno o troppo vuoto ma nel silenzio di una casa trovo l’equilibrio che mi permette di scattare per ritrarre quello che vedo e vendo: un immobile che cambia vita ma anche la sua storia più intima.


LAURETTA MICHELUTTI

COME D’INCANTO

Lauretta Michelutti, nata a Udine il 16 marzo 1962, fin da giovane ha provato una particolare attrazione per la natura divenuta poi una grande passione e la sua primaria fonte d’ispirazione nella fotografia.

Per Lauretta Michelutti, era sempre stata come se, in quei paesaggi particolari, il cui colore cambia al variar delle stagioni spesso in maniera veramente spettacolare, riconoscesse una parte della sua personalità. In seguito, e sempre di più, la fotografia, da semplice desiderio di ricercare immagini ed emozioni nuove, diviene un interesse e una meta primaria. Per Le vie delle Foto 2018 porta Come d’incanto.


MISTERI E MERAVIGLIE DEL CARSO Per condividere angoli del Carso più o meno magici, misteriosi, poco conosciuti. Punti notevoli ma anche meraviglie, tracce, piante, animali, vino, gostilne, antichi segni, profumi rurali, storia, archeologia, speleologia, pietre. Il gruppo Facebook MIsteri e Meraviglie del Carso nel 2018 si è cimentato in un’esposizione fotografica organizzata all’interno di Trieste Città della Conoscienza nella sua sede presso la Stazione Centrale di Trieste. Il Gruppo Facebook è composto da oltre 14.000 utenti molto attivi che ogni giorno condividono le loro immagini sul Carso.


ERIKA MUSMECI

IL GIORNO DEL RE

Nata a Trieste, si diploma presso l’istituto d’Arte Nordio, frequenta il corso organizzato in memoria della Scuola di Nino Perizi tra il 1998 e il 2000 e partecipa alla mostra collettiva medesima esposta al Museo Revoltella. Si avvicina alla fotografia frequentando un corso di Fotografia e post-produzione tenuto da

Luigi Tolotti e Nanni Spano. Non ha uno specifico genere fotografico, ogni occasione è buona, soprattutto durante i viaggi , per fissare “quel momento” , uno scorcio, un paesaggio o un particolare. Per Le vie delle Foto porta “Il giorno del Re”, che in Olanda, si celebra il 27 aprile. I residenti e i visitatori si immergono nel divertimento all’aperto; nelle strade, lungo i canali, nei parchi esplode il più grande street party dell’anno. Nel corso di questa giornata gli olandesi e i turisti si sbizzarriscono a vestirsi di arancione. Un anno fa ho potuto partecipare a questa grande festa, girare per le strade e i canali e osservare le persone, i loro sguardi, le loro reazioni, i loro bizzarri abiti e cappelli . La scelta del bianco e nero porta l’attenzione su ciò che sta accadendo, per cogliere i gesti, l’espressione di un volto, i momenti conviviali.


DAMIANO NARDO

SCORCI DI PARADISO

Damiano Nardo, nato a Roma, vive a Capodistria, ma innamorato di Trieste presenta la sua prima mostra fotografica a Le vie delle Foto 2018. Fotografo amatoriale canonista, curioso osservatore, con le sue foto racconta il mondo dal suo punto di vista e, soprattutto, si diverte. Il mare d’argento La Barcolana è l’evento più atteso a Trieste. 10 scatti che rappresentano tutta la bellezza di una manifestazione che ormai è tradizione, dal punto di vista di chi ama il mare di questa città e le emozioni che regala.


GERARDO OLIVERIO LE VISIONI DI MINU’ Sono nato in un paese della provincia di Foggia, Orta nova, nel 1946. Vivo a Trieste dal 1966 dove, grazie a un amico, ho conosciuto la macchina fotografica e con la stessa ho fotografato diversi momenti di vita. Fino a quando, sempre a livello amatoriale, o iniziato a immortalare le luci della natura nelle sue sfumature. Quest’anno partecipo a Le vie delle Foto con Le visioni di Minù. Guardando la gatta di mia figlia e del modo come fissava le mie foto, ho avuto questo lampo e ho immaginato la sua visione. magnificando il mio gusto per proporlo allo sguardo dell’attento osservatore, affinché anche lui compartecipi a questo mio sentimento.


LAURA PALIAGA

LA ROSA

Sono Laura Paliaga, nata e vissuta a Trieste. Pur amando la fotografia, ho cominciato un po’ timidamente. Nel tempo questo amore è rimasto e così mi sono dedicata con più passione alla ricerca della bellezza attraverso la macchina fotografica. Contornando nel mirino ciò che rilevo nel mondo, cerco di enfatizzare il senso dello stupore di fronte alle meraviglie della natura, delle persone, del mondo. È un condividere la scoperta e la conseguente emozione di un gesto, di una curva, di un colore, o una composizione; un fermare quel momento di gioia per poterla rivivere. Il lavoro sulle rose nasce dalla voglia di coltivarle, dallo studio fatto per la scelta delle varietà. Non amavo le classiche rose tea che si trovano normalmente in vendita, ma adoravo una rampicante che in primavera esplode con le sue roselline gialle, che cresceva nel giardino dei miei nonni. L’ho ritrovata nei libri sulle rose, insieme a tante morbide rose, ricche nell’abbondanza dei fiori o dei petali, o semplicissime cinque petali, delicate da vedere, rusticissime e forti in natura.


PINA PIRAS LA MONTAGNA

Mi chiamo Giuseppina Piras, per tutti Pina. Sono nata a Olbia, città dove vivo tutt’ora. Ho una figlia di 19 anni, lavoro in un centro commerciale e mi occupo del reparto Edicola e Libreria. Ho da sempre una grande passione per la fotografia: l’interesse per il reportage fotografico è nato qualche anno fa, dopo un corso di fotografia con il maestro Antonio Satta. Le immagini documentano le mie impervie escursioni, altra mia grande passione. Alla fotografia naturalistica, affianco gli scatti delle feste religiose e dei carnevali barbaricini. Mi dedico ai ritratti sia in luce ambiente sia con luce flash, piegando sempre le regole tecniche accademiche al mio gusto personale. Per Le vie delle Foto porto La Montagna Percorrere la via che porta al Gran Sasso è un viaggio emozionante e impegnativo, sia dal punto di vista interiore che fisico, nella maestosità di una montagna capace di incutere anche timore; il raggiungimento della sua vetta mi ha trasmesso grandi emozioni e incredibile soddisfazione. La fiducia ritrovata, i pianti, il cuore che batte forte e un silenzio assordante in cui sentire solo il proprio respiro.


CINZIA PLATANIA MINIMALIA

Artista versatile ed eclettica,Cinzia Platania ha conseguito la maturità d’arte applicata alla Grafica ed alla Fotografia nel 1990, presso l’ISA di Catania. Si è laureata nel 2008 in Scienze dell’Educazione a Trieste.

Decoratrice qualificata, si è specializzata in Arteterapia presso l’ArTea, sostenendo l’esame nel 2015. Attualmente è Arteterapeuta in Formazione Permanente. Si dedica alle arti presso il suo atelier a Trieste, alternando opere scultoree a pittura e grafica. Ha esposto in diverse mostre collettive e personali, cominciando la sua attività da giovanissima. Cantautrice di brani sacri, considera la musica parte integrante del suo percorso di crescita e modalità espressiva d’elezione. Ha pubblicato poesie, romanzi e racconti. Conduttrice ed ideatrice di un programma radiofonico in una radio web, ritiene preziosa ogni forma di comunicazione.


DAVIDE RANIERI IANNONE Tra cielo e Mare

Sono Davide Ranieri Iannone, nato a Gallipoli, nel Salento, ma vivo a Trieste da quando avevo 8 anni e per questo mi piace dire di essere un triestino d’adozione. Sono felicemente sposato e ho una figlia di 9 anni. Sin da ragazzo sono sempre stato affascinato dalla fotografia, in primis come fotografo amatoriale (anche se mi è sempre sembrata una parola grossa), ma anche nell’osservare le fotografie fatte da altri. Prediligo la fotografia in bianco e nero e ritrattistica, ma anche la Street photography. Nel ricercare il tema da presentare a questa mostra, la prima a cui partecipo, ho deciso di omaggiare la mia terra natia. Una cittadina nel Salento affacciata sulla costa ionica. Ho avuto il piacere di fotografare in diverse occasioni gli stessi scenari, ma le condizioni meteo hanno fatto sì che ogni volta sembrassero luoghi diversi. Spero di trasmettere all’osservatore le sensazioni che ho provato al momento dello scatto. Perché questo è quello che mi piace della fotografia: riuscire a cogliere un istante e trasmettere sensazioni.


ELIO RAVALICO

SPRING COLOURS

La fotografia mi ha sempre appassionato, e in questo “sempre” si celano gli anni e i capelli di un colore che volge al bianco. Solo da pochi anni però, proprio con l’avvento del digitale, ho iniziato ad approfondire la conoscenza di questa forma espressiva in tutti i suoi molteplici aspetti, tecnici e culturali. La mostra per Le vie delle Foto si intitola Spring Colours, ossia i colori della primavera. In questo lavoro ho utilizzato la tecnica del “mosso intenzionale”. È una tecnica che consiste nel provocare un movimento della macchina fotografica durante lo scatto: il risultato non è facilmente prevedibile ma consente un’ampia possibilità creativa ed espressiva. Ho voluto evidenziare soprattutto i colori. Ho cercato di tramutare in immagine il concetto dell’esplosione della fioritura, della luce e della leggerezza della primavera. Ho cercato di trasmettere quell’emozione, lieve e immutata, di chi si ferma a contemplare la rinascita della natura. Immagini ricche di colore e dai contorni sfumati e indefiniti come lo sono le sensazioni che vogliono raccontare, lasciando un messaggio di serenità in un mondo troppo spesso cupo e frenetico.


SIMONETTA ROSSETTI MAGIC GLOSSY WORLD Mi sono avvicinata alla fotografia, quella vera, alla magia della camera oscura, quasi vent’anni fa durante un anno di studio all’estero. Oltre a una ricchissima esperienza formativa, umana, linguistica, appresi l’affascinante arte dello sviluppo e stampa in bianco e nero. Il digitale di lì a poco prese il sopravvento e mi adeguai. La serie di scatti intitolata Magic Glossy World, rappresenta una raccolta di immagini che hanno consentito di documentare la presenza di tanti giochi a dondolo, in passato collocati all’aperto fuori da piccoli esercizi commerciali e migrati via via in luoghi diversi. Questi giochi che hanno suscitato la fantasia di tanti bambini erano disseminati un po’ ovunque e lì dove venivano collocati, portavano sempre una ventata di colore e di allegria, spesso si affiancavano ai distributori di palline al cui interno c’erano improbabili regalini. In queste immagini i giochi, che hanno per lo più l’aspetto di animaletti fantastici, sono state decontestualizzate e poste su uno sfondo omogeneo, rese così, ancor più astratte e giocose.


GIULIO SALUSINSZKY

LA VITA NEI CAMPI VENEZIANI

Gyula Giulio Salusinszky, di origine ungherese, in Italia da oltre 40 anni.

Vive a Trieste e dopo essersi ritirato dalla sua professione economica, si dedica alla passione fotografica, in particolar modo alla street photography. Ha frequentato per 2 anni una Scuola di fotografi professionisti organizzata dall’Associazione degli artisti fotografici ungheresi, ottenendo il diploma di “maestro della fotografia”. Questa è la terza edizione de Le vie delle Foto alla quale partecipa. Carica spesso delle fotografie anche sul suo profilo Facebook e il suo sito è www.gyula-salusinszky.com. Quest’anno espone 20 fotografie della serie La vita nei campi veneziani. Ha cercato di raffigurare in una città principalmente turistica, come vivono la loro vita i veneziani residenti in una città “rubata” a loro dai turisti...


CLAUDIO SARDELLA DENTRO E ATTORNO ALLA FORESTA

Scatto dopo scatto e passo dopo passo, da quello che Madre Terra mi regala, è nato IL MIO SOGNO.

IL MIO SOGNO è la mia costante giornaliera ricerca di cogliere ogni attimo. Ovvio, se posso cerco di fotografarlo, ma cerco anche di viverlo in silenzio, ascoltando, ammirando, annusando ovvero cogliendo quello che i miei sensi hanno davanti. Quando vado a letto e ripenso alla giornata, se di giorno qualcosa va storto, o dopo un’incazzatura, quello è il mio rifugio dove cercare serenità e cominciare a sognare. IL MIO SOGNO però non vuole essere “solo” emozionarmi di fronte alla Natura, ma anche ascoltare la musica o ammirare il David di Michelangelo. Per Le vie delle Foto 2018 porto Dentro e attorno alla foresta: cercare la pace, la solitudine nella foresta, rispettandola ed entrare nella sua anima, perché la Foresta è viva!


FABRIZIO SOMMA

TRAMONTI DA IPHONE

Fabrizio Somma è nato a Trieste nel 1963, ha iniziato a lavorare nel mondo della fotografia analogica professionale come grafico fotolitografo presso uno studio di arti grafiche e pubblicitarie triestino nel 1979, fino al 1996, coltivando anche nella vita privata la passione per la fotografia analogica.

Pur utilizzando e avvicinandosi in seguito alla fotografia reflex digitale ha ricominciato con soddisfazione a “fotografare” con l’IPhone da qualche anno. Per Le vie delle Foto porta una selezione di tramonti scatati con l’IPhone.


BETTINA TODISCO

PEOPLE 3

Bettina Todisco è nata a Udine e vive a Trieste. È fotografa per passione e viaggiatrice, quando il tempo lo consente. Ama la letteratura, la scrittura, il cinema, il teatro, i viaggi e la fotografia. E proprio dalla fotografia, last but not least, resta sin da bambina stregata, dedicandosi ad essa nelle riunioni di famiglia prima e nei viaggi poi, rubando con i suoi scatti immagini di bambini, donne, uomini. Amo la street photography, la forma più genuina della fotografia. E amo fotografare le persone, bambini, donne, uomini, colti in contesti dissimili dalla mia quotidianità. È per questo che prediligo le foto di viaggio, quando gli stimoli sono tantissimi, perché i luoghi e le persone rappresentato una novità. La fotografia di strada mi aiuta a semplificare, a cercare quei minuscoli assaggi di vita che il nostro correre frettoloso non ci consente di cogliere. Perché idee ed emozioni possono essere ritratte attraverso la più semplice delle scene.






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