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13 OTTOBRE 2010 • LA PAGINA

SALUTE 23

Dall’insalatomania al bisturi: tutti i miti dell’obesità Niente più sacrifici, spesso considerati inutili. La soluzione per rimediare ad anni di grandi abbuffate e scarsa attenzione alla linea alla fine potrebbe anche essere il ‘bisturi’, ovvero l’intervento chirurgico. A dirlo nel corso della presentazione dell’Obesity day è Pierluigi Marini, direttore dell’Unità operativa complessa di chirurgia endocrina e bariatrica dell’azienda ospedaliera S.Camillo-Forlanini di Roma, secondo il quale davanti alla sala operatoria per la chirurgia dell’obesità si accalca una folla sempre più numerosa. “In sala d’aspetto - spiega in proposito - ci sono un milione e mezzo di obesi gravi (80% donne) che hanno bisogno del bisturi, una sorta di esercito. Ma riescono ad entrare solo in 6 mila l’anno, uno su tre in Lombardia (31,7 per cento del totale), che insieme a Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Sicilia copre oltre l’80 per cento delle operazioni”. Sono le donne in stragrande maggioranza a chiedere l’intervento operatorio, in prevalenza fra i 30 e i 50 anni. “Aumenta la richiesta di eliminare i chilogrammi in più fra i giovanissimi che avvertono, nella vita di relazione quotidiana, il disagio di

essere grassi - aggiunge Marini - e poi i modelli davanti ai loro occhi non sono certo di persone con le taglie abbondanti. Un confronto cui le donne, ma non mancano gli uomini, resistono con grande difficolta”’. Ma per l’esperto “nonostante la constatazione che i costi per la collettività legati all’obesità e al sovrappeso sono più alti di quelli dovuti a fumo, alcolismo e povertà, le operazioni di chirurgia bariatrica in Italia sono stazionari da anni, e l’attuale risposta all’obesità fornita dalle strutture sanitarie è inadeguata”. Come inadeguata risuta un’altra, aparentemente sana, abitudine: “Sono a dieta, prendo un’insalata completa”. Questa l’ordinazione di molti che, specialmente all’ora del pranzo, entrano nel bar o nel fast food con la certezza di chi sta per compiere un ‘sacrificio’ in nome della linea. L’insalatomania, come la chiamano gli esperti, è solo l’ultima moda tra uomini e donne ossessionati dalla linea, ma rischia di rivelarsi un boomerang. Parola dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi). “Una moda tornata prepotentemente nella pausa lavoro”, spiega Giuseppe Fatati, presidente dell’Adi e coordinatore

dell’Obesity Day, “ma se questa verdura è un alimento importante perché contribuisce alla sazietà e aiuta nell’assunzione di fibre, si devono però rispettare due condizioni: deve essere condita con un filo d’olio, e deve far parte di un pasto”. L’insalatona che tanto va di moda, invece, “è un inganno dietetico poiché nel piatto, in compagnia di qualche foglia d’insalata, sono aggiunti alimenti non certo dietetici come le noci, il mais, il formaggio

e l’uovo sodo”, ha spiegato l’esperto. Un inganno dietetico che ‘pesa’ sia sotto il punto di vista economico (dai 10 ai 15 euro) sia perché arriva a dare 500-600 calorie, buona parte del fabbisogno giornaliero. Un inganno, ovviamente, perché chi ha ordinato l’insalatona poi è convinto di non aver mangiato e la sera ‘si premia’ con un pasto abbondante. Insomma, come dice l’esperto, “la sorpresa poi la regala, implacabile, la bilancia”.


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