Bollettino parrocchiale di Losone, Centovalli e Onsernone. Marzo 2019

COMUNITÀ IN CAMMINO

BOLLETTINO PARROCCHIALE LOSONE - centovalli - onsernone No. 1 - MARZO 2019

Sommario la lettera del parroco

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magistero

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sacrificio quaresimale

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rete pastorale

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verso le perifierie

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l’incontro

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il servizio

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l’intervista

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echi dalle valli

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in libreria

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calendario liturgico

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in memoria

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i consigli parrocchiali informano

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Avvertenza Per ragioni di praticitĂ questo bollettino viene distribuito a tutti i fuochi.

Ci scusiamo con coloro che non fossero interessati a riceverlo e confidiamo nella loro comprensione.

Coloro che volessero segnalare un lettore interessato, residente fuori parrocchia, indichino l’indirizzo al rispettivo consiglio parrocchiale.

copertina: Sergio Simona

la lettera del parroco

“La solitudine” Con il titolo “la solitudine”, apriamo questo bollettino per riflettere su una condizione di vita sempre più presente nel nostro tempo che interessa tutte le fasce di età. Realtà che porta delle persone a fare scelte lontane dal dono di vita che ci è stato fatto da Dio e che abbraccia tutti gli ambienti e le condizioni sociali. In un messaggio del papa, ai giovani nella Giornata delle comunicazioni sociali, Francesco dice di non divenire eremiti della rete. Ecco internet, uno strumento che può allontanarci dalle relazioni umane con gli altri, e che porta a rinchiuderci in relazioni virtuali, che possono divenire poco vere e che svuotano dal senso di vita. La rete tanto dà e tanto può svuotare un giovane come un adulto, il papa così ci esorta a non farla divenire una trappola da cui non poter riuscire ad uscirne, preda di false notizie o di notizie distorte rinchiudendoci nella solitudine.

Si può essere soli anche dentro le relazioni interpersonali, pertanto la solitudine non è solo qualcosa dove ci si va a rinchiudere per scappare o per difendersi dalla realtà, ma è presente nel profondo di ogni persona, è qualcosa di esistenziale. Tutti ci siamo sentiti soli nella vita, come Cristo nella sua passione.

Questo tempo di quaresima e la pasqua che si avvicina ci vengono in aiuto affinché ci poniamo delle domande: chi ha aiutato Cristo? Chi lo ha tratto dalla solitudine? La risposta a questi interrogativi che sono parte anche della nostra vita, la troviamo nel salmo 22(21) citato da Gesù

sulla croce: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”. Citazione che per un ebreo non termina lì con la frase citata (versetto 1), ma che comprende tutto il salmo. Invitandovi a leggerlo vi anticipo che il salmo, dopo un lungo tormento, si volge con la speranza riposta in Dio e si conclude affermando al popolo che sta nascendo: “Ecco l’opera del Signore”. Il Cristo ci insegna con il mistero della sua vita a confidare nel Padre, a conoscerlo, sapendo che ci può liberare dalla solitudine compiendo in noi la sua opera.

Termino citando il salmo 27,10-11: “Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. Mostrami, Signore la tua via, guidami sul retto cammino”, quindi ricorda che non sei mai solo.

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magistero

“Ogni uomo ha diritto al cibo e al lavoro” Chiacchierata con monsignor Sandro Vitalini Mediterraneo, mare di morti. Naufragi; uomini, donne, bambini annegati. Migliaia. O salvati dalle navi delle Organizzazioni non governative (ONG) alle quali si impedisce poi di sbarcare il loro tragico “carico” di sofferenze, di gente disperata, affamata, ammalata. Gente che cerca solo di fuggire dalla guerra, dalle torture, dalla fame. E – ci ricorda papa Francesco – “dallo sfruttamento e dalla ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti. Non è forse desiderio di ciascuno quello di migliorare le proprie condizioni di vita e ottenere un onesto e legittimo benessere da condividere con i propri cari?” (messaggio per la giornata del migrante e del rifugiato 2016).

“Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta è nel Vangelo della misericordia”.

Emigrare è un diritto La posizione che assume l’Europa di fronte ai rifugiati è però di tutt’altro genere: egoismo e muri alimentati da un crescente razzismo e da una sempre più spinta xenofobia, dall’ostilità verso il diverso, dalla paura… In atre parole, da quella che papa Francesco definisce “la pericolosa e inaccettabile cultura dello scarto”.

Emerge, insomma, un profondo distacco tra una visione materialistica e egoistica del tema rispetto ai pressanti (e certo non nuovi) insegnamenti della Chiesa. Papa Giovanni XXIII nell’enci-

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clica Pacem in terris non usa mezzi termini e rivendica il diritto di ogni essere umano, “quando legittimi interessi lo consiglino, di immigrare in altre comunità politiche e stabilirsi in esse. Per il fatto che si è cittadini di una determinata comunità politica, nulla perde di contenuto la propria appartenenza, in qualità di membri, alla stessa famiglia umana; e quindi l’appartenenza, in qualità di cittadini, alla comunità mondiale” (Pacem in terris, 12). E quali interessi – ci chiediamo - sono più legittimi di quelli che spingono moltitudini di disperati, di famiglie a fuggire, affrontando sofferenze immani e spesso la morte, non solo dalle guerre ma anche dalla miseria e dalla fame?

Ogni diritto di una persona – ammonisce papa Giovanni – comporta un rispettivo dovere di tutte le altre: quello di riconoscere e rispettare quel diritto.

“Infatti ogni diritto fondamentale della persona trae la sua forza morale insopprimibile dalla legge naturale che lo conferisce, e impone un rispettivo dovere” (Pacem in terris, 15).

Chiunque è minacciato nel proprio Paese d’origine (o nell’ultimo Paese in cui ha vissuto) per motivi razziali, religiosi o di nazionalità o teme per la propria libertà può chiedere asilo politico in Svizzera. E chi fugge dalla fame? No, loro no: vengono definiti “rifugiati economici”, rifugiati di serie B insomma, che non rientrano sotto i canoni del diritto d’asilo

del nostro e di molti altri paesi. Già, ma come la mettiamo con il loro diritto di emigrare e il nostro dovere di accoglienza così chiaramente sanciti da papa Giovanni?

Ne parliamo con il teologo monsignor Sandro Vitalini.

Fratellanza universale “Ritengo che noi tutti, uomini credenti e non credenti, dobbiamo riconoscerci fratelli. Non esiste per l’uomo un altro uomo che sia un estraneo. Dal punto di vista cristiano - continua il nostro interlocutore - siamo fratelli perché sappiamo dalla rivelazione di Gesù Cristo che abbiamo un unico Padre. E come noi giustamente aiutiamo i fratelli di sangue, così siamo chiamati a vedere in ogni uomo un fratello, cioè una persona che va sostenuta con tutte le nostre forze”.

D’accordo monsignore. Ma come fare: aiutarli nei loro paesi o accoglierli come immigrati? “Per affrontare il tema del-l’emigra-

zione non dobbiamo mai dimenticare che noi tutti o quasi siamo figli o parenti di emigrati. Mio papà a 10 anni, sottolineo a 10 anni, emigrò negli Stati Uniti e divenne scalpellino. Non sono trascorsi secoli da quella emigrazione. I nostri avi hanno cercato il pane altrove perché la nostra terra non dava loro un sufficiente sostentamento. E, dunque, perché oggi non dovremmo riconoscere che coloro che bussano alla nostra porta devono essere ritenuti come veri e propri fratelli e di conseguenza aiutati come tali?”.

Una paura sbagliata Purtroppo però, monsignore, c’è ancora tanta avversità verso chi bussa alle frontiere… “Noi mostriamo una certa preoccupazione, diciamo che non possiamo accogliere tutti. Temiamo che i nostri posti di lavoro saltino perché sono troppe le bocche da sfamare”. E allora cosa dobbiamo fare? “Occorre precisare – ci risponde monsignor Vitalini - che nella lotta contro un eccesso di emigrazione

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va inserita anche la lotta contro la povertà nel mondo. Ogni uomo ha diritto al lavoro, ogni uomo ha diritto al cibo e credo che se le ricchezze di questo mondo venissero ripartite in modo equo noi avremmo la possibilità di offrire a tutti gli uomini una vita dignitosa. Io penso che sia necessario fondare una confederazione non solo elvetica, ma una confederazione di tutti gli Stati nella quale venga riconosciuta ad ogni uomo la sua dignità collaborando a dargli lavoro e cibo”.

Decine di migliaia di morti “Purtroppo assistiamo oggi ad un fatto che ci umilia profondamente: decine di migliaia di bambini muoiono per mancanza di cibo e di acqua. Ci umilia perché sappiamo che una più equa distribuzione dei beni potrebbe sopperire a questa tragedia. Penso che tutti noi dobbiamo compiere uno sforzo notevole. Oggi si parla di difesa nazionale e di imposte per la difesa nazionale. Io ritengo che si dovrebbe invece parlare di imposte per una difesa internazionale. E quindi dovremmo anche essere capaci di accettare una maggiore imposizione fiscale affinché su tutti gli uomini del mondo piovano quei beni che permettano alle persone di sopravvivere degnamente.

Come non notare che se da una parte una minoranze di persone è straricca, dall’altra la stragrande maggioranza non riesce a sopravvivere. Ecco perché credo che il compito dei cristiani sia quello di impegnarsi politicamente perché ogni nazione, compresa la nostra, abbia a promuovere il bene anche alimentare per il mondo intero. I mezzi non mancano ma è la distribuzione ad essere male ispira-

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ta. Anche perché i pochi che detengono molto cercano, facendo lievitare i prezzi, di rendere taluni generi di prima necessità quasi di impossibile accesso”. Ma – obiettiamo – che possibilità abbiamo per ribaltare questo stato di cose? “Per mutare questa situazione è stato introdotto in taluni stati il sistema comunista che però non dà i frutti sperati. Secondo il comunismo, giustamente, ogni uomo è proprietario di quel minimo di beni che gli permettano di vivere ma purtroppo anche in quelle dittature si è introdotta una distorsione gravissima che fa sì che i pochi abbiano tanto e i molti non abbiano niente. Credo che il pensiero cristiano debba ispirare maggiormente i popoli a una giustizia distributiva che permetta a tutti di vivere in maniera degna. I mezzi ci sono perciò dovremo finalmente operare per una difesa internazionale a favore dei diritti primordiali dell’uomo”.

La Svizzera deve fare di più Monsignore, la posizione della Svizzera in questo campo? È sufficiente il nostro impegno? “Io non credo che la Svizzera

faccia abbastanza. Penso anzi che siamo piuttosto di visioni ristrette. Abbiamo difficoltà sia nell’inviare nostri missionari laici per promuovere la lotta contro la fame nel mondo, sia nell’accogliere chi arriva alle frontiere. Ritengo che il servizio cosiddetto militare dovrebbe essere anche alternativo a un servizio civile che permetta a cittadini svizzeri di lavorare fuori dalle nostre frontiere a favore della promozione della dignità umana. Non si tratta semplicemente di difendere le nostre frontiere da un ipotetico nemico; si tratta di difendere le frontiere da un nemico reale: la fame nel mondo, se la fame di milioni di uomini diventa tale da poter in un certo senso vincere i nostri eserciti – cosa che in passato si è già verificata – noi saremo perdenti. Le invasioni barbariche erano dovute proprio alla fame, cioè al fatto che paesi relativamente ricchi e benestanti si opponevano a gente che veniva da frontiere estreme per cercare terre dove nutrirsi. O la giustizia fraterna salva il mondo o la fame lo distruggerà definitivamente”.

Occorre pane, esportiamo armi Lei dice: abbiamo difficoltà ad inviare i

nostri missionari laici per promuovere la lotta contro la fame nel mondo. Purtroppo, aggiungiamo noi, non abbiamo la stessa difficoltà ad esportare armi…

“Personalmente credo che la produzione stessa di armi sia in opposizione al messaggio divino. Dice Isaia: ‘Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci’ (2,1-5.)

Le armi oggi sono in grado di distruggere più volte il pianeta. Non abbiamo più il controllo di questi armamenti spropositati che hanno solo impinguato le casse dei ricchi e hanno portato i poveri ad essere ancora più poveri. Credo che sia necessaria una mutazione di mentalità: o questa mentalità muta e salviamo il pianeta oppure ci roviniamo definitivamente”. E intanto continua la fame e continua la migrazione... “Credo che solo la realizzazione di una fraternità universale faccia cessare l’emorragia delle migrazioni. Se vogliamo più giustizia nel mondo dobbiamo far sì che in tutti i paesi ci siano più giustizia, più equità, più scambio fraterno. È una questione di vita o di morte per tutti quanti”.

Paolo Storelli Monsignor Sandro Vitalini è nato a Campione d’Italia il 27 febbraio 1935 ed è cresciuto a Melide. Consacrato presbitero nel 1959, è stato in seguito docente di teologia sistematica all’università di Friborgo dal 1968 al 1994. Ha presieduto la commissione teologica della Conferenza dei vescovi svizzeri. È stato pro-vicario generale della diocesi di Lugano dal 2004 al 2014 .

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sacrificio quaresimale

Famiglie contadine più solide e difese Il progetto che sosteniamo in quaresima Il progetto si svolge nel dipartimento Alta Verapaz in Guatemala con l’obiettivo di migliorare attivamente le condizioni di vita della popolazione contadina e di promuovere lo sviluppo locale.

Dopo la formazione di base e il perfezionamento nell’ambito dell’agro ecologia, il progetto prevede per le contadine e i contadini la consulenza e il sostegno sul medio periodo. La popolazione locale impara a capire gli aspetti politici e sociali della sua vita nelle comunità con particolare attenzione alle questioni

Formazione sulle nuove tecniche di agricoltura

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dell’istruzione, della legalizzazione della terra e del diritto al cibo. Il progetto promuove anche la sensibilizzazione sul cambiamento climatico e la protezione delle fonti idriche. La comunicazione e il coordinamento con gli attori locali, come le autorità municipali, è di grande importanza affinché i cambiamenti siano duraturi. Così come lo è la promozione delle pari opportunità per donne e uomini.

1.087 famiglie contadine, per un totale di 9.136 persone, sono coinvolte e benefice-

ranno di attività e di ricadute del progetto. Esse fanno parte di 11 comunità di indigeni qeqchi del municipio di San Pedro Carcha Alta Verapaz.

Questi agricoltori e contadini, da anni stanno cercando di farsi assegnare legalmente le loro terre. In alcuni casi le procedure sono aperte con lo stato guatemalteco, in altri con proprietari terrieri privati. Il perno della loro cultura è la Terra Madre che offre nutrimento e accoglie.

Il dipartimento Alta Verapaz si trova nel nord del Guatemala (15°29’00” di latitudine nord e 90°19’35” di longitudine ovest), si estende su 8.686 km2 (8% del territorio), al confine degli altipiani freschi e le pianure umide del paese. È una delle zone più piovose del paese tanto che una delimitazione chiara tra la stagione secca e quella piovosa non esisteva fino a pochi anni fa; la pioggerellina,

nota come chipi chipi, cadeva quasi ininterrottamente. Ma la massiccia deforestazione causata dallo sfruttamento del legno e dalla pratica delle monocolture ha causato notevoli cambiamenti del micro clima: periodi più lunghi di siccità sono ora interrotti da piogge torrenziali, con conseguenti effetti negativi sul suolo, su flora e fauna e sull’agricoltura.

Secondo i dati di un’indagine nazionale sulle condizioni di vita dell’Istituto nazionale di statistica (2011), il dipartimento di Alta Verapaz è al primo posto nella povertà generale e nella povertà estrema

Per Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti una collaborazione a lungo termine con l’organizzazione partner è prioritaria e indispensabile.

Ciò permette di valutare costantemente l’efficacia dei programmi e la pertinenza dei progetti, di pianificare e se necessario adattare gli interventi su un periodo sufficientemente lungo. Un lavoro di questo tipo necessita la fiducia, un vero dialogo e uno scambio critico tra organismi del nord e partner del sud.

In Svizzera la collaborazione tra Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti festeggia i 50 anni. Una campagna ecumenica che vede impegnata verso il sud tutta la comunità cristiana che risiede in Svizzera.

Nuove semine sperimentali

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Una riunione del villaggio

del paese, stabilendo che 8 abitanti su 10 sono poveri e 4 su 10 sono estremamente poveri. Mancano fonti di occupazione, così come le opportunità educative per migliorare a medio e lungo termine la qualità della vita della popolazione.

L’attuale governo non ha una visione strategica e manca di capacità progettuale. Ciò provoca il ristagno della crescita economica, la sospensione di investimenti necessari e un ulteriore deterioramento del sistema educativo e sanitario pubblico, elementi fondamentali per lo sviluppo del paese. Forse l’unico settore migliorato è il potere giudiziario guidato dal Ministero Pubblico, che ha assunto però una forza sproporzionata. I sindaci a parole si dicono a favore delle comunità; poi però promuovono solo lo sviluppo incentrato sulle infrastrutture (strade, autostrade, ponti, edifici) e non

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capiscono l’importanza della produzione alimentare. Nella regione del progetto, l’aiuto allo sviluppo non ha contribuito minimamente al benessere della popolazione. I progetti realizzati sono paternalistici e hanno un impatto limitato.

In Alta Verapaz, i conflitti legati alla questione della proprietà della terra sono frequenti e dolorosi. Molte famiglie non detengono i titoli di proprietà fondiaria della terra che coltivano da generazioni e persone male informate o in cattiva fede diffondono informazioni errate sulle procedure di legalizzazione che fanno nascere malintesi e liti. Nella regione del progetto stanno aumentando i conflitti d’interesse legati a megaprogetti per lo sfruttamento delle risorse (infrastrutture idroelettriche, monocolture, estrazione di minerali).

rete pastorale

Attività e proposte Conferenze quaresimali a Locarno Don Pio Camillotto terrà cinque conferenze bibliche a partire da mercoledì 13 marzo fino a mercoledì 10 aprile sul tema “Donne nell’Antico Testamento”.

Appuntamento nel salone della sacra Famiglia a Locarno alle ore 20.

Minestrone quaresimale Ogni venerdì di quaresima è possibile consumare un pasto in famiglia, semplice e sobrio, al centro la Torre a Losone.

Da venerdì 15 marzo a venerdì 12 aprile, minestrone a partire dalle ore 12 e il ricavato verrà versato ad un progetto di Sacrificio Quaresimale / Pane per tutti in Guatemala.

Giornata dei missionari martiri MISSIO-Ticino organizza a Losone la domenica 24 marzo una giornata di preghiera e di riflessione sul tema della pace in occasione della giornata dedicata ai martiri missionari.

Dopo la celebrazione della messa in san Lorenzo, ci saranno degli ateliers da visitare al centro La torre. A pranzo sarà servito un minestrone e nel pomeriggio ci sarà la proiezione del film “SILENCE” sui martiri missionari in Giappone. È gradita l’iscrizione per il pranzo.

Film Proiezione del documentario “Sotto lo stesso cielo” di Stefano Ferrari e Gerardo Wuthier. Mercoledì 27 marzo al centro La torre a Losone, ore 20:30 (entrata gratuita).

Saranno presenti gli autori e presenteranno dei disegni realizzati dai bambini nel campo profughi.

Ritiro quaresimale Il sabato 30 marzo, le parrocchie della rete pastorale organizzano una giornata penitenziale e di ritiro a Morbio Inferiore. Ci sarà una conferenza e la possibilità della confessione nella chiesa parrocchiale di san Giorgio a Morbio ed in seguito la salita al santuario della Madonna dei miracoli dove celebreremo la messa.

Maggiori dettagli nei volantini che trovate in chiesa o sul sito.

Liturgia del venerdì santo Un’occasione unica è offerta il venerdì 19 aprile, venerdì santo.

La tradizionale celebrazione della Passione del Signore, con la proclamazione della Parola e l’adorazione della Croce si svolgerà ad Ascona, nella chiesa del Collegio Papio, per le parrocchie della rete pastorale.

Durante la celebrazione, il gruppo “Cappella Nova Unterwalden” eseguirà la “Johannespassion” (Passione secondo Giovanni) di Heinrich Schütz (1585-1672).

Appuntamento alle ore 15 in santa Maria della misericordia ad Ascona. Non sarà celebrata la liturgia in san Lorenzo Confessione in preparazione alla pasqua Martedì 16 aprile celebrazione comunitaria del perdono in san Lorenzo a Losone alle ore 19:30. Saranno presenti alcuni sacerdoti per le confessioni individuali.

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verso le periferie

In ascolto degli agricoltori del Togo L’esperienza di Lisa Beretta Soluzioni per lo sviluppo sostenibile Mettere le proprie competenze a favore del prossimo e dare il proprio contributo spinge molti giovani a dedicare parte del loro tempo o delle proprie vacanze al volontariato. Una scelta fatta anche dalla losonese Lisa Beretta, studentessa di 22 anni, che la scorsa estate insieme all’amica Aura Martinelli ha deciso di trascorrere un periodo in Togo operando nell’ambito dell’aiuto allo sviluppo. Entrambe iscritte alla facoltà di Scienze ambientali dell’Università di Losanna hanno cercato di tradurre in gesti concreti quanto appreso sui banchi. “Una nostra amica ci aveva parlato dell’Action des Jeunes Volontaires pour le Développement - Togo con sede nel sud del Togo che si occupa di programmi in ambito educativo, sociale, culturale e ambientale. Abbiamo così scritto al presidente spiegandogli la nostra idea. Si è subito dimostrato interessato. Oltre a un primo contatto molto positivo con i responsabili dell’associazione, altri fattori che hanno determinato la nostra scelta sono stati la possibilità di definire il periodo di soggiorno e i costi non troppo elevati a nostro carico” spiega Lisa Beretta che, entrando nel dettaglio del progetto, racconta: “il nostro intento era quello di indagare sull’uso di sostanze chimiche - pesticidi ed erbicidi - nell’agricoltura della regione. In Togo, come in altri paesi africani, si fa purtroppo un ampio utilizzo di queste sostanze.

Nelle zone che abbiamo visitato questi prodotti provengono dalla Cina ed en-

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Villaggio nel sud del Togo

trano nel paese dopo essere transitati dal Ghana. Durante il nostro soggiorno abbiamo incontrato gli agricoltori di diversi villaggi e ci siamo fatte raccontare le loro storie, le loro abitudini e i metodi utilizzati nei lavori agricoli. È stato interessante scoprire come molti agricoltori sono consapevoli della pericolosità dei prodotti chimici usati, ne riscontrano gli effetti sulla salute, nel contempo però li ritengono indispensabili. A causa dell’impiego sempre più massiccio e diffuso di questi composti sta andando scomparendo il sapere tradizionale. Gli incontri, oltre a permetterci di scattare una panoramica della situazione, sono stati delle occasioni di dialogo. Abbiamo infatti sempre chiesto cosa ne pensassero delle soluzioni alternative, se fossero interessati ad utilizzare dei prodotti più sostenibili per l’ambiente e la salute se ne avessero avuto la possibilità. Ascoltavano con molto interesse, ma senza troppa convinzione. Alla nostra

Lisa Beretta e Aura Martinelli con il presidente dell’Action des Jeunes Volontaires pour le Développement

precisa domanda per sapere quali erano a loro avviso le priorità per migliorare la situazione, molti rispondevano: poter disporre di un trattore. In generale, ho avuto l’impressione che stiano commettendo gli stessi errori che si facevano in passato alle nostre latitudini e che ora si cerca di correggere”. Intervenire con piccoli gesti per un cambiamento di rotta è la filosofia che ha accompagnato le due giovani durante tutto il loro soggiorno, non solo nei colloqui. Fra un incontro e l’altro si sono infatti adoperate per contribuire alla lotta alla deforestazione piantando 300 piante di teak.

Accoglienza, ironia e devozione Il soggiorno in Togo non è stato solo l’occasione per Lisa Beretta per passare dalla teoria alla pratica, ma le ha pure dato la possibilità di immergersi in una realtà nuova e diversa. “Era la prima volta che viaggiavo fuori dall’Europa ed

è stata un’esperienza intensa. Il villaggio dove eravamo ospitate dista circa due ore dalla capitale Lomé. Nel villaggio c’era qualche casa di mattoni e lamiera, ma la maggior parte delle costruzioni era in materiale di fortuna. Molte persone non avevano mai visto delle ragazze bianche e ci guardavano con curiosità.

Un giorno, mentre ci trovavamo nella capitale ed eravamo in fila per un acquisto alcune donne si sono avvicinate a me per toccarmi i capelli. Anche al villaggio venivano spesso a trovarci i bambini semplicemente per interagire con noi. Alcuni ci ripetevano le poche parole in francese che conoscevano, altri ci mostravano delle acrobazie. In generale, c’era curiosità nei nostri confronti.

Quando eravamo in giro capitava che qualcuno ci chiedesse dei soldi poiché è ancora diffusa l’associazione “bianco uguale ricco”. Bastava però indicare a gesti che avevamo le tasche vuote e nes-

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suno ci importunava. Abbiamo trovato ovunque, sia in città che nei villaggi, persone molto gentili, calorose e con un grande senso dell’umorismo. A dire il vero è una cosa che abbiamo riscontrato, con un grande spavento, già dal nostro arrivo in aeroporto. Al momento delle pratiche doganali, infatti, il militare che mi sono trovata davanti - un colosso dall’aspetto poco rassicurante - mi aveva detto in tono autoritario che c’erano delle irregolarità e che non avrei mai più potuto lasciare il Paese. Oggi racconto del suo scherzo con un sorriso, ma in quel momento è stato tutt’altro che divertente”. Se l’ironia era all’ordine del giorno, anche la grande devozione degli abitanti del Togo ha colpito Lisa Beretta.

“Mi ha impressionato come tutti quanti fossero grati per ciò che avevano – perfino per la nostra presenza - e lo esprimessero continuamente. Durante il nostro soggiorno siamo state ospitate nella casa di un predicatore evangelico. Nel villag-

Durante gli incontri con gli agricoltori

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gio ogni giorno c’era una messa molto partecipata. Non solo numericamente, ma anche per il ruolo attivo dei fedeli durante la messa. Cantavano, ballavano, si alzavano, facevano molti gesti. Spesso durante il giorno le preghiere, le prediche o la registrazione della messa venivano trasmesse a tutto volume tramite degli altoparlanti situati in alcuni punti del villaggio. La sera prima della nostra partenza si è tenuta una funzione che è durata più di quattro ore” racconta la giovane losonese che, una volta rientrata, ha deciso di continuare ad occuparsi del Togo: “gli incontri e la realtà che ho avuto la possibilità di approfondire mi hanno appassionata. Ho da poco avviato il mio lavoro di bachelor proprio sulla percezione degli agricoltori del Togo e sulla ricerca di soluzioni sostenibili. Sarebbe bello poter tornare un giorno con delle proposte concrete”.

Nathalie Ghiggi Imperatori

l’incontro

Una scuola dove le pareti non dividono Alle elementari di Losone l’integrazione è realtà quotidiana Alle scuole comunali di Losone le pareti esistono, ma non dividono. E il verbo integrare è sinonimo di abbracciare.

O almeno è ciò che si respira entrando nell’aula che accoglie ogni giorno i bambini di quella classe. Sono gli allievi della Scuola speciale, con bisogni educativi particolari. Diversi ma uguali verrebbe da dire, ascoltando i racconti delle loro maestre. Da ormai un anno e mezzo sono presenze abituali e un’abitudine sono ormai diventati per tanti bambini dell’istituto ordinario l’incontro e il gioco con loro. Relazioni tenere

e straordinarie, si potrebbe commentare. Ma attenzione agli aggettivi, sottolinea Massimo Scarpa, responsabile delle Scuole speciali del Sopraceneri.

“Si tratta sicuramente – aggiunge – di esperienze positive. Sarebbe però auspicabile che uscissero dalla straordinarietà, perché nella realtà ideale dovrebbero essere la norma”. Vero. E si è al lavoro per fare in modo che diventino tali: il settore è nato in Ticino nel 1975 e attualmente sono una sessantina le classi integrate sparse nei vari istituti del cantone. Ogni tanto una nuova por-

L’aula della seconda classe di scuola speciale.

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Colorata e inconsueta l’aula della prima classe.

ta si apre. Come è accaduto a Losone, dove la scuola comunale ha volentieri messo a disposizione le aule necessarie per diventare un’altra delle esperienze consolidate ticinesi.

Le classi sono due, una composta da cinque bambini con disabilità importanti, seguiti da tre docenti; una seconda con sette allievi fra i 9 e gli 11 anni, che – con due maestre – seguono invece un programma scolastico strutturato, seppur adattato alle loro esigenze individuali.

L’attività della prima classe è improntata soprattutto a quella che in termini specialistici viene denominata stimolazione basale, “per aiutare i bambini – spiegano le maestre – a percepire

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meglio il proprio corpo e ad acquisire la maggior autonomia possibile nei semplici gesti della vita quotidiana”. Si stimolano i cinque sensi con, ad esempio, attività ludiche tattili, l’ascolto di musica o storie di luci e ombre. Non mancano i lavoretti, come in tutte le altre classi: i disegni o la pittura, con l’aiuto guidato delle docenti. Si segue il calendario scolastico e l’orario giornaliero è continuato dalle 9 alle 15. Una parte importante del lavoro delle docenti riguarda l’accudimento, la presa a carico dei bisogni fondamentali degli allievi. Molto intensi sono anche i rapporti con le famiglie. “Per avere un filo diretto con loro – aggiungono le nostre interlocutrici – compiliamo quotidiana-

Coriandoli creati dai bambini.

mente un diario, che passa da casa a scuola e viceversa. In tal modo sia per noi sia per i genitori è possibile seguire costantemente la situazione di ogni bambino”. Non solo. Le maestre sono infatti chiamate a lavorare in team, collaborando anche con i vari specialisti che, fuori dall’ambito scolastico, seguono gli allievi.

Saliamo una rampa di scale e raggiungiamo il primo piano, dove si trova l’aula della seconda classe di Scuola speciale. Se sotto, affacciati sul prato, negli spazi luminosi, allegri e colorati non vi era traccia di banchi, qui invece ogni allievo ha il suo, con tutto il corredo necessario per seguire le lezioni di italiano, matematica e ambiente, con

obiettivi specifici e altri ritmi rispetto all’istituto ordinario. Il materiale didattico è improntato in modo particolare agli aspetti visivi e anche l’organizzazione delle attività è schematica e strutturata, facilitando la gestione del tempo da parte dei bambini. Un grande spazio viene inoltre dato alla ricerca dell’autonomia e alla socializzazione, che passa pure dall’inserimento degli allievi in due quarte elementari per alcune materie: educazione fisica, musica e attività creative. Anche per questa classe si mantiene aperto un canale privilegiato con le famiglie, attraverso la gestione di un quaderno giornaliero, che viene utilizzato per informazioni legate alle esigenze scolastiche.

Questi gli aspetti peculiari della convivenza fra le pareti delle Comunali di Losone. Ma vi è una caratteristica (tenera, questa, sì) che mette in ombra tutte le altre e che, almeno inizialmente, ha fatto capolino inaspettata. “La nostra aula – raccontano le maestre – si affaccia sul giardino con ampie vetrate, dalle quali si possono scorgere gli spazi un po’ particolari dove si svolgono le attività della classe”. Proprio quel luogo colorato e inconsueto ha attirato l’attenzione degli allievi che arrivavano a scuola in anticipo rispetto all’inizio delle lezioni del pomeriggio. “Alcuni di loro – proseguono le nostre interlocutrici – fin dai primi tempi hanno iniziato ad affacciarsi curiosi. Capitava che le porte-finestre fossero aperte e i più coraggiosi si sono fatti avanti”. All’iniziale diffidenza hanno fatto seguito le domande e poi i contatti diretti e i giochi. Da allora i rapporti sono andati costantemente conso-

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lidandosi e oggi quelle visite sono un’abitudine quotidiana. “È stato inaspettato, bello e toccante che l’interesse e la voglia di conoscersi siano partiti proprio da loro.

Così, spontaneamente. Abbiamo anche la testimonianza di genitori di nostri allievi, ai quali capita di incontrare per strada gli altri bambini, che si avvicinano felici per salutare i loro figli”.

Chiaramente, però, i contatti fra le due scuole sono anche un compito istituzionale, “per favorire momenti di scambio e di conoscenza”. In tale ambito vengono regolarmente organizzati eventi e incontri. “A Natale, ad esempio, abbiamo proposto un racconto a tema e le classi delle elementari sono venute ad ascoltarlo. Oppure per Pasqua ci siamo impegnati assieme in una caccia all’uovo”. Vi sono anche attività ad hoc, fatte e pensate per spiegare e far sperimentare ciò che avviene nell’aula della Scuola speciale. “I bambini sono molto più naturali di noi adulti – sottolineano le docenti -. Loro non si imbarazzano nell’osservare apertamente, nel porre domande. Spesso proprio dai loro interrogativi (‘Perché qui non avete i banchi?’ ‘Perché nella vostra classe non si impara a leggere?’) partiamo per

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renderli partecipi della realtà dei nostri allievi”. Quest’anno, poi, si è avviato anche un progetto che coinvolge la vicina Scuola dell’infanzia. Due volte la settimana uno dei bambini vi trascorre momenti durante le attività spontanee.

L’obiettivo, raggiunto, è quello di favorire la socializzazione. “Ora – racconta la docente che se ne occupa – ci conoscono e ci aspettano. Spesso appena arriviamo sono loro a invitare il compagno al gioco. Direi che l’esperienza è pienamente riuscita e i risultati sono positivi per tutti”.

Attenzione, però, a non dipingere un mondo troppo rosa. “Se sperimentiamo spesso la delicata sensibilità di molti bambini e la loro spontaneità, ci sono anche la distanza e la diffidenza. Non possiamo dire di aver assistito a reazioni veramente negative, ma a difficoltà nei contatti sì. Ci accorgiamo però che certi timori a volte spariscono durante le visite organizzate nella nostra aula”.

A dimostrazione che, come in tanti altri contesti, basta conoscersi un poco di più per far scomparire le pareti che ci dividono.

Barbara Gianetti Lorenzetti

Gli strumenti per la stimolazione basale.

il servizio

Quando la solidarietà entra nell’armadio Una volta al mese a Losone si vendono abiti a prezzi simbolici «Mi capita, a volte, di incontrare fra le nostre bancarelle un padre o una madre in difficoltà. Ed è una bella soddisfazione vederli poi ripartire con lo sguardo rasserenato. Basta questo per farci andare avanti e per dimostrare che si tratta di un servizio importante”. Il servizio in questione è il progetto di sostegno vestiario VestiTIvesto e a parlarcene è la losonese Lalla Rusconi, che – assieme a Angelo Lopez e Tiziana Cappa – si occupa di gestirlo nelle tappe del Locarnese, proposte ogni secondo giovedì del mese, dalle 13 alle 14.30 al centro la Torre, appunto a Losone. Qui chiunque ha la possibilità di acquistare abiti, ma anche scarpe, accessori e tessili per la casa a prezzi decisamente convenienti.

Simbolici, verrebbe da dire.

VestiTIvesto è promosso dal 1990 dalla fondazione Amici della vita di Mendrisio. All’inizio l’attività si svolgeva a Lugano e Biasca e ha poi raggiunto anche la nostra regione. “Qui – aggiunge Lalla Rusconi – abbiamo un gruppo di utenti regolari, a dimostrazione che l’esigenza esiste. Siamo però convinti che vi siano persone potenzialmente interessate, che non ci conoscono ancora”. Il principio è molto semplice: l’iniziativa fa – in pratica – da tramite fra chi ha la possibilità di mettere a disposizione gli indumenti e chi, per varie ragioni, si trova in difficoltà e ha quindi bisogno di sostegno.

“Chiunque – prosegue la nostra interlocutrice – può dover affrontare un mo-

mento delicato, magari a causa di una malattia, della perdita del lavoro, di un divorzio. E in quei casi anche acquistare un indumento può diventare complicato”.

Sulle bancarelle del servizio si trova ogni genere di capo in taglie per adulti e per bambini (dalla biancheria intima alle giacche pesanti), scarpe, borse e anche tessili per la casa. “Non sempre abbiamo tutto – chiarisce Rusconi –: dipende dalle donazioni che riceviamo.

Comunque, in caso di esigenze specifiche, si può inoltrarci richieste di volta in volta e cerchiamo sempre di provvedere”. I capi sono quasi sempre di seconda mano (capita, a volte, di trovarne anche di nuovi) e i prezzi sono decisamente abbordabili.

Il servizio VestiTIvesto impiega una quindicina di addetti in tutto il cantone, fra volontari e persone impegnate in programmi occupazionali.

I prossimi appuntamenti a Losone sono fissati per il 14 marzo, l’11 aprile, il 9 maggio, il 13 giugno, l’11 luglio e l’8 agosto. In quelle date, fra le 13 e le 14.30, le porte del centro La Torre saranno aperte anche a coloro che intendono donare indumenti o scarpe, i quali devono essere – ovviamente - puliti e in buone condizioni. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere al numero 079/331.35.05. bgl

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l’intervista

Una vedova, un bambino e la storia delle Centovalli

Daniele Maggetti, nato nel 1961 nelle Centovalli, ha compiuto studi letterari

a Losanna, Zurigo e Parigi. a Losanna, comune dov’è professore universitario e diFrammenti diVive storia rettore del Centre de recherches sur les lettres romandes. Ha pubblicato per le éditions de l’Aire una raccolta di racconti e due romanzi, Chambre 112 (1997) “Tutto ha inizio da una storia molto e Les Créatures du Bon Dieu (2007). Ha curato le edizioni critiche di diversi autori romandi, tra cui C. F. Ramuz. conosciuta nelle Centovalli, quella del Yari Bernasconi, nato in Ticino nel 1982, ha studiato letteratura italiana e filologia romanza all’Università di Friburgo. È autore di poesia e critico letterario. brigante « Scigulett ». Ero curioso di Suoi testi sono apparsi in diverse antologie e riviste, tra cui «Lo Straniero» e «Ground Zero». Il suo ultimo libro, Nuovi giorni di polvere (Casagrande, saperne diil Premio più,Terrain quali 2015), ha ricevuto Novaparticolare 2016 della Fondazione Schiller.

Vive vinella Svizzera tedesca. cende erano leggendarie e quali autenMaurizia Balmelli, nata e cresciuta a Locarno, vive a Parigi. Traduce narrativa contemporanea dal francese e dall’inglese. Ha vinto il Premio Vallombrotiche. non si sapeva conMcCarthy certezza sa 2010 Inoltre, Von Rezzori per la sua versione di Suttree di Cormac e il premio Terra Nova 2014 per la sua versione di Rapport aux bêtes, di Noëlle Revaz. Tra gli autori tradotti: R. avvenuti Gary, J.M.G. Le Clézio,iA.Hemon, M. Amis, A. quando erano fatti.

Alcuni Kristof, E. Carrère, J. Echenoz, Y. Reza. anni fa, mentre mi occupavo di ricerche genealogiche negli archivi locali, ho trovato degli indizi che sembravano comprovare la leggenda, ma è stato unicamente grazie a degli approfondimenti presso l’archivio di Stato che sono emersi i documenti ufficiali del processo che

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Daniel Maggetti

La vedova col bambino Prefazione di Yari Bernasconi Traduzione di Maurizia Balmelli

Daniel Maggetti

le cui vite saranno segnate dal loro incontro.

ne decretò la condanna a morte” racconta Daniele Maggetti quando gli chiediamo com’è nata l’idea del romanzo “La vedova col bambino”. I documenti storici permettono all’autore di ricostruire i fatti e identificare le persone coinvolte, ma non sono sufficienti per ricavarne un testo letterario avvincente. “Raccontare la storia dal punto di vista del brigante

La vedova col bambino

“La vedova col bambino” è un romanzo da gustare tutto d’un fiato. Capace di appassionare il lettore una pagina dopo l’altra, spronandolo ad andare avanti per saperne di più sui personaggi e sul loro microcosmo umano e sociale.

Non sveleremo troppo. Ci limitiamo a dire che il romanzo di Daniele Maggetti è ambientato in pieno Ottocento in un piccolo villaggio delle Centovalli. La storia racconta di un sacerdote esilia60 to in valle per punizione, che prende a servizio un’anziana vedova dal passato misterioso che vive sola con un bambino. Mentre il prete indaga e scopre poco per volta la storia della donna e della In pieno XIX° secolo, don Tommaso Barbisio, un raffinato prete piemontese, cade famiglia in disgrazia e viene relegato in una parrocchia paese nella Svizzera itasua emerge un dilucido e aspro liana, in fondo a una valle remota. Qui prende a servizio Anna Maria, un’anziana vedova che vive sola vita con un bambino, della quale progressivamente spaccato della dell’intera comunità. scoprirà il passato misterioso.

Se il personaggio di don Tommaso è frutto della fantasia dell’autore, Anna MaDall’autore ci siamo raccontare il ria invece è realmente esistita.

Così come suofatti marito, i cui misfatti sono all’origine di una leggenda che si tramanda da generazioni, discende da un albero genealogico frondoso quanto un nocciolo mairomanzo potato, e i suoi contrasti con “dietro le quinte” del ed evola nuora hanno lasciato traccia nell’archivio dell’emigrazione ticinese in Australia.il Sulsuo crinale tra racconto storicocon e invenzione romanzesca, Vedova con care legame le Centovalli. bambino mette in scena due personaggi enigmatici e profondamente umani,

Armando Dadò editore

© Yvonne Böhler

non mi convinceva” spiega il professore, specificando che gli eventi non coinvolsero un singolo uomo, ma un’intera banda. “Ho quindi preferito partire da un punto di vista diverso, quello della moglie che dei fatti fu nel contempo testimone e vittima. Per giustificare la narrazione serviva poi un elemento esterno e ho così introdotto la figura del prete don Tommaso”. In un sapiente intreccio fra realtà storica e finzione narrativa il lettore viene accompagnato alla scoperta di un frammento di storia locale, con elementi che accomunano la vita nelle Centovalli a quella dell’insieme dei villaggi delle valli ticinesi. “Per esempio la condizione femminile e altri aspetti legati alla quotidianità di quel periodo” considera Daniele Maggetti che nella stesura del testo ha prestato particolare attenzione alle peculiarità etnografiche e a non cadere negli anacronismi. Un romanzo che non guarda solo al passato, ma che stimola a riflettere sul presente: “cent’anni fa gli abitanti delle nostre valli vivevano nelle stessa condizione in cui vivono oggi persone in altre parti - poco privilegiate - del mondo. Ricordare que-

sta situazione riduce il rischio di essenzializzazione della propria posizione”.

A cavallo fra due culture Fra i temi del libro ritorna spesso quello della partenza. È una società di migranti quella dell’Ottocento ticinese. Un’esperienza vissuta in prima persona anche dall’autore che da molti anni vive e lavora lontano dalle Centovalli. “Partire non significa voltare le spalle alle proprie origini. Nel mio caso considero la distanza positiva. Oggi mi situo fra due realtà e questo ha dei risvolti favorevoli sia dalla prospettiva con cui guardo la realtà romanda, in cui mi sono integrato molto bene, sia quella delle Centovalli”. Un vivere tra due culture anche per quanto riguarda la scrittura. Il romanzo “La vedova col bambino” è infatti stato scritto in francese, con parti in dialetto delle Centovalli, e solo in un secondo momento tradotto in italiano da Maurizia Balmelli. Una scelta inusuale, quanto semplicemente svelata. “Il francese è la mia lingua degli studi, del lavoro, e ormai del quotidiano. L’italiano da parte sua è la lingua che ho imparato

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a scuola, mentre ho sempre considerato il dialetto come la lingua madre. La scelta di scrivere in francese è dunque stata automatica. Inoltre, la lingua francese mi ha permesso di raccontare i fatti con il giusto distacco” spiega l’autore, che aggiunge: “il testo è stato pensato e scritto in francese. Non sentivo di avere le competenze linguistiche per tradurlo in italiano. Per questo è stato affidato a una traduttrice professionista. Come per ogni traduzione ha così assunto una nuova vita”.

La centralità della memoria Francese, italiano e dialetto si intrecciano e vanno oltre l’esercizio linguistico.

Sono tasselli di un’articolata identità culturale che accomuna tutte le regioni in cui il tema della partenza, della migrazione, ha coinvolto l’insieme della comunità. Creando strappi e nuovi legami. Ieri come oggi. “Torno spesso. Il sentimento di appartenenza non si è mai interrotto e ho un legame forte con le

Centovalli. Sono felice che si sia integrato anche nei miei figli. Quando sono a Borgnone mi sento “parte dell’inventario” ed è come se fossi sempre stato lì” considera in conclusione Daniele Maggetti che è anche presidente della Fondazione Casa Tondü: “la missione della Fondazione è di restaurare lo storico edificio di Lionza. La stessa è stata creata all’interno del legato Tondü (una specie di protopatriaziato dei terrieri di Lionza che conta oggi poche famiglie) in cui già mio padre era stato a lungo attivo.

Quando cercavano un nuovo presidente mi sono proposto poiché credo fortemente nell’importanza della memoria storica e culturale che, in particolare nelle regioni con pochi progetti, dev’essere riattivata e attualizzata. L’obiettivo della Fondazione è quello di progettare l’iter del restauro monumentale, dargli una forma, una vocazione e organizzare delle attività affinché possa avere delle ricadute positive per la popolazione”.

Nathalie Ghiggi Imperatori L’autore: Daniele Maggetti, originario di Borgnone, dopo gli studi a Losanna, Zurigo e Parigi, vive da più di trent’anni nella Svizzera romanda. È professore universitario e direttore del Centre des littératures en Suisse romande all’Università di Losanna. Ha pubblicato una raccolta di racconti, una di poesie e tre romanzi, oltre ad aver curato le edizioni critiche di diversi autori.

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echi dalle valli

Paolo, i fiori, la capra, il lago e la valle Quattro chiacchiere con un pendolare onsernonese

Paolo con mamma Ida.

Paolo è un tipo preciso. Anche se ha perso il conto dei sui 52 anni, quando intesse il resoconto della settimana, ogni cosa trova meticolosamente la giusta collocazione. Con un elemento imprescindibile: il ritorno in valle dal venerdì alla domenica. “Perché qui – afferma, sotto gli occhi attenti di mamma Ida – si vive proprio bene. E poi – aggiunge – non posso mica mancare alla messa”. A casa Garbani Nerini siamo saliti per incontrare un pendolare un po’ particolare: da più di un trentennio è ospite dell’istituto Miralago di Brissago, ma – come dicevamo – il momento più atteso è il rientro a Mosogno nel fine settimana. “Con il bus, da solo, salendo”, racconta il nostro interlocutore. Mentre per scendere, vista la complessità delle coincidenze, per un tratto gli dà una mano mamma Ida.

Laggiù, al piano, affacciati sul lago, la vita è densa di attività. E anche là Paolo ha bisogno della precisione, quasi che i punti fissi nel tempo lo aiutassero a gestire una vita sennò un po’ troppo complessa. Prendiamo il lunedì, ad esempio: “Il quel giorno – racconta – do una mano a Bruno, che fa il custode. Bisogna portare in giro la roba al Miralago.

E io lo aiuto. Ogni tanto vado anche in cucina. Ci facciamo le torte”. Il martedì e il giovedì sono le giornate del lavoro in trasferta: a Riazzino, presso l’azienda sociale della fondazione L’orchidea. Vi si svolgono attività produttive ortofrutticole e di floricoltura. Con l’integrazione come obiettivo principale. “Io mi occupo dei fiori e dei loro vasi. Noi li coltiviamo, poi la gente viene a comperarli. Ne abbiamo tanti: gerani, crisantemi, stelle di Natale. E ci sono anche le verdure”. Un impegno del quale Paolo parla con entusiasmo, così come del programma del mercoledì, giornata dedicata allo sport.

“Mi piace molto, lo sport. Ne facciamo tanti. Se fa bello, ci sono le camminate.

Andiamo anche in montagna. In inverno si scia, si fa fondo o si va con le racchette.

E poi andiamo anche in piscina”.

E il venerdì?, chiediamo poi. “Il venerdì si torna a casa!”, risponde aprendosi in un gran sorriso e ripartendo con la scansione del tempo. “La prima cosa che faccio quando arrivo su è andare a Russo a bere il caffè”. Un appuntamento al quale non si può assolutamente rinunciare. Il sabato inizia invece con un altro rito: alle

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7.45 in marcia fino a Berzona, per andare a comperare il pane. E, più tardi, qualche tozzo finisce sempre nella stalla, dalle capre della zia. “Una di quelle lì è mia – racconta con orgoglio il nostro interlocutore -. È tutta bianca”. Dalla capra Paolo torna anche la domenica, ma non prima di aver distribuito i giornali domenicali a tutti i parenti e amici del paese. “Dopo, magari, vado ancora a Russo a bere un caffè, riposo un po’, guardo la tele o ascolto musica”. La musica è un’altra passione. “C’è sempre qualcuno che mi presta qualche CD”. Diamo un’occhiata all’attuale collezione: un po’ di successi inglesi e poi i Nomadi e Vasco Rossi. “Mi piace tutta. La ascolto con quella radio lì”. “Te l’hanno regalata?”, chiediamo.

“Ma no, cosa pensi. Me la sono comprata io”. E lo sguardo è eloquente, come a dire: “Credi forse che non sarei capace di fare una cosa simile da solo?”. Cinquant’anni di pregiudizi subiti racchiusi in un solo pensiero.

Poi gli occhi si rasserenano di nuovo, mentre visitiamo “la mia casetta”. Uno spazio tutto suo, dove passa il tempo facendo lavoretti, con l’immancabile musica in sottofondo. E dove, con la solita precisione, gestisce alla perfezione la stufa a legna che fa da riscaldamento.

“Ma tu – chiede a un certo punto – non sei venuta a parlare della chiesa?”. “Beh sì, in effetti, scrivendo per il bollettino…”. “Perché io a messa ci vado tutte le domeniche. Quando è a Mosogno suono anche le campane. Lo faccio da quando avevo vent’anni. Non so più chi me lo ha insegnato. Forse ho imparato da solo”. Un’operazione che ha la sua complessità, considerando che si tratta ancora di far risuonare i bronzi con le funi,

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visto che l’impianto non è elettrificato.

Ma Paolo sa il fatto suo. Come sulla liturgia, del resto. “Perché in chiesa servo sempre, sai? E ho imparato tutto. Anche i colori. Fra poco, per esempio, si comincia con il viola”. In effetti, in tempo di Quaresima… Poi si passano in rassegna le chiese: “A Mosogno ne abbiamo addirittura cinque. Tutte belle. Una più bella dell’altra”. E non possono mancare i preti: “Il don Marco sì, è bravo. Fa tutto in ordine. E anche il don Davide ha imparato bene. Durante l’anno fanno ancora le cose come una volta: la benedizione del sale per sant’Antonio o la festa di san Bernardo, con l’incanto e i maccheroni. Però mi dispiace che non facciano più la benedizione delle stalle. Per la mia capra, sai…”. bgl

Una delle piante coltivate all’Orchidea.

in libreria

Un libro sul collegio Papio È fresco di stampa il libro sulla storia del Collegio Papio di Ascona, del giovane storico Lorenzo Planzi, edito da Armando Dadò.

La storia parte sempre da luoghi concreti, nei quali è immersa la nostra vita. Quel luogo simbolico che rappresenta il Collegio Papio, ponte culturale tra Svizzera e Santa Sede, ha reso possibile un itinerario di ricerca, sfociato nel volume, presentato ad Ascona lo scorso mese di novembre, ed a fine gennaio anche a Papa Francesco, durante un incontro con l’autore in Vaticano. Così racconta Lorenzo Planzi: “Quando si è avvicinato, sono rimasto senza parole. Francesco domanda: “Che cosa è?”. Rispondo, spiegando che si tratta del libro sulla storia del Collegio Papio di Ascona, fondato da Carlo Borromeo. Il Papa comincia a sfogliarlo, guarda l’indice, il capitolo su san Carlo, le immagini.

Poi domanda sorridendo: “È per me?”. E l’incontro continua con un dialogo bellissimo, sulla Svizzera, sul fatto che siamo vicini di casa in Vaticano “.

Il volume racconta per la prima volta, in quattrocento pagine con 150 immagini, la storia del Papio dalle sue origini al tempo presente. Nella città eterna affondano le radici del collegio, con la vicenda dell’asconese Bartolomeo Papio, che fa fortuna a Roma nel Cinquecento, destinando il suo palazzo di Ascona alla creazione di un seminario. Il cardinale Carlo Borromeo fonda così, nel 1584, il Collegio Pontificio di Ascona. Il suo destino nei secoli è raccontato nel volume, in un filo di drammaticità intensa, nei suoi diversi periodi: dalla fondazione della chiesa di Santa Maria della Misericordia nel Quattrocento all’ar-

rivo dei primi studenti, dagli oblati milanesi alla secolarizzazione ottocentesca, dai salesiani italiani agli assunzionisti francesi, sino al periodo di abbandono durante la Prima guerra mondiale.

Un’attenzione tutta speciale è dedicata al Novecento, contrassegnato dal periodo d’oro dei monaci benedettini di Einsiedeln ad Ascona, dal 1924 al 1964. Una conquista benedettina è quella della maturità federale nel Ticino, concessa dal Consiglio federale grazie alle doti diplomatiche del rettore padre Leonardo Hugener. Commoventi pagine saranno dedicate alla Seconda Guerra mondiale, con l’accoglienza degli studenti ebrei in collegio. Ad Ascona l’abbazia svittese invia diversi tra i monaci più intraprendenti: una galleria di figure mitiche. Il furioso incendio del 1960 provoca però un nuovo tempo d’incertezza per il Papio. Il 15 maggio 1964 il Capitolo dell’abbazia decide di abbandonare la gestione del collegio ticinese.

Dall’autunno 1964 il clero diocesano è così al timone educativo del collegio, con i rettorati di don Martino Signorelli, don Aldo Lanini, don Franco Riva, don Mino Grampa, don Patrizio Foletti. “Quando al mattino io vedevo entrare come furie i ragazzi in sella ai loro motorini truccati dai cancelli del collegio con una certa fierezza di essere tra “quelli del Papio”, mi dicevo che c’era qualcosa di interessante nella vita del collegio”, confessa il rettore Lanini nelle sue memorie. Dal libro emerge il ritratto di una passione totalizzante per l’educazione, in una storia sottile, intricata, avvincente, scolpita in un corpo a corpo tra il cielo e il mondo.

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calendario liturgico pastorale

Losone tempo di quaresima Il mercoledì delle ceneri 6 marzo 2019 dà l’avvio al tempo di quaresima, tempo di conversione e di preghiera. La messa è celebrata alle ore 18 in san Lorenzo, durante la quale saranno imposte le ceneri. adorazione eucaristica Nella chiesa di san Giorgio ogni secondo martedì del mese è prevista una preghiera di adorazione. Le date sono 12 marzo, 9 aprile, 14 maggio, 11 giugno alle ore 20. minestrone di quaresima Ogni venerdì di quaresima, a partire dal 15 marzo, è servito un minestrone sul mezzogiorno al centro La torre. È un segno per vivere il tempo della quaresima in solidarietà, condividendo con altri il momento del pasto e raccogliendo offerte per il progetto di aiuto scelto per la quaresima. festa di san Giuseppe martedì 19 marzo ore 10 in san Lorenzo ore 18 in san Giorgio ritiro quaresimale Sabato 30 marzo, ritiro quaresimale per le parrocchie della rete pastorale a Morbio Inferiore. Vedi programma pubblicato. In san Lorenzo non verrà celebrata la messa. confessioni pasquali Celebrazione comunitaria della riconciliazione e del perdono il martedì 16 aprile alle ore 19:30 in san Lorenzo. Saranno presenti alcuni preti per la confessione individuale

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settimana santa sabato 13 aprile ore 17:30 Eucaristia in san Lorenzo domenica 14 aprile ore 10 Eucaristia in san Lorenzo con la benedizione degli ulivi e la lettura della passione di Gesù ore 18 Eucaristia in san Giorgio lunedì 15 aprile ore 18 Eucaristia in san Giorgio martedì 16 aprile ore 9 Eucaristia in san Giorgio ore 19:30 confessioni in san Lorenzo mercoledì 17 aprile ore 9:30 Eucaristia in casa Patrizia giovedì santo 18 aprile ore 20 Eucaristia della cena del Signore e adorazione in san Lorenzo venerdì santo 19 aprile CHIESA COLLEGIO PAPIO ore 15 celebrazione della passione e morte di Gesù ad Ascona ore 20 via crucis da Losone ad Arcegno (portare una lampada tascabile e scarpe comode) pasqua del Signore sabato 20 aprile ore 21 veglia pasquale in san Lorenzo domenica 21 aprile ore 8 Eucaristia in san Giorgio ore 10 Eucaristia in san Lorenzo, con celebrazione di battesimi e prime comunioni (1° gruppo) ore 17 canto dei vespri in san Lorenzo

tempo di pasqua domenica in albis, festa di san Giorgio sabato 27 aprile ore 17:30 in san Lorenzo domenica 28 aprile ore 10 eucaristia in san Giorgio e prime comunioni (2° gruppo) ore 17 vespri in san Giorgio Banco del dolce organizzato dal gruppo mamme. Non è celebrata la messa serale madonna di Arbigo venerdì 3 maggio A partire dal mese di maggio, le messe settimanali del venerdì saranno celebrate nell’oratorio della Madonna di Arbigo alle ore 20, precedute dalla recita del rosario. terza domenica di pasqua sabato 4 maggio ore 17:30 in san Lorenzo domenica 5 maggio ore 10 in san Lorenzo ore 18 in san Giorgio quarta domenica di pasqua sabato 11 maggio ore 17:30 in san Lorenzo domenica 12 maggio ore 10 in san Lorenzo ore 18 in san Giorgio quinta domenica di pasqua sabato 18 maggio ore 17:30 in san Lorenzo domenica 19 maggio ore 10 in san Lorenzo ore 18 in san Giorgio sesta domenica di pasqua sabato 25 maggio ore 17:30 in san Lorenzo domenica 26 maggio

ore 10 in san Lorenzo messa con le famiglie e prima comunione (3° gruppo) ore 18 in san Giorgio ascensione giovedì 30 maggio ore 10 in san Lorenzo ore 18 in san Giorgio settima domenica di pasqua sabato 1 giugno passeggiata parrocchiale. Non è celebrata la messa domenica 2 giugno ore 10 in san Lorenzo ore 18 in san Giorgio con le famiglie e ultimo impegno annuale del Piccolo grande Coro pentecoste sabato 8 giugno ore 17:30 in san Lorenzo domenica 9 giugno ore 10 in san Giorgio ore 17 vespri in san Giorgio non è celebrata la messa serale trinità – Corpus domini parrocchiale sabato 15 giugno non c’è messa in san Lorenzo domenica 16 giugno non c’è la messa in san Lorenzo ore 18 Eucaristia in san Giorgio e processione nel nucleo corpus domini giovedì 20 giugno ore 10 in san Lorenzo chiesa di san Rocco A partire dal giovedì 27 giugno (e fino a settembre) la messa feriale del giovedì è celebrata in chiesa san Rocco alle ore 18.

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Onsernone ceneri mercoledì 6 marzo ore 18 Loco prima domenica di quaresima sabato 09 marzo ore 16 Comologno ore 17:15 Berzona domenica 10 marzo ore 9 Vergeletto ore 10:30 Auressio (madonna delle sponde) seconda domenica di quaresima sabato 16 marzo ore 16 Gresso ore 17:15 Mosogno domenica 17 marzo ore 9 Crana ore 10:30 Loco san giuseppe martedì 19 marzo ore 10:30 Russo terza domenica di quaresima sabato 23 marzo ore 16 Comologno ore 17:15 Berzona domenica 24 marzo ore 9 Vergeletto ore 10:30 Auressio (madonna delle sponde) quarta domenica di quaresima sabato 30 marzo ritiro quaresimale di rete al santuario di Morbio Inferiore domenica 31 marzo ore 9 Crana ore 10:30 Loco

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quinta domenica di quaresima sabato 6 aprile ore 16 Comologno ore 17:15 Berzona domenica 7 aprile ore 9 Vergeletto ore 10:30 Auressio (madonna delle sponde) domenica delle palme sabato 13 aprile ore 16 Gresso ore 17:15 Mosogno domenica 14 aprile ore 9 Crana ore 10:30 Loco settimana santa giovedì 18 aprile ore 18 Russo - messa in coena domini venerdì 19 aprile ore 15 Vergeletto - passio ore 18 Auressio - via crucis (con partenza da info point) veglia di pasqua sabato 20 aprile ore 19:30 Russo pasqua domenica 21 aprile ore 9 Comologno ore 10:30 Loco lunedì 22 aprile ore 10.30 Cso Russo seconda domenica di pasqua sabato 27 aprile ore 16 Comologno ore 17:15 Berzona domenica 28 aprile ore 9 Vergeletto ore 10:30 Auressio (madonna delle sponde)

san giuseppe lavoratore mercoledì 1 maggio uscita al santuario di RE terza domenica di pasqua sabato 4 maggio ore 16 Gresso ore 17:15 Mosogno domenica 5 maggio ore 9 Crana ore 10:30 Loco (Sassello) quarta domenica di pasqua sabato 11 maggio ore 16 Comologno ore 17:15 Berzona domenica 12 maggio ore 9 Vergeletto ore 10:30 Auressio quinta domenica di pasqua sabato 18 maggio ore 16 Gresso ore 17:15 Mosogno domenica 19 maggio ore 9 Crana ore 10:30 Auressio (madonna delle sponde) sesta domenica di pasqua sabato 25 maggio ore 16 Comologno ore 17:15 Berzona domenica 26 maggio ore 9 Vergeletto ore 10:30 Loco (oratorio dei Prei) ascensione giovedì 30 maggio ore 9 Russo ore 10.30 Loco

settima domenica di pasqua sabato 1 giugno ore 16 Gresso ore 17:15 Mosogno domenica 2 giugno ore 9 Crana ore 10:30 Auressio (madonna delle sponde) pentecoste sabato 8 giugno ore 16 Comologno ore 17:15 Berzona domenica 9 giugno ore 9 Vergeletto ore 10:30 Loco s.s.trinità sabato 15 giugno ore 16 Gresso ore 17:15 Mosogno domenica 16 giugno ore 9 Crana ore 10:30 Auressio (madonna delle sponde) corpus domini giovedì 20 giugno ore 9 Comologno ore 10.30 Berzona (a seguire processione) dodicesima domenica ordinaria sabato 22 giugno ore 16 Comologno ore 17:15 Berzona domenica 23 giugno ore 9 Vergeletto ore 10:30 Loco s.s. Pietro e Paolo sabato 29 giugno ore 10:30 Crana (patronale) tredicesima domenica ordinaria domenica 30 giugno ore 9 Gresso ore 10:30 Berzona (oratorio Matro)

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Centovalli

orari delle messe feriali vedere gli albi parrocchiali o il sito orari messa san Donato

ceneri mercoledì 6 marzo ore 17 Golino prima domenica di quaresima sabato 09 marzo ore 16 Rasa ore 17:30 Golino domenica 10 marzo ore 9 Palagnedra ore 10:30 Intragna seconda domenica di quaresima sabato 16 marzo ore 16 Moneto ore 17:30 Golino domenica 17 marzo ore 9 Intragna ore 10:30 Borgnone san giuseppe martedì 19 marzo ore 9 Intragna terza domenica di quaresima sabato 23 marzo ore 16 Verdasio ore 17:30 Golino domenica 24 marzo ore 9 Intragna ore 10:30 Palagnedra quarta domenica di quaresima sabato 30 marzo ritiro quaresimale di rete al santuario di Morbio Inferiore domenica 31 marzo ore 9 Intragna ore 10 Borgnone

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mart. - sab. ore 10:45 festivo ore 9:30

quinta domenica di quaresima sabato 6 aprile ore 16 Moneto ore 17:30 Golino domenica 7 aprile ore 9 Palagnedra ore 10:30 Corcapolo (s.Vincenzo Ferrer) domenica delle palme sabato 13 aprile ore 16 Borgnone ore 17:30 Golino domenica 14 aprile ore 9 Palagnedra ore 10:30 Intragna settimana santa giovedì 18 aprile ore 18 Intragna – messa in coena domini venerdì 19 aprile ore 15 Intragna - passio ore 18 Golino - via crucis veglia di pasqua sabato 20 aprile ore 19:30 Palagnedra pasqua domenica 21 aprile ore 9 Golino ore 10:30 Intragna ore 10:30 Borgnone lunedì 22 aprile ore 10:30 Rasa seconda domenica di pasqua sabato 27 aprile ore 16 Moneto ore 17:30 Verdasio

domenica 28 aprile ore 10 Golino (patronale s. Giorgio) san giuseppe lavoratore mercoledì 1 maggio uscita al santuario di RE terza domenica di pasqua sabato 4 maggio ore 16 Borgnone ore 17:30 Golino domenica 5 maggio ore 9 Moneto (patronale ss. Filippo e Giacomo) ore 10:30 Intragna (patronale s. Gottardo) quarta domenica di pasqua sabato 11 maggio ore 16 Verdasio ore 17:30 Golino (madonna del posso) domenica 12 maggio ore 9 Borgnone ore 10:30 Corcapolo (madonna di caravaggio) quinta domenica di pasqua sabato 18 maggio ore 16 Rasa ore 17:30 Golino domenica 19 maggio ore 10:30 Palagnedra (patronale s. Michele Arcangelo) sesta domenica di pasqua sabato 25 maggio ore 16 Intragna (messa al ponte romano) ore 17:30 Borgnone domenica 26 maggio ore 10:30 Intragna (prima comunione) ascensione giovedì 30 maggio ore 9 Palagnedra ore 10.30 Vosa (madonna del buon consiglio)

settima domenica di pasqua sabato 1 giugno ore 16 Moneto ore 17:30 Golino (madonna del posso) domenica 2 giugno ore 9 Verdasio ore 10:30 Intragna (Nostra Signora) pentecoste sabato 8 giugno ore 16 Borgnone ore 17:30 Golino domenica 9 giugno ore 9 Intragna ore 10:30 Palagnedra s.s.trinità sabato 15 giugno ore 16 Rasa ore 17:30 Golino domenica 16 giugno ore 9 Intragna ore 10:30 Lionza (s. Antonio da Padova) corpus domini giovedì 20 giugno ore 9 Palagnedra ore 10.30 Intragna dodicesima domenica ordinaria sabato 22 giugno ore 16 Palagnedra ore 17:30 Golino domenica 23 giugno ore 9 Intragna ore 10:30 Verdasio – Sassalto -(s. Giovanni) s.s. Pietro e Paolo sabato 29 giugno ore 10:30 Bordei tredicesima domenica ordinaria domenica 30 giugno ore 9 Golino (madonna del posso) ore 10:30 Borgnone

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in memoria

Intragna: una rosa per suor Rosa La triste notizia del decesso di suor Rosa Dellapiazza avvenuta il 6 dicembre scorso nella comunità di Ponte, nei pressi di Laveno, è rimbalzata ad Intragna come un fulmine a ciel sereno, sollecitando la memoria di tante persone che ne ricordano la sua preziosa presenza , come figura di spicco presso la casa anziani san Donato dove operò per 41 anni.

Era infatti giunta da noi nel 1975, raggiungendo suor Imelda, per anni braccio destro del compianto dottor Luigi Piazzoni, suor Maria, suor Lina (+) e suor Mariangela.

Aveva da poco compiuto 88 anni, festeggiati con la gioia simboleggiata da una splendida rosa, color rosa, che nella religione cattolica sottolinea il Gaudio per il periodo dell’Avvento in cui è morta.

La sua prerogativa contenuta nella locuzione ora ed labora andò sempre di pari passo: di giorno in cucina come provetta cuoca per oltre 25 anni, nel tardo pomeriggio negli splendidi orti a coltivare prodotti genuini, trasformando gli stessi in una sorta di invidiabile bomboniera fiorita, mentre la sera si dedicava alla preghiera.

Come sindaco del paese e presidente del san Donato, ho avuto l’opportunità di apprezzarne la sua costante dedizione in ciò che svolgeva con amore e passione per “far contenti gli altri” come mi diceva, rapportandosi con il territorio dove operava, segnando le feste: il pesce il venerdì (pur senza obbligare nessuno) i tortellini per san Giuseppe, il capretto per pasqua. Disdegnava cucinare prodotti congelati; mi diceva che cucinava sempre prodotti dell’orto per dei minestroni che facevano venire l’acquolina in bocca, così come i galletti freschi di “primo canto”.

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Guidava l’automobile per provvedere personalmente alle provviste nei negozi del Locarnese.

Era davvero una persona affabile e nel contempo autorevole e schietta che “sapeva il fatto suo” una sorta di ape operaia, incurante di qualche acciacco portato dall’età che avanzava. Quando per raggiunti limiti di età non poteva più rimanere in cucina, si dedicava con immutato amore a preparare torte squisite per gli ospiti, soprattutto in occasione dei loro compleanni, oppure ad aiutare il personale e suor Mariangela nel preparare le colazioni e ad accompagnare gli anziani in cappella e in mensa, sempre con un sorriso dolce e rassicurante.

Purtroppo a fine estate 2016, assieme alle ultime 3 suore rimaste, ha lasciato Intragna per altra destinazione: una decisione presa dai suoi superiori parecchio incomprensibile ed inopportuna che ha suscitato qualche comprensibile borbottìo e dispiacere nella comunità di Intragna. Al san Donato e in paese, la si ricorda con tanta gratitudine.

Ora riposa nel suo paese d’origine, Cosasca di Trontano, ad una trentina di chilometri dal santuario di Re. Giorgio Pellanda

i consigli parrocchiali informano

Mosogno Il consiglio parrocchiale di Mosogno informa che nell’anno 2018 sono state raccolti 4’178.15 franchi come offerte della festa patronale di san Bernardo; per le chiese e gli oratori le offerte sono state 4’595.20 franchi; inoltre per le feste di san Giacomo dell’anno 2017-2018 il totale è di 1’200 franchi. Il consiglio parrocchiale ringrazia tutti per il sostegno alle nostre chiese.

Losone Assemblea L’Assemblea parrocchiale per approvare i conti 2018 è convocata per domenica 31 marzo al centro la Torre, subito dopo la messa domenicale, alle ore 11.

Offerte Nel 2018 sono state raccolte offerte per un totale di 16’895.- franchi, a favore di: missione interna e restauro chiese 450.-; fondo solidarietà mamma e bambino 490.; sacrificio quaresimale 7’820.-; cristiani di terra santa 245.-; strumenti comunicazione sociale 410.-; rifugiati 380.-; obolo di san Pietro 160.-; caritas svizzera 500.-;

missione interna 630.-; evangelizzazione dei popoli 2’940.-; opera della migrazione 530.-; università di Friborgo 320.-; vocazioni, seminario, sacerdoti anziani 460.-; aiuto bambini di Betlemme 1’560.-.

Durante la messa di prima comunione sono stati raccolti 1’100 franchi per il progetto diocesano di Haiti, a favore delle scuole elementari della diocesi di Anse-à-Veau-Miragoâne.

Abiti usati Caritas Ticino ci comunica che durante l’anno 2018 sono stati raccolti 2944 kg di abiti usati a Losone nei due punti di raccolta (centro la Torre e parcheggio via Mezzana). Questa attività ha contribuito all’occupazione di persone in assistenza o in disoccupazione che presso il centro di Rancate hanno potuto selezionare quanto raccolto e poi venduto al dettaglio nei CATISHOP di Giubiasco e Pregassona o nei negozi dell’usato di Balerna, Chiasso, Locarno e Pollegio.

Concerto gregoriano Venerdì 24 maggio alle ore 20 sarà ospite nella chiesa di san Giorgio a Losone la “Schola Gregorienne” di Nyon. Creata nel 2002 in seno alla parrocchia cattolica, il coro è formato da una trentina di appassionati del canto gregoriano ed è diretto dal maestro Serge Ilg.

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invito

Il miracolo della conversione pellegrinaggio quaresimale a Morbio Inferiore sabato, 30 marzo 2019 Le parrocchie di Arcegno, Ascona, Brissago, Centovalli, Losone, Ronco s/ Ascona, Valle Onsernone e Terre di Pedemonte vi invitano al pellegrinaggio quaresimale a Morbio Inferiore il prossimo 30 marzo, nel 425° anniversario dell’apparizione (1594-2019) della Madonna a Morbio.

Al centro della giornata, sta la preparazione immediata per la Pasqua. Un’esperienza da vivere insieme, con serietà e impegno ma nella gioia dello stare e camminare insieme.

Abbiamo previsto una mattinata di riflessione penitenziale con la possibilità di accedere al Sacramento della Riconciliazione, il pranzo in comune in un risto-

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rante del paese, e, infine, la celebrazione eucaristica presso la Basilica di Santa Maria dei Miracoli alle ore 15.

Vi aspettiamo! I vostri preti Ceslaw, Davide, Jackson, Jean-Luc, Marco, Massimo Costo della giornata (viaggio e pranzo): Fr. 50.– a persona Ragazzi/Bambini (fino ai 16 anni) Fr. 30.– a persona Consegna del tagliando: al vostro parroco entro il 25 marzo

VOLANTINO D’ISCRIZIONE al Pellegrinaggio quaresimale a Morbio Inferiore di sabato 30 marzo 2019 Cognome e nome: Indirizzo CAP e domicilio: No. telefono: Trasferta:

numero di persone: con bus organizzato per la giornata Partenza da: Intragna (Intragna Ponte) Cavigliano (Pass. a livello) Losone (Diamond) Ascona (Autosilo) con mezzi privati

Partecipo/partecipiamo:

al pranzo in comune necessito di una dieta particolare

Data:

Firma:

Recapiti

Preti

Centro la Torre Alfredo Soldati 091 785 81 10 (ufficio), 079 352 76 74 alfredo.soldati@lgsa.ch

don Jean–Luc Farine casa parrocchiale via san Materno 7, 6616 Losone 076 442 41 15 - 091 791 41 15 farjluc@gmail.com

Gruppo animazione messe delle famiglie (GAMF) Eva Perissinotto 091 791 76 86 Daniela Monaco 091 791 36 50 Organisti Leslaw Skorski, titolare 076 247 56 42 Martino Milani 077 437 59 91 Gian Pietro Milani 091 745 38 02 Corale parrocchiale Unitas Nicolas Mottini (direttore) Candida Gnarini 091 791 58 32 Emilia Maggi 079 545 97 78 Piccolo grande coro (PGC) Chiara Metrico 076 573 93 83

don Marco Nichetti casa parrocchiale 6655 Intragna 076 693 99 07 - 091 225 71 22 marcnic78@gmail.com don Davide Matassa casa parrocchiale 6655 Intragna 076 344 88 29 - 091 225 71 22 davide.matassa87@gmail.com don Tarcisio Brughelli casa parrocchiale 6655 Intragna 079 737 40 11 - 091 780 74 71

Sezione scout la Torre Losone casella postale 618, 6616 Losone www.scout-latorre.ch Gruppo mamme Emiliana Andreocchi 091 791 84 75 Gabriella Orru 091 792 14 80 Consiglio pastorale dell’Onsernone Edy Mancini, Berzona 091 797 15 28 Coro dell’Onsernone Isabella Dellamora 079 294 56 19

Comitato di redazione don Jean-Luc Farine, don Marco Nichetti, don Davide Matassa, Nathalie Ghiggi Imperatori, Barbara Gianetti Lorenzetti, Paolo Storelli

Pedrazzini Tipografia SA, Locarno