2019 - Le vie delle Foto Nona Edizione - Catalogo Ufficiale Mostra fotografica Internazionale

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CATALOGO 2019



...Perchè in una squadra vince la Squadra



Indice dei FotograFI ALAN&ROBYPHOTOTRAVEL Baldisserri Fiorella Bartoli Guido Brutti Micaela Bubola Fabio Burolo Erika Cameli Luca Collina Marco Costantino Claudia Dal Maso Paolo Debiasio Gaia Dieci Ragazze per Gianni Dotti Alberto Espay Ari e LIZA POLITI Faranda Tecla Maria Fedelino Michele - ROBERTO VERA Gagliardi Marco Gli Amici di Tempodiaframma Immagini Studio Fotografico Irrera Valentina Liani Stefano Lo Curzio Giovanni Battista Magazzino Antonio Marcotti Stefania ROBERTO DE FAVERI Musmeci Erika


Nardo Damiano Navone Marco Oliverio Gerardo Piras Pina Polidori Dino Ranchi max Ravalico Elio Rodella Furio Rossetti Simonetta Sardella Claudio Sistiana Diving Todisco Bettina Toselli Marco Von Bora Ulian Lucio Valenti Andrea Ventoruzzo Riccardo Zuliani Furio


ALAN&ROBYPHOTOTRAVEL EMOZIONI AFRICANE Due persone, due storie diverse unite, oltre che dal matrimonio, da due grandi passioni: viaggiare e fotografare. La storia di Roberta comincia quando prende per la prima volta in mano la reflex analogica del padre. Per Alan invece il colpo di fulmine nasce un paio di anni fa, nel 2009, quando conosce Roberta e insieme cominciano a viaggiare: ogni posto si sa ha il suo fascino ma l’amore per gli animali e i paesaggi incontaminati prevalgono su qualsiasi cosa e fa scattare in Alan questo amore improvviso e viscerale per la fotografia. “Emozioni africane” nasce con il desiderio non solo di condividere delle belle immagini dei nostri viaggi in Namibia e Botswana, ma anche con la speranza di riuscire a farvi provare almeno in parte le nostre sensazioni. Questa scelta è stata tanto spontanea quanto variegata, perché si sa… l’emozione può essere data da tante cose: dal rumoroso ruggito di un leone, dal passo impacciato di un elefantino appena nato, dal rosso incandescente di un tramonto africano e dallo sguardo di un bambino incuriosito che ti guarda mentre tu cerchi di immortalare tutto in quella singola immagine… anche se sai che è impossibile… motivo per il quale ogni fotografia, anche se condivisa, rimane un po’ sempre e solo nostra.


FIORELLA BALDISSERRI DROPS IN NEW YORK Fiorella Baldisserri, bolognese. 1959 l’anno di nascita. Studi classici e l’incanto per l’arte in ogni sua espressione. Viaggio per mestiere e per un impulso innato verso la conoscenza e la bellezza.Quand’ero bambina mia madre mi fece conoscere la magia del volo e da allora volare è diventato l’inizio di un grande viaggio dentro e fuori di me. Fotografo da sempre, ma ho sentito il desiderio di dare una svolta professionale a questa mia passione spinta dal bisogno di scandagliare le profondità del mio sentire. Un taxi, un percorso che sembrava non terminare più in una città che ti sa emozionare in ogni clima e dove la luce è presente anche la notte. Immagini sfuocate ma reali, persone che si muovono nella pioggia, ma il colore resta prepotente e guida con pazienza i miei pensieri. A volte si mescola con la goccia d’acqua che sa scendere come lacrima o si apre come lente d’ ingrandimento. A tratti attraversa sulle strisce la vita, per fermarsi in una piccola transenna che delimita il palazzo. Aspetti inusuali e tutto in divenire…


GUIDO BARTOLI

IREALITY

Fotografo e stampatore digitale fine art. Specializzato nella stampa per mostre e portfoli su carta cotone e altri supporti. Propone la migliore soluzione secondo le esigenze del cliente, fornendo i profili ICC per la postproduzione. Giornalista specializzato dal 1994, collabora con le maggiori riviste del settore fotografico e digital imaging. Docente di Color Management e qualità dell’immagine all’Istituto Italiano di Fotografia. IReality - Immagini termiche all’Infrarosso Reale e irreale sono concetti legati ai sensi e alla percezione. Gli oggetti si colorano nella nostra mente, con una codifica individuale. Se il nostro sistema percettivo ci facesse vedere il calore emesso o riflesso, come ci apparirebbe il mondo? La termofotografia all’infrarosso codifica la temperatura e non la luce e permette un’estetica nuova, basata sul calore. IReality è un viaggio in un mondo alieno. Ovvero come vedremmo il nostro da alieni, arrivati sulla Terra da una lontana nebulosa.


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MICAELA BRUTTI IL VIAGGIO È NELLA TESTA

Sono Micaela, 30 anni, amante della fotografia, travel consultant e instancabile viaggiatrice: queste sono le passioni che mi hanno cambiato la visione della vita. La sete di viaggi è cresciuta tra i banchi di scuola con una scelta fatta per puro caso, ma che ha suscitato in me il desiderio di fare esperienze nuove e inserirmi in ambiti multiculturali per conoscerne lingue, paesaggi e tradizioni. L’interesse per la fotografia mi è stata tramandata da mio padre, che si occupa di fotografia di ritratto. Grazie ai viaggi in seguito ho trovato la mia strada nel campo nella fotografia. Dopo vari lavori come assistente turistica, tour leader e receptionist, sono diventata infine consulente viaggi per un tour operator locale: oggi svolgo un lavoro di consulenza per un target di nicchia creando itinerari completamente su misura per qualsiasi meta e con standard medio-alti. La ragione di qualunque viaggio, principalmente, è la scoperta dell’ignoto, ma non è detto che sia proprio l’ignoto quello che in realtà si incontra; al contrario, man mano che si viaggia, esso comincia a prendere forma davanti ai nostri occhi e ci fa comprendere quanti legami, similitudini e abitudini in comune possono avere dei posti così differenti tra loro. E così ciò che conta e che rimane realmente impresso in un viaggio sono le emozioni che abbiamo provato, i profumi che ci hanno inebriato ed i suoni che abbiamo ascoltato, sensazioni che riemergono al pensiero di quel luogo e ci fanno sembrare di riviverlo in quell’esatto momento.


BUBOLA FABIO

LA MAGIA DEL CANTIERE Sono un giovane uomo di 35 anni che ama viaggiare e ama lo sport,e cercare di interpretare le persone da pochi sguardi o piccoli gesti, grazie anche a 13 anni di esercizio passati sui treni a interagire in vari modi con le persone. Nei viaggi adoro avere la macchina fotografica tra le mani, soprattutto per cercare scorci o paesaggi da angolature singolari. Utilizzo soprattutto lo smartphone per riuscire a cogliere in maniera pių naturale possibile aspetti buffi o situazioni divertenti, aspetto per il quale partecipo a questa edizione con un tema così particolare. La mostra è composta da una trentina di foto catturate con lo smartphone di persone, soprattutto anziane, che si fermavano a qualsiasi ora del giorno a guardare l’avanzamento dei lavori del cantiere che avevo esattamente davanti al mio portone d’ingresso di casa. L’ispirazione mi è venuta dopo che i miei nipotini sono stati i primi a essere assorti dalla demolizione e poi la presenza continua di persone a osservare mi ha reso naturale immortalarli a loro insaputa.


ERIKA BUROLO

OLTRE LE SEDICI CORDE

Fotografa amatoriale, classe 1978. Nel 2013 mi avvicino e appassiono alla fotografia dopo un grave lutto che mi segna profondamente. In compagnia della mia reflex inizio a trovare un senso di pace e serenità, una sorta di medicina alternativa, non riesco a smettere di fotografare. Fotografo per comunicare. Osservo e seguo l’istinto. Prediligo la fotografia di strada e il ritratto. Amo il bianco e nero, più immediato e più intenso. Nel 2015 presento “Cromosoma XX” un progetto che, attraverso fotografie ed esposizioni artistiche, racconta la donna e le sue diverse sfacettature. Per Le vie delle Foto 2019 porto “Oltre le 16 corde” che mostra solo una piccola parte di un lavoro iniziato qualche anno fa e che diventa la mia avventura fotografica nel mondo della boxe. Un’avventura che inizia un po’ per caso, mi offro per scattare ad una serie di incontri organizzati dal “Club Sportivo Trieste Pugilato”, pensando unicamente ad una fotografia sportiva, ma una volta arrivata lì mi ritrovo anch’io intrappolata tra quelle 16 corde. Diventa una specie di “droga”. Adrenalina allo stato puro. Raggiungo i pugili, non con guantoni e paradenti, ma con la mia reflex tra le mani. Devo usarla come un diretto, con angolazioni diverse come un montante e impietosa come un ko! Fisso un dettaglio e lo inseguo. Non è facile, non basta scattare, devi guardare oltre. Devi lasciare un segno. Un po’ come nella boxe.


LUCA CAMELI #BARCOLANA50

Mi chiamo Luca Cameli e sono di S. Benedetto del Tronto.

Da sempre attratto dall’arte dell’istantanea ho deciso nel 2013 di fare il grande passo e fare della fotografia il mio lavoro. Prediligo l’espressività spontanea, consapevole che un ritratto autentico, possa essere realizzato cogliendo l’essenza dell’attimo. Specializzato nel reportage e già riconosciuto per i lavori nelle zone rosse delle località durante il terremoto Centro Italia 2016 (selez. anche dalla prima edizione della Triennale della Fotografia Italiana, Venezia 2017) e per il reportage ad Auschwitz - Bikenau e Risiera di S. Sabba, ho deciso di raccontare la Città di Trieste durante la 50esima ediz. della Barcolana nei giorni venerdì 12, sabato 13 e domenica 14. Innamorato di Trieste e attratto dalle barche a vela e dall’impeto del mare, ho deciso di raccontare la Città di Trieste durante la 50esima ediz. della Barcolana nei giorni venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 durante la regata a bordo de “La Luna Nel Cassetto” che partecipava alla regata stessa. Il mio motto aziendale è Una foto è come un diamante... È per sempre!


GLI AMICI DI TEMPODIAFRAMMA Siamo un gruppo di amici con esperienze e sensibilità diverse che hanno in comune la passione per la fotografia. A questo gruppo abbiamo dato il nome TEMPODIAFRAMMA per sottolineare il fatto che solo da basi tecniche solide si può costruire una fotografia più consapevole. Ci piace lavorare in gruppo e questa è la terza mostra collettiva che allestiamo nell’arco di tre anni. Quest’anno abbiamo voluto sviluppare un tema solo apparentemente semplice: IL TEMPO. È un tema che può essere declinato in moltissimi modi ma riuscire a farlo in modo non banale è stato sfidante per tutti i partecipanti. Questa è la citazione che ci ha dato lo spunto e che ci ha guidato nello svolgimento del progetto: “Il denominatore comune di tutte le foto è sempre il tempo, il tempo che scivola via tra le dita, fra gli occhi, il tempo delle cose, della gente, il tempo delle luci e delle emozioni, un tempo che non sarà mai più lo stesso” (J. Sieff). Gli autori delle immagini esposte: Walter Bastiani, Daniela Bruss, Ermes Cabas, Rocco Colavito, Alessandro Palumbo, Roberto Policardi, Elio Ravalico, Gianluca Verde, Claudia Viduli, Franca Zuliani.


MARCO COLLINA ON THE ROAD TO L’AQUILA

Sono Marco Collina, sono nato a San benedetto del Tronto il 14 12 1975, sono un artigiano e musicista, le mie passioni sono la liuteria e la fotografia. sono solo un fotoamatore ,e questa è la mia seconda partecipazione a “Le vie delle foto” , lo scorso anno ho presentato un reportage di viaggio in Egitto, e quest’anno presenterò un reportage delle zone colpite dal sisma in Abruzzo 10 anni dopo. Questa mostra vuole raccontare 10 anni dopo, il sisma che ha coinvolto l’Abruzzo,tra macerie e la lenta ricostruzione. Le città che ho visitato sono Onna, Paganica e l’Aquila. Sono molto legato a questi luoghi e spero che questa mostra possa essere un omaggio alla tenacia e alla forza di tutte le popolazioni colpite da catastrofi naturali.


CLAUDIA COSTANTINO

GEOMETRIE E COLORI

Claudia Costantino nasce il 07 aprile 1976 a Roma. Attualmente vive a Cerveteri (Rm). Da sempre appassionata “di fotografia”, ma mai come in questi ultimi cinque anni, durane i quali ha acquisito, come si suol dire in gergo, “l’occhio fotografico”.La passione con il tempo l’ha portata a guardare gli oggetti, le persone e le fasi di una giornata puramente tramite le immagini, fotografando nella mente ogni cosa osservata e facendola sua, e rielaborandola come in una camera oscura. La luce, oggetto fondamentale, è quella che sta imparando a conoscere, con la quale prende confidenza; è pura poesia e tutto diventa relativo, basta darle il giusto peso, guardarla e assaporarla. Geometrie e colori è un portfolio composto da 12 scatti pensati e immaginati in formato “quadrato” tratti principalmente dai particolari colori e incastri geometrici delle pareti esterne di un edificio scolastico situato nella cittadina in cui vivo. Sono scatti che vanno molto bene sia in ambientazioni moderne che classiche. Sono colorate e attuali e rispecchiano immagini che a occhio nudo non si riescono molto spesso a percepire anche quando ce le abbiamo davanti. Le mie foto non devono essere scontate, non sono foto ricordo, sono scatti concettuali impiantati sull’architettura strutturata e minimalista.


PAOLO DAL MASO MAROCCO Ingegnere, studi classici, 61 anni, da poco libero professionista nel settore ambientale, in precedenza – per una vita – dirigente d’azienda in una multiutility. Appassionato di foto, di viaggi, della natura, di running. La passione fotografica comincia alle scuole medie. Al liceo mi appassiono alla stampa in bianco e nero che alterno con le diapositive. Partecipo, in epoca remota (ai tempi del liceo e dell’università) a qualche concorso fotografico. Da sempre interessato alle foto di viaggi, ne ho fatte sempre e continuo a farne, in ogni luogo che visito. Oggi metto su Facebook qualche selezione. Quando ne ho l’occasione, non manco di vedere mostre di grandi artisti o anche di perfetti sconosciuti. Per Le vie delle foto 2019 porto “Marocco”, per condividere con tutti i colori, le atmosfere e le sensazioni del mio recente viaggio.


GAIA DE BIASIO

WAHIBA SANDS

Sono triestina di nascita, ma mi sento cittadina del mondo. Classe ‘84. Amo l’arte in ogni sua forma, e infatti mi nutro di mostre, libri, teatro e soprattutto viaggi, viaggi che mi permettono di entrare in contatto con mondi lontani appunto, e culture differenti. Sono fotografa amatoriale, e seppur timidamente all’inizio, l’amore per la fotografia ha convissuto in me da sempre, fino a farsi sentire più prepotentemente negli ultimi anni, e perciò consapevole della mia inesperienza coniugata a un’insaziabile fame di conoscenza, ho cercato di documentarmi con continui corsi, o di mettermi in discussione con esposizioni fotografiche qua e là. Tutto nasce da un mio recente viaggio in Oman, nel suo deserto, tra le dune di sabbia e i beduini. Immersa in una bolla di colori, volti, suoni e sapori sorprendenti, sospesa tra la bellezza del territorio, e la meraviglia di sapersi ancora stupire davanti a ciò che è nuovo e che così tanto mi affascina, mi sono fatta rapire da quelle linee perfette tracciate dal passaggio del vento su quei granelli di sabbia, da quelle curve armoniose che la luce del tramonto risaltava nel migliore dei modi, dalle onde arancioni che sprigionavano una magia dall’effetto ipnotico, e che ho voluto catturare per poter rivivere e condividere. “Shukran ‫“( ”اركش‬Grazie” in arabo), è il suono che mi rimbomba dentro come un mantra, nel suo significato più profondo di gratitudine, e che porto con me alla fine di questo viaggio.


DIECI RAGAZZE PER GIANNI MANI Lasciare le proprie mani in buone mani. Questo è…(cit) Può essere l’augurio al nostro gruppo e la motivazione del tema scelto per la collettiva di quest’anno nell’ambito de Le vie delle foto 2019. Questo tema ci ha subito attratto per l’ampia possibilità di sviluppo e ci ha fatto pensare, sorridere e metterci all’ opera: con le mani si possono fare tante cose e possono essere fotografate in mille modi. Ed è interessante osservare come ognuna ha sviluppato in modo diverso questo tema, ma tutte noi abbiamo scelto come “copertina” per la presentazione dei nostri lavori, la foto scattata da Daniela Costantin, riconoscendoci in questo pensiero: “ vi ricordate quando nella mano si stringeva un’altra mano…” Le “Dieci ragazze” sono: Fosca Pollastrelli, Franca Zuliani, Laura Loi, Daniela Zamataro, Germana Scherli, Ester Pertegato, Marisa Paoli, Cristiana Capponi, Adriana Fonda, Diana Sincovich, Fabiana Stranich, Daniela Costantin.


ALBERTO DOTTI

ECHI RIFLESSI

Sono Alberto Dotti e sono nato a Milano, nel 1962, attualmente sono tecnico informatico e appassionato di fotografia soprattutto mi piace stare nella natura e osservarla, posso perdermi dietro a una marmotta per ore, ho sempre fatto fotografie anche da ragazzo, ma solo negli ultimi anni mi ci dedico con più entusiasmo, non amo troppo i ritocchi e cerco sempre di ottenere una buona foto già “in macchina” come si faceva una volta con le analogiche. Sono sposato e ho quattro splendidi figli. Ho partecipato a qualche workshop di fotografia di paesaggio e natura e appena mi è possibile esco “macchina in mano”. Per Le vie delle Foto porto Echi riflessi, alcuni scorci Della Città di Trieste colti attraverso il loro riflesso.


ESPAY ARI E LIZA POLITI A GLIMPSE OF SOUTH EAST ASIA Ari Espay divide il suo tempo tra New York e Santiago del Cile. Conosciuto e apprezzato per la realizzazione di documentari, campagne pubblicitarie, fotografie di moda. Ha realizzato ritratti di Presidenti, attori conosciuti a livello internazionale, premiati registi degli Emmy Awards, attori di Broadway, nonché di politici, businessmen di alto profilo. Le sue opere sono state esposte in molte gallerie: Mingalarbar Myanmarin a Roma e Bologna(2016-2018), Debra Foundation , New York City (2015), Immigration , Hillyert Art Gallery , Foto Week DC (2012). Nel 2012, è stato nominato Direttore Artistico di Progetti Internazionali per Galeria 64, l’unica che in Cile espone esclusivamente fotografie. È stato il direttore editoriale per Erin Feinberg’s , King for a Day, così come di As Diehards (2013) la cui introduzione è stata curata da Bruce Springsteen e la post fazione dai Neil Peart Ha, inoltre, pubblicato tre libri. Negli ultimi dieci anni ha insegnato fotografia nei workshops fotografici del National Geographic e per i loro leggendari fotografi come Joe McNally, Bob Sascha, Ira Block, VII’s Ed Kashi e David Alan Harvey della Magnum. Ari a Liza Politi hanno creato due società no profit , Fancy Girl Street Boy e Statement Arts, allo scopo di aiutare concretamente ragazzi che vivono situazioni di disagio sociale a New York e nei paesi del Sud Est Asiatico. L’insegnamento della fotografia è lo strumento principe utilizzato per concretizzare questo loro obiettivo.


TECLA FARANDA GENTE CHE CAMMINA

Appassionata di fotografia e di viaggi fin da ragaz zina mi piace catturare immagini e sguardi in giro per il mondo. Le persone e le loro sempre sorprendenti individualità e insieme le caratteristiche comuni che vedo in parti del mondo lontanissime tra loro mi affascinano e la fotografia è per me un modo di fermare l’attimo che fugge e di cristallizzare il ricordo, pur consapevole che “Il ricordo non è la negazione dell’oblio. Il ricordo è una forma dell’oblio…”, come scriveva Milan Kundera. Ho partecipato ad alcune mostre collettive di pittura e di fotografia e ad alcune personali. Ultimamente ho sviluppato un interesse particolare per la street photography. Lo sviluppo dell’uomo è legato al cammino. Il raggiungimento della posizione eretta ha consentito all’essere umano di spostarsi, di muoversi, di cercare nuovi orizzonti, di girare il mondo. Camminare è anche la condizione mentale che ci permette di conoscere la diversità, di viaggiare, di emigrare e di capire chi emigra nelle nostre terre. Per camminare è necessario rompere continuamente una condizione di equilibrio per trovarne un’altra e poi un’altra ancora, di non arrestarsi e di continuare a inseguire, come Ulisse, “virtute e conoscenza”.


MICHELE FEDELINO - ROBERTO VERA PAESAGGIO URBANO - ELETTROSMOG Michele Fedelino è nato a Bari nel 1975, si trasferisce in Lombardia nel 2003, poco dopo l’incontro casuale con la fotografia. Paesaggio e architettura diventano la sua principale fonte di ispirazione. La prima esposizione nel 2009, nel 2017-2018 ha esposto presso la Galerie Galbiati di Nizza. Roberto Vera è nato a Milano nel 1961, scopre la fotografia grazie alla sua passione per i viaggi. Predilige da subito il reportage; negli anni ’80 visita alcuni paesi orientali dove approfondisce il suo interesse verso questo genere di fotografia. La prima esposizione a Monza nel 2012. Paesaggio Urbano - Elettrosmog Tema della ricerca fotografica intrapresa è il paesaggio urbano e le trasformazioni che in esso avvengono in seguito all’utilizzo dell’energia elettrica, sottolineando il peso dell’inquinamento elettromagnetico. Il ruolo dell’elettricità, nella crescita sociale ed economica della civiltà urbana, è stato determinante. Al centro il rapporto fra energia e forma, un sistema fatto di spazi e funzioni dove edifici e tralicci convivono silenziosi, due mondi paradossalmente invisibili l’uno all’altro.


IMMAGINI STUDIO FOTOGRAFICO VIETNAM. IL DELTA DEL MEKONG

Nel corso degli anni sono riusciti a crearsi uno stile tutto loro, semplice ma attento in ogni particolare, e a specializzarsi in diversi campi della fotografia: dai servizi matrimoniali ai servizi in studio per bimbi e famiglie con book personalizzati, dal reportage per eventi, allo stile life. Appassionati di viaggi, Fabio e Patrizio di Immagini Studio Fotografico colgono spesso l’occasione di girare un po’ il mondo per scoprire nuove culture, per il semplice piacere di far conoscere ad altri nuovi angoli e nuovi volti del nostro pianeta. Vietnam. Il Delta del Mekong

Profumi, colori e persone speciali ci hanno accompagnato in questo viaggio nel sud del Vietnam, partito da Ho Chi Min e proseguito verso Ben Tre, Tra Vinh, Can Tho e Chau Doc. Tra i mercati galleggianti nel delta del Mekong (il fiume dei nove dragoni), le risaie, le pagode, i villaggi di palafitte e quelli dei pescatori sulle case galleggianti, abbiamo assaporato la vera vita vietnamita. Una vita semplice, fatta di piccole cose ma soprattutto di sinceri sorrisi, che ci resteranno nei ricordi piĂš belli e nel cuore.


MARCO GAGLIARDI

SIMPLY SMALL

Marco Gagliardi nasce a Lodi nel 1988. Da sempre attratto dal mondo della fotografia, fin da piccolo ne viene coinvolto sperimentando con una vecchia analogica del padre dando così sfogo alla sua creatività preadolescenziale. Nel 2014 intraprende il suo percorso lungo la strada che lo porterà ad addentrarsi nel vicolo della Street Photography. Avvolto nel traffico caotico delle grandi città o immerso nella natura silenziosa della campagna, Marco è capace di cogliere la sconfinatezza di questi spazi e racchiuderli in una sola fotografia. La distanza e l’accurata composizione geometrica, altri elementi che caratterizzano il suo stile fotografico, gli permettono di scrutare il soggetto e di osservarlo concentrato nelle sue attività quotidiane. I soggetti immortalati sono così presi dalla propria routine giornaliera, che non si accorgono di ciò che stanno facendo: avvolti da un flusso infinito di pensieri, non si soffermano a guardare ciò che li circonda e soprattutto a esaminare se stessi.


VALENTINA IRRERA LE COSTE SELVAGGE DELLA CORNOVAGLIA Sono Valentina, ho 31 anni, è il secondo anno che partecipo a Le vie delle foto. Mi piace fotografare tutto fin da quando ero piccola, paesaggio, natura, foliage, architettura, mare, montagna, in tutte le stagioni. Ogni evento Natale, Pasqua, mercatini, sono fonte di ispirazione per scattare. Quest’anno vi porto in Cornovaglia, viaggio affrontato due volte in due anni consecutivi. Vi porto a Sud della Penisola, nel Devon, nella Riviera inglese del periodo vittoriano, partendo da Torquay, proseguendo fino a Land End , dove la terra finisce e le le coste sono piu aspre e selvagge che mai, e il mare sembra infuriato. Verso nord poi la famosa Newquay, molto ventosa e meta di surfisti. Tra coste rocciose e pericolose, spiagge infinite, sabbia rossa, e villaggi di pescatori, Buon viaggio nella terra della magia delle maree.


LIANI STEFANO

LA PAGODA

Sono un fotografo... per diletto. Appassionato di fotografia, mi piace immortalare luoghi o momenti. Cercare di fermare un momento, lo scorrere del tempo nel corso delle stagioni e degli anni per uno stesso luogo o, perchè no, per la stessa persona. La ‘rotonda sul mare” di Lignano Pineta si chiama Pagoda e dal 1958 propone il fascino della Polinesia nel mare di Lignano. Questa costruzione è un luogo speciale, amato e dai mille volti. Dal mare ha le sembianze di una rosa dei venti, quasi una bussola ad indicare che si è arrivati in un posto sicuro. Dalla spiaggia sembra un rifugio tra le onde e all’alba si avvolge di luce tanto da sembrare un quadro impressionista. Impossibile non essere attratti da questo luogo che da anni ormai accompagna lo scorrere del tempo nella spiaggia di Lignano.


GIOVANNI BATTISTA LO CURZIO L’ARCHITETTURA RACCONTATA DALLA FOTOGRAFIA

Come fotografo amatoriale non ho una lunga storia. Nnel 2005 ritrovo una vecchia Rolleiflex 3,5F; da lì a scattare il passo è breve. Ho cominciato con la foto argentica che prediligo nonostante, il mio interesse per la sperimentazione mi abbia fatto scoprire i vantaggi del digitale. Da Ingegnere Architettonico quale sono, ho presto trovato molto più stimolante fotografare l’Architettura, in tutte le sue forme. Il mio modo di rappresentare l’architettura in fotografia quindi è fortemente influenzato dalla mia formazione professionale e cerca di ritrovare quelle emozio ni che hanno animato il progettista. Architettura e Fotografia hanno da sempre legami indissolubili. Entrambe vivono di luce. Entrambe richiedono una previsualizzazione. Entrambe ambiscono a emozionare. Se pensiamo alla fotografia di una giovane donna, possiamo essere attratti dai suoi lineamenti, dal colore dei suoi occhi o dai capelli, ma affinché quell’ immagine diventi un ritratto fotografico, è necessario che ci comunichi qualcosa in più su di lei, sulla sua anima e sul suo mondo interiore. La stessa cosa avviene con la foto architettonica. Non basta ritrarre le linee e i volumi, occorre riuscire a comunicare il pensiero, l’intento del progettista e la genesi di quel progetto. Forme, volumi, materie sotto la luce sono gli elementi principali dell’idea architettonica, ma anche struttura, tecnologia, funzionalità partecipano a rappresentarne l’ essenza. Il mio vuole essere un contributo amatoriale al “ritratto” architettonico seguendo le parole di Henri Cartier Bresson per il quale bisogna “allineare testa, occhio e cuore” non dimenticandosi mai però anche, che “l’architettura è il gioco sapiente, corretto e magnifico dei volumi raggruppati sotto la luce” (Le Corbusier)


ANTONIO MAGAZZINO CIO’ CHE PORTO VIA DA TRIESTE Ho 56 anni e sono nato e vivo a Vicenza. Sposato con un figlio. Diplomato Perito Industriale lavoro nel settore telecomunicazioni. Non sono un professionista perciò fotografo a mio piacimento principalmente attingendo dalla natura e dai paesaggi o dalle architetture delle città. Fotografo per passione, fin da ragazzino. Guardo il mondo ancora con meraviglia, fotografando con gli occhi prima di quel ‘click’ che ferma il mondo, in colori e forme che solo quel momento aveva. Ed è già passato… ma ormai è eterno. Le piccole cose che un fotografo vede possono raccontare di intere piazze, vie e storie. La difficoltà nel presentare una “storia” in questo caso però è stata data dal fatto che visitando Trieste non ho pensato al presentare un domani una storia coerente. Quando si fotografa si dovrebbe sempre sapere perché lo si fa e la destinazione della foto. Ma poi si scopre che in effetti una storia te la sei sempre immaginata dentro… e da Trieste ho “portato via” scorci paesaggi colori e forme. Fotografare vuol dire, come credevano certi popoli “portare via l’anima”, ma non è come cogliere un fiore o portare via la sabbia da una spiaggia, porti via solo l’anima delle cose che restano nella realtà a disposizione di altri che le possano vedere e fotografare.


STEFANIA MARCOTTI e ROBERTO DE FAVERI

THE OTHER SIDE OF VENICE

Stefania Marcotti Interessata da sempre alla fotografia, Stefania Marcotti, diventa fotografa amatoriale con l’acquisto della sua prima reflex nel 2012, e con la sua prima mostra, proprio con “Le Vie Delle Foto”. Consapevole della sua inesperienza, frequenta corsi di fotografia con il Circolo Fotografico Triestino e con fotografi professionisti. Roberto de Faveri Scopre la fotografia, alla fine degli anni sessanta per gioco, all’età di diciassette anni, i soggetti preferiti persone ed animali, rigorosamente in bianco e nero. Negli anni continua preferendo la fotografia analogica e diapositive, fino quasi alla soglia degli anni duemila, passando dal bianco e nero al colore, riservando sempre alla fotografia una sfera personale e familiare. Compra la prima macchina digitale alla soglia degli anni duemila, e la prima reflex nel 2018, questa è la prima volta che espone al pubblico. “Venezialand”, viene definita dai residenti veneziani che vedono la loro città ogni giorno che ingurgita migliaia e migliaia di turisti, molto spesso mordi e fuggi. La vorrebbero più vivibile, senza le grandi navi, ma c’è anche l’altro verso della medaglia, i turisti portano soldi. Turisti a cui passa inosservato il fatto, che qui merci e servizi, per soddisfare questa grande “fame”, viaggiano, letteralmente, su un’altra onda. Anche il più piccolo trasporto commerciale è fatto via acqua, perfino la spazzatura, raccolta casa per casa a mano, viaggia via acqua. Con questa mostra abbiamo voluto soffermarci ad osservare alcuni aspetti di questo mondo nella sua quotidianità. In particolare sui trasporti e servizi nei canali, persone che ogni giorno usano le imbarcazioni per lavoro, che molto spesso, dal turista, vengono viste come deturpamento della Cartolina Venezia.


ERIKA MUSMECI NEW YORK CITY

Nata a Trieste, si diploma presso l’istituto d’Arte Nordio, frequenta il corso organizzato in memoria della Scuola di Nino Perizi tra il 1998 e il 2000 e partecipa alla mostra collettiva medesima esposta al Museo Revoltella. Si avvicina alla fotografia frequentando un corso di Fotografia e post-produzione tenuto da Luigi Tolotti e

Nanni Spano. Non ha uno specifico genere fotografico, ogni occasione è buona, soprattutto durante i viaggi , per fissare “quel momento” , uno scorcio, un paesaggio o un particolare. “Melting pot” è uno dei nomignoli della città di New York in ragione del fatto che una caratteristica della metropoli è la convivenza, seppur spesso in condizioni e luoghi diversi, di persone di culture tra loro molto diverse, come in un grosso “calderone”. La mia esperienza a New York è proprio questa, un “calderone” di persone ed edifici diversi che convivono tra loro in continuo movimento , dalla metropolitana al traffico in superficie, è una frenesia di persone, suoni e luci. Questa vitalità ho provato a raccontarla, a fermarla un momento , quel secondo che serve per lo scatto, quasi fosse una sfida con il tempo, per cercare una pausa, una piccola interruzione. La mia non è una ricerca dell’ inquadratura perfetta , al contrario, la foto è un’istantanea di “quel “ momento, singolo e unico. Irripetibile perché lo scatto successivo è già un’altra storia.


DAMIANO NARDO

MARTIAN DESERT

Damiano Nardo, nato a Roma, vive a Capodistria, ma innamorato di Trieste presenta la sua seconda mostra fotografica a Le vie delle Foto 2019. Fotografo amatoriale canonista, curioso osservatore, con le sue foto racconta il mondo dal suo punto di vista e, soprattutto, si diverte. Martian Desert è la raccolta di alcuni scatti nati da un viaggio in Giordania e nello specifico nel deserto di Wadi Rum, dove è stato girato, nel 2015 il film The Martian, lo sci-fi di Ridley Scott, con protagonista Matt Damon nei panni dell’astronauta Mark Watney che, durante una missione su Marte, viene considerato morto dopo una forte tempesta e per questo abbandonato dal suo equipaggio.


MARCO NAVONE MESSI A FUOCO Marco Navone è nato a Genova e vive ad Olbia, dove insegna in un istituto superiore. Riceve la sua prima reflex a 18 anni, dopo un periodo di apprendistato nel mondo analogico che parte dalla prima adolescenza. Da sempre appassionato del Medium bizzarro, durante gli studi universitari lavora alla realizzazione di mostre fotografiche a tema storico e si laurea con una tesi sull’immagine fotografica della Grande Guerra. Come organizzatore ha promosso il festival della fotografia Storie di un attimo, che si svolge da sette anni ad Olbia in Sardegna. Messi a Fuoco Messi a Fuoco è un progetto di reportage realizzato nel corso di vari anni in diverse località della Sardegna e a Roma. Si tratta di una serie di immagini che ritraggono personalità del cinema, della musica e della letteratura nel corso di eventi nei quali erano protagonisti, spesso in location insolite o in pose non consuete. La Sardegna offre un campionario di eventi culturali davvero sorprendente, che porta nell’isola il meglio della cultura nazionale e internazionale.


GERARDO OLIVERIO FOTOPITTURANDO

Sono nato in un paese della provincia di Foggia chiamato Orta Nova nel 1946. Dal 1966 vivo a Trieste ove, grazie a un amico, ho conosciuto la macchina fotografica e con la stessa ho fotografato i diversi momenti della vita familiare, sino a quando mi sono dedicato, sempre in via amatoriale, a immortalare le luci della natura nelle sue sfumature. Gerardo partecipa a Le vie delle Foto dal suo secondo anno, è uno dei nostri fotografi storici, ha vinto anche numerosi premi e targhe di riconoscimento. Il detto “Il Primo Amore non si scorda mai” è applicabile in ogni campo sia artistico che sentimentale e io, avvalendomi della tecnologia moderna, ho voluto realizzare con le mie foto, e con questa mia ottava mostra per Le vie delle Foto dal titolo “FOTOPITTURANDO”, il mio passato di cultore della pittura. In ogni scatto è stata data quella movimentazione che è tipica di chi utilizza il pennello. La vivacità e la bellezza dei colori sono, invece, l’espressione di un personale gusto. La fotografia è “ARTE” e io cerco di esserne fedele seguace e con questa Mostra cerco, nel limite del possibile esserne un degno rappresentante. Ogni anno il ricavato delle foto di Gerardo va ad un associazione, quest’anno è stato devoluto tutto l’importo all’organizzazione di SCRICCIOLO, che si occupa dei bambini nati prematuri.


PINA PIRAS

SARDEGNA, LA MIA ISOLA Mi Chiamo Giuseppina Piras, per tutti Pina. Sono nata a Olbia, città dove vivo tutt’ora. Ho una figlia di 20 anni, lavoro in un centro commerciale. Ho da sempre una grande passione per la fotografia, un percorso che ho approfondito con il maestro Antonio Satta. Ho partecipato a diversi concorsi regionali conquistando sempre posizioni di successo. Recentemente ho partecipato a una mostra collettiva “Storie di un attimo” nella mia città. Espongo per il secondo anno a “Le Vie delle Foto”. Dopo aver raccontato “Il Gran Sasso”, in questa seconda partecipazione presento la mostra “Sardegna, la mia Isola”: 20 scatti che mostrano angoli della mia terra, con i suoi paesaggi e le sue tradizioni. La macchina fotografica è la mia compagna di viaggio nelle varie escursioni in giro per la Sardegna. Attraverso l’obiettivo mi piace catturare immagini e momenti della Sardegna meno conosciuta, quella che parla di un’isola fatta non solo di mare e turismo ma anche di storia, di miniere,di paesi dell’entroterra abbandonati, disabitati o trasformati per adeguarli alle nuove esigenze della comunità. Vi accompagno in un emozionante viaggio tra colori, profumi e suoni di una terra antica, generosa e accogliente.



DINO POLIDORI DONNA, MISTERO SENZA FINE BELLO Nasce nel 1970 a San Benedetto del Tronto, dove vive e lavora. La stessa passione per l’arte e la sensibilità estetica che lo avvicinano alla fotografia come amatore, lo spingono a frequentare la Facoltà di Architettura presso l’Università di Chieti. Si laurea con la tesi in Progettazione Urbanistica “Nuovi corridoi ambientali nel Prusst Ascoli-Teramo” dopo aver frequentato i corsi tenuti, tra gli altri, da nomi illustri quali Paolo Desideri e Alberto Clementi. Dopo l’abilitazione all’esercizio della Professione di Architetto lavora a molti progetti anche di importanza nazionale. Donna, mistero senza fine bello Il titolo prende le mosse da un verso della celebre poesia di Guido Gozzano “La signorina Felicita”. L’enigma muliebre, il più affascinante che esista, è un topos celebrato da artisti di ogni genere e di ogni periodo storico. Su questa scia, tali scatti rendono omaggio all’universo femminile colto nei vari aspetti che lo caratterizzano. La forza, la fragilità, la sensualità, la semplicità convivono misteriosamente nell’animo femminile e si impongono all’attenzione dell’obiettivo del fotografo.


MAX RANCHI

YACHT RACING PHOTOGRAPHY

Max Ranchi, nato e cresciuto a Trieste, scopre la sua passione per la fotografia durante il servizio militare nel corpo degli Alpini, come istruttore di sci e arrampicata. Dopo aver vissuto negli USA come giovane assistente di alcuni fotografi americani, e dopo aver conseguito il diploma in fotografia al Blake College di Londra, ha viaggiato in tutto il mondo, iniziando così la sua carriera fotografica nel mondo delle regate. Fra i professionisti più conosciuti e apprezzati a livello mondiale, Max collabora con rinomate regate internazionali, sailing teams, uffici stampa e numerosi portali del settore. Le sue fotografie appaiono regolarmente sulle riviste di vela in Europa e negli Stati Uniti. Oltre al lavoro la vita in montagna è la sua grande passione, la sua baita di Gracco Alta e gli sport all’aria aperta (snowboard, mountain bike e alpinismo) sono per lui uno stile di vita. Per Le vie delle Foto 2019 porta “Yacht Racing Photography”, alcuni scatti delle ultime regate che ha seguito.


ELIO RAVALICO VENEZIA DREAMING Sono un fotografo amatoriale e per lungo tempo la fotografia per me è stata principalmente la scatola dei ricordi, di tanti luoghi visti e visitati, più per lavoro che per diletto. Da un lontano inizio da autodidatta, solo da pochi anni ho potuto dedicarmi a questa meravigliosa forma espressiva e ho iniziato ad approfondire la sua conoscenza in tutti i suoi molteplici aspetti, tecnici e culturali. Fondamentale per me è la possibilità di incontrare e confrontarmi con altre persone, con cui condividere passione e progetti.Ho girato Venezia per una notte intera e ho cercato di raccontare le suggestioni che solo una città come questa può dare. È una ricerca della sua anima più intima, che si svela un poco alla volta, al calare della notte. Quando la massa opprimente di turisti e il trambusto di vaporetti e motoscafi si dissolvono, Venezia, come una nobile dama, ritorna nel suo privé senza tempo e si addormenta sulle acque immobili e silenziose della laguna.


FURIO RODELLA

SENZA OCCHIALI

Ho 65 anni e vivo a Trieste. Ho la passione della fotografia da circa 45 anni e da quando sono in pensione ho pensato di poter riprendere un poco più assiduamente il mio hobby che in parte ho dovuto, nel tempo, accantonare per gli altri impegni sia familiari che di lavoro.

Il tema propone delle immagini in parte sfocate, ma comprensibili o comunque non ben definite, come fossero viste senza una corretta messa a fuoco propria anche del mancato utilizzo di un paio di lenti da vista. Immagini che danno un leggero senza di precarietà e difficoltà nell’orientarsi nella vita di tutti i giorni nell’ambiente che ci circonda. Il portfolio di Furio Rodella ha ricevuto il patrocinio del Lions Club di Duino Aurisina, per la sensibilità dimostrata al progetto vista: uno dei service principali dell’organizzazione.


SIMONETTA ROSSETTI Y(ELLOW) E C(YAN)

Simonetta Rossetti ha studiato presso la Facoltà di Architettura di Venezia e scopre la sua passione per la fotografia in un periodo di studio a Parigi; la fotografia con cui si cimenta ha un sapore incantato e sognante che cerca di allontanarsi dall’aspetto frivolo del contemporaneo. Queste foto ci parlano di due colori fondamentali dell’attuale sistema di stampa costituito da CMYB, ovvero il ciano e giallo. Questi 2 colori sono presenti in queste immagini dove sono illustrati: L’immagine finale è solo un’istantanea di colori semplici, che giustapposti, evoca altri ricordi, come quelli della bandiera Ucraina, questi colori, nella tradizione popolare, indicano il cielo (blu) e il giallo dorato rappresenta una delle risorse principali del paese, il grano. Le immagini possono essere lette con differenti connotazioni, a seconda dello sguardo dello spettatore.


CLAUDIO SARDELLA IL CANTICO DELLA NATURA Non solo guardare. Fermarsi ad ascoltare le note del vento tra gli alberi, il bramito di un cervo, i giochi dell’acqua di un torrente o le onde del mare. Fermarsi ad annusare il muschio, il profumo dei ciclamini, l’odore dei camosci. Farsi avvolgere dalla nebbia e immaginare quello che si nasconde. Respirare l’aria fresca e frizzante fonte di purezza. Una foto cosi sarebbe perfetta, ogni volta la cerco nel Cantico della Natura. Chiudere gli occhi e rivivere tutte le emozioni che la Natura mi regala, un Sogno, anzi: Il mio Sogno


SISTIANA DIVING

IL MARE CHE NON TI ASPETTI Nella bellissima Baia di Sistiana, a pochi km da Trieste, il Sistiana Diving vi porterà a scoprire tutte le meraviglie dei nostri fondali, grazie anche a guide e istruttori autorizzati dall’ Ente Gestore del Parco Naturale delle Falesie di Duino. Non siamo solo un Diving Center affiliato PADI, ma anche una scuola di immersioni e fotografia subacquea nel cuore di Trieste, attenta alla promozione e protezione dell’ambiente marino e della sua biodiversità. Durante la stagione estiva vieni a trovarci nella nostra sede in riva al mare al “Sistiana Diving”, nella splendida cornice della Baia di Sistiana - Parco Caravella, direttamente sulla spiaggia. Tutte le informazioni su orari e periodi di apertura sono reperibili sul sito internet e sulla pagina Facebook di Sistiana Diving.


BETTINA TODISCO BURKINA FASO, IL MIO VIAGGIO DELL’EMOZIONE

Bettina Todisco è nata a Udine e vive a Trieste. È fotografa per passione e viaggiatrice, quando il tempo lo consente. Laureata in Matematica presso l’Università di Trieste, specializzata in informatica, lavora in un’azienda del settore ICT. Ama la letteratura, la scrittura, il cinema, il teatro, i viaggi e la fotografia. E proprio dalla fotografia, last but not least, resta sin da bambina stregata, dedicandosi a essa nelle riunioni di famiglia prima e nei viaggi poi, rubando con i suoi scatti immagini di bambini, donne, uomini. Bettina Todisco porta il tema: Burkina Faso. Il mio viaggio dell’emozione. Amo la street photography, la forma più genuina della fotografia. E amo fotografare le persone, bambini, donne, uomini, colti in contesti dissimili dalla mia quotidianità. È per questo che prediligo le foto di viaggio, quando gli stimoli sono tantissimi, perché i luoghi e le persone rappresentato una novità. Mi affido alla coscienza e al buon senso. Se posso, cerco un incontro con le persone che vorrei fotografare. Sorrido loro. Chiedo il permesso di poter scattare, ma evito le messe in posa. La fotografia di strada mi aiuta a semplificare, a cercare quei minuscoli assaggi di vita che il nostro correre frettoloso non ci consente di cogliere. Perché idee ed emozioni possono essere ritratte attraverso la più semplice delle scene.


MARCO TOSELLI

TRAM - BINARI - GEOMETRIE

Sono un fotografo amatoriale ritornato alla fotografia negli ultimi 10 anni. Mi concentro su foto che colgono un attimo, una prospettiva, una geometria che si presenta nella vita quotidiana, spesso andando al lavoro, in un percorso ripetitivo e banale che però, appunto, può nascondere lampi di bellezza. Se si riuscisse sempre a cogliere questi “lampi” la nostra quotidianità sarebbe più colorata e forse più bella. Ho appreso il gusto dell’inquadratura da mio nonno fotografo che aveva vinto diversi premi. Ho abitato a Londra per qualche anno dove ho fatto due esposizioni a Burgh House, a Hampstead. Ho vissuto anche per 3 anni a Lubiana, scoprendo Trieste, il suo mare, il suo vento e la sua bellezza. Adesso vivo a Milano dove appunto è stata scattata questa sequenza di foto. Un percorso in bicicletta quotidiano, un’attenzione constante agli insidiosi binari, la scoperta che non erano solo un oggetto ma che nascondevano una loro bellezza, fatta di geometrie, oggetti sparsi e quel colore azzurro particolare.


LUCIO ULIAN LA LUCE DI TRIESTE- RIFLESSIONI SU ACQUA

Ho iniziato a fotografare alcuni anni fa pubblicando le immagini su alcuni social network, in particolare su di un blog che conteneva, oltre alle immagini, riflessioni e poesie. Sono partito da idee, emozioni, dalla ricerca delle più disparate angolazioni per guardare e vedere le cose. Il desiderio di comunicare la passione che mi bruciava è venuto di conseguenza e la fotografia è stata ed è uno dei mezzi che ho adottato. Per Le vie delle foto 2019 propongo la magia di Trieste in otto scatti. La luce a volte accarezza, altre allude, sempre irrompe svelando forme trasmettendo sensazioni di certezza. Lo scatto ferma la meraviglia lasciando Immagini percepite che richiamano alla realtà solo immaginata. Dal grigio che si trasforma in colore intravediamo nuovi mondi, attimi che fanno vivere il mondo dei sogni. La luce e la fantasia ci accompagnano in questo viaggio che inizia dal Palazzo del Governo che prende vita dal selciato, per passare attraverso il Canal Grande che riflette una fiaba sempre diversa, sino a giungere all’anima di Ursus che sorge dal mare. Quello che gli occhi vedono la fantasia completa in un viaggio interminabile nel sogno.


ANDREA VALENTI

HUMAN STREETS ALL AROUND

Il primo incontro con la fotografia avviene da bambino quando, affascinato dalla Yashica del padre, comincia a scattare le prime foto. Una delle prime foto è incorniciata sul comodino e ritrae i suoi genitori in una vacanza. Nel 2011 si iscrive al corso di fotografia organizzato e tenuto dal CFT. Frequenta circoli fotografici al fine di condividere i suoi scatti, cercando critiche e consigli per crescere sempre di più. I generi preferiti sono il ritratto e la fotografia street e di reportage. Ama fotografare durante i viaggi ricercando le persone durante scene di vita quotidiana. L’uomo ritratto nel suo “habitat”, la strada. Strade di città, dove la vita scorre. Chi sono quelle persone? Persone che vivono la propria vita, con sentimenti ed emozioni a noi sconosciuti. Ho voluto portare all’occhio di chi osserva alcune scene “rubate”; a voi il compito di liberare la fantasia alla ricerca di una storia. Credo che la fotografia di strada debba fare questo: far sì che da uno scatto l’osservatore immagini una storia, di quella persona, di quel gruppo di amici, di quei due ragazzi abbracciati, di quei bimbi attratti dai palloncini...


VENTORUZZO RICCARDO SPIRITUALITA’ E ATTIMI RUBATI Mi chiamo Riccardo Ventoruzzo,sono nato a Terracina il 10 agosto del ‘74.Sono un fotografo amatoriale completamente autodidatta.Le mie foto non hanno uno stile o un genere in particolare,sono frutto di passione per l’immagine,i particolari,gli attimi e le espressioni naturali. In alcune di queste foto ho cercato di tirar fuori dal soggetto e dalla composizione della foto stessa una spiritualita’,religiosa o dell’anima,cercando di catturare e trasmetere cio’ che il soggetto aveva dentro se in quel preciso istante,inquietudine,dedizione alla fede,bisogno di risposte.In altre foto invece ho cercato di rubare attimi e colori di persone,alcune incontrate casualmente in situazioni di vita quotidiana.


FURIO ZULIANI

TRIESTE IN CARTOLINA

Laureato in economia presso l’Università degli studi di Trieste, coltiva da sempre la passione per la fotografia, che diventa più marcata con l’iscrizione ad Instagram nel 2013. Dopo diversi attestati di stima, nel 2015 decide di aprire la pagina facebook dedicata alla fotografia da smartphone. Nel 2016 lascia il lavoro impiegatizio per aprire impresa e dedicarsi anima e corpo alla fotografia, con diverse mostre dedicate alla fotografia da smartphone. La mostra vuole mettere a confronto gli scatti realizzati con due sistemi completamente diversi. Se da un lato lo smartphone è un mezzo che abbiamo sempre con noi, comodo da trasportare, immediato per la condivisione social e “discreto” quando si tratta di Street Photography, ovviamente non può competere in termini di qualità fotografica del sensore e possibilità di “cambiare visione” scegliendo un diverso obiettivo. La mostra però vuole sottolineare che il mezzo fotografico non è quello che conta davvero in una fotografia. L’importante, piuttosto, è l’idea che il fotografo vuole trasmettere con il suo scatto e le emozioni che evoca nello spettatore. E le emozioni prescindono dalla qualità di stampa.






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