5^ edizione
Il metano liquido: una possibile alternativa per l’autotrazione pesante (e non solo). Uno stimolo alla “green economy”
di Luciano Checcucci (C.N.A. Siena)
Per la produzione dell’energia elettrica e dell’energia termica è possibile, rivolgersi con efficacia e successo alle fonti di energia rinnovabile; invece, per quanto riguarda la produzione di forza motrice per l’autotrazione stradale ed in particolare per quella pesante, il discorso è assai diverso: fare a meno dei carburanti tradizionali, originati da fonti fossili, appare decisamente più complesso e difficile. Le possibili alternative sembrano essere i motori alimentati ad idrogeno e l’autotrazione elettrica, anche ibrida. La ricerca e la sperimentazione in questi settori, come sappiamo, stanno procedendo ed assistiamo, ormai da tempo, alle prime applicazioni concrete e molto probabilmente questo sarà il futuro dell’autotrazione; in particolare, l’autotrazione elettrica meriterebbe maggiori attenzioni ed incentivi. Tuttavia per quanto riguarda l’autotrazione pesante, cioè i camion, i cosiddetti TIR, ma anche per gli autoveicoli commerciali e gli autobus, risulta davvero difficile immaginare che possano essere alimentati elettricamente! Una ragionevole alternativa appare essere l’utilizzo del metano che, nonostante sia anch’esso di origine fossile (ma è possibile produrlo anche da fonti rinnovabili: il biometano!), garantisce prestazioni dal punto di vista ambientale, assai migliori e ben più accettabili rispetto al gasolio; la tecnologia è già oggi disponibile. L’uso del metano per autotrazione quindi, ci sembra un ragionevole compromesso, capace di garantire la necessaria mobilità delle persone e delle cose ed un deciso miglioramento della qualità dell’ambiente, in particolare dell’aria che respiriamo, soprattutto in ambito urbano. Il limite circa l’utilizzo del metano per autotrazione è
dato dal fatto che fino ad oggi è stato utilizzato nella sua forma gassosa e compressa, aumentando considerevolmente il peso dei serbatoi a bordo, riducendo la capacità di carico e l’autonomia del veicolo, senza contare il notevole dispendio di energia elettrica per la compressione. Questo limite si può superare se invece di utilizzare il metano in forma gassosa, utilizziamo il metano nella sua forma liquida, criogenica.
Il metano liquido Tutti noi ormai conosciamo il termine “rigassificazione”, quella procedura secondo cui il metano trasportato in forma liquida dai luoghi di produzione, con navi metaniere, viene immesso nella rete del gas, normalmente realizzata ed alimentata con metanodotti. Lo conosciamo anche per le molte polemiche che la realizzazione di questi impianti, sul suolo italiano, ha suscitato e sta suscitando; talvolta per la lentezza con cui si procede all’autorizzazione/realizzazione di questi impianti, che consentirebbero una maggiore sicurezza nell’approvvigionamento energetico, altre volte per la legittima preoccupazione delle comunità locali, prossime a questi impianti, in ordine alla sicurezza degli impianti stessi. Comunque sia, questa è una partita in divenire. Molti meno però sanno che il metano, può essere utilizzato anche allo stato liquido (LNG, acronimo inglese di Liquefied Natural Gas o GNL, in italiano, Gas Naturale Liquefatto), conservato in serbatoi criogenici isolati sotto vuoto, sia per l’autotrazione, sia per usi domestici o industriali. Il metano liquido si ottiene raffreddando il gas ad una temperatura di –162° a pressione atmosferica, poi
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viene conservato e trasportato in bassa pressione negli appositi serbatoi criogenici. Il metano liquido è 600 volte più denso del metano gassoso (CNG-Compressed Natural Gas) a bassa pressione, ovvero 3 volte più denso del metano gassoso a 200 bar, il che consente notevoli benefici in termini di volume trasportabile. 1 lt. di LNG corrisponde infatti a 600 lt. di metano gassoso a pressione atmosferica, ovvero a 3 lt. di CNG a 200 bar. Il metano liquido ha un peso pari a circa il 45% del peso dell’acqua, è inodore, incolore, non è corrosivo, né tossico; essendo stato sottoposto ad un processo di liquefazione, non contiene più acqua, CO2 e incondensabili quali l’azoto; pertanto ha qualità energetiche più elevate, attesa la sua maggiore purezza. Ad oggi il metano liquido appare come il carburante più ecologico ed economico tra tutti quelli effettivamente disponibili, in quanto: 1) il metano riduce notevolmente l’impatto ambientale: - 25% emissioni di CO2 - 50% ossidi di azoto - assenza di polveri fini - assenza totale di composti tossici e cancerogeni - abbassamento del 50% delle emissioni sonore (rumore) 2) il metano costa meno rispetto ai carburanti tradizionali. 3) il metano liquefatto (LNG) risolve il problema della metanizzazione dei mezzi pesanti: il serbatoio criogenico di LNG a bordo del veicolo permette di assicurare al mezzo un’autonomia corrispondente a quella del diesel, con ingombri e pesi comparabili, superando così il vincolo dell’eccessivo peso e volume delle bombole di metano compresso, che di fatto impedivano l’estensione della metaniz-
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zazione ai mezzi pesanti. Anche il BIOGAS (energia rinnovabile!) può essere liquefatto per esser più facilmente trasportabile. Il BIOGAS LIQUIDO (Liquid BioGas: LBG) ha la stessa identica composizione dell’LNG, quindi presenta i vantaggi prima accennati; nello specifico presenta il vantaggio di rendere economicamente valido e praticabile il distribuire eventuali eccedenze di biogas nelle zone ove lo stesso venisse prodotto. L’utilizzo dell’LNG o dell’LBG apre quindi nuove opportunità di mercato in ambito veicolare, in quanto carburante da subito disponibile per il rifornimento della nuova generazione di autoveicoli equipaggiati con serbatoio criogenico a bordo. Attualmente, in Italia, la rete distributiva dell’LNG è agli inizi e poiché anche le maggiori case costruttrici hanno già avviato la produzione e la commercializzazione di autoveicoli pesanti alimentati a LNG, è prevedibile una sua ampia diffusione nel prossimo futuro, supportato da stazioni alimentate con LNG ed in grado di erogare sia metano gassoso compresso (CNG), che metano liquido (LNG). I vantaggi legati all’introduzione di un serbatoio criogenico a bordo di un veicolo, sono evidenti: - ingombro e peso del serbatoio (criogenico) comparabile al serbatoio diesel; - autonomia del mezzo pari a quella del diesel; - risparmio sui consumi; - notevole riduzione nei costi; - riduzione dell’impatto ambientale; - accessibilità alle aree urbane. Questa è un’innovazione concreta e disponibile da subito, capace di ridare competitività al comparto dell’autotrasporto, migliorando contestualmente la qualità dell’ambiente.