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Comunità Pantarhei: vite che scorrono

diario di una visita con il team del centro studi La visita alla struttura Pantarhei, ha lasciato, credo a tutti noi che vi abbiamo partecipato, la sensazione di trovarsi all’interno di una grande famiglia; stra

na sensazione, dal momento che ospita proprio ragazzi che, per vari motivi, non hanno una famiglia in grado di na sensazione, dal momento che ospi

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occuparsi di loro. Tuttavia l’atmosfera che vi si respira è quella di un luogo rassicurante. Il merito indubbiamente è anche degli operatori della struttura, persone straordinarie, veri e propri angeli che si mettono a disposizione di questi ragazzi, non sempre facili da gestire. La comunità Pantarhei è una struttura residenziale socio-pedagogica che segue i ragazzi inseriti, in tutte le attività e le fasi di crescita: scuola, lavoro, tempo libero. Per ognuno dei ragazzi, tutti maschi e di età compresa tra gli  e i 16 anni, viene elaborato un progetto educativo, in collaborazione con i servizi territoriali e le fi gure coinvolte per il singolo caso. All’interno della struttura vengono date regole precise e ritmi di vita adeguati alle esigenze dell’età dei ragazzi. Ognuno collabora alla vita di comunità: ci sono turni per pulire, turni per cucinare, turni per guardare la televisione. C’è posdi questi ragazzi, non sempre facili da gestire. La comunità Pantarhei è una struttura residenziale socio-pedagogica che segue i ragazzi inseriti, in tutte le attività e le fasi di crescita: scuola, lavoro, tempo libero. Per ognuno dei ragazzi, tutti maschi e di età compresa tra gli  e i 16 anni, viene elaborato un progetto educativo, in collaborazione con i servizi territoriali e le fi gure coinvolte per il singolo caso. All’interno della struttura vengono date regole precise e ritmi di vita adeguati alle esigenze dell’età dei ragazzi. Ognuno collabora alla vita di comunità: ci sono

I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s to per tutti. Tutti hanno la loro storia, il loro volto, la loro sofferenza. Momenti di tensione e di crisi sono sempre in agguato. Proprio per questo il confronto con operatori, ma anche tra i ragazzi, è indispensabile in un percorso di comunità. La presenza di una sorta di “ring virtuale”, all’interno della struttura, un rettangolo realizzato con un semplice nastro adesivo sul pavimento, aiuta i ragazzi a comunicare le loro emozioni, a sfogarsi. L’obiettivo è quello di dare ai ragazzi tutti gli strumenti necessari, per lavorare su sé stessi, imparare il senso del rispetto di sé e degli altri, aiutarli a trovare un equilibrio, ma soprattutto cercare di dare loro un’esistenza il più possibile normale. Gli operatori non possono e non devono, tuttavia, sostituirsi ai genitori. Dove presente, si cerca, infatti, di collaborare con la famiglia d’origine per un reinserimento in famiglia il più presto possibile. Se il ragazzo è solo, lo si accompagna verso l’autonomia personale. Pantarhei, “tutto scorre come un fiume”. Questo il messaggio che la comunità di via Rovereto a Bolzano intende dare con la sua presenza e il suo lavoro ai ragazzi ospiti della struttura: la speranza che, nonostante le difficoltà, sia possibile rompere gli argini del dolore e della sofferenza, e riprendere in mano la propria vita. Perché la vita, come il fiume, è un flusso che scorre, a volte violento, imprevedibile, ma comunque possibile da domare e da attraversare. Lo sono dimostrazione le impronte di due mani lasciate su una parete bianca della comunità: le mani di due ragazzi, come tanti, che, usciti dalla comunità, grazie anche a questa struttura, sono riusciti a placare la corrente, ritrovando sé stessi, un equilibrio e soprattutto un nuovo significato di famiglia. Ciò che la visita alla struttura mi ha lasciato è la testimonianza forte di operatori che tutti i giorni aiutano ragazzi qualsiasi ad alzarsi, andare a scuola, rispettarsi ma soprattutto a non perdere fiducia nella famiglia, a non lasciarsi trasportare dalla corrente, a reagire. Tutto può essere affrontato, tutto scorre… Panta Rhei.

Giulia Marcantonio

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