ma: la qualità proteica. Nella dieta vegana “scompaiono” solo le proteine animali? Purtroppo no. Infatti un altro problema è la completa assenza della vitamina B12 nella dieta vegana. Gli alimenti vegetali non contengono B12, indispensabile per produrre i globuli rossi, fondamentali componenti del sangue. La mancanza di questa vitamina causa anemia, ma è indispensabile anche per il sistema nervoso: senza vitamina B12 a lungo termine si incorre in danni neurologici che possono portare a conseguenze gravi come la paresi. Se sommiamo anche il difetto di amminoacidi essenziali e quindi la scarsa qualità proteica abbiamo come conseguenza un ritardo della crescita e una immunodeficienza. Il nostro sistema immunitario ha bisogno delle proteine, gli anticorpi sono proteine, se non mangiamo amminoacidi essenziali a sufficienza non produciamo la giusta quantità di anticorpi e quindi siamo facilmente attaccabili dai microbi e batteri. Considerando i “danni” all’organismo che una dieta vegana può causare, molti sostenitori di tale regime alimentare la seguono proprio per migliorare la propria salute? È una contraddizione… Lo è. Perché si è vegani? Se lo facciamo per motivi di salute, oggi gli studi sulle popolazioni ci spiegano molte cose. Se noi confrontiamo i vegani con i grandi consumatori di carne o con popolazioni che seguono in pieno la dieta occidentale, la dieta americana, ci sono dei vantaggi in termini di malattie cardiovascolari per i vegani, più incerta la riduzione di tumori.
Quando però, come indica l’ultimo studio europeo, confrontiamo una popolazione di vegani con una che mangia saltuariamente carne vediamo che non c’è nessuna differenza e che anzi dal punto di vista oncologico stanno meglio quest’ultimi. Questo significa che magiare 1 o 2 volte alla settimana carne rossa o bianca, pesce, uova, formaggio, comporta differenze impercettibili sullo stato di salute e, se si osservano vantaggi, questi sono a favore degli onnivori. I genitori vegani, essendo il latte un alimento prodotto da animali, come nutrono i loro figli, anche piccoli, di pochi mesi? Con il latte di mandorla ad esempio, un prodotto che non ha niente a che fare con il latte, è semplicemente una bevanda perché del latte non ha: la qualità proteica, la gamma delle proteine, le vitamine, i minerali. Quando diamo un latte per un bambino molto piccolo, scegliamo un latte moderatamente proteico, poiché il rene del piccolo è immaturo e quindi incapace di smaltire le proteine. Dare a un bambino un latte di soia o di mandorla dove è simulata la composizione del latte vaccino normale, significa dare un alimento iperproteico, e con proteine di scarsa qualità, che però producono scorie come le proteine di alta qualità,
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